Reinserimento in GaE

Reinserimento in GaE: nuova vittoria ANIEF presso il Tribunale di Massa

 

Il Tribunale di Massa accoglie le tesi ANIEF e dichiara il diritto dei docenti cancellati per non aver prodotto domanda di aggiornamento ad essere reinseriti, a domanda, nelle Graduatorie a Esaurimento di interesse. Gli avvocati Piera Bianchi e Adriana Carrabino danno una sonora lezione al MIUR sul rispetto della gerarchia delle fonti e ottengono piena ragione in tribunale con l’immediato reinserimento nelle GaE di una docente cancellata nel 2009/2011 cui il MIUR aveva negato il reinserimento a partire dall’aggiornamento successivo 2011.

 

Il Giudice del Lavoro di Massa non ha dubbi sulla fondatezza del ricorso promosso da un’iscritta ANIEF, cancellata dalle GaE 2009/2011 e esclusa illegittimamente da quelle valide per il triennio successivo 2011/2014, e ribadisce l’illegittimità dei decreti ministeriali di aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento nella parte in cui negano il diritto dei docenti cancellati ad essere reinseriti. Tale previsione ministeriale, infatti, appare senza ombra di dubbio “disciplina emessa in violazione delle previsioni normative di settore consacrate in vigenti disposizioni di legge e quindi in un atto superiore nella gerarchia istituzionale delle fonti generali di formazione rispetto a quelli invocati dal Ministero, non potendo certamente un decreto ministeriale modificare in senso peggiorativo una previsione, non dichiarata in alcun modo illegittima, proveniente da una legge, cioè da una fonte normativa superiore”.

 

Ministero dell’Istruzione condannato, dunque, all’inserimento nelle graduatorie d’interesse della nostra iscritta che ora, grazie al prezioso apporto dei legali ANIEF, potrà regolarmente partecipare alle operazioni di immissione in ruolo previste per il prossimo anno scolastico. La soccombenza anche in questo giudizio contro le ragioni del nostro sindacato sono costate al MIUR anche 2500 euro di spese di lite oltre accessori.

Débâcle del MIUR contro il “pettine”

Débâcle del MIUR contro il “pettine” ANIEF: 15000 euro di condanna a carico del Ministero per non aver rispettato il principio del merito nelle Graduatorie a Esaurimento

 

Disfatta completa per il MIUR in tribunale: le “code della vergogna” istituite nel 2009/2011 e immediatamente condannate dall’ANIEF hanno, senza ombra di dubbio, leso principi di rango costituzionale. Lo ha ribadito il Tribunale di Parma che, dando piena ragione agli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Irene Lo Bue, ristabilisce la legalità nelle Graduatorie 2009/2011 e condanna il MIUR al pagamento di 15000 euro di risarcimento per retribuzioni non corrisposte e a riconoscere il punteggio spettante e non maturato in favore di una nostra iscritta.

 

L’Avvocato Irene Lo Bue, legale di fiducia dell’ANIEF sul territorio, ha dato nuova prova delle sue eccellenti e indiscusse doti professionali ottenendo in pochi mesi una storica vittoria per i ricorrenti “pettine” cui il Tribunale del Lavoro ha riconosciuto il pieno diritto anche alla stipula di contratti di lavoro a tempo determinato con conseguente risarcimento del danno e attribuzione del mancato punteggio. La sentenza è di certo la prima di una lunga serie in cui viene riconosciuto che l’operato del Ministero dell’Istruzione non solo era in contrasto con la normativa primaria che regola le Graduatorie a Esaurimento, ma assolutamente lesivo di diritti e precetti di rango costituzionale quali, tra gli altri, quello di uguaglianza, art. 3; di buon andamento della Pubblica Amministrazione, art. 97; di accesso agli uffici pubblici in condizioni di uguaglianza, art. 51, comma 1.

 

Il Giudice del Lavoro di Parma, infatti, dichiara che “Non vi è alcun dubbio sull’illegittimità della normativa che prevedeva l’inserimento in coda dei docenti e quindi di fatto il divieto di trasferirsi da una provincia ad un’altra: la Corte Costituzionale ha infatti sentenziato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 comma 4 ter del DL 134/09, aggiunto dalla legge di conversione n. 167/09; ed invero, secondo il Giudice delle Leggi, il criterio dell’inserimento in coda (dopo l’ultima posizione di III fascia nelle graduatorie medesime), ha introdotto “[…] con effetto temporale rigidamente circoscritto ad un biennio (2009/2011), una disciplina eccentrica, rispetto alla regola dell’inserimento “a pettine” dei docenti nelle graduatorie, vigente non solo nel periodo anteriore, ma persino in quello posteriore all’esaurimento del biennio in questione”.

