Brevetto rivoluzionario per aiutare bimbi che non possono camminare

da Corriere dell’Umbria
del 01-11-2015

Brevetto rivoluzionario per aiutare bimbi che non possono camminare

FOLIGNO. Una delle aziende di eccellenza che hanno sede nel territorio folignate è stata tra le protagoniste della fiera “Rehacare” di Düsseldorf, in Germania, la più importante a livello mondiale sulla riabilitazione motoria e posturale di persone disabili e anziani. La Ormesa di Foligno ha presentato un altro brevetto per invenzione industriale. Il brevetto di un apparecchio destinato a chi è affetto da una disabilità che impedisce di “stare in piedi” autonomamente: si tratta di uno stabilizzatore, importantissimo ausilio per la fisiologica circolazione sanguigna, la digestione, la respirazione, l’allungamento e stimolazione della muscolatura antigravitaria. Attraverso la gravità, infatti, il disabile percepisce la propria massa corporea, sviluppando la percezione di sé e la relazione con gli altri. L’ausilio presentato in Germania è destinato a quei bambini che, purtroppo, non riescono a stare in piedi autonomamente. “Il bambino che ha bisogno di uno stabilizzatore – spiega Luigi Menichini, amministratore delegato di Ormesa Srl e ideatore del prodotto – difficilmente accetta questo ausilio che lo costringe a stare in una determinata posizione da una a tre ore al giorno, proprio perché nell’età infantile è portato a muoversi”. Ecco allora che “Mini standy dj”, questo il nome dell’ausilio, supera questo ostacolo. “Abbiamo applicato i benefici della musicoterapia a un dispositivo che di solito è rifiutato dal bambino – aggiunge Menichini – perché è costretto a stare in una posizione che è stata scelta per lui dal terapista”. Nel “Mini standy dj” le vibrazioni del suono di un film, di un videogioco o della canzone affezionata si propagano dalla pedana lungo tutto il telaio, i supporti e il tavolo: proprio quegli elementi di fissaggio, di solito percepiti come “di costrizione”, diventano elementi attivi di partecipazione, quasi un gioco. Mentre guarda un film con la sua famiglia, si diverte con un videogioco insieme ai suoi amici, il corpo del bimbo percepisce le vibrazioni del suono e si immerge in una esperienza reale, partecipando più attivamente all’attività terapeutica o interattiva, quindi con maggiore risultato. Ma non solo. I terapisti sono entusiasti della nuova soluzione nel campo della riabilitazione, perché agli stimoli antigravitazionali dello stabilizzatore tradizionale, “Mini Standy dj” aggiunge ulteriori stimoli: al sistema neurovegetativo, sensoriale e neuro motorio del bambino che, specie in bimbi ipotonici, iper-tonici, non vedenti, non udenti o con deficit percettivi, sono importantissimi per il suo sviluppo e la sua integrazione sociale.

Comunicazione Aumentativa e Alternativa in Italia

V Conferenza Nazionale ISAAC Italy sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa in Italia:
Modelli, Progetti, Best Practices”

Roma, 6 – 8 novembre 2015 – Sala Congressi Hotel Barceló Aran Mantegna

Temi Principali

All’interno del tema centrale sono stati presentati contributi specifici nelle seguenti aree:
Modelli di lavoro in CAA a partire dal funzionamento adattivo della persona: l’intervento di CAA deve essere integrato nei percorsi riabilitativi ed educativi.
L’intervento di CAA concorre alla crescita e alla maturazione emotiva, affettiva e relazionale della persona.
L’intervento di CAA è abilitante se centrato sulle capacità effettive, per individuare percorsi mirati alla miglior autonomia possibile.
L’intervento nel contesto scolastico: partecipazione, comunicazione, attività e apprendimenti funzionali, sviluppo della literacy.
I percorsi di CAA nelle persone con disturbi della language congeniti e acquisiti: l’utilizzo di strategie a sostegno dei processi di comprensione.
Contesti e relazioni funzionali allo sviluppo del progetto di CAA (casa, scuola, strutture riabilitative, situazioni di ricovero e/o centri diurni, altro).
Esperienze delle persone che utilizzano la CAA: utenti, famiglie, realtà associative.
La CAA nell’adulto con patologia congenita, acquisita o degenerativa.

