Risolto il nodo dell’esonero per i vicari dei dirigenti scolastici

Scuola, Giannini: “Risolto il nodo dell’esonero per i vicari dei dirigenti scolastici”

Risolto il nodo dell’esonero dall’insegnamento per i vicari dei dirigenti scolastici. Ad annunciarlo ai microfoni del Tg1 il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini.

“Si tratta di una buona notizia che accompagna l’avvio ufficiale del nuovo anno scolastico – dichiara Giannini – d’accordo con il Ministero dell’Economia consentiremo di confermare l’esonero dall’insegnamento a un vicario per attività di supporto ai dirigenti scolastici alle scuole che lo avevano lo scorso anno”.

Assunzione precari scuola, stanotte mail con proposta di assunzione. Rischio esodo

da Il Fatto Quotidiano

Assunzione precari scuola, stanotte mail con proposta di assunzione. Rischio esodo

Proposta di assunzione via mail a mezzanotte per 16mila docenti. Entra in funzione il temuto meccanismo di “mobilità forzata”: chi ha presentato domanda per il piano “straordinario” potrebbe essere costretto a cambiare provincia, pena la cancellazione definitiva dalle graduatorie

Libri di testo, rivisti i tetti per le scuole primarie

da Il Sole 24 Ore

Libri di testo, rivisti i tetti per le scuole primarie

di Eu. B.

Le famiglie che hanno un bambino in prima elementare non potranno spendere più di 21,85 euro. A prevederlo è il decreto del ministero dell’Istruzione che aggiorna gli importi per i libri di testo alle scuole primarie. In quel conto rientrano gli 11,40 euro del libro per la prima classe, i 7 euro per il manuale di religione e i 3,45 della lingua straniera. In seconda l’importo complessivo sarà di 25,11 euro; in terza di 29,69; in quarta di 46,96. Il picco verrà raggiunto in quinta elementare con 47,85 euro. Così suddivisi: 17,90 euro per il sussidiario dei linguaggi, 21,36 per quello delle discipline e 8,59 per il manuale di lingua straniera. In caso di acquisti del ministero o degli enti locali – conclude il Dm – tali importi verranno scontati dello 0,25 per cento.

Più bravi a scuola con la settimana corta

da Il Sole 24 Ore

Più bravi a scuola con la settimana corta

La controversa settimana scolastica di quattro giorni potrebbe dare buoni risultati fra gli alunni delle elementari, in particolare per quanto riguarda la matematica. A dimostrarlo, confermando l’utilità dell’approccio francese alla scuola primaria che si basa proprio sulla settimana corta, è un team di ricercatori della Georgia State University e della Montana State University.

Lo studio, pubblicato sulla rivista «Education, Finance and Policy» ha confrontato i punteggi dei test di matematica e di lettura di quarta elementare e quinta elementare per gli studenti che hanno partecipato a una settimana scolastica di quattro giorni, rispetto a quelli che hanno partecipato ad una settimana scolastica tradizionale di cinque. È stato visto che i primi avevano avuto un risultato molto migliore nei punteggi di matematica, mentre quelli relativi alle capacità di lettura non sono stati condizionati. «Pensavamo – commenta Mary Beth Walker, preside della Scuola di Andrew Young Policy Studies presso la Georgia State University – che giornate più lunghe in una settimana scolastica più breve avrebbero peggiorato il rendimento, perché i tempi di attenzione, soprattutto dei più piccoli, sono brevi. Inoltre, un week-end più lungo avrebbe dato maggiore opportunità di dimenticare quello che avevano imparato». Dai risultati dello studio è poi emerso che una settimana corta abbassi l’assenteismo, sia da parte degli studenti che dei professori. Una prospettiva, quella della settimana corta, che in Italia però preoccupa molti genitori, e non convince i pediatri. Secondo Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di pediatria (Sip) «la scuola è un’esperienza importante anche perchè quotidiana. Ridurre i giorni di permanenza tra i banchi può limitare l’affezione scolastica che si nutre anche di continuità». Lo studio dell’università della Georgia, prosegue il medico «è un’esperienza pilota i cui vantaggi sono legati probabilmente in gran parte alla componente motivazionale. Nel nostro attuale contesto sociale – conclude Corsello – le famiglie non saprebbero dove lasciare i bambini in luoghi sicuri».

Expo fa un primo bilancio del «progetto scuola»: un milione gli studenti-visitatori

da Il Sole 24 Ore

Expo fa un primo bilancio del «progetto scuola»: un milione gli studenti-visitatori

Dopo la pausa estiva, torna a Expo “Progetto Scuola”. Dal 1° maggio a oggi sono stati oltre un milione i biglietti per studenti venduti e più di 170 gli atenei che hanno aderito alla convenzione “Le Università in Expo” (che per gli universitari prevede biglietti scontati a 10 euro).

