La chiamata diretta degli insegnanti

La chiamata diretta degli insegnanti
Questione pericolosa e fuorviante

di Domenico Sarracino

 

Questa riflessione vuole focalizzare l’attenzione sulla legge 107/2015- la “buona scuola”- per discuterne la rispondenza alle necessità delle scuole italiane e ai cambiamenti che occorrono. Metterei da parte, per il momento, il fatto che essa, come un iceberg, ha una parte emersa, messa nero su bianco, e una gran parte sommersa, , al momento oscura ai più, costituita da importanti rinvii e deleghe che, riferendosi a cruciali, nuovi provvedimenti da venire, costituiscono pesanti punti interrogativi da cui dipenderà ulteriormente il senso dell’intera riforma.

Comunque nella parte di legge emersa ci sono già scelte e decisioni dirompenti e poco ponderate che, per le situazioni a cui possono condurre, non sono di poca importanza. E anche quegli elementi-intenzioni che in sé non si possono che considerare come attesi ed auspicati ( le nuove assunzioni, la riduzione del numero di alunni per classe, l’organico potenziato, etc..) vanno effettivamente valutati solo al momento in cui saranno definiti e tradotti in numeri, indicazioni operative, scelte organizzative. Chi ha operato nel concreto delle situazioni scolastiche sa bene quanto anche le migliori intenzioni debbano sempre fare i conti con la coda del diavolo. E mi pare che le richieste di chiarimenti e i rinvii, i ritardi, i tentennamenti, gli effetti imprevisti– cui già stiamo assistendo – lo dimostrino eloquentemente.

Ma detto questo, tornando all’impianto complessivo della legge, a chi scrive appare evidente quanto esso sia lontano ed “altro” rispetto alle necessità di ripartenza, rimotivazione e rilancio delle scuole italiane, e quanto stia dentro ad un sistema di pensiero che, forzando i bisogni, le realtà e le esigenze più vere delle scuole, tende a piegarle a logiche “mercatiste”, concorrenziali e, in sostanza, ad una sorta di darwinismo sociale. E questo ancoraggio porta con sé alla perdita di vista dello stato reale delle cose e di ciò che veramente occorre. Con il rischio – che io vedo concreto – che la forbice delle disuguaglianze e delle opportunità, possa allargarsi invece che restringersi, come sarebbe oltremodo necessario, anche per la tenuta dell’intero sistema-Paese.

Mi spiego. A me appare chiaro che la chiamata diretta dei docenti, attraverso gli albi territoriali, non risolva granchè rispetto alla necessità di migliorare la complessiva azione formativa ed educativa delle scuole. Con gli ambiti territoriali la platea degli insegnanti resta quella che è, e così pure la loro qualità complessiva: questi (gli insegnanti) possono, potrebbero essere distribuiti diversamente nelle scuole, ma il numero dei “bravi”, dei non bravi e di quelli mediamente bravi resta immutato. Insomma, se da qualche parte – mettiamo- si migliora, da qualche altra parte si peggiora.

Penso, poi, al momento concreto delle scelte, al “mercato” degli insegnanti che si svilupperà….

E,qui, – lasciando stare le tante preoccupazioni sui mille fenomeni esterni ed estranei che pure è fondato poter supporre conoscendo alcuni antichi mali del nostro Paese, soprattutto quando i riflettori si saranno spenti e tutto diventerà necessariamente routine – mi domando come si possa “scegliere” con una certa obiettività e fondatezza. Certo qualche insegnante si può conoscere direttamente, forse anche alcuni, ma i tanti che non si conoscono? Ci si affida ai curricola, ai portfolio, al sentito dire, a chi sa “vendersi2 meglio, alla “disinteressata” segnalazione?

C’è poi un’altra considerazione che più mi sta a cuore. Si dice: così il ds può scegliere i docenti che sono più utili al proprio progetto d’istituto, al proprio Ptof, alle proprie scelte educative…Ma. lasciatemelo dire, qui c’è un’enfasi eccessiva, che non trova riscontro nella realtà, che non rispecchia la realtà delle scuole (e che se la rispecchiasse sarebbe da contrastare decisamente).

Ora, è vero che dalla stagione dell’Autonomia scolastica e dei Pof le scuole hanno potuto sviluppare situazioni differenti per modelli organizzativi, risorse, condizioni strutturali e specificità di proposte educative, ma non esageriamo. Non esageriamo, intanto perché è necessario ribadire che tutte le scuole del medesimo ordine e grado mantengano una buona e diffusa base comune, dovendo rispondere alle Indicazioni Nazionali che fissano obiettivi e traguardi indispensabili per ogni angolo del Paese; e poi perché chi conosce un po’ le scuole sa che le differenze reali che ci sono – cosa diversa è per alcune tipologie di scuole secondarie di secondo grado – sono relative ad aspetti che riguardano modalità didattiche, diverse sensibilità educative e condizioni territoriali (alunni stranieri, campi rom, rischi di dispersione, micro-criminalità) che potrebbero rendere pienamente giustificabile il ricorso a docenti con particolari esperienze. Ma, che questo possa avvenire con il sistema liberista che si propone, nutro qualche forte dubbio: dubito cioè che queste giuste esigenze possano essere risolte con la chiamata diretta, in una situazione di concorrenza e di corsa a chi fa prima. Perché, purtroppo, le scuole più disagiate sono spesso anche quelle più precarie ( per discontinuità dei Ds, dei docenti, per il funzionamento degli uffici,per opportunità, per mezzi, per il sovente inadeguato sostegno delle famiglie, per le debolezze o distrazione degli enti locali, etc, ). E per queste scuole ciò che proprio non occorre è il laissez-faire e la “spontaneità” del mercato che tutto aggiusta e tutto corregge miracolisticamente.

