Vincitori concorso “Quel fresco profumo di libertà”

Legalità, Giannini e Rita Borsellino premiano vincitori concorso “Quel fresco profumo di libertà”

Sono state premiate questo pomeriggio le scuole vincitrici del concorso nazionale “Quel fresco profumo di libertà”. L’iniziativa, alla sua seconda edizione, è promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con il Centro Studi Paolo Borsellino. A consegnare le targhe agli studenti, nella Sala della Comunicazione del Miur, il Ministro Stefania Giannini e Rita Borsellino, Presidente onorario del Centro studi. Con loro anche Marinella Tomarchio, Presidente del Centro studi, e tutti i membri della commissione del concorso. L’iniziativa è promossa per sensibilizzare gli studenti sul tema della legalità e della lotta alle mafie. Circa 160 le scuole di tutta Italia che hanno partecipato inviando filmati, cortometraggi e materiali multimediali.
“Il nemico che dobbiamo sconfiggere è l’ignoranza – ha detto il Ministro Giannini – In tutte le sue forme. Ben vengano, dunque, tutte le iniziative come questa che sensibilizzano alla cultura della legalità, perché più si conosce e più si acquisisce una conoscenza che diventa coscienza”.

“E’ nella scuola – ha raccontato Rita Borsellino – che ho trovato la vera custodia di quella che considero la memoria operante. Questo concorso ha dato impulso alle scuole per trasmettere quella memoria. Credevo – ha aggiunto – che mio fratello Paolo appartenesse solo a me, invece ho capito che la memoria di Paolo è di tutti. Una memoria che va salvaguardata e tramandata per una società più consapevole”.

Gli istituti premiati sono stati: Scuola primaria “Aristide Gabelli” di Palermo, con l’opera “I diritti ed i doveri dei bambini”; l’Istituto comprensivo “Giovanni XXIII-Binetto” di Grumo Appula (Ba), con il corto “Cup song della pace”; l’Istituto comprensivo “E. De Amicis” di Enna, con “Appesi al muro”; l’Istituto di istruzione superiore “G. Marconi”, di Anagni (Fr), con “Mani legali” e il Liceo “Cesare De Titta” di Lanciano (Ch), con “Blood money”.

Il rapporto di lavoro si regola per contratto, non per decreto

Il rapporto di lavoro si regola per contratto, non per decreto

Comunicato unitario FLC CGIL, CISL SCUOLA e UIL SCUOLA

Nessuna risposta è finora pervenuta alla richiesta inviata dai sindacati scuola al ministro dell’Istruzione perché, in coerenza con gli impegni formalmente assunti nell’incontro del 13 novembre scorso, si aprisse il confronto sui provvedimenti che il Governo si appresta a definire sulla scuola, in particolare sulle materie che hanno ricaduta diretta sul rapporto di lavoro – a partire dalle retribuzioni – che per legge rientrano nella disciplina contrattuale. Chiedevamo inoltre che il confronto avvenisse anche sulle misure contenute nella Legge di Stabilità del 2015 riguardanti l’istruzione.

Si tratta di un comportamento che, pregiudicando il corretto e proficuo svolgimento delle relazioni sindacali, sta determinando un clima di forte preoccupazione e tensione fra il personale. In assenza di momenti di confronto, e rimanendo ad oggi irrisolte molte questioni riguardanti i diversi profili del comparto (posizioni economiche ATA, FUN dirigenti scolastici, c.d. quota 96, ecc.) si assiste al moltiplicarsi di annunci e indiscrezioni che prefigurano ipotesi vaghe e confuse, in cui si intravede come unico dato certo una secca riduzione degli attuali trattamenti economici. Se infatti restano al momento del tutto oscure le modalità con cui si provvederebbe all’individuazione dei docenti “meritevoli” di benefici economici (anch’essi tutti da precisare nella loro entità), appare invece molto chiaro cosa accadrebbe limitando al 20% rispetto all’attuale il margine di incremento retributivo legato all’anzianità di servizio: stando alle indiscrezioni giornalistiche, tale incremento potrebbe subire una perdita secca di circa 8.500 euro. Siamo dunque ben lontani dal dare a chi lavora nella scuola la risposta che attende da tempo e che questo governo aveva posto al centro dei suoi annunci e dei suoi impegni: le retribuzioni non solo rimarranno ben al di sotto della media europea, ma gli ipotetici benefici “per merito” sarebbero ricavati da pesantissime riduzioni di trattamento per l’insieme della categoria. A ciò si aggiunge l’ulteriore rinvio del rinnovo del contratto che determina l’impoverimento dei salari e la impossibilità di valorizzare adeguatamente le professionalità.

I lavoratori della scuola non meritano di subire ulteriori mortificazioni, il rifiuto del governo di discutere e confrontarsi nelle sedi negoziali previste per legge rende inevitabile la via della mobilitazione su obiettivi che da tempo i sindacati pongono al centro della propria iniziativa: fra questi in primo luogo il rinnovo del contratto, la stabilizzazione del lavoro e un pieno riconoscimento del suo valore anche sotto il profilo retributivo, la salvaguardia dell’integrità dell’organico del personale, che la legge di Stabilità 2015, con particolare riferimento al personale ATA, tende invece a ridurre ulteriormente.

La manifestazione già indetta per il 17 febbraio davanti al MIUR, per rivendicare più equità nel piano di assunzioni annunciato dal governo, al fine di portare realmente a soluzione il problema del precariato, è solo il primo atto di una mobilitazione che, in assenza di risposte, si amplierà e proseguirà con ulteriori iniziative per far valere le ragioni del personale della scuola, da troppo tempo disattese.

FLC CGIL
Domenico Pantaleo
CISL SCUOLA
Francesco Scrima
UIL SCUOLA
Massimo Di Menna

IX Edizione Premio L’anello debole

Capodarco di Fermo, 22 – 27 giugno 2015

IX Edizione Premio L’anello debole

Bando 2015

È stato pubblicato oggi il bando della nona edizione del premio internazionale L’anello debole, assegnato dalla Comunità di Capodarco ai migliori video e audio cortometraggi, giornalistici o di finzione, su tematiche sociali e ambientali.

C’è tempo fino al 7 aprile 2015 per la consegna delle opere.

Confermate le sezioni del concorso e i relativi premi: audio cortometraggi; video cortometraggi della realtà; video cortometraggi di fiction; video cortissimi. Le opere per le prime tre sezioni dovranno avere una durata massima di 25’; la quarta di 6’.

Ad esse si aggiungono due nuovi premi speciali: alla migliore campagna diffusa prevalentemente attraverso il web; al miglior video sui temi ambientali del riciclo, dell’educazione al non abbandono dei rifiuti e della circular economy, assegnato dalla società “Ecopneus”.

Cambia inoltre il nome dell’evento in cui il premio L’anello debole sarà assegnato, che diventa “Capodarco l’Altro Festival”: dal 22 al 27 giugno 2015 sulla terrazza della Comunità di Capodarco di Fermo, nelle Marche, con un ricco cartellone di eventi.

