Fare il DS: Autonomia, Organizzazione, Valutazione

FondArt4Corso di preparazione al “Concorso a Dirigente Scolastico 2015”

Istituto Preziosissimo Sangue
Via Scipione l’Africano n° 272 – Bari

2 maggio 2015
ore 15,30 – 19,30

Fare il DS

Autonomia, Organizzazione, Valutazione

di Dario Cillo

5 maggio sciopero generale scuola

Martedì 5 maggio sarà sciopero. Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma: sette grandi manifestazioni per dire l’ennesimo NO ad una riforma che vuole tutto meno che una buona scuola. Dopo 7 anni i cinque sindacati più rappresentativi del comparto scuola scioperano insieme, e nelle piazze italiane ci saranno anche gli studenti che, a gran voce, in una lettera aperta hanno chiesto ai loro docenti di fare lo stesso. Ci sono, insomma, tutti i buoni presupposti perché le manifestazioni siano partecipate e l’adesione allo sciopero alta.

Seguiremo lo svolgimento delle manifestazioni con aggiornamenti in tempo reale su twitter e su facebook (prevediamo una diretta social) e, naturalmente, su www.flcgil.it con la pubblicazione di notizie dalle diverse piazze.

Di seguito i percorsi delle manifestazioni.

AOSTA: ore 9.30 ritrovo in Piazza Chanoux.

BARI (Basilicata, Calabria e Puglia): ore 9.00 concentramento delle delegazioni in Piazza Castello (piazza Federico II di Svevia) con successiva partenza del corteo che proseguirà lungo il seguente percorso Via S. Francesco d’Assisi, Via Latilla, Via Quintino Sella, Via A. Gimma, Corso Cavour, Corso Vittorio Emanuele e raggiungerà Piazza Prefettura dove si svolgerà il comizio conclusivo. MAPPA

CATANIA (Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa): ore 9.00 concentramento delle delegazioni in Piazza Europa con successiva partenza del corteo che sfilerà per Corso Italia, Piazza Verga per arrivare a Piazza Roma dove si svolgeranno i comizi. MAPPA

CAGLIARI (Sardegna): ore 9.30 concentramento delle delegazioni in Piazza Giovanni XXIII, Via Dante, Via Paoli, Via Sonnino, Via XX settembre, Via Roma, Via Sassari, arrivo del corteo in Piazza del Carmina e inizio interventi dal palco. MAPPA

MILANO (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino, Veneto): ore 9.30 concentramento delle delegazioni in Piazza Repubblica (di fronte alla stazione centrale; fermata metropolitana M3 (gialla). Ore 10.00/10.15 partenza corteo con il seguente percorso V.le M.te Santo, Via G. Galilei, Via M.te Santo, P.ta Nuova, XXV Aprile, F. Crispi, P.ta Volta, Piazza Lega Lombarda, V.le Elvezia, Via G. Bayron, Via A. Bertani, Corso Sempione con arrivo del corteo all’Arco della Pace e inizio interventi dal palco. MAPPA

PALERMO (Agrigento, Palermo e Trapani): ore 9.00 concentramento delle delegazioni in Piazza Marina con successiva partenza del corteo che sfilerà per Corso Vittorio, Via Roma, Via Cavour per arrivare a Piazza Verdi (Teatro Massimo) dove si svolgeranno i comizi. MAPPA

ROMA (Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Molise, Toscana, Umbria): ore 9.30 concentramento delle delegazioni in Piazza della Repubblica con successiva partenza del corteo con il seguente percorso Via V.E. orlando, L.go S. Susanna, Via Barberini, Piazza Barberini, Via Sistina, Piazza Trinità dei Monti, Viale Trinità dei Monti, Via G. D’Annunzio con arrivo del corteo a Piazza del Popolo e inizio interventi dal palco. MAPPA

CHE SUCCEDE NELLE SCUOLE IN CASO DI SCIOPERO?

