SCEGLI L’ITALIA

SCUOLA: FAI E FONDAZIONE ITALIA PATRIA DELLA BELLEZZA LANCIANO IL PROGETTO “SCEGLI L’ITALIA”

Un premio nazionale per gli insegnanti che meglio sapranno far conoscere la bellezza del nostro Paese ai loro studenti

Un premio speciale per i docenti delle scuole italiane affinché diventino ambasciatori della bellezza del nostro Paese verso i loro studenti: è la nuova iniziativa che Fondazione Italia Patria della Bellezza e Fai – Fondo Ambientale Italiano, presentano per l’anno scolastico 2015-2016.
Il progetto, denominato “Scegli l’Italia”, vuole coinvolgere gli insegnanti nell’organizzazione di uscite didattiche formative come strumento di conoscenza e comprensione dei molteplici aspetti della bellezza italiana, nonché occasione per il coinvolgimento degli studenti in un percorso di acquisizione di competenze socio-culturali e di cittadinanza.
Gli insegnanti sono dunque chiamati a progettare itinerari innovativi che insieme alla visita dei monumenti e delle attrazioni naturalistiche, prevedano la scoperta del talento produttivo del luogo, in una visione del paesaggio come integrazione di elementi diversi, e che permettano la scoperta di un’Italia meno nota ponendo l’attenzione sulle tradizioni locali.

L’iniziativa – rivolta ai docenti delle classi 4^ e 5^ della scuola primaria e delle classi della scuola secondaria di I e II grado – prevede una partecipazione gratuita, previa compilazione on line dell’apposito form d’iscrizione sul sito www.sceglitalia.it.
I docenti partecipanti dovranno inviare una breve relazione sul progetto entro il 30 giugno 2016, e un’apposita commissione selezionerà, per ciascuna delle categorie previste, il progetto di uscita didattica che, in base alla documentazione ricevuta, sia risultato meglio rispondente agli obiettivi del premio.
Saranno messi in palio 3 premi, uno per la scuola primaria, uno per la scuola secondaria di I grado e uno per la scuola secondaria di II grado consistenti ciascuno in un voucher per i 2 docenti che hanno organizzato l’uscita, al fine di permettere loro di trascorrere un weekend in un luogo d’eccezione dove poter godere della bellezza dell’Italia. A settembre 2016 inoltre si terrà una cerimonia ufficiale di premiazione.
Il regolamento completo è scaricabile dal sito www.sceglitalia.it.
Fondazione Italia Patria della Bellezza

La Fondazione Italia Patria della Bellezza ha l’obiettivo di promuovere l’Italia nel mondo attraverso la definizione e la comunicazione della sua Identità Competitiva: la Bellezza. La missione della Fondazione è valorizzare la Bellezza del nostro Paese, nella sua accezione più ampia, che comprende la manifattura, il territorio, la cultura e la comunità, trasformando lo straordinario potenziale di questa idea in una risorsa strategica di sviluppo economico e sociale del Paese. In questa grande operazione di rilancio, la Fondazione considera la scuola un ambito primario e il corpo docente un alleato imprescindibile.

www.patriadellabellezza.it

 

 

FAI – Fondo Ambiente Italiano©

La missione del FAI – Fondo Ambiente Italiano si traduce nel curare in Italia luoghi di speciale bellezza per le generazioni presenti e future e nel promuovere l’educazione, l’amore, la conoscenza e il godimento per l’ambiente, il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, individuando nell’istituzione scolastica un interlocutore privilegiato. Per questo riconosce nel premio Scegli l’Italia, lanciato in collaborazione con Fondazione Italia Patria della Bellezza, uno strumento cruciale per motivare i docenti affinché siano di stimolo per far scoprire ed apprezzare ai giovani le tante bellezze di cui è ricca l’Italia.

www.fondoambiente.it – www.faiscuola.it

La Bella Narrazione

PARTE LA SECONDA EDIZIONE DEL CONCORSO “La Bella Narrazione”

Grande interesse per la seconda edizione del bando “Una Fiaba per la transumanza. La Bella narrazione” nelle scuole della Basilicata e non solo. La segreteria organizzativa del progetto può contare su Michele Pignataro che si affianca al direttore Prof. Mario Coviello che in questi giorni incontra docenti, dirigenti,alunni per chiedere l’ideazione di un racconto, una musica, un video che parli del bosco, del suo territorio e delle sue risorse, alla luce dell’enciclica di Papa Francesco “Laudato sì”.Sono in palio per i vincitori 3.000 euro, mille euro per ciascuna delle tre sezioni.Il progetto ha avuto una lunga gestazione e nel corso degli anni ha visto in loc. Acqua del Faggio di Bella le installazioni delle Officine Rambaldi e la costruzione di laboratori scientifici nell’ex casa A.N.A.S. adiacente allo chalet del bosco di Bella. Questa antica costruzione in muratura è divenuta “ La Casa delle fiabe “ e nel corso dell’estate appena trascorsa centinaia di bambini con i loro genitori hanno potuto immergersi in una stanza fatata in compagnia del vecchio del bosco e conoscere la flora e la fauna del bosco di Bella. Il 3 agosto 2015,in Piazza Plebiscito a Bella è stato presentato “La Bella Narrazione”. Il testo raccoglie le migliori fiabe e disegni presentati dagli oltre cento partecipanti alla prima edizione del concorso “Una Fiaba per la Transumanza.

Il Comune di Bella crede fortemente nella possibilità di offrire occasioni di sviluppo locale al territorio  e possibilità di lavoro per le giovani generazioni partendo dalla raccolta delle ideazioni che già la prima edizione del bando ha premiato Le finalità del concorso di idee, aperto alla partecipazione delle scuole di ogni ordine e grado è quello di educare le nuove generazioni ad un rapporto uomo-natura  che sia  capace  di conservare intelligentemente il patrimonio naturale ed ambientale cercando di individuare anche le possibili potenzialità di sviluppo locale sostenibile e quindi opportunità di occupazione per i giovani. Il concorso ha quest’anno il patrocinio del garante per l’infanzia della Regione Basilicata dottor Vincenzo Giuliano.

Il bando è anche l’occasione per presentare alle classi che parteciperanno al bando alcune delle attrattive del bosco di Bella la Grotta dell’Eremita, l’oasi degli alberi padri e i tratturi dei carbonai. La pagina facebook” La Bella Narrazione”, e il sito del comune di Bella che accoglie un link sul concorso di idee racconterà nel corso di questi mesi lo sviluppo del progetto.

Le scuole avranno la possibilità di visitare,ospiti del Comune, la casa della Fiaba del bosco di Bella nel corso di quest’anno scolastico.Sarà possibile partecipare al bando,consultabile sul sito del Comune di Bella attraverso l’invio della scheda di partecipazione entro il 15 novembre 2015 all’indirizzo mail del Comune di Bella: michele.pignataro@comune.bella.pz.it .Gli elaborati dovranno pervenire in un plico chiuso e controfirmato in tutti i suoi lembi di chiusura entro le ore 13,00 del 15 dicembre 2015 all’indirizzo: Comune di Bella Via Corso Italia 28- 85051 Bella (Pz). Il plico dovrà pervenire mediante posta raccomandata, per posta celere, a mano, oppure per altro recapito autorizzato.Per qualsiasi informazione è possibile  contattare  i numeri di tel. 0976 .803211, fax 0976. 803230.

A chi ci chiede di sperare nel futuro presentiamo un oggi ricco di prospettive.

Scatti di anzianità ai precari

La Corte d’Appello di Firenze condanna il MIUR sugli scatti di anzianità ai precari: doveroso rispettare gli obblighi imposti dalla disciplina comunitaria

 

La Corte d’Appello di Firenze dà piena ragione al sindacato ANIEF sul diritto dei docenti precari a percepire la medesima progressione stipendiale riconosciuta dal MIUR solo ai docenti di ruolo. Il Ministero dell’Istruzione perde l’appello proposto contro la sentenza favorevole già ottenuta dall’ANIEF presso il tribunale di Firenze e conferma che il MIUR discrimina i precari e viola la normativa comunitaria non riconoscendo loro gli aumenti retributivi calcolati in base all’anzianità di servizio. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Simona Fabbrini e Simona Rotundo ottengono piena ragione anche in secondo grado nei confronti del MIUR con una sentenza che dichiara “doveroso” il “rispetto degli obblighi imposti dalla disciplina comunitaria”.

 

Il Ministero appellante, come si legge nella sentenza ottenuta grazie alla professionalità dei legali ANIEF, che si sono battuti con estrema perizia per i nostri iscritti anche in secondo grado, “non ha dato dimostrazione alcuna della pur affermata sussistenza di ragioni oggettive che possano giustificare il diverso regime, tale non potendo ritenersi la mera specialità della disciplina di settore, tenuto conto altresì della oggettiva identità contenutistica della prestazione resa dal dipendente a tempo determinato rispetto a quella resa dal dipendente di ruolo”. Per tale motivo, la Corte d’Appello fiorentina non ha dubbi e afferma il diritto dei lavoratori precari della scuola “a percepire la progressione stipendiale come se sin dal primo contratto il loro rapporto fosse stato stipulato a tempo indeterminato”.

 

Nonostante le centinaia di sentenze ottenute dall’ANIEF negli ultimi anni, il MIUR si ostina a non riconoscere il diritto agli scatti di anzianità a tutti i lavoratori precari della scuola. Allo stato attuale delle cose, stante la caparbia ostinazione del Ministero dell’Istruzione a non voler rispettare la Direttiva Comunitaria 1999/70/CE che tutela tutti i lavoratori precari dettando principi imprescindibili di non discriminazione, l’unica strada per ottenere giustizia è proporre ricorso in tribunale. L’ANIEF, pertanto, ricorda a tutti i lavoratori precari della scuola pubblica che avrebbero maturato il diritto a percepire la progressione stipendiale in base agli anni di servizio svolti con contratti a tempo determinato, che è ancora possibile aderire agli specifici ricorsi riservati ai nostri iscritti.

Happy Hand in Tour: per una nuova cultura sulla disabilità

Happy Hand in Tour: per una nuova cultura sulla disabilità

Una grande società come Immobiliare Grande Distribuzione (IGD), uno dei principali player in Italia nel settore immobiliare della grande distribuzione organizzata, con quotazione in borsa, che sviluppa e gestisce centri commerciali su tutto il territorio nazionale. Al suo fianco la FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap che raggruppa decine di Associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie e il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), di cui fanno parte le tante Federazioni Italiane dello sport praticato dalle persone con disabilità. Insieme all’Associazione WTKG (Willy the King Group), che da anni organizza la fortunata manifestazione bolognese Happy Hand e a COOP, sono i partner che lanciano in questi mesi il progetto Happy Hand in Tour.

In realtà la Società IGD ha già avviato nelle proprie strutture un percorso rivolto all’accessibilità ed è proprio proseguendo su questa linea di lavoro che intende muoversi anche Happy Hand in Tour, puntando a presentare la disabilità in modalità positiva, sintonizzandosi con la battaglia culturale che la FISH conduce ormai da più di vent’anni, basata innanzitutto sul principio che la disabilità non è dipendenza, né malattia, ma un fatto strettamente connesso all’ambiente, alla cultura e ai pregiudizi. Nelle giuste condizioni, infatti, le persone con disabilità studiano, lavorano, praticano uno o più sport, vanno in vacanza, conducono una vita sociale, formano una propria famiglia. Senza nemmeno mai dimenticare che la disabilità non è un evento eccezionale, riguardando milioni di persone e potendo interessare chiunque nel corso della propria vita.