Le nuove iniziative
Avviato nel dicembre 2013, con la firma del protocollo d’intesa tra Miur, Expo e Padiglione Italia, il programma formativo che l’Esposizione Universale ha sviluppato per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado si propone di approfondire il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Progetto Scuola ha lanciato diversi concorsi, rivolti a insegnanti e studenti, per la realizzazione di progetti che trovino nella promozione di stili di vita sani e rispettosi dell’ambiente, attraverso l’uso cosciente e responsabile delle risorse, la “via maestra” che permetta ai ragazzi di acquisire maggiore consapevolezza del mondo che li circonda. In collaborazione con il ministero dell’Istruzione è stato messo a punto un piano di attività didattiche per incentivare la seconda visita delle classi all’esposizione. Le classi interessate possono prenotare la visita online . Al tempo stesso sono state previste visite guidate per le scuole incluse nei pacchetti dei Rivenditori Autorizzati Scuola e tante altre iniziative ed eventi dedicati alla scoperta dei Paesi, Cluster e Partner.

La soddisfazione reciproca
Il commissario unico Giuseppe Sala ha sottolineato: «Siamo molto soddisfatti del successo che ha avuto fino ad oggi il Progetto Scuola. Con settembre si apre una nuova stagione di partecipazione, molti istituti hanno già prenotato la propria visita. Si tratta di un segnale importante e un riconoscimento per noi di grande valore». Per la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini «la partecipazione della scuola a Expo rappresenta un successo frutto di un lavoro cominciato ben prima dell’apertura dell’Esposizione. Con l’avvio del nuovo anno scolastico – ha aggiunto – invieremo anche le nuove Linee guida per l’alimentazione che serviranno a portare avanti il lavoro fatto in questi mesi. Saranno l’eredità dell’Expo insieme alla Carta di Milano dei bambini e ai tanti percorsi tematici che il Miur ha sviluppato anche on line».

Diritto al ruolo di DSGA

Ancora una volta i Giudici danno soluzioni: con due Sentenze favorevoli i Giudici del Lavoro di Milano e Monza, hanno sancito il diritto al ruolo di DSGA per anni rivendicato e sempre negato.

Sono circostanze che dovrebbero fare riflettere perché seguono ad azioni sindacali ed atti extragiudiziali a cui i funzionari dell’Amm.ne scolastica di Milano e dell’USR Lombardia, hanno sempre opposto con arroganza ed in dispregio delle legittime aspettative del personale, scaricando sulla collettività e sui singoli lavoratori i costi aggiuntivi dell’azione legale.

Grande soddisfazione della UIL Scuola di Milano per l’atto di giustizia che il Tribunale di Milano con sentenza del 3 giugno 2015 e il Tribunale di Monza con sentenza del 17 luglio 2015 hanno emesso riconoscendo il passaggio nel ruolo dei DSGA della scuola a 3 ricorrenti patrocinate dall’Ufficio legale UIL Scuola nazionale!

La rigidità interpretativa, la supponenza e una miope visione burocratica da parte del funzionario responsabile della procedura dell’UST di Milano, hanno negato per anni ciò che rappresentava un diritto alla formazione e all’assunzione in ruolo.

Ritenendo illegittima l’esclusione alla formazione delle ricorrenti che comportava la mancata copertura dei posti per DSGA autorizzati dal MIUR, la UIL Scuola di Milano richiedeva al Dirigente dell’UST di procedere per la riapertura delle piattaforma formativa, tra l’altro avallata da nulla osta della Direzione generale del MIUR, per avviare la formazione a favore delle 3 posizioni ricorrenti;

A seguito di Disposizione del 6/12/2012 da parte dell’UST di Milano, si avviava un corso formativo per mobilità professionale dall’area B (assistenti amm.vi) all’area D (DSGA) al quale le 3 ricorrenti partecipavano, sostenendo e superando la prova finale con esito positivo il 19/6/2013!

Idonee al passaggio, le concorrenti richiedevano l’emanazione dell’atto amm.vo per l’immediata assunzione nei ruoli di DSGA, ma veniva data loro risposta con il rigetto dell’istanza presentata di rivendicazione del passaggio in ruolo che veniva puntualmente negato.

“Ci sarà pure un Giudice a Berlino” diceva il mugnaio di Potsdam che, nel ‘ 700, opponendosi al sopruso di un nobile, dopo essersi rivolto, invano, a tutte le corti, alla fine ebbe giustizia!

Col patrocinio dell’Avv. Domenico Naso dell’Ufficio legale UIL Scuola nazionale si depositavano 2 ricorsi, per competenza giurisdizionale, 1 al Tribunale di Milano e l’altro al Tribunale di Monza.

