Risposte evasive dal Miur su chiamata diretta e indifferenza verso chi è senza stipendio da mesi

Risposte evasive dal Miur su chiamata diretta e indifferenza verso chi è senza stipendio da mesi

L’incontro del 23 dicembre è stato molto deludente. Le risposte del capo di gabinetto, assente il Ministro, sono state inesistenti o evasive.

Nessun impegno concreto su retribuzione dei supplenti, problematiche personale Ata e pagamento posizioni economiche, concorso docenti e piano di immissione per i precari esclusi dal piano di stabilizzazione e rientranti nella sentenza della Corte di Giustizia Europea.
Siamo di fronte all’indifferenza più totale davanti alle condizioni di disagio di migliaia di lavoratori.

Circa la mobilità nessun apprezzabile passo avanti. Per questo abbiamo ribadito la radicale contrarietà rispetto alla costituzione degli ambiti territoriali e alla chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti.

Le recenti uscite di un’associazione di dirigenti scolastici, che invitano a discriminare i docenti fra buoni e “contrastivi” provano i pericoli che corre la scuola pubblica del nostro paese in ordine alla libertà di insegnamento, alle possibili derive clientelari, alle torsioni autoritarie, all’autonomia professionale, alla stessa autonomia scolastica. L’unica soluzione possibile è rinviare l’istituzione degli ambiti, ripartendo dagli organici per procedere con la di mobilità ordinaria e straordinaria. La FLC CGIL, a partire dall’incontro programmato per il 28 dicembre, lavora per una intesa che non si basi su piccoli aggiustamenti ma su un approccio completamente diverso rispettoso dei diritti delle persone e della funzionalità delle scuole.

Riunione al MIUR del 23 dicembre 2015 – Definizione degli ambiti territoriali

Riunione al MIUR del 23 dicembre 2015 – Definizione degli ambiti territoriali

 

Si è svolta oggi la prevista riunione di confronto fra il MIUR e le OO.SS. rappresentative sul tema della costituzione degli ambiti territoriali, di cui alla legge 107/15.

Nel merito, si è registrata una netta divergenza di vedute fra l’ANP – che sostiene la necessità di dar corso alla previsione di legge nei tempi e con le modalità fissate – e le altre sigle presenti che, con toni in parte diversi, hanno tutte richiesto un rinvio di un anno, nella prospettiva di una abrogazione o di una sostanziale modificazione della legge sul punto.

Il Capo di Gabinetto, dott. Fusacchia, ha per parte sua dichiarato che il se ed il quando non potevano essere materia di trattativa, stante l’esplicito dettato legislativo, mentre ha dato ampie assicurazioni di disponibilità relativamente al come. Ha anche avvertito, peraltro, che in caso di mancato accordo, il MIUR farà quel che deve fare, senza sconti.

Nel corso della riunione, si sono registrate, da parte di alcune delle sigle presenti, attacchi alla figura dei dirigenti scolastici, sia in relazione a presunte ambizioni autoritarie che alla questione della chiamata diretta dei docenti sugli ambiti territoriali, paventata come strumento di clientelismo sistematico da parte di chi dovrà esercitarla. I rappresentanti Anp hanno vigorosamente reagito sul punto, sottolineando come una tale rappresentazione del ruolo e del profilo dei dirigenti, oltre ad essere infondata, sia palesemente offensiva nei confronti di un’intera categoria professionale, sulla quale ha gravato fin qui il maggior onere per l’attuazione della legge ed il funzionamento delle scuole.

 

L’accostamento delle due tematiche in una stessa seduta – ambiti territoriali e attacco ai dirigenti – non è casuale e fornisce la reale chiave di lettura della recente campagna condotta sui social network e su alcune agenzie on line a proposito dei cosiddetti “docenti contrastivi”.

Così come, durante le polemiche che hanno accompagnato l’iter parlamentare della 107, si sparava sui “presidi sceriffo” per affossare la legge, oggi si mena scandalo su un aggettivo per affossare gli ambiti territoriali, che i sindacati non vogliono.

C’è una coerenza, perversa quanto inconfessata, in questa linea: incassato il piano di assunzioni, si mira a bloccare tutto il resto. E, allora come oggi, viene comodo prendersela con la Croce Rossa, cioè con chi – nonostante tutte le difficoltà – sta in trincea tutti i giorni per mandare avanti la scuola. E lo fanno con particolare decisione perfino sigle sindacali che, sia pure con molto minore peso di noi, dicono di rappresentare la categoria dei dirigenti.

Nel merito della famosa “slide 12” su cui si è sprecata perfino un’interrogazione parlamentare, chi ha occhi per leggere ha già letto da solo: si parlava di docenti contrastivi nei confronti delle scuole e dei piani triennali e non nei confronti dei dirigenti. Quanto a coloro che non hanno occhi per leggere o che non vogliono comprendere o che hanno altri obiettivi, è inutile perder tempo per spiegare quel che non hanno alcun desiderio di capire.

Basterà solo il richiamo ad uno dei più noti e sperimentati strumenti logici per vagliare la validità di un’affermazione: quello che va sotto il nome di “prova ex adverso”. Cosa accadrebbe se la categoria concettuale e comportamentale della “contrastività”, cui con orgoglio si richiamano non pochi dei nostri più accesi contestatori, fosse assunta a criterio regolatore della vita delle scuole, e delle comunità in genere? O, più banalmente, degli studenti nei confronti di quegli stessi docenti?