Ma come trasmettere ai cittadini questa nuova cultura sulla disabilità? Utilizzando strumenti di grande impatto come lo sport, da una parte, l’espressione creativo-artistica, dall’altra, declinata sotto diversi aspetti, per coinvolgere ad esempio il vasto popolo dei visitatori-fruitori dei Centri Commerciali in occasioni di incontro a fianco di noti sportivi con e senza disabilità, ma anche consentendo loro di cimentarsi direttamente in discipline quali il sitting volley, il basket e il rugby in carrozzina, il tennis tavolo, le bocce, l’handbike (l’ormai celebre bicicletta mossa con la forza delle mani), il tennis, la scherma e il calcio balilla. Proponendo poi, su un altro versante, esibizioni musicali, rappresentazioni teatrali, mostre, laboratori creativi di fumetto, pittura, documenti in video e altro ancora.

I vari eventi prenderanno il via l’8 ottobre a Livorno e si protrarranno sino ai primi mesi del 2016, con tante iniziative in programma in ventisei Centri Commerciali nel Lazio, in Piemonte, in Trentino Alto Adige, in Emilia Romagna, in Lombardia, nel Veneto, in Campania, in Sicilia, in Abruzzo e nelle Marche.


Arriva a Colleferro “Happy Hand in Tour”: per una nuova cultura sulla disabilità

Una grande società come Immobiliare Grande Distribuzione (IGD), uno dei principali player in Italia nel settore immobiliare della grande distribuzione organizzata, con quotazione in borsa, che sviluppa e gestisce centri commerciali su tutto il territorio nazionale. Al suo fianco la FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap che raggruppa decine di Associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie e il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), di cui fanno parte le tante Federazioni Italiane dello sport praticato dalle persone con disabilità. Insieme all’Associazione WTKG (Willy the King Group), che da anni organizza la fortunata manifestazione bolognese Happy Hand e a COOP, sono i partner che lanciano in questi mesi il progetto Happy Hand in Tour.

In realtà la Società IGD ha già avviato nelle proprie strutture un percorso rivolto all’accessibilità ed è proprio proseguendo su questa linea di lavoro che intende muoversi anche Happy Hand in Tour, puntando a presentare la disabilità in modalità positiva, sintonizzandosi con la battaglia culturale che la FISH conduce ormai da più di vent’anni, basata innanzitutto sul principio che la disabilità non è dipendenza, né malattia, ma un fatto strettamente connesso all’ambiente, alla cultura e ai pregiudizi. Nelle giuste condizioni, infatti, le persone con disabilità studiano, lavorano, praticano uno o più sport, vanno in vacanza, conducono una vita sociale, formano una propria famiglia. Senza nemmeno mai dimenticare che la disabilità non è un evento eccezionale, riguardando milioni di persone e potendo interessare chiunque nel corso della propria vita.

Ma come trasmettere ai cittadini questa nuova cultura sulla disabilità? Utilizzando strumenti di grande impatto come lo sport, da una parte, l’espressione creativo-artistica, dall’altra, declinata sotto diversi aspetti, per coinvolgere ad esempio il vasto popolo dei visitatori-fruitori dei Centri Commerciali in occasioni di incontro a fianco di noti sportivi con e senza disabilità, ma anche consentendo loro di cimentarsi direttamente in discipline quali il sitting volley, il basket e il rugby in carrozzina, il tennis tavolo, le bocce, l’handbike (l’ormai celebre bicicletta mossa con la forza delle mani), il tennis, la scherma e il calcio balilla. Proponendo poi, su un altro versante, esibizioni musicali, rappresentazioni teatrali, mostre, laboratori creativi di fumetto, pittura, documenti in video e altro ancora.

Il lungo ciclo di eventi, dunque, che proseguirà sino ai primi mesi del 2016, prenderà il via già nei prossimi giorni e nel fine settimana di sabato 10 e domenica 11 ottobre approderà a Colleferro, nei pressi di Roma (Centro Colleferro, Via Casilina Km 49), a partire dalla mattinata di sabato 10, quando l’Associazione locale Crescendo Insieme – nata dall’idea di alcuni genitori di giovani con sindrome di Down, che ha promosso negli anni attività sportive, teatrali, laboratori di cucina, di scrittura creativa e di arti manuali – presenterà i lavori dei propri ragazzi. In un altro settore, poi, l’Associazione Sportiva Roma Calcio Balilla organizzerà una dimostrazione e un minitorneo dello sport per cui è nata. Nel pomeriggio, insieme a queste due Associazioni, vi saranno gli operatori della Cooperativa romana L’Albero delle Ciliegie, che progetta e realizza servizi rivolti alla prima infanzia, all’infanzia e all’adolescenza.

Presenti poi al Centro Colleferro anche domenica 11, Crescendo Insieme, Roma Calcio Balilla e L’Albero delle Ciliegie saranno affiancati, nel pomeriggio della giornata conclusiva, dai Disabilié, gruppo musicale di crescente notorietà, composto da operatori e utenti con disabilità intellettiva del SAISH (Servizio per l’Autonomia e l’Integrazione Sociale della Persona Disabile) del Comune di Roma, il cui leader, Stefano Onnis, presenterà successivamente al pubblico – alla presenza di Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH – l’atleta paralimpica Oxana Corso, già due volte medaglia d’argento nei 100 e 200 metri piani alle Paralimpiadi di Londra 2012.

Percorsi, cambiamenti, giravolte e capovolte delle parole

Percorsi, cambiamenti, giravolte e capovolte delle parole

di

ParoleNon ci pensiamo spesso, ma le parole hanno una vita propria come ogni essere vivente. Nascono, crescono, muoiono, non solo, cambiano nell’arco del tempo, non solo morfologicamente. Cambiano anche nei significati, cambiano i campi semantici in cui esse sono usate. Esse seguono vie tortuose, talvolta persino inspiegabili e inattese, paradossali, curiose nel loro adattamento semiotico alle intenzioni dei parlanti e scriventi che ne convenzionano e fissano il senso e il significato nella comunicazione sociale.
L’attualità e la comunicazione che dall’alto dei palazzi della politica e dai media defluiscono verso i cittadini offrono l’occasione di questa riflessione sulle sorti e sui cambiamenti, anche pesanti, che stanno subendo alcune parole molto usate, troppo a volte. Parole “mantrizzate”, direi, se non incorressi in un orribile neologismo.
Una è certamente la parola “riforma/e”, spesso nell’espressione “riforma/e di struttura”.
Il “copyright” di questa parola, il suo dna semiotico le dava l’appartenenza ad un campo di pensiero, di orientamento politico, di interessi sociali tali per cui essa rappresentava la bandiera del cambiamento, del rinnovamento che favorisce la stragrande maggioranza del popolo, investe il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita della maggioranza delle persone cambiando le “strutture” della società/politica/istituzioni nel senso democratico introducendo più eguaglianza, libertà, benessere per tutti, “riformando” le strutture che producono esclusione, privilegi per pochi, pregiudizi, ingiustizie.
E’ accaduto che, per furbizia dell’establishment e dei “poteri forti” e/o per “sonnolenza” di chi avrebbe dovuto vigilare e difendere il senso originario di questa parola, essa pian piano è stata svuotata ed è stata riempita di senso opposto a quello di origine.
Pertanto, la parola “riforma/e”, una delle più usate dalla classi dirigenti e dal sistema di poteri forti costituiti sovranazionali che sono poi impartite ai governi nazionali e al sistema dei media, finisce col significare oggi per i più “lacrime e sangue”, sacrifici, perdita di diritti, perdita di quote significative di democrazia, peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro (quando c’è), da un lato, dall’altro, invece, significa rafforzamento del potere politico economico sociale per i più ricchi che vengono “aiutati” così a divenire sempre più ricchi, forti, potenti a livello nazionale e sovranazionale, globale.
Ieri al pronunciamento della parola “riforma” i lavoratori, i cittadini, le persone di umile stato si sentivano scaldare il cuore dalla speranza che le loro condizioni cambiassero in bene, migliorassero. Oggi, dopo un periodo di sbandamento e confusione favoriti dall’involuzione conservatrice degli orientamenti culturali e politici delle forze che una volta erano “riformiste”, le persone, a sentir pronunciare questa parola, o a vederla scritta, sono assalite dalla paura, dall’attesa del peggioramento delle loro condizioni di vita non si sa fino a qual punto ormai. Oggi con la velocità del tempo che si impiega a pronunciare la parola “riforma” ci si ritrova improvvisamente da una condizione di vita appena dignitosa in una condizione di indigenza e povertà.
Il prof. Tullio De Mauro ha parlato di “desemantizzazione” della parola “riforma”. Io penso invece che essa sia una delle tante parole violate, violentate, stravolte fino a far loro assumere il significato opposto a quello originario. C’è una correlazione evidente tra il capovolgimento di senso della parola “riforma” e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone, la progressiva, forse meglio dire la regressiva diminuzione di diritti, l’involuzione democratica, forse meglio dire antidemocratica, della politica e delle istituzioni.

Chi oggi pensa di battersi contro i privilegi, per l’eguaglianza sociale, per il miglioramento delle condizioni di vita degli “ultimi” e dei penultimi, dovrà battersi non solo per la libertà dal bisogno ma anche per la libertà delle parole, contro il loro stravolgimento come risultato di un trucco propagandistico ignobile da parte di chi, avendone i mezzi e il potere, può operare su di esse, per cambiarne, stravolgerne, capovolgerne o “riformarne” il senso.

