Più ispezioni e una task force contro i diplomifici

Più ispezioni e una task force contro i diplomifici
Al Miur seminario con il Ministro Giannini e il Sottosegretario Toccafondi
Sì alla parità scolastica, no a i diplomifici. Lo hanno ribadito oggi il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, e il Sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, nel seminario dal titolo “La Buona scuola e il sistema delle scuole paritarie”, primo momento di confronto per dare attuazione alle novità introdotte dal comma 152 dalla Legge 107/2015 in merito al funzionamento delle scuole paritarie. Ai lavori, introdotti dal saluto del Ministro, hanno partecipato i vertici del Miur, il coordinatore nazionale del Servizio Ispettivo e i Direttori generali degli Uffici scolastici Regionali.
Maggiori controlli, anche grazie ai 52 ispettori in più previsti dalla Buona Scuola, e una task force per mettere a punto apposite linee guida di intervento sul tema dei cosiddetti diplomifici. Queste le modalità di azione individuate in attuazione del comma 152 della Buona Scuola che prevede che entro 120 giorni dall’approvazione della legge, dunque entro la metà di novembre, parta un piano straordinario di verifica della “permanenza dei requisiti per il riconoscimento della parità scolastica”.
Il piano straordinario ha l’obiettivo di individuare “prioritariamente le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado caratterizzate da un numero di diplomati che si discosta significativamente dal numero degli alunni frequentanti le classi iniziali e intermedie”.
“Abbiamo un binario molto preciso dentro il quale muoverci che è quello indicato dalla legge – ha sottolineato il Ministro Giannini -. Sulla scuola paritaria abbiamo infranto molti tabù, trattandola come una gamba fondamentale del nostro sistema di istruzione. Ma dobbiamo affermare sempre di più il principio di qualità separando ciò che funziona da ciò che non funziona, chi fornisce un servizio da chi fa balzare i numeri degli studenti in occasione degli Esami di Stato. Metodo e merito sono due parole chiave della Buona Scuola e valgono anche per le paritarie”.
“Crediamo nel sistema di istruzione pubblico che si compone di scuole statali e non statali, nessun Governo prima di questo si era dimostrato così sensibile al tema – ha aggiunto Toccafondi -. Allo stesso modo però, non vogliamo e non crediamo nei diplomifici, in chi si nasconde dietro le norme della parità scolastica senza effettuare vera scuola e vera istruzione. Il mandato che il Parlamento ci ha dato è chiaro e noi dobbiamo e vogliamo raggiungerlo: contrastare i ‘diplomifici’. Aumenteremo i controlli, ci saranno 52 ispettori regionali in più, creeremo un gruppo di lavoro operativo di ispettori del Miur e stiamo aggiornando il Piano ispettivo nazionale. Così vogliamo dare gambe al comma 152 della Legge 107”.

PROGETTO “GIRLS CODE IT BETTER”

PROGETTO “GIRLS CODE IT BETTER”

SOTTOSCRITTO UN PROTOCOLLO DI INTESA TRA MAW – MEN AT WORK AGENZIA PER IL LAVORO E L’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER L’EMILIA ROMAGNA

 

20 scuole secondarie di primo grado della regione per una tecnologia più al femminile

 

MAW Men at Work – Agenzia per il Lavoro e l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia- Romagna hanno firmato un protocollo d’intesa per la diffusione del progetto di sviluppo delle competenze tecnologiche “Girls Code it Better” – Edizione 2015/2016 – nelle scuole secondarie di primo grado della regione Emilia-Romagna.

“Girls Code it Better” è un progetto proposto da MAW con l’obiettivo di avvicinare le ragazze alla tecnologia ed all’informatica per permette loro di scoprire le proprie potenzialità. Un mondo in continuo sviluppo e ricco di opportunità, nel quale però, come evidenziato da ricerche internazionali, le donne sono ancora poco rappresentate.

Il protocollo di intesa si inserisce nel quadro della diffusione in Emilia-Romagna delle azioni previste dal “Piano Nazionale Scuola Digitale”, attraverso l’utilizzo quotidiano delle tecnologie e delle risorse digitali per l’insegnamento e l’apprendimento. L’accordo nasce dalla valutazione positiva data dall’Ufficio Scolastico Regionale di una prima esperienza, svoltasi nell’anno scolastico 2014/2015, che ha visto cinque istituti della regione partecipare al progetto. Quest’anno il progetto interessa studentesse delle classi prime, seconde e terze di 20 scuole secondarie di primo grado dell’Emilia-Romagna.

L’Ufficio Scolastico Regionale coordinerà lo svolgimento del progetto nelle scuole, agevolando la partecipazione del personale coinvolto agli incontri di formazione previsti in preparazione dei corsi. Metterà inoltre a disposizione gli strumenti della piattaforma “Google Apps for Education”, gestita dal Servizo Marconi dell’USR per l’Emilia-Romagna, che permetterà di realizzare un ‘ambiente virtuale’ in cui conservare i materiali del progetto e uno spazio di comunicazione e scambio online.

MAW realizzerà a titolo gratuito 17 percorsi formativi per le studentesse che saranno selezionate per partecipare al progetto nelle 20 scuole coinvolte, associando a ciascun gruppo un docente tutor ed un maker che condurranno gli incontri, tenuti presso le scuole. L’azione di formazione ha un ruolo centrale nell’economia del progetto e sarà orientata tanto agli aspetti tecnici quanto a quelli metodologico-didattici. I gruppi utilizzeranno tecnologie avanzate (stampa 3D, microprocessori programmabili) per realizzare il percorso, ma allo stesso tempo i maker dovranno calarsi nella realtà e nelle dinamiche della scuola per arrivare al risultato.

“Avere siglato un intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna è per noi una grande opportunità per estendere la portata delle attività di Girls Code it Better. E’ un progetto che promuoviamo su scala nazionale, ma è molto importante che sia realizzato raccordandolo con le caratteristiche dei territori in cui si svolge e con le esigenze specifiche di studentesse e famiglie. E’ questo il valore aggiunto della collaborazione fra pubblico e privato, fra scuola e azienda: MAW porta sue risorse e competenze, una visione del mondo del lavoro che si incrocia con le caratteristiche della società e del territorio di cui la scuola è protagonista, arricchendo la formazione – commenta Costanza Turrini di MAW – Ora possiamo lavorare con più scuole e far capire a molte ragazze le opportunità offerte dall’economia digitale. Ancora oggi sono tanti i condizionamenti che portano loro stesse, a volte anche le famiglie e gli insegnanti, a pensare che le materie scientifiche e tecnologiche non siano adatte alle donne. E’ un grandissimo errore di prospettiva e un grande spreco di risorse e di capacità: in Europa mancano ben 900.000 persone qualificate in grado di lavorare nel settore ICT”.

“La collaborazione con MAW Men at Work per le scuole della nostra regione rappresenta una modalità innovativa per realizzare il principio delle pari opportunità a partire dalle fasce più giovani – spiega il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, Stefano Versari – E’ infatti necessario attivare queste azioni già a partire dal primo grado di istruzione affinché il binomio donna-tecnologia possa trovare consolidamento nella società adulta”.

