È MORTO MARIO PIRANI, DIFENSORE DELLA SCUOLA SERIA

È MORTO MARIO PIRANI, DIFENSORE DELLA SCUOLA SERIA

La scorsa notte è morto Mario Pirani; avrebbe compiuto novant’anni il 3 agosto. Avendo più volte collaborato con lui dal 2008 in poi in nome del comune interesse per una scuola seria e qualificata, la sua scomparsa ci rattrista particolarmente. Ha sempre dimostrato indipendenza di giudizio e la non comune capacità di valutare nel merito l’operato dei vari governi invece di basarsi su logiche di schieramento. Apprezzò in pari misura i ministri Fioroni e Gelmini per le loro iniziative tese a dare maggiore serietà alla scuola. Memorabile il suo articolo del 2001 Professori, tornate al 7 in condotta, un tema controcorrente che avrebbe ripreso più volte negli anni successivi. Fu contro l’abolizione degli esami di riparazione e contro le commissioni degli esami di Stato formate solo da membri interni. Fu il primo firmatario del nostro appello del 2008 Scuola, un partito trasversale del merito e della responsabilità, e  successivamente appoggiò le nostre campagne per la correttezza degli esami di Stato.  Lo ricorderemo con riconoscenza, stima e affetto.
Alcuni articoli di Mario Pirani:

  1. Professori tornate al 7 in condotta, 21 gennaio 2001
  2. Catastrofe scolastica e cecità politica, 31 marzo 2008
  3. Esiste nella scuola la questione morale?, 26 marzo 2012

Accessibilità ai beni culturali: al Museo Omero di Ancona un corso unico in Italia

da Superabile

Accessibilità ai beni culturali: al Museo Omero di Ancona un corso unico in Italia

In corso la XII edizione del corso che ha l’obiettivo di apprendere le tecnologie, gli strumenti, i metodi dell’educazione all’arte per persone non vedenti, ipovedenti e sorde

ANCONA – E’ giunto alla XII edizione il corso nazionale sull’accessibilità ai beni culturali organizzato dal Museo Tattile Statale Omero di Ancona, appuntamento formativo di eccellenza e di alto livello che richiama operatori da tutta Italia: Milano, Firenze, Perugia, Napoli, Lecce, Courmayeur e naturalmente i marchigiani. Obiettivo formativo è quello di apprendere le tecnologie, gli strumenti, i metodi nell’ambito dell’educazione all’arte per persone non vedenti, ipovedenti e sorde. Quest’anno il corso si svolge dal 16 al 18 aprile secondo la consolidata formula in due moduli ” I modulo: L’accessibilità al patrimonio museale e l’educazione artistica ed estetica delle persone con minorazione visiva”, “II modulo: Beni culturali e turismo: come renderli accessibili alle persona sorde”.

Fra i relatori, esperti del Mibact, Elisabetta Borgia (Centro per i servizi educativi del museo e del territorio – Direzione Generale Educazione e Ricerca) e Sandra Tucci (Servizio I – Arte e Architettura Contemporanee – Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane), e professionisti dell’accessibilità come Paolo De Cecco (Lega del Filodoro di Osimo), Lucia Baracco (Presidente Lettura Agevolata onlus), Loretta Secchi (Museo Tattile di Pittura antica e moderna Anteros dell’Istituto dei ciechi “F. Cavazza”, Bologna), Paola Traversi (Museo Nazionale del Cinema – Torino), Raffaela Tomassetti e Violante Nonno (Kiasso Tis – Turismo Internazionale per Sordi).

Un corso che ha formato oltre 1.500 professionisti fra operatori museali, educatori, docenti, mediatori linguistici, guide turistiche e direttori di musei; professionisti che hanno applicato strumenti e metodi indicati dal Museo Omero nelle loro realtà. I risultati ci sono stati: percorsi accessibili ai Musei Vaticani, alla Galleria Borghese, a Palazzo Vecchio e Palazzo Strozzi di Firenze, etc.

Tribunale di Agrigento: immediata immissione in ruolo

Tribunale di Agrigento: immediata immissione in ruolo per tre iscritti ANIEF e condanna del MIUR per lite temeraria

L’ANIEF porta a segno altre tre schiaccianti vittorie nei confronti del Ministero dell’Istruzione e ottiene l’immissione in ruolo retrodatata al 2009 per tre docenti ancora precarie che finalmente potranno stipulare il contratto di lavoro a tempo indeterminato in virtù del loro corretto inserimento “a pettine” nelle graduatorie 2009/2011. Gli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Francesca Picone ottengono il riconoscimento del pieno diritto dei nostri iscritti all’immediata immissione in ruolo e la condanna del MIUR a 15000 Euro di risarcimento danni per comportamento ostruzionistico.

La questione dei docenti impossibilitati a cambiare provincia e inseriti nelle “code della vergogna” istituite per l’aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento 2009/2011 è ormai nota e le sentenze ottenute dall’Avv. Francesca Picone, che con grande dedizione e professionalità segue i nostri iscritti sul territorio, la ricostruiscono alla perfezione. L’art. 1 comma 4-ter, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134 prevedeva che, in sede di aggiornamento delle GaE 2009/2011, i docenti che chiedevano il trasferimento in una diversa provincia rispetto a quella in cui risultavano iscritti, sarebbero stati collocati “in coda” alla relativa graduatoria senza, dunque, riconoscere alcun valore al punteggio e al merito dagli stessi posseduti. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 41/2011 ottenuta dall’ANIEF, ha dichiarato l’incostituzionalità di tale previsione normativa che violava palesemente il diritto dei docenti precari ad essere inseriti nella graduatoria di interesse in base al principio del merito.

