Enti di Ricerca, nominati i nuovi Presidenti

Enti di Ricerca, Giannini nomina i nuovi Presidenti
di Inaf, Indam, Centro ‘E. Fermi’, Ogs
“Scelte coerenti con la valorizzazione del merito”

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ha firmato i decreti di nomina dei nuovi Presidenti di quattro degli Enti di ricerca vigilati dal Miur il cui organo di vertice ha concluso il proprio mandato negli scorsi mesi. Contestualmente il Ministro ha nominato anche alcuni nuovi consiglieri d’amministrazione e membri di Consiglio direttivo di designazione Miur in sostituzione di quelli in uscita.

“Abbiamo fatto nomine coerenti con la valorizzazione del merito – dichiara il Ministro Giannini -. Auguri a chi ha lasciato l’incarico e ancor di più a chi inizia il proprio mandato, nella piena consapevolezza che questo atto testimonia l’attenzione che il Governo ha per un settore che considera strategico per il Paese”.

Di seguito le nomine effettuate:

 

 

Ente

Nomina

Istituto Nazionale di Astrofisica
(INAF)

 

Presidente:
Nicolò D’AMICO

Cda:
Eugenio COCCIA
Marco TAVANI

Istituto Nazionale di Alta Matematica
(INDAM)

 

Presidente:
Giorgio PATRIZIO

Cda:
Pierangelo MARCATI
Gioconda MOSCARIELLO (indicato dalla comunità scientifica)

Museo Storico della Fisica e Centro di
Studi e Ricerche “Enrico Fermi”

 

Presidente:
Luisa CIFARELLI

Cda:
Giovanni BATIGNANI

Istituto Nazionale di Oceanografia e
di Geofisica Sperimentale (OGS)

 

Presidente:
Maria Cristina PEDICCHIO

Cda:
Giorgio CASSIANI
Silvestro GRECO (indicato dalla comunità scientifica)

Consorzio per l’Area di Ricerca
Scientifica e Tecnologica di Trieste

Cda:
Michele MORGANTE

Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’

Cda:
Mauro MAGNANI
Serena FONDA (indicato dalla comunità scientifica)

Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN)

 

Consiglio Direttivo:
Maurizio BIASINI
Fabio ZWIRNER (anche componente di Giunta esecutiva)

Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (INGV)

Cda:
Claudio FACCENNA
Giancarlo NERI

Istituto Italiano di Studi Germanici (IISG)

 

Cda:
Michele COMETA

Università, al via Tavolo tecnico su Isee

Università, al via Tavolo tecnico su Isee

Si è tenuta oggi presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca la prima riunione del Tavolo tecnico sulle ricadute del nuovo meccanismo di computo dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) per gli studenti universitari.

Il Tavolo è stato istituito presso il Dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca, alla presenza della competente Direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore. Fanno parte del Tavolo il Capo Dipartimento, il Professor Marco Mancini, il Presidente del Cnsu (Consiglio nazionale degli studenti universitari), Andrea Fiorini, il coordinatore della IX Commissione Istruzione, Lavoro, Innovazione e Ricerca della Conferenza delle Regioni, l’Assessore Monica Barni, e il Presidente dell’Andisu (Associazione nazionale degli organismi per il diritto allo studio universitario), Carlo Giuseppe De Santis.

Il Miur ha espresso la massima disponibilità a trovare una soluzione condivisa.

In particolare, nell’incontro di oggi si è focalizzata l’attenzione sull’analisi della normativa di riferimento e sui primi dati riferiti alle borse di quest’anno, in possesso delle Regioni e degli Enti regionali, per il Diritto allo Studio. Sono state ascoltate le posizioni del Cnsu e dell’Andisu. Il Cnsu ha illustrato una proposta operativa, sulla quale sono però necessari ulteriori approfondimenti da parte del Tavolo.

L’impegno per il prossimo incontro è quello di analizzare i dati Isee ed Ispe che saranno chiesti dal Miur alle Università. A seguito di questa analisi il Tavolo formulerà un’ipotesi di soluzione in attesa della definizione dei nuovi Livelli essenziali di prestazione (Lep) richiesti dal Dlgsl 68/2012. L’Assessore Barni, dal canto suo, si è impegnata a convocare i colleghi Assessori competenti per discutere quanto emerso dal Tavolo e sottoporlo all’attenzione delle Regioni.

