Un convegno a Ostuni sui diritti delle persone con disabilità

da Superando

Un convegno a Ostuni sui diritti delle persone con disabilità

A organizzarlo per il 2 marzo prossimo, nella “Città Bianca” in provincia di Brindisi, è stato l’Ambito Territoriale Sociale 2BR (Comuni di Cisternino, Fasano e Ostuni), e insieme a rappresentanti del mondo politico e delle Istituzioni, vi parteciperanno anche Vincenzo Falabella e Salvatore Nocera, rispettivamente presidente nazionale e tecnico della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e Giampiero Griffo di DPI (Disabled Peoples’ International)

È promosso dall’Ambito Territoriale Sociale BR2 della Provincia di Brindisi (Comuni di Cisternino, Fasano e Ostuni), l’interessante incontro in programma per lunedì 2 marzo a Ostuni (Auditorium della Biblioteca Comunale Semerano, Via francesco Rodio, 1, ore 16), sul tema I diritti delle persone con disabilità nel nostro territorio: quale futuro?

Il convegno sarà introdotto da Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e moderato da Francesco Pecere, presidente dell’Unitalsi di Ostuni.
Vi parteciperanno l’europarlamentare Raffaele Fitto, l’assessore della Regione Puglia alle Politiche di Benessere Sociale e Pari Opportunità Donato Pentassuglia, la dirigente della Programmazione Sociale Regionale Anna Maria Candela, il membro dell’Esecutivo Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International) Giampiero Griffo e il tecnico della FISH per l’Inclusione Scolastica Salvatore Nocera.

A proposito di Anna Maria Candela, che sarà tra i relatori di Ostuni, ne segnaliamo – sul nostro giornale – una recente intervista centrata sui Progetti Qualify-Care Puglia e sul Bando PR.A.A.L. (Progetti di Ambient Assisted Living). (S.B.)

Turismo accessibile: monumenti “stampati” in 3D per non vedenti

Turismo accessibile: monumenti “stampati” in 3D per non vedenti

“Toccare con mano” il Colosseo o la skyline di New York e avere tra le proprie dita un capitello barocco. Il progetto, esposto dal 5 al 7 marzo in Fieramilanocity obiettivo, mira a promuovere destinazioni turistiche modellando e stampando monumenti storico-artistici o reperti museali per i disabili visivi

Roma – “Toccare con mano” il Colosseo o la skyline di New York, avere tra le proprie dita la facciata di una piramide o un capitello barocco e, al tempo stesso, tornare indietro nel tempo assaporando e rivivendo sapori, odori, suoni, associati a quel monumento o territorio. Nasce l’era del turismo accessibile a tutti e l’arte diventa reale anche per le persone con disabilita’ visive. Il progetto, ideato da “Città tra le mani’ con il supporto di Fablab Lecce verra’ esposto dal 5 al 7 marzo in Fieramilanocity nel corso di 3DPrint hub, l’evento organizzato da Senaf che nasce per “far incontrare e mettere in relazione la stampa 3D e il mondo produttivo”.

Turismo piu’ accessibile per i non vedenti “tramite le nuove tecnologie di modellazione e stampa 3D”, spiega una nota, con la quale “vengono realizzati monumenti e opere artistiche accessibili anche a ciechi e ipovedenti, che grazie anche ad un percorso multisensoriale avranno la possibilita’ di entrare nel vivo dell’opera d’arte”. Lo scopo quindi, e’ di “abbattere qualsiasi forma di barriera sia essa architettonica, sensoriale, culturale o sociale, per permettere al turista di diventare il vero protagonista di un viaggio alla scoperta dell’arte”.

Claudia Melissa Barbarito, co-fondatore della societa’, spiega che “‘Citta’ tra le mani’ consiste proprio in questo: nel rilievo e nella modellazione di monumenti realizzati con la stampa 3D per far vivere esperienze multisensoriali a chi capitelli, portoni, archi e colonne non li puo’ vedere con gli occhi”. L’obiettivo, “e’ quello di promuovere destinazioni turistiche modellando e stampando in 3D monumenti storico-artistici o reperti museali da installare all’interno di mostre esperienziali e sensoriali accessibili a non vedenti e ipovedenti”. Un’opportunita’ “non solo per musei, mostre e gallerie, ma anche per qualsiasi comune, localita’ turistica o archeologica che voglia puntare sull’accessibilita’ ad un cieco o ad un ipovedente in chiave esperienziale, attraverso una vera e propria pianificazione delle attivita'”, continua Barbarito.

Il progetto, che e’ gia’ una realta’ nel museo del Teatro romano di Lecce, trovera’ ampio spazio nel corso di 3DPrint hub. All’interno dell’area espositiva, infatti, i visitatori “avranno l’opportunita’ di osservare da vicino l’iniziativa ‘Citta’ tra le mani’ che, oltre ad esporre i numerosi monumenti gia’ stampati, spieghera’ con applicazioni pratiche ed una vera e propria dimostrazione tutte la fasi di realizzazione della miniatura in 3D e di progettazione del percorso multisensoriale all’interno del quale inserire la miniatura: dal rilievo, alla stampa del monumento, fino all’esperienza vera e propria”. Quindi, spiega Claudia Melissa Barbarito, “oltre all’esperienza tattile che si avra’ avendo tra le mani il monumento stampato in 3D, i turisti vivranno in prima persona la storia e i luoghi di un tempo, ascoltando musiche e suoni. Dai rumori di una piazza a quelli di un bosco. Un viaggio nel tempo che si completera’ anche grazie all’esperienza gustativa e olfattiva con assaggi di olio, vino, frutti o di prodotti tipici associati al territorio o al monumento”.
Si tratta di “esempi concreti di come potranno evolversi i musei del futuro che diventeranno anche tattili e sensoriali, andando ad eliminare le barriere oggi esistenti, per poter raccontare l’arte concretamente a tutti, nessuno escluso. Le persone con disabilita’ visive avranno, in questo modo, un collegamento diretto con la realta’, una dimensione piu’ reale di quello che hanno immaginato. L’immaginazione prende forma e diventa tangibile creando emozioni”.

Infatti, “la nostra idea, e’ quella di non offrire solamente il monumento o il reperto storico con le sue reali proporzioni, curve e bombature, da toccare e prendere tra le mani, ma di crearci attorno, anche grazie anche ai continui confronti con l’Unione italiana ciechi, la storia che lo accompagna, lo caratterizza e che lo rende unico per poter trasmettere al meglio ogni emozione anche a chi non vede”, conclude Barbarito.