Decreto per il pagamento delle supplenze

Scuola, Giannini e Padoan firmano decreto per il pagamento delle supplenze

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini e il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan hanno firmato il 23 dicembre il decreto che stanzia i fondi necessari per il completamento dei pagamenti relativi alle supplenze brevi degli ultimi mesi del 2015 e per assicurare la regolarità dei pagamenti di tutto il 2016.
Una prima tranche di pagamenti è già stata effettuata. Il Miur ha chiesto poi alle scuole di avviare entro il prossimo 28 dicembre le procedure per i pagamenti delle supplenze rimanenti. I pagamenti avverranno con emissione straordinaria il 12 gennaio 2016 e saranno accreditati il 19 gennaio. I fondi stanziati e il potenziamento dell’organico previsto dalla Buona Scuola garantiranno, nel 2016, da un lato le supplenze necessarie e dall’altro che tutti i pagamenti avvengano nei tempi previsti. Senza più ritardi.

Da Cipe ok a 5 progetti per oltre 30 milioni

Ricerca, da Cipe ok a 5 progetti per oltre 30 milioni
Dall’infrastruttura di calcolo, agli stage internazionali

Oltre 30 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca. Il Cipe (Comitato interministeriale di programmazione economica) ha ammesso al finanziamento, a valere sul Fondo integrativo speciale per la ricerca (Fisr), cinque iniziative, dall’infrastruttura di calcolo agli stage per studenti universitari e ricercatori in aziende italiane all’estero.

“High performance data network”

Proposto dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), il progetto vuole contribuire a realizzare un’infrastruttura di calcolo innovativa di punta a livello nazionale, dove fare anche formazione a giovani laureati e dottori di ricerca. Valore complessivo: € 13.500.000.

“Go for IT – Italian Talents – global entrepreneurship”

Proposto dalla Fondazione Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane). Obiettivo del progetto è dare ogni semestre la possibilità a 40 tra studenti universitari e giovani ricercatori italiani di sviluppare le proprie competenze e acquisire una mentalità imprenditoriale e internazionale, puntando sulla collaborazione e sull’“ospitalità” delle comunità di imprenditori, innovatori e investitori italiani all’estero (Silicon Valley, Tel Aviv, Singapore, Boston). Gli attori coinvolti sono, oltre al Miur, il Maeci, imprenditori e investitori italiani. Valore complessivo: € 3.000.000.

“Identificazione di agenti bioattivi da prodotti naturali di origine animale e vegetale – PRONAT”

Proposto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) coinvolgendo primariamente il CNCCS (Consorzio Collezione Nazionale di Composti Chimici e Centro Screening), di cui è partner, e gli enti pubblici e privati ad esso connessi con competenze specifiche ed esclusive nelle tematiche del progetto. Obiettivi: costituire una collezione di prodotti naturali provenienti dalle attività di ricerca afferenti al CNR e altri partner accademici come fonte di molecole attive. Valore complessivo: € 6.500.000.

“Nazareno Strampelli” per la ricerca e l’innovazione nella filiera Olivicola-Olearia

Proposto da CREA “Consiglio per la Ricerca e l’Analisi dell’Economia Agraria”, in collaborazione con l’Università degli studi della Tuscia. Il progetto sarà sviluppato in stretta sinergia per fornire, agli operatori ed al territorio nazionale, gli strumenti tecnologici e di ricerca adeguati a supportare il trasferimento e l’applicazione di innovazioni tecnologiche nella filiera. Valore complessivo: € 2.997.753.

Centro internazionale di studi avanzati su ambiente ed impatti su ecosistema e salute umana

Proposto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) includendo anche altri enti pubblici e privati, il progetto è finalizzato alla realizzazione, in seno al CNR, di un Centro internazionale di studi avanzati su ambiente ed impatti su ecosistema e salute umana presso la sede del Polo di eccellenza del Mar Mediterraneo (ex complesso monumentale Roosevelt di Palermo), recentemente costituito. Insieme all’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del CNR di Capo Granitola, il Centro internazionale di studi avanzati su ambiente ed impatti su ecosistema e salute umana intende costituire il polo di riferimento per il Dipartimento DTA del CNR in Sicilia su materie legate alla salute dell’ambiente e dell’uomo. Valore complessivo: €. 6.500.000.

Educazione degli adulti: Italia primo paese in Europa per iscritti a EPALE

Educazione degli adulti: Italia primo paese in Europa per iscritti a EPALE
Oltre 1000 gli italiani registrati sulla nuova piattaforma elettronica europea per l’EDA

Il 2015 segna per l’educazione degli adulti in Italia un risultato positivo. Sono oltre 1000 gli iscritti del nostro Paese a EPALE Electronic Platform for Adult Learning in Europe, la community online, multilingue e ad adesione aperta per insegnanti, formatori, ricercatori, accademici, responsabili delle politiche e chiunque altro svolga un ruolo professionale nel settore dell’apprendimento degli adulti in Europa.

Questo dato colloca l’Italia al primo posto in Europa anche come numero di accessi al portale europeo, che nel complesso registra 9mila e 300 iscritti. La community è gestita in Italia dall’Unità nazionale EPALE con sede presso INDIRE. “É un risultato molto importante nel Paese – dichiara Flaminio Galli, direttore dell’Unità e di INDIRE – dove l’educazione degli adulti è il settore meno regolamentato, riconosciuto e riconoscibile dell’intero sistema educativo. Epale è un luogo di incontro e di confronto tra i diversi attori dell’articolato mondo dell’adult learning. L’interesse nel settore si lega anche alla recente entrata in vigore della riforma nazionale dell’istruzione degli adulti”. L’Europa punta sull’apprendimento continuo della popolazione, fissando al 15% la percentuale di adulti in formazione entro il 2020. L’Italia si ferma al 6,2%, secondo l’ultimo rapporto Eurydice “Adult Education and Training in Europe” del febbraio 2015.