Se tutti dichiarano di scioperare la scuola chiude e il dirigente scolastico lo comunica alle famiglie. Il dirigente è tenuto a comunicare alle famiglie, almeno 5 giorni prima, le modalità di funzionamento della scuola nel giorno dello sciopero. Spetta a lui stimare se è possibile che alcune lezioni siano garantite o meno. L’adesione totale o comunque molto alta del personale Ata comporta comunque la chiusura della scuola, perché non si potrebbe assicurare la vigilanza e la tutela degli alunni all’ingresso e all’interno dell’istituto.

La scuola, a differenza di altri servizi pubblici, non deve garantire servizi minimi, se non in casi rarissimi, come un contingente minimo di Ata durante gli esami finali.

Appuntamenti in piazza a Bologna

Appuntamenti in piazza a Bologna contro la scuola di Renzi-Giannini:

Domenica 3 maggio in piazza 8  agosto alle ore15 il popolo della scuola torna … in piazza. Attendiamo Renzi con cucchiai e pentole per fare un concertino al presidente del consiglio, con pane e cioccolato per la merenda di bambine e bambini, con la messa in scena parodico-drammatica dell’asta delle maestre nella nuova scuola, con i famosi “quiz Infalsi” che in base alla recente circolare del glorioso istituto per lo spostamento strategico saranno effettuati obbligatoriamente ogni domenica pomeriggio per i prossimi tre mesi…

Martedì 5 maggio Grande sciopero contro il ddl Renzi Giannini. Ritrovo ore 9 piazza XX settembre a Bologna per la manifestazione regionale

Professione insegnante: considerazioni di “genere”

da La Tecnica della Scuola

Professione insegnante: considerazioni di “genere”

Spesso capita di sentire chi sostiene che, tra gli insegnanti, dovrebbero esserci più uomini e meno donne. C’è poi qualche estremista che arriva addirittura a invocare le “quote azzurre” in una professione che è femminile all’82%

Vale quindi la pena, in questa festa del 1° Maggio, soffermarci sulla questione, approfittando del “femminismo di ritorno” rilanciato da Hillary Clinton, in corsa per la Casa Bianca, e dalla parità di genere sul salario rivendicata da Papa Francesco.

Partiamo dalla parità salariale tra insegnanti uomo e donna: questa pare essere rispettata, ma in modo parimenti insufficiente per tutti e due. In effetti Papa Francesco aveva già fatto un richiamo sull’inadeguata retribuzione dei docenti, ben sapendo che l’erogazione di un basso compenso a un qualsivoglia lavoratore fa parte dei cinque peccati che “gridano vendetta al cielo” (Genesi). E quanto sopra a prescindere dal fatto che il datore di lavoro sia un privato cittadino o lo Stato.

Se il pontefice resta inascoltato, le altre voci “femministe” sembrano orientate ad altre platee (es. impiegate, commesse etc), con esclusione di quella scolastica. C’è solamente un “popolo”, forse ancor più bistrattato delle docenti, ed è quello delle casalinghe.

Ecco ancora una volta che i due mondi (scuola e famiglia) si toccano, si completano, si compenetrano. Le due agenzie educative tessono i primi e fondamentali rapporti intergenerazionali, con qualche differenza, avendo come protagonista assoluta la donna. E’ infatti la madre da subito a garantire il rapporto (intergenerazionale) “nutritivo” attraverso il cordone ombelicale prima e il seno poi; è ancora la madre (con un più ridotto ma essenziale ruolo del padre) a esercitare il ruolo (intergenerazionale) “educativo” sulla prole; è infine ancora la donna (82% insegnanti) a svolgere quel rapporto (intergenerazionale) formativo a scuola.

Dunque donna protagonista, sia fisiologicamente che fattivamente, in quel rapporto intergenerazionale che sarà quasi sempre asimmetrico in famiglia (con tendenza all’inversione dei ruoli con l’invecchiamento), e perennemente asimmetrico durante la carriera docente. Da questa situazione di costante asimmetria nel rapporto intergenerazionale lavorativo derivano due rischi tipici per la donna insegnante: a) la difficoltà ad avere un rapporto/confronto coi pari; b) l’infrequente ricorso alla condivisione coi colleghi per far fronte a problemi o situazioni stressanti. Non vanno poi dimenticate le due ulteriori piaghe – più volte denunciate – che gravano sulla professione docente: gli stereotipi dell’opinione pubblica e lo stigma delle patologie psichiatriche quali patologie professionali della categoria.