Un contratto vero per i lavoratori e per cambiare i servizi ai cittadini

Cgil Cisl Uil Confsal Gilda: “Un contratto vero per i lavoratori e per cambiare i servizi ai cittadini”

12 novembre 2015 – “Retribuzione, innovazione, professionalità, qualità e produttività per i cittadini” i lavoratori di tutti i servizi pubblici del paese saranno in piazza insieme alle federazioni sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Gilda per chiedere al Governo, dopo sei anni di attesa e due rinnovi persi, un contratto vero per gli oltre 3 milioni di lavoratori pubblici. Ma anche per dare voce al disagio dei 700 mila addetti di terzo settore e privato sociale.

Con lo slogan “Pubblico6Tu, ContrattoSubito”, oltre 20 sigle in rappresentanza di scuola, sanità, funzioni centrali, servizi pubblici locali, sicurezza e soccorso, università, ricerca, afam e privato sociale, manifesteranno sabato 28 novembre in piazza Madonna di Loreto a Roma. Migliaia di lavoratori da tutto il paese sfileranno da Piazza della Repubblica, dove alle ore 12 è previsto il concentramento, fino a Piazza Venezia nelle cui vicinanze sarà allestito il palco per i comizi.

“Manderemo un messaggio forte a questo Governo: se davvero vuol cambiare il paese non può lasciare i settori e servizi pubblici a un destino di abbandono. Scuola, salute, conoscenza, sicurezza, prevenzione, welfare, integrazione, sostegno alle persone e alle imprese: servono investimenti in ricerca, innovazione e competenze per rimettere in moto la più grande azienda del paese. Solo attraverso il contratto, e non con le imposizioni legislative, si produce il vero cambiamento: vogliamo risposte sulle risorse per i contratti e liberare dai vincoli la contrattazione decentrata, la sola via per migliorare l’organizzazione del lavoro e la qualità dei servizi pubblici, nell’interesse generale di lavoratori e cittadini”.

I sindacati puntano il dito contro l’aumento “mancia” previsto da una legge di Stabilità “che per i lavoratori pubblici opera scelte sbagliate, così come i provvedimenti del governo sulla scuola e sulla Pa: tante norme e poca attenzione al lavoro di chi ogni giorno, con impegno e fatica, è in prima linea per dare un buon servizio alle comunità. Zero considerazione, zero formazione, zero partecipazione e zero contratti. Il tutto senza risposte né per i precari né per l’occupazione, viste le nuove intollerabili misure che bloccano il turn over”.

Per i sindacati “il contratto da rinnovare subito è un diritto delle lavoratrici e dei lavoratori, come la garanzia di servizi nuovi, avanzati e veloci lo è dei cittadini. La sola via è riaprire la contrattazione, per questo saremo in piazza a Roma il 28 novembre. E non ci fermeremo finchè non avremo le risposte che i lavoratori e il Paese si aspettano e meritano”.

SANZIONI DISCIPLINARI, I PRESIDI NON POSSONO SOSPENDERE I DOCENTI

SANZIONI DISCIPLINARI, I PRESIDI NON POSSONO SOSPENDERE I DOCENTI

Il tribunale di Lodi bacchetta l’Ufficio scolastico regionale della Lombardia e la dirigente scolastica di un istituto superiore e dichiara illegittima, annullandola, una sanzione disciplinare inflitta a una docente. A darne notizia è la Gilda degli Insegnanti di Lodi che, con l’avvocato Marco Giusto, ha assistito la professoressa nella causa civile contro l’amministrazione scolastica di Codogno.

La docente era stata sospesa per un giorno dal servizio e dalla retribuzione e, ritenendo illegittimo il provvedimento adottato dalla preside, lo ha impugnato davanti al giudice del lavoro che lo scorso 3 novembre ha emesso una sentenza a favore della ricorrente.
“La dirigente scolastica – spiega Luigi Maglio, coordinatore della Gilda di Lodi – ha irrogato la sanzione applicando erroneamente la riforma Brunetta, perché il decreto legislativo 150/2009 consente il superamento della norme del testo Unico del 1994 soltanto nei confronti del personale Ata, escludendo quindi il corpo docente. Ciò significa – prosegue Maglio – che la dirigente scolastica avrebbe potuto sanzionare l’insegnante al massimo con una censura, ma non con la sospensione dal servizio e dalla retribuzione”.

“La sanzione – afferma ancora il coordinatore provinciale della Gilda lodigiana – è stata comminata dalla preside su segnalazione della direzione scolastica regionale, che ha informato la dirigente scolastica dell’istituto del sedicente reato commesso dalla docente. Pur se implicitamente, dunque, la sentenza del tribunale di Lodi va anche contro l’interpretazione sbagliata data dalla direzione regionale al decreto Brunetta e – conclude Maglio – ci auguriamo sia da monito anche per eventuali situazioni analoghe future. I dirigenti scolastici sono obbligati a rispettare le norme e non possono abusare dei loro poteri”.