Molto è stato fatto per promuovere EPALE, dal lancio nazionale a maggio durante il Festival d’Europa all’organizzazione di 5 seminari tematici in cui sono state coinvolte circa 400 persone. Gli incontri hanno permesso di presentare la piattaforma e di affrontare alcuni temi centrali per l’educazione degli adulti: inclusione di persone con disagio psichico, alfabetizzazione digitale, educazione all’alimentazione e acquisto consapevole, uguaglianza di genere, migranti e loro bisogni formativi. Questo tema ha suscitato grande interesse, legandosi ad una riflessione sull’inclusione sociale. Nel 2016 si parlerà di educazione in carcere e di alfabetizzazione degli immigrati.

Inoltre è stato creato di un gruppo di lavoro composto da esperti del settore, a supporto dell’Unità nazionale, in grado di garantire il rapporto con le istituzioni, le organizzazioni e il territorio in cui operano e di fornire notizie, contenuti e risorse di qualità per l’implementazione della piattaforma. Ad oggi è presente un ambasciatore EPALE in Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Molise, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Sicilia e Veneto; visto l’interesse sul territorio nel 2016 Indire pubblicherà un nuovo bando per coprire le regioni mancanti.

Tutta la comunicazione passa anche dai canali social, Facebook e Twitter, che negli ultimi mesi hanno visto una crescita esponenziale di fan e followers. La scelta di usare questi canali, fortemente voluta dall’Europa, consente di coinvolgere e condividere con un pubblico ampio e trasversale temi spesso legati solo ad una popolazione senior.
Link alla community: http://ec.europa.eu/epale/it

Nota 23 dicembre 2015, AOODGOSV 14240

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione
– Ufficio III –

AI DIRETTORI E AI DIRIGENTI PREPOSTI AGLI UFFICI SCOLASTICI REGIONALI – LORO SEDI
AL SOVRINTENDENTE SCOLASTICO PER LA PROVINCIA DI BOLZANO
AL DIRIGENTE DEL DIPARTIMENTO ISTRUZIONE DELLA PROVINCIA DI TRENTO
E per conoscenza
AI DIRIGENTI SCOLASTICI DEGLI ISTITUTI DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE STATALI E PARITARI – LORO SEDI
ALL’INTENDENTE SCOLASTICO PER LA SCUOLA IN LINGUA TEDESCA – BOLZANO
ALL’INTENDENTE SCOLASTICO PER LA SCUOLA DELLE LOCALITÀ LADINE – BOLZANO
ALL’ASSESSORE ALL’ISTRUZIONE E CULTURA DELLA REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE D’AOSTA – AOSTA
AL SOVRINTENDENTE AGLI STUDI DELLA REGIONE AUTONOMA DELLA VALLE D’AOSTA – AOSTA
ALL’ASSESSORE AI BENI CULTURALI E PUBBLICA ISTRUZIONE DELLA REGIONE SICILIA – PALERMO
AI PRESIDENTI DELLE GIUNTE PROVINCIALI DELLE PROVINCE AUTONOME DI BOLZANO – TRENTO

OGGETTO: Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2015/2016 – Invio elenco aggiornato indirizzi di esame.

Si inoltra l’elenco aggiornato degli indirizzi di esame di Stato 2016, a seguito delle segnalazioni qui pervenute da parte degli UU.SS.RR., al fine di consentire a codesti Uffici Scolastici Regionali di verificarne ulteriormente la completezza, in considerazione dell’importanza di tale elenco ai fini del corretto e regolare svolgimento degli esami di Stato del corrente anno scolastico con riferimento ai percorsi di studio interessati nel territorio di competenza.
Si fa presente che le integrazioni di alcune curvature sono state effettuate nell’esclusivo interesse degli studenti ed eccezionalmente per questo anno scolastico.
In generale, in ragione del carattere meramente “emergenziale” delle curvature identificate anche nello scorso anno scolastico, occorre richiamare l’attenzione dei dirigenti scolastici sulla necessità di individuare con sollecitudine ed in via esclusiva, come offerta formativa, le specifiche opzioni previste a livello ordinamentale per i vari indirizzi di studio, in completa sostituzione delle curvature (ad eccezione di quelle proprie del liceo artistico), al fine di connotare in modo corretto il piano di lavoro messo in atto.
Si chiede a codesti Uffici Scolastici Regionali, pertanto, entro e non oltre l’8 gennaio p.v. di dare un riscontro alla seguente mail dgosv.ufficio3@istruzione.it sia in caso di presenza in elenco di tutti gli indirizzi che verranno ad esame sia nel caso di ulteriori necessità di integrazioni, specificando con precisione il tipo di indirizzo da inserire e le eventuali istituzioni interessate.

IL DIRETTORE GENERALE
Carmela Palumbo


Indirizzi di esame 2015/16

Stipendi in stand by: mancano i soldi e il Sidi non funziona

da ItaliaOggi

Stipendi in stand by: mancano i soldi e il Sidi non funziona

Con una circolare, ieri il miur ha detto che i supplenti verranno pagati a gennaio

Carlo Forte

I supplenti che non hanno ancora ricevuto lo stipendio lo avranno a gennaio. Lo ha fatto sapere il ministero dell’istruzione con una nota inviata alle scuole ieri. Il dicastero di viale Trastevere ha spiegato che la liquidazione delle spettanze avverrà «sulla base delle disponibilità finanziarie presenti nell’anno 2016».