Ricapitolando. La donna è vera protagonista non solo nel dare alla luce le nuove generazioni, ma anche allacciando e garantendo i rapporti intergenerazionali (nutritivo, educativo, formativo). All’istituzione non interessa la funzione esercitata dalle due agenzie educative “storiche”, ma sembra addirittura esserne disturbata. Da qui le insensate e recenti picconate su entrambi gli istituti “scuola” (vedi DDL buona scuola) e “famiglia” (divorzio breve), quasi che qualcuno o qualcosa volesse appropriarsi del loro insostituibile ruolo. Ricordo una cosa del genere, in Germania nel 1936, si chiamava “Progetto Lebensborn”: fallì miseramente.

www.facebook.com/vittoriolodolo

DDL incostituzionale? Non è così facile dimostrarlo

da La Tecnica della Scuola

DDL incostituzionale? Non è così facile dimostrarlo

Si parla molto di incostituzionalità del ddl sulla scuola, ma per parlarne seriamente bisognerebbe entrare più nel dettaglio e precisare i passaggi sui quali esiste il dubbio di legittimità.

Il tema della incostituzionalità del ddl sulla scuola sta diventando uno dei leit-motiv più diffusi del dibattito politico e sindacale sul progetto di riforma della scuola al quale il Governo sta faticosamente lavorando.
Chi scrive non ha la competenza adeguata per dire se davvero il ddl contenga elementi di incostituzionalità, sa però per esperienza che il giudizio di illegittimità costituzionale non riguarda mai una legge ma, al massimo, un articolo, alle volte anche solo un comma o addirittura un solo rigo di un comma. Il caso della pronuncia della Consulta sulla questione del blocco dell’adeguamente delle pensioni è tipico: ad essere giudicate anticostituzionali sono poche parole della legge Fornero. Per restare in ambito scolastico dovremmo ricordare che anche la legge Moratti del 2003 era stata bollata come incostituzionale da alcuni sindacati e dai movimenti; stessa cosa era capitata con l’articolo 64 della legge 133/2008; anche se poi,  a conti fatti, le pronunce della Consulta sono state due o tre in tutto e riguardano in concreto i rapporti fra Stato e Regioni.
Piaccia o non piaccia la Corte Costituzionale, quando pronuncia un giudizio di illegittimità fa sempre riferimento a una ben precisa disposizione e non alla “filosofia” complessiva di un provvedimento di legge. Quindi sostenere che il ddl è incostituzionale perchè limita l’esercizio del diritto allo studio garantito dalla Costituzione è un po’ poco (o comunque non basta per far sì che la Consulta intervenga).
Allora, chi vuole davvero ottenere una pronuncia della Corte dovrebbe mettersi a studiare il testo parola per parola, virgola per virgola per cercare di scovare i passaggi che mettono in discussione uno o più principi costituzionali (se possiamo permetterci un suggerimento a noi pare per esempio che le reti di scuole di cui si parla nel ddl non possano essere istituite senza un confronto con le Regioni).
Tutto il resto è assolutamente legittimo (e magari anche doveroso), ma appartiene alla sfera del dibattito politico e non ha nulla a che vedere con questioni giuridiche che sono quasi sempre assai più complesse di quanto possa apparire a prima vista.

Elezioni CSPI: si profila un mezzo terremoto

da La Tecnica della Scuola

Elezioni CSPI: si profila un mezzo terremoto

I primi dati diffusi dall’Unicobas sono una vera sopresa: tiene la Flc-Cgil, ma “esplodono” i sindacati di base che raggiungono tutti insieme un bel 25%. Ma per ora i dati riguardano solo Roma e sono molto parziali.