Specializzazioni Medicina: 21 ottobre pubblicazione ultimo scorrimento

Specializzazioni Medicina: 21 ottobre pubblicazione ultimo scorrimento

E’ stato pubblicato mercoledì 14 ottobre il  9° e penultimo scorrimento delle graduatorie delle Scuole di Specializzazione di Medicina per l’anno accademico che avrà inizio il 1 novembre 2015.

I candidati che risultano ‘assegnati’ o ‘prenotati’ con la nona tornata di scorrimento dovranno immatricolarsi tassativamente entro il 19 ottobre. I candidati che risultano ‘prenotati’ o ‘in attesa’ hanno  tempo fino alle ore 12.00 di martedì 20 ottobre (data dell’ultimo scorrimento, che verrà poi pubblicato il giorno  21)  per rinunciare al posto in graduatoria e consentire l’assegnazione ad altri candidati della borsa eventualmente non accettata. Dopo l’ultimo scorrimento del 20 ottobre, infatti, non  saranno  possibili  ulteriori  subentri  in caso di mancata immatricolazione o di rinuncia  e le borse verranno riassegnate nell’ambito del contingente del prossimo anno accademico, secondo quanto previsto dall’articolo 10 del bando. La rinuncia può essere espressa grazie ad una specifica procedura informatizzata.

Al 14 ottobre, dei 6000 posti messi a bando con borsa (ai quali si aggiungono i 300 resi disponibili dalle Regioni e da altre Istituzioni)  la quasi totalità risulta già assegnata ai candidati,  i quali  hanno già potuto perfezionare l’immatricolazione alla Scuola di destinazione. Come previsto dal bando, il 1 novembre 2015 inizieranno le attività didattiche contemporaneamente per tutti i neo-specializzandi iscritti all’anno accademico 2014-2015.

Carta elettronica per aggiornamento e formazione docenti

Carta elettronica per aggiornamento e formazione docenti,
Mascolo (Ugl):
“provvedimento insufficiente e discriminante che divide i lavoratori”
(domani il segretario generale dell’Ugl Scuola incontra rsu e dirigenti sindacali presso la sede dell’Ugl di Napoli)
“Con nota prot. n. 0015291 del 15 ottobre 2015 il miur ha diramato le indicazioni operative per fruire del bonus (carta elettronica) inerente l’aggiornamento e la formazione del personale docente”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo, che domani pomeriggio sarà a Napoli per il corso di formazione rivolto alle rsu e ai dirigenti sindacali, ribadendo che “si tratta di somme esigue, poichè i 500 euro certamente non sono sufficienti ad effettuare un aggiornamento mirato e concreto”.
“Siamo sicuri – continua il sindacalista – che a tanti è sfuggito il fatto che dette somme sono destinate solo ad alcune tipologie di personale; infatti basta prestare attenzione a quanto contenuto nella nota prot. n. 079/2015 del mef, che riporta i codici KA05, KA06, KA07, KA08, KRR5, KRR7, KRR8, i quali riguardano solo alcune tipologie di personale docente, escludendo tutti gli altri. Inoltre, restano esclusi anche gli educatori, ma anche il personale ATA, del quale il governo sembra essersi dimenticato se non per l’aumento delle incombenze lavorative”.
“Alla luce di quanto sopra – conclude Mascolo – appare evidente che il bonus (carta elettronica) non è altro che l’ennesimo tentativo del governo di buttare fumo negli occhi, oltre ad essere un provvedimento che crea disparità di trattamento e, quindi, una discriminazione anche tra gli stessi docenti. Ancora una volta il ddl di riforma del sistema dell’istruzione, non sembra essere la giusta soluzione per valorizzare la scuola italiana che non necessita di provvedimenti discriminanti e che dividono i lavoratori”.

ANGUS DEATON – ” Nobel ” per l’Economia 2015

ANGUS DEATON – ” Nobel ” per l’Economia 2015

Un primo commento

di Luigi Manfrecola

La grande fugaUna delle sue opere più note, lanciata in Italia per le Edizioni “Il Mulino”, è intitolata “La grande fuga” e dal risvolto di copertina apprendiamo che l’economista scozzese, professore nell’Università di Princeton, è fra i massimi esperti di SVILUPPO ECONOMICO E DI POVERTÀ.

La cosa mi ha dunque incuriosito e mi sono accostato al ponderoso volume(367 pagine) con qualche speranza ma anche con molte perplessità.