Announcement: L’anello debole prize, 2015 edition

Today marks the publication of the announcement for the ninth edition of the international L’anello Debole Prize, awarded by the Community of Capodarco to the best audio and video shorts both, journalistic and fictional, featuring social and environmental themes.

The deadline to submit any of the above works is 7th April 2015.

The festival categories and their prizes have been confirmed: audio shorts, social realism short videos, fiction short videos, super short videos. The maximum duration of the first three categories is 25 minutes, while the super shorts must not exceed 6 minutes in duration.

In addition to the above, there will be two new special prizes:  to the best campaign employing the internet as its major networking platform; to the best video which deals with environmental issues and focuses on recycling, preventing littering, and circular economy, awarded by the consortium “Ecopneus”.

The name of the event during which the L’anello debole prize is awarded has been renamed as “Capodarco l’Altro Festival”, and will be held from 22nd to 27th June 2015 on the terrace of Fermo’s Capodarco Community, in the Marche region. The festival will feature several events over six days.

Centri di Consulenza Tiflodidattica

http://www.bibciechi.it/cd.htm
Centri di Consulenza Tiflodidattica

La Biblioteca Italiana per i Ciechi, assieme alla Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi, ha istituito una rete di 16 Centri di Consulenza Tiflodidattica su tutto il territorio nazionale, ciascuno con competenze territoriali diverse.

Gli Scopi dei Centri di Consulenza Tiflodidattica

I Centri di Consulenza Tiflodidattica hanno il compito di svolgere un servizio dinamico ed itinerante al fine di facilitare la comprensione dei problemi reali dell’alunno minorato visivo. In particolare, essi operano per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
Facilitare la comprensione del bisogno aiutando l’educatore a valutare più realisticamente i limiti e le potenzialità del bambino minorato della vista sia dal punto di vista clinico che pedagogico.
Orientare la programmazione dell’itinerario educativo, sia in famiglia sia a scuola, nel rispetto delle caratteristiche specifiche dell’alunno e di quelle tiflologiche.
Guidare la scelta dei sussidi didattici più opportuni.
Ciascun Centro è inoltre supportato settimanalmente dalla consulenza di un esperto nelle materie tiflologiche.

Chiunque sia interessato può prendere visione del materiale didattico in mostra presso i singoli Centri e delle modalità del suo utilizzo. E’ a disposizione anche un catalogo generale di tutto il materiale didattico prodotto in Italia.

Ricordiamo che presso il sito dell’Unione Italiana dei Ciechi è possibile consultare una ricca pagina di risorse riguardanti i problemi dell’istruzione e della didattica.

Elenco dei Centri di Consulenza Tiflodidattica e dei loro rispettivi ambiti territoriali

C/o Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Via Imera, 280
92100 – Agrigento
Tel.: 0922/603166; Fax: 0922/613149; e-mail:cdtag@bibciechi.it
Responsabile: Dott. Gioacchino Di Gloria
(Province di:Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Ragusa)

*Assisi
C/o Istituto Serafico
V.le Marconi, 6
06081 – Assisi (PG)
Tel.: 075/8155205; Fax: 075/8198448; e-mail: cctassisi@prociechi.org
Responsabile: Dott.ssa Francesca Piccardi
Consulente tiflologo: Dott. Gianni Sculco
(Province di: Perugia, Terni)

Cagliari
C/o Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Via del Platano, 27
09131 – Cagliari
Tel.: 070/554398; Fax: 070/551480; e-mail: cdtca@bibciechi.it
Responsabile: Dott. Michele Di Dino
(Province di: Regione Sardegna)

Caserta
Via Ferrarecce, 138
81100 – Caserta.
Tel.: 0823/326553; Fax: 0823/279358; e-mail: cdtce@bibciechi.it
Responsabile: Dott.ssa Anna Patrizia Farina
(Province di:Caserta, Avellino, Benevento, Salerno)

Catania
C/o Polo Tattile Multimediale
Via Etnea, 602
95128 – Catania
Tel.: 095/223067; Fax: 095/337052; e-mail: cdtct@bibciechi.it
Responsabile: Dott. Leonardo Sutera Sardo
(Province di:Catania, Messina, Siracusa, Enna)

Chieti
Via Brigata Maiella, 15
66100 – Chieti
Tel.: 0871/321574; Fax: 0871/322843; e-mail: cdtch@bibciechi.it
Responsabile: Dott.ssa Marisa Giangiulio Giangiulio
(Province di: Chieti, Pescara, Teramo, L’Aquila)

Firenze
Via A. Nicolodi, 2
50100 – Firenze
Tel.: 055/577777; Fax: 055/5529320; e-mail: cdtfi@bibciechi.it
Responsabile: Dott.ssa Elisabetta Franchi
(Province di: Firenze, Lucca, Pistoia, Arezzo, Prato, Pisa, Siena, Livorno, Massa Carrara)

*Foggia
Via Gorizia 48
71100 – Foggia
Tel.: 0881/707576; Fax: 0881/757995; e-mail: cctfoggia@prociechi.org
Responsabile: Dott.ssa Beatrice Ferrazzano
Consulente tiflologo: Dott. Michele Corcio
(Province di: Foggia, Potenza, Campobasso, Isernia)

Lecce
Piazzetta Peruzzi, 1
73100 – Lecce
Tel.: 0832/243773; Fax: 0832/252428; e-mail: cdtle@bibciechi.it
Responsabile: Dott. Rocco Spezzano
(Province di: Lecce, Brindisi, Taranto)

Napoli
Via S. Giuseppe dei Nudi, 80
80135 – Napoli
Tel.: 081/7142309; Fax: 081/643064; e-mail: cdtna@bibciechi.it
Responsabile: Dott.ssa Carmela Nevano
(Province di: Napoli)

*Padova
C/o Istituto Configliachi
Via Sette Martiri, 33
35100 – Padova
Tel.: 049/8726507; Fax: 049/8728806; e-mail: cctpadova@prociechi.org
Responsabile: Dott.ssa Federica Piz
(Province di: Padova, Venezia, Verona, Rovigo, Vicenza, Trento, Bolzano, Treviso)

*Palermo
C/o Istituto dei Ciechi O.R. Florio e Salamone
Via Angiò, 27
90146 – Palermo
Tel.: 091.8601105; Fax: 091.8601106; e-mail: cctpalermo@prociechi.it
Responsabile: Dott.ssa Maria Concetta Cusimano
(Province di: Palermo)

Pesaro
Via G. Vanzolini, 4
61121 – Pesaro
Tel. e fax: 0721/422184; e-mail: cctpu@bibciechi.it
Responsabile: Dott.ssa Nicoletta Grassi
(Province di: Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro e Urbino)

Reggio Calabria
Via Don Minzoni, 12
89100 – Reggio Calabria
Tel.: 0965/817907; Fax: 0965/311624; e-mail: cdtrc@bibciechi.it
Responsabile: Dott.ssa Lavinia Garufi
(Province di:Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia)