Il Giudice del Lavoro di Agrigento, investito della decisione, ha ritenuto “grave e ostruzionistico”, il comportamento del Ministero dell’Istruzione nei confronti degli iscritti ANIEF costretti ad agire in tribunale e ad attendere anni per vedersi riconosciuto il giusto diritto all’immissione in ruolo a seguito del loro collocamento “a pettine” nelle Graduatorie a Esaurimento 2009/2011. L’avvocato Picone ha pienamente dimostrato in udienza, infatti, che il MIUR non solo stava perseverando nel ledere i diritti dei docenti precari, ma che il suo comportamento ostruzionistico – tenuto conto delle “numerose decisioni giurisprudenziali e soprattutto alla luce delle pronunce di incostituzionalità del Giudice delle Leggi” che il Ministero ben conosceva – ha causato un danno ingente ai ricorrenti.

Il Tribunale di Agrigento ha ritenuto, pertanto, non solo di dover dichiarare il diritto delle nostre iscritte all’immissione in ruolo da sempre negata, ma di dover sanzionare il MIUR applicando quanto prescritto dall’art. 96 c.p.c. e condannando l’Amministrazione sia al pagamento delle spese di ciascun giudizio quantificate in complessivi 3.000 Euro oltre accessori, sia a corrispondere a ognuno dei tre ricorrenti “la somma di euro 5.000,00 oltre interessi legali dalla data odierna sino all’effettivo soddisfo” a titolo di risarcimento del danno.

La caparbia ostinazione contro le giuste ragioni sostenute dall’ANIEF, dunque, è costata al MIUR più di 25.000 Euro tra spese e risarcimento danni. Una degna conclusione per aver ritenuto di poter violare così palesemente i diritti dei docenti precari. Ancora una volta l’azione sapiente e determinata del nostro sindacato ha ristabilito legalità e giustizia.

La “vera scuola” non ci sta. Sciopero il 5 maggio

Un grande sciopero della scuola! I sindacati uniti oggi in Piazza Santi Apostoli hanno rilanciato: il 5 maggio il mondo della scuola incrocerà le braccia contro il disegno di legge su “La Buona Scuola”, che va rivisto radicalmente. Lo hanno annunciato i segretari generali di FLc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda e Snals che insieme a 5 rappresentati sindacali di scuola hanno parlato alla manifestazione.

Lo sciopero del 5 maggio sarà per la FLC CGIL e per le altre organizzazioni sindacali un punto d’arrivo, ma non certo la fine, di una mobilitazione che è già in corso, e che è iniziata a marzo con iniziative territoriali, lo sciopero delle attività non obbligatorie, la discesa in piazza delle RSU di tutta Italia di questa mattina: una mobilitazione che non si fermerà se le cose non cambieranno.

Non è una riforma (né tantomeno una buona scuola) quella che si fa senza coinvolgere veramente i lavoratori che ci lavorano ogni giorno, ascoltando i loro bisogni. È così che si sono espressi i lavoratori oggi a Roma. Non è la “vera scuola”. I grandi assenti di questo disegno di legge, come un reale piano di investimenti e un piano di assunzioni anche per il personale ATA, rischiano di compromettere il futuro della scuola italiana. “Noi chiediamo l’immediata stabilizzazione dei precari – ha dichiarato Domenico Pantaleo, segretario generale FLC CGIL –, il rinnovo del contratto, e che si realizzi, finalmente, una scuola autonoma, libera da molestie burocratiche e basata sulla partecipazione e la cooperazione tra i soggetti che operano nella scuola e nel territorio. Del disegno di legge va cambiato tutto e noi non possiamo più aspettare”.

SCIOPERO GENERALE CONTRO LA BUONA SCUOLA

RETE STUDENTI E UDU: SCIOPERO GENERALE CONTRO LA BUONA SCUOLA / GLI STUDENTI SARANNO AL FIANCO DEI LAVORATORI

Da piazza Santi Apostoli a Roma i sindacati confederali della scuola, FLC-CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS CONFSAL E GILDA, hanno proclamato lo sciopero generale unitario dei lavoratori della scuola per il 5 maggio prossimo, contro la riforma della scuola che il Governo Renzi sta portando avanti.

Dichiara Alberto Irone, portavoce nazionale della Rete degli Studenti Medi: “Gli studenti medi saranno al fianco dei lavoratori in questo sciopero generale, perché tutto il mondo della scuola si deve unire contro le politiche di un Governo che, con il DDL Buona Scuola, trasformerà la scuola italiana in un luogo autoritario e aumenterà le diseguaglianze. Dobbiamo combattere quest’idea di scuola-azienda tutta volta alla competizione e alla selezione, finanziata dai privati e comandata da un preside-manager, perché limita la libertà di docenti, personale, studenti e famiglie e ferisce mortalmente l’idea di una scuola inclusiva e capace di essere il motore dello sviluppo del Paese inteso come uguaglianza possibilità di realizzazione dei cittadini.”