“Ancora una volta- commenta Emilio Bianchi, direttore di Senaf- la stampa 3D entra a far parte della vita quotidiana di tutti noi, andando a migliorarla e a colmare quei vuoti che fino ad oggi hanno reso impossibile semplici gesti che invece dovrebbero essere alla portata di tutti. Una rivoluzione che rendera’ il turismo accessibile anche alle persone con disabilita’ visive che finalmente avranno la possibilita’ di toccare con mano cio’ che li circonda”.

Nella tre giorni di 3DPrint hub, infine, “sara’ possibile scoprire tutte le altre applicazioni della stampa 3D nella vita reale, grazie alle numerose aree dimostrative e convegni che si avvicenderanno nel corso della manifestazione. Dall’area medicale con il settore ortopedico-traumatologico, quello della chirurgia vascolare con i nuovi scenari nella fase di pianificazione pre-operatoria e quello della chirurgia addominale, fino alle aree espositive e dimostrative dedicate all’edilizia, all’architettura, all’arredo e al design, per chiudere con le ultime novita’ sui gioielli, la moda, i giocattoli e l’arte”. (DIRE)

Schema riepilogativo della struttura del R.A.V.

SCHEMA RIEPILOGATIVO DELLA STRUTTURA DEL   R. A. V.

Il RAV è strutturato in “sezioni”, le sezioni, a loro volta, sono articolate in “aree”. Le aree della sezione “3. I PROCESSI” sono articolate in “sottoaree” (l’area “3.2. Ambiente di apprendimento” in “dimensioni”). Aree e/o sottoaree sono articolate in “indicatori”.

 

SEZIONE 1. CONTESTO E RISORSE

AREE:

1.1. Popolazione scolastica

indicatori:

1.1.a status socio-economico delle famiglie

1.1.b studenti con famiglie economicamente svantaggiate

 

1.2. Territorio e capitale sociale

indicatori:

1.2.a disoccupazione

1.2.b immigrazione

1.2.c spesa per l’istruzione degli EE.LL.

 

1.3. Risorse economiche e materiali

indicatori:

1.3.a finanziamenti all’I.S.

1.3.b edilizia e rispetto delle norme sull’edilizia

 

1.4. Risorse professionali

indicatori:

1.4.a caratteristiche degli insegnanti

1.4.b caratteristiche del DS

 

SEZIONE 2. ESITI

AREE:

2.1. Risultati scolastici

indicatori:

2.1.a esiti scrutini

2.1.b trasferimenti e abbandoni

 

2.2. Risultati nelle prove standardizzate

indicatori:

2.2.a risultati alle prove di Italiano e matematica

2.2.b livelli di apprendimento degli studenti

2.2.c variabilità dei risultati fra le classi

 

2.3. Competenze chiave e di cittadinanza

indicatori non specificati

 

2.4. Risultati a distanza

indicatori:

2.4.a prosecuzione negli studi universitari

2.4.b successo negli studi universitari

2.4.c successo negli studi secondari 2° grado

2.4.d inserimento nel mondo del lavoro

 

SEZIONE 3. PROCESSI

AREE:

le aree di questa sezione sono ripartite in due blocchi:

 

Pratiche educative e didattiche

 

3.1. Curricolo, progettazione, valutazione

Area articolata in 3 sottoaree:

  1. A) CURRICOLO E OFFERTA FORMATIVA

indicatori:

3.1.a curricolo

3.1.b politiche scolastiche d’istituto

  1. B) PROGETTAZIONE DIDATTICA

indicatori:

3.1.c progettazione didattica

  1. C) VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI

indicatori:

3.1.d presenza di prove strutturate per classi parallele

 

3.2. Ambiente di apprendimento

Area articolata in 3 dimensioni:

  1. A) DIMENSIONE ORGANIZZATIVA

indicatori:

3.2.a durata delle lezioni

3.2.b organizzazione oraria

  1. B) DIMENSIONE METODOLOGICA

indicatori:

3.2.c attività e strategie didattiche

  1. C) DIMENSIONE RELAZIONALE

indicatori:

3.2.d episodi problematici

3.2.e clima scolastico

 

3.3. Inclusione e differenziazione

Area articolata in 2 sottoaree:

  1. A) INCLUSIONE

indicatori:

3.3.a attività di inclusione

  1. B) RECUPERO E POTENZIAMENTO

indicatori:

3.3.b attività di recupero

3.3.c attività di potenziamento

 

3.4. Continuità e orientamento

Area articolata in 2 sottoaree:

  1. A) CONTINUITA’

indicatori:

3.4.a attività di continuità

  1. B) ORIENTAMENTO

indicatori:

3.4.b attività di orientamento

 

Pratiche gestionali e organizzative

 

3.5. Orientamento strategico e organizzazione della scuola

Area articolata in 4 sottoaree:

  1. A) MISSIONE E OBIETTIVI PRIORITARI

indicatori non specificati

  1. B) CONTROLLO DEI PROCESSI

indicatori non specificati

  1. C) ORGANIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE

indicatori:

3.5.a gestione delle funzioni strumentali

3.5.b gestione del fondo d’istituto

3.5.c processi decisionali

3.5.d impatto delle assenze degli insegnanti sull’organizzazione

  1. D) GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE

indicatori:

3.5.e progetti realizzati

3.5.f progetti prioritari

 

3.6. Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane

Area articolata in 3 sottoaree:

  1. A) FORMAZIONE

indicatori:

3.6.a offerta di formazione per gli insegnanti

  1. B) VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE

indicatori non specificati

  1. C) COLLABORAZIONE TRA GLI INSEGNANTI

indicatori:

3.6.b gruppi di lavoro degli insegnanti

3.6.c confronto tra gli insegnanti

 

3.7. Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie

Area articolata in 2 sottoaree:

  1. A) COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO

indicatori:

3.7.a reti di scuole

3.7.b accordi formalizzati

3.7.c raccordo scuola-territorio

3.7.d raccordo scuola e lavoro

  1. B) COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE

indicatori:

3.7.e partecipazione formale dei genitori

3.7.f partecipazione informale dei genitori

3.7.g partecipazione finanziaria dei genitori

3.7.h capacità della scuola di coinvolgere i genitori

 

 

SEZIONE   4. IL PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE

Sezione con strutturazione a carattere prevalentemente descrittivo

 

 

SEZIONE   5. INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITA’

AREE:

5.1 priorità e traguardi

                 ESITI

5.2 obiettivi di processo

                   PROCESSI

 

La questione della dirigenza scolastica

La questione della dirigenza scolastica

FLC-CGIL E A.N.P.