A seguito di relative udienze, il Giudice del Tribunale di Milano con sentenza n. 1625/2015 del 3/6/2015 accoglieva le fondate motivazioni del ricorso di 1 ricorrente, dichiarandone il diritto al collocamento in ruolo nell’area dei DSGA a decorrere dal 19/6/2013;

Analogamente ha disposto il Giudice del Tribunale di Monza con sentenza n. 481/2015 del 17/7/2015 accogliendo le richieste delle altre 2 ricorrenti, dichiarandone il diritto al collocamento in ruolo nell’area dei DSGA a decorrere dal 1/9/2013!

C’è voluto un giudice per fare ciò che l’amministrazione dovrebbe per proprio elemento costitutivo fare, ma pare che la gestione del personale, stia diventando sempre di più, un problema giurisdizionale.

Ai primi di settembre di questo nuovo anno scolastico la UIL Scuola di Milano invierà richiesta formale al Dirigente dell’UST di Milano invitando ad avviare la formazione per mobilità professionale per il passaggio nei ruoli DSGA degli ulteriori 26 idonei attualmente rimasti esclusi, anch’essi in fase di contenzioso.

La UIL Scuola di Milano ritiene che queste 2 sentenze possano servire per far riflettere i burocrati pubblici che con arroganza hanno negato diritti oggettivi producendo danni agli interessati e all’erario.

Purtroppo c’è la certezza che non saranno loro ad essere chiamati a pagare il conto!

Milano, 01/09/2015

Il Segretario generale UIL Scuola Milano e Lombardia

Carlo Giuffrè

Scuola, una sentenza minaccia le assunzioni

da Repubblica.it

Scuola, una sentenza minaccia le assunzioni

Ma il ministero frena: “Non cambia nulla, avanti con immissioni in ruolo della fase B”

Salvo Intravaia

Il Consiglio di stato “congela” le assunzioni della Buona scuola. Ma il ministero va avanti e si appresta a fare partire le mail della fase B. Con un’ordinanza di ieri mattina, i giudici del Consiglio di stato hanno intimato al ministero dell’Istruzione di includere a pieno titolo nelle graduatorie provincialidella scuola primaria i 3mila diplomati magistrali, finora inseriti con riserva perché al titolo non veniva riconosciuto il valore abilitante. E che, in virtù di questa riserva, non hanno potuto ottenere né supplenze né l’immissione in ruolo prevista dal Piano straordinario. Gli avvocati che hanno patrocinato il ricorso considerano l’ordinanza di ieri«un traguardo storico ». E si spingono oltre: per risarcire gli esclusi «occorrere rifare le assunzioni», a cascata, tutte le altre. Oppure è necessario attribuire il posto a chi lo avrebbe ottenuto in base all’inclusione col punteggio maturato.

Ma dal Miur si affrettano a chiarire che «non ci sarà nessun rifacimento della fase zero». E che i 3mila diplomati magistrali, pur avendo il diritto all’iscrizione in graduatoria a pieno titolo, «saranno assunti alla prossima occasione utile ».
I giudici di Palazzo Spada hanno concesso al Miur 15 giorni di tempo per ottemperare e, in caso contrario, hanno già nominato come commissario per l’esecuzione del provvedimento il prefetto di Milano. L’inclusione in graduatoria avrebbe infatti dato la possibilità ai diplomati magistrali di partecipare al primo step — la fase zero con 36mila cattedre — delle 103mila immissioni in ruolo previste quest’anno. E siccome le quattro fasi del Piano — zero, A, B e C — sono collegate tra loro, l’eventuale ripetizione delle prime nomine effettuate costringerebbe gli uffici scolastici provinciali a rifare anche le assunzioni della fase A e il ministero a bloccare le mail che arriveranno a mezzanotte di domani ai precari in lizza.

The school and academic calendars for 2015/16

Back to school: Eurydice publishes the school and academic calendars for 2015/16

Summer is over and it’s time to go back to school. Today the primary school year starts in 15 countries participating in the Eurydice Network. But in 10 countries pupils and teachers have already been back in the usual rhythm for several weeks. Indeed the timing of school year varies between different countries and regions more than you may imagine because of differences in culture, tradition, and climate. In two Eurydice special reports on the school and academic calendars, you’ll find information that shows how the year in European schools and universities is organised. The information is available for 37 countries.

*The Organisation of School Time in Europe. Primary and Secondary General Education – 2015/16

https://webgate.ec.europa.eu/fpfis/mwikis/eurydice/index.php/Publications:Organisation_of_school_time_in_Europe._Primary_and_general_secondary_education:_2015/16_school_year

contains national data on the length of the school year, the start and the end dates of each school year, and the timing and length of school holidays. It covers both primary and secondary education.

*The Organisation of the Academic Year in Europe – 2015/16

https://webgate.ec.europa.eu/fpfis/mwikis/eurydice/index.php/Publications:The_Organisation_of_the_Academic_Year_in_Higher_Education,_2015/16

contains national data on how the academic year is structured (beginning of the year, term times, holidays and examination periods). Differences between university and non-university study programmes are also highlighted.