 

Educazione&Scuola Newsletter n. 1057


Educazione&Scuola Newsletter n. 1057

Settembre 2015 – XX Anno

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Notizie

29 settembre Deleghe Buona Scuola

Dal 29 settembre al 29 ottobre 2015 sono convocati i tavoli di confronto sulle deleghe legislative previste dalla Legge 107/15

28 settembre Tutti a Scuola 2015

Si svolge a Napoli la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico 2015-2016

25 settembre Valutazione performance PA in CdM

Il Consiglio dei ministri esamina uno schema di DPR in materia di misurazione e valutazione della performance delle pubbliche amministrazioni

25 settembre Notte Europea dei Ricercatori 2015

Conferenze, spettacoli, concerti, esperimenti e dimostrazioni scientifiche dal vivo, mostre, visite guidate per apprendere divertendosi e favorendo la divulgazione scientifica

21 settembre Piano straordinario di assunzioni

Il MIUR avvia l’acquisizione del fabbisogno dell’organico del potenziamento propedeutica all’attuazione della fase C del piano assunzionale

8 – 16 settembre Test per i corsi a numero programmato

Si svolgono i test per l’accesso ai corsi universitari a numero programmato a livello nazionale per l’anno accademico 2015/2016

15 settembre Inizio Trattative Contratto Integrativo di Istituto

In ragione di quanto previsto dall’art. 6, c. 2, del CCNL Scuola, le trattative per il rinnovo del Contratto integrativo di Istituto devono avere inizio non oltre il 15 settembre

10 settembre Diffusione Libro in 7a Camera

La Camera esamina il DdL Disposizioni per la diffusione del libro su qualsiasi supporto e per la promozione della lettura

8 settembre Ripresa lavori parlamentari

Riprendono i lavori di Camera e Senato

8 settembre Sessione straordinaria Esami di Stato

La sessione straordinaria degli Esami di Stato si svolge dal 9 settembre

1 settembre Inizio Anno Scolastico 2015-2016

Il 1° settembre 2015 ha inizio il nuovo anno scolastico 2015-2016

 


Norme

Avviso 29 settembre 2015

Proroga pubblicazione Rapporto di autovalutazione al 10 di ottobre 2015

Avviso 29 settembre 2015

Seminario residenziale Problem Posing

Avviso 28 settembre 2015, AOODPFSR 1227

Avviso di disponibilità di un posto di funzione dirigenziale non generale presso l’Ufficio III della Direzione Generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore …

Decreto Direttore Generale 28 settembre 2015, AOODPIT 974

Assegnazione sedi regionali definitive ai soggetti inseriti nell’elenco di cui al D.D.G. 974 del 28 settembre 2015 ai sensi art. 4 del D.M. 635 del 27.8.2015

Nota 25 settembre 2015, AOODGCASIS 3362

Avvio Anno Scolastico 2015/2016: aggiornamento dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti

Nota 25 settembre 2015, AOODGPER 31060

Accordo 24 settembre 2015, n. 158/CSR

Accordo sul progetto sperimentale recante “Azioni di accompagnamento, sviluppo e rafforzamento del sistema duale nell’ambito dell’Istruzione e Formazione Professionale”

Avviso 24 settembre 2015

Iscrizione corso on line “Competenze digitali” – Quarta edizione – Nota MIURAOODGOSV prot. 7764 del 26 agosto 2015

Nota 24 settembre 2015, AOODGOSV 8865

Avviso pubblico del 15 settembre 2015, prot. AOODPIT 938 per la presentazione di proposte progettuali e la produzione di materiali digitali finalizzati alla sensibilizzazione e diffusione della metodologia …

Nota 24 settembre 2015, AOODGOSV 8862

Avviso pubblico per la presentazione di progetti sullo sviluppo delle competenze in italiano e sullo studio degli autori del Novecento nei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado – Articolo …

Nota 24 settembre 2015, AOODGOSV 8912

Questionario Monitoraggio Docenti DNL – CLIL nei Licei Linguistici, Europei, Internazionali Statali e Paritari – “Progetto Azioni a supporto della metodologia CLIL nei Licei Linguistici – Anno Scolastico …

Decreto Dipartimentale 23 settembre 2015, AOODPIT 962

Assegnazione sedi regionali ai soggetti inseriti nell’elenco di cui al D.D.G. prot. n. 943 del 15 settembre 2015

Decreto Dipartimentale 22 settembre 2015, AOODPIT 953

Sessione 2015 – Esami di Stato – Abilitazione esercizio libere professioni di Geometra. Costituzione Commissioni

Circolare Ministeriale 22 settembre 2015, n. 19

Sessione 2015 Esami Stato abilitazione esercizio libere professioni

Decreto Dipartimentale 22 settembre 2015, AOODPIT 954

Sessione 2015 – Esami di Stato – Abilitazione esercizio libere professioni di Perito Agrario. Costituzione Commissioni

Nota 21 settembre 2015, AOODGPER 30549

Acquisizione del fabbisogno dell’organico del potenziamento propedeutica all’attuazione della fase C del piano assunzionale

Nota 21 settembre 2015, Prot. n. 30516

Organizzazione e avvio dei corsi per il personale ATA di cui all’art.23 comma 1 lettera b) del DM 435/2015 e al Decreto direttoriale n. 863 del 5/8/2015

Avviso 21 settembre 2015, Prot.n. 5726

“L’Eredità di Expo per la Scuola” D.D. n. 769 del 17/07/ 2015 – pubblicazione della graduatoria definitiva delle scuole vincitrici

Decreto Legge 20 settembre 2015, n. 146

Misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione

Comunicato Presidenza del Consiglio dei Ministri 18 settembre 2015

Avviso pubblico relativo a «Prevenzione e contrasto al disagio giovanile» per il finanziamento di azioni volte ad intervenire su giovani in condizioni di disagio favorendo l’inclusione e l’innovazione …

Nota 18 settembre 2015, AOODGOSV 8592

Manifestazione “Maker Faire – The European Edition Rome 2015” – Giornata dell’Educalional Day dedicata esclusivamente alle scuole. Roma, 16 ottobre 2015, h. 9.00 – 13.00. Invito alla partecipazione

Programmazione dei Fondi Strutturali Europei 2007-2013 – Indicazioni operative in ordine al corretto inserimento della documentazione di progetto sul sistema informativo

Nota prot. 11253 del 18 settembre 2015

Nota 17 settembre 2015, Prot. n. 5647

Progetto “Verso una Scuola Amica” MIUR-UNICEF – Anno Scolastico 2015-2016

Decreto Direttore Generale 17 settembre 2015, Prot.n. 948

Assegnazione sedi regionali di destinazione ai soggetti inseriti nell’elenco di cui al D.D.G. prot. n. 943 del 15 settembre 2015

Sentenza Tribunale Roma 16 settembre 2015, n. 7552

Diritto all’avvio del procedimento di contrattazione collettiva

Decreto Direttore Generale 16 settembre 2015, Prot.946

Commissioni giudicatrici esami di Stato abilitazione esercizio libera professione di Agrotecnico, sessione 2015

Decreto Ministeriale 16 settembre 2015 n. 689

Definizione Paesi in via di Sviluppo ai fini delle disposizioni art. 3 comma 5 DPCM 9 aprile 2001

Decreto Dipartimentale 15 settembre 2015, AOODPIT 937

Implementazione del sistema nazionale di valutazione. Progettazione ed attuazione dei piani di miglioramento e formazione del personale

Nota 15 settembre 2015, AOODGOSV 8443

Sezioni primavera” anno scolastico 2015/2016 – Intese regionali (Art. 2 Accordo quadro sancito dalla Conferenza unificata l’1/08/2013, rep. atti 83/CU, prorogato dall’Accordo di conferma biennale …

Nota 15 settembre 2015, AOODPIT 1972

Chiarimenti e riferimenti normativi a supporto dell’art. 1 comma 16 legge 107/2015

Decreto Direttore Generale 15 settembre 2015, Prot. n. 939

Sviluppo delle competenze in italiano e sullo studio degli autori del Novecento nei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado – Articolo 24 D.M. 16 giugno 2015, n. 435

Decreto Direttore Generale 15 settembre 2015, n.943

Elenco unico soggetti di cui all’art. 3 del DM 635 del 27 agosto 2015 recante “Procedura relativa alla copertura dei posti vacanti di dirigente scolastico ai sensi dell’articolo 1, comma 92, della …

Decreto Direttore Generale 15 settembre 2015, Prot. n. 938

Presentazione di proposte progettuali e produzione di materiali digitali finalizzati alla sensibilizzazione e diffusione della metodologia CLiL (Content and Language Integrated Learning)

Nota 14 settembre 2015, AOODGOSV 8396

XIV^ edizione del Concorso “Certamen Propertianum” – anno 2015-2016

Avviso 14 settembre 2015

Graduatorie di istituto personale docente ed educativo

Nota 11 settembre 2015, Prot. n. 8366

Avvio e funzionamento dei CPIA – a.s. 2015/2016. Primi adempimenti

Nota 11 settembre 2015, AOOOGRUF 13439

A.F. 2015 – a.s. 2015/2016 – Avviso assegnazione risorse finanziaria per funzionamento amministrativo didattico ed altre voci (Programma Annuale 2015 – periodo settembre-dicembre 2015) e comunicazione …