E ha ordinato ai dirigenti scolastici di effettuare l’autorizzazione delle rate dei contratti che verranno elaborati progressivamente dal sistema. Il tutto a decorrere dal 21 dicembre prossimo venturo ed entro e non oltre il 28 dicembre.

Secondo quanto riportato dal ministero nella nota del 21 dicembre, il rispetto di questi termini consentirà di completare tutte le procedure per l’erogazione delle competenze arretrate in tempo utile per l’emissione di gennaio. E per rientrare nei tempi, il ministero ha richiamato l’attenzione dei dirigenti scolastici «sulla necessità di inserire tempestivamente nel sistema Sidi gestione contratti tutti i contratti di supplenza breve e saltuaria ricadenti nel periodo in oggetto».

In buona sostanza, dunque «si deve attingere alle risorse del prossimo anno», spiega a ItaliaOggi, Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola «evidentemente perché ricadano sull’esercizio finanziario 2016, per mancanza di copertura su quello del 2015. Una circostanza ampiamente prevedibile che si è fatta ricadere sui supplenti, lasciandoli senza stipendio». E comunque «c’è ben poco da stare allegri», commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, «perché, dopo aver lavorato per quattro mesi, 25mila precari trascorreranno comunque il Natale senza aver ancora percepito un euro». La situazione è talmente grave che il 10 dicembre scorso, i 5 sindacati rappresentativi del comparto scuola, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno preso carta e penna ed hanno scritto al ministro, chiedendo un incontro.

Resta il fatto, però, che la liquidazione tardiva delle spettanze retributive non libera il dicastero di viale Trastevere da eventuali responsabilità, per effetto delle quali i diretti interessati avrebbero comunque titolo ad adire il giudice. Che può procedere anche con procedimento sommario e inaudita altera parte. In pratica, i docenti interessati potrebbero far valere in giudizio il contratto individuale di lavoro, che indica anche la retribuzione spettante.

E il giudice potrebbe condannare l’amministrazione a pagare senza che vi sia alcuna necessità che si costituisca in giudizio.

Anno di prova, caos interpretativo

da ItaliaOggi

Anno di prova, caos interpretativo

Viale Trastevere dice che non si può fare su scuole di grado diverso; la dr Molise il contrario

L’anno di prova si può fare anche su scuola di grado diverso.

È quanto afferma la direzione regionale del Molise in un parere emesso il 15 dicembre scorso (protocollo 7227). Che sembrerebbe di diverso avviso rispetto a quanto stabilito dall’amministrazione centrale, con la circolare del 5 novembre scorso (protocollo 36167).

Il provvedimento ministeriale, infatti, esclude che il periodo prestato in diverso grado di istruzione possa essere ritenuto valido ai fini del superamento dell’anno di prova.

Per le classi di concorso, spiega il dicastero di viale Trastevere nella circolare, la supplenza è valida sullo specifico grado di istruzione e in considerazione della corrispondenza degli insegnamenti impartiti con gli insegnamenti relativi alla classe di concorso di immissione in ruolo.

Idem, per la supplenza su posto di sostegno che è valida ai fini dello svolgimento del periodo di prova anche su posto comune e viceversa, nel medesimo ordine e grado di scuola.

La circolare, però, non considera una situazione giuridica sulla quale fa leva l’ufficio scolastico molisano.

E cioè che il periodo di formazione e di prova, sebbene prestato su grado di scuola diverso, venga effettuato facendo riferimento al grado di scuola nel quale il docente sia stato immesso in ruolo.

Secondo la direzione regionale l’anno di prova in grado di istruzione diverso deve essere considerato comunque valido in presenza di due condizioni.

La prima è che il docente tutor appartenga alla medesima classe di concorso di immissione in ruolo del docente neoassunto ovvero sia in possesso della relativa abilitazione. Oppure, nel caso nell’organico della scuola non vi fosse un docente con queste caratteristiche, sia un insegnante che presta servizio in classe affine oppure nella stessa area disciplinare.

La seconda condizione è che l’attività di formazione deve essere comunque svolta con riferimento alla classe di concorso di immissione in ruolo. La decisione dell’ufficio si fonda sulla necessità di andare incontro alle esigenze dei docenti neoimmessi in ruolo nella fase B e nella fase C, in ragione dell’eccezionalità della situazione.

Mai prima di ora si era verificato che migliaia di docenti venissero immessi in ruolo, d’ufficio, in province diverse da quelle che avevano richiesto espressamente «a domanda». E dunque, in molti casi, l’assunzione è avvenuta in provincia diversa da quella di residenza.

Resta ferma, in ogni caso, la possibilità, per questi docenti, di chiedere di accedere alla mobilità interprovinciale fin da quest’anno, in deroga la vincolo quinquennale. Deroga, questa, che è espressamente prevista nella legge 107. Ma ciò vale solo ed esclusivamente per la mobilità nella stessa classe di concorso del ruolo.

Per accedere alla mobilità professionale, invece, è necessario avere superato l’anno di prova.

C’è poi un ulteriore elemento da considerare: la diversità di trattamento tra i docenti immessi in ruolo nella fase B e i loro colleghi assunti nelle fase C. Nel primo caso si tratta di docenti che sono stati assunti sui residui delle immissioni in ruolo ordinarie (fase 0 e fase A).

Pertanto, il reclutamento è avvenuto con l’assegnazione di una cattedra in senso stretto. Tale fase ha interessato gli aspiranti posti al vertice delle graduatorie ad esito delle fasi precedenti.