La sentenza del tribunale di Lodi si inquadra in un vero e proprio filone giurisprudenziale inaugurato dal tribunale di Potenza, dove un dirigente scolastico è riuscito a collezionare ben 7 sentenze di annullamento di altrettanti provvedimenti disciplinari illegittimi, sempre grazie al patrocinio della Gilda degli Insegnanti.

L’AMICO PRECARIO PASSATO DI RUOLO

L’AMICO PRECARIO PASSATO DI RUOLO

Franco Buccino

Repubblica ed. Napoli 12 novembre 2015

Anche il mio amico precario, insegnante di sostegno, è passato di ruolo. Dopo quindici anni di supplenze, a quarant’anni e passa. Ha dovuto lottare in questi anni per rimanere a galla: qualche scuola privata che non lo ha pagato, fuori regione e poi sedi scomode in regione, seconda laurea, sicsi e sostegno, master didattici e perfezionamenti presso fameliche università telematiche e non. Tanti come lui, un percorso ordinario, magari qualcuno con in più una provvidenziale “104” e altri che hanno fatto valere la riserva di legge per invalidità o altro. E’ fisiologico, anche qualche scorciatoia. Ma certo in diversi hanno giocato sporco, mal consigliati e mal guidati: falsi titoli, falsi certificati di servizio, false invalidità, manomissione del sistema e inserimento di dati falsi. Fatta l’operazione truffaldina, un passaggio in qualche provincia del Nord, e nomina in ruolo garantita. Ci sono anche denunciati e indagati che rimangono al loro posto. Il mio amico ancora si adira per queste sconcezze passate sotto i suoi occhi, così come si commuove per Carmine e quei precari che non ce l’hanno fatta più.

E non è che, passando di ruolo, i precari hanno risolto i loro problemi di lavoro. Il mio amico, come tanti altri della fase C, rimane a Napoli. Ma provvisoriamente. Poi, si sa, ci sarà la sede definitiva, e per molti ciò significherà andarsene dalla regione. A saperlo prima che cambiavano le regole in corso d’opera, dice il mio amico precario, uno se ne andava al Nord tanto tempo fa. Tutti i sacrifici che ha fatto per rimanere qui in questi anni, soprattutto economici, sono vanificati. E tante altre cose della legge 107, la “buona scuola”, non gli stanno bene, a lui e ai suoi colleghi. Trovano inaccettabile l’esclusione dalla stabilizzazione del personale Ata, l’obbligo per i docenti precari di “scegliere” tutte e cento le province, l’invenzione dell’organico potenziato, che in teoria risolve tanti problemi ed esalta l’autonomia delle scuole, ma in pratica lascia le cose così come sono, e cioè docenti titolari di una scuola che stanno lì stabili, e docenti incaricati che girano annualmente per le scuole. Organico di diritto e organico di fatto rimangono rigorosamente divisi. I neo immessi in ruolo della fase C continueranno a fare quello che facevano prima da precari. Alla fine, l’unica differenza è lo stipendio nei mesi estivi. Che non è poco, ma che non giustifica una migrazione.

Sono agguerriti i neo immessi in ruolo, e non si rassegnano a continuare a subire ingiustizie e discriminazioni. Non si lasciano intimorire dalla gerarchia scolastica, nemmeno davanti alla prospettiva di dover fare l’anno di prova. Dopo 15 anni di insegnamento sarebbe ben strano sentirsi dire che non si è idonei a svolgere questa professione, che rimane affascinante. Il mio amico precario, dopo poche parole su ruolo, sede definitiva e problemi, comincia a parlare del suo lavoro e della sua funzione di insegnante di sostegno. Come al solito ha le idee chiare. Si riferisce all’attuale discussione, molto accesa, fra addetti e non, comunque interessati al grande tema dell’inclusione scolastica. Tutti concordano nell’auspicare che gli alunni disabili rimangano in classe e non vadano in giro con il “loro” insegnante, che tutti i docenti di classe siano coinvolti nelle didattiche inclusive con un’adeguata partecipazione. Ma poi nelle soluzioni le strade divergono. In particolare sul ruolo dell’insegnante di sostegno e sulla sua formazione. C’è chi vorrebbe un insegnante di sostegno preparato attraverso una laurea specifica, triennale, specialistica e anno di tirocinio: una risorsa per alunni disabili e per tutti i docenti; e c’è chi lo preferisce così come è ora, un insegnante di una disciplina con una preparazione specifica sul sostegno. Il mio amico precario si schiera con questi ultimi, con argomentazioni convincenti. L’insegnante è tale perché insegna una materia, una disciplina; diversamente parliamo di un altro mestiere, di un altro lavoro, di un educatore, di un facilitatore, di un assistente. L’insegnante di sostegno deve essere alla pari con tutti gli altri insegnanti, titolare della programmazione e della valutazione di tutti gli alunni della classe. Può rimanere sul sostegno per un tempo congruo e poi passare a insegnare la sua materia, senza divieti. L’ideale sarebbero cattedre miste, sostegno e materia.

Hanno, come sempre, voglia di fare e di cambiare questi neo immessi in ruolo, giovani e meno giovani. Continueranno a fare con passione quello che hanno sempre fatto in tanti anni di onorato precariato. Una garanzia per le scuole e per gli studenti.