***
Le avventure delle parole, le loro virtù camaleontiche, le loro trasformazioni, la loro capacità di veicolare sensi diversi, anche opposti, non finiscono mai. Ovviamente non pensiamo che le parole siano dotate di una propria soggettività: le trasformazioni, le storpiature, le opacità, le ambiguità, i capovolgimenti di senso, i ribaltamenti di significato sono opera dei parlanti/scriventi, sono frutto delle loro intenzioni comunicative e in ultima analisi dei loro interessi.
Uno degli argomenti che tiene banco in questi ultimi tempi a ridosso della legge di “stabilità”, o finanziaria che dir si voglia, è quello delle pensioni.
Una volta il mondo della scuola non si sarebbe tanto appassionato a questo tema. Oggi, invece, dal momento che la categoria degli insegnanti italiani è tra le più vecchie d’Europa e del mondo, la legittima spirazione ad andare in pensione (di pari passo a quella dei nuovi docenti a subentrare e svolgere la professione in modo stabile) fa sì che questo problema delle pensioni assuma un ruolo centrale richiamando la filiera: anzianità-diritti-pensione-turn over- ringiovanimento del personale.
Le legittime e costituzionali aspirazioni di moltissimi insegnanti arrivati alla non più giovane età di ultra sessantenni si scontrano con gli interessi costituiti di classi dirigenti che in Europa e in Italia trovano ottima cosa far pagare i costi della crisi ai lavoratori, riducendo i loro diritti, attaccando il welfare (sanità, scuola, pensioni…), spingendo la classe media a livelli e condizioni di retribuzioni e di vita molto prossime alla soglia di povertà, favorendo i ricchi che divengono sempre più ricchi (concentrazione della ricchezza), riducendo gli spazi di democrazia, favorendo i processi di accentramento a livello nazionale (decisionismo, uomo solo al comando, stravolgimento della Costituzione…) e sovranazionale (troika, “ce lo chiede l’Europa”…).
La polemica tra le opposte parti e opposti interessi si infiamma. Per quanto la parte sociale argomenti i suoi bisogni/diritti, la parte avversa, pur riconoscendoli all’apparenza, usa come pezzo da 90 potente e insuperabile (bazooka, arma non convenzionale direbbe il presidente della BCE) la parola “sostenibilità”.
I diritti delle persone, dunque, contro “la sostenibilità del sistema pensionistico”. La vita passata-presente-futura reale contro una parola magica, terribile, apparentemente neutra, incontestabile come una verità scientifica, razionale, di buon senso, necessaria ancorché astratta.
Che poi questa “sostenibilità” sia frutto di una scelta politica di determinati interessi di parte contro il quasi universo sociale, che il “sistema” sia sistemato a bella posta per favorire gli interessi dei pochi contro gli interessi dei più deve essere nascosto dalla nebbia, dalla ambiguità della “sostenibilità”. Il tutto per occultare gli interessi dell’establishment, della classi dirigenti, dei ricchi, dei “poteri forti” nella loro irresistibile ascesa verso il dominio assoluto e incontrastato.
Al solo sentire la parola “sostenibilità”, così usata come arma impropria, il povero aspirante pensionato (aspira alla pensione non alla carica milionaria di AD di una multinazionale) tremano le vene dei polsi, viene assalito da un terrificante senso di colpa, si sente un affamatore, un eversore del “sistema”, un incosciente dilapidatore di denaro pubblico, un potenziale distruttore dei destini del Paese, un nemico dei giovani, un divoratore di futuro.
Eppure anche questa parola nella comunicazione sociale era originariamente ancorata a significati progressivi che suscitavano speranze per i più, speranze di un mondo migliore, più giusto, più rispettoso di ambienti, natura, persone.
La sostenibilità ambientale richiamava ad una riflessione sulla qualità dello sviluppo, sulle distorsioni e sulle patologie del consumismo, sulla necessità di profonde e radicali trasformazioni dell’attuale meccanismo di sviluppo economico che produce concentrazione di ricchezza e generalizzazione di povertà, sperpero e miseria al contempo.
La sostenibilità era una parola ampia e teneva insieme, coniugandoli e rendendoli compatibili, tre ambiti: ambientale, economico, sociale. Il suo contenuto era ed è progressivo, in quanto favorevole a nuovi equilibri (amichevoli, compatibili) tra natura, economia, società.
Sostenibilità era ed è una parola democratica, rivoluzionaria in quanto apre orizzonti nuovi, più umani ad un mondo sempre più in guerra economica e militare, sempre più incarognito da rapine, competizioni, sperpero e cattivo uso delle risorse della terra, che non sono infinite.
Sentita in bocca a Padoan e al governo questa parola è bruciata e stravolta nei suoi orizzonti di senso. Quando dicono che non si può mettere mano alle ingiustizie, chiamate eufemisticamente e ipocritamente “rigidità”, della “riforma” (vedi l’articolo precedente a proposito della parola riforma) Fornero per non compromettere la “sostenibilità” del sistema pensionistico, dicono delle falsità.
Il “sistema” Fornero è nato ed è stato programmato per funzionare solo ed unicamente contro gli interessi della parte più debole, più produttiva della società. Si è scelto di colpire il welfare per non toccare i privilegi e gli interessi forti.
Il “sistema” Fornero è “sostenibile” economicamente? Certo, economicamente è sostenibile in quanto scarica sulle spalle dei lavoratori ciò che non si vuol far pagare ai ricchi, privilegiati, evasori, profittatori, corrotti e corruttori, privilegiati di ogni sorta. Ciò che non vogliono ammettere è che questo sistema è “insostenibile” socialmente e umanamente, perché le persone non ce la fanno più, non possono passare direttamente dal lavoro alla tomba, contrariamente ad ogni principio di civiltà e umanità.
Odiare una parola che fino a ieri si è amata sol perché è stata rubata, violata, stravolta, trasformata in un’arma di distruzione sociale ed umana? Giammai.
Tutt’al più mandare a casa gli imbroglioni, i ladri di parole, i profittatori, gli strumentalizzatori, i piazzisti al servizio dei potenti.

PTOF: il documento di indirizzo del dirigente scolastico

Il piano triennale dell’offerta formativa

Il documento di indirizzo del dirigente scolastico

due importanti questioni:

 

1) “INDIRIZZI” E “SCELTE” SONO LA MEDESIMA COSA ?

2) DOCUMENTO PESANTE O LEGGERO ?

 

 

1) INDIRIZZI E/O SCELTE ?

 

4. Il piano (triennale dell’offerta formativa; ndr) è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente   scolastico…..

 

Forse non abbiamo del tutto bene interpretato la norma.

Nella grande maggioranza della pubblicistica intorno al documento di indirizzo del dirigente scolastico (DS) non compare mai la distinzione fra “indirizzi” e “scelte” (notate la funzione strategica della congiunzione “e” nel testo normativo) e tutti i modelli proposti non rilevano questo tipo di differenza. Tuttavia, dalla lettura filologica della norma si vede chiaramente come:

1) indirizzi per le attività della scuola;

2) scelte di gestione e di amministrazione;

costituiscono due ambiti sicuramente interconnessi ma totalmente distinti, in prticolare sul piano delle relazioni interprofessionali: un “indirizzo” è un’indicazione di lavoro rivolta ad altri soggetti; le “scelte di gestione e di amministrazione” competono e ricadono direttamente sul DS.

Se riconsideriamo il PTOF per come viene definito dalla L. 107/2015 (buona scuola) si vede come questo è essenzialmente costituito da 10 macro-contenuti; a mio parere indirizzi e scelte si distribuiscono come segue:

 

MACRO-CONTENUTI NORME   DI RIFERIMENTO TIPOLOGIA DELLA

AZIONE DEL   DS

MOTIVAZIONI
1) Progettazione curricolare extracurricolare, educativa nuovo art. 3, c. 1 del

DPR 275/1999

INDIRIZZI  
2) Principi di pari opportunità e prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni comma 16 L. 107/15 INDIRIZZI  
3) Azioni coerenti con le finalità, i principi e gli strumenti previsti nel Piano nazionale per la scuola digitale ex comma 56”. comma 57 L. 107/15 INDIRIZZI  
4) Progettazione organizzativa nuovo art. 3, c. 1 del

DPR 275/1999

INDIRIZZI

E

SCELTE

 

nella progettazione organizzativa rientrano tanto le “scelte” (vicario, fiduciari etc) che “indirizzi” (funzioni strumentali art.33)
5) Fabbisogno posti comuni e di sostegno nuovo art. 3, c. 2 lettera “a”

del DPR 275/1999

SCELTE  
6) Fabbisogno posti di potenziamento nuovo art. 3, c. 2 lettera “b”

del DPR 275/1999

INDIRIZZI  
7) Fabbisogno posti personale ATA nuovo art. 3, c. 3 del

DPR 275/1999

SCELTE  
8) Fabbisogno di infrastrutture e attrezzature materiali nuovo art. 3, c. 3 del

DPR 275/1999

SCELTE  
9) Piani di miglioramento ex sezioni 5.1 e 5.2 del RAV nuovo art. 3, c. 3 del

DPR 275/1999

INDIRIZZI  
10) Formazione del personale commi 11 e 124 L.107/15 INDIRIZZI

E

SCELTE

 

Nei piani di formazione rientrano le opzioni di carattere educativo (indirizzi) e le “scelte” in materia di sicurezza (D.l.vo 81/2008)

 

 

 

2) INDIRIZZI LEGGERI O PESANTI ?

Approfondita la distinzione far indirizzi e scelte, un’altra questione aperta nella ricca fioritura di modelli e format proposti per il documento d’indirizzo riguarda la consistenza, la profondità e il valore vincolante del documento, in particolare per la parte riguardante gli “indirizzi”. In altri termini il suo grado di “pervasività”.

 

INDIRIZZI E SCELTE NELLA   “VECCHIA” FORMULAZIONE (DPR 275/199) INDIRIZZI E SCELTE   NELLA “NUOVA” FORMULAZIONE (L. 107)
3. Il Piano dell’offerta formativa è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione definiti dal consiglio di circolo o di istituto…..

 

4. Il piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico…..

 

Dalla valutazione comparativa fra la vecchia (1999) e la nuova formulazione (comma 14 della L. 107/2015) emergono almeno due importanti differenze:

  1. a) il trasferimento della competenza dal consiglio d’istituto al DS;
    b) la doppia eliminazione del termine “generali”.

Tralasciando ogni valutazione di tipo politico-ideologico e ancorandoci alla sola interpretazione filologica, l’eliminazione dell’aggettivazione “generali” consegue ad una evidente volontà del Legislatore di intensificare la valenza e l’impatto tanto degli “indirizzi” che delle “scelte”.

Ritengo pertanto che indirizzi e scelte non debbono più mantenere un carattere “generale” ma acquisire un certo potere di analiticità, in ragione dei 10 macro-contenuti del PTOF.

In altri termini indirizzi e scelte debbono esprimere la leadership del DS.

 

Di seguito riporto il mio modello di documento aggiornato secondo le valutazioni sopra espresse.

 

 

ANDIS Viterbo
Il presidente provinciale

Giuseppe Guastini


IL DIRIGENTE SCOLASTICO

 

– visto l’art. 25 del D.L.vo 165/2001 e.s.i.;

– vista la circolare 13/5/2010, n. 7 della presidenza del consiglio dei ministri, dipartimento

della funzione pubblica;

– visto il comma 4 dell’art. 3 del DPR 275/1999 come modificato dall’art. 1, comma 14 della L.

n 107 del 13/7/2015;

 

EMANA

I SEGUENTI INDIRIZZI PER LE ATTIVITA’ DELLA SCUOLA

E DETERMINA

LE SEGUENTI SCELTE DI GESTIONE E DI AMMINISTRAZIONE

 

PER IL TRIENNIO 2016 / 2017 – 2017 / 2018 – 2018 / 2019.

 

 

Nei punti che seguono sono articolati gli indirizzi e le scelte definiti dal dirigente scolastico espressamente finalizzati alla elaborazione del piano triennale dell’offerta formativa 2016-2019.

La validità dei contenuti del documento e del piano triennale dell’offerta formativa è subordinata, limitatamente alle compatibilità di organici, alla verifica da parte dell’USR de…….(indicare la regione o provincia autonoma d’appartenenza)….. ai sensi dell’art. 1, comma 13 della L. 107/2015.

 

NB: il documento contiene vari link diretti a importanti fonti normative e documentali; ne

raccomando pertanto la lettura su supporto digitale con connessione a internet.