Il best seller: La Grande Fuga

Volendovi rendere partecipi, sia pure in qualche misura solo sommaria, delle riflessioni dello studioso, prenoto in due tempi la vostra attenzione. Questa prima volta mi limiterò ad accennarvi alcune considerazioni sviluppate da Angus attraverso un discorso forse troppo tecnico, da ricercatore statistico prima ancora che da economista, per chiarire che è impresa ardua pretendere di isolare su “scala mondiale” il concetto stesso di una “soglia” minima di reddito al di sotto della quale sia possibile identificare LA POVERTÀ. Diversi sono i fattori da considerare, anche perché non tutti i popoli manifestano i medesimi bisogni primari. Ad esempio, rapportare l’India all’America oppure all’Europa in tema di bisogni essenziali è quasi impossibile poiché diverse sono le esigenze e le culture.

La povertà assoluta come concetto relativo

Testualmente « La linea della povertà indiana ignora quasi completamente tre tipi di spesa per noi essenziali : la spesa per la casa, quella per la salute e quella per l’istruzione. D’altra parte in un paese caldo come l’India il riscaldamento è necessario di rado e, in abbigliamento, si può spendere ancora meno…»

Così , la linea della povertà globale definita dalla BANCA MONDIALE , che è stata ora portata o a 1,25 dollari al giorno, corrisponde ad una media delle povertà nazionali di alcuni paesi più poveri del mondo. Il che faceva, nel 2005, un reddito di 1.825 dollari annui per una famiglia di 4 persone : un dato già molto superiore rispetto a quello calcolato nel 1985 per un diverso numero di Paesi. Un’ulteriore difficoltà nel paragonare paesi molto diversi è data dal calcolo del tasso di cambio, ma è altrettanto difficile conteggiare in ciascun pese il numero degli individui al di sotto della linea di povertà ipotizzata. Ugualmente non significativo è il calcolo dell’incremento del benessere individuale anche in presenza dell’evidente crescita economica globale d’una nazione, poiché nulla ci dice circa la distribuzione reale delle risorse fra i cittadini. Acquisito che per misurare il tasso di disuguaglianza viene sempre considerato il primo 1% della popolazione, è stato accertato che «quando il primo 1% della popolazione balza in avanti, il rimanente 99% ottiene risultati al di sotto della media nazionale. Poiché i successi di questo 1% variano di paese in paese, è possibile che la classifica dei paesi ricchi dal punto di vista del reddito dell’ultimo 99% non coincida con quella basata sul reddito dell’intero paese».

Il che , detto diversamente, ci rimanda alla mente la storia degli italiani che, secondo Trilussa, pur se affamati, risulterebbero “statisticamente” aver mangiato un pollo a testa. La conseguenza che Deaton ricava da queste considerazioni è che non ha senso che LA BANCA MONDIALE ignori del tutto chi si trova appena un poco sopra la soglia di povertà, privandolo di qualunque livello di assistenza.

Perciò «quel che sarebbe più ragionevole fare è prendersi tanto più cura delle persone quanto più sono povere, non operare distinzioni drastiche in corrispondenza di una qualche soglia

La Globalizzazione dell’Economia

Dopo aver chiarito che «la disuguaglianza interna di un paese parla del suo livello di giustizia e ci dice se i cittadini di questo paese ( i quali lo apprezzino o meno, sono tenuti a pagare le tasse e a rispettare le leggi e le politiche della comunità) stiano ricevendo ricompense commisurate agli obblighi cui assolvono», l’Autore osserva CHE A LIVELLO GLOBALE ORMAI LA SITUAZIONE È DIVERSA poiché (sfortunatamente?) non esistono istituzioni di Governo sovranazionali. Tuttavia esistono istituzioni internazionali – per esempio l’Organizzazione mondiale del commercio o la Banca mondiale di cui si diceva – le cui politiche incidono sui redditi di molte persone in molti paesi diversi, al punto che sarebbe ragionevole rivolgere loro richieste di giustizia. Sta di fatto che, come egli stesso ammette, dopo la stagione ottocentesca e di parte del ‘900 che aveva visto in Occidente le disuguaglianze diminuire, la forbice fra ricchi e poveri s’è di nuovo notevolmente allargata…

Tuttavia – afferma Deaton – va riconosciuto che « negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, la rapida crescita economica di molti paesi ha liberato centinaia di milioni di individui dalla povertà. I tassi di mortalità si sono ridotti e la gente vive più a lungo ed in condizioni più agiate ed è indubbio che i 7 miliardi di abitanti che popolano in questo momento la terra conducono , in media, esistenze molto migliori di quelle vissute dai loro genitori e nonni… Tuttavia le medie non possono essere di conforto per chi è stato lasciato indietro» . In effetti le disuguaglianze sono aumentate e molti paesi hanno sperimentato incrementi nella sperequazione dei redditi. E che dire delle disuguaglianze fra i paesi che si è ridotta di poco o di nulla?

