Finanziamenti alle scuole: mancano i fondi per il funzionamento

Finanziamenti alle scuole: mancano i fondi per il funzionamento.
I sindacati scrivono al MIUR

I sindacati FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams scrivono al Ministero dell’Istruzione dando voce alla sofferenza delle scuole che, ad oggi, a poco più di 20 giorni dalla conclusione delle lezioni – cosa mai avvenuta in passato – non hanno ancora ricevuto neppure un euro dei fondi per il funzionamento amministrativo e didattico del 2015.
E ciò in presenza di scadenze diventate ormai ineludibili per le istituzioni scolastiche, quali pagamento dei fornitori e delle bollette a fronte di una cassa scolastica necessariamente vuota perché non alimentata dal fondo del funzionamento ministeriale.
Per di più il gestore istituzionale della piattaforma certificazione crediti ha ufficialmente ammonito tantissime scuole che risultano inadempienti rispetto alle scadenze di pagamento delle fatture, minacciando le sanzioni del caso. Già una settimana fa abbiamo denunciato come inaccettabile questa situazione.

Unitariamente ora chiediamo l’immediato trasferimento delle risorse dovute alle scuole e, in attesa, un intervento urgente presso il gestore a che cessi i suoi interventi intimidatori e una convocazione del tavolo di informativa per discutere, oltre alle questioni aperte con il tavolo tecnico (mepa, help desk, stato della sperimentazione diretta delle supplenze, monitoraggio residui) anche di questa grave situazione in cui sono lasciate le scuole.

La situazione è ancora più paradossale se si considera che mentre il Governo va sbandierando gli investimenti collegati al DDL sulla scuola dimostra un totale disinteresse per la gestione (difficile) quotidiana delle istituzioni scolastiche lasciandole senza un euro per il funzionamento.

La buona scuola: il DDL è viziato da illogicità manifesta

La buona scuola: il DDL è viziato da illogicità manifesta

di Enrico Maranzana

 

Trascrivo quanto ho inviato al Presidente della repubblica.

 

On. Presidente,

lavoro per la scuola e mi interesso dei processi educativi dal 1963 operando anche nel campo dell’aggiornamento insegnanti. Visto il cambiamento in atto, mi permetto di sottoporLe una valutazione critica del documento governativo: esiste una sostanziale contrapposizione tra il modello di scuola che il DDL 2994 vuole introdurre rispetto a quello che negli anni il legislatore ha progressivamente elaborato.

Atti parlamentari – Camera dei deputati – 27 marzo 2015 – capo VII art. 21 comma a) – pag. 23

La stratificazione normativa in materia di legislazione scolastica richiede un intervento organico di coordinamento dell’attuale assetto normativo, mediante la redazione di un testo unico delle disposizioni in materia di istruzione già incluse nel testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994 nonché nelle altre fonti normative. Il citato testo unico infatti, risalente al 1994, non risulta più coerente con la legislazione vigente, a seguito dei numerosi interventi di riforma in materia di istruzione e di pubblico impiego. Si registrano antinomie giuridiche dovute al mancato coordinamento con gli interventi anche d’urgenza che si sono succeduti nel tempo, a cui non è seguita un’armonizzazione della disciplina. In particolare, il testo unico non è in larga parte allineato né con l’introduzione dell’autonomia, a cui è conseguito un nuovo assetto istituzionale, ordinamentale e amministrativo, e con la sua costituzionalizzazione, né con la ripartizione delle competenze tra Stato e regioni a seguito dell’approvazione della riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione. Inoltre, alla luce delle innovazioni previste dal disegno di legge, si rende ulteriormente necessario avviare il processo di riscrittura del testo unico mediante riordino, coordinamento formale e sostanziale delle disposizioni di legge, anche apportando integrazioni e modifiche innovative”.

La Camera dei deputati non ha concesso la delega alla riscrittura del TU. L’art. 21 (23) comma 2) punto 1) del disegno di legge incarica il governo di redigere “un testo unico delle disposizioni in materia di istruzione già contenute nel testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 ..” che conferisce mandato

al CONSIGLIO DI CIRCOLO/ DI ISTITUTO di “elaborare e adottare gli indirizzi generali” da elencare sotto forma di competenze generali [comportamenti necessari per interagire positivamente con l’ambiente] per orientare l’attività del Collegio dei docenti, indirizzamento rafforzato dall’indicazione dei “criteri generali della programmazione educativa” che ne caratterizzano la vita.

Sottordinato al Consiglio di istituto è collocato il COLLEGIO DEI DOCENTI che “cura la programmazione dell’azione educativa” per identificare le capacità che le competenze generali presuppongono. Prefigura percorsi finalizzati allo sviluppo e al consolidamento di tali capacità e “valuta periodicamente l’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività scolastica”. 

Sottordinato al Collegio dei docenti opera il Consiglio di classe che, adattati alla specificità dei soggetti con cui interagisce gli obiettivi indicati dal Collegio, “coordina” gli insegnamenti per farli convergere verso mete condivise.

Alla base della piramide organizzativa si colloca il docente che, oltre a perseguire gli obiettivi collegialmente identificati, fornisce una precisa immagine della disciplina insegnata.

La struttura decisionale elaborata nel 1974 e sistematizzata nel 1994 è stata, nel corso degli anni, più volte, come di seguito riportato, confermata e affinata dalle fonti normative. Rinforzo che il DDL nega, incurante della piattaforma scientifica su cui è stata edificata [“Il citato testo unico infatti, risalente al 1994, non risulta più coerente con la legislazione vigente..”].

1999 – DPR n° 275 – Natura e scopi dell’autonomia delle istituzioni scolastiche – art.1, comma 2.– L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento”

Perfetta la continuità con l’impianto organizzativo del 1974:

la progettazione formativa, che attiene al rapporto scuola-società, è affidata al CONSIGLIO DI CIRCOLO/DI ISTITUTO: “Il Piano dell’offerta formativa è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione definiti dal consiglio di circolo o di istituto, tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni anche di fatto dei genitori e, per le scuole secondarie superiori, degli studenti. Il Piano è adottato dal consiglio di circolo o di istituto” [Capo II art. 3 comma 3].

