Scuola e disabilita’, oltre 4.500 insegnanti discutono la riforma del sostegno

da Redattore sociale

Scuola e disabilita’, oltre 4.500 insegnanti discutono la riforma del sostegno

La riforma del sostegno interessa 120.000 insegnanti e 230.000 studenti disabili. Se gli obiettivi della delega al Governo prevista dalla Buona Scuola sono chiari, il dibattito su come concretizzarli è controverso. Se ne parlerà a Rimini: attesi più di 4.500 insegnanti e 200 esperti.

TRENTO. Sabato 14 novembre, al Palacongressi di Rimini, i maggiori esperti italiani di inclusione e i rappresentanti delle varie associazioni nazionali di settore (familiari, dirigenti, insegnanti) animeranno la tavola rotonda “Iperspecializzazione dell’insegnante di sostegno. Una buona via per la qualità dell’integrazione?”.

Un confronto a più voci organizzato nell’ambito del convegno internazionale Erickson “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale” (a Rimini dal 13 al 15 novembre, un ricco programma e tra gli ospiti Edgar Morin e Zigmunt Bauman) per riflettere sulla riforma del sostegno che interessa circa 120.000 insegnanti e quasi 230.000 studenti disabili. Il tema è da mesi è al centro di un acceso dibattito scatenato dalla proposta del sottosegretario del ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca Davide Faraone, Norme per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e altri bisogni educativi speciali.

L’incontro metterà al centro del dibattito il futuro dell’insegnante di sostegno, avviando un confronto a più voci che consenta di riflettere anche su possibili proposte alternative rispetto alla proposta governativa.

Se infatti molte delle proposte contenute nella bozza del decreto delegato – dalla maggiore attenzione alla prospettiva del Progetto di vita, fino alla riflessione sull’evoluzione della diagnosi funzionale e sui livelli essenziali delle prestazioni scolastiche per l’integrazione – sono sostenute con fermezza da tutti coloro che, nel corso di questi anni, hanno lavorato per promuovere un’inclusione di qualità, altre proposte hanno scatenato un acceso dibattito in rete e sui media. Tra queste rientra la separazione della formazione universitaria e delle carriere tra docenti curriculari e di sostegno, che per alcuni incoraggerebbe il meccanismo di delega dai primi ai secondi minacciando una reale integrazione, mentre per altri (principalmente le associazioni dei familiari) sarebbe il modo più funzionale per rafforzare le competenze di entrambi e la continuità nella relazione tra l’insegnante di sostegno e l’alunno con disabilità.

Tema delicato e con una pluralità di posizioni, al quale interverranno diversi voci, “per avviare una discussione – è l’intento dei promotori – il più possibile partecipata, sul futuro dell’insegnante di sostegno, per contribuire attivamente alla stesura del decreto previsto dalla Buona Scuola”.

Tra i partecipanti alla tavola rotonda, a cui è stato invitato anche il sottosegretario Davide Faraone, interverranno Daniela Boscolo (Insegnante istituto tecnico), Alessandra Cenerini (Presidente ADI).

Evelina Chiocca (Presidente CIIS), Lucio Cottini (Presidente SIPeS), Gianfranco de Robertis (Anffas Onlus Nazionale), Giuseppe Desideri (Presidente AIMC), Vincenzo Falabella (Presidente FISH), Paolo Fasce (Insegnante di matematica, specializzato per il sostegno), Giulia Giani (Insegnante di lettere e latino, specializzata per il sostegno), Dario Ianes (Libera Università di Bolzano e co-fondatore Edizioni Centro Studi Erickson, Trento), Paolino Marotta (Presidente ANDIS), Salvatore Nocera (Osservatorio scolastico AIPD). (ep)

#lamiascuolaccogliente

#lamiascuolaccogliente, avviso pubblico per la valorizzazione ed il recupero di ambienti scolastici

1 milione di euro per il recupero degli spazi comuni nelle scuole italiane. Un’iniziativa per riqualificare, abbellire, valorizzare gli ambienti scolastici, insediando laboratori permanenti che ospitino iniziative che stimolino la creatività degli studenti, favoriscano le esigenze degli istituti e li rendano maggiormente aperti al territorio e in grado di favorire processi di integrazione e multiculturalismo. In breve, un bando per scuole più accoglienti.

Entro le 23.59 di giovedì 10 dicembre 2015, le scuole statali di ogni ordine e grado, singolarmente o in reti, potranno inviare la propria candidatura secondo le modalità indicate nel bando. Il contributo massimo erogato dal Miur per ogni singolo progetto sarà di 50.000 euro.

Le proposte ammissibili a contributo devono riguardare il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione di spazi comuni presenti nelle istituzioni scolastiche e potranno essere realizzate anche attraverso il coinvolgimento di enti, fondazioni o associazioni culturali, istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e/o enti locali e territoriali.

I progetti saranno valutati da un’apposita commissione in base, tra gli altri parametri, alla loro idoneità a favorire il recupero di spazi scolastici inutilizzati o diversamente utilizzati; capacità di coinvolgere gli studenti e valorizzarne la creatività; combattere la dispersione scolastica; garantire la coesione sociale, l’integrazione e il multiculturalismo, con il coinvolgimento di studenti stranieri

OMOFOBIA, BULLISMO IN UN ISTITUTO SUPERIORE DI PAVIA

OMOFOBIA, BULLISMO IN UN ISTITUTO SUPERIORE DI PAVIA. RETE STUDENTI MEDI E ARCIGAY: NECESSARI PROGETTI DI EDUCAZIONE ALLE DIFFERENZE PER PREVENIRE E CONTRASTARE BULLISMO E OMOFOBIA.

Durante lo svolgimento delle elezioni per il rinnovo della rappresentanza studentesca del Consiglio d’Istituto di un istituto superiore di Pavia, si è verificato un episodio di bullismo a sfondo omofobico nei confronti di un ragazzo candidato come rappresentante. Durante lo spoglio, infatti, sono stata trovate  alcune schede elettorali su cui comparivano insulti rivolti al ragazzo in questione. Gli studenti della classe da cui provenivano le schede sono stati immediatamente interpellati ed alcuni responsabili si sono palesati.In seguito la Presidenza dell’Istituto ha disposto, per alcuni di loro, la sospensione dalle attività curriculari come sanzione punitiva. Inoltre, su suggerimento di alcuni rappresentanti degli studenti, la Presidenza ha accolto favorevolmente l’idea di implementare i progetti di educazione al rispetto e alle differenze già avviati, in collaborazione con Arcigay Pavia “Coming-aut”, in modo da preventive e contrastare altri episodi di bullismo come questo.

