Domani un nuovo anno di Scuola

ANNO NUOVO SCUOLA NUOVA di Umberto Tenuta

CANTO 605 DOMANI INIZIA UN NUOVO ANNO DELLA SCUOLA.

ANNO DELLA SCUOLA BUONA.

 

Coperti gli organici della BUONASCUOLA, ora viene il bello!

Non bastano gli organici a fare una scuola buona.

Chi si è illuso di poter fare una scuola buona riempiendo gli organici di scuola non capisce niente!

La scuola è buona solo se garantisce il successo formativo di ogni figlio di donna!

Non bastano i diplomi e le lauree.

Occorre che dalla scuola escano uomini.

Partoriti dalle donne, a scuola i giovani diventano uomini.

A scuola i giovani acquisiscono innanzitutto gli atteggiamenti umani!

A scuola i giovani apprendono ad amare il prossimo.

A scuola i giovani apprendono la volontà di apprendere.

A scuola i giovani apprendono la capacità di apprendere ad apprendere.

Non basta apprendere le regole della grammatica per saper leggere e scrivere.

Non basta apprendere le date ed i nomi delle battaglie per conoscere la storia dell’uomo.

Non basta apprendere mari e monti per conoscere i nostri fratelli sparsi per il mondo.

Non basta apprendere H2O per conoscere …

La Scuola Buona non offre il Sapere, ma il Saper essere ed il Saper fare.

La Scuola è buona solo se in essa ogni figlio di donna diventa un Uomo.

O Maestre, o Maestri!

Generare uomini è il vostro mestiere.

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

EGOCREANET: relazione morale 2015

EGOCREANET: relazione morale 2015 (www.edscuola.it/lre.html).

Cari amici e colleghi anche nel 2015 abbiamo constatato quanto sia difficile elevare la cultura scientifica con modalita transdisciplinari in un mondo sempre piu ad alta tecnologia nel quale la innovazione viene nascosta ed occultata dietro semplici gesti come pigiare bottoni o sfiorare con le dita un touch screen.
Le attivita scientifico-culturali di Egocreanet ( * ) anche questo anno sono state impostate per dare un contributo allo sviluppo culturale favorendo la realizzazione di progetti ed iniziative capaci di stabilire un’interazione sinergica tra innovazioni tecnologiche e creativita’ sociale che conduca a un nuovo insieme di valori in grado di generare un ciclo di feedback positivo tra innovazione produttività, flessibilità, ma anche solidarietà, sicurezza, partecipazione e responsabilità, nell’ambito di un nuovo modello di sviluppo culturale che renda sostenibile la società e l’ambiente in cui viviamo . Infatti per il cambiamento culturale necessario a rendere vivibile trasformazione sociale ed ambientate non e sufficiente la rivoluzione tecnologia e della informazione e il processo di globalizzazione poiche è evidente l’aumentare su scala globale delle disuguaglianze economiche, dell’esclusione sociale , della decrescita della biodiversita e dell’ accelerazione del cambiamento climatico e di conseguenza dell’ esplosione di coflitti e guerre.
Al fine di evitare i rischi connessi con una innovazione tecnologica priva di un profondo cambiamento culturale le attivita e progetti di Egocreanet questo anno hanno privilegiato la complessa tematica della ” Economia Circolare” in relazione alla produzione specialistica di alimenti funzionali alla prevenzione della salute.
Per tale obiettivo Egoceanet ha recentemente iniziato una attivita di Infobroker nel “promuovere l’innovazione nel settore agricolo”, per tramite la aggregazione di gruppi operativi per dare sviluppo Regionale ed Europeo della “SMART SPECIALIZATION STRATEGY OF FUTURE ECOSYSTEMS” Lo scopo di tale azione sara’ quello di favorire investimenti pubblici e privati in aree territoriali specifiche ad elevate potenzialita’ di cambiamento della tradizionale catena del valore in agricoltura. Gli obiettivi di Egocreanet consistono a) nel diffondere e programmare la strategia di creazione di nuove conoscenze e kow how per promuovere la Economia Circolare e la protezione ambientale, b) sviluppare ed implementare per la produzione di alimenti ad elevato contenuto nutraceutico quale elemento fondante e funzionale alla prevenzione della salute. c) accelerare la trasformazione economica e sociale sulla base del rinnovamento e sviluppo di nuove nicchie di mercato del cibo ad alto valore aggiunto , che mettano in evidenza potenzialita ed opportunita territoriali di sviluppo della agricoltura in un contesto sociale e produttivo rinnovato e cooperativo,d) animare culturalmente la innovazione ed il coinvolgimento in processi di “scoperta imprenditoriale innovativa “, capace di mobilitare sinergie di programmazione e progettazione di multilivello ,pubbliche e private ,sia regionali che interregionali ed europee.
Perseguendo tali obiettivi Egocreanet ha iniziato la promozione del Programma “Serre-Nutraceutiche” ( ** ) guardando a una futura prospettiva di protezione e sostenibilita della produzione di alimenti dal cambiamento climatico dando sviluppo alla produzione di alimenti con caratteristiche terapeutiche iniziando con il settore dell’orto-frutta in serra.
In conclusione come Egocreanet siamo convinti che la difficolta’ di superare la crisi sociale ed economica -finanzuiaria risieda principamente nella incapacita creativa di modificare la organizzazione e produrre un cambiamento del contesto culturale nel quale si creano nuove conoscenze.  Con il nuovo anno 2016 speriamo pertanto  di trovademinori difficolta e maggior successo alla nostra azione collaborativa  finalizzata ad un profondo e dirompente cambiamento del  paradigma culturale e cognitivo della societa industriale ormai strutturalmente obsoleto . 06/GENN/2016 Paolo Manzelli​ Presidente Egocreanet, <pmanzelli2016@gmail.com>
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( * ) -Report Primo Sem. 2015 : https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=61049;
(**) -Serre Nutraceutiche: https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=70899;