LA GARA A CHI SBAGLIA DI PIU’

di Giuseppe Guastini

 

 

Probabilmente siete in pochi a conoscere il disegno di legge di iniziativa popolare (lip), sostenuto da alcuni senatori, denominato: “norme generali sul sistema educativo d’istruzione statale nella scuola di base e nella scuola superiore. Definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di nidi d’infanzia” . Sul piano sindacale la predetta lip è appoggiata anche dalla flc-cgil :

 

http://www.flcgil.it/comunicati-stampa/flc/la-scuola-che-vogliamo-pantaleo-il-parlamento-inizi-discussione-per-una-rapida-approvazione.flc

 

Se non lo conoscete non dovete preoccuparvi, si tratta di un testo modesto e approssimativo, tarato sul trapassato (vengono ancora utilizzate diverse espressioni gentiliane), totalmente fondato sulle consuete e consunte categorie quali “classi”, “orari” e tutto il repertorio della scuola tradizionale, centrato sugli attori e per niente sullo studente e sull’apprendimento (manca, fra l’altro, ogni riferimento all’idea di scuola come risorsa del territorio, luogo aperto e inclusivo anche in orari post-curricolari). Una delle poche cose positive rintracciabili, al di là di un’esibita retorica scolasticista, è il ripristino della situazione pre-gelminiana.

Nulla di strano quindi che tale siffatta “lip” sia passata del tutto inosservata; in tempi recenti tuttavia ha attirato una certa attenzione per il fatto che, all’Art. 29 (lettera “r”), prevede l’abrogazione dell’articolo 25 del D.L.vo 165/2001, quello che (diciamo) istituisce la dirigenza scolastica; situazione che, di fatto, riporterebbe la scuola italiana al regime pre-autonomistico.

E questo è bastato a agitare le acque sindacali intorno alla sorte della dirigenza scolastica: da un lato la flc-cgil, che ora sembra prendere le distanze dalla lip, dall’altro l’ANP (Associazione Nazionale Presidi; a dispetto del nome, sindacato autonomo dei DS) a difesa del “ruolo”.

 

LA POSIZIONE DELLA FLC

Francamente si fatica a comprendere il feeling (senza dibattito) della flc per questo disegno di legge, non solo per la posizione anti-dirigenziale (forse sopravvive un vecchio automatismo psico-politico di avversione per una figura dotata di troppi poteri e controparte contrattuale; peraltro è proprio la “controparte” che giustifica l’esistenza sindacale nelle scuole) ma soprattutto per i suoi contenuti generali.

Ciò che davvero è condivisibile delle posizioni della flc è la battaglia per liberare la scuola e la dirigenza dalle molestie amministrative (se non ricordo male è stata proprio la flc a coniare questa espressione).

 

LA POSIZIONE DELL’ANP

“…Basterà prendere in esame la definizione di legge del profilo (DLgs.

                 165/01, art. 25) per rendersi conto che gli aspetti legati alla gestione ed

                   organizzazione delle risorse umane, finanziarie e strumentali sono di

                 gran lunga prevalenti su quelli connessi con la didattica….” Documento ANP.

 

Dall’altra parte c’é l’ANP la quale, invece, vede nella diminuzione burocratica l’eziologia dell’esclusione dei DS dalla dirigenza statale.

Per i non addetti ai lavori occorre ricordare che uno dei più aberranti teoremi della dirigenza pubblica (e solo quella pubblica) afferma questo: “vero dirigente è solo il dirigente amministrativo”, tutti gli altri, contaminati da una sia pur minima dose di professionalità specifica, non sono veri dirigenti (di qui l’esclusione dei DS, dei medici etc dalla dirigenza statale, come previsto nel ddl di riorganizzazione della pubblica amministrazione n° 1577).

Questo spiega la burofilia dell’ANP. e la conseguente allergia per “gli aspetti connessi con la didattica”. L’avversione dell’ANP per l’alleggerimento burocratico è così forte che definisce “demansionamento” ogni tentativo di liberazione dalle molestie amministrative e guarda con diffidenza tanto all’antica figura del “direttore didattico” (per via di quell’aggettivo troppo compromettente: “didattico”) che a quella più moderna di leadership educativa.

Dalle parti dell’ANP il profilo burocratico è la rete a strascico per alimentare le iscrizioni e suggestionare taluni colleghi, speranzosi, grazie ad esso, di diventare come i “burosauri ministeriali” .

 

LE POSIZIONI A CONFRONTO

Schematizzando al massimo, le posizioni si possono ricondurre a questo:

  • flc-cgil: liberate la scuola e la dirigenza da ogni burocrazia inutile (come se per lottare contro la

burocrazia inutile e dannosa sia necessario destrutturare alla radice il profilo del DS);

  • ANP: dateci quante più burocrazie possibili.

La posizione dell’ANP risulta però, a mio parere, doppiamente perdente:

  1. a) primo perché è una posizione puramente rivendicazionista, fondata su una mera questione di

status soggettivo (perché una nazione dovrebbe appassionarsi ai pruriti di 8000 dirigenti

scolastici messi alla porta dal teorema burocraticista ?);

  1. b) soprattutto risulta perdente la questione del profilo: rivendicare la preponderanza del profilo

amministrativo su quello didattico dei DS non fa che confermare e dare ulteriore validità al

teorema burocraticista (vero dirigente è solo il dirigente amministrativo), esattamente quello che

sbarra la strada ai DS per la dirigenza statale.

Dunque ANP batte flc-cgil 2 a 1 (ma in autogol).

 


L’articolo 25 del D.L.vo 165/2001 (proprio quello che la lip vorrebbe abrogare) stabilisce:

“Il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell’istituzione…”.

Come si vede, il legislatore del 2001 ha voluto unificare competenza educativa e competenza gestionale-amministrativa in un’unica figura e le opposte tendenze riduzioniste (ridimensionare la leadership educativa, secondo ANP; ridimensionare la leadership amministrativa, secondo flc-cgil) appaiono non solo antistoriche ma, soprattutto, antiscolastiche.

 

AL PRIMO POSTO LA SCUOLA

1) Chiedere il reintegro dei DS nella dirigenza statale è giusto non per una questione di rivendicazionismo di status ma perché la buona scuola ha bisogno di un dirigente di alto profilo.