La progettazione educativa richiama le responsabilità del COLLEGIO DEI DOCENTI che, identificati i traguardi dell’apprendimento, li persegue e li controlla [il piano dell’offerta formativa .. “esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa” – art. 3 comma 1].

La progettazione dell’istruzione risponde all’esigenza di unificare gli insegnamenti, proiettandoli verso mete condivise.

Infondata l’asserzione del DDL: “Il testo unico non è in larga parte allineato né con l’introduzione dell’autonomia ..”.

2003 – legge 53 – Sistema educativo di istruzione e di formazione – art. 2 comma 2 punto a) “è promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea”.

La coerenza giuridica, logica e sistemica dell’enunciato rispetto all’assetto del 1974 è totale:

aspetto formativo: sviluppo di potenzialità “adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea” – elencate sotto forma di competenze generali;

aspetto educativo: “sviluppare le capacità e le competenze .. coerenti con le attitudini e le scelte personali”

aspetto dell’istruzione: “è promosso l’apprendimento ATTRAVERSO conoscenze e abilità”.

aspetto dell’insegnamento: sviluppo delle competenze specifiche

2009 – Decreto Legislativo 27 ottobre n. 150 Dirigenza pubblica – art. 37 – Oggetto, ambito di applicazione e finalità – con riferimento alla dirigenza pubblica, afferma la necessità di “rafforzare il principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza”.

Il principio di distinzione afferma la necessità di separare, differenziandoli, i soggetti responsabili del COSA deve essere fatto rispetto a quelli che elaborano strategie relative al COME conseguire i risultati. Si tratta dell’architrave della struttura organizzativa introdotta nel 1974: le responsabilità dei diversi soggetti s’incrociano per autogovernare l’istituzione.

Il DDL 2994, senza indagare sulle cause della mancata realizzazione del modello di scuola prescritto dalla legge, ne introduce un altro, funzionale alla staticità della società degli anni cinquanta del secolo scorso.

Per osservare tale divaricazione non è necessario confrontare le norme vigenti con gli articoli del disegno di legge, è sufficiente focalizzarsi le loro chiavi generative.

 

FINALITA’ Il titolo stesso del DDL 2994 dichiara la sua intenzione sovversiva: la funzione educativa è cassata. Da sistema educativo di istruzione e di formazione a sistema nazionale di istruzione e di formazione.

Da un lato una scuola incardinata alle potenzialità degli studenti, dall’altro lato le attività scolastiche gravitano intorno alle conoscenze.

Una contrapposizione rinforzata dal riferimento normativo che ricorre nel testo governativo: la legge 15 marzo 1997, n. 59 in materia d’autonomia delle istituzioni scolastiche aveva validità limitata e conteneva la delega al governo per l’elaborazione di un decreto per regolamentare la vita delle scuole. Il decreto delegato è una rielaborazione dell’oggetto del mandato: la progettazione educativa, la progettazione formativa e la progettazione dell’istruzione sono “la sostanza” della norma. Tre indirizzi contrari al tipo di cambiamento che il DDL 2994 intende realizzare, tre indirizzi inadatti alla professionalizzazione e all’addestramento che la concatenazione istruzione-formazione induce.

Il cuore delle norme vigenti è la progressione formazione-educazione-istruzione: l’individuo trova la sua identità all’interno della società di cui è parte. La conoscenza è strumentale alla promozione delle ”capacità e delle competenze, generali e specifiche”, necessarie per interagire positivamente con la società.

 

STRUTTURA DECISIONALE – Il DDL 2994 rigetta il “principio di distinzione” e reintroduce il modello organizzativo gerarchico lineare: il potere è accentrato in un unico soggetto.

La manifestazione del rifiuto è esplicitamente espressa nel testo rilasciato dal governo in data 27 marzo: art.7 – comma 1 – il dirigente scolastico .. è responsabile delle scelte didattiche, formative ..

E’ implicita nel testo modificato dalla Camera dei deputati. Il termine “formazione” è stato sradicato dal suo naturale campo di definizione: il suo significato è stato stravolto.

La progettazione educativa è stata scaraventata nell’indeterminatezza per cui la mission della scuola è banalizzata e gli organi collegiali privati del loro spirito vitale.

Nell’elenco delle norme collegate al DDL 2994, l’art. 37 d.lgs. 150 del 27/10/2009 è assente.

Una dimenticanza che premia la sistematica omissione di atti obbligatori negli ordini del giorno degli organismi collegiali, origine della loro sterilizzazione.

La legge e il DDL 2994 percepiscono le problematiche scolastiche in modo difforme, da cui derivano rappresentazioni del campo del problema contrapposte:

complessità
VS  semplicità;

abbattimento della complessità
VS parcellizzazione;

strategie di lungo periodo
VS strategie di breve periodo;

dinamicità e complessità del mondo contemporaneo
VS situazione attuale semplificata;

dettami della scienza
VS tradizionale, obsoleto, inefficace dell’organizzazione modello organizzativo;

progettazione, formulazione d’ipotesi per il conseguimento della finalità del sistema educativo   VS  itinerari per l’acquisizione delle conoscenze e delle competenze richieste dalla società del momento;

materie come “strumento e occasione” per “promuovere
VS conoscenze e competenze.

Copia della presente è trasmessa per conoscenza al Presidente del Consiglio e al Ministro del Miur.