Dichiara Alberto Irone delle Rete degli Studenti Medi:”Questo episodio di bullismo a sfondo omofobico è un fatto assai grave. È evidente che ancora oggi nelle scuole non si possa stare al sicuro da discriminazioni e bullismo. La propaganda di coloro che sventolano il fantasma della teoria gender non fa altro che alzare un clima di tensione nei confronti di tante studentesse e studenti lesbiche, gay, bisessuali e trans che frequentano le nostre scuole. È positivo che la scuola approvi l’idea di avviare progetti con Arcigay che insegnino agli studenti il rispetto di tutte le differenze. Crediamo infatti che una scuola che sia in grado di accogliere tutte e tutti sia una palestra di cultura civica importante.”

“L’omofobia è uno dei fenomeni più ricorrenti nelle scuole italiane”, incalza Flavio Romani, presidente di Arcigay. “Perciò bene ha fatto il dirigente scolastico a sanzionare con severità l’episodio e a responsabilizzare la scuola stessa rispetto al fenomeno. La conoscenza abbatte i pregiudizi, che sono il presupposto su cui si fondano esclusioni e  violenze, verbali o fisiche. Per questo servono interventi nelle scuole e pre questo attendiamo la ripresa di una collaborazione forte e strutturata con il miur per combattere assieme le forme di bullismo e discriminazione ancora troppo presenti nelle nostre scuole”.

La pubblicazione dei RAV: dalla scuola un’opportunità per l’open government

La pubblicazione dei RAV: dalla scuola un’opportunità per l‘open government

di Piervincenzo Di Terlizzi

I Rapporti di Autovalutazione, all’interno del rinnovato portale La scuola in chiaro, che diventa così uno dei più rilevanti esempi di gestione di open data nella Pubblica Amministrazione italiana, sono online dal 3 novembre.

Alle spalle della pubblicazione, sta un lavoro, svolto dai singoli istituti scolastici, che si è sviluppato durante lo scorso anno scolastico: un lavoro che ha visto attivi diverse componenti di ogni singola scuola, durante il quale si sono incrociati dati ed esperienze per ricavarne indicazioni e per svolgere una riflessione articolata sul presente e sul futuro di ogni contesto. A margine dell’elaborazione e della pubblicazione di ognuno dei Rapporti stanno quindi storie, confronti, riflessioni ed intuizioni che innervano la vita dei singoli istituti al di là del testo scritto. 

Si tratta dunque di un lavoro quotidiano e prezioso: per molti versi, peraltro, ne comincia proprio ora un altro, dalle implicazioni più articolate. I dati, a questo punto, relativi a contesti, esiti, processi e priorità sono lì, raggiungibili da cercalatuascuola.istruzione.it, sono davvero molti e di variegata natura, sono davvero utilissimi: pur organizzati per sezioni, essi risultano, ad un lettore non addentrato nelle cose di scuola, ancora disaggregati. Essi, a questo punto, vanno ricomposti, sviluppati in una dimensione di narrazione, perché possano sviluppare orizzonti di senso che vadano oltre le inevitabili semplificazioni già intuibili dai primi riflessi mediatici (“i voti alle scuole” e cose del genere).

In questo senso, il percorso che si apre è quello che va dalla trasparenza alla partecipazione, dagli open data all‘open government: un percorso che già molte amministrazioni pubbliche ed enti locali stanno sviluppando e che, in questo caso, si rivolge ad una platea estesissima ed in una dimensione di sistema complesso (quale è la scuola) le ricche evidenze prodotte, le riflessioni e le proposte collegate si pongono come un elemento di sostegno per favorire la maggior trasparenza e condivisione delle scelte delle comunità scolastiche, proprio a partire dalla forza dei dati di fatto.  In questo senso, ancora, le comunità scolastiche,  con il loro tessuto  di densa relazione umana,  quotidiana, possono diventare luoghi di pratica e crescita di forme di condivisione e di scelta partecipata: le scelte e le inevitabili fatiche che dirigenti, docenti e personale metteranno in campo per rendere leggibili, analizzabili, condivisibili i risultati e le loro implicazioni; le scelte che gli organismi rappresentativi, gli studenti e le famiglie faranno a partire da un uso coerente e fondato degli elementi messi a disposizione  potranno essere un riferimento anche per altri settori importanti della vita civile, soprattutto, appunto, per la modalità di connessione degli open data ai processi decisionali. Dimensione micro (la singola istituzione, la singola comunità) e dimensione macro (il contesto dei riferimenti generali e di sistema), in questo movimento, si connettono tra di loro. E pure i decisori politici dei territori, nelle loro responsabilità di scelta, possono essere aiutati dal paziente lavoro di lettura e interpretazione dei dati, promosso dalle scuole e dai loro dirigenti. C’è, insomma, un’opportunità civica importante, che misura la capacità di essere impulso alla democrazia effettiva: è significativo che ciò vada insieme con la stagione di scelte e di opportunità che si apre con il Piano Nazionale della Scuola Digitale ed è in fondo un segno importante che sia, con tutti i suoi problemi e le sue difficoltà, il sistema scolastico a farsene terreno privilegiato.

Supplenti, stipendi in ritardo «Col rischio che non arrivino mai»

da la Repubblica

Supplenti, stipendi in ritardo «Col rischio che non arrivino mai»

Il sindacato Flc Cgil denuncia: «Il Mef non stanzia risorse sufficienti». E anticipa che in Legge di stabilità si prevede che i 60 milioni destinati alle supplenze vadano direttamente all’erario, invece di essere destinati a ristorare questo capitolo di spesa

E ci risiamo, verrebbe da dire. Anche quest’anno decine di migliaia di supplenti si ritrovano con le tasche vuote. E’ iniziato da appena due mesi l’anno scolastico, e i professori chiamati a rimpiazzare i colleghi assenti si sono ritrovati di nuovo ad affrontare l’annoso problema di sempre, ovvero le buste paghe vuote. «Colpa delle scuole», dicevano negli anni scorsi dal ministero delle Finanze. Ma oggi, che le scuole sono state «liberate» da questo compito ed è proprio lo Stato a pagare direttamente i supplenti, il problema si ripropone identico. «Emerge con tutta evidenza – denuncia la Flc Cgil – che la responsabilità, che finora era stata scaricata sulle istituzioni scolastiche, è dell’Amministrazione centrale».