Prosegue Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari: “Il 5 maggio anche gli studenti universitari scenderanno in piazza, contro una Buona Scuola che tanto buona non è. Crediamo si debba ridisegnare il mondo dell’istruzione nel suo complesso: è necessario pensare a ponti reali tra scuola università e mondo del lavoro, che sono invece totalmente assenti nelle proposte attuali del Governo. Quella ci vogliono raccontare non è una scuola buona e se si pensa di trattare un percorso di riforma sull’università come si è fatto per la scuola, allontanando inoltre due mondi che sono invece inevitabilmente e indissolubilmente legati, il 5 maggio sarà solo la prima di molte date di mobilitazione”.

Conclude Irone: “Abbiamo partecipato a tutte le loro finte consultazioni, abbiamo avanzato molte proposte, prima e dopo la presentazione di questo DDL, sempre con spirito costruttivo: ma i lavoratori e gli studenti di questo Paese, ancora una volta, sono rimasti inascoltati. Allora è arrivato il tempo di mobilitarci tutti insieme e dimostrare che la scuola buona per davvero è un’altra: vogliamo più democrazia per realizzare davvero l’autonomia scolastica, chiediamo che la priorità assoluta sia garantire il Diritto allo Studio e che la scuola diventi il più forte strumento di lotta alla diseguaglianza. Tutti in piazza il 5 maggio, lavoratori e studenti, per una scuola pubblica, libera e democratica capace di cambiare davvero il Paese.”

Buonascuola è solo la Scuola della scoperta

BUONASCUOLA è SOLO LA SCUOLA DELLA SCOPERTA di Umberto Tenuta

CANTO 452 <<il docente… conduce altri alla scienza di cose ignote allo stesso modo che uno,

scoprendo,

conduce se stesso alla conoscenza di ciò che ignora>>[1]

 

Senza forse, in questa frase di Tommaso D’Aquino è espressa la caratteristica fondamentale che ogni scuola deve possedere.

Non è BUONASCUOLA la scuola che non mette gli studenti nella condizione di riscoprire quanto gli uomini hanno scoperto nel lungo cammino della loro umanizzazione.

Il figlio di donna non nasce uomo, ma lo diventa solo attraverso l’educazione.

E l’umanizzazione del figlio di donna non si attua attraverso la memorizzazione dei saperi, ma attraverso il processo della loro riscoperta.

Per comprendere la scrittura posizionale dei numeri occorre reinventarla.

Per comprendere la Geometria occorre reinventarla.

Per comprendere il Teorema di Pitagora occorre reinventarlo.

Per comprendere la scrittura alfabetica occorre reinventarla.

Reinventare!

Tutta la cultura umana è stata inventata dall’uomo.

Niente è stato donato all’uomo.

<<Ti guadagnerai il pane col sudore della tua fronte>> (Genesis 3, 19).

L’uomo ha dovuto inventare se stesso.

Ha dovuto inventare la sua statura eretta.

Ha dovuto inventare la parola.

Ha dovuto inventare le scarpe.

Ha dovuto inventare l’amore.

Eppure c’è ancora qualcuno che è così presuntuoso da pensare di poter insegnare ai bambini la Tavola pitagorica!

Se fosse possibile insegnare, tutti i figli di donna diventerebbero sosia di Dante, di Michelangelo, di Leonardo da Vinci, di Kant, di Marconi, di Leopardi, di Einstein …

Non si insegna niente!

Professori, tenetelo a mente!

Professori, abbiate un po’ di umiltà!

Per quanti sforzi facciate, non insegnerete mai nulla.

Professori, solo due cose voi potete fare, se riuscirete a spezzare la fune di acciaio che vi lega al vostro passato.

Voi potete solo motivare i vostri studenti!

Voi potete solo offrire qualche discreto aiuto ad apprendere.

Se apprendere significa inventare, occorre che chi inventa sia motivato a farlo.

Motivato, abbia una spinta a muoversi.

Un po’ come il motorino di avviamento dell’auto!

Non vi dispiaccia, Professori!

Motivate, e la macchina parte.

Ora salite nella cabina di pilotaggio!

Pardon!

Sulla indispensabile pedana, dietro la cattedra.

Ancora la cattedra della chiesa medioevale!

Ancora i banchi, i banchi biposti, ieri a dodici posti, come nelle chiese medioevali.

E guidate i vostri giovani studenti nelle loro attività di ricerca, di riscoperta, di reinvenzione.

Chiamatela pure PROBLEM SOLVING.

Chiamatela pure COOPERATIVE LEARNING.

Ma siate discreti!

Non sostituitevi ai vostri studenti.

Piuttosto, aiutateli a fare da soli.

Forse non diceva questo Maria Montessori?

<<Maestra, aiutami a fare da sola!>>.

Moderni Virgili, un giorno direte ai vostri giovani:

Tratto ti ho qui con ingegno e con arte;

Lo tuo piacere ornai prendi per duce.

Fateli andare ove il disio miri…

Il loro disio!

E voi fate in modo da rendervi al più presto inutili.

È questa la scienza e l’arte del Maestro.

Quanto più presto possibile rendersi inutile!

Seppure qualcosa di molto importante potete fare, voi docenti e voi dirigenti.

Creare ambienti di apprendimento[2].