Competenza territoriale nei ricorsi per l’immissione in ruolo.

La Cassazione dà ragione all’ANIEF sulla competenza territoriale nei ricorsi per l’immissione in ruolo.

L’ANIEF vince anche davanti alla Suprema Corte di Cassazione con la conferma della correttezza dell’operato dei propri legali e la dichiarazione della giusta instaurazione del contenzioso presso il tribunale del lavoro in cui ricade la sede di ultimo/effettivo servizio del lavoratore precario in caso di ricorsi volti alla costituzione del rapporto di lavoro con il MIUR. Con una Sentenza di pieno accoglimento gli Avvocati Salvatore Russo e Michele Ursini danno nuovamente prova di estrema perizia ed esperienza in materia, ottenendo ragione nella tutela dei diritti di una nostra iscritta riguardo la competenza territoriale del contenzioso instaurato ai fini della sua immissione in ruolo.

Il Tribunale di Roma, chiamato a decidere sul diritto alla stipula di contratto di lavoro a tempo indeterminato di una docente precaria illegittimamente collocata “in coda” dal MIUR nelle graduatorie ad esaurimento valide per il biennio 2009/2011, aveva inaspettatamente rilevato d’ufficio la propria incompetenza, affermando, in forza dell’art. 413 c.p.c., la competenza del Tribunale di Terni, in quanto “l’area territoriale presso cui la docente deduceva sussistere l’obbligo all’inserimento in graduatoria era sita in località rientrante in circoscrizione diversa” da quella del Tribunale adito e, nel caso di specie, rientrante nella competenza del Tribunale di Terni. I legali ANIEF, però, pur nello sconcerto di tale decisione, avviano la procedura per il regolamento di competenza, e contestano prontamente tale provvedimento davanti alla Suprema Corte di Cassazione deducendo la corretta instaurazione del contenzioso e ribadendo che l’ultimo servizio utile alle dipendenze del MIUR prestato dalla docente precaria era ricadente proprio all’interno della circoscrizione del Tribunale di Roma in forza della “regola di cui all’art. 413 co. 5 c.p.c., secondo il quale, per le controversie relative ai rapporti di lavoro alle dipendenze delle P.A., è competente per territorio il giudice nella cui circoscrizione ha sede l’ufficio al quale il dipendente è addetto, o era addetto al momento della cessazione del rapporto”.

La Suprema Corte, dunque, richiamando il principio “ancor più generale in base al quale, nel caso in cui un rapporto di lavoro si configuri come presupposto per il sorgere del diritto alla costituzione di un successivo rapporto, i criteri di identificazione della competenza territoriale vanno riferiti al rapporto in essere, stante il collegamento funzionale fra i rapporti in questione”, lo ritiene determinante per affermare “la competenza, in relazione al ricorso di docente precaria, del tribunale del circondario nel quale essa prestava la propria attività” al momento della proposizione del primo ricorso.

In accoglimento totale delle ragioni addotte in udienza dai nostri legali, dunque, la Corte di Cassazione conferma la competenza del Giudice del Lavoro del Tribunale di Roma, cassa l’illogica ordinanza prontamente impugnata e condanna il MIUR al pagamento delle spese di procedimento liquidate in oltre 3.000 Euro oltre accessori. La nostra iscritta, ora, potrà proseguire la causa presso il competente Tribunale del Lavoro e vedersi finalmente riconosciuto il giusto diritto all’immissione in ruolo che il MIUR le aveva negato, certa di essersi affidata a legali la cui esperienza in materia è stata confermata anche dalla Suprema Corte di Cassazione.

L’educazione alla cittadinanza ci sta a cuore

Miur – Associazione Rinaldi
“L’educazione alla cittadinanza ci sta a cuore”
Giovedì 12 novembre, ore 15.00
Sala della Comunicazione del MIUR

Presentato il 12 novembre 2015 presso la Sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca il Protocollo d’intesa fra l’Associazione ‘Claudio Rinaldi giornalista onlus’ e il Miur incentrato sul tema dell’educazione alla cittadinanza.

Dal Protocollo scaturirà, fra l’altro, un ciclo di incontri e di laboratori in cui i giornalisti incontreranno gli studenti per aiutarli a sviluppare le conoscenze e i comportamenti necessari al formarsi di una coscienza civile attiva e responsabile. Sarà poi lanciato il concorso “Crescere cittadini”, dedicato a valorizzare il giornalismo scolastico.

All’evento parteciperanno il Ministro Stefania Giannini, giornalisti e soci dell’Associazione Rinaldi, le scuole coinvolte nel progetto, Carlo Verdone e Luca Cordero di Montezemolo.