LIBRO IN CHIARO

“LIBRO IN CHIARO”, I LIBRI DI SCUOLA CON LA CARTA D’IDENTITÀ
OGNI LIBRO TI RACCONTA LA SUA STORIA

Al via, con il nuovo anno scolastico, l’iniziativa dell’Associazione Italiana Editori per i libri delle scuole secondarie

CAMPAGNA_LIBRIINCHIAROMilano, 1 settembre – I libri di scuola sono protagonisti dello studio quotidiano di migliaia di ragazze e ragazzi, dei loro genitori, degli insegnanti: ma quanto si sa, realmente, su di essi? Quanto si conosce del loro valore, di chi li ha realizzati, di come sono stati concepiti e organizzati i contenuti, dei tanti utilizzi che se ne potrebbero fare anche fuori dalla classe? A tutti questi interrogativi risponde l’Associazione Italiana Editori (AIE) con l’iniziativa Libro in Chiaro, dedicata ai libri delle scuole secondarie di primo e secondo grado: la Carta d’Identità dei libri di scuola attraverso la quale ogni testo si presenta e racconta la propria storia.

Contraddistinto da una inconfondibile I a forma di segnalibro, il marchio Libro in Chiaro indica che di quel testo si può sapere tutto. Come? Grazie alla sua Carta d’Identità, che come un vero e proprio identikit indica sul sito dell’editore in modo semplice, immediato e trasparente gli elementi di cui il libro è composto e tutte le informazioni su come è stato creato e perché. In sintesi come è nato il progetto, come e perché sono cambiati i contenuti da un’edizione all’altra, le più efficaci modalità di interazione per studenti e docenti, le differenze  e le potenziali integrazioni fra versione cartacea e digitale, il processo produttivo, le modalità di rapporto con l’utente e l’osservanza delle norme di legge ed etico-comportamentali.

Da oggi, 1 settembre, i visual e il marchio Libro in Chiaro nelle home page dei siti degli editori segnaleranno la loro “produzione doc” di libri di scuola, e dal 16 settembre il sito ufficiale www.libroinchiaro.it accompagnerà l’iniziativa. Durante la campagna promozionale, inoltre, le “I” di Libro in Chiaro si “vestiranno” da personaggi simbolo di alcune materie: Cleopatra per la Storia, Van Gogh per l’Arte, Dante per la Poesia, Einstein per la Fisica, Colombo per la Geografia.

I libri di scuola da sempre hanno tutti gli ingredienti per aiutare ad imparare: sono guide affidabili, riconoscibili, pronte ad aiutare chi apprende e chi insegna fornendo un’utilissima mappa delle loro tante qualità. D’ora in avanti, come avviene con la denominazione “doc” per altri prodotti e servizi, Libro in chiaro garantisce gli ingredienti e la “lavorazione” dei libri di testo, spiega come “assaporarli” al meglio e assicura l’attendibilità scientifica e didattica dei materiali per l’insegnamento e l’apprendimento.

“Il marchio Libro in Chiaro porta in evidenza il lavoro quotidiano e complesso di autori, consulenti, curatori esperti nei contenuti culturali e nelle modalità comunicative e didattiche – sia su carta che nel digitale – spiega il Presidente del Gruppo Educativo di AIE Giorgio Palumbo -. Realizzare un libro di scuola di qualità è una responsabilità, richiede impegno e merita una giusta considerazione: la trasparenza delle informazioni offerta dalla Carta d’Identità è insieme lo specchio dell’operato di tanti appassionati “artigiani”.

Libro in Chiaro è un progetto di AIE, che vede coinvolti gli editori disposti a “raccontare” i loro libri oltre le pagine.

I sindacati organizzano la resistenza per abbattere la Buona scuola

da ItaliaOggi

I sindacati organizzano la resistenza per abbattere la Buona scuola

Lettera ai prof: sul merito fate la contrattazione d’istituto

Carlo Forte

Limitare i rischi di un’involuzione autoritaria nella conduzione delle istituzioni scolastiche valorizzando il ruolo degli organi collegiali e delle rappresentanze sindacali unitarie. È questo uno degli obiettivi che si prefiggono i sindacati rappresentativi Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams in vista dell’attuazione della legge 107. Con un documento sottoscritto da tutti e 5 i segretari generali, le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto di lavoro hanno evidenziato le criticità connesse all’esecuzione delle nuove regole. Ed hanno preannunciato azioni legali a tutela del principio della libertà di insegnamento.