«Le carriere non devono essere separate, un insegnante conosce tutti i problemi della sua classe»

da Il Messaggero

«Le carriere non devono essere separate, un insegnante conosce tutti i problemi della sua classe»

Daniela Boscolo, docente dell’ITSC Colombo di Porto Viro sul delta del Po, fa parte della rosa dei 50 migliori insegnanti del mondo

Daniela Boscolo, docente dell’ITSC Colombo di Porto Viro sul delta del Po, fa parte della rosa dei 50 migliori insegnanti del mondo, per il concorso “The global teacher prize” che ne ha selezionati 5000 provenienti da ben 127 Paesi diversi. La Boscolo, docente di inglese, da 9 anni ha scelto di impegnarsi sul sostegno. Con enormi difficoltà ma altrettante soddisfazioni. Ed è per questo che, con lei, la scuola italiana è entrata in vetta alle classifiche mondiali.
Che cosa ne pensa della figura di un docente che sia specializzato solo sul sostegno?
«Non sono d’accordo, le carriere tra sostegno e didattica non devono essere separate. Il docente conosce le problematiche di una cattedra, di una classe e sa quali metodi adottare».
Che cosa manca alla scuola italiana?
«Innanzitutto mancano i docenti e le ore disponibili sul sostegno: i ragazzi riescono ad ottenere 18 ore sulle 32 complessive settimanali solo in casi gravissimi ma sono il 5%. La media è di 9 ore a settimana: vale a dire che il resto del tempo lo studente è solo, fa da tappezzeria in classe o in corridoio. Le famiglie si disperano e partono i ricorsi».
Come si risolve questo deficit? «Oltre che con le assunzioni, servono docenti di sostegno per aree disciplinari: in un liceo classico, ad esempio, deve andare il docente umanistico che possa collaborare al meglio nelle materie

«Dal prossimo concorso un bando specifico: in ruolo con un percorso ad hoc»

da Il Messaggero

«Dal prossimo concorso un bando specifico: in ruolo con un percorso ad hoc»

Intervista a Davide Faraone

Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione, il prossimo concorso è riservato a docenti già abilitati: in futuro ci saranno prove riservate al sostegno, con una classe di concorso a parte?
«Il sostegno ha un ruolo con una dignità specifica, fondamentale per l’inclusione dei ragazzi disabili. Gli insegnanti di sostegno sono “eroi per scelta”. Già dal prossimo concorso ci sarà un bando specifico per coloro che sono abilitati sul sostegno. Occorre evitare che le classi speciali vengano sostituite – come purtroppo qualche volta accade – con i corridoi».
Il docente sarà quindi specializzato solo nel sostegno, come potrà interagire con altri docenti?
«Il docente entrerà in ruolo sul sostegno con un percorso dedicato. Ma questo non c’entra nulla con l’interazione con gli altri docenti. Prevediamo corsi di formazione per tutti: docenti curricolari, dirigenti scolastici, personale amministrativo per un contesto realmente inclusivo».
Il docente resta in classe in co-presenza o coordina da fuori?
«Non saremo noi a stabilirlo ma le scuole in base al proprio specifico progetto. Gli istituti dovranno pianificare la loro offerta formativa triennale, definendo anche il piano di inclusione. Le scuole sono autonome. I docenti di sostegno quindi, come gli altri, continueranno a lavorare in classe con gli studenti disabili, coordinando la propria attività con i docenti della classe».
All’università arriverà una laurea ad hoc per il sostegno?
«I lavori sulla delega sono appena cominciati, quindi difficile dare indicazioni certe. Ogni disabilità ha bisogno di interventi specifici, non solo di una preparazione generalista. E in più, la formazione iniziale e in itinere deve essere per tutti i docenti, altrimenti non funziona. Non vogliamo che gli studenti disabili siano affidati solo al docente di sostegno. Sono la classe, prima, e la scuola, poi, a dover garantire l’inclusione».
Nel prossimo concorso per abilitati, ci saranno prove specifiche e il vincolo di 5 o 10 anni?
«Prove specifiche indubbiamente. Vogliamo persone altamente preparate e motivate per svolgere questo ruolo: il sostegno non deve più essere una scorciatoia per entrare in ruolo. Né ci si deve arrivare grazie a titoli farlocchi. Con il vincolo dobbiamo evitare solo alcuni opportunismi che spesso hanno nascosto le migliaia di esperienze positive e di eccellenza che hanno costellato la nostra scuola. Una scuola all’avanguardia nell’inclusione».
L. Loi.