I dati sulle elezioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione che l’Unicobas sta diramando in anteprima riguardano per ora una piccola “fetta” di elettori di un centinaio di scuole romane e non rappresentano certamente un “campione” significativo.
Ma forse indicano una tendenza che, se dovesse essere confermata, potrebbe davvero sconvolgere il panorama sindacale della scuola.
Il dato. quasi incredibile, è che nel loro complesso i sindacati di base (Unicobas, Cobas, Anief, Usb) si potrebbero attestare sul 20-25% dei voti, mentre un sindacato blasonato come la Cisl potrebbe addirittura non avere neppure i numeri per essere presente in tutte le componenti del Consiglio (docenti infanzia, primaria, secondaria primo grado, secondaria secondo grado, Ata, dirigenti).
Da questo primo dato che l’Unicobas fornisce, la Cisl supera il tetto del 10% solamente nella scuola dell’infanzia dove è tradizionalmente un sindacato che “conta”, ma nella primaria non arriva neppure al 7%.  Il solo sindacato che “tiene” è la Flc-Cgil che può disporre di una organizzazione capillare e diffusa. I Cobas, per parte loro, si stanno attestando al secondo posto nelle superiori e al terzo fra gli Ata.
Il dato, è bene ribadirlo, è ancora molto parziale e quindi le percentuali che abbiamo fornito vanno prese con le molle, ma la tendenza che sta emergendo non va sottovalutata.

Secondo Stefano d’Errico il dato deve essere messo in relazione anche con il successo dello sciopero del 24 aprile e con la forte opposizione del mondo della scuola verso il ddl 2994 che non trova adeguate risposte da parte dei sindacati tradizionali.
Ed è forse anche il successo che sta emergendo dal voto (12% di voti nell’infanzia, nella primarie e nella secondaria di primo grado, 14% allle superiori) che Unicobas ha sciolto le ultime riserve decidendo di partecipare a tutti gli effetti allo sciopero del 5 maggio.
Sciopero nel quale si confronteranno due linee diverse: quella dei sindacati rappresentativi che chiedono modifche al testo del ddl e quella dei sindacati di base che ne pretendono il ritiro totale.

“Disposizioni di dubbia portata normativa”

da La Tecnica della Scuola

“Disposizioni di dubbia portata normativa”

Il Comitato per la legislazione della Camera dei Deputati ha pubblicato il resoconto della seduta che ha esaminato il Ddl 2994, noto come “La Buona Scuola”: non c’è articolo che venga risparmiato. “Disposizioni di dubbia portata normativa”

I dieci deputati, che rappresentano maggioranza ed opposizione, hanno presentato decine di osservazioni sostanziali. Gli onorevoli del Comitato, tra cui Marilena Fabbri e Andrea Giorgis del Pd, non hanno risparmiato osservazioni al premier Matteo Renzi e al ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini.

La notizia era stata data in anteprima dal nostro sito già alcuni giorni addietro e ora è stata ripresa anche sul Fatto Quotidiano.

Una prima nota riguarda l’impianto generale: “Nel procedere a numerosi interventi modificativi della disciplina vigente, il disegno di Legge non sempre effettua un adeguato coordinamento con le preesistenti fonti normative che risultano oggetto di modifiche non testuali”.

Il Comitato si sofferma soprattutto sull’articolo 21 volto a conferire al governo una serie di deleghe e sottolinea la confusione che regna rispetto ai tempi di attuazione dei decreti: “Al comma 1 si prevede che vengano adottati entro il termine di diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della Legge; il comma 5 fissa il termine di due anni per l’adozione di eventuali decreti integrativi e correttivi. Al riguardo, appare opportuno individuare univocamente i termini per l’esercizio della delega principale e di quelle integrative e correttive”.

Rilevante, scrive Il Fatto, la nota sulla scuola dell’infanzia che mette in rilievo l’assenza di decisioni in merito: se da una parte infatti “l’articolo 8 comma 12 dispone che a regime, cioè dopo il piano di assunzioni straordinarie, il personale docente della scuola statale acceda ai ruoli esclusivamente mediante concorsi pubblici ad eccezione del personale della scuola dell’infanzia e del personale educativo”, dall’altro canto il Comitato per la legislazione fa notare che per gli insegnanti dell’infanzia “non si rivelano altre previsioni ad hoc”. Non solo. Nelle dieci pagine di osservazioni si rileva la contraddizione che emerge all’articolo 21 a tal proposito: “Il comma 2 indica fra i principi e i criteri direttivi della delega l’accesso mediante concorso pubblico per il personale docente tutto: le due previsioni andrebbero dunque coordinate”.