 

 

1) CONVENZIONI TERMINOLOGICHE

Ai fini del presente documento si intende:

  • per “legge” la legge n° 107 del 13/7/2015; della predetta legge si riportano esclusivamente i

numeri progressivi dei commi senza specificazione dell’appartenenza all’art. 1;

  • per “decreto” il DPR 275/1999 come modificato dal comma 14 della legge;

  • per “indirizzi” gli indirizzi per le attività della scuola e per “scelte” le scelte di gestione e di

amministrazione, di cui al comma 4 dell’art. 3 del decreto;

  • per PTOF il piano triennale dell’offerta formativa ex art. 3 del decreto;

  • per “DPR 80” il DPR n° 80 del 28/3/2013 (autovalutazione e valutazione del sistema istruzione);

  • per RAV il rapporto di autovalutazione ex art. 6, comma 1 lett. a/2 del DPR 80;

  • per TU il testo unico ex D.L.vo 297/1994;

  • per “istituto” l’…….. (indicare la denominazione della scuola)……;

  • per OF l’offerta formativa d’istituto;

  • per DS il dirigente scolastico;

  • per DSGA il direttore dei servizi generali e amministrativi;

  • per “AA” il personale assistente amministrativo;

  • per “CS” il personale collaboratore scolastico.

 

 

 

P A R T E     P R I M A

A S P E T T I     G E N E R A L I

 

 

2) FINALITA’ E PRINCIPI ISPIRATORI

Gli indirizzi e le scelte che seguono sono finalizzati alla elaborazione e ottimizzazione del PTOF 2016-2019 in conformità con le disposizioni normative richiamate al successivo paragrafo 3.

Indirizzi e scelte si conformano anche ai criteri della trasparenza, flessibilità, semplificazione, valorizzazione delle competenze, continuità con le esperienze precedenti, attenzione alle sollecitazioni e alle istanze emergenti nell’istituto e nel suo contesto.

Ne consegue che il presente documento è un documento “aperto”, che interagisce con tutte le elaborazioni, anche non formali, prodotte dai soggetti, interni ed esterni, che concorrono allo sviluppo dell’istituto.

 

 

3) PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI
Il documento è elaborato in conformità con le seguenti disposizioni normative:

  1. a) commi 2, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 57, 124 della legge

http://cdn.fiscoetasse.com/upload/Legge-del-13072015-107.pdf

 

  1. b) art. 3 del decreto

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:1999-03-08;275

 

  1. c) art. 6 DPR 80 (RAV)

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2013-03-28;080

 

  1. d) testo unico delle disposizioni in materia di istruzione D.L.vo 297/1994 per le parti in vigore;

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:1994-04-16;297

 

  1. e) vigente CCNL comparto scuola

https://www.aranagenzia.it/attachments/article/512/CCNL%20SCUOLA%202006-2009.pdf

 

 

 

 

P A R T E     S E C O N D A

I   C O N T E N U T I     D E L     P. T. O. F.

 

 

4) INDIRIZZI RIGUARDANTI LA MISSION DI ISTITUTO (NB: richiesta dal RAV, area 3.5 Orientamento strategico e organizzazione della scuola);

Per approfondimenti:

http://www.icoppeano.gov.it/cms7/sites/default/files/AREA%20B.pdf

Il PTOF, nella sua parte iniziale o, in caso di emanazione di un format standardizzato nazionale, nella parte destinata alla caratterizzazione identitaria, conterrà la descrizione della “mission” di istituto, ossia il manifesto che esplicita:

  • le finalità strategiche quali fattori identitari dell’impresa formativa (“vision”);

  • le coordinate di riferimento di tipo organizzativo e realizzativo (“mission”).

Qui si riporta, quale base non vincolante di riflessione e di lavoro, una traccia articolata in 5 ambiti:

1) sviluppo delle competenze, disciplinari e di cittadinanza, degli studenti quale criterio strategico-

organizzativo generale e identitario dell’istituto; a sua volta tale ambito è articolato in quattro

istanze rispetto alle quali innovare l’impresa formativa:

  • kronos, ossia la definizione dei “tempi” dell’insegnamento (orari, turni etc) in ragione dei tempi

degli apprendimenti;

  • topos; impiego innovativo degli “luoghi” e delle strutture dell’istituto;

  • logos: sviluppo del flusso dei contenuti dei saperi e delle esperienze didattiche in ragione

dell’età, delle caratteristiche degli alunni/studenti e della piattaforma epistemologica di

ciascuna disciplina;

  • ethikos: promozione delle competenze e dei valori sociali, civili e etici; piena consapevolezza

da parte del personale della scuola di essere anche “attori emotivi”;

2) sviluppo della comunità educante mediante l’alleanza scuola-famiglia-territorio, quale criterio

strategico-organizzativo generale e identitario dell’istituto;

3) promozione del benessere degli alunni/studenti quale criterio strategico-organizzativo generale

e identitario dell’istituto;

4) benessere organizzativo, rivolto al personale dell’istituto e a tutti i soggetti che interagiscono

con esso, quale criterio strategico-organizzativo generale e identitario dell’istituto;

5) comunicazione interna ed esterna e trasparenza quale criterio strategico-organizzativo

generale e identitario dell’istituto.

 

 

5) INDIRIZZI PER PIANIFICAZIONE CURRICOLARE ED EXTRA-CURRICOLARE (Art. 3,

   comma 1 del decreto)

Il PTOF 2016-2019, nella sezione – eventualmente articolata in più paragrafi – dedicata alla pianificazione curricolare o, in caso di emanazione di un format standardizzato nazionale, nelle parti a tale sezione riconducibili, espliciterà:

  1. a) le macrovariabili di contesto;
  2. b) le opzioni formative, orari, servizi, progetti di ampliamento e arricchimento dell’OF etc;
    c) il curricolo d’istituto;
  3. d) i criteri e le modalità valutative;
  4. e) le modalità di attuazione e miglioramento dell’inclusione scolastica (PAI ex CM 8/2013);
  5. f) le attività di continuità-orientamento;
  6. g) le caratteristiche degli ambienti di apprendimento, con particolare attenzione all’impiego delle

tecnologie digitali;

  1. h) rapporti scuola famiglia ex art. 29, comma 4 del CCNL.

 

Nell’ambito dei punti:

“a“: dovranno essere messi in evidenza il rilevante tasso di presenza di alunni/studenti stranieri e

le conseguenti azioni di integrazione, tra cui l’alfabetizzazione in Italiano L2;

“b” e “c”: dovranno essere richiamati i principi di pari opportunità e prevenzione della violenza

             di genere e di tutte le discriminazioni (comma 16 della legge) in modo da divenire parte

integrante dell’educazione alla cittadinanza promossa dall’istituto. I predetti principi

potranno essere sviluppati:

  • nell’ambito di “Cittadinanza e Costituzione”;

  • in modo trasversale fra varie discipline (lettura ed elaborazioni di brani letterari o poetici,

analisi di contesti storici e geografici, scienze umane, IRC…….);

  • attraverso la progettazione di esperienze formative mirate quali visite di istruzione,

partenariati (con UNICEF, Prefettura etc), Consiglio comunale dei bambini,

testimonianze, partecipazione delle classi a iniziative di solidarietà, visione di film ……

“g”: per effetto del comma 57 della legge, dovranno essere previste le “…azioni coerenti con le

     finalità, i principi e gli strumenti previsti nel Piano nazionale per la scuola digitale ex  

     comma 56”. Tale istanza implica il progressivo sviluppo di ambienti di apprendimento nei quali

il flusso delle esperienze formative venga significativamente supportato dalle TIC, in modo da

ampliare l’interattività, l’accesso alle risorse di rete e la condivisione on line dei materiali.

A tale riguardo, in particolare, si richiama:

  • ampliamento dell’accesso all’editoria digitale e ai testi digitali;

  • diffusione dell’impiego della LIM;

  • impegno nello sviluppo della classe 2.0;

  • diffusione dell’impiego delle sorgenti di materiali didattici e di strumenti per la didattica

presenti in rete;

  • destinare un’area del sito scolastico ai materiali didattici e agli alunni/studenti;

  • …………..

(per approfondimenti: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/piano_scuola_digitale )

“h”: richiamato che:

  • i rapporti scuola-famiglia costituiscono un pilastro fondamentale della mission d’istituto

(precedente punto 5);

  • il sopra citato art. 29, comma 4 del CCNL prevede che il Consiglio d’istituto, sulla base di

proposte del collegio dei docenti, deliberi modalità e criteri per i rapporti scuola-famiglia e che

il PTOF è elaborato dal collegio dei docenti e approvato dal consiglio d’istituto;

è opportuno che in questa sezione sia compreso un paragrafo espressamente dedicato alla

promozione dei rapporti scuola-famiglia. Il predetto paragrafo potrà comprendere modalità di

svolgimento di:

  • colloqui periodici a carattere generale;

  • incontri illustrativi in coincidenza delle scadenze tri/quadri….mestrali;

  • ricevimenti individuali;

  • assemblee di genitori e docenti;

  • comunicazioni scritte;

  • comunicazioni telematiche;

  • modalità di accesso al “registro digitale”;

  • forum sul sito della scuola o tramite social;

  • etc.

 

 

6) INDIRIZZI E SCELTE DI GESTIONE RELATIVI ALLA PROGETTAZIONE

   ORGANIZZATIVA E ALLA GOVERNANCE D’ISTITUTO (Art. 3, comma 1 del

   decreto e comma 7/n della legge)

Il PTOF, nella sezione – eventualmente articolata in più paragrafi – dedicata alla pianificazione organizzativa o, in caso di emanazione di un format standardizzato nazionale, nelle parti a tale sezione riconducibili, riporterà in modo schematico i tratti salienti dello sviluppo organizzativo dell’istituto. A tale riguardo si forniscono i seguenti indirizzi di tipo organizzativo validi per il triennio di riferimento.

 

6 – A) ORGANIZZAZIONE DELLE CLASSI

 

  1. I) Plesso/sede/indirizzo……..(riportare la denominazione ufficiale e codice alfanumerico)….

n° totale alunni/studenti_________ di cui in situazione di disabilità n°__________; con altri BES di natura clinica n° ________ ; altri BES di natura linguistica o socio-culturale n°_______.

classe tipologia oraria indirizzo o altro

(2° gr)

N° studenti n° studenti con disabilità n° studenti con altri BES situazioni di criticità
 

 

1^- A

 

 

30 ore/sett

  20 assunto dal DS quale limite massimo ai sensi dei commi 7/n e 84 della legge        1

con comma 3 L. 104/1992:

[si]   [no]

 

 

6

5 studenti stranieri non alfabetizzati.
 

 

1^ – B

 

 

 

27 ore/sett

   

 

25

 

 

0

 

 

0

 

 

0

 

etc

 

 

           

 

Considerato che l’edificio scolastico che ospita il plesso/sede consta di ______ piani, dotati ciascuno di uscite d’emergenza,….(riportare eventuali ulteriori caratteristiche strutturali o logistiche rilevanti)….. il fabbisogno di CS da impegnare nelle attività di vigilanza, pulizia e servizi generali nel predetto plesso/sede è di N°______ unità.

 

…………. ripetere per tutti i plessi/sedi dell’istituto………..

