PIANO ASSUNZIONI. CHIUSURA NEL CAOS

PIANO ASSUNZIONI. CHIUSURA NEL CAOS

“Se il buongiorno si vede dal mattino -commenta il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio- la prima scadenza della Legge 107/2015, quella della scuola alla buona, fa temere un anno scolastico decisamente sconquassato”.

“Infatti tutta la vicenda del Piano straordinario di assunzioni non poteva essere peggio organizzata e gestita dallo staff del ministero -denuncia Di Meglio- staff che ha operato asetticamente sui numeri come se non ci fossero in gioco esistenze e rapporti umani consolidati. Come se non sapessero che l’età media dei partecipanti al piano straordinario di assunzioni supera i 45 anni, un’età nella qule spostarsi significa mettere in discussione tutta la propria vita.

“Quanto è avvenuto in questi ultimi giorni che ci hanno visto in prima linea con le nostre sedi prese d’assalto dai precari costretti a presentare una domanda al buio accusa in modo drammatico è espressione di una politica dei numeri che non presta attenzione alle persone. Neppure nelle riffe di paese si compra il biglietto della lotteria senza sapere quale sarà il premio, questo avviene solo nel Piano straordinario di assunzioni della scuola alla buona -afferma il Coordinatore della Gilda- infatti il Ministero non è stato in grado di fornire alcuna informazione sulle disponibilità delle cattedre (dove saranno i posti) né sui criteri che saranno usati (il famoso algoritmo) dal computer per assegnare i docenti alla provincia di servizio”.

“Tutto questo perché ancora una volta i tecnici e i politici che poco conoscono il mondo della scuola non hanno voluto ascoltare i consigli dei rappresentanti dei docenti che avevano indicato le soluzioni migliori per evitare il caos drammatico di questi giorni”.

La truffa del piano “straordinario” di assunzioni

La truffa del piano “straordinario” di assunzioni

 

In data 13/8/2015 si è svolta la riunione dei docenti precari aderenti all’Unicobas interessati alle domande di assunzione relative alle fasi B e C del “piano straordinario” varato dal governo. Dopo aver sottolineato l’assurdità della scelta obbligata delle 100 province italiane -una sorta di deportazione in massa dei docenti interessati- e l’improvvisazione con cui questa fase è stata gestita da parte del MIUR, con le faq che si succedevano e venivano modificate di giorno in giorno, si è passati ad esaminare le ricadute che questa bravata del ministero avrà sulle vite dei docenti.

Infatti la legge 107, che esclude dall’assunzione ampi strati di precari, non prevede alcuna indennità di trasferta che possa mitigare il danno economico di chi, dopo aver lavorato da decenni, sarà costretto ad accettare l’assunzione su un posto a centinaia di chilometri di distanza, pena il depennamento dalle graduatorie e quindi il definitivo “licenziamento”.

Ridicole poi le ultime uscite del MIUR che, vista le reticenza dei docenti a presentare queste domande-capestro, per indorare la pillola, ha promesso in modo del tutto aleatorio che, con il piano straordinario di mobilità previsto dal comma 108, nell’anno scolastico 2016/17 tutti ritroveranno posto nelle proprie province.

La riunione dei precari ha inoltre denunciato la per ora totale mancanza di trasparenza di tutta questa operazione: alla data di scadenza dei termini per fare domanda non si conoscono ancora quali saranno i posti disponibili nelle varie province, non si conosce ancora come verranno formati gli ambiti territoriali dove si verrà assunti e soprattutto nessuno è a conoscenza delle due supergraduatorie nazionali, una per la Graduatoria di merito del concorso 2012 ed una per le GAE, che verranno seguite per l’assegnazione dei posti. La mancata trasparenza lede il diritto dei singoli alla tutela della propria posizione in graduatoria, all’esercizio delle opzioni, alla eventuale attivazione di contenziosi e si presta ad una gestione clientelare delle assunzioni.

E’ indispensabile pertanto che, dopo tutti i danni che il MIUR ha arrecato ai docenti con questa stramba procedura, vengano perlomeno pubblicate le due graduatorie nazionali prima menzionate ottenute inserendo a pettine con il loro punteggio i docenti rispettivamente delle GM del concorso e delle GAE. Altrettanto indispensabile è che chi rinuncia ad un posto perché troppo lontano non venisse depennato dalle GAE.