Con l’occasione Le auguro buon lavoro e La ossequio,

Enrico Maranzana

Dopo di noi, entro fine giugno il testo in aula. “Potenzieremo la domiciliarità”

da Superabile

Dopo di noi, entro fine giugno il testo in aula. “Potenzieremo la domiciliarità”

La Fish esprime preoccupazione per la mancata presa in considerazione, nei lavori parlamentari sulla legge del “Dopo di noi”, dell’obiettivo di impedire la segregazione in istituto. Ileana Argentin (Pd) fa il punto sull’iter della legge: “L’istituzionalizzazione non è nello spirito della legge, punteremo a dopo di noi in casa. Ma a volte il gruppo abitativo è unica soluzione: niente a che vedere però con strutture segreganti”

ROMA – Avanza spedita, in commissione Afffari sociali, la discussione del disegno di legge sul “Dopo di noi”. “Siamo arrivati all’articolo 3 – riferisce Ileana Argentin (Pd) – e contiamo di portare il provvedimento in aula entro fine giugno”. Lancia l’allarme, però, ancora una volta, la Fish, che insieme a una parte dell’associazionismo della disabilità teme che la nuova legge individui soprattutto nelle “strutture segreganti” la soluzione al problema, concentrando su queste risorse e fondi.
Fish, allarme istituzionalizzazione. “La nuova norma – scrive in una nota il presidente della Fish, Vincenzo Falabella – deve incardinarsi nell’articolo 19 della Convezione Onu, favorendo ogni intervento che promuova e sostenga da un lato la vita indipendente di tutti e dall’altro impedisca la segregazione, promuovendo in tutti i modi e in tutti gli ambiti l’autonomia e il supporto alla persona”. Proprio per questo, Fish ha spesso rimarcato l’obiettivo di “impedire che le persone con disabilità siano vittime di segregazione, in particolare evitando la residenza impropria o presso strutture che per numero di ospiti e caratteristiche non consentano la piena inclusione e non riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare”. Ed è preoccupante, per la federazione, che il tema non sia stato ancora affrontato in commissione: “Abbiamo espressamente chiesto, nel solco della Convenzione Onu, che per le persone istituzionalizzate in contesti segreganti siano attivati percorsi di supporto alla domiciliarità o di inserimento in contesti che riproducono le condizioni abitative e relazionali della casa familiare e che il Fondo per il ‘dopo di noi’ non sia destinato alla realizzazione o al supporto di strutture che per loro caratteristiche siano causa di segregazione o isolamento. Al momento, però, la commissione Affari sociali non ha ancora preso in considerazione questa specifica proposta che Fish ritiene culturalmente e praticamente assai rilevante”.

La replica: “Non puntiamo a creare strutture”. Replica Argentin, interpellata da Redattore sociale. “Non abbiamo ancora trattato la questione, ma ripeto fermamente che l’istituzionalizzazione non è nello spirito delle legge che stiamo discutendo. Importante è però non confondere Dopo di noi e vita indipendente, che è una cosa diversa. Ci sono casi ed emergenze in cui il gruppo abitativo è l’unica soluzione: ma parliamo appunto di gruppo abitativo, con un massimo di 6-7 persone, completamente diverso dalle strutture segreganti con 100 o più persone. Io do la mia parola – conclude Argentin – Non puntiamo in alcun modo a creare strutture. La Fish sta rivendicando un diritto, che però abbiamo tutti ben presente”.

STRALCIATO ARTICOLO SUL 5XMILLE DIRETTO ALLE SCUOLE

RETE STUDENTI: VITTORIA DEGLI STUDENTI E DELLE ASSOCIAZIONI / STRALCIATO ARTICOLO SUL 5XMILLE DIRETTO ALLE SCUOLE

Apprendiamo che alla camera è stato stralciato l’articolo sul 5xmille diretto alla scuola pubblica, come le mobilitazioni di questi mesi per la scuola avevano combattuto contro l’idea di un 5xmille diretto. Gli studenti chiedono la creazione di un fondo perequativo a livello nazionale per la lotta alla dispersione scolastica ed alle disuguaglianze.

Dichiara Alberto Irone, portavoce nazionale Rete Studenti Medi: “E’ un riswultato importante lo stralcio riguardo il togliere il 5xmille diretto al finanziamento della scuola, le manifestazioni studentesche e il lavoro delle associazioni studentesche di questi mesi lo hanno chiesto a gran voce, ma deve essere accompagnato dall’istituzione di un fondo ad hoc nazionale che sia perequativo e che serva per combattere la dispersione scolastica su tutto il territorio nazionale per abbattere le disuguaglianze.”

Conclude il portavoce: “Se questa modifica non sarà accompagnata dall’accettazione della proposta degli studenti e delle loro associazioni di rappresentanza sarà solo l’ennesimo atto di facciata di questo governo, una delle tante false aperture solo per placare gli animi. La mobilitazione di tutto il mondo della scuola non è disposto a fermarsi fino a quando questo provvedimento non servirà per creare una scuola buona per davvero.”

Valutazione e finanziamento delle Università: un percorso avviato e da continuare

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca
Direzione generale per la programmazione, il coordinamento e il finanziamento delle istituzioni della formazione superiore

“Valutazione e finanziamento delle Università: un percorso avviato e da continuare”
27 maggio 2015 (15.00 – 17.00) – Palazzo dei Congressi – Piazza Kennedy, 1 – Roma

In occasione del Forum PA del 2015, che si terrà a Roma dal 26 al 28 maggio p.v., il Ministero si è fatto promotore di un evento di presentazione e discussione delle principali innovazioni introdotte nel sistema universitario italiano negli ultimi anni, nella certezza che l’approfondimento di questo tema possa contribuire alla discussione più generale su come migliorare la Pubblica Amministrazione in Italia.
L’evento si colloca come momento di discussione a consuntivo di un percorso ormai avviato, che ad oggi si può ritenere in avanzato stato di applicazione, con riferimento ai temi della valutazione e del finanziamento al sistema universitario. Nel corso dell’incontro saranno pertanto toccati i temi dell’accreditamento degli atenei, della valutazione (anche in vista della prossima VQR), dell’introduzione del costo standard e dell’incremento della premialità come assi di riferimento per il finanziamento al sistema universitario. Infatti, nel panorama delle pubbliche amministrazioni, il finanziamento è certamente l’ambito in cui certi concetti sono stati introdotti e applicati in modo puntuale e strutturale.
L’obiettivo dell’incontro sarà quello di analizzare la coerenza tra i diversi strumenti che in questi ultimi anni sono stati messi a punto da Ministero ed ANVUR e, anche grazie al contributo della CRUI e di coloro che vorranno prendervi parte, di come migliorare ulteriormente per il futuro le innovazioni introdotte in questi anni.