 

6 – B) ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI DI SEGRETERIA

L’ufficio di segreteria dell’istituto, nel triennio di riferimento, è articolato secondo i seguenti ambiti funzionali:

  1. I) DSGA, con funzioni compiti relativi a:
  • gestione, coordinamento e ottimizzazione dei servizi amministrativi e generali;

  • valorizzazione delle risorse umane afferenti al personale ATA;

  • cura, manutenzione e sviluppo delle infrastrutture e dei beni scolastici;

  • rinnovo delle scorte del facile consumo;

  • istruzione e formalizzazione dei documenti contabili-finanziari d’istituto;

  • incassi, acquisti e pagamenti;

  • monitoraggio dei flussi finanziari d’istituto e della regolarità contabile;

  • gestione, coordinamento, manutenzione e aggiornamento della dotazione hard-ware e soft-

ware digitale, dei sistemi di protezione e salvataggio e delle relative licenze e della progressiva

digitalizzazione dei flussi documentali in entrata, in uscita e circolanti all’interno dell’istituto;

  • applicazione delle norme in materia di pubblicità, accessibilità, trasparenza e archiviazione

degli atti d’istituto e della pubblicità legale;

  • rapporti con gli uffici amministrativi dell’USR, dell’AT, delle altre scuole e periferici della

amministrazione statale e regionale e degli EE.LL.;

  • cura delle relazioni di carattere amministrativo e logistico interne ed esterne, definizione degli

orari e delle modalità di ricevimento del personale di segreteria e della relativa pubblicità;

  • istruzioni al personale ATA in ordine alla sicurezza, accoglienza, cortesia, vigilanza, pulizia e

decoro.

  1. II) Protocollo, comunicazioni in entrata e in uscita, archivio corrente e storico: N°____ unità AA.

III) Gestione amministrativa del personale: N°_____unità AA.

  1. IV) Gestione amministrativa degli alunni/studenti, degli organi collegiali e supporto alla didattica:

N°____ unità AA.

  1. V) Gestione contabile-finanziaria, dei beni dell’istituto, inventari e rapporti con gli uffici

amministrativo-finanziari territoriali: N°____ unità AA.

  1. VI) Gestione dei rapporti con l’ente locale e della dimensione amministrativa della sicurezza

scolastica, inclusi adempimenti ex D.L.vo 81/2008, delle norme anti-fumo, privacy e

anti-corruzione, delle chiavi di accesso ai locali scolastici, armadi etc: N°_____ unità AA.

VII) (eventuale docente inidoneo all’insegnamento utilizzato in altri compiti) N°___ docente/i non

idoneo/i all’insegnamento utilizzato/i nei seguenti compiti……………..

 

6- C) GOVERNANCE D’ISTITUTO

 

GLI ORGANI COLLEGIALI D’ISTITUTO

Riportare sul PTOF una sintetica mappa degli OO.CC. d’istituto; in tale ambito particolare attenzione dovrà essere rivolta alla costituzione e alle attività del Comitato di valutazione dei docenti, come riformato per effetto del comma 129 della legge.

 

FIGURE DI SISTEMA

Nella gestione dell’istituto il DS, nel triennio di riferimento, si avvale delle seguenti collaborazioni:

  1. I) DIRETTI COLLABORATORI DEL DS
  • primo docente collaboratore con delega alla funzione vicaria_________________________;

  • secondo docente collaboratore____________________________;

  1. II) STAFF D’ISTITUTO, con funzioni consultive e propositive rispetto alle opzioni strategiche dell’istituto, costituito dal DS, dai docenti indicati nel presente punto 7-C e integrato, a seconda degli argomenti da trattare, dal DSGA, dall’AA operante in settore affine, dal presidente del Consiglio d’istituto o suo delegato, esperti esterni etc.

III) PREPOSTI DI PLESSO/SEDE:

DENOMINAZIONE   PLESSO/SEDE DOCENTE PREPOSTO
 
   
   
   

 

  1. IV) DOCENTI TITOLARI DI FUNZIONE STRUMENTALE EX ART. 33 CCNL

Ferma restando l’autonomia del collegio dei docenti in materia di FS, si ravvisa la necessità di dare copertura ai seguenti ambiti strategici:

  1. a) coordinamento delle attività di inclusione scolastica e sociale;
  2. b) coordinamento della progettazione curricolare, extra-curricolare e valutazione; coordinamento nell’attuazione dei piani di miglioramento connessi con la sezione n° 5 del RAV ex DPR 80 (priorità/traguardi e obiettivi di processo);
  3. c) sviluppo delle tecnologie digitali;
  4. d) continuità/orientamento; rapporti con il territorio, formazione del personale docente, attività di

integrazione formativa.

 

  1. V) DOCENTI REFERENTI
  • docente referente prove INVALSI;

  • docente referente per il registro digitale;

  • docente referente scuola dell’infanzia;

  • docente referente scuola primaria;

  • docente referente scuola secondaria….. 1°/2° grado;

  • referente UNICEF;

  • ………. etc……….

 

 

7) INDIRIZZI E SCELTE DI GESTIONE E DI AMMINISTRAZIONE RELATIVE AI FABBISOGNI DI PERSONALE (Art. 3, commi 2 e 3 del decreto)

Il PTOF, nella sezione – eventualmente articolata in più paragrafi – dedicata alla determinazione dei fabbisogni del personale d’istituto o, in caso di emanazione di un format standardizzato nazionale, nelle parti a tale sezione riconducibili, indicherà la consistenza numerica dei predetti fabbisogni.

 

7-A) FABBISOGNO DI PERSONALE DOCENTE (Art. 3, comma 2, lettere “a” e “b” del decreto)

Sulla base di quanto specificato ai precedenti paragrafi 6-A e 6-C e delle norme ordinamentali scolastiche, si individuano i seguenti posti-docenti:

 

SCUOLA DELL’INFANZIA:

  • N° posti comuni_________

  • N° posti specialiste IRC________

  • N° posti di sostegno_________

 

SCUOLA PRIMARIA:

  • N° posti comuni_________

  • N° posti specialiste di Inglese___________

  • N° posti specialiste IRC________

  • N° posti di sostegno_________

 

Nell’ambito dei posti comuni per la scuola…..(primaria, secondaria etc)…. è previsto un ulteriore fabbisogno di ……..h/sett. per la copertura del semi-esonero conferito al docente collaboratore del DS (art. 34 CCNL) con delega alla funzione vicaria.

 

N° posti di potenziamento dell’OF nella scuola primaria

Le attività di potenziamento si ispirano alle priorità di cui al comma 7 della legge e comprendono la costituzione dei seguenti laboratori di potenziamento:

  • n° 2 laboratori di potenziamento in Italiano per un totale di…………………………………………. 8h/sett;

  • n° 2 laboratori di potenziamento in Inglese per un totale di ………………………………………… 8h/sett;

  • n° 2 laboratori di potenziamento per le competenze matematiche,

logiche e scientifiche per un totale di……………………………………………………………………10h/sett;

  • n° 2 laboratori di potenziamento in musica e arte per un totale di…………………………………. 8h/sett;

  • n° 2 laboratori di potenziamento nelle competenze digitali per un totale di…………………….. 8h/sett;

  • n° 2 laboratori di potenziamento nell’area psico-motoria per un totale di……………………….. 8h/sett;

  • un posto per l’alfabetizzazione in Italiano L2 a favore degli alunni stranieri………………….. 22h/sett

  • apertura pomeridiana della scuola per supporto delle competenze

genitoriali, azioni di educazione alla sostenibilità ambientale e alla cittadinanza……………. 16 h/sett

 


TOTALE……………………………… 88 h/sett

Posti di potenziamento: 4.

 

SCUOLA SECONDARIA…………….

Italiano: 4 posti cattedra ordinari + 9 h/sett. di potenziamento

Matematica e scienze: 2 posti cattedra ordinari + 9h/sett di potenziamento

Inglese: 1 posto cattedra ordinario + 9h/sett di potenziamento

Francese: 1 posto cattedra ordinario + 9h/sett di potenziamento

…………etc………

sostegno: N°____ posti .

 

Il collegio dei docenti:

  1. a) può rimodulare il numero e i contenuti dei laboratori in ragione delle opzioni didattiche;
  2. b) definisce la collocazione oraria, le modalità di individuazione degli alunni/studenti partecipanti e

propone ogni utile soluzione organizzativa;

  1. c) definisce le metodologie didattiche e i contenuti specifici dei laboratori.

 

 

7-B) FABBISOGNO DI PERSONALE ATA (Art. 3, comma 3 del decreto)

Per effetto di quanto specificato ai precedenti paragrafi 6-A e 6-B; tenuto conto inoltre:

  1. I) che N°___ unità del personale CS presentano certificazione ex art. 3 della legge 104/1992, di cui

uno con comma 3, richiedono assistenza e godono di esenzione dallo svolgimento di numerosi

compiti;

  1. II) che N°____ unità di personale CS usufruiscono dei permessi mensili per assistere famigliari con

certificazione ex art. 3 della L. 104/1992;

III) della necessità di garantire l’apertura pomeridiana nei giorni_________ presso i seguanti

plessi/sedi_____________________________;

in aggiunta al fabbisogno derivante da quanto indicato al precedente paragrafo 6-A, al fine di mantenere idonei standard di qualità in materia di vigilanza, pulizia e assistenza agli alunni/ studenti, si rende necessario integrare le previsioni relative al predetto personale con la richiesta di ulteriori N°_____ posti di CS.

 

Conseguentemente il fabbisogno finale per il triennio 2016-2019 risulta il seguente:

  • personale CS: N°_______ posti;

  • personale AA: N°_______ posti.

 

8) SCELTE DI GESTIONE E AMMINISTRAZIONE RELATIVE AL FABBISOGNO DI INFRASTRUTTURE   E ATTREZZATURE MATERIALI (Art. 3, comma 3 del decreto)

Il PTOF, nella sezione – eventualmente articolata in più paragrafi – dedicata alla determinazione dei fabbisogni di infrastrutture e delle dotazioni strumentali o, in caso di emanazione di un format standardizzato nazionale, nelle parti a tale sezione riconducibili, indicherà la consistenza dei predetti fabbisogni. A tale riguardo si forniscono le seguenti indicazioni.

  1. a) attivazione del laboratorio informatico del/dei plesso/sede/i di………….;

costo previsto……………………………………………………………………………………….. € 14.000

  1. b) manutenzione e potenziamento del laboratorio informatico del/dei

plesso/sede/i di………………….; costo previsto……………………………………………. €   6.500

  1. c) attivazione del laboratorio scientifico del/dei plesso/sede/i di…………

…………………………….; costo previsto……………………………………………………….. €   3.500

  1. d) manutenzione e potenziamento del laboratorio scientifico

del/dei plesso/sede/i di………………….; costo previsto………………………………….. €   2.100

  1. e) acquisto e installazione di N°………. LIM; costo previsto……………………………… €   6.600
  2. f) attivazione della biblioteca didattica del/dei plesso/sede/i di………

………………………………; costo previsto………………………………………………………. €   7.400

  1. g) potenziamento della biblioteca didattica del/dei plesso/sede/i di……

……….; costo previsto…………………………………………………………………………….. €   2.500

  1. h) potenziamento delle palestre dell’istituto; costo previsto…………………………….. €   4.400
  2. i) etc…………………

(eventualmente indicare infrastrutture richieste per effetto della partecipazione ai bandi PON)

 

 

9) INDIRIZZI RELATIVI AI PIANI DI MIGLIORAMENTO SEZIONE N° 5 DEL RAV EX ART. 6 DEL DECRETO 80

Il PTOF, nella sezione dedicata ai piani di miglioramento, riporterà:

  1. a) le priorità e i relativi traguardi individuati in esito all’area 5.1 (priorità/traguardi) della sezione 5

del RAV; scadenza: 3 anni (31/8/2017; salvo proroghe);

  1. b) gli obiettivi di processo individuati in esito all’area 5.2 (obiettivi di processo) della sezione 5 del

RAV; scadenza 1 anno (31/8/2016; salvo proroghe)

per quanto di rilevanza nel triennio di riferimento.