Presentazione del Premio Studentesco Nazionale “Crescere cittadini”
Giovedì 12 novembre 2015, ore 15

Sala della Comunicazione, MIUR, viale Trastevere 76a

Ore 15: Introduce e modera Buno Manfellotto, giornalista dell’associazione Claudio Rinaldi
Ore 15.05: Intervento di Loredana Schiaffini Rinaldi sul senso della nascita dell’associazione
Ore 15.10: Intervento di Angelo Melone, caporedattore Repubblica tv scuole, sul sostegno alle iniziative dell’associazione rivolte alle scuole
Ore 15.15: Intervento dello studente del Liceo Manara di Roma sul progetto
Ore 15.20: Intervento di Antonio Padellaro, il Fatto Quotidiano, sull’importanza dell’educazione all’uso dell’informazione anche nelle scuole
Ore 15.25: Intervento di uno studente/insegnante della scuola media Ariosto di Roma sul progetto
Ore 15.30: Intervento di Carlo Verdone
Ore 15.40: Intervento di Luca Cordero di Montezemolo
Ore 15.50: Intervento del Ministro Stefania Giannini

Inclusione e disabilità, 29 Paesi Ue a confronto

Inclusione alunni con disabilità

Inclusione e disabilità, 29 Paesi Ue a confronto
Al Miur il meeting dell’Agenzia Europea
per i bisogni educativi speciali e l’educazione inclusiva

Una due giorni per fare il punto sull’educazione e l’inclusione degli alunni con disabilità a livello comunitario. Prenderanno il via questo pomeriggio i lavori del bi-annual meeting della Agenzia Europea per i bisogni educativi speciali e l’educazione inclusiva (European Agency for Special Need and Inclusive Education). L’Agenzia Europea è un organismo indipendente, finanziato dalla Commissione europea e dai 29 Paesi membri, che ha il compito di supportare le politiche e pratiche inclusive tra gli Stati UE.
Tra i temi che saranno affrontati già dal pomeriggio di oggi: le pari opportunità, l’accessibilità, l’inclusività, la promozione della qualità dell’offerta formativa e il successo formativo in tutti i livelli dell’educazione per tutto l’arco della vita.
Nella giornata di domani sarà il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ad aprire i lavori che saranno ospitati presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, a partire dalle ore 9.00.
L’Italia è membro dell’Agenzia europea dal 1996 e ospita il meeting per la prima volta. Il nostro Paese è riconosciuto presso l’Agenzia, e presso gli organismi internazionali di riferimento, come il Paese leader al mondo nell’inclusione scolastica, sia per aver abolito – primo fra tutti, sin dal 1971 – le classi speciali, sia per essere tuttora lo Stato che investe di più in assoluto nella scuola inclusiva. L’Italia è stata recentemente selezionata per due importanti progetti: “Raising Achievement for All Learners in inclusive education” che vede la partecipazione di tre nazioni pilota (Italia, Polonia e Scozia) e che intende raccogliere buone pratiche ed evidenze scientifiche relative al miglioramento dei livelli di apprendimento nei sistemi educativi inclusivi, fornendo un’analisi delle competenze chiave per le scuole e le comunità di apprendimento; “Inclusive Pre-primary education project” che è finalizzato a raccogliere modelli e pratiche per l’educazione inclusiva nel segmento della scuola dell’infanzia.
L’Italia partecipa inoltre al progetto “ICT4IAL – ICT for Information Accessibility in Learning” per l’accessibilità alle informazioni nell’apprendimento, un tema per il quale il nostro Paese ha emanato una legge già nel 2004.
Nell’ambito delle attività dell’Agenzia, anche la recente esperienza fatta dai nostri ragazzi il 16 di ottobre allo European Hearing 2015 “Take action! Luxembourg recommendation”.


BI-ANNUAL MEETING
12 NOVEMBER 2015, ROME, ITALY
PROGRAMME
Thursday 12 November
Meetings will take place at the Italian Ministry of Education, University and Research
(MIUR)
09.00-09.15 Official welcome by Mrs. Stefania Giannini,
Minister of Education, Italy
Sala della
Comunicazione
09.15-10.20 Thematic session on Inclusion in Higher
Education for Representative Board members,
National Co-ordinators and Agency staff
Sala della
Comunicazione
10.45-12.30
Thematic session on Inclusion in Higher
Education for Representative Board members,
National Co-ordinators and Agency staff
(continued)
Sala della
Comunicazione
13.30-14.45 Joint session for Representative Board members,
National Co-ordinators and Agency staff
Sala CNPI
15.00-16.00 Representative Board meeting Sala CNPI
16.00-17.00 Representative Board Experience Exchange
session
Sala CNPI
15.00-17.00 National Co-ordinator’s Experience Exchange
session
Sala del
Parlamentino
17.00-17.15 Summing up – Joint meeting for Representative
Board members, National Co-ordinators and
Staff and greetings by Davide Faraone, Junior
Minister of Education, Italy
Sala CNPI

Nota 12 novembre 2015, AOODGSIP 13595

Ministero dell ‘Istruzione dell’Università e della Ricerca
D.G. per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Ufficio II
“Welfare dello Studente, partecipazione scolastica, dispersione e orientamento”

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
Loro Sedi
Ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali
Loro Sedi
Ai Dirigenti Scolastici degli Istituti Secondari di II grado
Loro Sedi

Nota 12 novembre 2015, AOODGSIP 13595

Oggetto: Pubblicazione elenco scuole partecipanti al Job & Orienta di Verona, ed. 2015

Nota 12 novembre 2015, AOODGOSV 11370

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

 

Ai Dirigenti Scol. degli Ist. di Istr. Sec. di primo e secondo grado, statali e paritari

LORO SEDI

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali

LORO SEDI

Al Sovr. Scol. per la scuola in lingua italiana della Prov. di Bolzano

Al Dirigente del Dip. Istruzione della Prov.di Trento

All’Intendente Scol. per la scuola in lingua tedesca

BOLZANO

All’Intendente Scol. per la scuola delle località ladine

BOLZANO

Al Sovr. agli Studi della Reg. Autonoma della Valle d’Aosta

AOSTA

 

Al Capo Dip. per la formazione superiore e la ricerca

SEDE

 

e p.c. Al Capo Dip. del sistema educativo di istruzione e di formaz.