Il piano di assunzioni, presunto punto forte della “buona scuola” di Renzi, mostra di essere una manovra di ricatto occupazionale, attuata attraverso una deportazione beffarda e punitiva al termine della quale si realizzerà un numero di assunzioni sicuramente inferiore a quelle promesse, peraltro già inferiori alle reali necessità della scuola.

 

Questa manovra del governo non rimarrà senza eco: il malcontento dei neoassunti sotto ricatto e di coloro che rimarranno nelle sacche di un precariato sempre più sfruttato, all’avvio imminente del prossimo anno scolastico si unirà a quello del resto dei docenti e del personale ATA per contrastare l’applicazione della legge 107, di cui il “ piano straordinario di assunzioni” fa parte.

La segretaria provinciale Patrizia Nesti

Il segretario regionale Claudio Galatolo

I ricorrenti devono partecipare al piano straordinario di immissioni in ruolo

Terremoto per il MIUR in tribunale: arrivano in GaE i ricorrenti ANIEF e devono partecipare al piano straordinario di immissioni in ruolo.

 

Da Nord a Sud è una pioggia di accoglimenti per i ricorsi ANIEF volti all’immediato reinserimento in Graduatoria ad Esaurimento dei docenti cancellati per non aver prodotto domanda di aggiornamento. I Tribunali di tutta Italia stanno emanando in questi giorni, con il patrocinio degli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Francesca Lideo, Ordinanze cautelari di pieno accoglimento che impongono al MIUR l’immediato reinserimento nelle graduatorie d’interesse dei nostri iscritti con conseguente diritto a partecipare a pieno titolo alle operazioni di immissione in ruolo decretate dalla legge 107/2015. Oggi ultimo giorno utile per inviare il modello cartaceo rivolto agli esclusi dal piano di assunzioni straordinario e aderire ai ricorsi.

 

I legali ANIEF hanno, ormai, posto sotto assedio il Ministero dell’Istruzione, ottenendo in tutta Italia pronunciamenti favorevoli alle tesi dei ricorrenti che consentiranno loro di partecipare alle operazioni di immissioni in ruolo 2015/2016. Negli ultimi giorni, infatti, l’ANIEF ha registrato pieno accoglimento del diritto al reinserimento in GaE anche presso il Tribunale di Cosenza, dove il sempre ottimo operato degli Avvocati Ida Mendicino e Donatella Longo ottiene per una nostra iscritta la dichiarazione di illegittimità dei decreti ministeriali che hanno impedito alla docente di poter essere reinserita nelle graduatorie di interesse con effetti dalla data di pubblicazione delle GaE nel 2014. Vittoria completa anche presso il Tribunale di Caltagirone (CT) dove il nostro legale Avv. Marco Di Pietro, ormai avvezzo ad ottenere ragione per i nostri iscritti nella provincia di Catania, ottiene Ordinanza favorevole che accoglie l’istanza della ricorrente e le consentirà di partecipare al previsto piano di assunzioni straordinario. Presso il Tribunale di Ferrara, poi, è l’Avv. Tiziana Sponga a dare la “spallata finale” al MIUR e a farlo definitivamente capitolare con un provvedimento inaudita altera parte che obbliga il Ministero all’immediato reinserimento in GaE della docente “a tutti gli effetti – ivi compresi quelli relativi alla partecipazione al piano straordinario di assunzione ai sensi della l. 107/2015”.

 

Il Ministero dell’Istruzione, sempre soccombente sotto i colpi messi a segno in Tribunale dai legali ANIEF, dovrà ora provvedere immediatamente all’inserimento nelle Graduatorie di interesse dei ricorrenti beneficiari dei provvedimenti cautelari e dar loro modo di partecipare a tutte le operazioni previste dal piano nazionale di immissioni in ruolo. Il sindacato ricorda a tutti i docenti, ancora esclusi dalla possibilità di partecipare al piano di assunzioni 2015/2016, che è ancora possibile ricorrere inviando entro oggi il modello cartaceo messo a disposizione dal nostro sindacato per presentare domanda di ammissione al piano nazionale di immissioni in ruolo e aderendo allo specifico ricorso rivolto ai docenti esclusi dalle operazioni previste dalla legge 107/2015.