Laboratori di apprendimento.

Attrezzati opportunamente, adeguatamente, modernamente.

Come facevano le brave sorelle Rosa e Carolina.

Come faceva Maria.

E se proprio non vi dispiace, date pure qualche tabletino.

Uno due tre… trentatrè.

I vostri giovinetti prima fateli rotolare sulla pancia e sulla schiena.

Poi fateli apprendere coi piedi e con le mani.

Quando con questo si saranno a lungo divertiti, consegnate loro i tabletini.

Prossimamente 3D.

Insomma:

Azioni concrete, prima.

Azioni virtuali, poi.

Azioni iconiche, dopo.

Azioni simboliche, alla fine.

Chiaro, no?

Ogni scoperta, ogni invenzione, ogni conoscenza che l’uomo ha fatto ha seguito questo percorso.

E l’ontogenesi ripete la filogenesi[3].

Scoprire, inventare, costruire m’è gran ventura…

Deh, non parlar!

È questa lo ventura più bella che possa capitare ai giovani studenti della BUONASCUOLA.

 

Caro m’è ’l sonno, e più l’esser di sasso,

mentre che ’l danno e la vergogna dura;

non veder, non sentir m’è gran ventura;

però non mi destar, deh, parla basso.

(Michelangelo Buonarroti, La Notte – Rime (XVI secolo)

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − voce da cercare

 

 

[1] TOMMASO D’AQUINO (a cura di M. Casotti), De magistro, La scuola, Brescia, 1957, p 28.

[2]UMBERTO TENUTA L’attività educativa e didattica nella scuola elementare – Come organizzare l’ambiente educativo e di apprendimento, La Scuola, Brescia, 1989.

[3] Come è noto, la legge dell’evoluzione di Darwin fu integrata da Haeckel con la «legge biogenetica fondamentale», secondo la quale l’ontogenesi, cioè lo sviluppo individuale degli embrioni, è una ricapitolazione abbreviata e incompleta della filogenesi..

#riformabuonascuola, ogni istituto avrà 5 o 6 docenti in più per la didattica

da La Tecnica della Scuola

#riformabuonascuola, ogni istituto avrà 5 o 6 docenti in più per la didattica

Lo ha detto il sottosegretario Faraone: spetterà ai presidi e al collegio dei docenti decidere come destinare questo 8% in più di insegnanti. E ancora: negli anni è stata costruita una condizione che ha portato all’esistenza di 550mila precari, una che situazione rende precaria non solo la vita degli insegnanti ma anche la didattica. Come governo del cambiamento abbiamo detto basta. Proteste del Mida.

“Con questa riforma, non ci sarà la ‘supplentite’ nelle scuole e che ci saranno istituti dotati di circa con l’8% in più per svolgere la didattica”. Lo ha detto, il 17 aprile, il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, durante una conferenza stampa a Catanzaro, rispondendo ad alcune domande poste dai precari. Ciò significa che una scuola con almeno circa 70 docenti in organico di diritto, che rappresentano anche la media di quelle oggi esistenti, potrà contare su 5 o 6 docenti in organico funzionale. Che sarà gestito dai capi d’Istituto.

Non a caso, Faraone ricorda che “spetterà ai dirigenti scolastici e al collegio dei docenti decidere come destinare questo 8% in più di insegnanti”.

“Con il ddl – ha aggiunto il sottosegretario – stiamo facendo uno sforzo enorme perché in questi anni sono stati sommati in maniera veramente vergognosa una quantità di precari che sono vittime di scelte scellerate della politica. Negli anni è stata costruita una condizione che ha portato all’esistenza nel Paese di 550mila insegnanti precari”.

Certo, sarebbe impossibile assumerli tutti. Però, “avevamo il dovere – ha detto ancora Faraone – come governo del cambiamento di interrompere un sistema che reputiamo sbagliato che è quello delle graduatorie e della condizione perché questo precariato si perpetuasse negli anni. Ciò perché tale situazione rende precaria non solo la vita degli insegnanti, ma anche la didattica. Abbiamo fatto una scelta mettendo come priorità e come scelta di governo l’assunzione di centomila insegnanti”.

Le parole di Faraone non ha però frenato le proteste contro la riforma: mentre il sottosegretario rispondeva alle domande, un gruppo di precari del Mida, Movimento docenti da abilitare, ha manifestato pacificamente innalzando cartelli con la scritta “Mida per ruolo”.

Oggi i sindacati in piazza contro la riforma

da La Tecnica della Scuola

Oggi i sindacati in piazza contro la riforma

Oggi a Roma manifestazione delle rappresentanti sindacali unitarie della scuola: Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda contro il disegno di legge del governo. Il programma della giornata prevede il concentramento dei partecipanti a piazza SS. Apostoli per le ore 10:30, quando prenderanno il via gli interventi dal palco

Le persone che saranno a Roma oggi, sabato 18 aprile, per dire no al progetto di scuola delineato nel disegno di legge all’esame delle Camere e chiederne profonde modifiche, sono quelle che un mese fa lavoratrici e lavoratori, insegnanti e personale Ata, hanno eletto a stragrande maggioranza come loro rappresentanti nelle rsu.