Roma
C/o Biblioteca Nazionale Centrale
Viale Castro Pretorio, 105
00185 – Roma
Tel.: 06/44701871; Fax: 06/44341264; e-mail: cdtrm@bibciechi.it
Responsabile: Dott. Domenico Bresciamorra
(Province di: Roma, Viterbo, Rieti, Latina, Frosinone, Grosseto)

*Rutigliano
C/o Centro provinciale educativo e riabilitativo per videolesi “Gino Messeni-Localzo”
Via San Francesco d’Assisi, 113/A
70018 – Rutigliano (BA)
Tel: 080.2147221; Fax: 080.2147223; e-mail: cctrutigliano@prociechi.it
Responsabile: dott.ssa Laura Iurlo
Referente: dott. Vincenzo Rotolo
(Province di: Bari, BAT, Matera)

Trieste
C/o Istituto Rittmeyer
Viale Miramare, 119
34136 – Trieste.
Tel. e Fax: 040/4528074; e-mail: cdtts@bibciechi.it
Responsabile: Dott.ssa Nadia De Devitis
(Province di: Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia, Belluno)

Istituti che si occupano della consulenza tiflodidattica nelle restanti province:

Istituto dei Ciechi di Milano
Via Vivaio, 7
20122 – Milano
Tel.: 02/772261; Fax: 02/76022158; e-mail: direzione@istciechimilano.it
Sito web: http://www.istciechimilano.it
Direttore: Prof. Giancarlo Abba
Staff tiflologico: Dr.ssa Paola Bonanomi (responsabile del servizio), Dr.ssa Tiziana Angiletta, Dr.ssa Alessandra Massari, Dr.ssa Stefania Merlini, Dr.ssa Laura Pazetti, Dr.ssa Anna Soldati, Dr.ssa Valeria Tranfa
(Province di: Milano, Lodi, Como, Cremona, Varese, Alessandria, Novara, Piacenza)

Centro per l’Integrazione Scolastica e la Piena Realizzazione dei Non Vedenti
Viale Piave, 46
25123 – Brescia
Tel.: 030/360764; Fax: 030/3367223
Sito web: http://www.centrononvedenti.it
(Province di: Brescia)

Istituto dei Ciechi “Florio e Salamone”
Via Angiò, 27
90142 – Palermo
Tel.: 091/540324; Fax: 091/540555
Sito web: http://www.istitutodeiciechiflorioesalamone.it
Responsabile: Dott. Santo Antifona
(Province di: Palermo)

Centro di risorse Educative e Scolastiche per Ciechi e ipovedenti (CRESCI)
C/o Unione Italiana dei Ciechi
Via Viotti, 6
13100 – Vercelli
Tel.: 0161/253539; Fax: 0161/257290; email: uicvc@uiciechi.it
Sito web: http://www.uicvercelli.it/cresci.htm
Coordinatore: dott. Luigi Cerruti
(Provincie di: Vercelli)

DISCOVERING TALENTS’ FAIR

ALLA SCOPERTA DEI TALENTI: I VINCITORI DELLA SECONDA EDIZIONE DEL PROGRAMMA PROMOSSO DA MICROSOFT E FONDAZIONE MONDO DIGITALE

Sul palco della sala conferenze di Microsoft Italia gli studenti vincitori dell’ultima edizione 2014 di Discovering Talents’ Fair si raccontano al mondo delle aziende con un pitch di cinque minuti. In platea Ikea, Avanade, Asus, Social Techno e Garoo per dare un contributo concreto al futuro dei giovani. È successo oggi a Peschiera Borromeo alle porte di Milano.

“Investire nei giovani è cruciale per la crescita del nostro Paese. Attraverso il programma YouthSpark, che ha già raggiunto più di 700mila ragazzi e ragazze in tutta Italia e con un partner di valore come Fondazione Mondo Digitale, in Microsoft intendiamo supportare i giovani affinchè possano cogliere tutte le potenzialità del digitale per costruire il proprio futuro professionale. Discovering Talents’ Fair ci ha permesso oggi di premiare dei veri talenti, e sono certo che la collaborazione con Fondazione Mondo Digitale continuerà a riservarci grandi soddisfazioni” – dichiara Carlo Purassanta, Amministratore Delegato di Microsoft Italia.

Il progetto, promosso da Fondazione Mondo Digitale e Microsoft nell’ambito del programma globale YouthSpark, si rivolge a 10mila giovani italiani tra i 16 e i 24 anni per fornire loro strumenti innovativi e competenze per entrare nel mondo del lavoro attraverso un processo di innovazione a tutto campo: dalla formazione esperienziale al project management, passando per l’autoimprenditorialità.

I vincitori oggi hanno avuto la possibilità di raccontare il proprio talento alle aziende durante la Discovering Talents Fair. Sono gli studenti di cinque scuole con idee imprenditoriali eccellenti: dalla Smart Class dell’Istituto Marconi di Catania che si autoalimenta energeticamente, alla Talents’ App del Liceo scientifico Marconi di Pesaro che riunisce i giovani talenti in uno spazio allo stesso tempo reale e virtuale. Ma il talento continua con The Voice of the Park dell’Istituto via Silvestri 301 di Roma in grado di dare le informazioni ai visitatori attraverso uno smartphone, l’associazione MILVA che offre lavoro agli ex alunni della scuola Ipsia Pacinotti di Pontedera (Pisa) ed il sistema intelligente di attraversamento pedonale Helpdegal costruito dai ragazzi dell’Istituto Fermi-Mattei di Isernia.

“Alcuni studiosi stimano che il 65 per cento dei bambini che entrano ora nella scuola primaria finiranno per fare un lavoro che non è stato ancora inventato. Con questo progetto affrontate la complessità e acquisite le competenze chiave per costruire il vostro futuro”, spiega ai giovani Alfonso Molina, professore di Strategie delle tecnologie all’Università di Edimburgo e direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale.

All’evento hanno partecipato anche Paola Andreozzi, responsabile CSR Microsoft Italia, Roberta Cocco, National Plan Director Western Europe Microsoft,  Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale e i referenti delle aziende: Valerio di Bussolo, corporate PR Manager IKEA Italia Retail srl, Gemma Fiorentino, Marketing & Communication Lead Avanade Italy, Manuela Lavezzari, Marketing Manager Asus, Davide Minelli, direttore SocialTechno impresa sociale srl, Alessandro De Grandi, CEO & Development Executive Garoo, Sara Cassina, PR Executive Garoo.

LE PAROLE DEI PARTNER:

“I progetti premiati a Meet no Neet testimoniano certamente la grande spinta creativa di questi ragazzi, ma l’aspetto più interessante è la capacità che hanno dimostrato nell’immaginare utilizzi innovativi e positivi della tecnologia, considerandola come strumento di collaborazione e condivisione, che può migliorare la qualità della vita di ogni individuo. Questa consapevolezza del grande potenziale sociale della tecnologia sarà a mio parere la chiave del successo di ogni innovazione futura” – ha dichiarato Davide Minelli, Direttore SocialTechno Impresa Sociale srl.