SEDE

 

Al Capo di Gabinetto

SEDE

 

Al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

SEDE

 

 

 

 

OGGETTO: Bando di concorso nazionale “Progetti didattici nei musei, nei siti di interesse archeologico, storico e culturale o nelle istituzioni culturali e scientifiche”.   Decreto Legge 12 settembre 2013 n.104, art.5.

 

 

Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, in applicazione dell’art.5 comma 2 del Decreto Legge 12 settembre 2013, n.104 avente per oggetto la definizione dei criteri e delle modalità di selezione dei progetti didattici nei musei, nei siti di interesse archeologico, storico e culturale o nelle istituzioni culturali e scientifiche e altri luoghi espositivi dello Stato, delle Regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico, e del successivo Decreto Interministeriale n. 630 del 25.8.2015, bandisce un Concorso nazionale rivolto a Università, Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, Accademie di Belle Arti, Accademia Nazionale di arte drammatica, L.S.I.A. (istituti superiori per le industrie artistiche),Conservatori di musica, Accademia nazionale di danza, Istituti musicali e pareggiati, con un importo complessivo di finanziamento pari a 3 milioni di euro.

 

Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione al bando (allegato alla presente circolare) scadrà il giorno 25 novembre 2015 alle ore 24.00.

 

In considerazione del valore dell’iniziativa, si pregano le SS.LL. di assicurare la più ampia e tempestiva diffusione del Bando presso tutti i soggetti interessati. Si ringrazia per la cortese e fattiva collaborazione.

 

 

 

IL DIRETTORE GENERALE

Carmela Palumbo


Concorso nazionale

“Progetti didattici mei musei, nei siti di interesse archeologico, storico e culturale o nelle istituzioni culturali e scientifiche”

Art.1

Finalità

 

E’ indetto un concorso per progetti didattici da realizzare nei musei, nei siti di interesse archeologico, storico e culturale o istituzioni culturali e scientifiche, e in altri luoghi espositivi dello Stato, delle Regioni, degli altri enti territoriali, nonché di ogni altro ente e istituto pubblico. I progetti sono finalizzati a promuovere la formazione continua dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado e a favorire negli studenti la fruizione consapevole e il senso di appartenenza al patrimonio culturale della Nazione, secondo quanto indicato all’articolo 5, commi 2 e 3, del Decreto Legge del 12 settembre 2013 n.104, coordinato con la legge di conversione dell’8 novembre 2013, n. 128 e quanto indicato all’art.1 del Decreto Interministeriale n. 630 del 25 agosto 2015 (Registro Corte dei Conti, n.4009 del 1 ottobre 2015).

 

Art.2

Soggetti ammessi

 

Possono partecipare al concorso:

  • università

  • istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, anche costituitesi in rete.

  • accademie di belle arti

  • Accademia nazionale di arte drammatica

  • L.S.l.A. (istituti superiori per le industrie artistiche)

  • conservatori di musica

  • Accademia nazionale di danza

  • istituti musicali pareggiati

 

Art. 3

Tipologia di progetti – ripartizione dei finanziamenti – limiti

 

  1. Le tipologie di progetti ammessi a beneficiare del finanziamento, sono le seguenti:

 

Tipologia a – organizzazione di mostre per la conoscenza di aspetti delle collezioni permanenti, degli insediamenti o dei monumenti che privilegi, ove possibile, gli aspetti meno noti dei beni e la loro relazione con il territorio;

 

Tipologia b – interventi per la creazione di aree riservate alle attività didattiche e a laboratori multimediali per tutti i tipi di pubblico;

 

Tipologia c – testi informativi (guide, audioguide, segnaletica, pannelli di sala, totem e postazioni, schede per l’osservazione e l’analisi delle opere o dei luoghi) con attenzione specifica ai bisogni di apprendimento degli studenti con cittadinanza non italiana e delle persone con disabilità;

 

Tipologia d – percorsi didatticamente ‘interattivi’ (con plastici, modellini, tavole termoformate per l’esplorazione tattile, schermi tattili, bassorilievi prospettici, tappeti interattivi, eccetera) dell’intero bene culturale o di parti di esso che siano utili sussidi alla pratica didattica pluridisciplinare;

 

Tipologia e – libri e altri materiali didattici per la conoscenza delle collezioni, degli insediamenti o dei monumenti (in cartaceo o in formato digitale); applicazioni interattive; digitalizzazioni delle collezioni, del sito o del monumento; prodotti multimediali e audio-video, con eventuali sotto titolature a scorrimento (anche pubblicati con licenze aperte per la diffusione e la distribuzione gratuita, senza diritti patrimoniali di autori o eventuali editori).