E dunque, paradossalmente, nella maggior parte dei casi, questi insegnanti hanno dovuto accettare immissioni in ruolo in province anche molto lontane da casa. Di qui la necessità stringente, soprattutto per questi docenti, di superare l’anno di prova già da quest’anno per accedere subito alla mobilità professionale e aumentare le chances di ritorno a casa.

Mentre i docenti con meno punti, sono stati assunti nella fase C, sull’organico di potenziamento, prevalentemente nella provincia di residenza.

Infine c’è il problema dei licei musicali. Che dal prossimo anno, rischiano di trovarsi in difficoltà nel reperire i docenti delle discipline musicali. Le discipline di indirizzo infatti, non hanno ancora le classi di concorso, e le immissioni in ruolo dei docenti che insegnano attualmente in queste scuole è avvenuta prevalentemente sulla classe A032, educazione musicale nella scuola media.

Ciò precluderà alla maggior parte di questi docenti la possibilità di svolgere l’anno di prova precludendo il passaggio di ruolo al liceo. Insomma, un ulteriore problema che rischia di porre nel nulla l’esperienza accumulata negli ultimi 5 anni dai docenti interessati. Esperienza particolarmente preziosa se si si considera che il liceo musicale ha appena 5 anni di vita.

Scrutini, alle superiori quasi il 90% di studenti ammessi all’anno successivo

da La Tecnica della Scuola

Scrutini, alle superiori quasi il 90% di studenti ammessi all’anno successivo

Due studenti su tre (il 66%) ammessi all’anno successivo, mentre il 25% rimane con giudizio “sospeso”: sono gli esiti degli scrutini di giugno scorso per la secondaria di II grado.

Con i risultati che a settembre sono migliorati, portando la percentuale totale di ammessi alla classe successiva all’89,4%. Che corrispondono al 10,6% di bocciati.

I dati sono stati espressi attraverso un Focus, pubblicato il 22 dicembre dal ministero dell’Istruzione, assieme ai dati relativi agli scrutini complessivi, dell’a.s. 2014/15, della scuola secondaria di I e II grado e quelli riferiti all’esame finale del I grado, in riferimento all’anno scolastico.

Entrando nel dettaglio, il primo anno delle superiori si conferma il più selettivo, con l’84,4% di ammessi contro, ad esempio, il 93,5% del quarto anno.

I Licei registrano il maggior numero di promossi (94,1%), seguono gli Istituti tecnici (86,7%) e gli Istituti professionali (82,6%).

Tra i Licei, il Classico ha la quota di ammessi più elevata (97%), la più bassa si trova invece nell’Artistico (89,1%).

Negli istituti professionali, il maggior numero di bocciati è nel settore Industria e artigianato (19,1%).

Tra i Tecnici, il più selettivo risulta il settore tecnologico con il 14,4% di non ammessi, mentre nel settore economico sono il 12,3%. È comunque da osservare che, in entrambi i settori degli Istituti tecnici, le promozioni aumentano in modo significativo con l’aumentare degli anni di corso, fino ad arrivare complessivamente al 91,5% nel quarto anno.

“La preparazione degli studenti con cittadinanza non italiana – spiega il Miur – presenta un divario da colmare rispetto agli italiani: tra gli alunni stranieri i promossi sono il 78,8%, a fronte del 90,1% degli italiani. Una differenza ancor più evidente nel primo anno di corso, dove la percentuale di ammissione degli studenti con cittadinanza non italiana è pari al 69,7%, mentre tra gli italiani è l’85,8%”.

Aumenta, dal 2,2 al 2,4% la quota di studenti che non sono stati nemmeno scrutinati per eccesso di assenze. Il fenomeno è rilevante soprattutto al primo anno (3,5%). Ancora una volta, le ragazze vantano un profitto maggiore dei maschi. Il 59,7% dei voti di matematica tra 8 e 10 nel primo biennio e il 60,1% nel secondo biennio sono stati conseguiti da studentesse, così come il 65,4% dei voti di italiano tra 8 e 10 nel primo biennio e il 65,3% nel secondo. Per quanto riguarda le sospensioni di giudizio, il Focus entra nel dettaglio delle materie meno ‘amate’ dai ragazzi. In cima alla lista, Matematica.

Alla secondaria di I grado migliorano i risultati del test Invalsi. Nel 2014/2015 è stato ammesso all’Esame di Stato della secondaria di I grado il 97,2% degli alunni di terza. Di questi il 99,7% ha superato con successo l’Esame. I tassi più alti di promozione si sono registrati in Trentino e Basilicata (99,9%). Aumentano i 10 e lode (3,1% del totale contro il 2,5% dell’anno prima), i 10 (5,9 contro 5,4), i 9 (16,4 contro 15,8) e gli otto (22,4 contro 21,8). Stabili gli alunni che prendono 7, in calo i 6. Le studentesse raggiungono risultati più brillanti.

Le valutazioni attribuite ai candidati nelle varie prove d’esame sono mediamente prossime al 7. Nella prova di italiano gli studenti hanno riportato risultati migliori rispetto alla prova di matematica. Al colloquio orale si registrano voti più alti. Migliorano i risultati conseguiti nella Prova Nazionale Invalsi in cui gli studenti hanno riportato un voto medio pari a 7,3 (6,8 nell’a.s.2013/14). 92,4 alunni stranieri su 100 sono stati ammessi a sostenere le prove d’esame, contro il 97,7% degli studenti con cittadinanza italiana.