 

I provvedimenti di stipula dei contratti di lavoro a tempo determinato in favore di docenti in possesso di punteggi più bassi rispetto a quello della ricorrente collocata in coda dal MIUR, e per cui l’ANIEF già nel 2009 aveva ottenuto dal TAR il riconoscimento in via cautelare al diritto alla corretta collocazione “a pettine” nelle graduatorie d’interesse, sono risultati, dunque, assolutamente illegittimi anche “in quanto viziati da sviamento di potere per elusione della misura cautelare accordata dalla Sezione III Bis del Tar Lazio, con decisione cautelare n. 3332/09, in relazione al bene della vita tutelato in capo alla prof.ssa Omissis, consistente nell’utilizzazione delle graduatorie, così come rettificate ai sensi della superiore ordinanza, ai fini della corretta individuazione dei docenti destinatari di proposte di assunzione con contratto a tempo determinato”.

 

L’ANIEF con questa ulteriore vincente azione legale promossa a tutela dei diritti dei lavoratori della scuola ha, dunque, nuovamente dimostrato che nel 2009/2011 è stato posto in essere un odioso provvedimento risultato lesivo di diritti costituzionali e correttamente il MIUR è stato condannato a riconoscere alla ricorrente il punteggio spettante e mai attribuito nelle Graduatorie a Esaurimento oltre al pagamento, quale risarcimento del danno, di una somma pari a € 14.338,67, maggiorata di interessi legali e rivalutazione monetaria e alla soccombenza nelle spese di lite quantificate in un totale di 4.015 Euro oltre accessori.

Disabilità medio-lieve: a Napoli le famiglie danno vita alla prima Fondazione

da Redattore sociale

Disabilità medio-lieve: a Napoli le famiglie danno vita alla prima Fondazione

Iniziativa del giornalista Marcello Milone e della moglie, genitori di Marco, un ragazzino di 13 anni con un ritardo psicomotorio. L’obiettivo: dare informazioni e orientamento e metterà in rete esperienze e opportunità

Napoli – Dare un aiuto concreto alle persone con disabilità medio-lieve e alle loro famiglie. È questo l’obiettivo della Fondazione Govoni, che si sta costituendo a Napoli per iniziativa del giornalista Marcello Milone e della moglie, genitori di Marco, un ragazzino di 13 anni al quale, all’età di 4 anni, è stato diagnosticato un ritardo psicomotorio di grado medio-lieve.  La Fondazione vuole fornire informazioni e orientamento alle famiglie che non sanno come affrontare questa problematica ed essere anche un luogo dove incontrarsi, scambiarsi  esperienze, cercare conforto, mettere al servizio di una comunità le proprie competenze e idee: cose necessarie quasi quanto l’assistenza per poter trasformare la condizione della disabilità da sofferenza ad arricchimento personale, da disagio a benessere interiore, da disperazione a speranza per garantire quel diritto basato sulla piena partecipazione in tutti gli ambiti della vita, senza discriminazioni, rispettando la dignità e valorizzando la diversità umana, attraverso interventi appropriati e il superamento di ostacoli e pregiudizi. “Il tutto è affidato all’Inps che ha strutture mediocri o inesistenti e personale medico  ed assistenziale il più delle volte inadeguato (per usare un eufemismo).  E così ci si rivolge al privato. Ovviamente a pagamento –  scrivono i 30 attivisti della costituenda “Fondazione Govoni” nel loro manifesto – è una realtà difficile con la quale fare i conti tutti i giorni e contro la quale conviene attrezzarsi per crearsi delle alternative perché a voler  essere ottimisti c’è sempre un’alternativa. Che  costa fatica, tanta fatica. Perché deve essere il diretto interessato  a costruirla. Perché se non la costruisce lui  non la costruirà nessuno .  E questa è una  certezza”.

Promuovere un ruolo attivo nella ricerca di soluzioni che valicano la cerchia dei propri cari o della dipendenza da istituzioni come il sistema sanitario nazionale, la scuola, il sistema sociale e quello del lavoro rappresenta, allora, il primo atto da compiere per famiglie e portatori di disabilità. “Quello che vorremmo realizzare è creare qualcosa che in Campania, ad oggi, non esiste: unire le persone con disabilità medio-lievi e le loro famiglie per poter lavorare assieme ad una serie di obiettivi semplici, ma necessari”, spiega il presidente Marcello Milone, a capo del comitato promotore della Fondazione. (Napoli città sociale)