Modera
dott. Gianni Trovati Il Sole 24 Ore

Intervengono
prof. Stefano Paleari Presidente della CRUI
prof. Stefano Fantoni Presidente dell’ANVUR
dott. Daniele Livon Direttore Generale per la programmazione e il finanziamento delle istituzioni della formazione superiore
prof. Alessandro Schiesaro Già Coordinatore della Segreteria tecnica per le politiche della ricerca
Segue dibattito
Conclude
prof. Marco Mancini Capo del Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca

Per coloro che sono interessati a partecipare, sarà gradita la conferma della presenza entro il 22 maggio p.v. all’indirizzo dgfis.ufficio2@miur.it. Per maggiori informazioni sul ForumPA e per l’accreditamento all’ingresso, si prega di fare riferimento al sito http://iniziative.forumpa.it/.

CONTINUA LA MOBILITAZIONE PER LA SCUOLA / NON CI FERMIAMO

RETE STUDENTI: CONTINUA LA MOBILITAZIONE PER LA SCUOLA / NON CI FERMIAMO

Domani ci sarà l’approvazione alla camera del DL Scuola, rimasto nella sostanza immutato nei suoi punti critici, pur dopo la massiccia mobilitazione di tantissime fasce sociali da quest’autunno ad oggi.

Dichiara Alberto Irone, portavoce nazionale Rete Studenti Medi: “Continueremo a mobilitarci, insieme agli insegnanti, alle famiglie e a chiunque ha a cuore la sorte della scuola pubblica perchè non possiamo accettare che il governo continui a prenderci in giro. Fin dalla presentazione del progetto Buona Scuola abbiamo messo in evidenza le tantissime criticità di questo provvedimento, abbiamo partecipato alla consultazione, ma ci appare sempre di più come una farsa per cercare di placare gli animi. Pretendiamo che gli studenti e gli insegnanti siano pienamente coinvolti nel processo di riforma della scuola e non solo come un pretesto per acquisire consensi.”

Conclude il portavoce: “Se questo provvedimento passerà così com’è segnerà la fine della scuola pubblica italiana per come la conosciamo. Cancellazione della democrazia interna alle scuole per accentrare il potere decisionali nelle mani di un preside-manager, entrata dei privati e delle aziende nelle scuole, ottica totalmente volta all’inserimento nel mondo del lavoro di persone senza spirito critico sono le peculiarità di questo provvedimento e così non è accettabile. Per questo continuiamo la nostra mobilitazione, insieme anche agli insegnanti a duispetto di chi ha provato a dividere questo fronte di protesta. A partire dal presidio di oggi e domani a Roma fino ad arrivare a tutti i territori. Non permetteremo che la scuola pubblica venga distrutta.”

I DISABILI: TRA MAGISTRATURA E POLITICA

I DISABILI: TRA MAGISTRATURA E POLITICA
‘Dopo la sentenza del Tar’

Si terrà venerdì 22 maggio dalle 15.00 alle 18.00, presso la “Sala Consiliare” Municipio II Roma Capitale in Via Dire Daua 11 a Roma, l’incontro dibattito promosso dalla Consulta Permanente per i problemi dei cittadini con disabilità del II Municipio in collaborazione con il Coordinamento Disabili Isee No Grazie. L’iniziativa si inserisce nel quadro delle problematiche relative alle sentenze del Tar del Lazio del 11 febbraio 2015 riguardo il nuovo Isee. Come è ormai noto, il giudicato del Tar Lazio ha scongiurato il computo delle indennità di accompagnamento, delle pensioni di invalidità e di qualsiasi provvidenza erogata a titolo della condizione di disabilità nell’indicatore ISEE, nonché ha dichiarato illegittima la differenziazione delle franchigie tra i disabili maggiorenni e quelli minorenni. L’incontro vuole richiamare l’attenzione sui territori e quindi delle istituzioni municipali, le prime a doversi confrontare con i cittadini con disabilità. Il quotidiano infatti è delegato alle competenze dei Municipi a partire proprio dall’erogazione dei servizi fortemente messi in discussione dal nuovo calcolo. Il governo ha annunciato, in varie sedi, che sta preparando il ricorso al Consiglio di Stato con richiesta di sospensiva delle sentenze di primo grado. Ad oggi, tuttavia, nonostante i ripetuti pubblici annunci, non risulta notificato né depositato al Consiglio di Stato alcun appello. L’iniziativa oltre a sensibilizzare vuole essere un momento di confronto politico e
istituzionale con i cittadini con disabilità, ruolo proprio della Consulta, e capire come le istituzione territoriali intendono districarsi in questa situazione che vede un pesante scollamento tra Governo e territorio. Sono stati approvati da tempo ordini del giorno, soprattutto nei municipi, che vanno nella direzione di tutelare le persone disabili. “Allo stesso tempo,- dichiara Silvana Giovannini del Coordinamento Disabili Isee No Grazie- nel silenzio più assordante, l’Assemblea capitolina il 12 marzo 2015 ha adottato, con 21 voti favorevoli e 2 soli contrari, in totale violazione del giudicato del Tar, la deliberazione n. 9, determinando così la nullità della stessa delibera, ai sensi dell’art. 21, comma septies, della legge 241/90.
Dimostrazione questa di una scarsa professionalità degli uffici o di tracotanza degli amministratori”?
“Nonostante la grave situazione c’è chi continua ad atteggiarsi a esclusivo rappresentante delle persone con disabilità – dichiara Carla Patrizi presidente della Consulta per i problemi della disabilità nel II Municipio, sebbene segnato da una evidente erosione del consenso. Sembrerebbe, infatti, che al Ministero del lavoro si sia insediato recentemente il tavolo di monitoraggio previsto dallo stesso DPCM ISEE, anche per valutare ipotesi correttive dello strumento. Lo stesso DPCM bocciato da ben tre sentenze del Tar, e senza che il Coordinamento, portatore di interessi collettivi di tutte le associazioni, le famiglie e le persone con disabilità che sono state parte del giudizio davanti al giudice amministrativo e di tutte quelle che hanno aderito al movimento successivamente, fosse a sua volta convocato.
Tale atteggiamento – conclude Carla Patrizi- sembrerebbe corrispondere ad interessi che nulla hanno a che fare con i diritti delle persone disabili , ma risponde più a logiche di difesa di un potere di interlocuzione autoreferenziale.
A ciò si aggiunge la ferma convinzione, continua Carla Patrizi, che socialmente esiste uno spazio per l’auto-organizzazione territoriale attorno al tema dei diritti dei più deboli, che non può più essere sottaciuto.
Parteciperanno a tale iniziativa gli assessori, i consiglieri, le consulte, le associazioni , la Asl , il Municipio e l’ utenza per capire se esiste, nonostante tutto, la volontà di un fronte comune tra politica, amministrazione e giurisprudenza.