Nota 10 settembre 2015, AOODPIT 1949

Supplenze conferite dalle graduatorie di istituto del personale docente ed educativo. A.S.2015/16

Nota 10 settembre 2015, Prot. 10874

Attività di rendicontazione finanziaria per i progetti realizzati nell’ambito delle procedure avviate a seguito della conclusione degli accordi MIUR – Regioni di cui all’art. 4 del Decreto Ministro …

Decreto Dipartimentale 9 settembre 2015, AOODPIT 921

Posto Direttore della Scuola per l’Europa di Parma – Commissione per l’esame dei candidati

Nota 9 settembre 2015, AOODGOSV 8160

Concorso nazionale “Storie di guerra e profezie di pace nella Bibbia” A.S.2015-2016

Decreto Direttore Generale 9 settembre 2015, Prot.n.920

Costituzione Commissione Esami Libera professione PERITO INDUSTRIALE Sessione 2015

Nota 8 settembre 2015, AOODGSIP 5483

Avviso alle scuole secondarie superiori per la presentazione della domanda di partecipazione al progetto “A Scuola di OpenCoesione” a.s. 2015-2016

Nota 8 settembre 2015, AOODGOSV 8096

Applicazioni Direttiva UE n. 2008/1 06/CE sui livelli minimi di Formazione della Gente di Mare – Sistema di gestione della qualità per i percorsi degli istituti tecnici – indirizzo Trasporti e Logistica …

Nota 7 settembre 2015, Prot. n.8041

Centri provinciali per l’istruzione degli adulti: compiti e funzioni degli Enti locali. Risposta a quesiti

Avviso 7 settembre 2015, Prot. 10740

Acquisizione di manifestazioni di interesse da parte delle istituzioni scolastiche ed educative per l’individuazione di proposte progettuali relative a laboratori territoriali per l’occupabilita’ …

Circolare Ministeriale 7 settembre 2015, n. 18

Elezioni degli organi collegiali a livello di istituzione scolastica – anno scolastico 2015/2016

Circolare Ministeriale 7 settembre 2015, n. 17

Decreto ministeriale n. 514 del 28 luglio 2015 di definizione del programma annuale di promozione delle eccellenze concernente gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, …

Nota 7 settembre 2015, AOODGPER 28853

Legge 107/15 – piano assunzionale straordinario personale docente – Fase B – assegnazione della sede di servizio

Avviso 4 settembre 2015

CONVEGNO “La didattica del cinese nella scuola secondaria di secondo grado: esperienze e prospettive” Roma, 7-8 settembre 2015 – Miur, Sala della Comunicazione

Nota 4 settembre 2015, Prot. n. 5386

Programma “Pace, fraternità e dialogo. Sui passi di Francesco” 2015-2016

Decreto Direttore Generale 4 settembre 2015, Prot. n.654

Commissione incaricata di valutare le domande di sussidio del personale dell’Amministrazione Centrale del MIUR

Avviso 3 settembre 2015, AOODPIT 1880

Vacanza del posto di Direttore della Scuola per l’Europa di Parma

Nota 3 settembre 2015, AOODPIT 1875

Esoneri e semiesoneri dal servizio dei collaboratori del dirigente scolastico

Nota 3 settembre 2015, Prot. 7961

“Didattiva: la didattica per l’alternanza scuola-lavoro” – Bando relativo al Premio Nazionale 2015 – Scaddenza dei termini per la presentazione delle candidature

Nota 2 settembre 2015, Prot. 5336

Indicazioni operative per la concreta attuazione in ambito scolastico della legge 54/2006 -“Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli”

Nota 2 settembre 2015, AOODGOSV 7913

Conferimento incarichi di funzione dirigenziale di cui all’art. 5 del DPR 28 marzo 2013, n. 80

Nota 1 settembre 2015, AOODGCASIS 2966

Rilascio nuove funzioni SIDI – Gestione Giuridica e Retributiva Contratti Scuola

Nota 1 settembre 2015, AOODGOSV 7904

Pubblicazione del Rapporto di Autovalutazione (RAV) e primi orientamenti per il Piano di Miglioramento (PdM)

 


Rubriche

in Bacheca della Didattica

Comitato di valutazione: cambio di confine?

di Stefano Stefanel

Il rapporto di lavoro subordinato: contratto, codice civile e leggi speciali

di Gerardo Marchitelli

Progettare “la Buona Scuola”

di Dario Cillo

Tre intelligenze e mezza

di Luigi Manfrecola

Performance individuale in rapporto al POF

di Gerardo Marchitelli

Gli aquiloni pensano che la terra sia appesa a un filo

di Enrico Maranzana

La legge 107 davanti alla Corte costituzionale

di Francesco G. Nuzzaci

Del dirigente scolastico che formula gli indirizzi ma non approva il pof

di Mario D’Adamo

Merito vs Pansindacalismo

di Alessandro Basso

Il “Gender”, la Giannini e la grammatica latina

di Luigi Manfrecola

Gli indirizzi del dirigente alla redazione del Pof triennale

di Stefano Stefanel

Sono il padre dell’algoritmo, ma si tratta di fecondazione eterologa

di Paolo Fasce

La scuola del terzo millennio. Una “non riforma” populista?

di Mario Melino

L’ECO dell’ECO

di Luigi Manfrecola

Quel banco di prova che è il Sud

di Domenico Sarracino

Le Aree Interne nel contesto de La Buona Scuola

Linee guida per gli interventi nelle aree progetto

I mitici anni ’70 del “Diritto allo studio”

di Luigi Manfrecola

Il diritto e dovere di resilienza

di Margherita Marzario

SULLA VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI

di Francesco G. Nuzzaci

in DIDES di Umberto Tenuta

Schola Renovanda Est

in Europ@Fondi Strutturali di Fabio Navanteri

in Famiglie

Guide Genitori Studenti e Scuola

a cura di Cinzia Olivieri

Elezioni scolastiche 2015/16 ed il commissariamento infinito degli omnicomprensivi

di Cinzia Olivieri

Sportello Genitori Studenti e Scuola

a cura di Cinzia Olivieri

Guida al Progetto nella Scuola

a cura di Cinzia Olivieri e Marilisa Zappella

in Handicap&Società di Rolando Alberto Borzetti

FAQ Handicap e Scuola – 56

a cura dell’avv. Salvatore Nocera e di Rolando Alberto Borzetti

in InformagiovaniLa Rete di Vincenzo Andraous

Baby gang e bulli di rincalzo

di Vincenzo Andraous

in LRE di Paolo Manzelli

Strategie di Cambiamento culturale e scientifico

di Paolo Manzelli

in Psicologia

Se ti ama non ti picchia, non basta…

di Adriana Rumbolo

in Recensioni

C. Repetti, Il ponte di Picaflor

di Antonio Stanca

G. Sartori, La corsa verso il nulla

di Luigi Manfrecola

C. Wolf, Cassandra

di Antonio Stanca

L’arte come mezzo?

di Antonio Stanca

L. De Crescenzo, Stammi felice

di Luigi Manfrecola

T. Montefusco, La didattica laboratoriale

Manuale di buone pratiche. Cosa fare, come fare

in Scuola&Territorio di Gian Carlo Sacchi

Le Regioni al declino

di Gian Carlo Sacchi

in Software

Internet, Reti, Nuove tecnologie

Olimpiadi di Informatica nazionali ed internazionali – Edizione 2015-2016

Comitato per le Olimpiadi Italiane di Informatica

Capire l’Informatica di Paolo Rocchi

in Statististiche

Principali dati della scuola statale – A.S. 2015/2016

MIUR – Ufficio di Statistica

DOSSIER BULLISMO

Telefono Azzurro

in Stranieri

Diversi da chi?

Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura del Miur

in Tiriticcheide di Maurizio Tiriticco

Ingrao non c’è più

di Maurizio Tiriticco

Dell’insegnare oggi senza ignorare il passato

di Maurizio Tiriticco

Riflettere sul passato per costruire il futuro

di Sergio Bailetti

CORSI DI LETTURA PER ADULTI

di Maurizio Tiriticco

Sintesi e chiavi di lettura della legge 107/2015

di Maurizio Tiriticco

Gli insegnanti della “buona” scuola: luci e ombre della legge 107/15

di Maurizio Tiriticco

 


Rassegne

Stampa

Sindacato

Gazzetta Ufficiale

 

Comitato di valutazione: cambio di confine?