“Sono davvero molto contenta di prendere parte in qualità di giurata a questo evento, che ricalca pienamente sia i valori promossi da Avanade sia il nostro impegno nel supportare iniziative di questo tipo, volte a incentivare e avvicinare i giovani al mondo dell’informatica. Abbiamo visionato tutti i progetti candidati e sono rimasta sorpresa dalla qualità e dalle idee innovative presentate dai ragazzi: in particolare, quello che più mi ha colpito è Smart Class, perché mostra come la tecnologia possa apportare benefici tangibili, in questo caso all’interno di un’ aula scolastica, sia dal punto di vista didattico sia dell’ambiente fisico in cui gli studenti trascorrono molte ore al giorno. Smart Class si allinea perfettamente con il punto di vista di Avanade, che fa della passione per la tecnologia il proprio cavallo di battaglia!” – ha dichiarato Gemma Fiorentino, Marketing & Communication Lead Avanade Italy,

“La trasformazione digitale ha radicalmente cambiato lo scenario industriale e lavorativo definendo un nuovo paradigma che è in continua evoluzione, e che offre nuove professioni che si stanno sempre più delineando: si tratta di un’opportunità che i giovani italiani debbono cogliere per esprimere al meglio le proprie capacità e la grande creatività che è elemento distintivo della nostra cultura. Poiché la gestione dei progetti digitali non può essere affrontata con il classico approccio, quello che come ASUS vogliamo fare – anche con partner che condividono il nostro stesso obiettivo – è attribuire alla tecnologia il ruolo di aiuto e supporto per il miglioramento dei processi di formazione dei ragazzi e lo sviluppo del loro pieno potenziale. Questo progetto si inserisce perfettamente quindi nel più ampio programma di Education di ASUS che mira a un utilizzo della tecnologia a scopi didattici per stimolare i processi di studio, per identificare e sostenere talenti, per valorizzare e mettere a frutto  idee e capacità individuali, partendo dalla consapevolezza che quello che si rende necessario è un cambiamento in grado di declinare un’offerta formativa rispondente alle esigenze della società nuova e delle nuove generazioni” –  ha dichiarato Manuela Lavezzari – Marketing Manager di ASUS.

“Dall’osservatorio privilegiato di un grande retailer, qual è IKEA, abbiamo segni recentissimi che finalmente la propensione ai consumi sta cambiando marcia, tornando al segno positivo. Un indicatore di cauto ottimismo che interpreto come viatico per questa valida iniziativa dei nostri colleghi di Microsoft. Investire sui giovani, dare loro opportunità di visibilità e quindi di finanziamento penso siano tra le cose indispensabili per traghettare la nostra economia in una fase nuova” – ha spiegato Valerio di Bussolo, corporate PR Manager IKEA Italia Retail srl.

“E’ per noi motivo di orgoglio poter prendere parte a questa fantastica iniziativa, che offre ai giovani studenti italiani, l’opportunità di entrare in contatto con realtà così prestigiose come Microsoft. L’entusiasmo di questi ragazzi ci ricorda il nostro di poco tempo fa e comprendiamo bene, quanto sia necessario sostenere i loro progetti in ambito digitale, poiché sono la spinta giusta verso il mondo lavorativo di ognuno di loro.

Le idee, le emozioni e la costanza sono, secondo noi, tre degli ingredienti che dovranno guidare queste menti a mettersi in gioco e a credere nelle loro capacità attraverso eventi significativi come “Meet No Neet” – ha dichiarato Alessandro De Grandi, CEo di Garoo.

DIGITALIZZAZIONE: NO A DOPPIO LAVORO SU REGISTRO ELETTRONICO E CARTACEO

DIGITALIZZAZIONE, GILDA: NO A DOPPIO LAVORO SU REGISTRO ELETTRONICO E CARTACEO

“Fino a quando non sarà attuato il piano di dematerializzazione, l’adozione del registro elettronico non è obbligatoria. Invece da molte scuole ci giungono segnalazioni riguardanti dirigenti scolastici che pretendono il doppio uso cartaceo ed elettronico, sovraccaricando di lavoro i docenti già massacrati da scartoffie e incombenze burocratiche”. La denuncia arriva dalla Gilda degli Insegnanti che punta l’indice contro l’incapacità del Miur di predisporre in tutte le scuole le condizioni necessarie per attuare il registro elettronico.

“Per consentire l’utilizzo di questo nuovo strumento – spiega la Gilda – occorre prima di tutto che ogni istituto scolastico sia coperto da una rete internet wifi sempre in funzione. Poi è fondamentale che agli insegnanti siano forniti i dispostivi informatici, perchè è inconcepibile che i docenti debbano mettere a disposizione i loro computer personali. Inoltre – prosegue il sindacato – serve un software open source, così da evitare il pagamento delle licenze. Per fare tutto ciò servono risorse economiche. Laddove non sussistono queste condizioni, e quindi nelle scuole in cui il registro elettronico non funziona bene – conclude la Gilda – è giusto che gli insegnanti si rifiutino di svolgere il doppio lavoro, compilando sia la versione cartacea che quella digitale”.

Diplomati ITS

Diplomati Its: l’82% è soddisfatto dell’esperienza compiuta, il 55% ha trovato lavoro

L’opinione di giovani, Fondazioni e imprenditori sull’esito occupazionale post-Its secondo i dati dell’Osservatorio sulla costituzione di poli tecnico-professionali di Cnos-Fap e Censis