Le cinque maggiori sigle sottolineano innanzitutto che il collegio dei docenti non ha perso il potere di deliberare in materia di funzionamento didattico. Compreso quello di deliberare il piano annuale delle attività. A questo proposito hanno evidenziato che tanto più puntuale risulterà la relativa delibera tanto minore sarà il margine di discrezionalità esercitabile dal dirigente scolastico che lo deve attuare. E per questo motivo hanno suggerito ai docenti di adoperarsi, in seno al collegio, per formare una delibera sul piano annuale delle attività che possa essere quanto più possibile chiara ed esaustiva. In più hanno raccomandato che tale deliberare venga resa pubblica con affissione all albo e sul sito istituzionale della scuola. Le organizzazioni sindacali hanno fatto presente anche che la legge 107 ha modificato la norma del regolamento dell’autonomia sul Pof, ma solo nel senso che adesso ha durata triennale, mentre prima bisognava formarlo ogni anno. Dal piano triennale dell’offerta formativa discende anche l individuazione del fabbisogno di posti per il potenziamento, per la progettazione e l organizzazione. Tutte materie che rimangono oggetto di deliberazione da parte del collegio. Idem per gli incarichi da conferire ai docenti per coadiuvare il dirigente scolastico direttamente collegati all’organizzazione della didattica.

Sulla valutazione Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno raccomandato ai docenti, che saranno eletti nei comitati di valutazione, di astenersi dalla formazione di criteri di valutazione che non dovessero risultare in stretto collegamento con gli indirizzi emersi in seno al collegio dei docenti. In ciò limitandosi ad operare per le mere funzioni concernenti la valutazione dei neoimmessi in ruolo. Sempre secondo i 5 maggiori sindacati, il consiglio di istituto, rispetto alla costituzione del comitato di valutazione, potrà muoversi in analogia a quanto suggerito per il collegio docenti. Contestualmente potrà richiamare in modo esplicito l’auspicio che, nel rinvio al tavolo negoziale dei criteri e dei compensi per la distribuzione di queste risorse aggiuntive, le stesse siano ripartite con le stesse finalità e criteri stabiliti dalla contrattazione decentrata d’istituto, che la legge non prevede, per il personale della scuola. Idem per il personale Ata, specie se eletto in seno alla Rsu di istituto.

Le sigle hanno infine ribadito che attiene alle relazioni sindacali, ai sensi dell art. 6 del contratto, tutto ciò che riguarda le modalità di utilizzo del personale e le ricadute sull organizzazione del lavoro. In particolare, hanno evidenziato l’opportunità che le rappresentanze sindacali unitarie già a settembre chiedano l’apertura del confronto sindacale per definire intese tra le parti sui criteri con cui procedere per utilizzare le risorse comunque destinate a compensi per il personale.

La proroga del contratto precedentemente sottoscritto, per l anno scolastico 2014/2015 secondo le sigle rappresentative andrebbe evitata, in considerazione della particolare complessità della nuova fase che si apre col nuovo anno scolastico, che è anche quello in cui le Rsu elette a marzo 2015 sono coinvolte per la prima volta.

Nidi e infanzia, scatta l’allarme

da ItaliaOggi

Nidi e infanzia, scatta l’allarme

Attesa una nota della Funzione pubblica per superare il divieto dei 36 mesi di precariato

Alessandra Ricciardi

Il caso emblematico è quello di Roma Capitale, dove circa due mila docenti assunti ogni anno a tempo determinato per gli asili e le scuole dell’infanzia comunali rischiano di restare a casa. Con ripercussioni gravi per la ripresa delle attività didattiche in calendario da metà settembre. Docenti precari vittime da un lato della sentenza della Corte di giustizia europea, che vieta di fatto la reiterazione dei contratti di supplenza per un periodo superiore ai 36 mesi, e dall’altro dei vincoli di bilancio per le assunzioni a tempo indeterminato nelle amministrazioni locali. Nei giorni scorsi a palazzo Chigi si è tenuto un vertice tra Anci, ministeri dell’istruzione e della funzione pubblica per tentare di porre rimedio a una situazione che rischia di rendere ancora più incandescente una ripresa di anno scolastico contrassegnata da molte tensioni e incertezze legate all’avvio della riforma della scuola Renzi-Giannini.

Già, perché la proroga prevista dal comma 131 dell’articolo 1 della legge 107 vale esclusivamente per gli insegnanti degli istituti statali. Si tratta della norma che deroga per quest’anno al divieto di stipulare contratti a tempo determinato al personale con più di 36 mesi di precariato alle spalle, anche non continuativi. E così nei bandi del comune di Roma per il reclutamento a tempo determinato del personale si prevede che i candidati abbiano meno di 36 mesi di contratti pregressi. Previsione che ha scatenato le ire dei sindacati e le proteste dei precari: nella maggior parte dei casi si tratta di educatrici o maestre della scuola dell’infanzia anche con 10-15 anni di lavoroa tempo determinato presso la stessa amministrazione.

L’associazione dei comuni guidata da Piero Fassino inutilmente in parlamento aveva provato a ottenere l’inserimento nella deroga anche del personale educativo delle scuole gestite direttamente dai comuni.