1300 POSTAZIONI PC COMPLETE A 130 SCUOLE

UNIPOL BANCA REGALA 1300 POSTAZIONI PC COMPLETE A 130 SCUOLE DELL’EMILIA-ROMAGNA

E’ stata completata la complessa operazione che ha consentito di introdurre nelle scuole dell’Emilia-Romagna 1300 postazioni PC complete, 100 in più rispetto a quelle originariamente prospettate, provenienti dal roll-out di tutto il parco PC di Unipol Banca. Pensata e proposta dalla presidenza di Unipol Banca, l’operazione è stata gestita on line dal Servizio Marconi dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna con una procedura che ha permesso di distribuire i kit, composti da PC, mouse, tastiera e monitor piatto LCD da 17’ o 19’, a 130 istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado della regione, di cui 46 nella provincia di Bologna e 30 in quella di Modena.

Si è trattato di una operazione di grandi dimensioni e importante significato, essendo le macchine, seppur dismesse, tuttora validamente utilizzabili.

L’intera rete scolastica regionale (dalle scuole primarie ai Licei, Tecnici e Professionali) si è potuta avvalere di questa importante opzione offerta da Unipolbanca.

“Grazie a Unipolbanca – afferma il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna Stefano Versari – gli ambienti di apprendimento delle nostre scuole si arricchiscono in modo ancor più capillare di strumenti informatici. L’operazione che oggi abbiamo ultimato – prosegue Stefano Versari – ci consente inoltre di dare ulteriore impulso al processo di dematerializzazione dei procedimenti amministrativi”.

Di seguito l’elenco delle scuole, suddiviso per provincia e per grado, che hanno provveduto a ritirare i kit , in base alle risposte all’invito lanciato dall’Ufficio Scolastico Regionale.

Scuole

primo ciclo

Istituti

superiori

totale
Bologna 31 15 46
Forlì-Cesena 4 4 8
Ferrara 6 2 8
Modena 20 10 30
Parma 5 2 7
Piacenza 2 0 2
Ravenna 3 1 4
Reggio-Emilia 5 3 8
Rimini 8 4 12
Emilia-Romagna 84 41 125

A queste si aggiungono 5 scuole paritarie di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Parma, per complessivi 130 istituti scolastici interessati dall’operazione.

Arriva SOS-Matematica.it: la risposta gratis su smartphone ai dubbi di studenti e maturandi

Arriva SOS-Matematica.it: la risposta gratis su smartphone ai dubbi di studenti e maturandi

Basta collegarsi da tablet o smartphone e fare una domanda: la risposta arriva in 2 ore dai “Supereroi” di Oilproject. L’obiettivo? Supportare gli studenti di tutta Italia su ultime verifiche ed Esame di Stato.

Le ripetizioni ai tempi di Whatsapp cambiano pelle: sono a colpi di domande e risposte, gratis, social e direttamente da smartphone.
Oilproject, dopo aver annunciato il traguardo del milione di studenti raggiunti ogni mese e l’investimento di TIM Ventures, lancia oggi l’iniziativa “SOS-Matematica.it”.
Fino al 10 luglio Oilproject e i suoi Supereroi corrono in aiuto di tutti gli studenti della Superiori che hanno difficoltà con la Matematica e la Fisica e che sono impegnati nelle ultime verifiche dell’anno e nella seconda prova della Maturità.
Dubbi su prodotti notevoli, limiti o equazioni? Basta collegarsi a SOSmatematica.it, fare la propria domanda e ottenere gratuitamente aiuto in tempo reale: Oilproject assicura una risposta entro due ore da parte parte di uno staff di professionisti e docenti qualificati.
Oilproject è la più grande scuola online in Italia e le sue 5500 videolezioni, testi ed esercizi – da Leopardi fino alla fotosintesi clorofiliana – raggiungono più di un milione di ragazzi ogni mese.
Con l’iniziativa SOS Matematica l’obiettivo è dare un aiuto concreto ai 2,5 milioni di studenti italiani delle Superiori che hanno dubbi, domande e incertezze sulle materie che causano più ansie e timori nell’imminenza delle pagelle finali. È infatti stimato che il 44% degli studenti che vengono promossi con debito formativo lo ricevono proprio in Matematica.
I “Supereroi” di Oilproject rispondono gratis: un regalo non solo per i ragazzi, ma anche per le loro famiglie. Secondo una recente ricerca quasi il 45% degli studenti italiani ha seguito delle ripetizioni private e ogni anno le famiglie italiane spendono 850 milioni di euro in ripetizioni. Durante la maturità, secondo Codacons, un maturando su tre si affida alle lezioni private per avere una preparazione più solida, soprattutto nelle materie scientifiche, da sempre considerate più ostiche.
I supereroi di Oilproject sono qui per questo: tra di loro c’è il fisico e divulgatore Massimo Temporelli, fondatore del The FabLab Milano, Marco De Rossi, imprenditore e fondatore di Oilproject e Luciano Canova, docente di economia. A loro si aggiungono i “superpoteri” della
redazione di Oilproject.
Per avere maggiori informazioni sui Supereroi: www.oilproject.org/supereroi-matematica
Per fare subito una domanda: www.sos-matematica.it
Contatti stampa: info@oilproject.org