Ma ciò per molti economisti non rappresenta un problema al punto che «Il grande Nobel James Meade era solito definire l’infernale motore a scoppio, l’esplosione della popolazione e l’istituzione del Premio Nobel per l’economia come le tre sciagure del 20° secolo».

Naturalmente il nostro Deaton riporta la citazione per dichiarare di non essere d’accordo e tuttavia anch’egli deve ammettere la forte disuguaglianza di reddito nel mondo, precisando :«Si accusa spesso la globalizzazione di avere reso il mondo più disuguale. Mentre i ricchi avrebbero potuto godere di nuove opportunità di arricchimento, i poveri ne avrebbero ricavato ben poco. Sono tesi che suonano plausibili– pag.288» E poco più avanti :«Se il capitale è relativamente abbondante nei paesi ricchi e relativamente scarso nei paesi poveri, l’apertura delle frontiere da un lato consentirà ai capitalisti dei paesi ricchi di diventare più ricchi dall’altro impoverirà i capitalisti dei paesi poveri. Se nei paesi ricchi i capitalisti diventeranno più ricchi e i lavoratori più poveri, la disuguaglianza di reddito aumenterà…». Di fatto, la polarizzazione delle occupazioni e delle retribuzioni è in corso ovunque: i posti di lavoro a reddito medio vengono sostituiti dalle macchine o delocalizzati : mentre le occupazioni mal pagate nel settore dei servizi sono in aumento…A quanto pare il sistema fiscale e i meccanismi redistributivi -in Europa più estesi ed egualitari degli Stati Uniti – non sono riusciti a prevenire l’aumento delle disuguaglianze»

A questo punto occorre chiarire che Deaton, alla fin fine, pur segnalando le storture del sistema, non lo condanna poiché – malgrado tutto – resta convinto del fatto che nel corso dei secoli le disuguaglianze si sono comunque ridotte e guarda con favore alla « DISTRUZIONE CREATRICE che è caratteristica del CAPITALISMO – pag. 365» anche se , aggiunge, le grandi creazioni di ricchezza possono minare la democrazia e la crescita stessa.

Ma certo non possiamo pretendere di più da quello che è e resta un economista convinto…

Quali CONCLUSIONI?

In sostanza e guardando al futuro , il suo messaggio resta moderatamente ottimistico anche se non manca di esprimere preoccupazioni e riserve…

Ma alle sue conclusioni riserviamo un successivo approfondimento, limitandoci per adesso a dirci assolutamente in disaccordo con la sua rassegnata e laudativa visione del capitalismo.

Ma sarà perché troppa è la distanza culturale e la formazione che da Lui personalmente ci separa…

Una legge di stabilità iniqua e penalizzante per i settori della conoscenza

La legge di stabilità è iniqua e ancora una volta colpisce i servizi e il lavoro pubblico. Nonostante la sentenza della Corte Costituzionale non si intendono rinnovare i contratti pubblici. I 300 milioni previsti per i rinnovi contrattuali sono una miseria e un’umiliazione per i lavoratori, perfino inferiori allo stanziamento per ridurre le tasse sul salario di produttività nella contrattazione aziendale. Si eliminano le tasse sulla prima casa anche per i ricchi, si concedono tagli di imposte sostanziosi alle imprese ma nulla per cambiare la legge sulle pensioni, per i contratti pubblici, per il diritto allo studio, per il precariato e per gli investimenti nei settori della conoscenza. Si mette in discussione il diritto alla salute ma anche ad una istruzione di qualità. È necessario rispondere con un’ampia mobilitazione unitaria  per conquistare il contratto, cambiare la pessima legge sulla scuola peraltro priva di risorse per l’attuazione delle deleghe, investire più risorse in Università, Scuola, Ricerca e AFAM superando il precariato e garantendo a tutti l’accesso all’istruzione.