La Finanziaria

E la situazione potrebbe anche peggiorare, con stipendi rinviati nei mesi: perché nella legge di stabilità viene scritto nero su bianco che i 60 milioni destinati alle scuole per le supplenze dovranno essere girati all’erario. L’idea di base è che, visto che la legge 107 elimina di fatto le supplenze, quei soldi non devono essere più destinati alle scuole, e vanno risparmiati. Ma la riforma non aveva previsto che l’organico potenziato, che dovrà coprire i buchi delle supplenze secondo il disegno del legislatore, non sarebbe entrato in vigore prima di novembre: secondo le previsioni, le nomine avverranno la seconda settimana di novembre, e non è detto che non ci siano ulteriori ritardi dovuti a rinunce e riassegnazioni di istituti. Intanto però l’anno scolastico è iniziato, i prof- quando necessario – si sono assentati, i supplenti sono stati ingaggiati. Ma quando saranno pagati? «Il MEF vuole incassare queste risorse quando è impellente il pagamento degli stipendi al personale precario, che da settembre non ha ricevuto ancora un euro a fronte del lavoro svolto», sottolinea ancora il sindacato, pronto a denunce e decreti ingiuntivi.

Assunzioni Fase C, il 10 novembre proposta Miur via e-mail: le risposte entro il 20

da La Tecnica della Scuola

Assunzioni Fase C, il 10 novembre proposta Miur via e-mail: le risposte entro il 20

Dopo le anticipazioni, l’ufficialità: il Miur ha comunicato ai sindacati che le proposte delle 55mila assunzioni della fase C del piano assunzioni si concretizzeranno il 10 novembre.

La proposta avverrà per posta elettronica all’indirizzo indicato nella domanda. A riferirlo è stata la Flc-Cgil, che nell’occasione è tornata a chiedere la “totale trasparenza delle procedure e di pubblicazione delle graduatorie degli aspiranti in modo da garantire la possibilità di controllo delle assegnazioni”.

E il sindacato condotto da Mimmo Pantaleo non si è fermato alle richieste: “in considerazione che si tratta di un atto dovuto, in assenza di risposte concrete procederemo con una formale diffida e con eventuali altre azioni di tutela dei lavoratori”.

Il Miur ha anche comunicato che i docenti dovranno accettare la proposta o rinunciare entro il 20 novembre: l’orario esatto della scadenza per decidere se dire sì o no all’immissione in ruolo, la cui sede anche in questa fase sarà decisa dall’algoritmo del Miur, sarà indicato nella mail della proposta.

La Flc-Cgil ricorda anche ai candidati le conseguenze di un eventuale rifiuto: “la mancata accettazione entro il predetto termine perentorio produce gli stessi effetti della rinuncia [cancellazione da tutte le graduatorie ad esaurimento e del concorso 2012]”.

È bene anche sapere che anche per la fase F di immissioni in ruolo, “i docenti nominati potranno non raggiungere la sede assegnata se hanno già stipulato un contratto a tempo determinato (annuale o fino al termine delle attività didattiche [30/06]) entro il 20 novembre, termine ultimo per l’accettazione della nomina in ruolo”.

Il sindacato Confederale, infine, ricorda che “è in corso la ripubblicazione delle graduatorie d’istituto (aggiuntiva della II fascia e sostegno) e che pertanto entro quella data dovrebbero cessare tutte le supplenze fino all’avente diritto (salvo quelle sugli esoneri dei vice presidi)”.

Come già riferito nei giorni scorsi, la Fase C (che porterà ad ogni istituto autonomo tra i 3 e gli 8 docenti in più, a seconda del numero di alunni iscritti e della complessità della scuola), porterà in prevalenza docenti della scuola primaria delle province di Roma, Milano e Napoli, dove si registrano rispettivamente 1.266, 1.127 e 968 proposte di assunzione.

Corposo anche il contingente, sempre di maestri delle ex elementari, di Torino, dove si contano 620 proposte di assunzione. Seguono, sempre per l’assegnazione di nuovi docenti alla primaria, Bari(473), Palermo(386), Firenze(368), Catania(337) e Vicenza(294).

In questa fase, l’ultima del piano di assunzioni di docenti dell’anno scolastico 2015/16, la disciplina a prevalere di gran lunga sulle altre è stata la A019 (discipline giuridiche ed economiche alle superiori), per la quale gli Usr hanno complessivamente comunicato di voler immetter in ruolo 4.297 insegnanti.

Concorsone: niente preselezioni per infanzia e primaria. Immutati programmi e classi concorsuali

da La Tecnica della Scuola

Concorsone: niente preselezioni per infanzia e primaria. Immutati programmi e classi concorsuali

Diventano sempre più definite le informazioni che trapelano dal Miur sulle modalità di selezione relative al nuovo concorso per selezionare 63.700 nuovi docenti.

Prima di tutto informiamo i candidati al concorso, non meno di 200mila potenziali, che le regole e i programmi su cui dovranno prepararsi rimangono sostanzialmente quelli previsti per le ultime selezioni dirette, definite dall’articolo 400 del decreto legislativo 297 del 1994, modificato dal comma 113 della Legge 107 della Buona Scuola (la normativa di riferimento è contenuta nella sezione ‘Correlazioni’). Inoltre, se l’amministrazione non cambierà idea all’ultimo momento, nessuna prova scritta riguarderà la verifica della cultura generale: tutte le verifiche saranno incentrate, quindi, più specificatamente su disciplina e normativa scolastica. Oltre alla presenza di una prova di lezione simulata, non si esclude anche la somministrazione di quesiti a risposta chiusa.

Non mancano le notizie contraddittorie rispetto a quanto detto sinora da stampa e mass media radio-televisivi. Anche rispetto a quanto indicato il 4 ottobre dal ‘Sole 24 Ore’, alla Tecnica della Scuola sono pervenute informazioni diverse: se al quotidiano economico risulta che “per infanzia e primaria si pensa di mantenere la prova preselettiva” e che alla “alla primaria, poi, sarà richiesto un livello minimo per l’inglese”, alla nostra testata giornalistica sono pervenute indicazioni che portano alla cancellazione della prova preselettiva per tutti gli ordini scolastici. Il motivo è duplice: oltre che essere molto costosi, i test d’accesso alle prove scritte negli ultimi anni hanno comportato una miriade di ricorsi. Con l’amministrazione spesso soccombente.

Per quanto riguarda le immissioni in ruolo del prossimo triennio, rimane in vigore la norma che stabilisce l’assunzione di metà contingente annuale da GaE e metà “pescando” da quelle composte dei vincitori del concorso. Ciò non varrà, però, per tutte le discipline, visto che diverse sono già esaurite. Pertanto, al Miur contano di rispettare le 60mila assunzioni derivanti dal concorso a cattedra, come anche previsto dalla lettera C del comma 109 della Legge 107/15.

Un altro aspetto non considerato dal ‘Sole 24 Ore’ è quello della prova concorsuale prevista per almeno 6-7mila posti da destinare al sostegno: ebbene, tutti i candidati docenti specializzati nell’insegnamento per alunni disabili dovranno misurarsi con un concorso a parte. Quindi dai contenuti diversi dalla selezione per accedere alle discipline d’insegnamento comuni.