Oilproject è una startup con sede a Milano. Da due anni, con un team di 9 persone (età media: 27 anni) e 50 docenti, gestisce e sviluppa il più rilevante MOOC, Massive Online Open Courses, per le scuole superiori in Italia. Ogni corso – dalla letteratura fino alla chimica – è formato da video, testi ed esercizi fruibili gratuitamente e in mobilità. Nel febbraio 2015 TIM Ventures, il fondo di corporate seed capital di Telecom Italia, è entrato nel capitale di Oilproject.

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Parlare di scuola, tra grandi narrazioni e storytelling

Parlare di scuola, tra grandi narrazioni e storytelling

di Piervincenzo Di Terlizzi

Di cosa parliamo, quando parliamo di scuola?

“Dalla scuola si vede il vuoto della politica”, così intitola Massimo Cacciari la sua settimanale nota su L’Espresso: mancherebbe insomma, nel disegno di legge detto della “buona scuola” un approccio complessivo, un’ampia visione politica dell’istituzione scolastica -cosa che, secondo l’ex sindaco veneziano, ne segna un elemento di debolezza.

Posto pure che si voglia riconoscere anche questo come uno dei limiti della proposta del Governo (uno tra i tanti, che in queste settimane vengono da più parti indicati), appare peraltro vero che la mancanza di una “grande narrazione” (per usare la nota immagine del libro di Lyotard del 1979) sulla scuola è cosa ben più antica del d.d.l. 2994.

Una conferma, in merito, la fornisce anche una significativa battuta del presidente del Consiglio, il quale durante una trasmissione televisiva della domenica ha affermato che è finita l’era del “sei politico” nella scuola: un riferimento, appunto, che è  parte di un immaginario collettivo sulla vicenda scolastica che rimonta, almeno, nella sua formazione, a 40 anni fa (e che è di origine universitaria), ad anni in cui le “grandi narrazioni” ancora avevano cittadinanza.

Una “grande narrazione”, peraltro, (e non certo solo da oggi) non appare propria né della scuola, né del resto del nostro vivere sociale: si tratta di uno dei noti segni della condizione postmoderna, sulla quale, quanto alla scuola, ha scritto pagine illuminanti Antonio Scurati ne Il sopravvissuto e ne Il bambino che sognava la fine del mondo.

Senza nostalgie -buone per consolarsi, ma poco utili per comprendere le cose-, una “narrazione” della scuola, più che “grande racconto” oggi ha, caso mai, le fattezze dello storytelling che nasce dalla condivisione vissuta  dell’esperienza.

Essa difficilmente può eludere lo status “iperlocale” di ogni singola scuola, la quale è nodo di una rete di relazioni, che partono dai singoli territori (magari piccoli, ma non certo semplici -cosa c’è di semplice in un sia pur piccolo quartiere di un qualsiasi luogo, oggi?) e guardano verso la complessità del mondo.

Qui entra in gioco il carattere specifico della scuola, che è la mediazione le micro e le macrodimensioni di questa complessità (giusto per fare un esempio, dando un contributo a rendere comprensibili, nelle singole comunità, quegli opendata che tanto dicono di noi, ma che vanno sempre contestualizzati), garantendo, nello sforzo di conoscenza attiva e partecipata, la coerenza sociale.

Qualunque discorso si faccia oggi sulla scuola, di qui, inevitabilmente, ogni tentativo di senso e racconto al suo riguardo ha da passare.

La scelta del 5 per mille va lasciata libera

da Il Sole 24 Ore

La scelta del 5 per mille va lasciata libera

di Pietro Reichlin

Tra i tanti paradossi italiani, ne dobbiamo registrare uno nuovo: il sindacato della scuola, e gli studenti che lo seguono, preferisce meno soldi per tutte le scuole, piuttosto che più soldi per tutti, se questi non fossero equamente distribuiti. La questione nasce dal Ddl del governo, secondo cui le scuole entrano tra i possibili beneficiari del 5 per mille della dichiarazione Irpef. Per ogni euro che il contribuente sceglie di destinare alla scuola, 80 o 90 centesimi (a seconda di come andrà la trattativa con le parti sociali) vanno alla scuola di propria scelta, e il rimanente va alle scuole delle zone più svantaggiate. Leggo sul sito della Cgil che il 5 per mille dovrebbe piuttosto finire tutto nel calderone dei finanziamenti pubblici alla scuola. Ma questo significa tradire il principio stesso del 5 per mille, che si basa sul diritto del contribuente di scegliere l’istituzione non profit alla quale destinare questa tassa. La scuola pubblica, a differenza delle istituzioni del Terzo Settore, è già beneficiaria di una buona parte delle nostre tasse. Se il contribuente non potesse scegliere l’istituto cui destinare il 5 per mille, lo Stato utilizzerebbe uno strumento improprio per aumentare i fondi ordinari alla scuola o, più concretamente, indurrebbe il contribuente fare altre scelte. Molti dei 50.000 circa soggetti potenziali beneficiari del 5 per mille producono servizi non meno utili e importanti dell’istruzione. Ad esempio, tra questi abbiamo istituzioni che si occupano di curare i malati. Non mi risulta, però, che qualche organizzazione politica o sindacale sia contraria al fatto che il contribuente possa scegliere l’istituzione sanitaria a cui destinare il 5 per mille perché ciò introdurrebbe sperequazioni nella qualità degli istituti sanitari.