Buona scuola: ultimo giorno per fare domanda

da Il Fatto Quotidiano

Buona scuola: ultimo giorno per fare domanda

Il 14 agosto sarà l’ultimo giorno utile per i precari abilitati della scuola per decidere se fare o meno domanda sul sito del Miur per essere assunti a tempo indeterminato come insegnanti statali. Stando ai calcoli del ministero, circa 100mila precari dovrebbero trovare un posto in questa prima fase, che è stata suddivisa a sua volta in quattro spezzoni chiamati Zero, A, B e C.La fase Zero si è quasi del tutto già svolta (scade anch’essa il 14 agosto) ed è servita ad assumere per il normale ricambio, con le regole di sempre. Quest’anno, secondo i dati del Miur, 36.627 precari hanno ricevuto la proposta di lavoro a tempo indeterminato per semplice turn-over in fase Zero, e l’hanno dunque ricevuta nella propria provincia di residenza.

La fase A è il primo spezzone del piano straordinario di assunzioni previsto dalla riforma della Scuola del ministro Giannini, ai più noto per il discutibile nome #LaBuonaScuola. Per essere assunti nella Fase A, che riguarderà altri 10.849 posti, non serve presentare alcuna domanda; saranno i precari più in alto nelle graduatorie a esaurimento (GAE, dove ciascun precario ha un punteggio sulla base dei propri titoli accademici e del proprio servizio svolto come insegnante) o nelle graduatorie di merito (GM, cioè i vincitori del concorso del 2012) a ricevere dal Miur una proposta di lavoro a tempo indeterminato tramite posta elettronica certificata. In questo senso, è bene che ogni precario si apra una casella di posta elettronica certificata, dal momento che i tempi per rispondere da quando si riceve l’offerta di lavoro sono stretti (10 giorni) e la risposta ha valore solo se arriva tramite posta certificata.

La fase B e la fase C sono le ultime due stabilite dal piano di assunzione straordinaria della riforma della Scuola voluta dal governo Renzi. Per essere assunti in una di queste due fasi è necessario presentare domanda sul sito del Miur. Sebbene le due fasi differiscano anche per altri motivi, la distinzione principale è che gli assunti in fase B riceveranno la proposta fra l’ultima settimana di agosto e la prima di settembre, per cominciare a lavorare a metà settembre 2015, mentre gli assunti in fase C riceveranno la proposta di lavoro attorno a metà novembre 2015 per cominciare a lavorare a settembre 2016.

La domanda non è obbligatoria: chi non la presenta rimarrà iscritto nelle Graduatorie, valide fin tanto che non saranno esaurite. Il punto, che non era chiaro in un primo momento, è stato chiarito dal ministro Giannini. Tuttavia, chi dovesse far domanda e poi non dovesse accettare il posto di lavoro, sarà depennato dalle Graduatorie e perderà ogni diritto, in quanto il Miur considera che chi rifiuta un lavoro a tempo indeterminato nella scuola, ha già un altro lavoro.

Non ci sono precedenti di un piano di assunzioni così massiccio nella Scuola pubblica. Per capire la portata, basti pensare che la Scuola media italiana è passata da 147mila a 282mila professori in vent’anni (dal 1963 al 1983). Tuttavia, alcuni sindacati hanno protestato sostenendo che i precari abilitati dovrebbero essere tutti assunti nella loro provincia di residenza, e non su scala nazionale, come le fasi B e C comportano.

A essere precisi, il piano nazionale non è del tutto nazionale: a ogni precario che ha intenzione di fare domanda è chiesto di stilare un elenco in base alla propria preferenza di 100 province su 108. Stando poi alla 22esima delle “risposte a domande frequenti” (FAQ) del Miur, il ministero incoraggia i dirigenti scolastici ad andare quanto più possibile verso i desiderata dei precari. Il Miur ha anche anticipato, ieri, la circolare sulle supplenze, che dovranno essere decise entro l’8 settembre, in modo da consentire a chi dovesse essere assunto lontano da casa di poter optare invece per una supplenza nella propria provincia. Si prevede, dunque, che un altissimo numero di precari sarà in effetti assunto nella prima o tutt’al più nella seconda provincia selezionata da chi farà domanda.

Ciò nonostante, molti sindacati e precari hanno parlato di “deportazione” e si stanno in queste ore lamentando in tutti i modi, anche su Facebook. Al di là del fatto che le “deportazioni” nel vocabolario italiano identificano eventi tragici che nulla hanno a che fare con un’assunzione a tempo indeterminato di massa e col banale concetto che è la gente ad andare dove c’è il lavoro, e non viceversa, c’è da dire che chi proprio non può spostarsi nemmeno per un anno (al termine del quale si può fare eccezionalmente domanda di trasferimento) dalla propria provincia per motivi personali, non deve fare domanda.