Il concorso, inoltre, non potrà essere effettuato con le nuove classi di concorso appena approvate, seppure con alcune riserve, dal Consiglio di Stato. Non ci sono proprio i tempi tecnici perché, in poco più di tre settimane, le commissioni Cultura di Camera e Senato, nonché il Consiglio dei ministri, possano approvare le nuove tabelle e classi concorsuali.

La Tecnica della Scuola è poi in grado di fornire la stima di aspiranti docenti che chiederanno di partecipare al concorso che si bandirà entro il 1° dicembre 2015: circa 50mila sono abilitati attraverso il primo e secondo ciclo di Tfa, 35mila dovrebbe essere precari residui rimasti “intrappolati” nelle GaE, a cui si aggiungono fino a 70mila abilitati attraverso il diploma magistrale.

L’ultima notizia riguarda il terzo ciclo Tfa: partirà subito dopo la scadenza per accedere al concorso a cattedra, quindi nel prossimo mese di gennaio.

Nella sezione CORRELAZIONI (a sinistra di questo articolo) è possibile visionare il DECRETO LEGISLATIVO 16 aprile 1994, n. 297 INTEGRATO DALLA LEGGE 13 luglio 2015 n.107, di cui sta tenendo conto la commissione ministeriale nel redigere il bando di concorso per 63.700 nuovi docenti in via di emanazione.

Sistema nazionale di valutazione: la propaganda e i fatti

da La Tecnica della Scuola

Sistema nazionale di valutazione: la propaganda e i fatti

Il Ministro dell’Istruzione Giannini e il sottosegretario Faraone non hanno usato mezze parole. La pubblicazione sul portale dei rapporti di autovalutazione sarebbe un “risultato storico”.

La valutazione è una risorsa straordinaria “per dare benzina alle scuole”. “Grazie al Rav, all’Anagrafe dell’edilizia scolastica, al portale Scuola in chiaro, siamo in grado di avere un quadro definito e globale del nostro sistema d’istruzione”.

Ci permettiamo di dubitare di queste fantasiose affermazioni che non tengono conto della realtà – afferma il segretario della Flc Cgil, Domenico Pantaleo. Ricordiamo che tutto il procedimento di elaborazione del RAV, al di là delle belle parole, ha avuto fin subito una impostazione burocratica: non si è trattato di stimolare l’attivazione e la prosecuzione di un processo partecipativo, ma di imporre la compilazione di un format spesso vissuto come l’ennesimo adempimento burocratico da sbrigare.

Il Ministro dimentica di ricordare, ad esempio, le criticità del questionario scuola: dati immessi automaticamente dal sistema informativo, risposte  delle scuole senza avere la possibilità di motivare le ragioni, nessuna trasparenza sulle modalità di elaborazione e coordinamento sia dei dati  esterni (prove standardizzate, Scuola in chiaro, Istat, Ministero del lavoro, Ministero dell’Interno) che di quelli del questionario. Oppure ricordiamo che il sistema informativo era “automaticamente” programmato per fare un controllo di coerenza tra esiti e priorità.

Ma al Ministro e al Sottosegretario interessano, evidentemente, solo numeri, i grafici, le classifiche, le competizioni fra scuole.

Avere a disposizione un semplice numero e una classifica da proporre all’opinione pubblica e ai decisori politici, privi di strumenti per comprendere l’attendibilità dei dati e la loro predicibilità, è un’operazione mediaticamente efficace, ma che di fatto non fornisce nessun contributo al miglioramento del sistema educativo.

Questo processo di burocratizzazione è perfettamente coerente con quanto previsto dalla legge 107.

Ieri abbiamo avuto conferma che la costruzione di vero Sistema Nazionale di Valutazione è un obiettivo ancora lontanissimo da raggiungere per il nostro Paese.

Faraone: Con la Buona Scuola assumeremo 180mila insegnanti

da tuttoscuola.com 

Faraone: Con la Buona Scuola assumeremo 180mila insegnanti

Avevamo detto: ‘con la Buona Scuola assumeremo 160.000 docenti, tutti i docenti di cui le scuole hanno bisogno per realizzare in autonomia il loro progetto formativo’. E pochi avevano creduto riuscissimo nell’impresa. Un’impresa titanica che nessun governo finora aveva mai tentato. Non ci crederete, ma siamo stati prudenti. Tra il 2015 e il 2018 entreranno in ruolo circa 180.000 insegnanti, forze giovani che daranno una marcia in più alla scuola italiana“. Lo scrive su Facebook il Sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone.

A “parlar chiaro” per il sottosegretario sono i numeri: dai 38.000 docenti assunti a settembre passando per gli altri 50.000 prof che arriveranno entro fine mese nell’ambito del cosiddetto potenziamento.

A dicembre, poi, “bandiremo il concorso per 63.700 riservato a docenti abilitati. E non finisce qui perché nel giro di tre anni verranno stabilizzati anche 30.000 insegnanti dalle Gae“.

Il concorso – aggiunge – sarà l’unica via di accesso alla professione. E, nel prossimo, saranno coinvolti tutti quei settori rimasti finora scoperti: saranno 6.800 i posti per la scuola dell’infanzia, 15.900 quelli per la primaria, 13.800 quelli previsti per le medie, 16.300, infine, i posti disponibili per la secondaria di secondo grado. Matematica, lingue e italiano le discipline più richieste dalle scuole“.

Rifacendo i conti sugli effetti della riforma, Faraone ammette quindi che c’è stato un errore nel fare i conti. “Avevamo sbagliato – conclude – in difetto: 180.000 docenti daranno agli istituti un nuovo slancio – stabile e non più precario – verso il futuro“.

Concorso: Preselezione solo per candidati dell’infanzia e della primaria

da tuttoscuola.com 

Concorso: Preselezione solo per candidati dell’infanzia e della primaria
Le anticipazioni de “Il Sole 24 ore”

Secondo le anticipazioni fornite da “Sole24 ore” sul prossimo concorso per l’assunzione di 63.700 posti di docente, il Miur ha inviato al MEF (ministero Economia e Finanze) la richiesta di autorizzazione ad assumere, corredata dal bando che prevede modalità di svolgimento delle prove concorsuali.

Diversamente da quanto previsto dall’ultimo concorso del 2012 targato Profumo, è probabile che soltanto per la scuola secondaria di I e di II grado venga eliminata la prova preselettiva per l’ammissione alla prova scritta. La preselezione verrebbe, invece, mantenuta per i candidati della scuola dell’infanzia e della scuola primaria a causa della previsione di un numero elevato di candidati.

Sarebbe poi prevista per tutti la prova scritta (informatizzata) e la prova orale (lezione simulata introdotta per la prima volta con il concorso del 2012).

Per la scuola primaria, come già avvenuto nell’ultimo concorso, sarebbe richiesto un livello minimo di conoscenza dell’inglese.