2) Non fate l’errore di separare la leadership educativa da quella gestionale-amministrativa.

Edilizia scolastica, “il cantiere del giorno” sul sito di #italiasicura

Sul sito di #italiasicura, nella parte dedicata all’edilizia scolastica, è attiva la sezione “il cantiere del giorno”, dove è possibile controllare lo stato degli interventi in corso sulle scuole, città per città. Ogni giorno viene presentato lo stato di avanzamento di un cantiere, i tempi e il tipo d’intervento, lo stanziamento economico e immagini che testimoniano l’avanzata dei lavori.

Il cantiere del giorno” sul sito di #italiasicura

ASCOLTARE IL TRAUMA DELL’ABUSO

ASCOLTARE IL TRAUMA DELL’ABUSO
Strumenti per operatori della tutela minorile e della scuola

Durata e sede del corso
27 – 28 febbraio 2015
Formazione in presenza (Trento, Centro Studi Erickson)
15 ore di lezioni teoriche, interazioni e attivazioni con l’intelligenza emotiva.

Obiettivi
– Inquadrare il fenomeno dell’abuso sessuale e del maltrattamento ai danni di minori.
– Riconoscere i meccanismi di difesa che intervengono di fronte alla percezione e al riconoscimento dell’abuso.
– Applicare i principi dell’ascolto attivo e utilizzare l’intelligenza emotiva

Destinatari
Professionisti che a vario titolo lavorano con i minori: psicologi, assistenti sociali, educatori professionali, insegnanti, operatori sanitari e della giustizia.Animatori giovanili, parrocchiali, sportivi, e tutti coloro che svolgono attività con bambini.

Presentazione
Il corso mira a delineare i principi costitutivi dell’ascolto del trauma dell’abuso, da declinare sul piano dell’intervento sociale, educativo, clinico e psicologico: l’accettazione dell’alterità e della realtà data, la disponibilità alla relazione, la capacità di dare un nome alle emozioni e di garantirne la gestione, l’ascolto attivo ed empatico, la comprensione e la condivisione della sofferenza traumatica, la fiducia nella mente umana.

Docente
Claudio Foti (Centro Studi Hänsel e Gretel, Torino)

CONOSCERE, RICONOSCERE E TRATTARE I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

Seminario
CONOSCERE, RICONOSCERE E TRATTARE I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

Durata e sede del corso
27 – 28 febbraio 2015
Formazione in presenza (Trento, Centro Studi Erickson)

Presentazione
I disturbi del comportamento alimentare hanno assunto, negli ultimi decenni, un rilievo clinico e sociale di notevoli dimensioni, con uno spiccato e preoccupante aumento della loro incidenza, soprattutto tra i più giovani. Questo tema suscita grande interesse per i giornali, per i media e per la società, che viene sempre più dipinta come un mondo pieno di ragazze e ragazzi insoddisfatti della loro forma corporea, alla ricerca di “corpi perfetti”.

Obiettivi
Fornire gli strumenti teorico-pratici per conoscere e riconoscere le caratteristiche e le diverse tipologie dei disturbi del comportamento alimentare.

Destinatari
Possono accedere al corso medici di medicina generale e di qualsiasi specializzazione, dietisti, biologi, psicologi e tutte le altre figure sanitarie professionali interessate a questa tematica.

Docenti
Luana Ochner (Dietista, Libero professionista, Bolzano)
Antonella Tesone (Medico specialista in Scienza dell’Alimentazione, Libero professionista, Bolzano)
Elisa Ravalli (Psicologa, Libero professionista, Bolzano)

Decreto «Buona Scuola», resta il nodo indennizzi. In arrivo nuovo concorso da 60mila posti

da Il Sole 24 Ore

Decreto «Buona Scuola», resta il nodo indennizzi. In arrivo nuovo concorso da 60mila posti

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Di vertice in vertice le nubi sul decreto Scuola si diradano. E anche i numeri della maxi-operazione precari cominciano ad assumere un contorno più preciso. Sia nella loro composizione totale (120mila unità) che nelle varie categorie di stabilizzandi interessati (Gae, iscritti in seconda fascia, idonei dell’ultima selezione targata Profumo). Così come appare ormai chiaro che dal 2016 nella scuola si entrerà solo per concorso. Dovrebbero essere infatti 60mila i posti messi a bando per il prossimo triennio, in base al turn-over previsto.

Di tutto questo si è parlato ieri pomeriggio a palazzo Chigi in un summit tra il premier Matteo Renzi, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e il sottosegretario Davide Faraone. Nel corso della riunione sono stati esaminati (ma non ancora sciolti del tutto) anche i nodi che ancora avvolgono la riforma. A cominciare dal maxi-indennizzo (su cui si veda Il Sole Ore del 24 febbraio) per i supplenti con contratto a termine superiore ai 36 mesi (e a forte rischio contenzioso dopo la sentenza Ue del 26 novembre).

L’indennità (nella versione 2,5 mensilità, 6 mensilità addirittura 10 mensilità, per i “super precari”) avrebbe superato il vaglio politico. Ma resta quello tecnico visti anche i rilievi sulle coperture posti mercoledì sera dai tecnici del Mef che hanno espressamente chiesto al Miur di indicare la platea esatta dei potenziali beneficiari del risarcimento e l’onere finanziario che in ogni caso, trapela da Via XX Settembre, dovrà essere a carico del bilancio dell’Istruzione.

La dote complessiva per la «Buona Scuola» è stata fissata nella legge di stabilità: 1 miliardo per il 2015 e 3 miliardi a regime. E oltre questi importi (mai stanziati finora per la scuola) non si potrà andare.

Soldi che dovranno servire soprattutto per il maxi-piano di stabilizzazione di precari. Da quanto si apprende, alla quota di 120mila si arriverebbe assumendo i 12mila tra vincitori e idonei del “concorsone” Profumo del 2012, a cui si aggiungerebbero gli 80/90mila precari storici inseriti nelle Gae e altri 20mila circa tra i supplenti annuali delle Graduatorie d’istituto. L’operazione dovrebbe costare poco meno di 700 milioni nel 2015 (i docenti in più sul sostegno sono finanziati dal decreto Carrozza) e un paio di miliardi a regime.

Le risorse restanti serviranno per il nuovo concorso da bandire quest’anno per 60mila posti da spalmare nel triennio 2016-2019. Inoltre 40 milioni sono impegnati per il potenziamento dei laboratori (a livello territoriale) e altri 50 milioni per la formazione dei docenti. Per i professori – l’ha confermato ieri il ministro Giannini – cambierà la carriera: gli aumenti stipendiali saranno per il 70% legati al merito(l’anzianità di servizio peserà per il restante 30% mentre oggi vale il 100%).