PAOLO  MANZELLI
Director of LRE/EGO-CreaNet – University of Florence
EGOCREANET- VALIDATED EUROPEAN -PIC = 959882416
c/o BUSINESS INCUBATOR  ,
POLO SCIENTIFICO UNIVERSITA’ di FIRENZE
50019 -SESTO F.no- 50019 Firenze-
Via Madonna dl Piano ,06
-room: d.132: Phone: +39/055-4574662 Fax: +39/055 2756219
Mobile: +39/335-6760004; SKIPE “manzelli3”

 

Ripetere l’anno di formazione: ingiusto per chi ha ottenuto il passaggio di ruolo

Ripetere l’anno di formazione: ingiusto per chi ha ottenuto il passaggio di ruolo.

 

Lettera dei docenti iscritti al gruppo Facebook

“Docenti di ruolo che hanno ottenuto il passaggio in altro grado”

 

Scriviamo in merito agli aspetti problematici del DM n. 850 del 27 ottobre 2015 e alla successiva circolare ministeriale n. 36167 del 5/11/2015, dopo aver consultato le organizzazioni sindacali che hanno comunicato di aver impugnato davanti al Tar il provvedimento ed aver rappresentato al MIUR la forzatura contenutavi. Riguardo al periodo di prova e formazione, il Ministero ha disposto di includere anche i docenti che hanno ottenuto il passaggio di ruolo, contrariamente a tutta la normativa in vigore fino all’emanazione del DM n. 850. Tale normativa prevedeva che chi avesse ottenuto IL PASSAGGIO DI RUOLO, avrebbe dovuto SOLO EFFETTUARE IL PERIODO DI PROVA (180 giorni di servizio), ma NON ANCHE LA FORMAZIONE. Infatti, nella Circolare Ministeriale 27 marzo 1980, n. 88, nella C.M. 196/2006 e nella nota Prot. n. AOODGPER 3699/2008, aventi sempre per oggetto l’anno di formazione dei docenti, il Ministero affermava che “chi ha ottenuto il passaggio di ruolo o di cattedra di cui all’ art 10 commi 1 e 5 del CCNL 23 luglio 2003, non è tenuto a frequentare l’anno di formazione, di cui all’articolo 440 del Decreto legislativo n.297/94, e che lo stesso anno di formazione va effettuato una sola volta nel corso della carriera.”

A seguito di questa nuova disposizione, che NON COMPARE in modo alcuno all’interno della Legge 107/2015, i docenti che hanno presentato domanda di passaggio di ruolo (ai sensi dell’O.M. n. 4 del 24.02.2015) quando era in vigore la precedente normativa e ottenuto il medesimo tra metà aprile e la fine del mese di giugno 2015 per l’anno scolastico 2015/2016, ovvero PRIMA che il DM. 850 annullasse tutte le norme precedenti, si trovano all’improvviso e SENZA PREAVVISO costretti alla ripetizione dell’iter completo di prova e formazione già svolto su grado differente, sia superiore che inferiore.

Inoltre, gli USR hanno disposto di considerare alla stregua dei passaggi di ruolo e, pertanto, di obbligare di nuovo al periodo di prova e formazione, anche:

  • i docenti vincitori del Concorso 2012, entrati in ruolo su classi di concorso affini (es. A043/A050) che, nel corso dell’A.S. 2014/2015, hanno accettato in surroga l’immissione in ruolo su classe di concorso di grado superiore (es. A050) e che hanno anche ottenuto sede definitiva nella classe di concorso di grado superiore su cui avevano assunto ruolo giuridico;

  • i docenti vincitori del Concorso 2012 che, già di ruolo su una classe di concorso hanno accettato, prima dell’inizio del corrente anno scolastico, una nuova immissione in ruolo su classe di concorso di grado differente .