Quali scelte per i presidi? Servono risposte chiare

da Avvenire

Quali scelte per i presidi? Servono risposte chiare

 A cura di Elena Ugolini
La parte del disegno di legge sulla scuola che sicuramente sta facendo più discutere è quella che riguarda il ruolo dei dirigenti scolastici all’interno della scuola statale. Tre sono le obiezioni più frequenti: “La scuola non ha bisogno di un uomo solo al comando”, “dei presidi incapaci, non selezionati e non valutati in modo adeguato come possono scegliere in modo sensato i loro docenti?”, “la libertà di insegnamento è un diritto costituzionale che non può essere delegata al dirigente e deve continuare ad essere tutelata e garantita dal Collegio dei docenti”. Vorrei provare ad entrare in merito a questi temi per aprire
alcune piste di riflessione.
Che il dirigente scolastico abbia un ruolo fondamentale nell’andamento di una scuola è evidente. Basta essere stati studenti, insegnanti o genitori di alunni che frequentano scuole di ogni ordine e grado per saperlo. La scuola è un organismo complesso ed è un luogo in cui, ogni giorno, si dovrebbero aiutare a crescere dal punto umano, culturale e professionale gli studenti che la frequentano. Tenendo questo come criterio principe è chiaro che la dote essenziale di un preside è la capacità di leadership educativa intesa nel senso più ampio del termine, quello che comprende anche la capacità di valorizzare e sviluppare le risorse professionali che si hanno a disposizione. Non esiste niente di più dannoso per una scuola che avere un preside burocrate, intimorito dal proprio Collegio dei docenti e dai possibili ricorsi dei genitori.
I primi a sapere che la scuola non ha bisogno di un “uomo solo” al comando, sono proprio i dirigenti scolastici. È l’attuale legislazione che NON prevede l’esistenza di una struttura organizzativa all’interno della scuola, per realizzare veramente una leadership distribuita, in grado di supportare una “comunità educante”. Le scelte vengono fatte in modo assembleare da Collegi dei docenti distratti, perché vissuti come luoghi formali, organismi in cui si ratifica quel che è già stato deciso altrove. Solo l’autorevolezza di alcuni dirigenti e la presenza di docenti motivati e collaborativi, permette già ora a molte scuole statali di trasformare adempimenti formali in scelte condivise che creano innovazione e spazi di reale collaborazione.
In Italia risulta ancora politicamente scorretto parlare di persone che svolgono “meglio” di altre il proprio lavoro, ma, almeno per i dirigenti scolastici, che dal 2000 dovrebbero avere degli incarichi triennali assegnati in funzione del raggiungimento di obiettivi e risultati, rispetto alla tipologia di scuola che viene loro affidata, dovrebbe partire da subito la valutazione del servizio prestato. Questo dovrebbero chiedere i sindacati. Che tipo di incarichi sono stati sottoscritti, infatti, durante questi 15 anni? E in che modo sono stati valutati? Come sono stati formati e selezionati i dirigenti per verificare sul campo le loro capacità, visto che fino ad ora le immissioni in ruolo sono sempre avvenute per concorsi che provano solo delle conoscenze senza nessun percorso prevalutativo e, durante l’anno di prova, i presidi sono stati affiancati da colleghi “mentori” che ne hanno supportato il lavoro, ma senza vincoli di valutazione specifica né del merito né delle capacità? Che strumenti hanno attualmente a disposizione i dirigenti scolastici per costruire una leadership distribuita che li aiuti a guidare realtà scolastiche anche molto complesse? Che strumenti ci sono per evitare che un dirigente non in grado di reggere questa responsabilità, debba continuare a fare questo lavoro fino alla pensione, mettendo in difficoltà una scuola dopo l’altra? Perché, d’altro canto, chi è bravo non dovrebbe poter aspirare di passare ad altri ruoli, come, ad esempio quello ispettivo?
Chi desidera mantenere lo status quo, NON vuole rispondere seriamente a queste domande che dovrebbero costituire, almeno in parte, l’indice dei provvedimenti che usciranno dal dibattito parlamentare e avranno il compito di definire con maggior precisione gli spazi di responsabilità della nuova dirigenza, il modello di governance in cui si colloca la sua responsabilità, il suo profilo professionale e i passaggi con cui gestire le nuove attribuzioni che il disegno di legge introduce.

La partecipazione alle Consulte studentesche non rientra nel computo delle assenze

da Il Sole 24 Ore

La partecipazione alle Consulte studentesche non rientra nel computo delle assenze

di Franco Portelli

Il Miur con nota prot. n. 2072 del 25 marzo 2015 ha fornito chiarimenti in merito alle assenze dalle lezioni per la partecipazione alle adunanze e alle attività delle Consulte da parte degli studenti. Gli alunni eletti nelle Consulte studentesche provinciali, nei Coordinamenti regionali o appartenenti al Consiglio nazionale dei presidenti delle consulte provinciali, al fine di partecipare attivamente alle attività in questi organismi di rappresentanza sono costretti ad assentarsi dalle lezioni. Cosa succede se gli stessi, perché impegnati in queste attività, superano il limite massimo di assenze consentite ai fini della validità dell’anno scolastico?
La normativa
Le disposizioni sulla validità dell’anno scolastico sono contenute nell’articolo 14, comma 7, del Dpr 22 giugno 2009, n. 122. E’ previsto che, per procedere alla valutazione finale di ciascuno studente, è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato. Per il calcolo, dunque, non bisogna fare riferimento ai giorni complessivi di lezione previsti dai calendari scolastici regionali, ma alle ore definite dagli ordinamenti della scuola secondaria di primo grado e dai quadri-orario dei singoli percorsi del secondo ciclo. Infatti va precisato che il numero dei giorni di lezione previsto dai calendari scolastici regionali costituisce l’offerta del servizio scolastico che deve essere assicurato alle famiglie, mentre il limite minimo di frequenza richiesto dalle disposizioni fa riferimento alla regolarità didattica e alla valutabilità del percorso svolto dal singolo studente. Per le stesse ragioni, considerato il riferimento al monte ore annuale, è ininfluente il fatto che l’orario settimanale delle lezioni sia organizzato su sei o cinque giorni. Con la Cm n.20 prot. n.1483, del 4 marzo 2011, emanata dalla Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e per l’autonomia scolastica, con l’intento di fornire indicazioni finalizzate ad una corretta applicazione della normativa, sono state specificate le possibili tipologie di assenze per le quali il collegio docenti può stabilire deroghe al limite massimo consentito. Tuttavia, tra le diverse fattispecie di assenze considerate, non risultano riferimenti alla partecipazione alle riunioni delle Consulte. Il Miur, con la nota prot. n. 2072, ha chiarito che la partecipazione alle adunanze e alle attività delle Consulte degli studenti, pianificate in conformità ai regolamenti di cui si sono dotate le Consulte medesime, deve considerarsi come attività istituzionale e, pertanto, la eventuale mancata partecipazione alle lezioni, non può essere conteggiata per calcolare il superamento del limite massimo di assenze consentite ai fini della validità dell’anno scolastico.