Scrivono inoltre i deputati: “Alcune disposizioni appaiono di dubbia o nulla portata normativa”; “il testo adotta espressioni imprecise ovvero suscettibili di ingenerare incertezze sull’effettivo significato tecnico normativo”. E’ il caso dell’insegnamento dell’inglese, della musica e dell’educazione fisica alle elementari dove la Legge “sembrerebbe consentire implicitamente l’insegnamento anche a soggetti non in possesso del titolo di abilitazione all’insegnamento nella scuola primaria derogando in modo tacito e non esplicito la normativa vigente”.

Importante anche la nota riguardo il lavoro degli uffici scolastici regionali che lascia intravedere il caos per i prossimi mesi: per l’individuazione degli albi territoriali “non sono previsti termini, tuttavia l’individuazione degli albi dovrà avvenire in tempi celeri perché è propedeutica all’esercizio della relativa opzione da parte dei soggetti interessati al piano di assunzioni straordinarie”. Infine una stroncatura arriva direttamente al premier amante degli inglesismi: i riferimenti all’open data e allo school bonus andrebbero riformulati senza impiegare termini stranieri.

DDL scuola: rinvio per l’organico dell’autonomia (e relative assunzioni)

da La Tecnica della Scuola

DDL scuola: rinvio per l’organico dell’autonomia (e relative assunzioni)

Basta fare 4 conti per scoprire che il disegno di legge potrà entrare in vigore, salvo imprevisti, agli inizi di luglio.

Commentare come si sta sviluppando il percorso parlamentare e politico e del ddl sulla scuola è diventato ormai difficile, anzi quasi impossibile. Un mese e mezzo fa pareva (Giannini dixit) che in poche settimane il provvedimento sarebbe stato festosamente approvato dal Parlamento per entrare in vigore già nei primissimi giorni di maggio, in modo da consentire agli uffici del Miur di predisporre tutti gli atti amministrativi necessari per realizzare le assunzioni di 100mila precari (forse nessuno ricorda che l’anno scorso per assumerne molti di meno USR e uffici provinciali lavorarono quasi ininterrottamente dai giugno fino al al 30 agosto (e in qualche caso anche oltre).
Adesso si scopre (si fa per dire, visto che la nostra testata lo aveva previsto già da tempo) che alla Camera, se tutto filerà liscio, il provvedimento arriverà in aula il 14 maggio per essere votato e approvato entro il giorno 19. Lunedì 4 l’Ufficio di presidenza della Camera dovrebbe definire questa ipotesi e farla approvare dai deputati.
Subito dopo il ddl passerà al Senato che potrebbe iniziarne l’esame il 26 maggio. Ma c’è un particolare di non poco conto: non è detto che nella settimana dal 25 al 30 maggio il Senato lavori a pieno ritmo, dal momento dato che si tratta proprio dei giorni antecedenti il voto regionale. E’ possibile quindi che tutto slitti al 3 giugno anche se, per la verità, grazie ai regolamenti parlamentari al Senato i lavori dovrebbero procedere in modo molto più spedito. In ogni caso è molto difficile che questo passaggio si concluda prima della metà di giugno; e poi bisogna tenere conto del fatto che se il Senato (come è probabile) apporterà qualche modifica, il provvedimento dovrà tornare alla Camera per l’approvazione definitiva. Insomma si arriverà almeno al 20 giugno (ipotesi ottimistica).
Ma la storia continuerà perchè ci saranno i tempi tecnici per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Solo allora si potrà iniziare a dare il via agli atti amministrativi conseguenti. A quel punto ci sarà da capire quali parti del ddl potranno essere applicate già da settembre e quali dovranno per forza di cose essere rimandate al 2016/2017: albi territoriali, piano triennale e organico funzionale faranno quasi certamente parte del “pacchetto” di disposizioni rinviate di un anno. Ma a rischio potrebbe esserci anche una quota consistente di assunzioni e cioè esattamente quelle legate all’organico dell’autonomia.