Comitato di valutazione: cambio di confine?

di Stefano Stefanel

 

         Il Comitato di valutazione introdotto dalla legge 107 del 13 luglio 2015 si sta aprendo senza troppa fatica il varco nel mondo della scuola. Come tutte le questioni innovative trova quasi solo barriere, ostacoli, precisazioni. In questo primo mese di applicazione della legge si sono avuti atteggiamenti diversi in riferimento al Comitato di valutazione: alcuni collegi docenti hanno votato i loro rappresentanti, altri collegi hanno invece approvato mozioni per boicottare la legge, alcuni dirigenti non hanno nemmeno posto il punto all’ordine del giorno del collegio docenti, alcuni gruppi o organizzazioni hanno cercato di inventare stratagemmi per rendere inoffensivo il Comitato, alcuni sindacati stanno cercando di far cadere la questione portando i soldi del bonus in contrattazione. La fantasia sta insomma correndo nelle scuole e sul web, non per cercare di fare funzionare al meglio questo nuovo organismo, ma per cercare modalità per rendere inoffensiva tutta la procedura. L’idea che una legge vada rispettata senza tante discussioni non passa nemmeno per l’anticamera del cervello di chi si ritiene supplente morale di una Corte costituzionale che non boccia tutto quello che fa il Governo.

La Riforma Brunetta sei anni fa fu contrastata per via giudiziaria e non applicata in molte sue parti con la collaborazione governativa. Anche in questo caso molte speranze sono poste nella palude che il Miur può creare per non far applicare almeno questa parte della legge. Chi chiede l’interpretazione autentica del Miur sa benissimo che il Miur non avendo approvato la legge non può dare alcuna interpretazione autentica. Se però il Miur comincia ad emanare circolari, modelli, note, spiegazioni può fornire all’ampio campo del dissenso tutte le sponde possibili per impugnate, contestare, rigettare. E’ sufficiente che nel Miur qualcuno dica la sua pubblicamente, che l’opposizione al Comitato di valutazione può trovare una sponda da cui ripartire come a maggio.

Io porrei la questione su un altro versante. Il Comitato di valutazione è una risposta rozza e per nulla sofisticata alla richiesta popolare di valutazione della pubblica amministrazione. Il Decreto Brunetta ha fatto credere che una parte della Pubblica Amministrazione sia già valutata come si deve (non è così, ma a chi importa?), mentre la legge 107 – con l’introduzione di questo Comitato di valutazione – risponde all’opinione pubblica, che vuole i docenti valutati, cosa mai neppure lontanamente messa in agenda prima di ora. La risposta è rozza, ma l’opinione pubblica attenta. Per cui qualunque distinguo, resistenza, cavillo, rinvio, ecc. sarà visto dai cittadini solo come la conferma che i docenti non vogliono farsi valutare. Non si può attaccare un provvedimento che risponde ad un sentire popolare con distinguo incomprensibili. E la vecchia frase: “Noi vogliamo la valutazione, ma non questa, ne vogliamo una seria” porta direttamente alla favola di Bertoldo che non trovava mai l’albero giusto. Metafora cruda e un po’ a doppio senso.

In tutta questa vicenda si evidenzia la grande debolezza dei dirigenti scolastici, che dovrebbero essere valutati dal 2001 e che nessuno valuta mai, e l’oggettivo fuoco amico di Anp sulla categoria, che ha preso posizioni pubbliche che hanno aumentato la percezione che la legge 107 fosse una legge a favore dei dirigenti scolastici. La categoria pare, insomma, essere ben contenta di contribuire a valutare i docenti, ma sfugge alla propria valutazione. Ci troviamo infatti davanti al paradosso per cui la valutazione dei dirigenti scolastici sta nel Contratto (e quindi è difesa dai sindacati e permette la richiesta di garanzie), mentre quella dei docenti è decontrattualizzata ed inserita nella sola legge. Rimane un mistero capire perché se i dirigenti scolastici pretendono garanzie per la propria valutazione, i docenti non ne possano pretendere a loro volta. In questa fase però anche questi sono cavilli: gli italiani mandano a scuola i figli dai docenti e vogliono siano valutati quelli. Di noi dirigenti si interessano solo se hanno bisogno di qualcosa o se non gli togliamo dalla classe del figlio gli insegnanti che reputano incapaci, ignoranti, ecc. Se tutto va bene noi non esistiamo e dunque anche se non siamo valutati all’opinione pubblica non interessa. E’ una delle tante vergogne della pubblica amministrazione italiana, senza ricadute sugli studenti: così pensa l’opinione pubblica e poco le importa che non sia proprio così.

Il Comitato di valutazione deve stabilire criteri, validare il periodo di prova per i neoassunti (componente docenti), valutare il servizio a richiesta del docente interessato. Da nessuna parte però è scritto che senza criteri e senza comitato il dirigente scolastico non può dare ugualmente il bonus economico e che se manca una componente per scelta della componente non si può andare avanti lo stesso. E’ ovvio che tutto potrà essere impugnato per bloccare qualunque cosa, ma sarà interessante vedere cosa succederà quando un dirigente assegnerà il bonus ai docenti e sindacati, altri docenti o chi per loro impugnerà il provvedimento e magari il giudice darà loro ragione bloccando i pagamenti. Se un dirigente ne voleva pagare quattro non succederà niente (se non che quei quattro vivranno male il proprio futuro), ma se un dirigente ne voleva pagare una cinquantina poi sarà dura spiegare a tutti i cinquanta che non riceveranno i soldi perché c’è stato un ricorso contro il provvedimento dirigenziale.

A norma rozza non si può dare una risposta sofisticata. La procedura più semplice è quella di nominare subito il Comitato e dare criteri chiari, stringenti, precisi al dirigente. Che così deve attribuire il bonus a quelli che lo meritano secondo l’opinione comune. L’opinione comune non è quasi mai sbagliata, soprattutto se nasce in situazioni ambientalmente distese e che quindi non abbisognano di troppi distinguo. In questa ottica bisognerebbe nominare il Comitato di valutazione col sistema del “velo nero” (non vedo quello che la mia decisione provocherà), utilizzando una scelta di tipo reputazionale, che in comunità molto piccole come sono le nostre scuole, difficilmente è sbagliata. Se invece si aspetta – come molti dicono di fare – si creeranno gruppi di interesse e di pressione, che si faranno rappresentare nel Comitato e che dunque avranno il potere di dirigerne i criteri.

La Cgil, che dal suo punto di vista giustamente contrasta la legge anche perché oggettivamente la 107 vuole ridurre drasticamente il peso dei sindacati nelle scuole, propone una valutazione non individuale, ma generale, che quindi premi i soggetti nel sistema e non singolarmente. La proposta tende a mediare tra l’esistente e quello che vuole il Governo, ma non tiene conto del fatto che l’opinione pubblica vuole fortemente vengano cacciati dalla scuola incapaci, fannulloni, ignoranti. Il bonus ai migliori automaticamente tenderebbe ad evidenziare i peggiori: non se ne esce, anche perché questo metodo di retribuzione, decontrattualizzata, potrebbe premiare i risultati e non solo l’impegno orario. Se – poniamo – i criteri indicheranno nei risultati la ratio del premio allora si sposterebbe il confine che fino ad ora ha legato le retribuzioni (ordinarie e aggiuntive) al solo lavoro prestato. Gli insegnanti oggi vengono retribuiti per le ore che fanno o per il lavoro svolto, non per la qualità di quello che hanno prodotto. I criteri del Comitato di valutazione qui potrebbero intervenire e se qualcuno lo farà la frontiera verrà spostata e non di poco. Se lavori male niente soldi, che invece arrivano se hai raggiunto gli obiettivi prefissati.