Didattica 2.0, creare ebook multimediali e interattivi diventa sempre più facile

da Il Sole 24 Ore

Didattica 2.0, creare ebook multimediali e interattivi diventa sempre più facile

di Francesca Milano

Il passaggio dai libri di testo agli ebook didattici compie un passo in avanti grazie alla partnership tra Fidenia , il “social learning” per la scuola, ed ePubEditor , il tool per creare ebook multimediali e interattivi.
L’accordo permette ai docenti di Fidenia di ritrovare tutte le funzionalità di ePubEditor all’interno del proprio account Fidenia, in modo da poter agevolmente condividere i propri ebook con le classi, i colleghi o con l’intera community.

La condivisione
Ad oggi già 13mila docenti utilizzano ePubEditor per creare i propri ebook didattici. «Si tratta – spiega Francesco Leonetti, creatore di ePubEditor – di qualcosa che supera il libro tradizionale perché è imbevuto di tecnologie, in particolare di tecnologie web. Questo lo rende adatto a essere utilizzato in contesti connessi, per favorire sia la redazione del contenuto sia l’apprendimento in modalità condivisa. L’ebook, insomma, è un oggetto da social learning». Da qui la partnership con Fidenia, lo strumento gratuito a disposizione dei docenti che aggrega diverse funzionalità, tra cui da adesso anche la possibilità di creare ebook interattivi. Davide Tonioli, responsabile di Fidenia, conferma la «soddisfazione per una partnership creata tra realtà italiane che condividono la volontà di collaborare, di unire le forze per proporre qualcosa di davvero innovativo alla scuola italiana».

Le due aziende sono al lavoro per inserire determinate funzionalità “premium”, come la possibilità di collaborare a più mani su un medesimo ebook, ad esempio con i propri studenti o con altri colleghi.

La transizione dai libri cartacei a quelli digitali ha preso il via nel 2013, con il decreto ministeriale che sanciva tempi e modi del passaggio dalla carta all’ebook. La rivoluzione è graduale e prevede anche la modifica dei tetti di spesa per i testi.

Dentro la fabbrica scuola di riciclo e riutilizzo

da La Stampa

Dentro la fabbrica scuola di riciclo e riutilizzo

Al via la terza edizione di “Fabbriche aperte” per gli studenti delle scuole primarie

Fondazione Coca-Cola HBC Italia presenta la terza edizione di “Fabbriche Aperte”, programma educativo rivolto agli studenti delle scuole primarie (dalla quarta classe) e secondarie di primo e di secondo grado. Attraverso la visita alle linee produttive, il progetto ha l’obiettivo di illustrare la preparazione della famosa bevanda e, con la collaborazione di esperti animatori scientifici, accompagnare le classi in divertenti ed istruttivi laboratori di edutainment per sensibilizzare i ragazzi sull’importanza del riciclo, del riutilizzo dei materiali di scarto e della corretta gestione delle risorse.

Coca-Cola HBC Italia, un giorno a settimana, fino alla fine del 2015, apre le porte dei suoi stabilimenti di Nogara (VR), Oricola (AQ), Marcianise (CE) e Rionero in Vulture (PZ) alle scuole italiane che gratuitamente si sono prenotate al numero verde 800.010.316. Entrando nel mondo Coca-Cola, gli alunni possono vivere in prima persona la realtà dell’azienda, le tecnologie innovative dei suoi processi produttivi a basso impatto ambientale nonché le moderne politiche socio-ambientali a tutela della comunità e del territorio.

«Il tema di quest’anno, il riciclo e la responsabilizzazione a comportamenti sostenibili, è quanto mai attuale per la nostra azienda, costantemente impegnata in iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale dei propri processi produttivi”, ha dichiarato Fausto Rubini, Manufacturing Director di Coca-Cola HBC Italia.