Roma, 5 febbraio 2015 – Gli Its (Istituti tecnici superiori) sono storia recente, ma in rapida evoluzione. Sono aumentati dagli iniziali 59 nel 2010-2011 ai 74 attivi oggi. Sono composti da istituzioni educative e rappresentanti della ricerca e del mondo accademico e produttivo, e vogliono accrescere la loro reputazione tra i giovani e nel mondo delle imprese. La ricerca realizzata da Cnos-Fap con il Censis ha coinvolto 41 Fondazioni (che nel primo biennio di attività hanno erogato 52 percorsi formativi) e 518 diplomati. Questi ultimi hanno scelto gli Its non per far crescere la loro cultura personale, ma per trovare un’occupazione (lo afferma il 29,6%). Per raggiungere questo obiettivo, il 22,8% è stato disposto a spostarsi di provincia e il 7,7% anche di regione. Non è una migrazione dal Sud al Nord, ma una decisione basata sul genere di corso che si intende seguire. Gli ex studenti degli Its hanno spesso un diploma e un’età tra 21 e 22 anni (34,6%), il 21,8% ha superato i 25 anni, e per il 76,1% sono maschi, segno che le vocazioni lavorative tecniche sono ancora poco diffuse tra le ragazze, a meno che non siano legate alla moda, al turismo o ai servizi. I diplomati valutano che il corso ha risposto del tutto (24,4%) o abbastanza (68,9%) alle loro aspettative. E sono molto (28,4%) o abbastanza (54%) soddisfatti dell’esperienza compiuta.
Gli occupati al momento della rilevazione erano il 54,8%. Per il 72% di loro quello post-Its è il primo lavoro. Prevalgono il contratto a tempo determinato (32,6%) e il contratto di apprendistato (29,8%). Solo il 17,6% lavora in un settore diverso da quello del corso Its frequentato, mentre il 49% lavora in un’azienda che fa parte della rete di relazioni della Fondazione Its e spesso (43,3%) lavorano nella stessa azienda in cui è stato effettuato lo stage. Tutti questi aspetti fanno sì che i giovani si dicano molto (53,7%) o abbastanza (34,5%) soddisfatti del proprio lavoro.
Su questi risultati le Fondazioni Its esprimono un senso critico costruttivo. È evidenziata l’insoddisfazione per la precarietà di parte dell’occupazione, ma anche la soddisfazione per la percentuale complessiva degli occupati, soprattutto considerando che si tratta di una nuova esperienza poco conosciuta dal tessuto produttivo, anche se si percepisce un interesse crescente. È intenzione quasi unanime delle Fondazioni (95,1%) rafforzare le attività finalizzate al collocamento dei propri diplomati: ampliare e includere le realtà imprenditoriali del territorio, allargare il numero dei partner, implementare o mettere a regime un sistema di orientamento e placement ex post autogestito (in collaborazione con agenzie di collocamento private) o in accordo con i servizi pubblici per l’impiego. Per questo sono pronte a investire in impegno, strategie di comunicazione e marketing, relazioni, ma aspirerebbero a un maggiore sostegno da parte del Miur e delle Regioni.
Il quadro che emerge dalla ricerca è completato dall’opinione di alcuni datori di lavoro che hanno avuto contatto con i ragazzi appartenenti a cinque settori diversi (meccatronica, moda, agroalimentare, turismo, Ict). Per tutti l’esperienza è stata positiva e considerano due gli aspetti di eccellenza: l’efficacia della formazione teorica integrata con quella pratica e la scelta utilitaristica dei ragazzi che, essendo determinati nel seguire un percorso per trovare lavoro, sono decisamente motivati.
«Abbiamo presentato circa un anno fa il primo rapporto per comprendere come la nuova offerta formativa degli Its fosse adeguata e accolta da giovani e imprese. Quest’anno, invece, l’Osservatorio del Cnos-Fap e del Censis si è concentrato sugli esiti occupazionali», ha detto Mario Tonini di Cnos-Fap. «Con questa ricerca abbiamo voluto comprendere la qualità del lavoro e le dinamiche che lo hanno reso possibile, per meglio indirizzare i nostri sforzi di formatori e il rapporto con il mondo dell’impresa», ha concluso Tonini.
«Questa seconda indagine non ha fini statistici, ma ha l’obiettivo di appurare lo stato di soddisfazione dei ragazzi, delle Fondazioni e degli imprenditori», ha detto Claudia Donati del Censis, curatrice della ricerca. «L’indagine è stata realizzata nel 2014 e si è focalizzata sugli esiti occupazionali dei primi diplomati Its, quelli dei percorsi attivati nel periodo 2010-2011. Tutti ‒ Fondazioni, diplomati e datori di lavoro che hanno assunto i diplomati Its ‒ si sono espressi in termini molto positivi e costruttivi sia sulle dinamiche dalla formazione, sia sugli esiti occupazionali».
«Occorre lavorare ancora su alcune criticità, come la disomogeneità nell’attivazione dei percorsi e la necessaria stabilizzazione di questa offerta formativa», ha detto Mario Tonini di Cnos-Fap. «Sono problemi comprensibili quando si è agli inizi. Migliorare questo percorso alternativo è fondamentale, come dimostrano anche le realtà di altri Paesi europei che hanno attivato formule analoghe di alta specializzazione non accademica con ottime ricadute occupazionali. E come ci chiedono gli stessi allievi, che considerano questa esperienza un successo. Vorrei poi puntare l’attenzione sul nostro ordinamento giuridico, che è ancora troppo strutturato sull’istruzione e favorisce l’ingresso agli Its di chi ha conseguito un diploma, mentre resta molto più difficile per chi proviene dalla filiera della formazione professionale. Occorre rimuovere il vincolo per cui oggi gli allievi degli Iefp hanno l’obbligo di un quinto anno integrativo. Anche un recente documento delle Regioni sembra andare in questa direzione, quindi ci si augura di continuare a muoversi verso questo obiettivo», ha concluso Tonini.

Questi sono i principali risultati dell’Osservatorio sugli Its e sulla costituzione di poli tecnico-professionali creato da Cnos-Fap e Censis, presentati oggi a Roma da Claudia Donati del Censis e Mario Tonini di Cnos-Fap, e discussi da Giuseppe De Rita, Presidente del Censis, Fabrizio Proietti (Miur), Riccardo Rosi (Unione Industriali di Torino) e Pietro Antonio Varesi (Isfol).

Giannini, il 10 febbraio Giorno del ricordo delle foibe in tutte le scuole

da La Stampa

Giannini, il 10 febbraio Giorno del ricordo delle foibe in tutte le scuole

per diffondere la conoscenza dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di italiani, abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, a lasciare le loro case
roma

Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ha firmato una circolare con la quale invita tutte le scuole italiane, «di ogni ordine e grado», a organizzare iniziative per ricordare la tragedia delle foibe in occasione del “Giorno del Ricordo”, ovvero il 10 febbraio.

«In occasione di questa giornata – ha scritto Giannini – le scuole di ogni ordine e grado sono invitate, nella piena autonomia organizzativa e didattica, a prevedere iniziative volte a diffondere la conoscenza dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di italiani, abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, a lasciare le loro case, spezzando secoli di storia e di tradizioni».

«Tali iniziative saranno inoltre utili – ha continuato la Giannini – per valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate – in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi allo sviluppo sociale e culturale del teritorio della costa nord-orientale adriatica – e a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel tenitorio nazionale e all’estero. Si invitano pertanto le SS.LL., anche mediante la collaborazione con le Associazioni degli esuli, le quali potranno fomire un importante contributo di analisi e di studio, a sensibilizzare le giovani generazioni su questi tragici fatti storici, al fine di ricordare le vittime e riflettere sui valori fondanti la nostra Costituzione».

Fondi dell’8 per mille per le scuole, oltre mille Comuni in corsa

da Il Sole 24 Ore

Fondi dell’8 per mille per le scuole, oltre mille Comuni in corsa

di Massimo Frontera

Richieste record per i fondi da destinare a interventi di edilizia scolastica. I criteri per l’assegnazione delle risorse

Ormai è un riflesso condizionato: non appena si apre un’opportunità di finanziamento per le scuole si scatena la ressa. L’ultima occasione è quella dei fondi dell’8 per mille, da quest’anno resi accessibili anche all’edilizia scolastica. La scadenza per le candidature è stata fissata al 15 dicembre scorso.
La risposta degli enti locali è stata travolgente: oltre mille richieste hanno intasato l’apposita casella di posta elettronica (ufcam.dica@pec.governo.it). Un numero elevatissimo, che però potrebbe parzialmente ridursi per l’eliminazione di eventuali invii doppi da parte di qualche ente.