Il decreto scuola conterrà pure un rafforzamento di alcune materie. Si parte dalla musica, che potrebbe guadagnare un’ora in quarta e quinta elementare. E, passando per l’educazione fisica e l’utilizzo di un docente «esperto» (un laureato in scienze della formazione primaria con l’abilitazione in educazione motoria), si arriva alle lingue straniere. Che significano soprattutto adozione della metodologia Clil per insegnare in lingua inglese le altre discipline. E ciò per due ore a settimana in quinta elementare dall’anno scolastico 2015/2016 e poi anche in quarta dal 2016/2017. Queste misure prese nel loro complesso porterebbero a un ripristino (almeno di fatto) della compresenza abolita dalle riforma Gelmini. A cui si sommerà il potenziamento di storia dell’arte, diritto ed economia nelle scuole secondarie di II grado.

Confermato anche il rafforzamento della scuola-lavoro. Due le novità principali contenute nel testo. Da un lato, l’estensione ai licei dei periodi di formazione on the job fino a un massimo di 200 ore. Contemporaneamente negli istituti tecnici e professionali si passerà dalle 100 ore attuali a 400 nel triennio (e non 600). Con la possibilità, nei territori a bassa industrializzazione, di svolgerle nelle Pa che sottoscriveranno una convenzione ad hoc.

Giannini, negli scatti di stipendio ai prof varrà per il 70% il merito

da La Stampa

Giannini, negli scatti di stipendio ai prof varrà per il 70% il merito

per il ministro dell’ Istruzione il processo di valutazione è uno dei cardini della “Buona Scuola”
roma

«Sugli scatti stipendiali degli insegnanti siamo partiti con un’ipotesi molto forte: via l’anzianità e tutto merito. La consultazione ha portato molto saggiamente a un’ipotesi di equilibrio. Le percentuali vanno viste nel dettaglio, ma grossomodo l’anzianità varrà per il 30%, il merito per il restante. Ma non è un modo per diminuire lo stipendio, ma per aumentarlo». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, intervenendo a Radio Anch’io su Radio uno.

Parlando in generale di valutazione, il ministro ha sottolineato che «è un cardine del progetto educativo» e quindi «del provvedimento» sulla Buona scuola. Ma «non c’è nulla di misterioso e inventato in casa nostra. Noi non applichiamo sistemi di valutazione esotici, che non abbiano fondatezza e un’applicazione in altri paesi del mondo. Li applicheremo tendendo conto del contesto italiano e sono basati su assoluta trasparenza e oggettività».

Il processo, ha aggiunto Giannini, si compone di «una fase autovalutativa, in cui la scuola valuta se stessa su didattica, organizzazione, formazione», tre attività valide «per la valutazione dei singoli docenti e degli istituti». A farlo sarà un nucleo di valutazione composto da una serie di figure che rappresentano i docenti, la comunità che gravita attorno alla scuola, il dirigente scolastico, che lo presiederà nucleo ed è garante del processo di trasparenza». A questa fase si accompagna anche una esterna, «quella della visita degli ispettori. La misura di valutazione – ha concluso il ministro – sarà sul triennio».

 

Precari, il rebus del governo per evitare maxi-ricorsi

da Corriere della sera

Precari, il rebus del governo per evitare maxi-ricorsi

L’ipotesi di un risarcimento economico da 2,5 a 10 mensilità. Ma le prime sentenze dei giudici italiani sull’onda della Corte di giustizia europea sono molto più «pesanti»

Michele Schinella

La porta l’ha sfondata la Corte di Giustizia dell’Unione europea con la storica pronuncia del 26 novembre del 2014 che ha censurato il ricorso abusivo a contratti a tempo determinato. I giudici italiani l’hanno subito varcata riconoscendo agli insegnanti precari della scuola con più di 36 mesi di servizio su posto vacante il risarcimento dei danni, quantificato (in media) in 12 mensilità più le differenze retributive legate all’anzianità. Ma ci sono giudici che sono andati oltre ordinando al Ministero dell’Istruzione la stabilizzazione dei professori precari con relativo diritto a tutti gli arretrati. Così, tra gennaio e febbraio del 2015, si è pronunciato il Tribunale di Napoli in un giudizio in cui a sostegno del professore è intervenuta la Cgil e il Gilda; e, allo stesso modo, a favore di un’insegnante di 43 anni supportata dall’Adida (Associazioni docenti invisibili da abilitare) si è pronunciato il Tribunale del Lavoro di Fermo.

L’«offerta» di Renzi

Se per i docenti precari questi provvedimenti giurisdizionali che ne preannunciano migliaia dello stesso segno sono il traguardo della battaglia di una vita, per le finanze pubbliche e per il Governo di Matteo Renzi impegnato a varare il pacchetto «Buona scuola», sono, invece, il materializzarsi di un incubo. Il piano scuola, nell’agenda del Consiglio dei ministri di martedì 3 marzo – secondo quanto è trapelato – prevederebbe, infatti, una maxi transazione volta a prevenire il contenzioso dall’esito scontato dopo la pronuncia dell’organo di giustizia europea. Agli insegnanti precari con più di 36 mesi di servizio su posto vacante il Governo offrirebbe, a domanda, un’indennità che va da 2,5 a 10 mensilità, a seconda degli anni di precariato, per chiudere la partita. Molto meno, già solo in termini economici, di quanto gli insegnanti precari potrebbero ottenere percorrendo la via giudiziaria che è si spinta sino al diritto alla stabilizzazione.

Il no dei sindacati

Il sindacato Anief e l’associazione Adida, da anni impegnati nella tutela dei precari della scuola, sono sul piede di guerra: «La proposta del Governo è inaccettabile. Per anni si è pensato di risparmiare sulla pelle dei lavoratori coprendo posti esistenti con personale sfruttato e adesso si pensa di cavarsela con una caramella», attacca Valeria Bruccolo, presidente di Adida. Il presidente di Anief, Marco Pacifico, è ancora più duro: «I numeri del Governo sono clamorosamente sbagliati. I docenti da risarcire non sono 5mila ma almeno 150mila. Tutti pronti a fare causa. Nessuno di loro accetterà di incassare come risarcimento un quinto di quanto potrà ottenere nei Tribunali italiani». La Corte di giustizia europea ha stabilito che «il ricorso reiterato al contratto a tempo determinato è abusivo quando non è giustificato da esigenze transitorie ma serve per coprire posti vacanti e disponibili, senza indicare tempi certi per lo svolgimento del pubblico concorso». Ciò che è accaduto per anni nella scuola italiana, secondo i Tribunali di tutt’Italia, che hanno riconosciuto il diritto al risarcimento.