Perché il governo ha scelto di includere le scuole tra i beneficiari del 5 per mille? La ragione non è del tutto ovvia. La spesa totale per la scuola primaria e secondaria in rapporto al numero di studenti è, in Italia, superiore alla media dei paesi Ocse. E, tuttavia, molti edifici scolastici sono fatiscenti, le palestre e gli strumenti di supporto alla didattica sono pochi rispetto ai paesi a noi più simili. La ragione di queste carenze è che abbiamo troppi impiegati, docenti e non docenti. Poiché la spesa per stipendi è, di fatto, incomprimibile, il governo ricorre ad un espediente anomalo, come il 5 per mille, per migliorare le strutture didattiche. Ma la destinazione del 5 per mille è una scelta tra le tante. Se vogliamo indurre i cittadini a scegliere la scuola come destinatario del tributo, dobbiamo cedere a loro, almeno in parte, il diritto di sapere dove e come questi soldi saranno impiegati. È possibile che questa libertà di scelta potrebbe avvantaggiare in misura maggiore le scuole delle zone più ricche del paese, ma, se ciò servirà ad aumentare la quota del 5 per mille destinato all’istruzione, anche le scuole più svantaggiate avrebbero un vantaggio. E le risorse aggiuntive consentirebbero di fare altri sforzi perequativi anche nell’ambito dei finanziamenti ordinari. Nei paesi anglosassoni le donazioni volontarie alle istituzioni formative sono una prassi consolidata. Tali donazioni forniscono un vantaggio competitivo alle scuole e alle università i cui ex alunni hanno avuto più successo nel lavoro o che sono nati presso famiglie facoltose. Questo vantaggio non è un bene da punto di vista dell’equità, ma, nello stesso tempo, la presenza di tali donazioni consente allo Stato di concentrare le proprie risorse sull’istruzione pubblica e sulle borse di studio. L’Italia ha scelto un sistema diverso, più inclusivo e universalistico. Le donazioni nel campo dell’istruzione sono quasi assenti, per ragioni culturali o ideologiche, o perché la pressione fiscale è molto elevata. Può essere che il nostro sia il sistema ottimale, ma per quale motivo dovremmo scoraggiare le donazioni volontarie anche quando queste sono possibili?

Più del 50% degli alunni sceglie il liceo

da Il Sole 24 Ore

Più del 50% degli alunni sceglie il liceo

di Federica Micardi

Sono state 1.588.781 le domande di iscrizione online alle classi prime di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. Nelle primarie piace il tempo pieno di 40 ore settimanali, mentre nelle secondarie di primo grado il più richiesto è il tempo ordinario di 30 ore. Alle “superiori” vince ancora il liceo, al primo posto lo scientifico seguito dal classico. Questi dati sono stati forniti dall’ufficio statistico del Miur che ieri ha pubblicato il focus «Le iscrizioni al primo anno delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado del sistema educativo di istruzione e formazione» .

L’iscrizione online
Cresce l’apprezzamento per l’iscrizione telematica. Quest’anno il 68% delle famiglie ha utilizzato un proprio pc e inviato la domanda d’iscrizione in modo autonomo, l’alternativa, scelta dal 32%, era appoggiarsi alle dotazioni informatiche delle segreterie scolastiche.
La procedura informatica ha soddisfatto il 90% degli utenti, e secondo il 66,3% ha permesso di “risparmiare tempo”.
Da quest’anno InscrizioniOnLine accettava anche le domande inoltrate ai centri di formazione professionale delle Regioni che hanno aderito al servizio gratuito messo a disposizione del Miur (Piemonte, Lombardia, Veneto e Molise);.

La scuola primaria
Nella scuola primaria l’opzione più accreditata è quella del «tempo pieno» di 40 ore settimanali (39%), a seguire le 27 ore a settimana (34,5%), le 30 ore a settimana (23,7%) e in ultimo le 24 ore, scelta fatta solo nel 2,9% dei casi. Da segnalare però che la richiesta del “tempo ordinario” di 27 ore a settimana è in crescita.
L’analisi per regione segnala esigenze molto diverse, se la richiesta per le 40 ore per gli iscritti alla scuola primaria supera il 50% nel Lazio (56,6%), in Piemonte (56,1%), Toscana (54,5%) Lombardia (52,9%) e Liguria (51%), la richieste per le 27 ore a settimana supera il 50% in Puglia (57,3%), Marche (52,5%) e Capania (51,2%)

La scuola secondaria di primo grado

Alle medie l’85% delle famiglie richiede l’orario ordinario di 30 ore settimanali, il 12,4% seglie quello prolungato di 36 ore e solo il 2,5% opta per le 40 ore.

Tra le regioni con una richiesta di tempo ordinario superiore al 90% ci sono il Molise (95,5%), l?emilia Romagna (93,7%), la Puglia (93,3%) , le Marche e il Lazio (rispettivamente 91,9% e 91,5%).

La regione che ha la richesta più alta di orario prolungato di 40 ore è il Friuli-Venezia Giulia con il 6%.

Le superiori

Il liceo è stato scelto dal 50,9% degli studenti usciti dalle medie, un punyto percentuale in più rispetto all’anno appena trascorso (49,8%). In seconda posizione, con il 30,5% delle preferenze troviamo gli istituti tecnici, e al terzo posto gli istituti professionali.

Sono 545mila i giovani che hanno dovuto decidiere “cosa fare da grande”, e solo il 5% di loro ha deciso di frequentare solo i percorsi leFP presso strutture formative accreditate dalle Regioni.

Le ragazze preferiscono il liceo, meglio se classico, mentre i ragazzi sono per il liceo scientifico e gli istituti tecnici. Nessuna preferenza di genere per i professionali.

In particolare hanno scelto il liceo classico il 5,8% dei giovani, in calo rispetto all’anno scolastico attuale dove erano il 6%. Cresce il lingustico, con il 9,1% contro l’8,8% di un anno fa. La prima scelta resta il liceo scientifico con il 15% dato leggermente in calo (era il 15,6%), ma in crescita nelle sezioni “specializzate, infatti lo scientifico con opzione per le scienze applicate passa dal 6,3 al 6,7% mentre lo scientifico con indirizzo sportivo è all’1,3% contro lo 0,8% dell’a.s. 2014/2015. Seguono poi il liceo Scienze umane (5,1%), l’artistico (4%), il liceo Scienze umane con opzione economico sociale (2,2%) e il liceo musicale (0,8).