L’Expo 2015 della scuola, Giannini: 700.000 studenti prenotati

da tuttoscuola.com

L’Expo 2015 della scuola, Giannini: 700.000 studenti prenotati.
Oltre 2 milioni di studenti hanno partecipato ai concorsi del Miur

L’Expo è una grande occasione per il nostro Paese: porterà il mondo in Italia e gli italiani nel mondo, in un viaggio attraverso il cibo e il tema della nutrizione. Per la scuola sarà un’ottima opportunità educativa. Per questo da mesi siamo al lavoro per sostenere gli istituti che vogliono partecipare e recarsi a Milano. Grazie all’azione di sostegno e di diffusione delle informazioni attivate dal Miur, ad oggi abbiamo già 700.000 studenti prenotati. Mentre oltre 2 milioni di ragazzi hanno partecipato ai bandi di concorso tematici del nostro Ministero”. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini in occasione dell’apertura dell’Expo 2015. “Nei prossimi giorni invieremo alle scuole anche le nuove Linee guida per l’alimentazione”.

La scuola ad Expo, dal primo giorno

Con l’inaugurazione dell’Expo il Ministro Stefania Giannini ha aperto oggi anche il Vivaio Scuole dove, fino ad ottobre, 736 istituti mostreranno le loro eccellenze. A inaugurare questo spazio, per primi, sono stati l’Istituto Majorana di Bari (con il progetto dal titolo “Beer with you”, realizzato in gemellaggio con una scuola belga) e l’Istituto Carlo Porta di Milano (con i lavori realizzati nell’ambito di un gemellaggio con il Brasile). Per la prima volta nella storia delle Esposizioni Universali, la scuola sarà davvero protagonista.

Intanto sono oltre 2 milioni gli studenti italiani e stranieri che hanno partecipato a “La Scuola per Expo 2015” e a “Together in Expo 2015 (#TIE2015)”, i due bandi di concorso indetti dal Miur. Circa 1.500 scuole hanno sviluppato progetti di narrazione e comunicazione nel segno del digitale grazie al concorso  “La Scuola per Expo 2015”.

Il progetto internazionale #TIE2015, associato al progetto digitale www.togetherinexpo2015.it, attivo dal 6 ottobre 2014 e fino al termine dell’Expo Milano 2015, ha invece visto fino ad oggi la partecipazione di quasi 1.700 classi di tutto il mondo al bando di concorso. Mentre la piattaforma web (fruibile in italiano, inglese e francese) ha permesso a studenti e insegnanti di attivare gemellaggi internazionali e di iniziare a lavorare e a collaborare insieme. Sono quasi 3.000 i docenti iscritti al portale Together in Expo e quasi 2.000 i team/classi provenienti da 65 paesi diversi che si sfidano quotidianamente all’interno della Community del sito, partecipando alle attività ludico-educative di edutainment e scambiandosi messaggi.

Il Miur ha attivato un sito ad hoc http://www.lascuolaversoexpo.it/ per fornire alle istituzioni scolastiche tutte le informazioni necessarie per partecipare all’Expo, le agevolazioni attive (il biglietto per gli studenti, anche universitari, costa 10 euro), gli accordi siglati con associazioni e altri partner, come Confindustria o Coni, per portare i ragazzi all’Esposizione universale all’interno di percorsi didattici mirati fra sport, educazione alla salute e alternanza scuola-lavoro.

Accademie e Conservatori per Expo

Il Padiglione Italia ospiterà i Conservatori italiani per tre momenti musicali al giorno. Anche le Accademie di Belle Arti, l’Accademia Nazionale di Danza e l’Accademia di arte drammatica “Silvio D’Amico”, metteranno in mostra le proprie eccellenze.

#VivaioRicerca e Università

E’ il programma di eventi scientifici a cura del Centro nazionale delle Ricerche (Cnr) che si terrà al Padiglione Italia. Ventiquattro gli eventi in calendario. Dieci gli atenei italiani che stanno già realizzando progetti.