Resta aperta l’incognita delle nuove classi di concorso (ridotte da 168 a poco più di 100) il cui regolamento è atteso a breve dopo il parere del Parlamento.

Prossime assunzioni: 63.700 a concorso e 30 mila alle GAE

da tuttoscuola.com 

Prossime assunzioni: 63.700 a concorso e 30 mila alle GAE

“Sole24 ore” anticipa oggi i dati del concorso che sarà bandito entro il prossimo 1° dicembre: 63.700 posti complessivi comprendenti oltre 6 mila tra cattedre e posti di sostegno rimasti vacanti dopo il piano straordinario di assunzioni e altri 57 mila posti che si prevede diventino vacanti dopo i pensionamenti del prossimo triennio.

I posti dovrebbero essere così suddivisi: 6.800 per la scuola dell’infanzia, 15.900 per la primaria, 13.800 per la secondaria di I grado e 16.300 per quella di II grado; 10.900 posti andranno al sostegno.

Poiché diverse graduatorie ad esaurimento (GAE) sono rimaste attive, nel triennio verranno anche assegnati altri 30 mila posti di cui 23 mila per la scuola dell’infanzia (accantonati per la delega della riforma 0-6).

Innovare l’Istruzione tecnica secondaria e terziaria

Mercoledì 18 Novembre 2015 ore 9.00 – 13.00

 

Palazzo Lombardia, Auditorium Testori, Piazza Città di Lombardia 1, Milano

 

Convegno di presentazione del Rapporto

“Innovare l’Istruzione tecnica secondaria e terziaria”

Per un sistema che connetta scuola, università e imprese

 

Saluto istituzionale e apertura lavori:

DELIA CAMPANELLI – Direttore Generale USR Lombardia

 

Il sostegno all’innovazione dell’istruzione tecnica

GIOVANNI BIONDI – Presidente Indire

 

La domanda di quadri tecnici in Italia

DOMENICO MAURIELLO – Responsabile Servizio Ricerca e Formazione Unioncamere

 

L’Istruzione tecnica superiore in Francia: STS e IUT

CLAUDE THELOT – già Presidente della commissione per il “debat nationale sur le future de l’education en France” e del “Haut Conseil de l’évaluation de l’école”

 

L’esperienza della Regione Lombardia

VALENTINA APREA – Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia

 

 

Presentazione del Rapporto

ATTILIO OLIVA – Presidente Associazione Treellle

 

Istituti tecnici secondari e Poli tecnico professionali

GIORGIO ALLULLI – Esperto di Politiche formative

 

Istituti tecnici superiori (ITS)
LUCA DORDIT – Esperto di Politiche formative

 

Scenari di riforma per l’Istruzione tecnica superiore

ALBERTO DE TONI – Rettore Università di Udine

 

 

Istruzione tecnica terziaria: il possibile ruolo delle università

GAETANO MANFREDI – Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane

 

Rilanciare l’istruzione tecnica: fare sistema tra scuola, università e imprese

GIANFELICE ROCCA – Presidente Assolombarda

 

Considerazioni conclusive

DAVIDE FARAONE – Sottosegretario MIUR

 

 

Per partecipare all’evento è necessario iscriversi al seguente link entro il 16 novembre:

http://cruscottolavoro.servizirl.it/evento/29/RL00

 

È previsto l’esonero ministeriale per i docenti che parteciperanno al convegno.

Le novità per gli ITS

ITS, l’80% dei primi diplomati occupato entro un anno

Premialità e maggiore raccordo con imprese e territori, seminario al Miur per la nuova fase degli Istituti Tecnici Superiori

Toccafondi: “Con Buona Scuola gli strumenti per consolidare sistema”
A un anno di distanza dal conseguimento del titolo di studio il 79,8% dei primi diplomati negli Istituti Tecnici Superiori ha un contratto di lavoro. Questo il dato principale presentato oggi al Miur nel corso del seminario “Formazione terziaria non universitaria in Italia”, in cui il Sottosegretario Gabriele Toccafondi ha illustrato le novità introdotte dalla legge Buona Scuola per questo tipo di Istituti.
In particolare, il 30% delle risorse destinate agli ITS d’ora in poi sarà assegnato su parametri qualitativi basati, per il 40%, sull’occupabilità dei ragazzi. Gli ITS che riceveranno una valutazione inferiore a 50/100 non riceveranno finanziamenti e, dopo 3 anni di valutazioni negative, non potranno più rilasciare titoli di studio.
“Gli Istituti tecnici superiori hanno dimostrato che quando la scuola, il mondo del lavoro, le aziende, gli enti di ricerca collaborano i risultati si vedono, ora dobbiamo fare uno scatto in avanti – ha sottolineato Toccafondi -. È il momento di individuare la strategia per rilanciare e consolidare il sistema degli ITS e farlo diventare il canale di formazione terziaria di questo Paese, efficace e visibile, alternativo all’università, di pari dignità. Gli ITS devono essere l’espressione, a livello formativo, del tessuto industriale ed economico di un territorio. Non dovrebbe mai essere costituito un Istituto in un’area tecnologica che non ha interlocutori a livello di imprese”.

LA FORMAZIONE TERZIARIA NON UNIVERSITARIA


 

Al Miur presentazione delle novità per gli Istituti Tecnici Superiori

Giovedì 5 novembre dalle ore 10.30, presso la Sala della Comunicazione del Miur, Viale Trastevere 76/a, si svolgerà il seminario “Formazione terziaria non universitaria in Italia”.
Verranno affrontati i temi centrali riguardanti gli ITS, tra i quali occupabilità, risorse, ruolo delle imprese, miglioramenti della governance, per raggiungere gli obiettivi di semplificazione, sviluppo e promozione delle Fondazioni ITS.
Sono molteplici e urgenti le azioni da mettere in campo che vanno concertate con i diversi attori coinvolti nell’organizzazione e nello svolgimento dei percorsi di formazione.
Ai lavori parteciperanno il Sottosegretario Gabriele Toccafondi, il Capo Dipartimento per il Sistema educativo di istruzione e formazione Rosa De Pasquale, il Direttore Generale per gli Ordinamenti Scolastici Carmela Palumbo.
Alle ore 12 il Sottosegretario Toccafondi illustrerà una sintesi delle novità che riguarderanno il modello degli ITS – Istituti Tecnici Superiori, alla luce dell’entrata in vigore della Legge 107/2015.
Saranno presenti inoltre i Presidenti delle Fondazioni ITS, i Dirigenti Scolastici degli Istituti che ne sono Enti di riferimento, i Rappresentanti delle Regioni ed i soggetti interessati allo sviluppo del settore.

