Dario Cillo candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione

cillo_cspiDario Cillo candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione

di Maddalena Mongiò

 

Candidatura salentina per il prossimo quinquennio del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione a comporre la lista nazionale dei dirigenti scolastici. Nella lista, infatti, la Uil Scuola ha candidato Dario Cillo, dirigente scolastico del Polo professionale “L. Scarambone” di Lecce. La Uil ha voluto esprimere una candidatura forte, con una profonda conoscenza del funzionamento della scuola e delle normative che ne regolano il funzionamento.

E non basta. Cillo ha dato prova di sapersi muovere nell’arida prateria delle leggi riuscendo a umanizzare e a personalizzare percorsi didattici a misura di studente. Sarà anche merito della sua laurea in Filosofia, oltre che della grande esperienza maturata come insegnante prima e come dirigente poi, impegnato in progetti e commissioni ministeriali.

La scuola non è solo il luogo di lavoro, ma anche della sua passione per innovare, dare chance ai giovani, lavorare in team per motivare tutti. Lungo l’elenco di incarichi, da quando ha cominciato la sua carriera come professore, nel lontano ’86, dopo aver acquisito ben quattro abilitazioni all’insegnamento (per diverse discipline). La prima esperienza come preside nel lontano 1995. Il suo fiore all’occhiello? La rivista online “Educazione&Scuola”, al suo ventesimo anno di attività, la prima rivista telematica italiana dedicata al mondo della scuola, vincitrice del premio come miglior sito educational del web nel 2012, di cui è anche il direttore responsabile.

Il suo profilo, insomma, ben si attaglia alla funzione a cui è chiamato il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Organo consultivo esprime, anche di propria iniziativa, pareri su proposte o disegni di legge in materia scolastica, oltre a pareri obbligatori e spesso vincolanti su materie fissate dalla legge, in particolare su provvedimenti riguardanti il personale scolastico dei ruoli nazionali (trasferimento per servizio, decadenza, dispensa, riammissione in servizio, per citarne alcuni) e su questioni di programmazione e modifiche in campo scolastico.

Dovrà vedersela con altri 28 candidati per la componente dirigenti scolastici, su base nazionale, fra i quali solo due risulteranno eletti. Si vota il 28 aprile, dalle 8 del mattino alle 17; ogni scuola avrà un seggio elettorale, mentre i dirigenti scolastici voteranno presso i seggi provinciali individuati dagli Uffici Scolastici Regionali. Un distinguo dei seggi, necessario a tutelare la segretezza del voto. Trentasei i componenti del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, la metà di nomina del ministro dell’Istruzione e dopo – si spera – potrà partire l’attività del nuovo organo.

Giovani e contesto sociale

GIOVANI E CONTESTO SOCIALE

di Davide Leccese

 

Quale relazione si stabilisce tra giovani e contesto sociale?

Va, innanzitutto, dichiarato che ai condizionamenti oggettivi, o fattuali, (il livello sociale, la condizione familiare, il tenore di vita, il contesto socio-ambientale) in cui il giovane vive, vanno aggiunti i condizionamenti soggettivi, definibili soprattutto dal modo personale con cui egli vive in relazione al contesto, dalle proiezioni nel futuro e dalle propensioni di vita.

Se è vero che ognuno non solo è quello che si trova a vivere, ma soprattutto quello che vorrebbe diventare, è anche vero – soprattutto per il giovane – che su di lui esercita una forte influenza il come “sente” il se-stesso-nel mondo-con gli altri.

Per valutare quanto agisca sui giovani il contesto sociale, è opportuno partire da alcuni atteggiamenti di sfondo (quasi costanti oramai nelle nuove generazioni) che costituiscono il punto di riferimento per chiunque voglia studiare le “regole di azione” del giovane:

1. Il giovane manifesta un’attenzione quasi ossessiva per gli aspetti materiali/oggettivi; in questa maniera si concretizza il bisogno – descritto da Fromm – di “avere” prima che di “essere”. Anzi, a voler condurre fino all’esasperazione tale tendenza, in molti casi l’avere diventa essere, soprattutto quando significa successo personale, quando diventa “status symbol”.
2. Il giovane è alla ricerca della “felicità” come soddisfazione dei desideri; in molti casi il desiderio diventa diritto, assume il tono della pretesa, si connota come logica ricattatoria nei riguardi degli adulti/genitori (Se volete che io studi…datemi…). Si configura, allora, inevitabilmente, una perdita di autenticità e una superficializzazione della realtà, sempre più sostituita da finzioni e da oggetti, mistificanti il bisogno reale d’identità. Conta, così, meno quel che si è e molto di più quello che si appare e si rappresenta, in un contesto sociale tutto volto all’immagine e alla configurazione di valori-feticcio (le bella moto, il buon vestito, il telefonino, la bella ragazza, ecc.)

Ma non è facile definire oggi i confini di “contesto sociale”; o quantomeno non è agevole circoscrivere i reciproci limiti: la famiglia di un tempo – ad esempio – aveva una sua “impermeabilità”, rispetto ad altri contesti, per cui ci si immergeva in questi, uscendo dalla famiglia, che rimaneva un tutt’uno, una sorta di globo/valori. Oggi, invece, la permeabilità è diretta, violenta, immediata, ad opera dei mass media. Il giovane vive in famiglia portando addosso la pelle del contesto scolastico, di quello amicale, dei luoghi che frequenta. Chi non ricorda, invece, le ragazzine di qualche anni fa che cambiavano addirittura abbigliamento, uscendo di casa, perché la famiglia vietava l’uso di abiti troppo osé o troppo vistosi. Le nostre compagne di studio si truccavano fuori casa e si preoccupavano di eliminare il trucco prima di rientrare.