«Inoltre, l’interesse crescente di insegnanti e studenti, ci fa particolarmente piacere -ha continuato Rubini- perché si tratta di un’esperienza di grande valore formativo che potrà contribuire al processo di crescita dei ragazzi affinché possano diventare cittadini consapevoli e propositivi, testimonial “attiv”» non solo in classe, ma anche nella vita».

Fabbriche Aperte propone inoltre, in più di 2.500 scuole su tutto il territorio nazionale, dei kit educativi realizzati con il patrocinio di Conai, contenenti informazioni utili sull’importanza del riciclo, il riuso creativo dei materiali di scarto e la tutela delle risorse del pianeta.

A completamento del programma una prova educativa per incentivare i ragazzi alla creatività e senso di responsabilità sociale. In palio per le classi dei tre istituti vincitori, uno per ogni grado scolastico, borse di studio per acquistare materiali didattici.

Dal 2013 ad oggi, Coca-Cola HBC Italia ha accolto nei propri stabilimenti oltre 15.000 studenti di quasi 250 scuole italiane e conta di raggiungere 20.000 presenze e 2.800.000 persone coinvolte nel progetto educativo.

Riforma, sindacati all’assalto

da ItaliaOggi

Riforma, sindacati all’assalto

Da oggi le audizioni in parlamento sul ddl Buona scuola: ecco cosa diranno le sigle. Fioccano le modifiche, il ruolo del dirigente nel mirino

Alessandra Ricciardi

Alla fine l’unico che si spende per tutelare la figura del dirigente scolastico, e i nuovi poteri che la riforma della scuola gli assegna, è Giorgio Rembado, presidente dell’Anp, l’associazione nazionale dei presidi. Una difesa in cui Rembado invita a riflettere sull’utilità dei nuovi compiti assegnati alla categoria ai fini di un miglioramento della scuola piuttosto che sulla presunta inadeguatezza di alcuni dirigenti a svolgerli.

Le altre sigle rappresentative del comparto scuola (di tutti ospitiamo gli interventi nelle pagine a seguire) sono invece concordi nel chiedere al parlamento che intervenga per modificare il nuovo assetto e ristabilire l’equilibrio tra dirigente e docenti. Una richiesta che sarà formalizzata nel corso delle audizioni alla camera che si terranno a partire da oggi. Di fatto si tratta di buttare a mare, dopo che il governo di sua sponte è già tornato indietro sulla carriera e sull’abolizione degli scatti di anzianità, anche la novità del preside-sceriffo tanto cara al premier Matteo Renzi. «La buona scuola reale non ha bisogno di uomini soli al comando», attacca Francesco Scrima, segretario Cisl scuola, «nella proposta del governo manca del tutto una visione di scuola come comunità professionale…è invece connotata da improvvisazione e scarsa conoscenza del settore». Se il dirigente sceglierà i prof da far lavorare nella propria scuola, «si innescherà una conflittualità che non ha niente a che vedere con la concorrenza e che farà solo del male», spiega Marco Paolo Nigi, numero uno dello Snals -Confsal, «piuttosto si riapra la contrattazione». La proposta governativa «mette a rischio la libertà di insegnamento», rilancia Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda degli insegnanti, che accende i riflettori su un altro punto nevralgico della riforma: il merito. «Alla fine, il governo si è limitato ad assegnare un po’ di fondi che gestirà il preside…». Per il leader della Uil scuola, Massimo Di Menna, l’unico effetto che il potere di nomina dei docenti assegnato ai dirigenti avrà è quello di gettare nel caos la scuola e i dipendenti. «Unificare il momento dell’assegnazione dell’organico per consentire a tutta la scuola, in termini collegiali, di definire il piano formativo sulla base dell’organico funzionale effettivamente disponibile» è al controproposta. Non ha mezze parole Mimmo Pantaleo, segretario Flc-Cgil: «Il provvedimento del governo è autoritario, si annullano anni di democrazia scolastica basata sulla cooperazione tra le varie componenti…prevedibili anche numerosi contenziosi». E poi ripristinare la contrattazione sia nazionale che di istituto, ridare slancio all’autonomia scolastica, intervenire con un decreto legge per fare subito e bene le 100 mila assunzioni. È facile prevedere che in parlamento ci sarà un vero assalto emendativo

Un provvedimento autoritario, annullati anni di democrazia

da ItaliaOggi

Un provvedimento autoritario, annullati anni di democrazia

Molte norme della riforma sono anche illegittime: prevedibili numerosi contenziosi

di Mimmo Pantaleo segretario Flc-CgilL’impianto del disegno di legge su “la buona scuola” è autoritario perché riduce i diritti, mortifica la partecipazione e anni democrazia, condiziona pesantemente la libertà d’insegnamento, interviene su materie contrattuali. Troppe sono le deleghe in bianco.

Sulle competenze del dirigente scolastico riteniamo inaccettabili i poteri di scelta dei docenti, l’attribuzione unilaterale del beneficio economico ai meritevoli senza alcun riferimento alla contrattazione.