Quella del Comitato di valutazione non è una partita neutra e non è scontato che la categoria ufficialmente contraria a “questo” metodo di valutazione abbia qualche controproposta da fare. Io credo che invece sarebbe necessario cercare di capire che il Governo sta rispondendo ad esigenze dell’utenza scolastica e dell’opinione pubblica e non alla richiesta di garanzie di una delle poche categorie in cui il contratto a tempo indeterminato non prevede alcuna possibilità di licenziamento, perché la “ditta Miur” non fallisce mai. E’ altrettanto vero che se passa questo meccanismo premiante è possibile che tutto il salario accessorio vada a finire lì e che le prestazioni aggiuntive vengano retribuite solo a progetto. Questo credo che i sindacati non lo possano accettare, ma bisogna vedere cosa ne pensa l’elettorato, non cosa ne pensano i lavoratori della scuola. E’ una partita complessa, ma non simbolica. Il Comitato di valutazione ha una forte valenza e grandi contenuti e non c’è nulla di simbolico nel definire i criteri di retribuzione delle persone. E’ una questione che va presa sul serio, senza distinguo e cavilli. Non so cosa succederà, ma posso dire che chi è contrario a questa innovazione deve stare attento a non combattere l’ennesima guerra senza vincerla.

Proposta di intitolazione del Comma 148 della L. 107/2015

Al Presidente del Consiglio
Gent.mo Sig. Matteo Renzi

 

OGGETTO: Proposta di intitolazione del Comma 148 della L. 107/2015.

 

Confidando nella cortese attenzione della S.V. Ill.ma ci facciamo portatori d’una proposta legittimamente avanzata da molti nostri conterranei affinché Lei voglia preoccuparsi, nella Sua riconosciuta e nobile lungimiranza, di  intitolare il 148° comma della Legge sopra emarginata al compianto DON MILANI, strenuo sostenitore del diritto allo studio da parte delle classi sociali meno abbienti.

bimbi poveriFervida preghiera è stata espressa in tal senso da un massiccio numero di postulanti fra i quali si distinguono, per l’interesse manifestato, decine di migliaia di profughi ospitati nelle terre del nostro fortunato e soleggiato Meridione in uno con i più giovani virgulti già fedeli alle consorterie sicule, calabresi e partenopee variamente denominate e predestinate alle fiorenti imprenditorie del presunto malaffare.

A tanto si è indotti per aver Noi colpevolmente disertato l’appuntamento prestigioso col nostro Presidente della Repubblica in occasione dell’apertura dell’anno scolastico a Napoli, un appuntamento che ha visto la vibrante e appassionata cura delle ISTITUZIONI , dialetticamente schierate al fianco della scuola napoletana per porre fine all’incalzante degrado sociale e culturale di troppi quartieri tristemente noti alle cronache nazionali. Commossi per le “decime” assegnate magnanimamente alle scuole meno fortunate, fra le quali presumiamo iscritte senz’altro quelle della nostra amata terra, richiamiamo testualmente alla Sua attenzione , qualora l’avesse dimenticato, il comma in questione concernente lo School bonus

«Il credito d’imposta è riconosciuto a condizione che le somme siano versate in un apposito capitolo dell’entrata del bilancio dello Stato secondo le modalità definite con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. Le predette somme sono riassegnate ad apposito fondo iscritto nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per l’erogazione alle scuole beneficiarie. Una quota pari al 10 per cento delle somme complessivamente iscritte annualmente sul predetto fondo è assegnata alle istituzioni scolastiche che risultano destinatarie delle erogazioni liberali in un ammontare inferiore alla media nazionale, secondo le modalità definite con il decreto di cui al primo periodo.»

Prof. Luigi Manfrecola

 

n.b.- Vada dritto per la sua strada e non si preoccupi di critiche eventuali. La gente ha sempre da criticare.

Test nazionali di lingua, in Italia competenze valutate solo alla maturità

da Il Sole 24 Ore

Test nazionali di lingua, in Italia competenze valutate solo alla maturità

di Alessia Tripodi

Rapporto Eurydice sulla diffusione delle prove di valutazione nei Paesi dell’Ue: sistemi poco omogenei, la capacità di lettura è la «skill» più testata.

I test nazionali di lingua sempre più diffusi nelle scuole dell’Ue, che li utilizzano come strumento prioritario per valutare i progressi degli studenti. Ma la diffusione delle prove non risulta omogenea in tuta l’Unione: in buona parte dei Paesi, per esempio, ci sono test che coprono più di cinque lingue straniere, mentre in altri solamente una, quasi sempre l’inglese. E in Italia l’unico momento di valutazione nazionale delle competenze linguistiche è rappresentato dalla seconda prova scritta dell’esame di maturità (laddove è prevista). Sono i dati del rapporto appena pubblicato da Eurydice sui test nazionali di lingua nelle scuole secondarie superiori, che prende in considerazione le performance dell’anno scolastico 2014/2015 dei 28 Stati membri, dell’Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Turchia, Montenegro e la Serbia.

Il confronto internazionale
La ricerca di Eurydice analizza l’importanza crescente dei test nazionali nelle lingue straniere, gli obiettivi dei test, il tipo di competenze valutate, gli strumenti messi a punto dai diversi paesi per rendere le procedure di attribuzione dei punteggi sempre più affidabili e misura, infine, l’influenza di questi test sul sviluppati dai diversi paesi per far sì che le procedure di attribuzione del punteggio siano coerente e affidabili, e l’influenza del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (Qcer) sui test.
Secondo i risultati della prima indagine sui test nazionali, pubblicata da Eurydice nel 2012, già a partire dagli anni ’90 queste prove sono diventate uno strumento sempre più strategico nella valutazione degli studenti, anche se in buona parte dei paesi le ha introdotte in maniera sistematica solo a partire dal 2001.
Il nuovo report svela che la competenza linguistica orale è la meno «testata», mentre la capacità di lettura risulta in assoluto la più valutata nei test. Solo la metà dei paesi prevede test di valutazione di tutte le competenze – ascolto, conversazione, lettura e scrittura – e l’Italia non è fra questi: nel nostro sistema, spiega Eurydice, non esistono infatti prove che misurano tutte e quattro le abilità.
La maggior parte dei Paesi prevede test per più di cinque lingue straniere (un gruppo che, secondo i dati, comprende anche l’Italia) e alcuni, come la Francia e la Norvegia, si arriva addirittura a sfiorare i 40 idiomi diversi. In ogni caso, in una dozzina di paesi si valuta solamente una lingua, inglese in primis.

Diritto allo studio, le associazioni studentesche chiedono più risorse e livelli essenziali

da Il Sole 24 Ore

Diritto allo studio, le associazioni studentesche chiedono più risorse e livelli essenziali

di Cl. T.

Riconoscimento dello status di studente e individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni. Sono alcune richieste avanzate dai rappresentanti degli studenti al primo tavolo di confronto sulle deleghe previste dalla riforma Renzi-Giannini, dedicato al diritto allo Studio. Più nel dettaglio il Forum delle associazioni studentensche ha chiesto anche un itnervento che favorisca i consumi culturali dei ragazzi, alla stregua della card da 500 euro per i docenti.

Il tavolo
All’incontro di ieri, al ministero dell’Istruzione, erano presenti i rappresentanti del Forum degli studenti e del Forum dei genitori che hanno incontrato i vertici del Miur. Gli studenti, in particolare, hanno presentato un documento congiunto con la loro proposta sul diritto allo studio. «Dopo la fase legislativa siamo entrati nella delicata e importante fase attuativa – sottolinea il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini -. Ringrazio tutti coloro che parteciperanno ai tavoli dando il loro costruttivo contributo al cambiamento che vogliamo apportare nella scuola italiana». Il prossimo incontro è previsto mercoledì 7 ottobre al Miur sull’inclusione degli studenti con disabilità.

I principi di delega sul diritto allo studio
A fissare i paletti della delega sul diritto allo studio è direttamente la «Buona Scuola». Che evidenzia come il provvedimento attuativo deve puntare a garantire l’effettività di questo diritto «su tutto il territorio nazionale», nel rispetto delle competenze delle regioni in tale materia, attraverso la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, sia in relazione ai servizi alla persona, con particolare riferimento alle condizioni di disagio, sia in relazione ai servizi strumentali. Le nuove norme, è scritto sempre nella legge 107, dovranno poi portare a un potenziamento della Carta dello studente, tenuto conto del sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale, al fine di attestare attraverso la stessa lo status di studente e rendere possibile l’accesso a programmi relativi a beni e servizi di natura culturale, a servizi per la mobilità nazionale e internazionale, ad ausili di natura tecnologica per lo studio e per l’acquisto di materiale scolastico, nonché possibilità di associare funzionalità aggiuntive per strumenti di pagamento attraverso il borsellino elettronico.