 

 

10) INDIRIZZI RELATIVI ALLA FORMAZIONE DEL PERSONALE (commi 11 e 124 della legge)

Il PTOF, nella sezione destinata a specificare le iniziative di formazione per il personale d’istituto o, in caso di emanazione di un format standardizzato nazionale, nelle parti a tale sezione riconducibili

, riporterà in modo sintetico le iniziative per il triennio di riferimento. A tale riguardo si forniscono i seguenti indirizzi formativi di carattere orientativo.

 

10-A) FORMAZIONE DEL PERSONALE DOCENTE

Durante il triennio di riferimento verranno organizzate le seguenti attività formative:

 

TEMATICA AMBITO DI RIFERIMENTO N° ore e collocazione temporale
la produzione di prove valutative standardizzate per classi parallele. RAV area 5.2 obiettivi di processo 12 h; gennaio-febbraio 2016
La competenza chiave “imparare a imparare”.

 

RAV area 5.2 obiettivi di processo 6 h; febbraio-marzo 2016
Le risorse in rete per la didattica digitale.

 

PTOF 8 h; ottobre 2016
La gestione della “area studenti” del sito scolastico PTOF 4 h; marzo 2017
L’interazione digitale fra la postazione del docente e i terminali di lavoro degli alunni/

studenti

PON 10 h; gennaio-febbraio 2017
informazione e formazione di base in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

D.L.vo 81/2008 artt. 36 e 37. tutti gli AA.SS. nel mese di aprile.

 

 

10-B) FORMAZIONE DEL PERSONALE ATA

Durante il triennio di riferimento verranno organizzate le seguenti attività formative:

 

TEMATICA AMBITO DI RIFERIMENTO N° ore e collocazione temporale
La digitalizzazione dei flussi documentali (DSGA e AA) Partecipazione a “protocolli in rete” 8 h; gennaio 2016
La pubblicazione degli atti sull’area “pubblicità legale” del sito scolastico (DSGA e AA) Amministrazione trasparente 4 h; ottobre 2016
Assistenza di base e ausilio materiale agli alunni/studenti disabili (CS) Inclusione scolastica 4 h; marzo 2016
informazione e formazione di base in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. D.L.vo 81/2008 artt. 36 e 37. tutti gli AA.SS. nel mese di aprile.

 

 

 

11) INDIRIZZI RELATIVI ALL’ORGANIZZAZIONE TESTUALE DEL PTOF (evitare l’antilingua burocratica)

Il PTOF è destinato alla comunità professionale d’istituto e all’USR ma è rivolto anche a tutta la nostra comunità scolastica la quale, secondo la mission, è anche comunità educante, dunque legata all’istituto da un rapporto di strettissima e progressiva alleanza di scopo. Dal momento che l’alleanza si sviluppa e si consolida anche attraverso la comunicazione istituzionale, i docenti estensori (o, in caso di emanazione di un format standardizzato nazionale, compilatori) sono invitati a prestare grande attenzione alla chiarezza, completezza, leggibilità e, conseguentemente, alla effettiva fruibilità (interna ed esterna) del piano. Ferma restando l’autonomia del collegio dei docenti, si raccomanda vivamente l’osservanza delle istanze che seguono.

 

ACCOGLIENZA LINGUISTICA   l’intero testo mantiene uno stile espressivo in grado di comunicare attenzione, ascolto e disponibilità.

 

SEMPLICITÀ “…non dica venti parole dove cinque ne basterebbero, o si sbrighi con cinque

dove ce ne vorrebbero venti…” Giuseppe Lombardo Radice; 1912.

Parlare oscuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro, pochissimi” Galileo Galilei.

Il testo coniuga il rigore argomentativo e la ricchezza di riferimenti con un periodare semplice e

breve; evitare, per quanto possibile, periodi lunghi con molte proposizioni coordinate o subordinate o con lunghe e/o ripetute sospensioni della continuità logica.

Collocare preferibilmente all’inizio dei periodi gli elementi significativi e “reggenti” che conferiscono senso agli altri termini “dipendenti” del discorso.

In taluni casi è preferibile sostituire un lungo periodo con molti elementi informativi con un elenco per punti:

  1. a) ……………………;
  2. b) ……………………;

c)…………………….;

etc.

In svariati casi può risultare utile l’impiego di:

  • schemi, icone, diagrammi, mappe etc in sostituzione di parti testuali;

  • link diretti a sorgenti digitali interne e/o esterne;

  • foto e disegni (nel rispetto della privacy).

 

La precisione terminologica è fondamentale ma l’uso di termini specialistici deve essere limitato

allo stretto necessario e, dove possibile, è meglio privilegiare i termini del linguaggio comune

(“formaggi” o “prodotti caseari” ?).

 

MOTIVAZIONE Allo scopo di evitare la percezione che l’istituto sia gestito con autorità senza autorevolezza, eventuali prescrizioni, sollecitazioni, restrizioni, divieti etc dovranno sempre essere motivati (Per ragioni di sicurezza, è vietato il transito e la sosta di minori privi di vigilanza nelle pertinenze esterne della scuola…..) .

 

ARCHITETTURA TESTUALE  (NB: SOLO IN CASO DI ASSENZA DI UN FORMAT NAZIONALE)

Allo scopo di favorire l’orientamento del lettore è opportuno suddividere il piano in SEZIONI (che

sviluppano ampie tematiche omogenee delle attività della scuola) e PARAGRAFI (articolazioni

interne delle sezioni che trattano argomenti più specifici e circoscritti).

Sezioni e paragrafi sono individuati da numeri, in modo da facilitarne la rintracciabilità, come nella “lista” che segue (ma potevo dire “directory”).

 

 

 

 

 

INDIRIZZI RELATIVI ALL’ARCHITETTURA GENERALE DEL PTOF

 

 

Dal punto di vista “editoriale” il PTOF può essere opportunamente organizzato secondo la seguente lista, non vincolante, di sezioni e paragrafi.

 

 

FRONTESPIZIO: INTESTAZIONE, TITOLO E ELEMENTI IDENTIFICATIVI ESSENZIALI

 

INDICE DELLE SEZIONI E DEI PARAGRAFI

 

INTRODUZIONE E RIFERIMENTI GENERALI

(breve descrizione di cosa rappresenta il PTOF, riferimenti normativi etc)

 

SEZIONE N° 1: L’ORGANIZZAZIONE GENERALE DELL’ISTITUTO

PARAGRAFO 1.1: TIPOLOGIA, SEDE CENTRALE, ALTRE SEDI, PLESSI INDIRIZZI ETC;

PARAGRAFO 1.2: COME CONTATTARCI (centralino, n diretti, mail, orari etc)

PARAGRAFO 1.3: COME RAGGIUNGERCI (mappe, strade, vie, linee autobus etc)

PARAGRAFO 1.4: IL SITO SCOLASTICO (indirizzo, caratteristiche di base, principali aree e

accessibilità).

PARAGRAFO 1.5:   LA MISSION D’ISTITUTO

 

SEZIONE N° 2   IL CONTESTO SOCIO-CULTURALE

PARAGRAFO 2.1: IL CONTESTO SOCIO-CULTURALE DELLA SEDE CENTRALE/

PRINCIPALE

PARAGRAFO 2.2   IL CONTESTO DEL PLESSO/SEDE……

etc (un paragrafo per ciascun plesso/sede)…….

 

SEZIONE N° 3 LA PIANIFICAZIONE CURRICOLARE

PARAGRAFO 3.1:   RIFERIMENTI GENERALI (indicazioni nazionali, linee guida etc)

PARAGRAFO 3.2:   SCUOLA DELL’INFANZIA (sezioni, attività, orari, strutture, servizi e ogni

altra utile informazione sulle attività dei vari plessi: accoglienza, sviluppo di

abilità e competenze, opzioni di flessibilità etc);

PARAGRAFO 3.3:   SCUOLA PRIMARIA (classi, attività, orari, strutture, servizi e ogni altra

utile informazione sulle attività dei vari plessi: accoglienza, sviluppo di

abilità e competenze, opzioni di flessibilità etc);

PARAGRAFO 3.4:   SCUOLA SECONDARIA……. (classi, attività, orari, strutture, servizi e ogni

altra utile informazione sulle attività delle varie sedi/indirizzi: accoglienza,

sviluppo di abilità e competenze, opzioni di flessibilità etc);

PARAGRAFO 3.5:   IL CURRICOLO D’ISTITUTO

PARAGRAFO 3.6:   PROGETTI PER L’AMPLIAMENTO/ARRICCHIMENTO DELL’OF

PARAGRAFO 3.7:   PARI OPPORTUNITÀ E PREVENZIONE DELLA VIOLENZA DI

GENERE E DI TUTTE LE DISCRIMINAZIONI

PARAGRAFO 3.8:   AMBIENTI DI APPRENDIMENTO SUPPORTATI DALLE TECNOLOGIE

DIGITALI

PARAGRAFO 3.9:   INCLUSIONE SCOLASTICA E SOCIALE

PARAGRAFO 3.10: LA VALUTAZIONE E LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE

PARAGRAFO 3.11: CONTINUITA’ E ORIENTAMENTO

PARAGRAFO 3.12: I RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA

 

SEZIONE N° 4   LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA E GOVERNANCE D’ISTITUTO

PARAGRAFO 4.1:   GLI OO.CC. D’ISTITUTO (una breve mappa di consiglio d’istituto, GE,

collegio dei docenti, consigli di intersezione/classe, comitato di valutazione

dei docenti)

PARAGRAFO 4.2     IL DS (breve profilo, ubicazione, orari, tel. mail etc)

PARAGRAFO 4.3 :   I DOCENTI COLLABORATORI DEL DS (breve profilo, ubicazione, orari,

tel. mail etc);

PARAGRAFO 4.4:   PREPOSTI DI PLESSO/SEDE (breve profilo, ubicazione, orari, tel. mail

etc);

PARAGRAFO 4.5:   DOCENTI TITOLARI DI FUNZIONE STRUMENTALE (elenco con

compiti, breve profilo, ubicazione, orari, tel. mail etc);

PARAGRAFO 4.6:   DOCENTI REFERENTI (elenco con compiti, breve profilo, ubicazione,

orari, tel. mail etc);

PARAGRAFO 4.7:   I DOCUMENTI FONDAMENTALI D’ISTITUTO (riportare link o richiami

a: regolamento d’istituto, carta dei servizi, contratto integrativo d’istituto

etc)

 

SEZIONE N° 5   I SERVIZI DI SEGRETERIA

PARAGRAFO 5.1: L’ORGANIGRAMMA DELLA SEGRETERIA (articolazione dei compiti)

PARAGRAFO 5.2: COME CONTATTARE L’UFFICIO DI SEGRETERIA (ubicazione, orari, n°

tel, mail etc)

 

SEZIONE N° 6 IL PERSONALE DELLA SCUOLA

PARAGRAFO 6.1: IL FABBISOGNO DEL PERSONALE DOCENTE (articolato per scuola

dell’infanzia, primaria, secondaria, posti comuni, sostegno e di

potenziamento)

PARAGRAFO 6.2: IL FABBISOGNO DEL PERSONALE DI SEGRETERIA

PARAGRAFO 6.3: IL FABBISOGNO DEL PERSONALE COLLABORATORE SCOLASTICO

 

SEZIONE N° 7: IL FABBISOGNO DI INFRASTRUTTURE E MATERIALI

 

SEZIONE N° 8: PIANI DI MIGLIORAMENTO DERIVANTI DALLA

SEZIONE N° 5 DEL   RAV EX ART. 6 DEL DPR 80/2013

PARAGRAFO 8.1: INTRODUZIONE ESPLICATIVA

PARAGRAFO 8.2: PRIORITA‘/TRAGUARDI EX SEZIONE 5.1 DEL RAV

PARAGRAFO 8.3: GLI OBIETTIVI DI PROCESSO EX SEZ. 5.2 DEL RAV

 

SEZIONE N° 9: LA FORMAZIONE DEL PERSONALE

PARAGRAFO 9.1: LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DOCENTE

PARAGRAFO 9.2: LA FORMAZIONE DEL PERSONALE ATA.