Ora è in corso l’ultimo tentativo utile prima dell’avvio delle attività. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, i tecnici avrebbero individuato in una nota interpretativa del ministero della Funzione pubblica la via per sciogliere il nodo. Del resto, già nel 2012 lo stesso strumento fu utilizzato da Palazzo Vidoni per equiparare il personale scolastico alle dipendenze degli enti locali a quello statale per quanto riguarda i contratti.

Ma da allora qualcosa è cambiato. Con la sentenza Ue si è messo nero su bianco che la reiterazione oltre i 36 mesi di contratti a tempo determinato anche nel comparto pubblico costituisce un abuso da sanzionare e da risarcire. Il governo centrale con la riforma della scuola si è concesso una proroga di un anno, potendo però vantare il contestuale avvio di un piano di stabilizzazione e di un nuovo concorso che dovrebbero sanare, nelle intenzioni di Palazzo Chigi e Viale Trastevere, ampie percentuali di precariato per le varie classi di concorso. Discorso analogo invece non è fattibile per gli enti locali. Ed è una differenza non da poco

T. Montefusco, La didattica laboratoriale

Tommaso Montefusco
LA DIDATTICA LABORATORIALE
Manuale di buone pratiche. Cosa fare, come fare

Brochure La didattica laboratoriale_Pagina_1Il libro presenta, oltre al saggio di Tommaso Montefusco intorno alle motivazioni di vario ordine che sono alla base della necessità di adottare la didattica laboratoriale nella scuola di massa e di qualità del XXI secolo, 16 sperimentazioni di didattica laboratoriale, realizzate in classi di vario ordine e grado, relative a diverse discipline e finalizzate all’apprendimento delle competenze.
I docenti che le hanno realizzate le raccontano, ne illustrano passo dopo passo tutte le fasi e mettono a disposizione del lettore tutta la documentazione.
In alcuni casi, le pratiche si contaminano, si intersecano: lavoro cooperativo, peer education, webquest, wikispace, flipped classroom, Problem Based Learning (PBL) e Inquiry Based Science Education (IBSE).
Nel saggio iniziale, inoltre, cenni sono dedicati al role playing e alla classe scomposta.
Il report dei docenti lo si può leggere nelle pagine del volume, mentre i materiali relativi a tali report, come le schede di valutazione, di autovalutazione e di osservazione, le varie griglie, le UDA relative alle attività svolte, i materiali prodotti dai docenti e dagli alunni, le sitografie specifiche, i commenti, gli strumenti, i tutorial per la costruzione di siti e piattaforme interattive, come Altervista, per la raccolta dei materiali sono visionabili nel CD allegato al volume.

Alla realizzazione del volume hanno collaborato:

Gabriella Baccelliere, I.C. “Giovanni XXIII” – Grumo-Binetto (Bari)
Simonetta Baldari,  I.C. Aradeo (Lecce)
Giacoma Burdi, 3° C.D. “Don Milani” – Modugno (Bari)
Zoraide  Cappabianca, I.T.E. “Vivante” – Bari
Anna  Chiusolo, 3° C.D. “Don Milani” – Modugno
Anna D’Agostino, 3° C.D. “Don Milani” – Modugno
Francesco Mario Pio Damiani, Licei “Cartesio” – Triggiano (Bari)
Concetta  De Feo, I.T.E. “V.V. Lenoci” – Bari
Alessandra Iacobelli, I.T.T. “Elena di Savoia” – Bari
Antonia Loverre, I.C. “Giovanni XXIII” – Grumo-Binetto
Maria Emma Lozito, I.C. “Giovanni XXIII” – Grumo-Binetto
Maria Giovanna Nanna, Licei “Cartesio”  – Triggiano
Grazia Pollicoro, I.C. “Diaz” –  Laterza (Taranto)
Grazia Priore, 3° C.D. “Don Milani” – Modugno
Vincenza Prisciandaro, 3° C.D. “Don Milani” – Modugno
Margherita Sivo, I.C. “Capozzi-Galilei” – Valenzano (Bari)

Il 20% delle scuole senza preside

da ItaliaOggi

Il 20% delle scuole senza preside

I titolari, privi di vicari, costretti a fare la spola tra più sedi. Avvio del nuovo anno scolastico nel caos: mancano anche i dirigenti amministrativi

Giorgio Candeloro

Ottomila e cinquecento. Tante sono le scuole italiane di ogni ordine e grado. Con la Buona scuola divenuta ormai legge, dal 1 settembre ciascuna di esse dovrebbe disporre di un dirigente- manager dotato di nuovi ed ampi poteri e di un adeguato staff di collaboratori, in grado di supportarlo e condividerne i nuovi carichi di lavoro. Le cose però non stanno andando esattamente così e l’anno scolastico 2015-16 sta iniziando, se non proprio nel caos, almeno con notevoli problemi: in molti istituti, infatti, sono proprio i dirigenti a mancare. Secondo dati diffusi dall’Anief nei giorni scorsi le scuole con sede dirigenziale vacante sarebbero addirittura 1700, ovvero il 20% del totale. Ma non basta, perché moltissime di quest mancano anche della fondamentale figura del Dirigente dei servizi generali e amministrativi, profilo professionale per il quale si attende da anni il bando di un concorso.