Il Consiglio d’istituto e il collegio dei docenti non sono più gli organismi deliberanti in materia di Pof, ma diventano semplicemente organi consultivi esautorati dal Dirigente Scolastico che elabora e adotta il piano dell’offerta formativa. Le regole e la trasparenza, conquistate in anni e anni di contrattazione integrativa sulla mobilità territoriale e professionale, vengono vanificate.

A nostro parere si configurano evidenti elementi di incostituzionalità accompagnati da forti dosi di arroganza, autoritarismo e derive clientelari. Quelle disposizioni vanno cancellate e riaffermata una idea di autonomia scolastica libera da pastoie burocratiche, aperta al mondo esterno basata sulla partecipazione e cooperazione tra i diversi soggetti che operano nella scuola e nel territorio. La valorizzazione della dirigenza scolastica deve essere rafforzata nelle sue funzioni di garanzia, promozione e coordinamento della didattica e dello sviluppo dell’autonomia per il miglioramento della scuola pubblica; occorre stabilire i maniera chiara l’equiparazione retributiva alle altre dirigenze pubbliche e la restituzione delle risorse contrattuali tagliate.

Il piano assunzionale straordinario, pur rappresentando una prima positiva inversione di tendenza rispetto ai tagli agli organici degli ultimi anni, disattende le attese di un credibile piano di stabilizzazione del personale docente, educativo e ata che superi una volta per tutte l’attuale precariato nella scuola salvaguardando e garantendo i diritti di tutti in coerenza con la sentenza della Corte di Giustizia Europea.. L’indizione del concorso deve essere rimandata a una data successiva alla piena realizzazione del piano pluriennale.

Ribadiamo la necessità che venga fatto un provvedimento d’urgenza per 150.000 assunzioni senza attendere i tempi di approvazione del disegno di legge. Bisogna cancellare le norme sul divieto di stipulare contratti su posti liberi tutto l’anno per più di 36 mesi. Le norme restrittive per l’anno di formazione o di prova sono scarsamente trasparenti e verificabili perché scompare il ruolo del comitato di valutazione e tutto si concentra sui DS con giudizio unilaterale e monocratico. Siamo di fronte a norme illegittime che determineranno numerosi contenziosi legali.

Faraone: su #riformabuonascuola siamo in tempo, non ha senso un decreto ad hoc per le assunzioni

da La Tecnica della Scuola

Faraone: su #riformabuonascuola siamo in tempo, non ha senso un decreto ad hoc per le assunzioni

Dal sottosegretario trapela sicurezza: “c’è un calendario di lavori che ci consente di restare nei tempi prestabiliti”, quindi le immissioni in ruolo programmate “devono essere collegate all’idea di scuola che abbiamo proposto”. Come dire: non ci interessa procedere al solto turn over. Ma associazioni e sindacati replicano: siamo già fuori tempo massimo.

I tempi per portare al traguardo il ddl “ci sono”, quindi non procederemo a nessuno spacchettamento del ddl per le 100mila assunzioni: ne è convinto Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione, che martedì 7 aprile ha voluto partecipare alla ripresa delle audizioni congiunte delle commissioni Cultura, a Montecitorio, di associazioni e sindacati sul ddl di riforma della Buona Scuola.

Faraone, ha detto a margine dei numerosi interventi, tenuti immediatamente dopo la pausa pasquale, che non è necessaria, né praticabile la via di spacchettare il ddl La Buona scuola facendo confluire in un decreto legge il pacchetto di immissioni in ruolo: “le assunzioni devono essere collegate all’idea di scuola che abbiamo proposto”. Come dire: procedere al solto turn over, non avrebbe senso.

“Sta continuando con queste audizioni l’operazione di ascolto, si stanno sentendo le varie anime del mondo della scuola e c’è un calendario di lavori che ci consente – ha spiegato Faraone – di restare nei tempi prestabiliti”, ha sottolineato il sottosegretario. Che ha confermato la volontà del Governo di tagliare dunque il traguardo al provvedimento nella seconda metà di maggio.

La presenza di Faraone a Montecitorio, è sembrato anche un chiaro segnale, negativo, da parte del Governo alla richiesta, da parte di tantissimi “addetti ai lavori”, di stralciare il capitolo assunzioni. Le richieste di associazioni di docenti “audite” si sono anche soffermate su diverse altre “specifiche esigenze, dai Quota 96 che hanno reclamato una soluzione per la loro vertenza in questo ddl (nel quale, invece, non è contemplata) all’Anief che ha già annunciato 90 proposte emendative”, ha sottolineato l’Ansa.