Le sentenze dei giudici

Il Tribunale di Siena è arrivato a quantificarlo in 20 mensilità. I Tribunali di Fermo e di Napoli hanno accolto le tesi dei legali dell’Adida (Santi Delia e Michele Bonetti) e della Cgil e Gilda (Massimo Ambron, Amos Andreoni e Lucia Martino), e hanno riconosciuto il diritto all’assunzione con effetto retroattivo (il giudice di Fermo sin dal 2004). Ritenendosi legittimati dalla giurisprudenza europea hanno superato il principio dell’articolo 97 della Costituzione («Nella pubblica amministrazione si accede mediante concorso»), ritenuto da sempre baluardo contro ogni pretesa di stabilizzazione. Con il pacchetto «Buona Scuola», il governo Renzi prendendo atto di migliaia di posti vacanti in organico e per prevenire nuove bacchettate dall’Europa avrebbe previsto – secondo le indiscrezioni – la stabilizzazione di 130 mila docenti precari, da pescare però quasi tutti nella graduatoria ad esaurimento. «Non ci convince, specie dopo le sentenze di Napoli e Fermo. In queste graduatorie ci sono migliaia di persone che non hanno neppure un giorno di servizio. La discriminazione tra precari è intollerabile. La pronuncia europea non distingue tra precari se non per il requisito del servizio», dicono Bruccolo e Pacifico. Il presidente di Anief, indica la via d’uscita: «Si aumenti il tempo scuola e si elimini finalmente il precariato, limbo in cui ci sono in tutto 250mila persone».

Consiglio superiore dell’istruzione bloccato fino alla fine del 2015

da Corriere della sera

Consiglio superiore dell’istruzione bloccato fino alla fine del 2015

Le elezioni vengono ancora rinviate, e soprattutto viene prorogata la fase di vacatio per l’espressione dei pareri obbligatori dell’organo

Valentina Santarpia

Bocca tappata al Consiglio superiore della Pubblica istruzione dal 30 marzo 2015 al 31 dicembre 2015, cioè proprio nel periodo di approvazione e attuazione della riforma della Buona scuola. Il cavillo è contenuto in un articolo del Decreto Milleproroghe, in discussione al Senato: è il comma 1 dell’articolo 6, che no solo dispone la proroga dal 31 dicembre 2014 al 30 settembre 2015 del termine per l’elezione dell’organo consultivo della scuola, ma che prevede anche una lunga vacatio per i pareri del Consiglio, che non saranno più obbligatori dalla fine di marzo fino alla fine dell’anno. Il Consiglio nazionale, che è un organo di 36 membri eletti ogni 5 anni, esiste dal ‘74, e ha la competenza di esprimere pareri obbligatori sui cicli, sui programmi, sulla valutazione, sul personale: lo scopo è quello di avere un organismo di supporto e riferimento per il ministero, che non può ignorare i suoi pareri. La sua funzione è stata però snaturata negli ultimi anni: il Consiglio è retto da un commissario ad acta da tre anni, nonostante sua una sentenza del Tar del Lazio dell’ottobre del 2013, sia una sentenza del Consiglio di Stato di qualche giorno fa abbiano ribadito che era necessaria e improcrastinabile la sua costituzione.

«Mancherà un supporto fondamentale»

Critiche le opposizioni: «Proprio nel momento in cui il ministero e il presidente del Consiglio dichiarano di voler rivoluzionare la scuola, toccando anche l’organizzazione del personale, viene prorogata la costituzione del Consiglio e soprattutto il termine durante il quale il ministero non ha bisogno di chiedere i pareri di questo organo, fondamentale- spiega l’on. senatrice Maria Mussini, ex Cinque Stelle, oggi gruppo misto- se il parere di questo organo fosse contrario alla riforma, il governo potrebbe essere costretto a fare delle valutazioni diverse e apportare dei correttivi».

#riformabuonascuola, Renzi e Giannini vogliono evitare rilievi da Mattarella

da La Tecnica della Scuola

#riformabuonascuola, Renzi e Giannini vogliono evitare rilievi da Mattarella

Lungo incontro sulla riforma tra gli staff di premier e ministro: si è parlato anche su come fare in modo che sul doppio decreto siano posti dubbi costituzionali sul metodo adottato per le assunzioni: il Capo dello Stato è più che competente in materia, per essere stato ministro dell’Istruzione e giudice relatore nell’udienza con cui la Consulta ha rinviato alla Corte di Giustizia Ue la questione sulla compatibilità italiana rispetto alla direttiva comunitaria sulla reiterazione dei contratti a termine. Intanto l’attuale titolare del Miur torna sul 70% di aumenti da legare al merito: così stipendi più alti.

L’incontro sulla Buona Scuola tra il premier Renzi e il ministro Giannini c’è stato: a Palazzo Chigi, con i due c’erano i rispettivi staff, il sottosegretario Davide Faraone, i “tecnici” di Presidenza del Consiglio e dicastero dell’Istruzione per una ennesima ricognizione di carte e cifre e gli ultimi ritocchi in vista della presentazione dei provvedimenti legislativi martedì, 3 marzo, in consiglio dei ministri.

Secondo l’agenzia Ansa l’incontro è stato lungo: si è svolto “un esame accurato anche per schivare eventuali rilievi da parte del presidente della Repubblica, più che competente in materia sia per aver ricoperto a suo tempo l’incarico di ministro dell’Istruzione sia per essere stato giudice relatore nell’udienza del 2013 con cui la Corte Costituzionale ha rinviato alla Corte di Giustizia europea la questione sulla compatibilità della normativa italiana rispetto alla direttiva comunitaria in tema di reiterazione dei contratti a termine e precariato scolastico”.

La ricognizione sulla Buona Scuola è avvenuto, tra l’altro, con il via libera della Commissione europea: con un report sull’Italia diffuso in giornata, l’organismo UE, oltre a riconoscere che l’Esecutivo in carica dopo numerosi anni di tagli sta dando priorità alle spese per l’istruzione scolastica, ha definito le misure in via di emanazione “promettenti”.