Passando ai generi, al classico il 69,63% dei neo iscritti sono femmine; la percentuale rosa sale all’80% al liceo linguistico mentre cala ma non drasticamente allo scientifico (47,4%).

Le ragazze sono attratte dagli studi umanistici e artistico, come dimostra la loro massiccia presenza anche nel liceo scienze umane (89,8%) e artistico (69,6%).

I ragazzi preferiscono gli istituti tecnici (68,5%) e tra i licei lo scientifico con indirizzo sportivo (72,5%) o con l’opzione per le scienze applicate (69,4%).

Tra gli istituti professionali i maschi sono la maggioranza nel settore industria e artigianato (75,2%), mentre tra gli istituti tecnici preferiscono il settore tecnologico (83,8%).

 

Le elezioni si avvicinano: tutte le istruzioni per le scuole che ospiteranno i seggi

da Il Sole 24 Ore

Le elezioni si avvicinano: tutte le istruzioni per le scuole che ospiteranno i seggi

di Franco Portelli

Domenica 31 Maggio 2015 si terranno le elezioni amministrative e regionali italiane. Le istituzioni scolastiche interessate devono mettere a disposizione alle amministrazioni comunali i locali scolastici nei giorni strettamente necessari per predisporre i seggi e per lo svolgimento delle operazioni elettorali. Il Miur ha emanato una specifica nota (27/04/2015) che rimanda alla nota emanata dal ministero dell’Interno (del 17/04/2015). L’eventuale turno di ballottaggio sarà il 14 giugno 2015. I locali delle istituzioni scolastiche, sedi di seggio elettorale, saranno impegnati dal pomeriggio del 29 maggio sino al 1° giugno o (nei comuni con elezioni comunali e regionali) al 2 giugno 2015 e dal pomeriggio del 12 giugno al 15 giugno 2015 (comuni interessati al turno di ballottaggio). Sono i sindaci dei diversi comuni (nei casi di consultazioni amministrative) che, assumendo poteri prefettizi, definiscono con propria ordinanza l’individuazione degli edifici scolastici per le elezioni e l’insediamento dei vari seggi. In questi casi le ricadute sulle attività della scuola e, quindi, sugli obblighi del personale, dipendono dal tipo di provvedimento emanato dal sindaco del comune di quella scuola.
Dove e quando si vota?
Sono oltre mille i comuni che domenica 31 maggio 2015 andranno al voto per l’elezione diretta dei sindaci e dei consigli comunali nonché per l’elezione dei consigli circoscrizionali. Nelle regioni a statuto ordinario, in Friuli Venezia Giulia e in Sardegna le elezioni si terranno domenica 31 maggio mentre l’eventuale turno di ballottaggio è fissato per il 14 giugno. In Sicilia, invece, si vota sia il 31 maggio che il 1° giugno. I primi a recarsi alle urne saranno i cittadini di Trentino Alto-Adige e Valle d’Aosta, la data delle elezioni è stata anticipata, infatti, a domenica 10 maggio. Sempre il 31 maggio sono previste, inoltre, le consultazioni per l’elezione del presidente e del Consiglio regionale in Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia.
Saranno chiuse le scuole?
Nel caso di scuola ubicata in un’unica sede, la stessa viene chiusa per la consultazione elettorale e tutte le attività sono sospese. Può inoltre accadere che viene chiusa solo una sezione staccata di scuola, o di un singolo plesso o succursale, con mantenimento del funzionamento della sede centrale. In questo caso sono sospese tutte le attività di quella sezione staccata, plesso o succursale, ma non quelle della sede centrale. In casi particolari può essere disposta la chiusura di una parte dell’edificio scolastico, con relativa sospensione delle lezioni e attività didattiche, ma senza la chiusura della presidenza e segreteria. Nel caso in cui la Presidenza e la segreteria rimangono aperte, il personale amministrativo rimane in servizio.

 

Maturità, studenti in attesa dei nomi dei commissari esterni

da La Stampa

Maturità, studenti in attesa dei nomi dei commissari esterni

La data più probabile potrebbe essere il 3 giugno

L’esame di maturità è alle porte e cresce per gli studenti l’attesa per scoprire i nomi dei commissari esterni. Secondo Skuola.net la data più probabile potrebbe essere il 3 giugno, la stessa degli ultimi tre anni. Ma non è escluso che l’elenco possa essere pubblicato anche prima, negli ultimi giorni di maggio.

Partendo dall’esame di maturità 2010, gli studenti hanno potuto conoscere i nomi dei commissari esterni il 25 Maggio 2010. L’elenco dei professori esterni della maturità è stato pubblicato dal Miur anche per la maturità 2011 nella data del 25 Maggio. Per l’anno 2012, si è arrivati al 30 Maggio. Infine, negli anni 2013 e 2014, gli studenti hanno potuto dare un volto alle materie esterne della maturità il 3 Giugno, quando i nomi sono stati pubblicati sul sito dedicato del Miur, anche se l’anno scorso le segreterie didattiche hanno ricevuto la lista (consultabile anche dagli studenti) il 30 maggio.

Quand’è che gli studenti potranno conoscere i commissari esterni? Probabilmente il 3 giugno, sottolinea il sito, data in cui è stato pubblicato online l’elenco dei commissari esterni maturità negli ultimi due anni. Tuttavia già dagli ultimi giorni di maggio le segreterie potrebbero ricevere l’elenco cartaceo, che gli studenti possono richiedere presso l’ufficio. Ovviamente, questa è una data ipotetica perché bisogna attendere la pubblicazione ufficiale del Miur. Ma intanto gli studenti possono farsi un’idea per quando iniziare la «caccia al commissario».