Le liste presentate dai sindacati promotori della manifestazione hanno ottenuto, insieme, più del 90% dei consensi espressi. Poiché hanno votato 810.000 persone (oltre l’80% della categoria) si può dire che in piazza ci dovrebbe essere “la scuola”, quella di chi ogni giorno ne vive in diretta le difficoltà, i disagi e i problemi, mettendo in campo per risolverli le risorse della sua competenza e della sua passione.

Saranno proprio i rappresentanti delle rsu i protagonisti della giornata, alternandosi sul palco con i segretari generali dei sindacati per ribadire con forza le richieste su cui da settimane il mondo della scuola è mobilitato: no a modelli di gestione autoritaria che stravolgono i principi di un’autonomia fondata sulla collegialità, la cooperazione e la condivisione; subito un piano di assunzioni che assicuri la stabilità del lavoro per tutto il personale docente e Ata impiegato da anni precariamente.

Per avere: organici adeguati al fabbisogno, per un’offerta formativa efficace e di qualità; rinnovo del contratto scaduto da sette anni per una giusta valorizzazione del lavoro nella scuola; no a incursioni per legge su materie soggette a disciplina contrattuale, come le retribuzioni e la mobilità del personale; avvio di una strategia di forte investimento su istruzione e formazione, recuperando il gap che separa l’Italia dagli altri paesi europei. (Aska)

DDL Scuola: rallentano i lavori

da La Tecnica della Scuola

DDL Scuola: rallentano i lavori

La Commissione Cultura dedicherà la prossima settimana solo due riunioni al disegno di legge, mentre le Commissioni Bilancio e Affari Costituzionali non se ne occuperanno del tutto.

La prossima settimana l’esame del ddl sulla scuola procederà a rilento anche perchè nel frattempo molte Commissioni saranno impegnate a lavorare sul Documento di economia e finanza.
La Commissione Cultura della Camera riprenderà in mano il provvedimento nel pomeriggio del 22 e poi proseguirà nel pomeriggio successivo: in pratica ci sarà appena il tempo di inziare l’esame dei primi 5-6 articoli (complessivamente sono 24).
La Commissione Lavoro inizierà l’esame del ddl per fornire il proprio parere, mentre non sono ancora calendarizzati gli interventi più attesi e cioè quelli delle Commissioni Bilancio e degli Affari Costituzionali.
Tutto questo significa che il provvedimento non potrà essere presentato in aula nei tempi previsti (ultimi giorni di aprile), tanto che ormai si sta parlando dell’11 o del 12 maggio, con il risultato che il passaggio al Senato si sposta al 18 maggio e non prima.

Nonostante la posizione piuttosto irremovibile assunta dal Governo negli ultimi giorni (“Ci potrà essere qualche ritocco, ma l’impianto rimarrà quello attuale” ha dichiarato per esempio il sottosegretario Faraone), si fa sempre più strada l’ipotesi di possibili modifiche importanti che potrebbero servire ad “ammorbidire” la posizione dei sindacati che proprio per domani 18 aprile hanno programmato una manifestazione nazionale alla quale parteciperanno soprattutto le RSU recentemente elette.
Per esempio potrebbe essere cancellato del tutto l’articolo 12 che prevede l’impossibilità di attribuire incarichi a tempo determinato ai docenti che hanno già ottenuto supplenze per 36 mesi.
Per la verità i sindacati chiedono anche lo stralcio degli articoli sulle assunzioni, in modo da assicurare l’immissione in ruolo di 100mila precari. Ma può anche darsi che qualche “concessione” immediata possa essere considerata accettabile almeno da una parte dei sindacati rappresentativi che proprio nella giornata del 18 dovrebbe annunciare le prossime azioni.

18 aprile a Roma manifestazione unitaria delle RSU

da tuttoscuola.com

18 aprile a Roma manifestazione unitaria delle RSU
Gli eletti nelle RSU manifestano alle 10,30 in piazza SS. Apostoli

Un comunicato unitario, sottoscritto dai segretari dei cinque sindacati ‘rappresentativi’ Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda, espone le ragioni della manifestazione nazionale indetta per il giorno 18 aprile a Roma in piazza SS. Apostoli

“Le persone che verranno a Roma sabato 18 aprile, per dire no al progetto di scuola delineato nel disegno di legge all’esame delle Camere e chiederne profonde modifiche, sono quelle che un mese fa lavoratrici e lavoratori, insegnanti e personale ATA, hanno eletto a stragrande maggioranza come loro rappresentanti nelle RSU.

Le liste presentate dai sindacati promotori della manifestazione hanno ottenuto, insieme, più del 90% dei consensi espressi. Poiché hanno votato 810.000 persone (oltre l’80% della categoria) si può dire senza tema di smentita che in piazza ci sarà “la vera scuola”, quella di chi ogni giorno ne vive in diretta le difficoltà, i disagi e i problemi, mettendo in campo per risolverli le risorse della sua competenza e della sua passione.