Il Focus evidenza anche che chi prende votazioni molto alte all’Esame di terza poi tende ad iscriversi in un liceo: scelgono un percorso liceale il 94,3% dei 10 e lode, il 90,5% dei 10, l’80,8% dei 9, mentre lo fa solo il 21,3% dei ragazzi che hanno preso 6 che, nel 43,8% dei casi, propendono per un istituto tecnico. Per quanto riguarda gli scrutini intermedi, passa all’anno successivo il 96,9% degli studenti, dato in crescita rispetto al 2013/2014.

Docenti contrastivi, la Uil chiede urgenti interventi appropriati

da La Tecnica della Scuola

Docenti contrastivi, la Uil chiede urgenti interventi appropriati

Anche la Uil Scuola, attraverso il suo segretario generale Pino Turi, interviene in merito ai docenti contrastivi.

“Quel che temevamo come peggiore tra le ipotesi, spiega Turi è accaduto. In una slide, utilizzata in un corso di formazione per dare indicazioni chiare e precise ai dirigenti scolastici  si dice loro che la legge del Governo sulla scuola (la 107) ha tra i suoi vantaggi quello di poter avere ‘mani libere’ in relazione a docenti contrastivi'”.

“Ci domandiamo chi sono questi docenti contrastivi – sottolinea Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola – quelli che non condividono un pensiero, quelli che  non condividono un metodo, quelli che non seguono le mode, quelli che non si adattano? Quelli che non vogliono capire i desideri degli alunni o dei genitori, quelli che agiscono secondo coscienza e insegnano con approccio e spirito laico, opponendo le loro tesi in antitesi con quelle delle altre, quelli  che contrastano promozioni facili, quelli che ritengono che vada insegnata la teoria evolutiva della specie, piuttosto che il creazionismo, quelli che hanno credenze religiose, idee politiche o sessuali diverse?”

“La scuola è luogo di libertà e pensiero critico. E i docenti, prosegue il leader Uil, di cui ha bisogno la nostra scuola sono proprio quelli che per tradizione e cultura  hanno sempre adottato un metodo di insegnamento non dogmatico, comparativo, creando attraverso il dubbio spirito critico ed autonomia di pensiero. Distintivi appunto. Quelli che insegnano come pensare. Non cosa pensare”.

“La nostra richiesta, peraltro ripetuta nelle sedi istituzionali – continua Pino Turi – deve trovare nella politica, nel mondo della formazione e della cultura, della società, un moto di reazione che non può finire in un semplice richiamo alle responsabilità. Servono, e in modo molto urgente, modifiche appropriate alla legge che impediscano e prevengano la trasformazione della scuola da luogo di pluralismo, cultura e libertà ad una sorta di ufficio pubblico in cui il dirigente decide in egual modo di persone e  pratiche come procedure burocratiche da sbrigare”.

“E’ una circostanza che merita l’attenzione massima, non solo del Governo e del Ministro, ma di tutta la comunità, politica e sociale – aggiunge Turi, precisando che lettera in tal senso viene inviata a tutti i parlamentari delle Commissioni Istruzione e Cultura”.

Il segretario Uil si lascia andare ad una citazione per spiegare il suo pensiero: “Lo scenario che si profila è quello delle scuole di tendenza. Si avvera il monito di Pietro Calamandrei   – ‘la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica. Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali”  che nel ’45 prefigurava una sciagura del genere:  quando la scuola diventa scuola di partito, si affossa la scuola pubblica e si apre alla scuola privata'”.

“Il Governo si fermi. E’ ancora in tempo a cambiare le parti sbagliate della legge e questa, collegata al ruolo dei dirigenti, è quella su cui stiamo insistendo da tempo”, conclude Turi.

Equipollenza titoli di studio, firmato decreto da Giannini e Franceschini

da La Tecnica della Scuola

Equipollenza titoli di studio, firmato decreto da Giannini e Franceschini

Il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, e il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, hanno firmato presso il Centro sperimentale di Cinematografia di Roma il decreto del Miur, di concerto con il Mibact, per il riconoscimento dell’equipollenza, rispetto alla laurea, alla laurea magistrale e al diploma di specializzazione, dei titoli di studio rilasciati dalle scuole e istituzioni formative di rilevanza nazionale che operano nei settori audiovisivo e cinema, teatro, musica, danza e letteratura di competenza del Mibact. Il decreto attua una norma contenuta nella legge Buona Scuola e prevede un apposito iter di riconoscimento dei titoli che passa, innanzitutto, da una stretta verifica dei requisiti di qualità degli istituti coinvolti.

“Questo decreto rappresenta un’ulteriore conferma della collaborazione fra i nostri Ministeri, accomunati dalla vocazione per la cultura e la formazione, due elementi che costituiscono, come hanno dimostrato le misure contenute nella Buona Scuola e nella Stabilità 2016, l’asse portante della politica di questo Governo”, ha sostenuto il Ministro Stefania Giannini.

“E’ il primo passo di un percorso che faremo insieme – ha dichiarato il Ministro Dario Franceschini – per investire sulle capacità creative dei giovani talenti italiani. L’alta formazione culturale è l’autentico motore economico del Paese, è doveroso riconoscerla pienamente”.

I due Ministeri già cooperano nell’ambito di un Protocollo che prevede stanziamenti di provenienza Miur per progetti di iniziative culturali e di ricerca volte a valorizzare il settore dei beni culturali, quello delle tecnologie per il restauro, a promuovere la lettura fra i giovani. In attuazione di quanto previsto dalla “Buona Scuola”, sono state poi messe in campo specifiche azioni come il potenziamento dell’Arte nei programmi scolastici e lo sviluppo di specifici percorsi di alternanza scuola-lavoro nell’ambito di istituzioni che si occupano del patrimonio culturale.