Quanto ai presidi, a dire la verità, ci sarebbero anche: i tanti vincitori di concorso del 2011 rimasti al palo per via delle presunte irregolarità amministrative e dei ricorsi seguiti alle prove in molte regioni. Per alcuni di essi, 336 per la precisione, l’ultimo consiglio dei ministri di agosto ha dato il via libera alle assunzioni. Per tantissimi altri, però, continuano i ricorsi e controricorsi nei vari tribunali e la nomina appare molto lontana. Se il problema della mancanza del dirigente colpisce mediamente una scuola su cinque (con il conseguente balletto di reggenze, che porterà i presidi di scuole vicine a gestire popolazioni studentesche a volte di diverse migliaia di alunni), tutte le scuole d’Italia, a partire dal 1 settembre, sono prive del vicario, la tradizionale figura del vicepreside, a cui la legge di stabilità 2015 ha sottratto la possibilità di esonero parziale dall’insegnamento.

Andati a vuoto i tentativi – sollecitati dalle organizzazioni di categoria della dirigenza- di introdurre provvedi mementi legislativi d’urgenza per superare la norma della ex finanziaria, l’anno scolastico sta iniziando con i presidi costretti a fare la spola tra i vari plessi e sezioni staccate di cui spesso si compongono le loro scuole. È il caso di ricordare che le sedi scolastiche italiane, intese in senso fisico, sono oltre 41.000. In effetti un bel numero da governare per dirigenti privati del contributo dei loro vice. Come ItaliaOggi ha sottolineato nel numero scorso, questa situazione non sarà risolta col ricorso all’organico dell’autonomia istituito dalla Buona scuola: è vero infatti che esso prevede, a regime, circa 8000 docenti in più che potrebbero sostituire in cattedra i membri dello staff del preside, ma questi ultimi non potranno comunque ottenere l’esonero, esplicitamente abrogato.

Peraltro gli 8000 saranno effettivamente nelle scuole solo dal 1 luglio 2016, quando i neo immessi con nomina giuridica della fase C delle assunzioni, concluderanno le supplenze annuali che stanno iniziando proprio in questi giorni.

Le domande di assunzione calano a 56 mila Il Miur: nessuna supplenza sull’organico potenziato

da ItaliaOggi

Le domande di assunzione calano a 56 mila Il Miur: nessuna supplenza sull’organico potenziato

Fuori 15 mila istanze per l’infanzia, non prevista dal piano renzi. In testa campania e sicilia

Giorgio Candeloro

Il Miur ha pubblicato i numeri dettagliati delle domande pervenute per la tornata di immissioni in ruolo della cosiddetta fase B. In totale sono giunte 71.643 candidature, qualcosa meno di quanto previsto, forse per il timore di molti aspiranti di doversi trasferire molto lontano da casa, visto il carattere nazionale del piano assunzionale previsto dalla riforma. Ogni aspirante è conteggiato una sola volta nel grado di istruzione e nella classe di concorso in cui presenta il punteggio migliore. La maggior quantità di domande proviene dalla secondaria di secondo grado , quasi 29.000, seguite dalla primaria con 16.619, dalla scuola dell’infanzia con poco meno di 15.000 e dalla secondaria di primo grado con poco più di 11.000. Sono 10.718 le domande per i posti di sostegno, circa il 60% delle quali alle superiori. Dal totale delle assunzioni, comunque, si dovranno sottrarre circa 15.000 aspiranti della scuola dell’infanzia, dove non ci sono posti disponibili. Ciò riduce i «70.000 che festeggeranno l’assunzione», sbandierati dal governo a Ferragosto, a cifre decisamente più contenute.

Per quanto riguarda la provenienza geografica delle domande, la parte del leone la fanno Campania e Sicilia (11.142 domande la prima, 11.864 la seconda), il che conferma l’eventualità dell’ esodo di aspiranti da sud a nord, visto che la maggior parte dei posti disponibili è nelle regioni settentrionali. E consistenti sono anche le quote di Puglia e Calabria (oltre 10.000 domande in due). Anche per il sostegno più del 60% delle domande proviene da sole tre regioni meridionali: Sicilia, Campania e Puglia. Per le classi di concorso grande affollamento per la A019 (diritto ed economia), dove però i posti disponibili sono pochissimi, e per quelle di area umanistica. Tutto dovrà concludersi entro il 15 settembre: sono disponibili 16.210 posti comuni e 8797 di sostegno.