Nuovo concorso, vecchie classi

da ItaliaOggi

Nuovo concorso, vecchie classi

In palio circa 60 mila cattedre, attese 150 mila istanze

Alessandra Ricciardi

Non sono ancora nate e rischiano già di finire in soffitta. Quantomeno in vista del prossimo concorso. Le nuove classi di concorso potrebbero infatti non essere utilizzate per la prossima selezione che sarà bandita agli inizi di dicembre e le cui graduatorie saranno utilizzate per il triennio 2016/2018. È l’ipotesi più accreditata ai piani alti del dicastero di viale Trastevere, dove si sta lavorando per consegnare all’esame del ministro, Stefania Giannini, il regolamento della gara: complessivamente le nuove assunzioni da fare potrebbero arrivare anche a 90 mila, è l’ultima previsione del dicastero dell’istruzione, di cui 60 mila e forse più da concorso, le altre attingendo alle graduatorie ad esaurimento che hanno ancora iscritti.

Sempre le previsioni parlano di almeno 150 mila possibili domande (ma c’è l’incognita della scuola dell’infanzia e della primaria, con flussi difficilmente prevedibili).

I tempi stretti della selezione pare mal si concilino con quelle della riforma delle classi di concorso, che hanno davanti un iter ancora abbastanza lungo, in cui è necessario tra l’altro acquisire il parere delle competenti commissioni di camera e senato per poi passare all’approvazione definitiva del consiglio dei ministri. Che ben potrebbe decidere di apportare alcune modifiche, proprio alla luce dei suggerimenti del parlamento.

Al momento, le nuove classi passerebbero da 168 a 114, con 11 new entry per l’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado, fra cui la A-23, la Lingua italiana per studenti stranieri, oltre che altre per i nuovi indirizzi della scuola di secondo grado come il musicale e coreutico. La riforma abilita anche la laurea in scienze politiche per insegnare diritto ed economia. In questi casi, utilizzando le vecchie classi, resterebbero esclusi dei potenziali candidati, che non potrebbero infatti essere recuperati attraverso la successiva fase della confluenza.

Intanto si lavora anche alla struttura delle prove, con un peso maggiore da dare alla capacità di stare in classe del candidato, sia nel corso della prova scritta, con la risoluzione di casi concreti, sia poi all’orale, dove dovrebbe restare la lezione simulata.

500 euro, occhio al rendiconto. Bonus per l’aggiornamento in arrivo sulla busta paga di ottobre. I controlli ai revisori

da ItaliaOggi

500 euro, occhio al rendiconto. Bonus per l’aggiornamento in arrivo sulla busta paga di ottobre. I controlli ai revisori

Chi li utilizza per scopi diversi rischia la condanna penale.

Carlo Forte

I costi di emissione, fornitura e gestione della carta elettronica per l’aggiornamento dei docenti di ruolo non potranno essere a carico dello stato. E le spese saranno soggette a rendicontazione. Pertanto, chi utilizzerà intenzionalmente i 500 euro per scopi diversi da quelli fissati dalla legge rischierà una condanna penale. E’ l’effetto dell’entrata in vigore della legge 107/2015. Il regolamento di attuazione è stato firmato dal presidente del consiglio il 22 settembre scorso e a breve i docenti di ruolo potranno beneficiarne. Quest’anno, infatti, per evitare che le lunghezze burocratiche ritardassero gli effetti delle nuove disposizioni, i docenti interessati riceveranno i 500 euro direttamente in busta paga. Dal prossimo anno, invece, le somme saranno rese disponibili tramite una carta di credito prepagata.

Il beneficio riguarderà solo i docenti di ruolo. E sarà sospeso per un anno nei confronti dei docenti che, nell’anno in corso, siano stati fatti oggetto della sanzione disciplinare della sospensione. Questa preclusione, peraltro, non è prevista dalla legge 107. E dunque, i diretti interessati potrebbero avere gioco facile a farla disapplicare in sede giudiziale. Oltre tutto la disciplina sanzionatoria dei docenti è, di per sé, più afflittiva rispetto agli altri lavoratori del pubblico impiego. Perché, in caso di sospensione, oltre a prevedere la sospensione della retribuzione, la normativa prevede un ritardo nella progressione di carriera da uno a tre anni. Che si concreta in un danno economico di circa 1000 euro per ognuno degli anni di ritardo.

Il decreto prevede che le spese sostenute dai docenti per l’aggiornamento dovranno essere rendicontate. E la documentazione sarà fatta oggetto di controlli da parte dei revisori dei conti delle istituzioni scolastiche dove prestano servizio i docenti interessati. L’esigenza di documentare le spese era già emersa in commissione bilancio al senato all’atto dell’emanazione del parere. A questo proposito, infatti, la commissione aveva raccomandato al governo di individuare un obbligo di rendicontazione delle spese. Proprio per evitare che i docenti potessero utilizzare la somma anche per scopi diversi dal quelli strumentali. Il governo ha recepito l’indirizzo della commissione. Ed ha anche previsto che gli importi delle spese non conformi saranno decurtati dagli ulteriori 500 euro che spetteranno al docente interessato l’anno successivo. Ma questo non basta a precludere l’insorgenza di eventuali responsabilità. Il docente, infatti, opera in quanto pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. E viene in possesso dei 500 euro non a titolo retributivo, ma in ragione del suo ufficio. Tant’è che la legge vincola l’utilizzo del denaro così assegnato alla copertura di spese per l’aggiornamento e la formazione professionale. Pertanto, il docente che dovesse intenzionalmente utilizzare i 500 euro per scopi diversi, dandone una rendicontazione truffaldina, potrebbe incorrere nella responsabilità penale.

Tra le varie ipotesi, quella del reato di truffa aggravata e di falso. Meno probabile il peculato. Ancora più improbabile l’abuso d’ufficio. Ma il rischio c’è. E si sarebbe potuto evitare se, al posto della dazione di denaro in via diretta, il governo avesse utilizzato lo strumento fiscale della detrazione o della deduzione. E cioè, rispettivamente, la possibilità di scalare le spese documentate dall’importo delle tasse (decurtazione) oppure la previsione di un tetto massimo per le spese da scalare sull’imponibile (deduzione). In questi casi, peraltro, i controlli sarebbero stati effettuati dall’agenzia delle entrate. E cioè da funzionari e impiegati che vantano una vasta esperienza in materia. Nel caso della carta, invece, i controlli saranno effettati dai revisori dei conti delle scuole. Che non operano in veste di collegio (lavorano in coppia). Svolgendo tale funzione non in pianta stabile, ma solo per arrotondare lo stipendio.

Le coppie di revisori, infatti, sono scelte rispettivamente, nei ruoli dei funzionari del ministero dell’economia e del ministero dell’istruzione. Questi ultimi, non di rado, non hanno competenze di natura contabile, essendo individuati tra i funzionari degli uffici scolastici. In più, la legge prevede che non possano operare nella provincia dove prestano servizio. E ciò complica ulteriormente la situazione. Un altro elemento da considerare sono i costi di emissione e gestione della carta di credito. Il decreto prevede che il ministero darà in appalto il servizio relativo all’emissione, alla fornitura e alla gestione della carta, «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Ciò vuol dire che eventuali oneri saranno posti a carico dell’utenza, salvo sponsorizzazioni. Non è escluso, quindi, che i docenti destinatari possano essere gravati di un costo fisso annuale di utilizzo (come accade per le carte di credito) e, probabilmente, anche dal costo delle operazioni bancarie derivanti dall’utilizzo della carta.

La Gelmini “cancella” i licei classici e lo studio del Latino: la nuova mappa delle superiori

da Repubblica.it

La Gelmini “cancella” i licei classici e lo studio del Latino: la nuova mappa delle superiori

A distanza di 5 anni ecco come è cambiata  la mappa delle scelte degli studenti. Più lingue straniere

di SALVO INTRAVAIA

E’ fuga dal Latino, tra abbandono dei licei classici e scelta di indirizzi che non lo prevedono tra le materie di studio. A cinque anni dall’avvio della riforma Gelmini è possibile fare un primo bilancio sugli iscritti al superiore: i dati pubblicati venerdì scorso, mettono in luce un panorama dei licei completamente diverso da cinque anni prima. I licei classici perdono dal 2009/2010 (ultimo anno prima della riforma Gelmini) al 2015/2016 il 44 per cento degli iscritti e vengono praticamente dimezzati.