Anno di prova per i docenti assegnati su grado di scuola diverso

da La Tecnica della Scuola

Anno di prova per i docenti assegnati su grado di scuola diverso

L’U.s.r. per il Veneto, nell’avanzare alcune proposte per l’utilizzo dei docenti nominati in fase C, chiarisce che per i docenti che sono assegnati in utilizzazione in un grado di scuola diverso rispetto a quello relativo alla classe di concorso di appartenenza, il MIUR si è riservato di fornire successive indicazioni.

Tuttavia, come da notizie anticipate per le vie brevi dal MIUR, la soluzione sarà quella di consentire di svolgere l’anno di prova nell’Istituto in cui gli interessati prestano effettivo servizio, all’interno del quale dovranno essere nominati anche i Tutor e il Comitato di Valutazione. Pertanto, nella nomina dei Tutor, in questi casi particolari, il Dirigente scolastico avrà cura di individuare docenti particolarmente esperti nelle metodologie didattiche e nella conduzione della classe, dotati di prestigio e di autorevolezza, caratteristiche che renderanno più agevole osservare i nuovi docenti nella dimostrazione delle capacità personali, relazionali, metodologiche e professionali generali, cui sopra si faceva riferimento.

Qualora fosse possibile abbinare le caratteristiche prima enunciate ad una classe di concorso che presenta affinità con quella dell’insegnante in anno di prova, ciò costituirà ulteriore motivo di preferenza nella scelta del Tutor.

Proposte di utilizzo dei docenti

La nota regionale si occupa anche di definire le modalità di utilizzo dei docenti neoassunti in ruolo in fase C.

In questa prima annualità, i docenti che hanno assunto servizio per effettuare il periodo di prova e l’anno di formazione e i supplenti che sono stati o che stanno per essere nominati fino al 30 giugno sui posti rimasti vacanti e/o disponibili, qualora non siano stati destinati a sostituire il collaboratore del dirigente scolastico che, secondo le norme previgenti, avrebbe avuto diritto all’esonero dal servizio, devono essere impiegati nella realizzazione di un progetto, con la possibilità di svolgere le eventuali supplenze degli insegnanti assenti fino a 10 giorni.

È pertanto necessario prevedere un impiego su progetto per ciascuno dei docenti nominati in prova e anche per ciascuno dei loro eventuali supplenti (in caso di mancata assunzione di servizio), che consenta, da un lato, l’erogazione di una prestazione utile alla scuola e agli alunni, dall’altro, la valutazione ai fini del superamento dell’anno di prova per i docenti assunti a tempo indeterminato.

Nella predisposizione dei progetti, si dovrà tenere conto delle competenze possedute dai docenti. A questo proposito, è di utile riferimento lo schema di bilancio delle competenze previsto per tutti i docenti neo assunti dal D.M. 850 del 2710/2015, che INDIRE sta predisponendo e che renderà disponibile a breve.

Ad ogni modo, i docenti dell’organico potenziato possono essere impiegati nelle seguenti attività:

  1. priorità previste dall’art. 1, comma 7, della Legge 107/2015;
  2. realizzazione delle priorità previste dal Piano di Miglioramento, in esito al RAV;
  3. altre attività previste dal PTOF;
  4. copertura delle supplenze per assenze entro i 10 gg (tale funzione è, peraltro, assicurata dalla generalità dell’organico dell’autonomia).

 

Scheda di progettazione per l’attività dei docenti

L’U.s.r. propone anche una scheda di progettazione per l’attività dei Docenti dell’organico potenziato, un modello di traccia che non è obbligatorio, ma consente di semplificare la futura successiva fase di monitoraggio.

La scheda è costituita da una prima parte, ad uso esclusivo e facoltativo delle scuole, utile per la progettazione dei percorsi didattici dei singoli docenti. Le progettazioni devono essere sempre e comunque coerenti con il PTOF e con il curricolo generale di Istituto.

La seconda parte della scheda, che potrebbe essere utile alla scuola a titolo di sintesi generale della progettazione, è invece la base comune sulla quale l’Ufficio scolastico effettuerà il monitoraggio. Pertanto, essa sarà oggetto di un formulario on line, disponibile ad un link che sarà successivamente comunicato, a partire dal mese di gennaio 2016, da compilare a cura delle scuole entro il 20 febbraio 2016.

Pagamento dei supplenti: inaccettabili i ritardi

da tuttoscuola.com

Pagamento dei supplenti: inaccettabili i ritardi
Domani l’incontro con il ministro con richiesta di una soluzione

Alla vigilia dell’incontro chiesto dai sindacati della scuola al ministro Giannini, è stato emesso questo comunicato.

“Ancora una volta gli annunci del MIUR si scontrano con la realtà. Migliaia di supplenti non percepiranno gli stipendi maturati a partire dall’inizio dell’anno scolastico.

Nonostante le segnalazioni effettuate, le nostre ripetute denunce e le rassicurazioni ottenute dai rappresentanti del MIUR da tempo sollecitati a risolvere il problema, la fascia più debole del personale scolastico resta senza salario.

Ritenere sufficiente il riallineamento dei pagamenti a gennaio significa non aver chiaro che cosa comporti realmente, per i lavoratori e le loro famiglie, questa situazione, che per il numero di persone coinvolte si configura come vero e proprio dramma sociale.

Incredibile che un Ministero che dovrebbe gestire l’innovazione di un sistema complesso come quello dell’istruzione non faccia fronte al più elementare dei suoi doveri, pagare i propri dipendenti, lasciando  le segreterie alle prese con un sistema informativo pieno di falle.