Intanto, il ministro Giannini a Radio Anch’io, su Radio 1, ha detto di non voler svelare il numero esatto delle stabilizzazioni di precari in arrivo: nella riforma in arrivo in CdM, “ci sono misure interessanti che riguardano la formazione e l’inserimento anche di chi fa funzionare le scuole, cioè il personale Ata, quel mondo fondamentale tanto quanto quello degli insegnanti, che saranno una piacevole sorpresa”.

Giannini ha anche fatto il punto sugli scatti degli stipendi dei docenti: “ci sarà un equilibrato dimensionamento tra l’anzianità, che sarà sicuramente un 30%, e il restante, affidato al merito. Questo non per diminuire lo stipendio, ma per aumentarlo”.

La valutazione, ha ricordato il Ministro, “è un cardine del progetto educativo presentato con ‘La buona scuola’ e lo sarà dei provvedimenti del Governo. Non applicheremo sistemi di valutazione esotici, che non abbiano già una fondatezza e un’applicazione in altri Paesi del mondo. I principi saranno due: l’assoluta trasparenza e l’oggettività di chi valuta, che sarà un insieme di attori e non, come si teme, solo il dirigente scolastico, che invece sarà il garante della trasparenza. Inoltre c’è una fase, già partita quest’anno, in cui la scuola valuta se stessa”.

Giannini, come già detto ventiquattrore prima, ha spiegato che “del nucleo di valutazione faranno parte i docenti, il collegio scolastico con anche le famiglie, e il dirigente scolastico che lo presiederà come una figura di garanzia; poi c’è una fase esterna, con le visite degli ispettori. Il bilanciamento tra queste due dimensioni darà un sistema trasparente. Inoltre la valutazione sarà sul triennio. Le valutazioni sono uno stimolo costante – ha concluso Giannini – per il miglioramento della classe, della scuola e del singolo docente”.

Esami di Stato 2015: la circolare per la formazione delle commissioni

da La Tecnica della Scuola

Esami di Stato 2015: la circolare per la formazione delle commissioni

Fissati i termini per la trasmissione delle domande: il modello ES-1 deve essere inoltrato, tramite Istanze on-line, entro il 20 marzo, mentre la scadenza del modello ES-2 è il 25 marzo.

Con l’annuale circolare (C.M. n. 5 del 26 febbraio 2015) il Miur ha fornito indicazioni e chiarimenti alle scuole su:

  1. la formazione delle commissioni
  2. la nomina dei presidenti e dei commissari esterni
  3. i casi particolari

Ogni due classi sono nominati un presidente unico e commissari esterni comuni alle classi stesse. La commissione di esame di stato è composta da non più di sei commissari. I commissari esterni sono in numero pari a quello dei commissari interni di ciascuna classe e, comunque, non superiore a tre. In ogni caso deve essere assicurata la presenza dei commissari delle materie oggetto di prima e seconda prova scritta. Ad ogni classe sono assegnati non più di trentacinque candidati.

La circolare comunica anche le scadenze entro le quali debbono essere effettuati tutti gli adempimenti.

In particolare, i dirigenti scolastici dovranno trasmettere agli uffici scolastici regionali entro il 31 marzo 2015:

  • l’elenco alfabetico riepilogativo degli aspiranti membri delle commissioni di esame che hanno presentato domanda secondo il modello ES-1 (allegato 3) meglio descritto in seguito;
  • i dati relativi ai commissari interni, con la compilazione del modello ES-C (allegato 2);
  • l’elenco degli esonerati;
  • l’elenco dei docenti che abbiano omesso di presentare la scheda, indicandone i motivi.

Le nomine dei membri delle commissioni di esame sono disposte dal Direttore preposto all’ufficio scolastico regionale che, a tale fine, si avvale delle procedure automatiche del Sistema Informativo.

Le domande di partecipazione alle Commissioni di esame sono effettuate attraverso le schede di partecipazione di cui ai modelli ES-1 (allegato 3) e modello ES-2 (allegato 4):

  • MODELLO ES-1 è la Scheda di partecipazione del personale scolastico (docente e dirigente) in servizio o riposo: la trasmissione dei modelli ES-1, attraverso l’istanza POLIS, dovrà avvenire, per tutti, come riportato nell’allegato 5 alla presente circolare, dal 4 marzo entro le ore 14,00 del 20 marzo 2015. Solo il personale della scuola della regione Valle d’Aosta, della provincia di Bolzano e delle scuole slovene delle province di Gorizia e Trieste dovrà trasmettere tale modello in modalità cartacea.
  • MODELLO ES-2 è la Scheda di partecipazione del personale universitario od appartenente alle istituzioni A.F.A.M. Le schede compilate dal personale interessato alla nomina a presidente, una volta completate, devono essere consegnate in formato cartaceo ai Rettori o ai Direttori delle istituzioni A.F.A.M. entro il 25 marzo 2015. Le stesse devono pervenire agli uffici scolastici regionali entro il termine tassativo del 27 marzo 2015.

Riportiamo di seguito una sintesi delle scadenze:

Attività

Periodo/Data

  1 Termine per la designazione dei commissari interni da parte dei consigli di classe e delle proposte di configurazione da parte dei Dirigenti Scolastici

3/3/2015

  2 Termini per la trasmissione, tramite istanza POLIS, delle schede di partecipazione (Modello ES-1)

4/3/2015 – 20/3/2015

(ore 14,00)

  3 Termine ultimo per la presentazione delle schede degli aspiranti ai Rettori (Modello ES-2)

25/3/2015

  4 Termine ultimo per il recapito, dai Dirigenti scolastici agli Uffici Scolastici Regionali, delle proposte di formazione delle commissioni, comprensive dell’indicazione riguardante la componente interna (Modello ES-0)

13/3/2015

  5 Termine ultimo per il recapito delle schede Modello ES-2 dai Rettori delle università e dai Direttori delle istituzioni A.F.A.M. agli Uffici Scolastici Regionali competenti

27/3/2015

  6 Termine ultimo per il recapito, dai Dirigenti scolastici agli Uffici Scolastici regionali, dell’elenco alfabetico riepilogativo degli aspiranti che hanno presentato il modello ES-1, dell’elenco degli esonerati e dei docenti che abbiano omesso di presentare la scheda (con indicazione dei motivi)

31/3/2015

7 Verifica e convalida delle schede di partecipazione (Modelli ES-1) da parte degli Istituti Scolastici e degli Ambiti territoriali provinciali

21/3/2015 – 3/4/2015

8 Gestione delle proposte per la configurazione delle Commissioni da parte degli Uffici Scolastici Regionali

4/3/2015 – 3/4/2015

9 Gestione delle schede di partecipazione (Modelli ES-2) da parte degli Uffici Scolastici Regionali competenti

4/3/2015 – 3/4/2015

Con la riforma addio supplenze annuali, ma rimarranno le brevi. E nel 2016 il “concorsone”

da La Tecnica della Scuola

Con la riforma addio supplenze annuali, ma rimarranno le brevi. E nel 2016 il “concorsone”

Lo ha detto il sottosegretario Davide Faraone, parlando del decreto presto in CdM: grazie alle tante assunzioni solo insegnanti di ruolo, ci vuole continuità per gli studenti, quella delle supplenze annuali è una patologia da eliminare. Il 70% degli aumenti in busta paga deciso da nuclei di valutazione, interni ed esterni composti da docenti e dirigenti.