Saranno proprio i rappresentanti delle RSU i protagonisti della giornata, alternandosi sul palco con i segretari generali dei sindacati per ribadire con forza le richieste su cui da settimane il mondo della scuola è mobilitato:

  • no a modelli di gestione autoritaria che stravolgono i principi di un’autonomia fondata sulla collegialità, la cooperazione e la condivisione;
  • subito un piano di assunzioni che assicuri la stabilità del lavoro per tutto il personale docente e ATA impiegato da anni precariamente;
  • organici adeguati al fabbisogno, per un’offerta formativa efficace e di qualità;
  • rinnovo del contratto scaduto da sette anni per una giusta valorizzazione del lavoro nella scuola;
  • no a incursioni per legge su materie soggette a disciplina contrattuale, come le retribuzioni e la mobilità del personale;
  • avvio di una strategia di forte investimento su istruzione e formazione, recuperando il gap che separa l’Italia dagli altri paesi europei.

Alla “vera scuola” presente in piazza SS. Apostoli Governo e Parlamento devono prestare attenzione e ascolto: non sono buone riforme, non è “buona scuola” quella fatta di progetti costruiti senza o contro i lavoratori che saranno chiamati a metterli in atto. Questo il segnale che i sindacati intendono lanciare con questa iniziativa, tappa importante di un percorso di mobilitazione che non si concluderà certamente con la manifestazione di domani.

Il programma della giornata prevede il concentramento dei partecipanti a piazza SS. Apostoli per le ore 10,30, quando prenderanno il via gli interventi dal palco”.

EDUCA – Il Festival dell’educazione – VI EDIZIONE

“DESIDERIO E CONFLITTO”: IL TEMA DELLA VI EDIZIONE DI EDUCA

immagine coordinata programma 2015Presentato stamattina il programma della VI edizione di EDUCA, il festival dell’educazione che si terrà il 18 e 19 aprile a Rovereto. Esperti in discipline diverse, ospiti di fama nazionale, laboratori che offrono la possibilità di conoscere e sperimentare modalità e approcci innovativi, ma anche spettacoli, arte e giochi: 40 appuntamenti dedicati a bambini e ragazzi, genitori e insegnanti, educatori. Una pluralità di linguaggi e di saperi per provare a rileggere “Desiderio e Conflitto”, due elementi costitutivi della vita dell’uomo e del mondo che la modernità sembra avere messo in crisi. Il tema di questa VI edizione sarà declinato guardando a molti aspetti della vita individuale e collettiva e dei rapporti tra le diverse generazioni: dalla scuola al lavoro, dalla maternità e paternità ai rapporti tra culture diverse, dalla pace e la guerra all’influenza dei luoghi e degli spazi nella convivenza.

 

 

IL TEMA: “DESIDERIO E CONFLITTO”

ll 18 e 19 aprile a Rovereto torna EDUCA, il festival dell’educazione con 40 appuntamenti: seminari, incontri con studiosi, scrittori e illustratori, laboratori esperienziali, spettacoli, giochi e mostre dedicati al tema “Desiderio e Conflitto” e rivolti ai bambini e ai loro genitori, ai giovani, agli insegnanti e agli educatori, agli amministratori e più in generale a tutti coloro che guardano al futuro con passione, convinti che l’educazione sia un’opportunità per generare ben-essere individuale e collettivo. “Desiderio e conflitto – ha affermato Remo Job, direttore del Dipartimento di psicologia e scienze cognitive dell’Università di Trento e coordinatore scientifico di EDUCA – sono due elementi essenziali della vita individuale e collettiva; motore trainante di azioni e sentimenti che nella modernità sembrano però assumere, almeno a livello di rappresentazione, forme estreme che oscillano tra l’assenza e l’eccesso. L’assenza di desiderio è emblematicamente rappresentata dagli sdraiati indifferenti davanti alla tv contrapposta all’eccesso come continua e spasmodica ricerca di appagamenti immediati che lasciano perennemente insoddisfatti. Mentre l’assenza di conflitto non è data dalla pace quanto piuttosto dalla fuga dal confronto e dal dialogo, laddove l’eccesso è costituito dalla prevaricazione e dalla violenza”.

Ma è davvero questa la realtà nelle famiglie, nelle scuole, nella comunità? È possibile recuperare la forza generatrice di “buon vivere” propria di queste due pulsioni umane? Rispondere a questi interrogativi ponendosi in una prospettiva educativa offre, secondo il Comitato promotore di EDUCA, la possibilità di riconoscere, recuperare e costruire un desiderio come una pulsione verso il futuro e verso l’altro, una chiave per comprendere e aprirsi, un veicolo per l’autonomia. Consente inoltre di affrontare il conflitto come punto di partenza per percorsi di maturazione e di ricerca di nuove forme di convivenza. Secondo Livia Ferrario, dirigente del Dipartimento della Conoscenza della Provincia autonoma di Trento, EDUCA è un’ottima occasione per la scuola e più in generale per gli adulti che hanno il compito di aiutare i ragazzi a coltivare i propri desideri, a non avere paura di esternarli e a diventare capaci di affrontare i conflitti come opportunità per migliorare le relazioni con gli altri. Collocare in una prospettiva educativa il tema del conflitto, ha sottolineato inoltre Ferrario, è importante per riflettere su eventi tragici come quelli accaduti in Kenya ed evitare che “buona educazione” diventi solo uno slogan.

Gli incontri, i laboratori, ma anche gli spettacoli organizzati a EDUCA dal Comitato promotore e con il contributo di molte agenzie educative, vogliono per l’appunto essere stimoli a riflettere, inviti a contrastare la degenerazione del desiderio in omologazione e a evitare la trasformazione del sano contrapporsi in violenza e prevaricazione.