In questo modo, infatti, non parteciperà al piano straordinario di assunzione e però non perderà alcun diritto: potrà aspettare di essere nominato per una supplenza, come accadeva prima della riforma.

Inoltre, sul finire del 2016 il Miur ha annunciato che ci sarà uno speciale concorso pubblico per soli abilitati, che servirà ad assumere altri circa 60mila precari. Unico aspetto parzialmente negativo: con 100mila assunzioni a tempo indeterminato a partire da quest’anno scolastico, il Miur si aspetta di aver meno bisogno di insegnanti supplenti rispetto all’anno passato. E’ naturalmente una buona notizia per gli studenti, i genitori e in generale la Scuola italiana, ma meno buona per quei precari (abilitati o non abilitati) che contavano solo sulle supplenze nella propria provincia di residenza.

Sì alla cattedra anche se è lontana, ma uno su cinque rifiuta il posto fisso

da la Repubblica

Sì alla cattedra anche se è lontana, ma uno su cinque rifiuta il posto fisso

Il Miur. Secondo le prime stime in quindicimila non si presenteranno oggi all’appello

Sono uno su cinque, secondo i dati quasi definitivi in possesso al ministero dell’Istruzione, gli insegnanti precari che si sono rifiutati di presentare domanda per essere assunti a tempo indeterminato nella scuola italiana. Oggi, alle 14, si chiude il primo “time limit” (la consegna del modulo online) per le 103.000 cattedre della Buona scuola: il ministero dell’Istruzione ipotizza che le domande inviate via computer dagli aspiranti docenti oggi saranno 75 mila ( erano 66 mila ieri alle 18). Non è il flop delle domande al posto fisso, quindi, ne il fallimento della Buona scuola, legge centrale all’azione di governo, temuto dal ministero e ipotizzato dai sindacati a inizio estate. I quindicimila che hanno deciso di rifiutare, per ora, la cattedra certa dicono che se l’avversione del corpo docente alla riforma persiste anche a legge approvata e funzionante è però vero che il boicottaggio — risultati parziali alla mano — è stato limitato e che la maggior parte dei precari iscritti nelle Graduatorie a esaurimento (Gae) sta accettando il rischio di lasciare la provincia assegnata oggi di fronte alla possibilità di un’assunzione definitiva.
Molti in questi giorni hanno raccontato le loro storie di docenti precari che non possono lasciare mariti disoccupati, figli piccoli, genitori malati. O semplicemente non hanno intenzione di impegnare gran parte dei 1.350 euro mensili dello stipendio in un affitto oneroso a Roma o a Milano quando hanno case di proprietà a Gela e ad Agropoli. Meglio restare al Sud da supplenti eterni, assunti a settembre e licenziati a giugno, che rischiare le “deportazione”, così la si è definita sui social, a Torino o Reggio Emilia. La Regione Sardegna ha scritto al ministro Stefania Giannini che la “Buona scuola” rischiava di spopolare ulteriormente “un’isola già piagata dall’emigrazione”. Il sindacato Anief assicura ora che molti docenti decideranno all’ultimo minuto disponibile. Quindicimila, tuttavia, secondo le ultime cifre, non presenteranno domanda: alti nella graduatoria di prima fascia (Gae), questi precari avranno un altro anno di supplenze garantite e potranno contare su futuri piani assunzionali (sostituzioni dei pensionati) o sul concorsone da 50-60 mila del 2016. Chi ha presentato domanda, invece, non potrà rifiutare la sede, pena, oltre alla perdita del posto fisso, la cancellazione dalle graduatorie.
Al ministero considerano questa fase un successo, o uno scampato pericolo, e assicurano che l’algoritmo sperimentato consentirà alla maggioranza degli aventi diritto di ottenere la sede in una delle prime province scelte (sulle cento indicate). I 6-7 mila che dovranno viaggiare saranno perlopiù gli idonei del concorso 2012.
Questa fase di domande nazionali online riguarda i 55 mila posti del potenziamento (le nuove materie o quelle che saranno insegnate con più frequenza) e i residui delle assunzioni per turnover di inizio estate (sono 30 mila i nuovi assunti ad oggi). Quasi tutti entreranno in cattedra entro il 15 settembre. A pieno regime, le cattedre assegnate — si stima — saranno 95-96 mila sulle 103.000 previste. I 7-8.000 insegnanti mancanti saranno nuovamente presi dalle seconde fasce per un anno di supplenze, che nel 2016 saranno convertite in assunzioni a tempo indeterminato. Una delle contestazioni in corso è che il ministero non ha reso noti, appunto, i posti residui della fase B e questo introduce un ulteriore elemento di incertezza per i precari aventi diritto ala cattedra. La Cgil lamenta poi che ci si trova di fronte a un’anomalia pericolosa: «Questo sistema garantisce la scelta della prima provincia ad alcuni aspiranti mentre a chi non riuscisse ad ottenerla non garantirebbe neppure le successive, visto che queste sarebbero già occupate da chi le ha indicate come prima scelta».
Dice il ministro Giannini: «I primi numeri sono confortanti, i futuri insegnanti ci stanno seguendo, ora possiamo dedicarci alla seconda fase e alla definizione delle deleghe».