Le richieste
Ma, in ogni caso, è certo che le richieste superano di gran lunga i fondi disponibili. «Ci sono circa 36 milioni a disposizione quest’anno e sono arrivate oltre mille richieste di Comuni», riferiscono fonti dell’unità di missione sull’edilizia scolastica di Palazzo Chigi, guidata da Laura Galimberti. La struttura ha il compito di stilare la graduatoria “tecnica” delle richieste da consegnare a palazzo Chigi entro il 30 aprile prossimo. La graduatoria definitiva sarà quella che uscirà dal Consiglio dei ministri, approvata con decreto.
È importante ricordare che i 36 milioni disponibili non sono tutti per le scuole ma vanno ripartiti tra tutti i cinque tipi di intervento ammessi a beneficiare dei fondi dell’8 per mille. Oltre ai progetti per le scuole, sono finanziabili anche le iniziative contro la fame nel mondo, gli interventi contro le calamità naturali, le azioni per l’assistenza ai rifugiati e la tutela dei beni culturali. Le richieste per le scuole hanno superato di gran lunga tutte le altre misure, riferiscono sempre fonti della struttura di missione di Palazzo Chigi.
A fare da guida nell’assegnazione delle risorse è il decreto recentemente diffuso da Palazzo Chigi, che indica – per ciascun ambito di intervento – i criteri di valutazione delle iniziative. Per quanto riguarda le scuole, sono previsti i seguenti elementi di valutazione (con i relativi pesi percentuali): pericolo da presenza di amianto (max 20%); sicurezza statica e antisismica, con eventuale inagibilità totale o parziale (max 20%); messa in sicurezza di solai e controsoffitti (max 15%); rimozione di barriere architettoniche (max 10%); efficientamento energetico (max 10%); localizzazione in aree a rischio sismico (max 10%); qualità tecnica dell’intervento e cofinanziamento pubblico o privato (max 15%).

Formazione professionale continua, Bruxelles lancia i primi bandi di Erasmus+

da Il Sole 24 Ore

Formazione professionale continua, Bruxelles lancia i primi bandi di Erasmus+

di Adele Cerizza

La Commissione europea ha lanciato un invito a presentare progetti rivolto alle autorità nazionali responsabili delle politiche in materia di istruzione e formazione professionale continua (della quale in Italia sono competenti quasi esclusivamente le Regioni) di ogni Paese partecipante al programma Erasmus+.
Obiettivo del bando è sostenere lo sviluppo di politiche pubbliche volte a coordinare l’offerta di istruzione e formazione professionale (Ifp) continua di qualità elevata, rilevante e accessibile e assicurare un aumento significativo nell’adozione di ulteriori opportunità di formazione, nell’ambito di strategie globali relative alle competenze nazionali, regionali o locali. L’invito incoraggia la cooperazione tra le autorità nazionali e tutte le parti coinvolte nell’Ifp continua, compresi lo sviluppo delle competenze dei lavoratori e il loro riorientamento (per esempio, la formazione fornita dai servizi pubblici per l’occupazione).
Il budget disponibile è pari a 4.200.000 euro, l’importo di ogni sovvenzione è compreso tra 150mila e 300mila euro, con una percentuale massima di cofinanziamento del 75 % delle spese ammissibili. Le domande devono essere inviate entro il 30 aprile 2015.
Le regole
Il coinvolgimento diretto delle autorità nazionali competenti (ministro o equivalente) ha lo scopo di assicurare che i progetti possano effettivamente contribuire a migliorare la comprensione dell’offerta formativa dell’Ipf continua e delle politiche adottate.
I progetti devono dimostrare in che modo le autorità competenti possono utilizzare il loro ruolo di guida nella definizione delle priorità strategiche delle politiche nazionali, regionali o locali e di quelle correlate, per creare le basi di una riforma sistemica. Ogni progetto farà tesoro delle prassi in uso presso uno o più Paesi partecipanti al programma Erasmus+, beneficiando in tal modo del trasferimento di conoscenze ed esperienze.
Il coinvolgimento attivo delle parti interessate a livello nazionale, regionale o locale, come le parti sociali (organizzazioni di datori di lavoro e lavoratori), gli istituti Ifp, le singole aziende e le organizzazioni intermediarie, costituirà un elemento importante della qualità della proposta.
Le candidature
Le richieste di sovvenzionamento devono essere presentate come minimo da due soggetti di almeno due diversi Paesi partecipanti al programma.
Il richiedente ammissibile (coordinatore) deve essere un’autorità nazionale o un’organizzazione da questa designata responsabile dell’Ifp; inoltre deve essere situato in un Paese partecipante al programma. I richiedenti ammissibili possono essere ministeri e altri soggetti interessati, quali parti sociali, imprese, camere di commercio, erogatori pubblici o privati di Ifp, centri di ricerca e altro.
Se il richiedente (coordinatore) è un’organizzazione designata da un’autorità nazionale, questa deve essere menzionata nella domanda, come co-richiedente (partner a pieno titolo) o partner associato che prende parte all’attuazione senza partecipare alle spese.
Le sovvenzioni sosterranno gli sforzi delle autorità nazionali volti a pianificare o ad attuare un intervento strategico nell’Ifp continua al fine di garantire la coerenza e l’importanza dell’offerta e di aumentare in modo significativo la partecipazione degli adulti all’apprendimento.
Tali attività devono coinvolgere le parti interessate a livello nazionale, regionale o locale pertinente oltre che beneficiare della consulenza e dell’esperienza di pari appartenenti a uno o più Paesi partecipanti al programma Erasmus+, confrontati a sfide simili o che dispongono di politiche e di disposizioni efficaci.
Attività ammissibili
Sono ammissibili diversi tipi di attività:
•Studi di fattibilità, revisioni di regolamenti nazionali/regionali/locali sull’Ifp continua, analisi costi/benefici;
•piani d’azione dettagliati per elaborazione e attuazione di un quadro strategico coerente per l’Ifp continua;
•organizzazione di forum di imprese nazionali/regionali/locali per incentivare i datori di lavoro a investire nell’Ifp continua;
•campagne di sensibilizzazione, azioni di valorizzazione e divulgazione; attività a supporto della sostenibilità del progetto;
•scambio di buone prassi e/o di prassi innovative tra i paesi, ad esempio attraverso visite di studio mirate;
•attività di ricerca;
•lavoro preparatorio per progettare interventi efficaci nell’ambito dell’Ifp continua attraverso l’utilizzo del Fondo sociale europeo o di altri fondi pertinenti;
•comunità di pratiche.
Le linee guida per la presentazione delle domande e il relativo modulo sono reperibili all’indirizzo Internet: http://eacea.ec.europa.eu/erasmus-plus_en

La salute del docente? Affari suoi

da La Tecnica della Scuola

La salute del docente? Affari suoi

di Vittorio Lodolo D’Oria

Poniamoci innanzitutto la domanda e poi vediamo di riflettere alla luce dei fatti: la salute dei docenti importa a qualcuno? Ai posteri l’ardua sentenza, recita il detto, ma noi non abbiamo bisogno di attendere oltre per conoscere la risposta.