Nota 5 novembre 2015, Prot. n.36167

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per il personale scolastico

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti responsabili degli Uffici Scolastici Regionali

e p.c. ad INDIRE

 

Nota 5 novembre 2015, Prot. n.36167

Oggetto: Periodo di formazione e di prova per i docenti neo-assunti. Primi orientamenti operativi.

 

  1. Quadro di riferimento

 

L’anno scolastico 2015-16 vede un’ampia immissione in ruolo di docenti di tutti i gradi e gli ordini scolastici, per effetto dei dispositivi normativi previsti nella legge 13 luglio 2015, n. 107. Tali immissioni avvengono attraverso fasi distinte, che comunque fissano al 1° settembre 2015 la decorrenza giuridica delle nomine, a prescindere dalla data di effettiva assunzione del servizio. Attraverso una adeguata e flessibile progettazione regionale delle iniziative formative, anche per sequenze successive, dovrà essere garantito ai docenti neoassunti che ne hanno titolo lo svolgimento del periodo di prova e di formazione (art. 1 del decreto), da realizzare presso la sede in cui viene validamente prestato il servizio.

 

La legge 107/2015 prevede anche una diversa e più incisiva configurazione del periodo di prova e di formazione, regolamentato dal D.M. n. 850 del 27/10/2015. In coerenza con i contenuti del predetto decreto, che si allega alla presente nota, si forniscono alcune indicazioni utili a programmare un ordinato avvio delle attività e una opportuna informazione ai dirigenti scolastici e ai docenti coinvolti nelle operazioni.

 

Tali orientamenti sono in larga parte desunti dall’esito positivo delle innovazioni in materia di anno di formazione, introdotte sperimentalmente già dall’anno scolastico 2014-15. Le risultanze del monitoraggio delle attività svolte sono oggetto di report che saranno resi disponibili negli appositi spazi dedicati dei siti dell’ INDIRE e del MIUR-Direzione Generale per il personale, per le parti di rispettiva competenza.

 

  1. Destinatari e servizi utili per il periodo di formazione e di prova

 

Così come previsto dall’art.2 del citato D.M., sono tenuti al periodo di formazione e di prova:

 

  1. i docenti che si trovano al primo anno di servizio con incarico a tempo indeterminato, a qualunque titolo conferito, e che aspirino alla conferma nel ruolo;
  2. i docenti per i quali sia stata richiesta la proroga del periodo di formazione e prova o che non abbiano potuto completarlo negli anni precedenti. In ogni caso la ripetizione del periodo comporta la partecipazione alle connesse attività di formazione, che sono da considerarsi parte integrante del servizio in anno di prova;
  3. i docenti per i quali sia stato disposto il passaggio di ruolo.

 

 

In caso di valutazione negativa del periodo di formazione e di prova, il personale docente effettua un secondo periodo di formazione e di prova, non rinnovabile.

 

Inoltre il superamento del periodo di formazione e prova è subordinato allo svolgimento del servizio effettivamente prestato per almeno centottanta giorni nel corso dell’anno scolastico, di cui almeno centoventi per le attività didattiche. Fermo restando l’obbligo delle 50 ore di formazione previste, i centottanta giorni di servizio e i centoventi giorni di attività didattica sono proporzionalmente ridotti per i docenti neoassunti in servizio con prestazione o orario inferiore su cattedra o posto.

 

Nei centottanta giorni sono computate tutte le attività connesse al servizio scolastico, ivi compresi i periodi di sospensione delle lezioni e delle attività didattiche, gli esami e gli scrutini ed ogni altro impegno di servizio, ad esclusione dei giorni riferibili a ferie, assenze per malattia, congedi parentali, permessi  retribuiti e aspettativa. Va computato anche il primo mese del periodo di astensione obbligatoria dal servizio per gravidanza.

 

Per quanto riguarda le attività didattiche, l’art.3 del D.M. prevede che nei centoventi giorni siano considerati sia i giorni effettivi di lezione sia i giorni impiegati presso la sede di servizio per ogni altra attività preordinata al migliore svolgimento dell’azione didattica, ivi comprese quelle valutative, progettuali, formative e collegiali.

 

In caso di differimento della presa di servizio, anche nell’ipotesi di quanto disposto dall’articolo 1, commi 98-99, della Legge n.107/2015, il periodo di formazione e prova può essere svolto, nell’anno scolastico di decorrenza giuridica della nomina, anche presso l’istituzione scolastica statale ove è svolta una supplenza annuale o sino al termine delle attività didattiche, purché su medesimo posto o classe di concorso affine. Per classi di concorso affini si devono intendere quelle comprese negli ambiti disciplinari di cui al D.M. n.354/1998 ove il servizio sia effettuato nello stesso grado d’istruzione della classe di concorso di immissione in ruolo come previsto dall’art. 3 comma 5 lettera c) del D.M. n.850/2015.

Sino alla ridefinizione delle classi di concorso e comunque per l’anno scolastico 2015/2016, il periodo di prova può essere svolto, su istanza dell’interessato e dietro specifica autorizzazione del dirigente dell’ambito territoriale dove il neoassunto docente presta servizio come supplente, anche sulla base dei seguenti criteri:

  • la supplenza su posto di sostegno per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria è valida indifferentemente ai fini dello svolgimento del periodo di prova su posto di sostegno per la scuola dell’infanzia o primaria;
  • la supplenza su posto di sostegno per la scuola secondaria di primo e di secondo grado è valida indifferentemente ai fini dello svolgimento del periodo di prova su posto di sostegno per la scuola secondaria di primo e di secondo grado;
  • per le classi di concorso, la supplenza è valida sullo specifico grado di istruzione e in considerazione della corrispondenza degli insegnamenti impartiti con gli insegnamenti relativi alla classe di concorso di immissione in ruolo;
  • la supplenza su posto di sostegno è valida ai fini dello svolgimento del periodo di prova anche su posto comune e viceversa, nel medesimo ordine e grado di scuola.

 

L’attività di formazione, è comunque svolta con riferimento al posto o alla classe di concorso di immissione in ruolo.

 

 

 

  1. Adempimenti delle istituzioni scolastiche

 

Il Dirigente Scolastico avrà cura di informare i docenti neo-assunti tenuti all’effettuazione del periodo di prova e formazione (artt. 2 e 3 del decreto) circa le caratteristiche salienti del percorso formativo, gli obblighi di servizio e professionali connessi al periodo di prova, le modalità di svolgimento e di valutazione, con particolare riguardo alle nuove funzioni attribuite ai tutor.

 

Un’attenzione particolare sarà posta nella individuazione del docente che svolge funzioni di tutor nei confronti dei neoassunti (art. 12 del decreto). Tale docente assumerà un ruolo significativo non solo nella fase finale del periodo di prova, quando dovrà rilasciare parere motivato al dirigente scolastico circa le caratteristiche dell’azione professionale del docente lui “affidato”, ma soprattutto nel corso dell’intero anno scolastico, quando dovrà esplicare una importante funzione di accoglienza, accompagnamento, tutoraggio e supervisione professionale.