 

  1. Per ciascuna delle tipologie sopra indicate è previsto un massimale di finanziamento complessivo da ripartire tra tutti i lavori valutati positivamente dalla Commissione di valutazione e un importo massimo finanziabile per ciascun progetto. I massimali di finanziamento sono:

 

Tipologia a – Massimale di finanziamento complessivo da ripartire tra tutti i progetti valutati positivamente: euro 400.000; massimale di finanziamento per ciascun progetto giudicato idoneo: euro 100.000 (centomila);

 

Tipologia b – Massimale di finanziamento complessivo da ripartire tra tutti i progetti valutati positivamente: euro 1.000.000; massimale di finanziamento per ciascun progetto giudicato idoneo: euro 100.000 (centomila);

 

Tipologia c – Massimale di finanziamento complessivo da ripartire tra tutti i progetti valutati positivamente: euro 500.000; massimale di finanziamento per ciascun progetto giudicato idoneo: euro 50.000 (cinquantamila);

 

Tipologia d – Massimale di finanziamento complessivo da ripartire tra tutti i progetti valutati positivamente: euro 600.000; massimale di finanziamento per ciascun progetto giudicato idoneo: euro 60.000 (sessantamila);

 

Tipologia e – Massimale di finanziamento complessivo da ripartire tra tutti i progetti valutati positivamente: euro 500.000; massimale di finanziamento per ciascun progetto giudicato idoneo: euro 50.000 (cinquantamila).

 

  1. Non sarà finanziabile più di un progetto per singolo museo, sito o istituzione.

 

Art.4

Sezioni di finanziamento dei progetti

 

I progetti ammessi alla selezione per il finanziamento sono ripartiti in due sezioni:

  1. Sezione riservata alle istituzioni scolastiche;
  2. Sezione riservata ai restanti soggetti di cui all’art.2.

Ogni soggetto ammesso potrà partecipare con un solo progetto.

 

Art.5

Modalità di partecipazione e presentazione dei lavori

 

  1. La domanda di partecipazione, formulata attraverso l’apposito modulo di presentazione del progetto (all. 1A: ‘Anagrafica e scheda tecnica di progetto’), debitamente compilato in ogni sua parte – firmata in originale e trasformata in un file elettronico di formato PDF dovrà essere trasmessa entro e non oltre le ore 24 del giorno 25 novembre 2015 alla seguente mail: legge104.articolo5@istruzione.it .

 

  1. Ogni domanda, pena esclusione, dovrà essere corredata dalla scheda di budget che è parte integrante della scheda tecnica di progetto.

 

Art.6

Condizioni di partecipazione

 

La partecipazione al Concorso implica da parte degli interessati l’accettazione integrale del Regolamento.

 

Art.7

Documentazione di corredo ai progetti

 

I progetti presentati dovranno essere corredati, pena esclusione, da:

 

  • dichiarazione di assenso del responsabile della struttura destinataria dell’intervento o delle azioni, con l’indicazione del funzionario responsabile del servizio educativo competente incaricato di seguire il progetto (allegato 1B: Modulo di assenso);
  • esplicita dichiarazione, da parte del soggetto proponente, che la realizzazione dell’intervento non determinerà alcun onere diretto o riflesso per i musei e i luoghi interessati (allegato 1A: ‘Anagrafica e scheda tecnica di progetto’- sezione scheda di budget).

 

Art.8

Criteri di valutazione e titoli di preferenza

 

Sono titoli di preferenza, come previsto dall’art.6, comma 4 del Decreto Interministeriale di cui all’art.1 del presente bando:

 

  • la maturazione di esperienze didattiche condivise e consolidate con i servizi educativi dei musei, dei siti e delle istituzioni culturali e scientifiche oggetto del progetto;
  • l’elaborazione del progetto da parte di reti di scuole nel caso in cui il soggetto proponente sia una istituzione scolastica;
  • il ricorso a metodologie, strumenti, contenuti di carattere innovativo;
  • l’attenzione alle esigenze di diversi tipi di utenza e alla fruibilità dei contenuti proposti;
  • la scelta progettuale indirizzata verso musei, siti e istituzioni culturali e scientifiche meno noti, che siano simbolo della memoria storica e della continuità culturale territoriale, regionale e nazionale.

Art. 9

Commissione

 

Un’apposita Commissione di valutazione, costituita presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e composta da rappresentanti del MIUR e da rappresentanti del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo valuterà i progetti pervenuti entro i termini stabiliti designando i vincitori. Il giudizio della Commissione è insindacabile e inappellabile.

 

Art.10

Modalità di verifica e tempi di realizzazione

I soggetti autori dei progetti giudicati idonei e come tali assegnatari di finanziamento, dovranno inviare entro il mese di Marzo 2016, una dichiarazione sullo stato di avanzamento dei lavori all’indirizzo: legge104.articolo5@istruzione.it .

 

I progetti dovranno essere compiutamente realizzati e resi fruibili al pubblico entro e non oltre il 30 giugno 2016.

 

Art.11

Pubblicazione dei risultati

 

L’Elenco dei soggetti vincitori sarà pubblicato sul sito del MIUR.

 

Art.12

Diritti

 

Il MIUR si riserva la facoltà di uso dei progetti presentati senza nulla dovere ai concorrenti, rispettando la paternità dei lavori e impegnandosi a citare gli autori. Il MIUR si riserva altresì il diritto di utilizzare il materiale consegnato per eventuali pubblicazioni, cartacee e on line, per trasmissioni radiofoniche e televisive ed ogni altra forma di diffusione.