Quando il Governo dice “basta supplentite” non si riferisce ai contratti stipulati per pochi giorni, le cosiddette brevi, ma alle supplenze annuali. A spiegarlo, il 26 febbraio, è stato Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione, intervistato da Radio Capital, parlando del decreto che verrà discusso in CdM martedì 3 marzo.

“La nostra riforma – ha ribadito il sottosegretario – abolisce il precariato. Diremo stop alle graduatorie infinite, non ci saranno più supplenti, solo insegnanti di ruolo. Ci vuole continuità per gli studenti, quella delle supplenze annuali è una patologia da eliminare. Le supplenze brevi invece resteranno. Poi nel 2016 arriverà il nuovo concorso”. Quanto al modo in cui sarà legato il 70% degli scatti degli insegnanti al merito, Faraone ha spiegato che ciò avverrà “con nuclei di valutazione. Saranno composti da nuclei di valutazione interni ed esterni composti sempre da insegnanti e dirigenti. E chi valuta, come i dirigenti, sarà a sua volta valutato”.

Faraone ha anche risposto a “chi giudica l’assunzione dei 140 mila insegnanti come una imbarcata da prima repubblica: è in malafede. Gli insegnanti servono alla scuola, noi aboliamo la supplentite. Daremo alla scuola 60 mila insegnanti in più e faranno quello che verrà stabilito in base all’autonomia scolastica”.

Il sottosegretario ha anche spiegato che “le scuole devono poter inserire attività aggiuntive rispetto a quelle prescritte dal Ministero. Per esempio ci sono dei docenti che avviano attività di formazione per i ragazzi che vogliono creare una start up. Il problema è che tutto questo è stato fatto finora in maniera quasi abusiva”.

Nella stessa giornata, dall’ufficio stampa del sottosegretario, è stata resa pubblica la manifestazione in programma a Palermo i prossimi 28 febbraio e 1 marzo alle Ex Fabbriche Sandron. “Basta a chi dice sempre no, a chi demolisce, a chi minaccia, a chi – ha fatto sapere Faraone – non si sbraccia per costruire nuove prospettive. Basta alle marce su Roma della Lega Nord. Sabato e domenica a Palermo con il  sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, con il vicesegretario del Partito Democratico, Lorenzo Guerini, e con tutti coloro che credono nel futuro del Paese, ripensiamo un nuovo Mezzogiorno che sia da traino per l’Italia”.

Sono previsti quaranta i tavoli tematici, più di duemila gli utenti già registrati, tanti i temi – dalla cultura all’economia, dalla sanità al turismo, dalle energie rinnovabili alle start-up – che eurodeputati, parlamentari, sindaci, rettori, imprenditori, intellettuali, artisti e personaggi dello sport che discuteranno con i partecipanti della due giorni siciliana.

Nei passaggi di cattedra e di ruolo non valgono le esigenze di famiglia

da La Tecnica della Scuola

Nei passaggi di cattedra e di ruolo non valgono le esigenze di famiglia

Per i passaaggi di ruolo o di cattedra non si ha diritto al riconoscimento di alcuni punteggi che sono invece previsti per la mobilità ordinaria.

Chi volesse chiedere, avendone titolo di abilitazione, il passaggio di cattedra o di ruolo, deve sapere che non potrà valutare, per il suo punteggio di mobilità professionale, qualsiasi esigenza di famiglia.
In buona sostanza chi chiede ad esempio un semplice passaggio di cattedra, non si potrà inserire i 6 punti di ricongiungimento al coniuge nel comune di residenza, e non si potrà  avere conteggiato i punteggi riferibili a figli di età inferiore ai 6 o che abbiano un’età compresa fra i sei e i diciotto anni, o ancora i punti riferiti al comune dove si intende assistere un figlio o un genitore.
Per i passaggi cattedra e di ruolo le precedenze sono fortemente ridotte, infatti le uniche precedenze esprimibili sono quella prevista per i non vedenti  (art. 3 L.28/3/91 N.120), quella prevista per i docenti emodializzati (art. 61 L.270/82), ed infine c’è anche la precedenza prevista per coloro che sono stati utilizzati nella classe di concorso richiesta.
Ma dove è scritto che il docente che chiede mobilità professionale, cioè passaggio di cattedra o di ruolo, non fruisce di punteggi relativi alle esigenze di famiglia? É chiaramente esplicitato nella tabella valutazione dei titoli ai fini della mobilità professionale del personale docente ed educativo, dove non esiste la parte riferita alle esigenze di famiglia, ma ci sono solo la tabella riferita all’anzianità del servizio e quella riferita ai titoli generali.
In riferimento a questa ultima tabella, forse è utile sapere che oltre ai 12 punti per il concorso ordinario per esami e titoli, per l’accesso al ruolo di appartenenza, al momento della presentazione della domanda, o a ruoli di livello pari o superiore a quello di appartenenza, è anche valutabile, con 6 punti, un ulteriore concorso pubblico ordinario per esami e titoli accesso ai ruoli di livello pari o superiore a quello di appartenenza. In buona sostanza per ogni concorso ordinario oltre a quello del ruolo di attuale appartenenza si danno 6 punti.
Sempre per i passaggi di cattedra e di ruolo ci sono anche 3 punti  per ogni anno di servizio prestato in utilizzazione nello stesso posto o classe di concorso per cui è richiesto il passaggio. Inoltre è anche utile sapere che per la mobilità professionale non c’è il vincolo dei 10 punti di titoli generali oltre il concorso ordinario, in questo caso si possono cumulare tutti i titoli culturali che si posseggono e che sono presente nella tabella su citata.