Svjatlana Aleksievič

Una cronaca da Nobel

di Antonio Stanca

Aleksievic“Per la sua scrittura polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio del nostro tempo”: è il motivo che ha accompagnato quest’anno l’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura alla scrittrice e giornalista bielorussa Svjatlana Aleksievič.

E’ nata nel 1948 a Ivano-Frankovsk, in Ucraina, ma poi la famiglia si è trasferita in Bielorussia, da dove il padre proveniva. Dopo gli studi universitari ha cominciato a collaborare, a Minsk, con il giornale “Sel’skaja gazeta”. Diventerà inviata di questo e molti saranno i suoi reportage riguardanti momenti, eventi, ambienti della vecchia e nuova Russia. In seguito presso la rivista letteraria “Neman”, che rappresentava la voce degli scrittori bielorussi, curerà la rubrica dedicata alla critica e alla saggistica.

Già da giornalista la Aleksievič si era mostrata incline a trattare delle difficili condizioni, passate e presenti, dei problemi dei poveri, dei deboli del suo paese, del coraggio che avevano mostrato nel sopportare, nel resistere, si era impegnata a favore di quanti venivano umiliati, aveva scritto per un loro riscatto, per un’affermazione dei loro diritti. Aveva condannato le ingiustizie, le prevaricazioni alle quali erano stati ed erano esposti, aveva parlato di una società, di una vita nuova, diversa rispetto a quella che da secoli durava in Russia. E intanto gli argomenti del suo giornalismo, dei suoi reportage cominciavano a diventare i temi dei suoi romanzi. Nel 1983, quando aveva trentacinque anni, scrisse il primo La guerra non ha un volto di donna, nel quale diceva della donne che nella Russia della Seconda Guerra Mondiale erano state mandate a combattere contro i tedeschi. L’opera sarà bloccata per due anni presso l’editore e la scrittrice accusata di dissacrazione dell’eroica figura femminile sovietica. Nonostante tutto il romanzo avrà successo presso il pubblico sovietico, sarà più volte ristampato e sarà seguito da altri quali Ragazzi di zinco del 1989, che narra dei sopravvissuti alla guerra in Afghanistan, Incantati dalla morte del 1993, dove si scrive della serie di suicidi seguiti al crollo del regime comunista in Russia, Preghiera per Chernobyl del 1997, che tratta del disastro nucleare allora verificatosi, Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo del 2014. Questo è il romanzo più recente della Aleksievič che vive a Parigi da quando è stata esiliata perché accusata di essere un’agente della CIA.

Anche l’ultimo romanzo è dedicato alla ricostruzione di particolari avvenimenti verificatisi in Russia, stavolta nella Russia recente che ha vissuto drammi quali quello dell’attentato alla metropolitana di Mosca avvenuto il 6 Febbraio 2004. Di nuovo impegnata si è mostrata la scrittrice a trarre dalla storia, dalla vita della Russia i temi delle sue narrazioni, i motivi per una denuncia dei responsabili di certe situazioni, delle omissioni, delle colpe che mai erano state svelate. E’ stato questo suo procedere a procurarle, fin dalle prime opere, l’interesse, l’approvazione del pubblico prima sovietico e poi straniero. Molti riconoscimenti ha ottenuto la scrittrice sia in Russia sia all’estero, in Svezia, Francia, Germania, Austria, Italia. Apprezzato è stato anche il suo stile dal momento che la Aleksievič scrittrice non ha abbandonato la maniera della cronista e nei romanzi usa presentare delle persone che raccontano, parlano di quanto è avvenuto durante gli avvenimenti considerati, dicono cosa hanno visto, sentito, fatto in quelle circostanze. Testimonianze sono le loro che la scrittrice ha raccolto al fine di riuscire vera, autentica. Una cronaca documentata vuole essere la sua narrativa che è così sapientemente costruita da trasformare in personaggi quelle persone comuni che parlano, da farle sentire vicine al lettore poiché guidato viene da esse nella scoperta di ciò che non sapeva.

In molte lingue sono state tradotte le opere della scrittrice, importanti sono risultate la sua figura, la sua posizione, la sua presenza in un contesto quale il contemporaneo tanto mosso, tanto agitato da problemi individuali, sociali, da tensioni vecchie e nuove. Non è facile compiere le operazioni che la Aleksievič ha compiuto con i suoi romanzi, non è facile pensare di scriverli quando il mondo è così turbolento come quello di questi ultimi anni, non è facile difendere i deboli da chi è forte e soprattutto non è facile farlo come la Aleksievič, cioè muovendo dal vero, dal vivo, riportando, registrando le voci di coloro che certi eventi hanno visto, vissuto, sofferto.