Le proposte di assunzione, che dovranno pervenire agli interessati tra l’1 e il 2 settembre, verranno pubblicate sul sito www.istruzione.it. Si dovrà accettare o rinunciare entro 10 giorni tramite istanze on line e la mancata accettazione avrà gli stessi effetti di una rinuncia. Si tratterà naturalmente di assunzioni con nomina giuridica, come anche le successive della fase C che avverrà sulla base degli futuri organici dell’autonomia. In sostanza gli assunti di queste due fasi avranno, per quest’anno ancora, una supplenza fino al 30 giugno e raggiungeranno le scuole di assunzione solo da 1 luglio 2016. Il Miur ha peraltro recentemente ribadito che non vi saranno supplenze annuali per l’organico potenziaro dell’autonomia,che dunque resterà di fatto vacante in quasi tutti gli istituti per l’anno scolastico 2015-16.

Non tutto quindi sembra filare liscio come sperato dal Miur e i nodi ancora da sciogliere sono diversi: innanzi tutto c’è il rischio consistente che il numero di chi ha fatto domanda non riesca a coprire il contingente del piano straordinario; soprattutto per quanto riguarda il sostegno i posti di infanzia, primaria e media non saranno tutti coperti e in fase C ci saranno candidati per il sostegno solo alle superiori. Inoltre c’è il problema della potenziale iniquità tra aspiranti delle fasi B e C: i primi, con punteggi più alti, sottoposti a una mobilità nazionale, i secondi con meno punti, ma chiamati dai presidi e quindi con maggiori chances di un posto dalle parti di casa.

Il tutto con rischio, più che probabile, di un mega-contenzioso. Contenzioso possibile anche da parte dei precari delle graduatorie ad esaurimento che non hanno presentato la domanda per le fasi B e C e minacciano ricorsi sia contro l’organico dell’autonomia, che rischia di annullare in prospettiva la loro possibilità di partecipare al conferimento delle supplenze annuali, sia contro il complesso del piano di assunzioni straordinario che lederebbe il loro diritto a veder scorrere la graduatoria di cui continuano a far parte per le immissioni in ruolo. Insomma il rischio di un autunno caldo, coi giudici al lavoro ad aleggiare sul piano di assunzioni della Buona scuola,non sembra un’ipotesi così remota

Dai congedi alle spese sanitarie, ecco cosa cambia subito

da ItaliaOggi

Dai congedi alle spese sanitarie, ecco cosa cambia subito

Scattano anche nuovi coefficenti di calcolo per la pensione

Nicola Mondelli

Diverse sono le novità normative e legislative che troveranno applicazione anche nei confronti del personale docente e di quello amministrativo, tecnico ed ausiliario. Importanti sono soprattutto le modifiche introdotte dalla legge 80/2015 all’istituto del congedo parentale, già astensione facoltativa post partum (elevazione dei limiti temporali di fruibilità del congedo parentale da otto a dodici anni del bambino, elevazione dei limiti temporali di indennizzo a prescindere dalle condizioni di reddito da tre a sei anni, fruizione del congedo in modalità oraria oltre che su base giornaliera o mensile).

Confermata inoltre l’abrogazione dell’istituto, già disciplinato dall’art. 459 del decreto legislativo 297/1994, disposta dalla legge di stabilità 2015: non sarà pertanto più consentito ai dirigenti scolastici di chiedere l’esonero o il semiesonero per il docente facente funzioni di vicario. Aumenteranno poi le spese per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. Per effetto dell’entrata in vigore della legge n. 188 del 14 agosto 2015, le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogate al di fuori delle condizioni di erogabilità previste da un decreto del ministro della salute saranno, come dispone l’articolo 9-quater della legge, a totale carico dell’assistito.

Non sfugge neppure il personale scolastico che è orientato a cessare dal servizio con effetto dal 1° settembre 2016. Per accedere alla pensione di vecchiaia l’età anagrafica passa dai 66 anni e tre mesi richiesti nel 2015 ai 66 anni e sette mesi; per accedere alla pensione anticipata l’anzianità contributiva per gli uomini passa da 42 anni e sei mesi richiesti nel 2015 a 42 e dieci mesi, per le donne da 41 anni e sei mesi a 41 e dieci mesi. Novità anche ai fini del calcolo della pensione( per la parte relativa al sistema di calcolo contributivo). Dal 1° gennaio 2016 i divisori e i coefficienti di trasformazione del montante contributivo subiranno una riduzione mediamente intorno all’1,5 per cento. Una riduzione che inciderà sull’ammontare della pensione in misura inversamente proporzionale agli anni di servizio soggetti al sistema di calcolo contributivo.

Anche per il personale docente dichiarato inidoneo e utilizzato in altri compiti, il 2016 potrebbe portare qualche novità anche se limitatamente alla possibilità di essere dispensati per motivi di salute. Una giurisprudenza ormai consolidata dei giudici del lavoro riconosce il diritto del personale inidoneo per motivi di salute a ottenere per tale causa la dispensa dal servizio, dispensa fino ad oggi tenacemente negata dall’amministrazione scolastica.