Sempre l’Anief ha tenuto a dire, nel corso dell’intervento del suo presidente Marcello Pacifico, che i tempi di attuazione del piano assunzionale sono davvero limitati: ammesso che “il Parlamento riesca a convertire questo disegno di legge in decreto legge, quindi entro 60 giorni, arriveremmo comunque al 31 maggio, quindi alla scadenza per la richiesta degli organici da parte dei dirigenti scolastici. I quali dovranno convocare, ormai a giugno, il collegio dei docenti e il consiglio d’istituto, per inviare tutto all’Ufficio scolastico regionale. Che a sua volta invierà la richiesta al Miur. Il quale, solo a luglio o ad agosto potrà fare un decreto, autorizzando degli organici che saranno sottodimensionati rispetto alle richieste delle scuole perché legati al vincolo di bilancio del Ministero dell’Economia”.

Per sapere chi avrà ragione, se le assunzioni si potranno effettuare senza il ricorso al decreto legge o se siamo già fuori tempo massimo prima ancora che parti l’iter di approvazione in Parlamento, dovremo comunque attendere non molto: maggio è dietro l’angolo.

Autovalutazione: piattaforma disponibile a partire dal 30 aprile

da La Tecnica della Scuola

Autovalutazione: piattaforma disponibile a partire dal 30 aprile

L.L.

Visto il ritardo di acquisizione dei dati delle scuole tramite il Questionario scuola, l’Invalsi rinvia l’apertura della piattaforma operativa unitaria

Con nota prot. 2851 del 2 aprile 2015 il Miur ha prorogato al 30 aprile 2015 l’apertura della piattaforma operativa disponibile sul portale della valutazione.

La proroga si è resa necessaria per consentire all’Invalsi l’elaborazione dei dati raccolti con il Questionario scuola, la cui compilazione, che avrebbe dovuto concludersi il 7 marzo, in realtà si è protratta fino alla fine di marzo.

A ogni Dirigente scolastico l’Invalsi invierà il link con le credenziali per accedere alla piattaforma, attraverso la quale sarà possibile visionare i dati per ogni singola scuola comparati a livello provinciale, regionale e nazionale per i diversi indicatori interni al RAV e inoltre permetterà di accedere online alla stessa elaborazione del rapporto di autovalutazione secondo il format già diffuso.

DEF 2015: una mezza dozzina di pagine dedicate alla scuola

da La Tecnica della Scuola

DEF 2015: una mezza dozzina di pagine dedicate alla scuola

 

Il documento propone alcune “schede” di approfondimento su diversi temi legati ai problemi del sistema di istruzione.  La più ampia riguarda il progetto “Buona Scuola”.

La sezione sul “Programma nazionale di riforma” contenuta nel DEF (Documento di economia e finanza) per il 2015 dedica ben 7 schede di approfondimento sul sistema di istruzione.
La prima riguarda il piano “Buona Scuola”; gli altri 6 toccano i seguenti temi: il rapporto OCSE, i #Cantieri per la scuola, l’Afam, gli Istituti tecnici superiori, il Repertorio nazionale dei titoli di studio e delle qualifiche professionali, gli incentivi alla mobilità degli studenti.
Le schede non aggiungono nulla a quanto già noto ma costituiscono una utile sintesi sui diversi temi.
Per quanto riguarda il tema della Buona Scuola il DEF ribadisce le intenzioni del Governo in materia di assunzioni e di altre misure a sostegno della scuola. L’unico dato strano è che per diversi interventi vengono confermate le cifre messe a disposizione nel disegno di legge 2994, mentre per quanto concerne le assunzioni non viene fornito nessun dato.

In allegato mettiamo a disposizione dei nostri lettori le pagine del documento dedicate al sistema di istruzione.

Cobas: tre giorni di sciopero contro il piano Renzi

da La Tecnica della Scuola

Cobas: tre giorni di sciopero contro il piano Renzi

 

Tre giorni di sciopero per protestare contro la “scuola dei quiz”, contro i “presidi padroni” e, in definitiva, contro l’intero impianto del disegno di legge sulla scuola.