 

Si tratta di un compito impegnativo per il quale sono richieste specifiche competenze organizzative, didattiche e relazionali, affinché il periodo di prova si caratterizzi come un effettivo momento di crescita e di sviluppo professionale, orientato alla concreta assunzione del nuovo ruolo. Si terrà ovviamente conto che molti docenti neo-assunti potrebbero aver già svolto esperienze di insegnamento, per cui l’intervento sarà tarato su esigenze differenziate, da ricondurre all’intreccio continuo tra pratica e riflessione (art. 6 del decreto).

 

La scelta della figura del tutor si ispira alle caratteristiche del tutor accogliente degli studenti universitari impegnati nei tirocini formativi attivi (cfr. DM 11 novembre 2011); la sua individuazione spetta al Dirigente Scolastico attraverso un opportuno coinvolgimento del Collegio dei docenti. Tendenzialmente ogni docente neoassunto avrà un tutor di riferimento, preferibilmente della stessa classe di concorso o relativa abilitazione, o classe affine o area disciplinare, ed operante di norma nello stesso plesso. In ogni modo il rapporto non potrà superare la quota di tre docenti affidati al medesimo tutor.

Si rimanda ai contenuti del decreto citato per quanto riguarda i criteri di valutazione dei docenti in periodo di prova (art. 4), per le procedure di conclusione del periodo di prova e il ruolo del Comitato di valutazione (art. 13) e per gli annessi adempimenti per il Dirigente Scolastico (art. 14).

 

 

  1. Caratteristiche dell’intervento formativo

 

Ferme restando le prescrizioni contenute nel D.M., si sintetizzano di seguito alcuni orientamenti cui dovranno ispirarsi le azioni di progettazione della formazione per i docenti neo-assunti:

 

  • un incontro propedeutico su base territoriale sarà dedicato all’accoglienza dei neoassunti e alla presentazione del percorso formativo;
  • la concreta formazione prenderà avvio da un primo bilancio delle competenze professionali che ogni docente curerà con l’ausilio del suo tutor (art. 5 del decreto); a tal fine sarà fornito un modello digitale all’interno della piattaforma on-line predisposta da INDIRE, per agevolare la elaborazione di questo primo profilo;
  • il bilancio di competenze iniziale sarà tradotto in un patto formativo che coinvolge docente neoassunto, tutor e dirigente scolastico;
  • sulla base dei bisogni rilevati l’amministrazione scolastica organizzerà indicativamente nei mesi di gennaio-marzo 2016 specifici laboratori di formazione (art. 8 del decreto), la cui frequenza è obbligatoria per complessive 12 ore di attività, con la possibilità, per i docenti, di optare tra le diverse proposte formative offerte a livello territoriale;
  • a partire dal terzo mese di servizio avranno inizio momenti di reciproca osservazione in classe concordati tra docente tutor e docente neo-assunto (peer to peer), per favorire il consolidamento e il miglioramento delle capacità didattiche e di gestione della classe (art. 9 del decreto); a tal fine saranno successivamente fornite opportune linee guida;
  • la formazione on line (art. 10 del decreto) sarà curata da INDIRE, con la messa a disposizione di una piattaforma dedicata, in cui ogni docente potrà documentare, in guisa di portfolio (art. 11 del decreto), le proprie esperienze formative, didattiche e di peer review. La piattaforma consentirà inoltre di fruire delle risorse didattiche digitali messe a disposizione da INDIRE;
  • le attività formative saranno concluse da un incontro finale (art. 7 del decreto) per la valutazione dell’attività realizzata. Tale incontro potrà assumere forme differenziate sulla base delle diverse esigenze organizzative.

In attesa del compimento del Piano Nazionale di Formazione, i laboratori formativi, rivolti a docenti utilizzati nella scuola primaria, ai sensi del comma 20 dell’art. 1 della legge 107/2015, per l’insegnamento della lingua inglese, della musica e dell’educazione motoria nella scuola primaria, saranno incentrati sulle metodologie didattiche relative ai predetti insegnamenti nello specifico settore scolastico. La Direzione generale per il personale scolastico provvederà successivamente a comunicare agli USR le caratteristiche dei laboratori formativi dedicati a questa tipologia di personale.

 

  1. Adempimenti degli Uffici Scolastici Regionali

 

Ogni Ufficio Scolastico Regionale procederà a verificare il numero dei docenti, immessi in ruolo nelle diverse fasi delle operazioni di nomina, tenuti alla frequenza del periodo di prova e formazione, sulla base delle previsioni contenute negli articoli 2 e 3 del decreto. La natura “modulare” e “personalizzata” della formazione potrà consentire un avvio scaglionato delle azioni formative, anche per evitare sovrapposizioni nei diversi momenti in cui si articola il percorso formativo.

 

E’ opportuno che gli incontri territoriali iniziali di carattere informativo per i docenti neo-assunti, anche per gruppi differenziati, siano calendarizzati a partire dal mese di novembre p.v.. Durante tali incontri saranno fornite indicazioni per le diverse fasi del percorso di formazione e saranno illustrati i materiali di supporto per la successiva gestione delle attività (struttura dei laboratori formativi, linee guida per l’osservazione in classe, format del portfolio). Si suggerisce che a tali incontri partecipino anche i tutor o loro rappresentanti, incaricati della supervisione dei neo-assunti, per la condivisione di informazioni e strumenti. Eventuali incontri potranno essere organizzati anche separatamente per i tutor.

Gli USR, avvalendosi della collaborazione degli uffici di ambito territoriale e del supporto delle scuole-polo provinciali, procederanno alla progettazione dell’offerta di laboratori formativi “tarati” sui bisogni formativi segnalati dai docenti neo-assunti in sede di predisposizione del bilancio di competenze. I laboratori saranno rivolti a piccoli gruppi di docenti (orientativamente non più di 30), consentendo ai docenti neo-assunti la scelta tra diverse opportunità. Sarà obbligatoria la frequenza di almeno un modulo dedicato ai temi dei bisogni educativi speciali e della disabilità. I laboratori avranno inizio orientativamente a partire dal mese di gennaio 2016.

 

Le istituzioni scolastiche già individuate a livello regionale e destinatarie dei fondi per l’anno di formazione 2014-15 sono riconfermate quali titolari della gestione amministrativo-contabile dei finanziamenti, così come anticipato nella Nota MIUR-DirPERS n. 6768 del 27-2-2015, in modo da favorire una migliore e più celere organizzazione delle diverse attività.