Oggi i modelli sono sempre meno “casalinghi” e domestici: i genitori di regola rappresentano l’ancoraggio alla realtà, alla fatica di vivere, al dovere; fuori della famiglia è l’arrembaggio alla felicità spicciola.

Va anche detto che sovente gli stessi educatori rappresentano la contraddizione di un modello alternativo e si contestualizzano anch’essi, non in propositivo: insoddisfatti, frustrati, desiderosi di realizzarsi per sé, indipendentemente da un quadro di riferimento valoriale, denigratori gratuiti della realtà sociale e/o istituzionale che ufficialmente rappresentano.

Il mondo secondo i mass media e la realtà secondo questo tipo di adulti, delusi e deludenti, generano nei giovani – con riguardo al contesto sociale – due effetti devastanti: da un lato la “espropriazione” della capacità di dare senso e valore a se stessi e a ciò che li circonda; dall’altro la “disincentivazione” della capacità di dare un senso alla loro realtà, al gusto di vivere, di  sentirsi responsabili del proprio destino.

Un effetto devastante di questo approccio compromesso con il contesto sociale è sicuramente quello di vivere sulle “fasce estreme” del comportamento: questi giovani possono assumere o l’atteggiamento apatico verso il benché minimo stadio di partecipazione sociale o si posizionano in maniera emotivamente parossistica (con emozioni esclusivamente esaltate) o passano da uno all’altro degli atteggiamenti senza alcuna mediazione oggettiva e concretamente motivabile.

25 aprile Scuola di libertà

logo_70liberazione

Scuole di libertà, street art per il 25 aprile

Le celebrazioni per il settantesimo anniversario del 25 aprile coinvolgono le scuole superiori e incontrano la street art, forma d’arte e di espressione contemporanea di forte impatto. Si chiama “Scuola di libertà” il progetto che nasce da un protocollo di intesa siglato tra la Presidenza del Consiglio, il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e la Rai. Le diverse parti interessate si sono impegnate a sostenere e sviluppare iniziative per le scuole di ogni grado: la celebrazione del sacrificio di quanti hanno combattuto per un’Italia libera durante i 595 giorni della Resistenza, può così essere tramandato alle nuove generazioni.

Tra le iniziative del MIUR, opere di street art sono in corso di realizzazione in vari istituti scolastici, da Catania a Rimini, da Imperia a Sapri: gli studenti sono al lavoro per la composizione di murales a tema, con la guida di artisti di fama internazionale.

Questo progetto è centrato sul racconto per immagini, allo scopo di avvicinare i giovani ai valori espressi dalla Costituzione repubblicana e agli ideali di libertà e democrazia. Questo lavoro è stato ripreso dalle telecamere di Sky Arte, che ne farà un documentario.

La street art è stata scelta come una delle forme di espressioni contemporanee più idonee per liberare la creatività degli alunni. Ma anche per raccontare, tramite le immagini, il coraggio di quanti hanno combattuto per la Liberazione del nostro paese. Si può così attualizzare questo sentimento e rappresentare in modo chiaro che cos’è oggi il coraggio per gli studenti. Un percorso storico artistico che porterà alla realizzazione di nove opere su murales che resteranno visibili nelle diverse scuole.

Il progetto artistico-formativo “Scuole di libertà”, realizzato in collaborazione dell’Associazione Walls di Simone Pallotta, vede coinvolte nove istituti italiani e nove artisti di fama internazionale. Gli studenti delle diverse scuole sono affiancati da uno streetartist come tutor durante le diverse fasi di realizzazione dei lavori, svolti nell’arco di 42 ore.Ideazione e laboratorio: tre giorni di sei ore ciascuno in cui gli artisti e gli studenti si confrontano sulla ricorrenza del 25 Aprile e  sul tema del coraggio. Una volta scelto il filo narrativo dei murales, alti non più i 3 metri per permettere agli studenti di partecipare in sicurezza, viene individuata la tecnica più idonea da utilizzare. La parte della realizzazione si svolge in tre giorni da otto ore ciascuno: l’artista suddivide gli studenti in piccoli gruppi in modo da rendere dinamica la loro partecipazione.

Alcune delle città scelte sono state insignite della medaglia d’oro alla Resistenza. Altre, anche se di piccole dimensioni, sono invece dei luoghi simbolo della Resistenza. Gli artisti sono stati selezionati non solo per l’esperienza maturata ma anche in base alla rispettiva vicinanza con i luoghi interessati dal progetto. Si è voluto così incentivare una ricerca, da parte degli studenti, sulla storia locale con gli avvenimenti della Resistenza che hanno portato alla Liberazione.

Ecco i nomi degli artisti che hanno guidato gli studenti e le rispettive scuole dove sono stati realizzati i murales:

Bologna

Istituto Superiore Artistico IsArt – Artista di riferimento Dado

Bologna

Catania
Liceo artistico Statale M. M. Lazzaro – Artista di riferimento Gue

Grosseto
Istituto di Istruzione Superiore Polo Bianciardi – Artista di riferimento Marco Sera Milaneschi

Grosseto

Imperia
Liceo Artistico Statale – Artista di riferimento Mr. Fijodor

Rimini
Liceo Statale Alessandro Serpieri Scientifico e Artistico – Artista di riferimento Guerrilla Spam

Rimini

Roma
Primo Liceo Artistico Ripetta – Artista di riferimento Diego THOMS della Posta

Roma

Poggio Mirteto
Polo Didattico “Gregorio Da Catino” – Artista di riferimento Giulio Bonasera

Sapri
Istituto d’Istruzione Superiore Leonardo da Vinci – Artista di riferimento Nemos

Torino
Primo Liceo Artistico Statale – Artista di riferimento Davide Andrea