Nel 2004 viene varata la raccomandazione europea in materia di tutela della salute sui posti di lavoro. L’Italia la recepisce 4 anni dopo, nel 2008, col nuovo Testo Unico, ovverosia il D.L. 81/08. All’art. 28 tratta delle helping profession (professioni di aiuto a elevata usura psicofisica, come quella docente) precisando che il datore di lavoro ha l’obbligo di verificare il livello di Stress Lavoro Correlato (SLC) nell’ambiente di lavoro e di attuarne la prevenzione. Nel medesimo ambito, viene inoltre opportunamente specificato che il contrasto allo SLC deve tenere conto di due variabili fondamentali quali genere ed età. Il decreto resterà tuttavia lettera morta fino al 31.12.10, dopodiché si farà finta di applicarlo perché il legislatore si è dimenticato (volutamente?) di mettere a disposizione le necessarie risorse per applicarlo.

Resta così l’obbligo normativo per i dirigenti scolastici che procedono in ordine sparso: chi fa finta di niente (la maggior parte) evadendo l’obbligo; chi affida la prevenzione dello SLC al responsabile per la sicurezza (solitamente l’ingegnere che si occupa della sicurezza dell’edificio e dell’antincendio); chi scarica dal web e somministra ai propri docenti il questionario ISPESL senza curarsi della aspecificità dello stesso (due domande sono: Come ti trovi con l’uso del muletto? E ancora: Ti risultano pesanti le turnazioni notturne?). Inutile dire che i questionari, ove somministrati, hanno permesso di concludere che il personale docente gode di ottima salute e non necessita alcun intervento per contrastare lo SLC.

Le statistiche di altri Paesi (es. Francia e Inghilterra) ci dicono l’esatto contrario: la professione docente è quella a più alto rischio suicidario. In Italia non sembra invece neanche necessario raccogliere dei dati nazionali per disporre di analoghe statistiche. Ne consegue che si può mettere mano alle riforme previdenziali, senza effettuare alcun preventivo check-up alla salute della categoria. Si può perfino impedire di andare in pensione a chi ne ha diritto (Quota 96).

Eppure i pochi studi italiani a disposizione parlano chiaro: le inidoneità all’insegnamento sono dovute a diagnosi psichiatriche nell’80% dei casi (5 volte tanto rispetto alle diagnosi di laringiti croniche che vengono riconosciute come causa di servizio), mentre le diagnosi psichiatriche poste in Collegio Medico di Verifica sono passate nell’arco di venti anni dal 30% all’80%.

Se poi consideriamo che il D.L. 81/08 esige particolare attenzione per le due variabili quali genere ed età, basti pensare che le donne nella scuola rappresentano l’82% dell’intero corpo docente e l’età media di quest’ultimo è di circa 50 anni. In altre parole dovrebbero essere particolarmente oggetto di prevenzione le donne (il loro rischio depressivo è 2,5 volte superiore a quello dell’uomo) ed in particolare quelle in fase perimenopausale (in menopausa la donna vede quintuplicare il suo stesso rischio depressivo). Vi sarebbe poi da parlare anche del rischio oncologico che vede particolarmente esposti gli insegnanti, ma tutto ciò continua a non interessare ad alcuno.

Chi controlla dunque l’operato dei dirigenti scolastici in termine della prevenzione dello SLC? Nessuno, anche perché non si saprebbe come farlo, né da dove partire. La minaccia del carcere ipotizzata per gli inadempienti resta pertanto lettera morta. Liberi tutti.

Ci si accorge tuttavia dell’aumento delle assenze per malattia dei docenti, tanto per alimentare il sempreverde stereotipo dell’insegnate fannullone. Dopo una estemporanea flessione del dato, grazie all’effetto della legge Brunetta, i docenti hanno ricominciato a marcare visita in maniera crescente nonostante le penalizzazioni economiche introdotte. A nessuno viene però in mente di andare a vedere le diagnosi di malattia, tanto per evitare di scoprire verità scomode.

Invece di occuparci della salute degli insegnanti, si pensa a far rivivere la rivoluzione culturale cinese proponendo di introdurre la valutazione dei docenti da parte dei ragazzi, in barba alla riconosciuta asimmetria che caratterizza il rapporto precettore-discente. Ma i ragazzi, al massimo, possono esprimere un gradimento, non certo una valutazione.

La professione dell’insegnante ha una peculiarità unica rispetto a tutte le altre: “la tipologia del rapporto con l’utenza”. Mi spiego meglio. Non esiste altra professione in cui il rapporto con l’utenza, e per giunta la stessa utenza, avvenga in maniera così insistitamente reiterata: tutti i giorni, più ore al giorno, 5 giorni alla settimana, 9 mesi all’anno, per cicli di 3/5 anni. In altre parole è come se il docente si sottoponesse quotidianamente a una Risonanza Magnetica Nucleare operata da tante paia di occhi quanti sono i suoi stessi studenti: un solo capello fuori posto e i ragazzi lo mettono in croce.

Posto che “la relazione usura quando non gratifica”, ci attendiamo delle conseguenze più esasperate in una relazione che dura tutta la vita, ad esempio quella famigliare. La cronaca nera ci conferma infatti che sono abbastanza frequenti gli episodi di violenza in famiglia che si concludono con un decesso. Le statistiche inoltre affermano che la possibilità di essere ammazzati, da un estraneo, è infinitamente più bassa rispetto a quella che il delitto a nostro discapito venga commesso da un conoscente. Tuttavia colpisce oltremodo il fatto che, ad oggi, non siamo venuti a conoscenza di un singolo episodio in cui un docente ha ucciso un proprio alunno, mentre è capitato più di una volta il contrario.
Potremmo imputare la cosa al fatto che la relazione a scuola è meno esasperata che in famiglia, che l’82% dei docenti è donna e dunque assai meno frequente il ricorso alla violenza in virtù del genere femminile.
Resta il fatto che l’usura psichica da relazione cerca uno sfogo e, se questo non è rappresentato dalla etero-aggressività, trova spazio nell’auto-aggressività o in un atteggiamento inizialmente ansioso che può sfociare, infine, nella depressione. Forse questo è il meccanismo che sta alla base dei dati francesi e inglesi di cui dicevamo. Molto probabilmente sono simili i dati italiani che colpevolmente ci ostiniamo a non raccogliere.

Della salute dei docenti non importa nulla a nessuno e talvolta neanche a loro stessi, magari semplicemente perché non sono a conoscenza dei rischi professionali che corre il loro benessere. Il loro punto di forza è però quello di essere in tanti, pertanto con l’obiettivo di renderli edotti sulle loro malattie professionali, su come affrontarle, prevenirle e soprattutto per fare massa critica, è stata aperta la pagina Facebook col seguente indirizzo: www.facebook.com/vittoriolodolo. Spargere la voce tra colleghi, confrontarsi e condividere le esperienze costituisce l’inizio di un cammino verso un giusto riconoscimento per la categoria professionale.