L. STABILITA’: 300 MLN PER RINNOVO CONTRATTO SONO 4 CAFFE’ AL MESE

L. STABILITA’, DI MEGLIO: 300 MLN PER RINNOVO CONTRATTO SONO 4 CAFFE’ AL MESE

“Se le condizioni per il rinnovo del contratto nazionale del pubblico impiego saranno quelle annunciate da Renzi in conferenza stampa, la nostra risposta al tavolo negoziale non potrà che essere ‘buongiorno’ e ‘arrivederci’”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta lo stanziamento di 300 milioni di euro previsto dalla legge di Stabilità approvata ieri dal Consiglio dei Ministri.

“Si tratta di una cifra irrisoria, anzi offensiva se si considera che gli stipendi dei dipendenti pubblici, e quindi anche degli insegnanti, sono bloccati da sei anni. Trecento milioni – dichiara Di Meglio – produrranno un aumento in busta paga di circa 7 euro lordi per ciascun lavoratore, cioè poco più di 4 euro netti a testa. Con questi spiccioli, ci si potranno permettere quattro caffè in più al bar ogni mese, nulla di più. Si tratta di una foglia di fico che – conclude il coordinatore della Gilda – nasconde la reale intenzione del Governo di protrarre il blocco del contratto nonostante la sentenza della Corte Costituzionale ne abbia dichiarato l’illegittimità”.

Progressione stipendiale ai precari

Progressione stipendiale ai precari: 40.000 Euro a otto docenti grazie ai ricorsi ANIEF

 

In Tribunale l’ANIEF continua ad andare a segno e a ottenere risarcimenti per i docenti precari cui il MIUR si ostina a negare il diritto al medesimo trattamento economico riconosciuto ai lavoratori a tempo indeterminato. Stavolta sono i tribunali del Piemonte ad accogliere i ricorsi ANIEF, patrocinati dagli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi, e a riconoscere la violazione delle direttive comunitarie e l’illecita disparità di trattamento posta in essere dal Ministero dell’Istruzione, condannandolo a un risarcimento danni complessivo che supera i 40.000 Euro.

 

Con otto sentenze di identico tenore, i Tribunali del Lavoro di Torino e Vercelli danno piena ragione alle tesi patrocinate con competenza dai legali ANIEF e a riconoscere che “contrariamente a quanto dedotto dal MIUR, ricorrono tutti i presupposti per l’applicazione del principio di non discriminazione tra lavoratori di cui all’art. 4 dell’Accordo Quadro attuato con Direttiva 1999/70/CE”, non ravvedendo “nessuna ragionevole giustificazione di una disparità di trattamento economico”. Secondo la giurisprudenza della Corte di Giustizia, infatti, così come sostenuto dai nostri legali in udienza, “l’unico limite che giustifica un trattamento differenziato e cioè la sussistenza di ragioni oggettive, non può essere ravvisato dalla mera circostanza che un impiego sia qualificato di ruolo in base all’ordinamento interno e presenti alcuni aspetti caratterizzanti il pubblico impiego”. Le sentenze evidenziano come “La Corte ha definito la nozione di ragioni oggettive, tali da giustificare una diversità di trattamento tra assunti a termine assunti di ruolo, nel senso che si deve trattare di “elementi precisi e concreti (…) che possono risultare segnatamente dalla particolare natura delle funzioni per l’espletamento delle quali sono stati conclusi i contratti a tempo determinato” (Cfr. Corte di Giustizia sentenza Del Cerro cit., punti da 49 a 58)”.

 

Il Ministero dell’Istruzione non è mai stato in grado di dimostrare in udienza quali fossero questi elementi “precisi e concreti” per continuare a retribuire i lavoratori precari della scuola con il trattamento economico iniziale senza riconoscere alcun valore ai tanti anni di servizio prestati con contratto a tempo determinato. Per tali ragioni, quindi, gli otto ricorsi patrocinati dall’ANIEF sono stati accolti con relativa condanna del MIUR a riconoscere ai nostri iscritti “il livello stipendiale corrispondente alla anzianità di servizio maturata in virtù dei contratti a termine oggetto di causa” ed al pagamento in loro favore di tutte differenze retributive maturate e mai corrisposte, oltre alla maggior somma tra interessi legali e rivalutazione monetaria dalle singole mensilità al saldo. La soccombenza in giudizio è costata al Ministero dell’Istruzione anche la condanna al pagamento delle spese di lite quantificate in un totale di 9.600 Euro oltre accessori.