 

IL PROGRAMMA

Il tema “Desiderio e Conflitto” sarà declinato in diversi ambiti tematici sia in termini di riflessione che di pratica, grazie al contributo di esperti appartenenti a discipline diverse e di organizzazioni e agenzie educative che offriranno la possibilità di conoscere e sperimentare direttamente approcci e modalità utili nella vita quotidiana. Si inizierà sabato mattina con un’esortazione “Litigare fa bene!” del pedagogista Daniele Novara, fondatore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza, il quale cercherà di dimostrare (ma anche di insegnare nel laboratorio per genitori che terrà nel pomeriggio) che evitare i conflitti significa privarsi di una possibilità di apprendimento, mentre gestirli è assumere una responsabilità. I rapporti tra desiderio e limite, tra autonomia e regole, tra diritto al rischio e volontà di protezione – rapporti che sono spesso alla base di conflitti sia all’interno della famiglia che della scuola – saranno trattati in diversi laboratori, tra i quali “Urlo di mamma”; “Che rabbia! Te la racconto” e “Libertà dentro le regole” dedicati ai bambini e ai loro genitori;Il rischio: un’opportunità per crescere” per gli adulti; “Che scatole!” per adolescenti e “La mediazione dei conflitti” per tutti.

Sabato pomeriggio si aprirà il filone dedicato a guerra e pace, guardato inizialmente nella prospettiva della responsabilità di chi narra i conflitti: la scrittrice Cristina De Stefano presenterà infatti la prima biografia autorizzata di Oriana Fallaci, la giornalista italiana più celebre del Novecento che ha indossato elmetto e zaino per narrare dal fronte i conflitti bellici del dopoguerra. Guerra e pace torneranno in altri appuntamenti all’interno di EDUCA: mostre e spettacoli, ma anche la presentazione della ricerca “Diritti alla pace” attraverso la quale sono state indagate le opinioni, le rappresentazioni e gli atteggiamenti di un campione di circa 1.000 studenti trentini delle scuole superiori. Qual è e come può essere agita la responsabilità delle pubbliche amministrazioni nel rendere città e territori, luoghi capaci di alimentare il desiderio e di evitare o contenere i conflitti? A questa domanda proveranno a risponder portando la loro esperienza concreta Mariagrazia Pellerino, assessore alle Politiche Educative del Comune di Torino, che fa parte della rete delle città educative; Luciano Malfer, direttore dell’Agenzia per la Famiglia della Provincia autonoma di Trento e Paolo Verri, direttore del Comitato Matera-capitale europea della cultura per il 2019 e responsabile del palinsesto eventi e i contenuti espositivi del Padiglione Italia dell’Expo Milano 2015. Sempre sabato il teologo Vito Mancuso e il filosofo della scienza Giulio Giorello, in un dialogo moderato dal giornalista Riccardo Bonacina, proveranno a rispondere all’interrogativo se scienza e religione siano causa dei conflitti tra culture o strumenti per un mondo plurale. I due noti studiosi proveranno inoltre a capire se e come la conoscenza possa essere la chiave per impedire che la diversità sfoci in contrasti violenti, che oggi si propagano velocemente attraverso i social network dove migliaia di sconosciuti si mobilitano contro “il diverso”, contro l’altro da sé, senza averne approfondito storia, identità, cultura. In una prospettiva di responsabilità collettiva agita però anche in comportamenti individuali e quotidiani sarà trattato il tema del cibo grazie a Andrea Segrè, agroeconomista, fondatore di Last Minute Market e ora anche presidente della Fondazione Mach, che presenterà il suo ultimo libro “L’oro nel piatto”. Secondo Segrè, che dal 2010 promuove la campagna europea di sensibilizzazione “Un anno contro lo spreco”, sprecare significa gettare il cibo nella spazzatura, ma anche mangiare cibo spazzatura: il primo danneggia l’ambiente e lede il diritto al cibo per tutti, il secondo nuoce alla salute. Occorre trovare la strada per nutrire un pianeta che è allo stesso tempo troppo affamato e troppo sazio. In questa prospettiva l’educazione alimentare diventa vera e propria educazione civica.

Domenica 19 si parlerà di maternità e paternità, le esperienze umane che più emblematicamente rappresentano il desiderio come forza generatrice, ma che oggi sono diventate da un lato terreno di potenziali conflitti personali, familiari e sociali, dall’altro oggetto di eccessive semplificazioni e ricostruzione retoriche. I luoghi comuni sulla crisi dei padri saranno messi discussione da Ivo Lizzola, docente di Pedagogia dell’Università degli Studi di Bergamo e autore de “La paternità oggi. Tra fragilità e testimonianza”. Di maternità al plurale parleranno invece la scrittrice e illustratrice Arianna Papini e Barbara Poggio, docente alla facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Trento; gli interventi saranno accompagnati da letture teatrali dell’attrice Manuela Fischietti. Di “buona scuola” e “buona educazione” si parlerà domenica mattina con il medico e psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet e l’esperto di politiche educative Marco Rossi Doria che, a partire dall’esperienza innovativa maturata in Trentino con il progetto Campus, presenteranno strumenti e modalità per rendere la scuola di oggi capace di accompagnare ed accogliere fragilità e talenti. Ma non solo a scuola si impara: il filosofo Marcello Farina e il pedagogista Piergiorgio Reggio parleranno di maestri di vita, quelli che instillano il desiderio dell’incontro con l’altro e la passione per l’umanità. Non mancherà il tema del lavoro che sembra oggi diventato il terreno dei desideri frustrati, delle identità da (ri)costruire, dei conflitti personali e sociali. Ma è davvero tutto così buio? A partire dal libro “Il tempo senza lavoro” in cui narra le vicende degli ex lavoratori di un’importante fabbrica portata al fallimento da una gestione incompetente e truffaldina, Massimo Cirri, il noto conduttore della trasmissione radiofonica Caterpillar, dialogherà con due giovani impegnati a creare opportunità di lavoro anche per altri. Ai libri, albi illustrati, cataloghi e pubblicazioni degli ospiti di EDUCA e di altri esperti sarà dedicato uno spazio all’interno Palazzo Alberto Poja curato dalle case editrici Il Margine, la meridiana, Erickson, Einaudi, Publistampa e dalla libreria Mondadori di Rovereto.