I 66 mila precari della scuola che chiedono una cattedra

da Corriere della sera

I 66 mila precari della scuola che chiedono una cattedra

Oggi il termine per le domande. Protestano i sardi: mai via dall’isola

A poche ore dalla scadenza del termine, sono 66 mila le domande di assunzione nella scuola presentate dagli insegnanti precari che aspettano un contratto a tempo indeterminato. Dunque, non il flop paventato, si commenta sottovoce nelle stanze del ministero dell’Istruzione, dove alle 14 di oggi inizierà il conteggio definitivo e dove erano attese 70-75 mila istanze: una stima effettuata considerando i posti del potenziamento (55 mila), che questi docenti dovranno occupare, e le cattedre fisse rimanenti dall’assegnazione preliminare. Una buona fetta dei 103 mila precari da assumere con la riforma Renzi è infatti già stata chiamata nei giorni scorsi dagli Uffici scolastici regionali: per loro, i «fortunati» della fase Zero, disponibili 36 mila posti da turn over. Una piccola parte di chi ha presentato la domanda invece non ne avrà di fatto bisogno: perché rientrerà nella fase A, circa 10 mila cattedre rimanenti dall’assegnazione dei posti fissi.
La soddisfazione trapela dalle parole del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che ieri in serata ha scritto su Facebook : «Stiamo seguendo passo passo le operazioni di assunzione nella scuola. E ci prepariamo alla fase attuativa della legge Buona scuola».
Ma le polemiche non sono spente, tutt’altro: anzi, è proprio adesso che rischiano di deflagrare, con la fase attuativa delle assunzioni. Gli insegnanti precari della Sardegna ne hanno dato prova, inscenando all’aeroporto di Cagliari un flash-mob: muniti di trolley e striscioni, hanno protestato contro il piano di assunzioni, che rischia di spedire ben 4 mila docenti sardi fuori dall’isola per poter prendere servizio. Queste sono «66 mila domande della disperazione», sintetizza Rita Frigerio della Cisl, «questo è quello che abbiamo raccolto in tre settimane di tormenti e drammi personali, di gente che lavora sotto casa e teme di dover fare la valigia, per giunta con l’incertezza delle regole applicate». Il riferimento è all’ultimo post del sottosegretario Davide Faraone, che per distendere la tensione per i temuti trasferimenti ha spiegato che il Miur sta lavorando per «permettere ai docenti di lavorare per quanto più è possibile vicino casa», anticipando l’assegnazione delle supplenze all’8 settembre e privilegiando la prima provincia scelta per gli insegnanti dell’organico funzionale. «Non fa che rendere più ambiguo un piano che porterà forte emigrazione e tanti ricorsi», commenta Mimmo Pantaleo, Cgil. «La solita scorciatoia italiana dell’arrangio — sottolinea Pino Turi, Uil — ma il rischio è che tutta questa operazione pregiudichi l’inizio dell’anno scolastico».
Valentina Santarpia
@ValentinaSant18