 

Finché il Ministero dell’Istruzione si ostinerà a non applicare la normativa comunitaria, riconoscendo il giusto diritto dei lavoratori precari a percepire la medesima progressione economica di cui usufruiscono i lavoratori a tempo indeterminato, l’unica strada per ottenere giustizia è agire in tribunale per rivendicare le proprie ragioni. Il nostro sindacato, da sempre impegnato per la tutela di tutti i lavoratori della scuola, ricorda che è ancora possibile aderire agli specifici ricorsi volti ad ottenere il corretto inquadramento economico anche durante il periodo di precariato e il pieno rispetto della Direttiva Comunitaria 1999/70/CE.

Guida Operativa Alternanza scuola lavoro

Guida Operativa

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

Per orientare le scuole nella gestione dei percorsi in alternanza e fornire suggerimenti e indicazioni di possibili soluzioni.

 

La legge del governo sulla scuola in materia di alternanza scuola lavoro può rappresentare un cambio di passo per avvicinare, realmente, i percorsi di istruzione al mondo del lavoro, attraverso scelte che allargano a tutti gli ordini del secondo ciclo le attività integrandole nella didattica. Queste diventano strutturali nel curricolo, in virtù della estensione obbligatoria a tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di tutti gli indirizzi, a partire dalle classi terze del corrente anno scolastico.
Questa guida operativa, realizzata dalla Uil Scuola, intende orientare le scuole nella gestione dei percorsi in alternanza e fornisce suggerimenti e indicazioni di possibili soluzioni. E’ stata elaborata in coerenza le indicazioni già presentate nel 2012 nella consultazione web – a cui la Uil Scuola aveva fornito il proprio contributo – riprendendone l’impostazione generale riletta alla luce della nuova legge 107 sulla scuola.

All’interno della guida le informazioni su:

  • Destinatari
  • Finalità
  • Attività
  • Soggetti partner
  • Registro nazionale
  • Alternanza e piani dell’offerta formativa
  • Convenzioni e co-progettazione
  • Protocolli d’intesa
  • Progettazione didattica
  • Accordo fra i soggetti
  • Figure professionali
  • Tutor interno
  • Tutor esterno
  • Alternanza e contrattazione di istituto
  • Risorse

Le valutazioni della Uil Scuola

Il contributo Uil scuola ai lavori del comitato per i monitoraggio e la valutazione

Scuola, fa troppe assenze e l’istituto lo boccia. Tar annulla: “Conta il profitto”

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, fa troppe assenze e l’istituto lo boccia. Tar annulla: “Conta il profitto”

Il Tribunale Amministrativo della Campania ha annullato la bocciatura di un alunno del liceo scientifico “Francesco Sbordone” di Napoli. Il 9 giugno non era stato ammesso all’esame di Stato per non aver raggiunto il numero minimo di ore di presenza. Ma i giudici hanno stabilito che i docenti non devono ignorare circostanze particolari come disagi familiari o motivi di salute psico-fisica, specie se l’alunno “appare indubbiamente idoneo al passaggio alla classe superiore”, scrivono nella sentenza. Che crea un precedente

Il grande assente è il diritto allo studio: niente risorse in più per il 2016

da Il Sole 24 Ore

Il grande assente è il diritto allo studio: niente risorse in più per il 2016

di Mar.B.

Il grande assente della legge di stabilità si chiama diritto allo studio. Alla vigilia della manovra nelle settimane scorse si era ipotizzato un intervento sostanzioso di almeno 100 milioni per garantire una borsa di studio a tutti gli idonei cancellando per sempre il fenomeno tutto italiano degli idonei (cioè studenti con tutti i requisiti) senza borsa. E invece almeno nel testo entrato in consiglio dei ministri non c’è nessuno stanziamento né indicazioni per intervenire sull’altro fronte aperto sempre sul diritto allo studio: quello del nuovo Isee che di fatto sta escludendo molti vecchi beneficiari dell’anno passato. Il Miur si è scontrato infatti contro il muro alzato dall’Economia e da Palazzo Chigi e ha dovuto di fatto rinunciare a qualcosa rispetto alle sue richieste sacrificando le borse di studio. Una sponda per far riaprire la partita potrebbe però arrivare dal Parlamento –il Pd sta già preparando una risoluzione – dove le risorse potrebbero rientrare con un emendamento. Intanto però gli studenti sono già sul piede di guerra mentre oggi si riunisce per la prima volta il tavolo tecnico al Miur con Regioni e studenti sulla questione dell’Isee e delle borse di studio. Una riunione che non si annuncia facile viste le reazioni delle principali associazioni studentesche.