 

Vittorio Lodolo D’Oria

Valutare i docenti? Sì, ma come?

da La Tecnica della Scuola

Valutare i docenti? Sì, ma come?

             

Il nostro nuovo sondaggio questa volta si basa su un principio chiave insito nella proposta della “Buona scuola”: la valutazione dei docenti per riconoscere loro un premio stipendiale. A parere dei nostri lettori, data per certa da parte del Miur la scelta della loro valutazione, come sarebbe opportuno valutare?

Fra gli obiettivi della “Buona scuola” è previsto anche la costituzione del “Nucleo di valutazione” (interno ad ogni scuola e a cui parteciperà anche un membro esterno) che vaglierà il portfolio del docente. Il Portfolio sarà arricchito dai crediti riconosciuti durante la sua carriera e dal curriculum personale, i quali poi saranno inseriti in un registro pubblico, consultabile dai dirigenti scolastici, che a certe condizioni e nel rispetto della continuità didattica, possono scegliere le migliori professionalità per potenziare la propria scuola.

Tutti i crediti didattici, formativi e professionali dunque faranno parte del portfolio del docente, che sarà in formato elettronico, certificato e pubblico.

Questo per sommi capi ciò che la proposta della “Buona scuola” del Governo intende fare per incentivare i prof a migliorarsi per migliorare l’istruzione, partendo da un principio secondo il quale ci sarebbe da parte della maggioranza dei professori una forte domanda di valutazione, anche perché tantissimi insegnanti, che danno l’anima per i propri alunni, masticano amaro di fronte a chi magari fannulloneggia, svolge il programma con superficialità, non si aggiorna neanche leggendo un libro, si assenta spesso, bivacca nei corridoi invece di fare lezione: di questi tipi ne conosciamo taluni e un po’ tutti ci siamo incappati. Tuttavia le qualità di un insegnante sono misurabili?

Secondo molti esperti, basandosi pure su esperienze estere, sarebbe necessario farlo perché porterebbe  benefici, sia per i docenti e sia per le scuole.

Fermo restando che un professionista serio e che ama davvero il proprio mestiere è più  stimolato dal lavoro ben fatto che dalla retribuzione che percepisce, la domanda rimane sempre la seguente: è possibile valutare un docente e se sì, come valutarlo?

Per troppi esperti, come il giuslavorista Andrea Ichino, è certamente doveroso valutare, visto che è evidente per tutti l’eterogeneità di capacità, competenze e qualità del loro lavoro. Dunque si deve introdurre una valutazione che produca effetti tangibili. E questo per evitare lo scoraggiamento di quegli insegnanti che ogni giorno tengono ancora in piedi la scuola e poi anche per mandare il segnale alle nuove leve, e in modo particolare ai migliori laureati, che l’insegnamento può dare grandi soddisfazioni sia in termini di carriera, come nel privato, e sia in termini di riconoscimento economico in funzione dell’impegno.

Chiediamo dunque ai nostri lettori, visto che ormai la strada sembra tracciata dal Miur, con quali modalità è più giusto giudicare il lavoro dei prof?

Ma prima di dare la parola ai lettori della Tecnica, vorremmo pure aggiungere: considerato che il lavoro affidato ai docenti consiste nella funzione, oltre che “insegnante”, anche in quella “giudicante”, è eticamente opportuno essere a loro volta giudicati? E da chi? Dagli alunni? Dal dirigente scolastico? Da un ispettore che si affaccia e subito dopo scompare? O da tutte queste componenti messe insieme?

Calcolo delle assenze degli studenti

da La Tecnica della Scuola

Calcolo delle assenze degli studenti

Sul calcolo delle assenze degli studenti esiste una copiosa documentazione riguardante regolamenti utilizzati nelle singole scuole.

Prima dello scrutinio sarà compito del coordinatore di classe, rilevare l’effettivo monte ore delle lezioni fornite alla classe nell’anno scolastico; rilevare la situazione delle assenze di ciascun alunno frequentante, avvalendosi del prospetto assenze presente nel registro di classe (riportante le assenze giornaliere e i ritardi del singolo alunno) e aggiungendo a queste le eventuali uscite anticipate dell’alunno.

Il mancato conseguimento del limite minimo di frequenza del 75% del monte ore, comprensivo delle deroghe riconosciute, comporta l’esclusione dallo scrutinio finale e la non ammissione alla classe successiva o all’esame finale.

Non sono computate, in genere, come ore di assenza:

1) La partecipazione ad attività organizzate dalla scuola (campionati studenteschi, progetti didattici inseriti nel POF, attività di orientamento, ecc.);

2) La partecipazione a stage e percorsi di alternanza scuola/lavoro;

3) La partecipazione ad esami di certificazione esterna o a concorsi per l’accesso all’Università o altri percorsi post diploma;

4) Donazioni di sangue;

5) Partecipazione ad attività sportive e agonistiche organizzate da federazioni riconosciute dal Coni;

6) Assenze per cause di forza maggiore (calamità naturali, neve, disservizi nei trasporti, inagibilità dei locali scolastici, ecc.);

7) Le ore dedicate ad assemblea di istituto e quelle per viaggi di istruzione;

8) Adesione a confessioni religiose per le quali esistono specifiche intese che considerano il sabato Come giorno di riposo (cfr. legge n. 516/1988, che recepisce l’intesa con la Chiesa Cristiana avventista del Settimo Giorno, Legge n. 101/1989 sulla regolazione dei rapporti tra lo Stato e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sulla base dell’Intesa stipulata il 27 febbraio 1987.

Emissioni NoiPA del mese di febbraio 2015

da La Tecnica della Scuola

Emissioni NoiPA del mese di febbraio 2015

L.L. 

Per il 12 e 19 febbraio sono previste due emissioni pagamenti urgenti, per il 16 febbraio un’emissione speciale per consentire il pagamento delle retribuzioni arretrate al personale supplente breve e saltuario della scuola

Il Mef, con due note del 3 febbraio, ha comunicato le date in cui saranno effettuate le emissioni nel mese di febbraio 2015.

Con informativa n. 13 il Ministero informa che per consentire il pagamento delle retribuzioni arretrate al personale supplente breve e saltuario della scuola ha programmato un’emissione speciale per la giornata di lunedì 16 febbraio. Pertanto, tutti gli elenchi che entro le ore 17.00 del suddetto giorno avranno completato l’iter autorizzativo, saranno oggetto di emissione speciale.

Con informativa n. 14, invece, il Mef comunica per il mese di febbraio sono previste due emissioni di pagamenti urgenti, nelle seguenti date:

  • giovedì 12 febbraio 2015;
  • giovedì19 febbraio 2015.

È quindi necessario che i lotti di segnalazione con tipo conguaglio “conguaglio a cedolino urgente”, siano  revisionati  entro le ore 18.00 di giovedì 12 e giovedì 19 febbraio 2015.