I progetti vincitori resteranno di esclusiva proprietà del MIUR che ne disporrà liberamente per gli usi e secondo le modalità definite successivamente dallo stesso.

 

Art. 13

Pubblicità e informazioni

 

Il presente bando sarà pubblicato sul sito web del MIUR e trasmesso agli Uffici Scolastici Regionali per la diffusione negli Istituti Scolastici del territorio.

 

 

 

IL DIRETTORE GENERALE

Carmela Palumbo


 

ALLEGATI

1 A – Anagrafica e scheda tecnica di progetto

1 B – Modulo di assenso

Legge 12 novembre 2015, n. 182

Legge 12 novembre 2015, n. 182

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione. (15G00194)

(GU Serie Generale n.269 del 18-11-2015)

La  Camera  dei  deputati  ed  il  Senato  della  Repubblica  hanno
approvato; 
 
                   IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 
 
 
                              Promulga 
 
la seguente legge: 
                               Art. 1 
 
  1. Il decreto-legge 20  settembre  2015,  n.  146,  recante  misure
urgenti per la fruizione del patrimonio  storico  e  artistico  della
Nazione, e' convertito in legge con  le  modificazioni  riportate  in
allegato alla presente legge. 
  2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a  quello
della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. La presente  legge,
munita  del  sigillo  dello  Stato,  sara'  inserita  nella  Raccolta
ufficiale degli atti normativi della Repubblica  italiana.  E'  fatto
obbligo a chiunque spetti di osservarla e  di  farla  osservare  come
legge dello Stato. 
    Data a Roma, addi' 12 novembre 2015 
 
                             MATTARELLA 
 
 
                                Renzi, Presidente del  Consiglio  dei
                                ministri 
 
                                Franceschini,  Ministro  dei  beni  e
                                delle  attivita'  culturali   e   del
                                turismo 
 
Visto, il Guardasigilli: Orlando

Testo del decreto-legge  20  settembre  2015,  n.  146  (in  Gazzetta
Ufficiale  -  Serie  generale  -  n.  219  del  21  settembre  2015),
coordinato con la legge di conversione 12 novembre 2015, n.  182  (in
questa stessa Gazzetta Ufficiale  -  alla  pag.  1),  recante:"Misure
urgenti per la fruizione del patrimonio  storico  e  artistico  della
Nazione.". (15A08639) 

(GU n.269 del 18-11-2015)

Avvertenza: 
    Il testo coordinato qui pubblicato e' stato redatto dal Ministero
della giustizia ai sensi dell'art. 11, comma 1, del testo unico delle
disposizioni sulla promulgazione  delle  leggi,  sull'emanazione  dei
decreti  del  Presidente  della  Repubblica  e  sulle   pubblicazioni
ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre
1985, n.1092, nonche' dell'art.10, comma 3, del medesimo testo unico,
al solo fine di facilitare la  lettura  sia  delle  disposizioni  del
decreto-legge, integrate con le modifiche apportate  dalla  legge  di
conversione, che di quelle richiamate nel decreto,  trascritte  nelle
note.  Restano  invariati  il  valore  e   l'efficacia   degli   atti
legislativi qui riportati. 
    Le modifiche apportate dalla legge di conversione  sono  stampate
con caratteri corsivi. 
    Tali modifiche sul video sono riportate tra i segni (( ... )) 
 
    A norma dell'art.15, comma 5, della legge 23 agosto 1988, n.  400
(Disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della  Presidenza
del Consiglio dei Ministri), le modifiche apportate  dalla  legge  di
conversione hanno efficacia dal giorno successivo a quello della  sua
pubblicazione. 
 
                             (( Art. 01 
 
 
         Livelli essenziali delle prestazioni nella cultura  
 
   1. In attuazione dell'articolo 9 della Costituzione, la tutela, la
fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale sono attivita'
che rientrano tra i  livelli  essenziali  delle  prestazioni  di  cui
all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione,  nel
rispetto degli statuti delle regioni ad autonomia  speciale  e  delle
province autonome di Trento e di Bolzano e delle  relative  norme  di
attuazione. )) 
 
 
    
                               Art. 1 
 
 
Modifiche alla legge n. 146 del  1990  in  materia  di  sciopero  nei
                    servizi pubblici essenziali  
 
   1. All'articolo 1, comma 2, lettera  a),  della  legge  12  giugno
1990, n.  146,  e  successive  modificazioni,  dopo  le  parole:  «di
vigilanza sui beni culturali;» sono aggiunte le seguenti: «l'apertura
al pubblico regolamentata di musei e altri istituti  e  luoghi  della
cultura, di cui all'articolo 101, (( comma 3,  del  codice  dei  beni
culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo  22  gennaio
2004, n. 42». )) 
                            (( Art. 1-bis 
 
 
                Clausola di neutralita' finanziaria  
 
   1. All'attuazione  delle  disposizioni  del  presente  decreto  le
amministrazioni  interessate  provvedono  con   le   risorse   umane,
strumentali e  finanziarie  disponibili  a  legislazione  vigente  e,
comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. )) 
                               Art. 2 
 
 
                         Entrata in vigore   
 
   1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della  sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della  Repubblica  italiana  e
sara' presentato alle Camere per la conversione in legge.