«La presentazione della legge di stabilità vede confermati tutti i nostri timori», avverte Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli universitari che parla di una manovra «ricca di spot, che non interviene affatto sull’università in questa grave fase emergenziale». Per l’Udu non sono infatti previsti fondi per il diritto allo studio, «essenziali alla luce della riforma dell’Isee che vede sempre meno studenti accedere ai servizi e alle borse». «Restiamo increduli che il Governo, dopo essersi riempito la bocca per mesi sulla necessità di garantire il diritto allo studio, non abbia previsto nuove risorse per le borse di studio universitarie, nonostante le carenze storiche del sistema e del nuovo processo di esclusione messo in atto dalle nuove modalità di calcolo dell’Isee», spiega Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link-coordinamento universitario . Che aggiunge: «Questa legge di stabilità- sembra essere aria fritta per il mondo dell’Università e della ricerca: una gigantesca presa in giro a partire dal tema del precariato e del reclutamento di nuovi docenti, ridotto al torneo internazionale per 500 docenti e all’assunzione di 1.000 ricercatori». Anche Rete della conoscenza va giu dura e parla di una manovra «iniqua che aumenta le disuguaglianze» con «nulla sul diritto allo studio». Critiche anche le associazioni degli studenti delle scuole. Alberto Irone, portavoce nazionale della rete studenti medi, ricorda come l’approvazione da parte del parlamento della Buona Scuola aveva consegnato al governo una delega in bianco sul diritto allo studio: «Mesi fa contestavamo l’idea che quella delega non prevedesse nessun finanziamento immediato: il governo ci rispose che con l’approvazione della legge di stabilità si sarebbe fatto carico di compiere gli investimenti necessari. Oggi abbiamo la certezza che probabilmente non sarà prevista nessuna risorsa sul diritto allo studio per garantire che le regioni possano erogare dei livelli essenziali delle prestazioni sufficienti». «Siamo stati presi in giro?», si chiede Irone. Sulla stessa scia Danilo Lampis, Coordinatore nazionale unione degli studenti: «Sulla scuola nessun finanziamento sul diritto allo studio. Il tavolo al ministero su questa delega alla legge Buona Scuola è inutile perché privo di finanziamenti».

Edilizia scolastica, con l’ok dell’Ue alla «clausola migranti» investimenti anticipati di un anno

da Il Sole 24 Ore

Edilizia scolastica, con l’ok dell’Ue alla «clausola migranti» investimenti anticipati di un anno

di Alessia Tripodi

L’annuncio del premier Matteo Renzi al termine del Cdm di ieri: «Il costo degli eventi eccezionali migratori vale 3,3 miliardi e servirà ad anticipare al 2016 le misure su scuola e Ires previste per il 2017»

«Se la clausola per i migranti venga riconosciuta, e non possiamo saperlo, anticiperemo al 2016 alcune misure previste per il 2017, tra cui gli investimenti per l’edilizia scolastica». Lo ha detto ieri l premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri che ha dato l’ok alla legge di stabilità, spiegando che la clausola nel suo complesso (servirà tra l’altro ad anticipare al 2016 il taglio dell’aliquota Ires dal 27,5 al 24%, ndr) vale circa 3,3 miliardi, cioè lo 0,2% del Pil.

Approvazione «condizionata»
«C’è un’ulteriore ipotesi di margine, chiamiamola di flessibilità anche se non è corretto, sugli eventi eccezionali e riguarda l’immigrazione» ha detto Renzi, spiegando che «noi siamo autorizzati dal parlamento, che ha votato il Def, a poterla utilizzare, ma abbiamo una prudenza perché vogliamo rispettare le regole europee». «Nella lettera che il ministro Padoan invierà alle autorità europee – ha aggiunto il premier – diremo che il costo degli eventi eccezionali migratori è pari a 3,3 miliardi, 0,2 per cento del Pil. E ove questa clausola venga riconosciuta, noi anticiperemo al 2016 misure che abbiamo già previsto per il 2017, segnatamente l’Ires e i denari per ulteriori investimenti sull’edilizia scolastica. Si tratta, in attesa di Bruxelles, di un’approvazione condizionata».