Non siamo disposti a sopportare l’ennesimo rimpallo di responsabilità tra MIUR e MEF: domani nell’incontro da noi richiesto con il Ministro Giannini lo ribadiremo con forza, chiedendo soluzioni immediate che riportino al centro le persone e i loro diritti fondamentali, garantiti dalla Costituzione”.

Roma, 22 dicembre 2015

 

Domenico Pantaleo, segretario generale FlcCgil

Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola

Giuseppe Turi, segretario generale Uil Scuola

Marco P. Nigi, segretario generale Snals Confsal

Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda Unams

Secondarie, il Miur pubblica i dati degli scrutini

da tuttoscuola.com

Secondarie, il Miur pubblica i dati degli scrutini
Al II grado 89,4% di ammessi, il 1° anno si conferma il più selettivo. Migliorano le performance dei ragazzi, ma Matematica si conferma la materia più ostica. Chi prende voti alti si iscrive in un liceo.

Un nuovo focus, relativo ai dati degli scrutini della scuola secondaria di I e II grado e dell’Esame finale del I grado, per l’a.s. 2014/2015, è stato pubblicato oggi ed è reperibile nella homepage del sito del Ministero

Per quanto riguarda la secondaria di II grado il 66% degli alunni è stato ammesso all’anno successivo, con il 25% circa di ragazzi con giudizio sospeso. Risultati che a settembre sono migliorati, con un 89,4% di ammessi totali all’anno successivo e un 10,6% di bocciati.

Alla secondaria di I grado migliorano i risultati del test Invalsi

 Nel 2014/2015 è stato ammesso all’Esame di Stato della secondaria di I grado il 97,2% degli alunni di terza. Di questi il 99,7% ha superato con successo l’Esame. I tassi più alti di promozione si sono registrati in Trentino e Basilicata (99,9%). Aumentano i 10 e lode (3,1% del totale contro il 2,5% dell’anno prima), i 10 (5,9 contro 5,4), i 9 (16,4 contro 15,8) e gli otto (22,4 contro 21,8). Stabili gli alunni che prendono 7, in calo i 6. Le studentesse raggiungono risultati più brillanti.

Le valutazioni attribuite ai candidati nelle varie prove d’esame sono mediamente prossime al 7. Nella prova di italiano gli studenti hanno riportato risultati migliori rispetto alla prova di matematica. Al colloquio orale si registrano voti più alti. Migliorano i risultati conseguiti nella Prova Nazionale Invalsi in cui gli studenti hanno riportato un voto medio pari a 7,3 (6,8 nell’a.s.2013/14). 92,4 alunni stranieri su 100 sono stati ammessi a sostenere le prove d’esame, contro il 97,7% degli studenti con cittadinanza italiana.

Il Focus evidenza anche che chi prende votazioni molto alte all’Esame di terza poi tende ad iscriversi in un liceo: scelgono un percorso liceale il 94,3% dei 10 e lode, il 90,5% dei 10, l’80,8% dei 9, mentre lo fa solo il 21,3% dei ragazzi che hanno preso 6 che, nel 43,8% dei casi, propendono per un istituto tecnico. Per quanto riguarda gli scrutini intermedi, passa all’anno successivo il 96,9% degli studenti, dato in crescita rispetto al 2013/2014.

Secondaria di II grado, matematica ‘bestia nera’

 Migliorano le performance dei ragazzi delle superiori. Lo scorso giugno ha avuto la promozione il 66,1% degli studenti (erano il 65,1% l’anno prima), con un 25% circa di giudizi sospesi. A settembre il tasso di ammessi è passato all’89,4% dopo gli esami di verifica della sufficienza. Il 10,6% non è stato ammesso. La selezione più dura è sempre al primo anno, con l’84,4% di ammessi contro, ad esempio, il 93,5% del quarto anno.

I Licei registrano il maggior numero di promossi (94,1%), seguono gli Istituti tecnici (86,7%) e gli Istituti professionali (82,6%). Tra i Licei, il Classico ha la quota di ammessi più elevata (97%), la più bassa si trova invece nell’Artistico (89,1%). Negli istituti professionali, il maggior numero di bocciati è nel settore Industria e artigianato (19,1%). Tra i Tecnici, il più selettivo risulta il settore tecnologico con il 14,4% di non ammessi, mentre nel settore economico sono il 12,3%.

È comunque da osservare che, in entrambi i settori degli Istituti tecnici, le promozioni aumentano in modo significativo con l’aumentare degli anni di corso, fino ad arrivare complessivamente al 91,5% nel quarto anno. La preparazione degli studenti con cittadinanza non italiana presenta un divario da colmare rispetto agli italiani: tra gli alunni stranieri i promossi sono il 78,8%, a fronte del 90,1% degli italiani. Una differenza ancor più evidente nel primo anno di corso, dove la percentuale di ammissione degli studenti con cittadinanza non italiana è pari al 69,7%, mentre tra gli italiani è l’85,8%.

Aumenta, dal 2,2 al 2,4% la quota di studenti che non sono stati nemmeno scrutinati per eccesso di assenze. Il fenomeno è rilevante soprattutto al primo anno (3,5%). Ancora una volta, le ragazze vantano un profitto maggiore dei maschi. Il 59,7% dei voti di matematica tra 8 e 10 nel primo biennio e il 60,1% nel secondo biennio sono stati conseguiti da studentesse, così come il 65,4% dei voti di italiano tra 8 e 10 nel primo biennio e il 65,3% nel secondo. Per quanto riguarda le sospensioni di giudizio, il Focus entra nel dettaglio delle materie meno ‘amate’ dai ragazzi. In cima alla lista, Matematica. E non è una sorpresa.