 

 

 

I manager «bocciano» la scuola italiana: poco merito e competenze insufficienti

da Il Sole 24 Ore

I manager «bocciano» la scuola italiana: poco merito e competenze insufficienti

La crescita di un Paese dipende dal livello di competenze di studenti e adulti. Anche per questo serve un sistema formativo di qualità che sappia accendere la scintilla. A chiederlo sono i manager italiani che in un’indagine presentata venerdì scorso hanno bocciato la formazione offerta dalle scuole italiane. Per l’assenza di merito e la scarsa attitudine a trasmettere competenze.

Le ricerche internazionali
Nel corso della presentazione dei dati, Daniele Checchi, docente di Economia del lavoro all’Università Statale di Milano, ha ricordato come la crescita economica di un Paese sia fortemente correlata al livello di competenze misurato su studenti (Pisa ecc.) e adulti (Ials ecc.), più che al numero di quanti terminano gli studi superiori e universitari. Con la considerazione aggiuntiva che chi fa training on the job ha livelli di competenza più elevati, così come chi sceglie un indirizzo professionale nella scuola secondaria ha livelli di competenza più bassi.

Il giudizio sulla scuola italiana
L’indagine di AstraRicerche per Manageritalia, effettuata a settembre 2015 su un campione di quasi 1.200 dirigenti del settore privato, evidenzia come i manager italiano ritengano che la nostra scuola non sia meritocratica, non premi, valorizzi e metta in evidenza le qualità degli studenti migliori (68,3%). Con un 40% di intervistati che le nega la capacità di preparare i giovani in modo valido, secondo le necessità del mondo del lavoro (37,1%) contro il 22% che lo afferma.
Parlando invece di quello che serve al Paese i manager italiani chiedono una valorizzazione della formazione continua durante tutta la vita del lavoratore (97,5%) e auspicano la presenza di un maggior numero di diplomati che entra nel mercato del lavoro e poi ampliano la loro formazione in base alle necessità delle aziende e le loro attitudini (94,3%).
Lo stesso campione chiede con forza che serve più dialogo tra il mondo della scuola/università e il mondo del lavoro per seguirne meglio le esigenze (97,7%, ben il 76,5% indica che è molto d’accordo) e maggiore qualità dei docenti, anche tramite nuovi criteri di selezione (97,1%, con molto al 75,8%) e aggiornamento e qualificazione (97,1%, molto per il 72,7%).
Ai giovani i dirigenti d’azienda suggeriscono di svolgere piccoli lavori, anche non coerenti con il tipo di studio durante le superiori/università per capire il mondo del lavoro (74,3%) e di studiare all’estero, anche solo con l’Erasmus. Quasi la metà (45,4%) suggerisce di non fermarsi alla laurea, ma scegliere un master/formazione post universitaria.

L’assenza di competenze
Dei giovani entrati in azienda negli ultimi anni, i manager bocciano, giudicandole inferiori alle attese, soprattutto le soft skills realizzative – tipo proattività, imprenditorialità, gestione del tempo e organizzazione e capacità di decidere – (81,7%, con un 28,2% molto deluso da quanto riscontrato), quelle relazionali e manageriali – tipo capacità di relazione, dialogo, confronto, lavoro di gruppo ecc. – (79,3%) e quelle cognitive – tipo analisi, sintesi e problem solving – (76,5%). A seguire giudicano sempre insufficienti le competenze linguistiche (75%, ben il 29,1% le trova molto inferiori alle attese), la cultura in generale (68,9%) e le competenze digitali estese – capacità di capire la tecnologia e soprattutto il suo funzionamento, non solo di usarla – (59,4%).

Entro il 9 ottobre le candidature per i bandi del Piano scuola digitale

da Il Sole 24 Ore

Entro il 9 ottobre le candidature per i bandi del Piano scuola digitale

di Simona Montesarchio*

È data alle scuole un’occasione unica per connettersi in rete. Entro il 9 ottobre sarà possibile per le scuole candidarsi sul sito Internet del Miur (http://www.istruzione.it/web/istruzione/pon/2014_2020) per cablare tutte le scuole che ne faranno richiesta attraverso un finanziamento a valere sui Fondi strutturali Pon-Fesr 2014-2020.

Le risorse
Il finanziamento, da un minimo di 7.500 euro a un massimo di 18.500 euro, è così assegnato:
– per le istituzioni scolastiche con meno di 1.200 alunni, il progetto per la realizzazione dell’infrastruttura e dei punti di accesso alla rete Lan(Local area network)/Wlan (Wireless local area network) non può superare la somma di euro 15mila;
– per le istituzioni scolastiche con più di 1.200 alunni, il progetto per la realizzazione dell’infrastruttura e dei punti di accesso alla rete Lan/Wlan non può superare la somma di euro 18.500;
– per le istituzioni scolastiche con più di 3 plessi, indipendentemente dal numero degli alunni, il progetto per la realizzazione dell’infrastruttura e dei punti di accesso alla rete Lan/Wlan, purché riguardi almeno 3 plessi, non può superare la somma di euro 18.500;
– per gli interventi di ampliamento o adeguamento dell’infrastruttura e dei punti di accesso alla rete Lan/Wlan, il massimale è per tutte le istituzioni scolastiche di euro 7.500.

I progetti da presentare
Le scuole dovranno presentare un progetto con l’indicazione degli obiettivi specifici che si intende perseguire (anche in termini di impatto del progetto sull’organizzazione del tempo-scuola, sulla riorganizzazione didattico-metodologica, sull’innovazione curricolare e sull’uso di contenuti digitali nonché sulle disabilità), della coerenza con il Piano dell’offerta formativa della scuola (Pof), specificando la presenza di progetti didattici per i quali è previsto l’uso della rete e il grado di coinvolgimento di insegnanti e alunni nei predetti progetti e del livello di copertura del sistema infrastrutturale che si intende realizzare all’esito dell’attuazione del progetto, dell’eventuale dotazione dell’istituzione scolastica di servizi per gli utenti fruibili in modalità mobile.

Criteri di valutazione
I criteri sulla base dei quali le scuole saranno valutate, anche tenendo conto delle indagini Invalsi, sono:
a) il livello di disagio negli apprendimenti nell’ambito della scuola, lo status socio economico e culturale della famiglia di origine degli studenti presenti nella scuola, il tasso di abbandono scolastico;
b) il livello di copertura del sistema infrastrutturale che si intende realizzare al fine di dotare le scuole di una rete adeguata alle esigenze didattiche;
c) l’eventuale dotazione di connettività della scuola in ingresso di almeno 30 Mb, da dimostrare attraverso gli estremi del contratto o della convenzione con il fornitore;
d) l’eventuale dotazione della scuola di servizi per gli utenti fruibili in modalità mobile (a titolo esemplificativo: registro elettronico, biblioteca/materiali didattici on line, registrazione pasti della mensa);
e) l’eventuale presenza di accordi per la gestione federata dell’identità a servizi di connettività wi-fi forniti da reti o dal altri enti sul territorio.
Gli investimenti che negli ultimi anni hanno contribuito a digitalizzare il Sistema istruzione, oltre che produrre cambiamenti nella didattica, hanno rivoluzionato l’attività gestionale e amministrativa e la comunicazione istituzionale della scuola. Sono state introdotte dal Miur e dalle singole scuole piattaforme essenziali per il rapporto con i cittadini, per la comunicazione scuola-famiglia-territorio e per la dematerializzazione dei processi amministrativi, l’introduzione delle iscrizioni on line, l’anagrafe dello studente, il registro digitale, la piattaforma on line per la gestione e il miglioramento dei rapporti scuola-famiglia, il passaggio al digitale di tutti i processi amministrativi scolastici (esempio, gestione del personale docente e non docente, i contratti, la contabilità, ecc.) ha richiesto e richiede, oltre allo sviluppo di adeguate competenze nel personale, di dotare le segreterie e gli spazi di lavoro per i docenti e l’utenza di connessioni Internet, di dotazioni tecnologiche e di quanto altro renda la scuola adeguata per la gestione e l’accesso a questi processi e servizi.

Accesso alla rete e “Buona scuola”
L’Avviso sul wi-fi cerca quindi di fornire risposte anche a queste esigenze della scuola, coerentemente con il processo di riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti (legge 107/2015 – cosiddetta “Buona scuola”), che promuove il passaggio da una visione di digitalizzazione intesa come infrastrutturazione, a una di Education in a digital era. Il punto di partenza di tale visione è rappresentato dall’accesso alla rete e dalla disponibilità in tutti gli ambienti scolastici di tale capacità di accesso. L’Avviso in questione offre alle istituzioni scolastiche la possibilità di realizzare, ampliare o adeguare le infrastrutture di rete Lan /Wlan.
Questa misura è finanziata con i Fondi strutturali europei, il Pon Fesr 2014/2020, in questo caso dedicato allo sviluppo di competenze e ambienti per l’apprendimento, per la prima volta destinati in parte anche alle regioni del Centro-Nord. L’obiettivo è cablare internamente il numero più ampio di scuole, portando il web nelle classi, nelle biblioteche, nei laboratori, con filo o senza, a seconda delle caratteristiche degli edifici e dei plessi.
Condizione determinante è anche un cambiamento della cultura relativa agli ambienti di apprendimento all’interno delle scuole. Ecco perché tra i requisiti dell’Avviso pubblico viene richiesto un progetto che rispecchi le caratteristiche di ogni singolo istituto, in accordo e in collaborazione con gli enti locali. Non è un caso che ci si concentra su come modificare gli spazi dove si apprende e su come coniugare la tradizione tutta italiana dei saperi disciplinari con la velocità dell’informazione data dalla rete. E non è un caso che tra i criteri per la selezione siano determinanti per la scuola il servizio offerto in zone a rischio abbandono, dispersione o la presenza di disagio. Si tratta di un vero cambio di paradigma nel rapporto tra scuola e tecnologia: da una politica delle dotazioni ad una politica dell’accesso.
Accesso alla rete, ai contenuti, ai dispositivi, tutte opportunità scontate nel futuro mondo professionale dei nostri studenti ma che si rivelano a macchia di leopardo in molte zone del nostro paese. Il bando wi-fi costituisce, quindi, una sorta di innesco che si collega ad azioni di sistema più ampie come il Piano nazionale banda larga del Mise che privilegerà l’accesso delle scuole. Obiettivo, una rete veloce e sicura per i nostri studenti. Tutte azioni di sistema che aprono la scuola ai contesti vicini e lontani tipici dell’educazione nell’era digitale e che preparano il terreno ad una diffusione più radicata nei territori del nascente Piano nazionale scuola digitale.