 

 

 

  1. Impegni del MIUR e risorse finanziarie

 

Il Ministero dell’Istruzione (art. 15 del decreto) definisce le caratteristiche generali del progetto formativo, sulla base dei contenuti del Decreto Ministeriale citato, in considerazione degli elementi di novità contenuti nella legge 13 luglio 2015, n. 107 (art. 1, commi 115-120). Sarà cura della Direzione Generale per il Personale predisporre gli strumenti operativi per la gestione delle varie fasi del percorso, avvalendosi della collaborazione dell’INDIRE e dell’ apposito Gruppo di coordinamento nazionale istituito con Decreto DGPERS n.118 del 27/02/2015. Tali materiali saranno inviati agli Uffici Scolastici Regionali in previsione delle diverse scadenze operative del piano di formazione.

 

Per l’organizzazione delle attività formative le scuole-polo e gli Uffici Scolastici Regionali potranno fare affidamento sulle risorse finanziarie annuali disponibili a bilancio sui capitoli per la formazione, comprensivi di una parte dei nuovi stanziamenti previsti dalla L.107/2015, sulla base degli standard di costo pro-capite (47 euro) definiti negli scorsi anni per la stessa tipologia di attività formative. Sarà cura di questo ufficio comunicare, con successiva nota, l’ammontare delle assegnazioni finanziarie definite a livello regionale sulla base dei docenti neoassunti in servizio. Nelle more, tenendo conto che si tratta di impegni obbligatori e dovuti per legge, si invitano i soggetti titolari delle azioni formative a procedere alla progettazione delle iniziative, tenendo conto della “pianificazione ottimale” allegata alla presente comunicazione.

 

L’assegnazione dei fondi avverrà direttamente alle scuole-polo già individuate dagli USR per il 2014-15. Tale finanziamento è comprensivo anche dei fondi (5%) da destinarsi a misure regionali di coordinamento, incontri, conferenze di servizio, monitoraggio e supporto, e verrà attribuito alla scuola-polo del capoluogo di regione.

 

 

 

 

IL DIRETTORE GENERALE

Maria Maddalena Novelli


 

Allegato 1 – Quadro di sintesi del percorso formativo per i docenti neoassunti

Fase Attività Descrizione Obiettivo Durata Responsabilità Modalità
1 Bilancio delle competenze iniziale Il docente neoassunto traccia un bilancio delle competenze in forma di autovalutazione che confluisce nel patto per lo sviluppo professionale Delineare i punti da potenziare e d elaborare un progetto di formazione per lo sviluppo professionale del docente 3 ore Docente neoassunto/tutor/

Dirigente Scolastico

Piattaforma online
2 Incontro propedeutico L’amministrazione territoriale organizza un incontro formativo con i neoassunti docenti Illustrare le modalità generali del percorso di formazione, il profilo professionale atteso, le innovazioni in atto nella scuola 3 ore USR/Ambito Territoriale (con la collaborazione delle scuole polo) Frontale in presenza
3 Laboratori formativi Il docente neoassunto, sulla base del bilancio delle competenze e del patto per lo sviluppo professionale, partecipa a 4 laboratori della durata di 3 ore ciascuno, con la possibilità di optare tra le diverse proposte offerte a livello territoriale Potenziare le competenze trasversali e approfondire conoscenze specifiche, del docente, stimolare la condivisione di esperienze e la soluzione di problemi reali del contesto scuola 12 ore USR/ambito territoriale (con la collaborazione delle scuole polo) Laboratoriale in presenza
4 Peer to Peer Questa fase è articolata, di massima, in diversi momenti:

–        3 ore di progettazione condivisa

–        4 ore di osservazione del neoassunto nella classe del tutor;

–        4 ore di osservazione del tutor nella classe del neoassunto

–        1 ora di verifica dell’esperienza

Sviluppare competenze sulla conduzione della classe e sulle attività d’insegnamento, sul sostegno alla motivazione degli allievi, sulla costruzioni di climi positivi e motivanti e

sulle modalità di verifica formativa degli apprendimenti

12 ore Docente neoassunto/Tutor In presenza (a scuola) con il supporto della piattaforma on-line
5 Formazione on-line La formazione on-line accompagna tutto il percorso dei neoassunti, consente al docente di :

elaborare un proprio portfolio professionale;

rispondere a questionari per il monitoraggio delle diverse fasi del percorso formativo; consultare materiali di studio, risorse didattiche e siti web dedicati

Stimolare l’analisi e la riflessione sul percorso formativo del docente neoassuntoal fine di migliorare la sua capacità di progettazione, di realizzazione e di valutazione delle attività didattiche 14 ore Docente neoassunto Piattaforma on-line
6 Bilancio delle competenze finali Il docente neoassunto traccia un bilancio delle proprie competenze raggiunte in forma di autovalutazione Delineare i miglioramenti raggiunti e i punti che restano da potenziare 3 ore Docente neoassunto/ Tutor Piattaforma on-line
7 Incontro di restituzione finale L’amministrazione territoriale organizza un incontro sul percorso di formazione con i neoassunti docenti Valutare complessivamente l’attività formativa e raccogliere feedback 3 ore USR/Ambito Territoriale ( con la collaborazione delle scuole polo) Frontale in presenza

 


Allegato 2 – Proposta di pianificazione delle attività per i docenti neoassunti

Attività Soggetti coinvolti Scadenze
Individuazione e nomina del Tutor, sentito il parere del collegio dei docenti Dirigente scolastico / collegio dei docenti (indicativamente entro il secondo mese di servizio)
Informazione del Dirigente scolastico ai neoassunti su: obblighi di servizio e professionali connessi al periodo di prova, modalità di svolgimento e di conclusione del percorso con particolare riguardo alle nuove funzioni attribuite ai tutor Dirigente scolastico / neoassunti (indicativamente entro il secondo mese di servizio)
Bilancio delle proprie competenze professionali –

 

Patto per lo sviluppo professionale del docente

Docente neoassunto /Tutor –

 

 

Dirigente Scolastico/ Docente Neoassunto

(indicativamente a partire da metà dicembre fino a fine gennaio)
 

Incontro propedeutico per la presentazione delle caratteristiche del percorso formativo

 

USR / ambito territoriale (a partire da novembre)
Formazione on-line Docenti neoassunti ( indicativamente a partire da metà dicembre)
Predisposizione e trasmissione delle linee guida sull’organizzazione del Peer to Peer e del portfolio del docente MIUR / Indire (a partire da dicembre)
Peer to peer Docente neoassunto /tutor ( a partire da dicembre)
Laboratori formativi Docenti neoassunti / formatori (da febbraio a a)
Bilancio delle competenze finale Docente neoassunto ( maggio)
Incontri di restituzione finale USR/ambito territoriale (maggio)
Valutazione del docente neoassunto Comitato di valutazione ( componente professionale interna) (giugno)