Fino al 2009 gli iscritti ai classici erano sempre aumentati. Con i classici perdono iscritti anche i licei scientifici “tradizionali” (quelli con il Latino). In altre parole, gli studenti delle superiori che studiano il Latino, dopo la riforma Gelmini, si è ridotto notevolmente perché gli scientifici ad indirizzo sportivo e delle Scienze applicate (senza Latino nel curriculum) hanno avuto un boom. E gli ex magistrali (ora delle Scienze umane) hanno il Latino solo al biennio.

Sono oltre 180mila gli studenti delle superiori che hanno dribblato lo studio del Latino in cinque anni. Meno Latino ma più lingue straniere: i licei linguistici, che rappresentano oggi la seconda scelta per i licei, con tutto il comparto delle scienze umane e dei licei musicali/coreutici hanno raddoppiato gli iscritti. E gli artistici vantano un incremento di iscritti pari ad un quarto: più 23 per cento. Prima della riforma Gelmini, più di uno studente su tre delle superiori (oltre 960mila) si cimentava con declinazioni e versioni. Dopo la riforma il loro numero si è ridotto al 30 per cento scarso, con 181mila adepti in meno. E ritorna l’antico dibattito sull’utilità del Latino.

Tecnici e professionali tengono, ma vedono calare leggermente gli iscritti, i primi, e aumentare gli iscritti i secondi. L’obiettivo della riforma Gelmini era quello di invertire la tendenza sul crollo di iscrizioni nei tecnici e nei professionali. Ma, a distanza di 5 anni, sembra avere fallito.

Riforma, partiti i tavoli di confronto sulle deleghe

da La Tecnica della Scuola

Riforma, partiti i tavoli di confronto sulle deleghe

Dopo la convocazione dei giorni scorsi, nel pomeriggio del 29 settembre hanno preso il via i tavoli di ascolto e di confronto sulle deleghe previste dalla legge 107/2015.

Al primo incontro, svolto a Viale Trastevere, hanno partecipato i rappresentanti del Forum degli studenti e del Forum dei genitori: si è parlato di diversi argomenti, per i quali è prevista la pubblicazione dei rispettivi decreti delegati nei prossimi mesi. Come il sistema integrato di servizi per la fascia 0-6 anni e la riforma del diritto allo studio. Su quest’ultimo punto, i rappresentanti delle associazioni studentesche hanno presentato un documento congiunto con la loro proposta.

“Dopo la fase legislativa siamo entrati nella delicata e importante fase attuativa – ha detto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini -: ringrazio tutti coloro che parteciperanno ai tavoli dando il loro costruttivo contributo al cambiamento che vogliamo apportare nella scuola italiana”.

Il prossimo incontro è previsto mercoledì 7 ottobre al Miur: in quell’occasione si parlerà, in particolare, di inclusione degli studenti con disabilità e di riforma del sostegno.

Superiori, 1 studente su 4 bocciato perché sfora il 25% di assenze: norma da rivedere?

da La Tecnica della Scuola

Superiori, 1 studente su 4 bocciato perché sfora il 25% di assenze: norma da rivedere?

Alle superiori uno studente ripetente su quattro viene fermato per le troppe assenze: a rilevarlo è il portale Skuola.net, che è andato ad analizzare i quadri finali dei primi quattro anni di corso.

“La quota dei bocciati – scrive il sito studentesco – ha raggiunto circa il 9%. Di questi, il 26% ha perso l’anno proprio dalle assenze. Il primo anno è il più duro: non ce l’ha fatta quasi 1 ragazzo su 7, di cui il 25% per essere mancato troppe volte. Anche se il numero dei respinti va a diminuire nelle due classi successive, non cambia di molto la percentuale di chi è stato “castigato” per lo stesso motivo. Si tratta del 22% e il 27% dei bocciati al secondo e al terzo anno”.

A salvarsi, sono solo gli studenti che presentano documenti (ad esempio di pratica sportiva agonistica riconosciuta dal Coni) o certificati medici (come un ricovero ospedaliero) che comprovano l’effettiva indisponibilità nel frequentare le lezioni.

“Al quarto anno – continua Skuola.net – abbiamo la sorpresa: da un lato si riduce drasticamente la percentuale dei non ammessi a giugno (solo il 5%), dall’altro si alza di netto quella di chi ha inciampato sulla cattiva gestione delle assenze: si tratta di quasi 1 bocciato su 3”. Per una discreta percentuale di costoro, purtroppo, è l’anticamera dell’abbandono, attorno ai 17 anni, senza aver naturalmente conseguito il diploma di maturità.

Ricordiamo che la disposizione deriva dall’articolo 14, comma 7, del Regolamento di coordinamento delle norme per la valutazione degli alunni incluso nel DPR 22 giugno 2009, n. 122, attraverso il quale è stato previsto che “ai fini della validità dell’anno scolastico, compreso quello relativo all’ultimo anno di corso, per procedere alla valutazione finale di ciascuno studente, è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato”. Una disposizione, quella del 25% massimo di assenze, del resto già vigente per gli studenti della scuola secondaria di primo grado (cfr. articolo 11 del D. Lgs. 19 febbraio 2004, n. 59, successivamente richiamato e integrato dall’art. 2, comma 10, del Regolamento del 2009 per le superiori). Inoltre, la norma prevede che lo studente che incappa nello sforamento del 25% di assenze non vada nemmeno giudicato: tecnicamente, non si può parlare nemmeno di bocciatura, ma solo di mancata ammissione all’anno successivo.

Ora, viene da domandarsi, ma era questo l’obiettivo dell’ex ministro Giuseppe Fioroni, quando sei anni fa si erse a sostenitore del provvedimento? Probabilmente no. Il tetto di assenze doveva servire a disincentivare le assenze “fasulle”, quelle che poggiano su giustificazioni spesso risibili se non del tutto gratuite. Il risultato, alla conta dei fatti, è stato quello di non migliorare né frequenza, né profitto, né promoziono. E nemmeno si è riusciti a ridurre la dispersione, visto che il numero di giovani che alle superiori lasciano i banchi prima del tempo è fermo da tempo attorno al 17,6%. Forse, al Miur qualcuno farebbe bene a ragionarci sopra.

Possibile lasciare una supplenza temporanea per accettarne una fino all’avente titolo

da La Tecnica della Scuola

Possibile lasciare una supplenza temporanea per accettarne una fino all’avente titolo

L.L.

Ad integrazione delle istruzioni già impartite per l’anno scolastico in corso, il Miur, con nota prot. n. 31869 del 25/09/2015, conferma le disposizioni già contenute nella circolare n. 8481 del 27 agosto 2014 nella parte in cui ha previsto la possibilità di lasciare una supplenza temporanea per accettare una supplenza sino alla nomina dell’avente titolo, esclusivamente per disponibilità relative a posti di sostegno.

Inoltre, ha ribadito che, in subordine allo scorrimento degli aspiranti collocati nelle graduatorie di istituto in possesso del titolo di specializzazione, il personale che ha titolo ad essere incluso nelle graduatorie di circolo e di istituto e che abbia conseguito il titolo di specializzazione per il sostegno, tardivamente, rispetto ai termini prescritti dai provvedimenti relativi alle graduatorie ad esaurimento e alle graduatorie di istituto ha titolo prioritario, nel conferimento del relativo incarico, attraverso messa a disposizione.

In G.U. il decreto che rende stabili le modifiche al T.U. maternità

da La Tecnica della Scuola

In G.U. il decreto che rende stabili le modifiche al T.U. maternità

Le innovazioni apportate dal decreto legislativo 80 del 15 giugno 2015, inizialmente applicabili solo per il 2015, vengono estese anche agli anni successivi.

È stato infatti pubblicato nella GU Serie Generale n.221 del 23-9-2015 – Suppl. Ordinario n. 53 il Decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148 recante “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183”.