*Direttore generale del Miur per interventi in materia di edilizia scolastica,
per la gestione dei fondi strutturali per l’istruzione e per l’innovazione digitale

Bonus 500 euro: a breve le regole per la rendicontazione

da La Tecnica della Scuola

Bonus 500 euro: a breve le regole per la rendicontazione

Come rendicontare le spese per l’autoaggiornamento: sta arrivando la circolare del Ministero.

A breve il Ministero dell’Istruzione dovrebbe diramare una nota con indicazioni più precise in merito alle modalità con cui si potranno spendere i soldi del bonus per l’autoaggiornamento dei docenti.
Lo ha annunciato il sottosegretario Faraone nel corso di una intervista rilasciata al quotidiano Repubblica.
La nota ministeriale dovrà chiarire molti punti; per esempio bisognerà spiegare come sarà possibile documentare le spese per proiezioni cinematografiche o per spettacoli teatrali (cinema e teatri, normalmente, emettono bigietti o scontrini non nomimativi).
Problemi simili potrebbero riguardare anche l’acquisto di libri, CD o DVD se effettuati dietro semplice rilascio di uno scontrino (neppure gli scontrini sono nominativi e spesso non riportano neppure il dettaglio dei titoli).
Come faranno dunque i docenti a dimostrare che gli scontrini di alcuni acquisti riguardano proprio materiali finalizzati all’aggiornamento professionale, come previsto dalla legge?
La nota minsteriale dovrebbe dare risposta a questi e altri problemi e quindi sarebbe bene se venisse diramata in tempi rapidi.
In attesa delle istruzioni ministeriali è opportuno che i docenti cerchino di documentare le proprie spese con fatture o ricevute. Per l’acquisto di libri e software il metodo più sicuro potrebbe essere quello di utilizzare siti internet che consentono di “tracciare” l’acquisto anche in modo analitico.

Docenti, stipendi al palo solo in Italia: nell’80% d’Europa sono cresciuti

da La Tecnica della Scuola

Docenti, stipendi al palo solo in Italia: nell’80% d’Europa sono cresciuti

In ben 23 paesi europei, dopo anni di crisi e di tagli, gli stipendi degli insegnanti sono tornati a crescere: l’Italia, purtroppo, figura tra i 6 dove le buste paga risultano ancora congelate.

I dati, riguardanti il 2014/15, provengono da rapporto di Eurydice sugli stipendi degli insegnanti e dei capi di istituto in 36 paesi europei (Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe, 2014-2015), il quale ha evidenziato come, dopo numerosi anni di stagnazione dovuta alla crisi economica, o addirittura, in alcuni paesi, di significativi tagli, gli stipendi degli insegnanti siano tornati di nuovo a crescere nella maggioranza dei paesi europei.

Tra i 23 paesi europei che hanno visto aumentare gli stipendi dei propri insegnanti, 11 di questi, tra cui la Germania, hanno fatto rientrare l’aumento salariale in quello più generale di cui hanno beneficiato tutti gli impiegati pubblici.

Croazia, Slovacchia e Islanda, per esempio, hanno effettuato riforme nel sistema di retribuzione, mentre in Spagna sono aumentati i supplementi eliminati o ridotti negli anni precedenti. In Lussemburgo, Repubblica ceca, Romania e Malta, invece, sono stati rivisti al rialzo gli stipendi dei dipendenti pubblici, in cui rientrano anche gli insegnanti.

Un’altra decina di Paesi, invece, ha visto aumenti minimi sino a un massimo dell’1%, anche se con cambiamenti non significativi. Questi sono Belgio, Irlanda, Francia, Polonia, Finlandia Gran Bretagna e Montenegro. In 7 paesi, tra cui la Francia, i cambiamenti sono stati veramente minimi: dell’1% o anche meno. In  tutti questi casi, i governi hanno giustificato l’aumento citando tra le ragioni principali riforme salariali e aggiustamenti al costo della vita.

Rinvio POF al 15 gennaio: Ministro sconfitto dall’apparato?

da La Tecnica della Scuola

Rinvio POF al 15 gennaio: Ministro sconfitto dall’apparato?

Il rinvio della scadenza del 31 ottobre per l’adozione del piano triennale era nell’aria da qualche giorno ma nessuno pensava che il Ministero avrebbe spostato i termini di 2 mesi e mezzo.
Va subito detto che sul rinvio non si può che essere d’accordo in quanto approvare il Piano triennale entro il 31 ottobre sarebbe per la stragrande maggioranza delle scuole particolarmente complicato.
Ma quale motivazione è alla base della decisione del Ministro?
Certamente c’è la consapevolezza delle difficoltà in cui si trovano le scuole ma, probabilmente, c’è anche dell’altro.
Qualcuno (per esempio l’Anief) sta già parlando di riforma che scricchiola o che sta persino naufragando. Più concretamente e realisticamente a noi sembra che forse al Ministero sono riusciti finalmente a far comprendere al Ministro e ai suoi sottosegretari (soprattutto a Davide Faraone) che la politica può decidere molte cose ma non può dettare l’agenda di procedure che richiedono tempi e modi legati a regole amministrative consolidate.
Il rinvio potrebbe insomma rappresentare una sorta di vittoria dell’apparato burocratico di viale Trastevere nei confronti dei decisori politici che per parte loro non hanno certamente brillato per capacità di previsione quando hanno approvato la legge di riforma.
Il rinvio potrebbe però nascondere un altro problema; è possibile infatti che al Miur stiano prendendo atto di un dato che noi avevamo segnalato da tempo e che ormai è diventato molto chiaro: per assegnare l’organico aggiuntivo alle scuole non c’è affatto bisogno di esaminare con particolare cura le richieste delle scuole stesse in quanto la consistenza delle graduatorie delle diverse classi di concorso è la variabile principale (se non unica) di cui gli Uffici regionali devono tenere conto. A questo punto per la distribuzione delle risorse non c’è neppure bisogno di esaminare a fondo i piani triennali delle scuole. Con buona pace della sbandierata “funzionalità” degli organici ai progetti delle istituzioni scolastiche.

 

I docenti italiani sono i più vecchi d’Europa: 2 su 3 hanno più di 50 anni

da La Tecnica della Scuola

I docenti italiani sono i più vecchi d’Europa: 2 su 3 hanno più di 50 anni

Il Paese europeo con più docenti ultracinquantenni è di gran lunga l’Italia: lo dice un rapporto Eurostat diffuso nel corso della Giornata mondiale dell’insegnante.

Dal rapporto emerge che nel 2013 la percentuale più alta di insegnanti con 50 o più anni si registra nella nostra Penisola (61,9%) seguita a distanza da Bulgaria (47,7%), Estonia (43,1%), Lituania (42,1%), Svezia (41,7%), Lettonia (41,2%) e Grecia (40,1%).

Entrando nel dettaglio dei diversi cicli di istruzione, la fetta più consistente di prof over50 si trova nei livelli Secondario e Terziario in tutti gli stati europei fatta eccezione per Grecia, Malta, Romania e Svezia. In Italia ben oltre la metà del corpo insegnante è over 50 in tutti i livelli d’istruzione, dalla scuola d’infanzia all’università.

Il rapporta ha messo anche in risalto una caratteristica che accomuna, seppure con percentuali diverse, tutti i paesi dell’Unione europea: a insegnare sono soprattutto le donne (con una media Ue di 7 su 10). E in modo particolare nei primi cicli di istruzione. Nella scuola primaria la più alta percentuale di insegnanti-donna si registra in Lituania e Slovenia (97,1%), seguite da Repubblica Ceca (96,8%), Italia (95,9%) e Ungheria (95,6%). Grecia (69,9%), Spagna (75,9%), Lussemburgo (76%) e Svezia (77%) sono i Paesi con le percentuali più basse.

Alle superiori, continua ul rapporto Eurostat, la media europea di presenza femminile è del 64%. Soltanto nei gradini più alti del sistema d’istruzione gli uomini “sorpassano”: nel post-secondario le donne rappresentano, infatti, in Europa il 41%. E sono sotto-rappresentate ovunque tranne che in Lettonia (56,3%), Lituania (55,5%) e Finlandia (50,7%). In Italia coprono il 36,9% dei posti.

Rinvio al 15 gennaio 2016 per il piano triennale dell’offerta formativa

da La Tecnica della Scuola

Rinvio al 15 gennaio 2016 per il piano triennale dell’offerta formativa

Con la nota 2157 del 5 ottobre 2015, il Miur posticipa il termine per la definizione del Piano triennale dell’offerta formativa dal 31 ottobre 2015 al 16 gennaio 2016

La riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, legge 107 del 13/07/2015, delinea una innovativa organizzazione scolastica che ha come obiettivo la completa realizzazione dell’autonomia scolastica e che richiede alle scuole la definizione dell’organico potenziato e la stesura del piano triennale dell’offerta formativa.

Nello specifico, con riferimento all’articolo 1, comma 12 della Legge 107/105, si ritiene che, considerata la recente approvazione della legge e tenuto conto che la scadenza del dimensionamento scolastico avverrà entro il 31 dicembre, il Piano triennale dell’offerta formativa possa essere definitivamente concluso entro il 15 gennaio 2016

Uil scuola: agli insegnanti vanno riconosciuti spazi di indipendenza e di libertà

da La Tecnica della Scuola

Uil scuola: agli insegnanti vanno riconosciuti spazi di indipendenza e di libertà.

La Uil Scuola riprende il messaggio congiunto UNESCO, OIL, UNICEF e IE per fare gli auguri ai docenti in occasione della Giornata mondiale degli insegnanti.

“Ogni anno, il 5 ottobre, nella giornata mondiale degli insegnanti, si celebra il loro lavoro e il ruolo centrale che essi svolgono nell’educazione degli studenti in tutto il mondo con una istruzione di qualità”, afferma il messaggio congiunto in occasione della giornata mondiale degli insegnanti firmato dall’UNESCO, dall’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), dall’UNICEF, dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite e dall’Internazionale dell’Educazione (IE).

La IE, in questa importante occasione internazionale, rilancia il nuovo obiettivo del 2030 tracciato nell’Agenda per lo sviluppo sostenibile mondiale nella quale agli insegnanti viene affidato di ruolo cruciale nel garantire la sostenibilità del progetto.

Le organizzazioni internazionali sottolineano il fatto che “la realizzazione di questo obiettivo – una istruzione di qualità per tutti – è fondamentale per raggiungere tutti i nostri obiettivi globali di sviluppo.
Il progresso della società dipende da cittadini istruiti e da una forza lavoro altamente qualificata”.

Mentre altrove si parla di argomenti che dovrebbero fare riflettere sulla composizione del corpo docente, da noi si discute di cambiarne addirittura la natura giuridica, con il pericolo di una trasformazione di una professione che deve avere libertà ed indipendenza, e non subire i condizionamenti che sono presenti nella legge 107/2015.

Occorre (ri)dare dignità e fiducia agli insegnanti, oltre che riconoscimenti economici di una professione, sì bella, ma difficile, che ha riflessi sulla società.
Agli insegnanti – secondo la Uil Scuola – vanno  riconosciuti spazi  di indipendenza e di  libertà, e la giusta richiesta di rendicontazione del loro operato ma questo a partire dal quadro di riferimento che è la scuola dell’autonomia, quella vera e non burocratica della Costituzione, e non quella prefigurata nella legge di riforma.