Contro il progetto di riforma della scuola che si sta iniziando a discutere in questi giorni in Parlamento, i Cobas hanno deciso di protestare, e anche in grande stile.
Per il 5, 6 e 12 maggio, in concomitanza con le rilevazioni dell’Invalsi, il sindacato di Piero Bernocchi ha proclamato uno sciopero nazionale dell’intero comparto.
Nei primi due giorni sono chiamati a scioperare i docenti e gli Ata dell’infanzia e della primaria, mentre lo sciopero del 12 riguarderà docenti e Ata della secondaria.
Ma quali sono i motivi specifici della protesta?
Innanzitutto c’è la questione delle immissioni in ruolo: “Come avevamo facilmente previsto – dichiara il portavoce Piero Bernocchi – la sbandierata assunzione in massa dei precari è stata l’arma di ricatto per imporre la cattiva scuola del Ddl governativo. Intanto le ipotetiche assunzioni sono già scese da 150 a 100 mila e sono state affidate non ad un decreto (pienamente giustificabile, data l’urgenza delle immissioni in ruolo) ma ad un Disegno di legge, e dunque probabilmente verranno ulteriormente ridotte a poco più del normale turn-over dei docenti; poi esse sono accompagnate dall’annuncio che per altri 200 mila precari ci sarà solo il terno al lotto di un nuovo concorso (dopo tanti già fatti) per 60 mila posti da qui al 2019″.
“Dunque – conclude su questo punto Bernocchi – al più 160 mila precari verrebbero stabilizzati in 5 anni, più o meno pari alla sostituzione dei docenti pensionabili, mentre per la maggioranza degli altri/e ci sarebbe l’espulsione”.
Nel mirino dei Cobas ci sono anche il ddl sulla scuola e il suo impianto complessivo: “Nel Ddl la cattiva scuola renziana si rivela in tutta la sua gravità di pessima “azienda” che mette insieme il peggio della politica scolastica di tutti i ministri dell’Istruzione da Berlinguer in poi. Un potere estremo viene assegnato ai presidi-padrone, modello Marchionne: potranno assumere e licenziare, a loro insindacabile giudizio, e sia i neoassunti sia i lavoratori/trici “stabili” perdenti posto si troverebbero alla loro mercé; decideranno loro i presunti “meriti” dei docenti, in base ai quali premiare e punire, e addirittura come e cosa dovrà insegnare ognuno/a, anche al di là delle competenze specifiche. Saranno poi autorizzati ad attorniarsi di uno “staff del 5%”, cioè di un manipolo di docenti retribuiti con migliaia di euro annui in più non in base ad un presunto merito didattico ma alla sudditanza ai voleri del preside-padrone e alla capacità di controllare gli altri docenti, sottomettendoli alle regole della scuola-azienda e della scuola-quiz”.
Per non parlare poi di altre novità che i Cobas considerano vere e proprie nefandezze: si va dai soldi alle private agli sgravi fiscali per le famiglie che mandano i propri figli nelle scuole paritariee, fino ai contratti di apprendistato per gli studenti.
Insomma, il progetto Renzi sulla scuola, secondo i Cobas, meriterebbe al massimo un 6 meno meno, ma a condizione che ponga capo almeno ad un bel piano di assunzioni e non alla copertura del turn over.  Per tutto il resto è probabile che Bernocchi non intenda andare neppure al di là del mitico “zero spaccato”.

Emissioni NoiPA del mese di aprile 2015

da La Tecnica della Scuola

Emissioni NoiPA del mese di aprile 2015

L.L.

Prevista per mercoledì 15 aprile un’emissione speciale e per il 13 e il 20 aprile due emissioni pagamenti urgenti

Il MEF ha pubblicato in questi giorni due note in cui ha comunicato le emissioni previste nel mese di aprile.

Il 15 di questo mese è prevista una emissione speciale compensi vari per consentire il pagamento delle retribuzioni arretrate al personale supplente breve e saltuario della scuola. Tutti gli elenchi che entro le ore 17.00 del suddetto giorno avranno completato l’iter autorizzativo, saranno oggetto di emissione speciale (NoiPA-031-2015).

Lunedì 13 aprile e lunedì 20 aprile sono, invece, fissate due emissioni pagamenti urgenti. È quindi necessario che i lotti di segnalazione con tipo conguaglio “conguaglio a cedolino urgente”, siano  revisionati  entro le ore 18.00 del 13 e 20 aprile 2015 (NoiPA-032-2015).

#riformabuonascuola: audizioni presso le Commissioni Parlamentari

da La Tecnica della Scuola

#riformabuonascuola: audizioni presso le Commissioni Parlamentari

Continuano le audizioni in DIRETTA WEB alle Commissioni parlamentari riunite di Camera e Senato. Nel pomeriggio di oggi, 7 aprile, le organizzazioni sindacali. Il programma dei prossimi giorni.

Stamane 7 aprile, alle 9, sentite le associazioni dei docenti della scuola.

Dalle ore 14, presso la Sala del Mappamondo, le Commissioni Cultura di Camera e Senato, nell’ambito delle questioni relative ai progetti di riforma del sistema nazionale di istruzione, stanno svolgendo l’audizione informale delle organizzazioni sindacali di categoria.

Alle 18.15: Opera Montessori, fondazioni e enti di categoria.

Mercoledì 8 aprile, alle 8.30: fondazioni e enti di categoria; alle 13.30: Comitato istituzionale paritetico per la minoranza slovena e Presidente della Commissione scolastica regionale per l’istruzione in lingua slovena; alle 14: associazioni di dirigenti scolastici; alle 20: associazioni di scuole paritarie.

Giovedì 9 aprile, alle 8.30: associazioni di categoria; alle 13.30: Confindustria e Rete Imprese Italia; alle 14.15: Conferenze disciplinari dei Direttori, società di pedagogisti ed educatori; alle 16.30: scuole autonome e aperte.

Venerdì 10 aprile alle 9.30: Conferenza delle Regioni e Autonomie locali e Associazione Nazionale dei Comuni italiani (ANCI); alle 11: Forum degli studenti.

 

 

Ricordiamo che le audizioni sono iniziate il 2 aprile alle ore 14 con Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH) e Forum delle Associazioni di genitori (FONAGS). Lo stesso giorno, alle ore 16, sono state sentite alcune associazioni di docenti della scuola