Educazione fisica, il Governo vuole assumere 6mila insegnanti per la primaria

da La Tecnica della Scuola

Educazione fisica, il Governo vuole assumere 6mila insegnanti per la primaria

“Cè un impegno triennale che prevede lassunzione di 6mila insegnanti di educazione fisica e la volontà di creare le condizioni per aprire i luoghi scolastici nel pomeriggio”.

Lo ha detto il sottosegretario Davide Faraone, il 15 ottobre, nel Salone d`Onore del Coni, durante un intervento al convegno sull’Educazione motoria nella scuola primaria e la riforma de “La Buona Scuola”: il riferimento del rappresentante del Governo è all’intenzione di assumere nuovi docenti per la scuola primaria, dove ancora oggi l’attività motoria è affidata ai maestri curricolari o ad esperti nell’ambito di progetti esterni (quasi sempre sostenuti economicamente dalle famiglie degli alunni).

Faraone ha sottolineato limportanza dellincontro tra i due mondi a livello sociale, con il Governo che si sta impegnando in questa direzione: “stiamo investendo molto nello sport, perché vogliamo modificare il convincimento in base al quale lora di educazione fisica rappresenti un prologo della ricreazione. <strong>Nella legge 107 cè un collegamento tra la scuola e la società”

Il riferimento del sottosegretario è al comma 7 del testo di riforma, attraverso cui è stato programmato “il potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati a uno stile di vita sano, con particolare riferimento all’alimentazione, all’educazione fisica e allo sport, e attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica”.

Al convegno ha partecipato anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il quale ha aperto i lavori ricordando la centralità del rapporto tra sport e scuola: “continuo a credere che sia fondamentale creare una nuova cultura dello sport e per farlo bisogna partire dalla base, dai banchi della primaria, anche andando oltre la mission statutaria. L’Austria, pur rappresentando una capofila, a Londra non ha vinto medaglie, ma di certo è un punto di partenza irrinunciabile”.

Al convegno era presente anche il presidente del CIP, Luca Pancalli, che si è soffermato sull’importanza dell’ora “di educazione motoria per i bambini diversamente abili deve diventare non un momento di discriminazione ma parametro di civiltà del Paese”.

L’incontro è servito anche per rendere pubblici i dati principali sulla partecipazione del progetto “Sport di classe”: 5.547 plessi coinvolti a differenza dei 2.921 dellalfabetizzazione motoria dellanno precedente (+90%), 42.303 classi contro le 15.659 del 2013/2014 (+170%), con 850mila bambini protagonisti invece di 310mila (+174%) in 22 settimane di attività (contro le 12, +83%, sempre dell’anno precedente.

Bonus 500 euro al via, ma mancano ancora regole certe

da La Tecnica della Scuola

Bonus 500 euro al via, ma mancano ancora regole certe

Emanata la nota sulla erogazione del bonus, ma non si capisce ancora come i docenti potranno documentare alcune spese.

Nella giornata odierna il Ministero dell’Istruzione ha trasmesso alle scuole le indicazioni operative relative alle modalità di accredito de “bonus” di sui 500 euro che, secondo quanto previsto dalla legge 107/2015, i docenti potranno utilizzare per l’acquisto di corsi e materiali per l’autoaggiornamento.
“La prossima settimana – annuncia il Ministro Giannini – tutti i docenti di ruolo riceveranno la somma di 500 euro sullo stesso conto corrente sul quale viene normalmente accreditato lo stipendio”.
Come indicato dalla circolare inviata oggi, il bonus potrà essere utiizzato per l’acquisto di hardware e software, libri e testi, anche in formato digitale, pubblicazioni e riviste.
Sarà possiibile usare la somma anche per l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento o di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il MIUR, a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti il profilo professionale, ovvero a corsi di laurea post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale.
Il Minsitero ribadisce anche che i 500 euro potranno essere utilizzati per rappresentazioni teatrali o cinematografiche oltre per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo.
I punti oscuri restano però tutti perchè non viene ancora chiarito come i docenti potranno documentare alcune particolari tipologie di spese.
Ovviamente il problema non si pone per acquisti di una certa consistenza per i quali l’insegnante potrà farsi rilasciare una regolare fattura o ricevuta fiscale (PC e altro materiale informatico, per esempio); nè ci saranno difficoltà per le tasse di iscrizione ai corsi universitari.
Ma a tutt’oggi non si capisce ancora come il docente potrà dimostrare in modo certo che i biglietti teatrali o cinematografici esibiti riguardino il proprio aggiornamento professionale.