Assunzioni: siamo vicini alle 70mila domande

da La Tecnica della Scuola

Assunzioni: siamo vicini alle 70mila domande

La notizia, se sarà confermata nelle prossime ore, metterà la parola fine alle polemiche degli ultimi giorni. Secondo gli ultimi dati diffusi da notiziari televisivi e da diversi siti di infomazione, nel pomeriggio di oggi 13 agosto risultavano pervenute al Ministero più di 66mila domande di altrettanti precari che stanno aspettando di entrare in ruolo.
E’ molto probabile che domani ci sarà lo sprint finale e quindi non è difficile prevedere che si potrà arrivare (e forse superare) il tetto delle 75mila domande.
Se sarà così, bisognerà ammettere che il tentativo di boicottaggio messo in atto da alcuni movimenti di base è quasi fallito.
Si deve anche tenere conto che un certo numero di docenti ha rinviato di giorno in giorno la presentazione della domanda confidando una proroga, come peraltro stanno chiedendo anche i sindacati che, ora, stanno anche iniziando a proporre modifiche alla legge 107 proprio sulle modalità di assunzione.
L’ipotesi dei sindacati è che le modifiche vengano inserite proprio nella prossima legge di stabilità. D’altronde, lo scenario che si sta prospettando (al termine dell’intera procedura potrebbe accadere che 10-15mila posti di organico potenziato risultino liberi e non assegnati a nessuno) non fa certamente piacere ai sindacati: nessuno, infatti, si era finora accorto che il meccanismo previsto dalla legge metterà in serio dubbio un bel numero di assunzioni.
E non è neppure chiaro per quale motivo nessuno, nelle ultime settimane precedenti l’approvazione della legge, si sia preoccupato di chiedere una semplice modifica alla disposizione che impedisce di coprire i posti dell’organico potenziato con supplenti annuali.
Sarebbe bastato questo per garantire già dal prossimo settembre tutte le assunzioni (poco più di 100mila) previste dalla legge.

Giannini: “Stiamo seguendo con attenzione le fasi delle assunzioni”

da La Tecnica della Scuola

Giannini: “Stiamo seguendo con attenzione le fasi delle assunzioni”

“In queste ore stiamo seguendo passo passo le operazioni di assunzione nella scuola. E ci prepariamo alla fase attuativa della legge ‘Buona scuola’ durante la quale apriremo un’ulteriore fase di confronto, in particolare sulle deleghe”. Lo scrive il ministro della Pubblica istruzione Stefania Giannini su Facebook.

“Prima della pausa estiva abbiamo poi chiuso un pacchetto di provvedimenti che riguardano la Ricerca, l’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, l’Universita'”. Ricerca, “abbiamo firmato la ripartizione del FOE, il Fondo ordinario destinato agli Enti vigilati dal Miur. Si tratta di 1,7 miliardi che arriveranno in anticipo rispetto all’anno scorso grazie al lavoro del Ministero e delle commissioni parlamentari che hanno fornito rapidamente il loro parere”.

Pittoni: uso politico degli organici

da La Tecnica della Scuola

Pittoni: uso politico degli organici

I 50 nuovi posti aggiuntivi da insegnante assegnati dal ministero dell’Istruzione all’Ufficio scolastico del Veneto, accolti “con soddisfazione” dalle parlamentari del Pd Rubinato e Rotta, hanno il sapore di una beffa: è l’opinione di Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord.
“Per il Veneto – spiega Pittoni – il totale delle cattedre aggiuntive si ferma a 200: poco più di un quarto di quanto assegnato all’Emilia-Romagna, a conferma dei nostri dubbi sull’oggettività e imparzialità dei criteri utilizzati per le regioni non a guida Pd”.
Secondo l’esponente leghista, insomma, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio uso politico degli organici; le “briciole” distribuite al Veneto e alla Liguria farebbero pensare ad una sorta di elemosina assegnata proprio a quelle due regioni in cui il PD è stato sonoramente sconfitto alle ultime elezioni regionali.
“Peccato che – sottolnea Pittoni – gli organici sono pagati con risorse pubbliche provenienti dalle tasse pagate dai cittadini; di fatto, quindi, ci troviamo di fronte al mancato riconoscimento degli stessi diritti allo studio nelle regioni di colore diverso rispetto al Governo”.
“Ad insospettire – conclude Pittoni – non è solo il numero ridicolo di docenti aggiuntivi assegnati a Veneto e Liguria rispetto ad altre realtà della stessa consistenza, ma anche le assegnazioni alla Lombardia, trattata come l’Emilia-Romagna che ha meno di metà abitanti”.