Il decreto, del quale ne avevamo già anticipato l’uscita, è entrato in vigore il 24 settembre scorso e all’art. 43, comma 2, così recita:

2. I benefici di cui agli articoli da 2 a 24 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 80, sono riconosciuti anche per gli anni successivi al 2015, in relazione ai quali continuano a trovare applicazione le disposizioni di cui all’articolo 27 del predetto decreto legislativo. All’onere derivante dal primo periodo del presente comma valutato in 123 milioni di euro per l’anno 2016, 125 milioni di euro per l’anno 2017, 128 milioni di euro per l’anno 2018, 130 milioni di euro per l’anno 2019, 133 milioni di euro per l’anno 2020, 136 milioni di euro per l’anno 2021, 138 milioni di euro per l’anno 2022, 141 milioni di euro per l’anno 2023, 144 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2024 si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all’articolo 1, comma 107, della legge n. 190 del 2014 come rifinanziato dal presente articolo“.

Questo significa che vengono messe a regime e rese strutturali (cioè finanziate per sempre) tutte le modifiche per le quali, inizialmente, c’era la copertura solo fino al 31 dicembre 2015.

Riepiloghiamo di seguito le principali novità:

Parto prematuro

L’astensione obbligatoria non goduta a causa di parto prematuro potrà essere fruita dalla lavoratrice madre dopo la nascita del bambino, anche nel caso in cui ciò comporti il superamento dei cinque mesi previsti (nuovo articolo 16 del D. Lgs. n.151/2001).

Estensione del congedo parentale

Il congedo parentale (c.d. astensione facoltativa) potrà essere richiesto fino al compimento del dodicesimo anno di vita del bambino (nuovo articolo 32, comma 1), lì dove la precedente norma prevedeva la soglia dell’ottavo anno. La durata complessiva del congedo (3 anni) resta comunque invariata.

Congedo parentale ad ore

La scelta tra fruizione giornaliera o oraria del congedo parentale è ora consentita al lavoratore, anche in mancanza di una specifica disciplina dettata dalla contrattazione collettiva di qualsiasi livello (nuovo articolo 32, comma 1 ter).

Riduzione dei tempi di preavviso

Sono ridotti i tempi di comunicazione per la scelta della modalità di fruizione del congedo parentale: il datore di lavoro dovrà essere informato con un preavviso di almeno cinque giorni (non più quindici), ridotti a due qualora si richieda la fruizione ad ore (nuovo articolo 32, comma 3).

Indennità di maternità

Il limite entro il quale il congedo parentale dà diritto a una indennità pari al 30% della retribuzione è elevato ai primi 6 anni di vita del bambino (anziché ai primi 3 anni). Dai 6 ai 12 anni il congedo non è retribuito, ad eccezione dei lavoratori con redditi particolarmente bassi (pari a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo di pensione a carico dell’assicurazione generale obbligatoria – per l’anno 2015 Euro 16.327,68), per i quali l’indennità del 30% è prevista fino all’ottavo anno del bambino (nuovo articolo 34, commi 1 e 3).

Per il Comparto Scuola è necessario comunque tener conto delle condizioni più favorevoli previste dal CCNL agli artt. 12 e 19. Quindi, i primi 30 giorni di congedo sono sempre retribuiti al 100%, non più se fruiti entro l’ottavo anno del bambino, ma entro i primi 12 anni.

Sono invece retribuiti al 30%, indipendentemente dal reddito individuale, i restanti periodi fino ai 6 anni del bambino, non più quindi fino ai 3 anni. Dai 6 agli 8 anni il periodo di congedo fruito viene pagato al 30% solo se il reddito del richiedente è pari o inferiore a Euro 16.327,68 per il 2015.

Non sono invece mai retribuiti i periodi di congedo fruiti dagli 8 ai 12 anni del bambino.

Sospensione del congedo di maternità

È possibile sospendere il congedo di maternità in caso di ricovero del bambino, a condizione che la lavoratrice presenti un certificato medico che attesti l’idoneità alla ripresa dell’attività (articolo 16 bis).

Licenziamento per colpa grave

L’indennità di maternità è corrisposta anche alle lavoratrici licenziate per colpa grave integrante giusta causa di risoluzione del rapporto di lavoro (nuovo articolo 24, comma 1).

Figli disabili

Ai genitori di figli disabili gravi è consentito anche il prolungamento del congedo parentale entro il compimento del dodicesimo (non più entro l’ottavo) anno di vita del bambino.

Genitori adottivi

Al fine di evitare disparità e favorire l’inserimento del minore nelle famiglie, è prevista l’estensione delle tutele predisposte per i genitori naturali anche ai genitori adottivi.

Tra le varie novità previste in caso di adozioni internazionali, è introdotta anche:

  • la possibilità per il padre di richiedere un congedo non retribuito sebbene la madre non sia lavoratrice (nuovo articolo 31, comma 2), in modo che entrambi possano partecipare pienamente a tutte le fasi della procedura di adozione, anche quelle che si svolgono all’estero;
  • la non obbligatorietà di lavoro notturno, che è estesa anche alle madri o padri adottivi o affidatari duranti i primi di tre anni di ingresso del bambino nella famiglia (nuovo articolo 53, comma 2, lettera 1 bis).

Violenza di genere

Infine, per il 2015 le vittime di violenza di genere (come individuate dal Decreto Legge 93/2013 convertito nella Legge 119/2013), lavoratrici dipendenti o parasubordinate sia del privato che del pubblico, potranno richiedere un’astensione per un periodo massimo di tre mesi dall’attività lavorativa, per motivi legati al percorso di protezione. La fruizione del congedo potrà avvenire su base giornaliera od oraria nell’arco dei tre anni, secondo modalità stabilite dagli accordi collettivi; in loro assenza, si avrà riguardo alle esigenze della lavoratrice stessa. Il preavviso per la richiesta del congedo è fissato in 7 giorni.

Durante il periodo di congedo la lavoratrice percepirà un’indennità parametrata all’ultima retribuzione.

Le lavoratrici vittime di violenza potranno inoltre chiedere la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, verticale od orizzontale, ove disponibili in organico. Il part time concesso dovrà essere trasformato nuovamente in full time su richiesta della lavoratrice (articolo 24 – d. lgs.n. 80/2015).

Sciopero generale scuola il 13 novembre

da La Tecnica della Scuola

Sciopero generale scuola il 13 novembre

L’annuncio arriva dai Cobas che si dichiarano però ampiamente disponibili a concordare una data diversa insieme con gli altri sindacati.
La manifestazioni regionali indette dai sindacati per sabato 24 ottobre non bastano ai Cobas che chiedono un impegno più consistente da parte di tutti per contrastare l’applicazione della riforma Renzi e soprattutto per dare avvio alla stagione contrattuale.
Già il 19 settembre scorso i Cobas di Piero Bernocchi avevano inviato un appello ai 5 sindacati Cgil-Cisl-Uil-Snals-Gilda che, proprio insieme con i Cobas, avevano promosso e gestito gli scioperi di maggio-giugno.
Sottolinea il portavoce nazionale Piero Bernocchi: “Si susseguono nelle scuole enormi assemblee unitarie che testimoniano la volontà diffusa di impedire la realizzazione degli effetti nefasti della legge 107…Ma docenti ed Ata segnalano con forza che non si può rinchiudere tale lotta solo nelle singole scuole e chiedono che i sindacati che hanno condotto lo scontro con la cattiva scuola di Renzi diano vita ad un nuovo e plebiscitario sciopero generale della scuola e ad una oceanica manifestazione nazionale”.
“Al nostro appello – scrive Bernocchi – non abbiamo ricevuto risposte anche se sappiamo che i Cinque discutono da settimane, tra loro, sul da farsi. Poiché l’immobilismo non fa bene ai livelli di conflitto contro la cattiva scuola renziana né alla resistenza nelle scuole contro l’applicazione della 107, rompiamo gli indugi e convochiamo per il 13 novembre lo sciopero generale della scuola, ribadendo nel contempo la cruciale necessità che lo sciopero sia unitario per realizzare i livelli di partecipazione del 5 maggio e del blocco degli scrutini”.
Ecco perchè i Cobas si dichiarano ampiamente disponbili a rivedere la data dello sciopero che non può però andare oltre la metà di novembre anche perchè a quel punto i giochi sulla legge di stabilità saranno pressochè chiusi.
“Comunque – concludono i Cobas – ci auguriamo  che i tempi decisionali degli altri sindacati si accelerino e che si possa ricevere una risposta chiara ed ufficiale nei prossimi giorni”.