«Afferrare quanto vi è di autentico, ecco cosa volevo […] ho assimilato all’istante questo genere, fatto delle voci di uomini e donne, di confessioni, testimonianze e documenti dell’anima delle persone […] il mondo io lo vedo e lo sento proprio in questo modo: attraverso le voci e i dettagli della vita quotidiana e del vivere», così ha detto la scrittrice durante un’intervista e questo suo impegno ha voluto premiare il Nobel, questa sua volontà di essere vera, questa sua capacità di fare della cronaca un motivo di letteratura.

Quale sarà la procedura delle assunzioni con la fase C?

da La Tecnica della Scuola

Quale sarà la procedura delle assunzioni con la fase C?

Ormai ci siamo! L’ora delle immissioni in ruolo attraverso la fase C è alle porte.
Il Miur ha diramato un comunicato  in cui si indica la seconda settimana di novembre, cioè quella che va dal 9 al 14 novembre, per ricevere la proposta di assunzione in ruolo da parte di chi entro il 14 agosto ha presentato istanza per le fasi B e C.
Quindi nella seconda settimana di novembre sul Portale Istanze Online saranno pubblicate le proposte di nomina in ruolo in esito alla fase C del piano straordinario di assunzioni, la fase del potenziamento. L’aspirante al ruolo sull’organico potenziato, avrà 10 giorni di tempo per decidere se accettare la proposta di ruolo o l’eventuale rifiuto.
Quindi si potrà avere conoscenza dell’esito di quanti avranno accettato il ruolo in fase C, non prima del 20 o 25 novembre. È utile sapere che nella seconda settimana di novembre verrà solo resa nota la provincia di assunzione senza conoscere la scuola a cui si è stati assegnati. Solo dopo essere trascorsi i 10 giorni utili per l’accettazione della domanda, quindi intorno al 20 o 25 novembre, gli ATP provinciali faranno le convocazioni per l’assegnazione della scuola in cui svolgere l’anno di prova.
Quindi l’effettiva presa di servizio sarà prevista tra la fine di novembre e i primi giorni di dicembre. Si ricorda che per il comma 99 dell’art.1 della legge 107/2015, i docenti che entreranno in ruolo attraverso la fase C, avranno assegnata la  sede al  termine  della stessa fase, salvo che siano titolari  di  contratti  di  supplenza diversi da quelli per  supplenze  brevi  e  saltuarie.
In  tal  caso l’assegnazione avviene al 1º settembre 2016, per i soggetti impegnati in supplenze annuali, e al 1º luglio 2016  ovvero  al  termine degli esami conclusivi dei corsi  di  studio  della  scuola  secondaria  di secondo grado, per il personale titolare di supplenze sino al termine delle attività didattiche.
Questo significa che se un docente è immesso in ruolo nella provincia di Torino, ma ha una supplenza annuale al 30 giugno o al 31 agosto nella provincia di Reggio Calabria, può permanere nella sede di servizio in cui sta svolgendo la supplenza e raggiungere la sede di ruolo alla scadenza della stessa supplenza.
Se il docente che sta svolgendo una supplenza annuale volesse lasciare la supplenza per prendere il ruolo, lo potrebbe fare? Il comma 99 suddetto sembrerebbe affermare che il docente che sta svolgendo una supplenza non può lasciare la supplenza per prendere il ruolo, ma invece questo è assolutamente possibile.
Infatti il docente potrebbe licenziarsi dalla supplenza, con la penalità di non potere più contrarre altre supplenze, ma nessuno gli potrebbe vietare di assumere servizio in ruolo. Quindi il docente assunto in ruolo in fase C e titolare di una supplenza annuale, può optare se continuare la supplenza fino al 30 giugno o al 31 agosto, o se lasciare la supplenza per assumere il ruolo.
Su questo fronte si attendono le disposizioni operative che ormai non tarderanno ad essere emanate. Tuttavia possiamo affermare che fra poco meno di 15 giorni inizieranno le operazioni della fase C, che se tutto andrà per il verso giusto dovrebbero fare entrare nelle scuole, tra la fine di novembre e i primi di dicembre, 55 mila docenti  in organico potenziato.