 

GLI SPETTACOLI

A EDUCA non ci saranno solo i linguaggi tipici della divulgazione scientifica, ma anche quelli dell’arte. Tra gli spettacoli sabato mattina andrà in scena “Verso la luna“, una produzione dedicata ai bambini dai 6 ai 10 anni del Teatro Telaio di Brescia: due topolini vedono la luna, si accorgono di quanto è bella e decidono di andarla a trovare: “perché la luna è lontana ma, se ci credi davvero, può anche finire che ci balli sopra per un po’”. Agli studenti delle scuole secondarie sarà dedicato lo spettacolo “Amore scrivimi”, del Gruppo Teatrale Don Milani, tratto da un diario vero di una profuga trentina che racconta il dolore e le preoccupazioni della Grande Guerra, “vera rovina del mondo”. Sabato sera sarà in scena invece l’autore, attore e regista teatrale Marco Baliani con “TRACCE”, una rappresentazione ispirata all’omonima raccolta di aforismi e parabole di Ernst Bloch e il cui filo conduttore è rappresentato da quattro parole: “Stupore”, “Incantamento”, “Infanzia” e “Racconto”. Una narrazione ricca di ricordi, pensieri ed emozioni personali dell’autore, ma anche di citazioni letterarie e di scelte musicali affini e evocative: alla fine lo spettatore, forse sconcertato e disperso, desidera completare in modo personale non quei segni ma il proprio percorso di ricordi e memorie. Domenica pomeriggio sarà invece la volta di “UN GIORNO DA PECORA live show!” di e con Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, musiche e canzoni eseguite dal vivo da Rachele Brancatisano e Alessandra Machella, chitarra e voce, regia, immagini e video Andrea Corbo. La trasmissione culto di Radio2 che sta girando l’Italia con uno spettacolo dal vivo porterà a EDUCA il format che ha cambiato la storia della radio. I due conduttori sottoporranno quelle che loro definiscono “inutili domande” a diversi ospiti che rimarranno fino all’ultimo momento segreti; mostreranno i filmati più scioccanti della storia della trasmissione, e sottoporranno i malcapitati ospiti ad alcune prove che testeranno la loro pazienza. Sarà l’arte a parlare di guerra grazie alla mostra “Confini e conflitti. Border and Battles” allestita presso Palazzo Alberti Poja che in occasione di EDUCA proporrà visite guidate e laboratori per bambini e adulti appositamente pensati per il festival.

 

LA CAMPAGNA

Tra le novità di questa edizione la campagna di sensibilizzazione “L’EDUCAZIONE MI STA A CUORE”: il 18 aprile alle ore 11 tutti sono invitati a portare il cuore simbolo della campagna (colorato, trasformato, personalizzato) al teatro Rosmini di Rovereto e per chi non può esserci l’invito del Comitato è di stamparlo e attaccarlo alla finestra, appenderlo al parco, in giardino, per strada, postarlo su Facebook e gli altri social network e condividerlo con gli amici.

 

I PROMOTORI DI EDUCA

EDUCA è un incrocio di mondi che da anni unisce intorno al tema dell’educazione organizzazioni diverse. Nata nel 2008 da un’idea di Con.Solida, il consorzio della cooperazione sociale trentina, ha ottenuto subito la collaborazione di Cooperazione trentina e del consorzio nazionale della cooperazione sociale Cgm, e l’appoggio convinto di partner istituzionali che hanno fatto proprio l’intento di rimettere l’educazione al centro dell’attenzione collettiva. Provincia di Trento, Università degli studi di Trento e Comune di Rovereto hanno da pochi mesi rinnovato il Protocollo di Intesa per costruire insieme il festival; un impegno che se vede in prima linea il Comitato promotore non manca di coinvolgere trasversalmente i diversi settori delle tre istituzioni.

Ai promotori si sono sempre affiancati molte organizzazioni che con le loro proposte hanno contribuito ad arricchire il programma. Anche in questa edizione e nonostante i tempi molto stretti dovuti allo spostamento delle date di EDUCA da settembre ad aprile, sono state più di 40 le agenzie educative che hanno risposto alla call del Comitato promotore segnalando e proponendo esperienze, testimonianze, laboratori caratterizzati da originalità e innovazione e alimentando così uno scambio che fa crescere insieme.