Troppi anni e troppa teoria per diventare prof

da La Tecnica della Scuola

Troppi anni e troppa teoria per diventare prof

Anche alla Fondazione Agnelli non convince il nuovo sistema di reclutamento dei docenti dalla legge 107, che rischia di creare figure sottoposte ad una valutazione ambigua.Dice però il Miur: “Il percorso per arrivare al provvedimento oggetto di delega è appena cominciato e i tavoli voluti dal Miur per confrontarsi con esperti e associazioni servono proprio a far emergere soluzioni condivise e non unilaterali. I vertici politi di viale Trastevere hanno voluto con forza avviare un confronto per evitare cambiamenti calati dall’alto. Il confronto avviene in un clima non di dissenso ma di collaborazione».

Tenendo conto dei vari passaggi cui gli aspiranti sono sottoposti, sottolinea la Fondazione,  e dopo la “positiva conclusione e valutazione”, solo allora i candidati potranno ottenere il ruolo: troppo tempo e troppi esami e troppi passaggi.

Il sistema prevede infatti che un insegnante si formi in 8 anni, 5 di università e tre di tirocinio: “Bisognerebbe -suggerisce la Fondazione Agnelli-  pensare ad un sistema che non superi i sei anni, eventualmente prevedendo un tirocinio di un anno dopo la laurea magistrale”.

E ottenuto il ruolo c’è anche la mannaia della valutazione: “A chi spetta una decisione così importante? Con quale rigore ci si aspetta che questa venga presa?”

Se infatti la valutazione è affidata al comitato di valutazione, finirebbe per essere “debole, poco trasparente e potenzialmente iniqua”, a fronte della responsabilità di decidere dell’assunzione di una persona per tutta la vita all’interno della Pubblica amministrazione.

Critica la Fondazione anche sul percorso di abilitazione, che finisce per essere sovrapposto a quello di assunzione: gli aspiranti professori infatti si abilitano dopo aver superato il concorso, anche se non hanno ancora svolto un solo minuto di pratica. Ma la cosiddetta “pratica” è in effetti così determinante per formare un bravo prof?

Fare rete per un’inclusione scolastica di qualità

Seminario di formazione per i referenti scolastici AIPD

Il progetto “Fare rete per un’inclusione scolastica di qualità” è iniziato il 1° settembre 2015 ed è sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.
Il seminario fissato per i prossimi 7 e 8 novembre è rivolto ai referenti scolastici delle Sezioni AIPD ed è una delle attività previste dall’iniziativa, che intende, tra le altre cose infatti supportare queste figure e quindi contribuire a migliorare l’inclusione scolastica degli alunni e studenti con sindrome di Down.
Il seminario si terrà presso il Roma Scout Center.

Giannini: la teoria gender nelle scuole è una truffa culturale

da La Tecnica della Scuola

Giannini: la teoria gender nelle scuole è una truffa culturale

“Ci sono delle truffe culturali che si fa presto a far circolare ma ci vuole un po’ di più a debellare”. Lo ha affermato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, commentando, a margine di un convegno a Genova, l’approvazione, da parte del Consiglio regionale della Liguria di due mozioni contro la ‘teoria gender’ nelle scuole.

“C’è una legge dello Stato – ha spiegato il ministro – che garantisce le famiglie, gli studenti e la necessità che la nostra scuola faccia un’altra cosa, cioè sensibilizzare i ragazzi contro ogni forma di discriminazione e anche sulla parità di genere, che non ha nulla a che fare con la teoria gender che è una costruzione che appartiene ad altro”.

“Noi – ha concluso Giannini- ci stiamo battendo con tutti i mezzi perché venga eliminato questo dubbio che è assolutamente infondato e costruito forse ad hoc”.

 

 

La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale

10° Edizione – Convegno Internazionale

La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale

Tre giornate di storie ed esperienze emozionanti, relatori di fama internazionale come Zygmunt Bauman ed Edgar Morin insieme a personaggi “impossibili” per non perdere mai di vista la necessità di affrontare e discutere, con sempre maggiore competenza e convinzione, le questioni fondanti che conferiscono qualità all’integrazione e all’inclusione.

3 sessioni plenarie, 83 workshop di approfondimento e oltre 200 relatori per confrontarsi sui grandi temi che hanno segnato il cammino dell’inclusione in questi anni. Ogni intervento con la sua energia, i suoi momenti di confronto, di scoperta e di apprendimento sarà l’occasione per promuovere la piena inclusione in tutte le sfere della vita quotidiana, dalla scuola al lavoro.

Programma