Ignorando ogni regola di coerenza e parità di trattamento, per gli immessi della Fase C a seguito della 107/2015, sembra INVECE che il MIUR abbia deciso di considerare materie affini quelle comprese negli ambiti disciplinari (di cui al DM n. 354/1998) o comunque quelle che possono essere insegnate con lo stesso titolo di accesso o di abilitazione posseduto ed utilizzato ai fini della immissione in ruolo. Come appunto da normativa. Di conseguenza, pare che i docenti neoassunti su posti di potenziamento che saranno utilizzati in altro ruolo o grado d´istruzione rispetto a quello d’immissione in ruolo potranno comunque svolgere l´anno di formazione e di prova anche in un grado di scuola differente. Ciò non vale però per i passaggi di ruolo ed i vincitori del concorso 2012 che subiscono così le conseguenze negative di una norma che, paradossalmente, ha valore retroattivo ed è sperequativa.

Per le ragioni testé dichiarate, chiediamo che non vi sia obbligo di formazione per i docenti che hanno ottenuto il passaggio di ruolo nel presente anno scolastico, ma che gli stessi siano tenuti SOLTANTO al periodo di prova.

Ciò deve ritenersi valido anche per quei docenti che, dopo aver ottenuto il passaggio di ruolo nel presente anno scolastico, hanno chiesto ed ottenuto di rimandare l’anno di prova, come peraltro prevede la normativa.

Confidando in una risposta esaustiva e positiva al quesito posto ed all’ingiustizia sottolineata, porgiamo distinti saluti.

“Docenti di ruolo che hanno ottenuto il passaggio in altro grado”

https://www.facebook.com/groups/190378321303559/

Disturbi dell’apprendimento e dello sviluppo cognitivo

Università la Sapienza di Roma
BANDO DI CONCORSO ANNO ACCADEMICO 2015/2016
MASTER DI II LIVELLO IN “Disturbi dell’apprendimento e dello sviluppo cognitivo”

Le lezioni di didattica frontale inizieranno entro e non oltre la fine del mese di febbraio 2016 e
si concluderanno nel mese di dicembre 2016.
Le altre attività formative termineranno nel mese di dicembre 2016

Il lato oscuro della forza

Il lato oscuro della forza

di Stefano Stefanel

 

File 06-01-16, 08 54 35Il dirigente scolastico nella scuola dell’autonomia si occupa sia della parte didattica, sia di quella amministrativa, coadiuvato in questa ultima funzione dal Dsga. Si dà per scontato che sia il dirigente scolastico sia il Dsga – dovendo perseguire efficacia, efficienza ed economicità dell’istituzione scolastica – siano per loro natura degli sburocratizzatori e dei semplificatori e che debbano combattere contro la burocrazia ottusa che li circonda. Il rapporto tra burocrazia e funzionamento delle scuole è invece molto più complicato di così, e infatti molti Dirigenti scolastici e molti Direttori dei servizi generali nella realtà sono burocrati e non di poco spessore. Io credo che sia i Dsga, sia i dirigenti siano attratti dal “lato oscuro della forza”, cioè da quella tendenza alla burocrazia incontrollata, al controllo fine a se stesso, alla produzione di documenti lunghi perfetti e inutili. Perché definisco la burocratizzazione come “il lato oscuro della forza”? Semplicemente perché come Obi Uan Ken Obi, Yoda e Luke Skywalker so che la forza (della scuola) viene spesso imbrigliata dentro le maglie orribili del suo lato oscuro (la sua onnivora e incombente burocrazia).

Perché “lato oscuro della forza”? Molto banalmente perché quando si parla di scuola si pensa al maestro Manzi (un volto, una lavagna, delle parole), a don Milani (una stanza, bambini, un prete, foto in bianco e nero), alla mia maestra Maria Gottardo Ribano (le tabelline, la tombola geografica, “Per trovare…” prima di svolgere un problema), agli insegnanti e agli studenti del Liceo che dirigo, agli insegnanti e agli studenti dell’Istituto comprensivo in cui sono reggente. Insomma se penso alla scuola penso agli studenti e agli insegnanti. Il resto deve servire di semplice supporto, aiutare, ma non interferire. E invece non è così: il resto spesso ha una sua potenza indiscutibile fatta di graduatorie, reversali, programmi, bilanci, mansionari, piani delle attività, moduli, protocolli, ecc. C’è la forza (la scuola) e il suo “lato oscuro” (la tendenza della burocrazia ad avere vita propria che nulla ha a che vedere con il processo di apprendimento degli studenti). Ci si deve convivere, ma mai spostarsi in quella direzione, perché sennò ci si dimentica il motivo per cui facciamo scuola. Prendere atto che esiste una struttura amministrativa pensata per supportare e che invece tende a fagocitare ci può permettere di mettere a fuoco il problema nella sua gravità e di capire anche perché sempre più Dirigenti scolastici si proiettano sull’amministrazione occupandosi poco o nulla di didattica, processi formativi, apprendimento dei propri studenti. L’attrazione verso le carte, le mille questioni e grane quotidiane, le esigenze e le pretese del personale ausiliario, la passione per la modulistica da compilare centinaia di volte delle segreterie, l’ossessione del controllo tendono a dimostrare che non c’è tempo per analizzare, studiare e gestire il processo di formazione e apprendimento degli studenti, unica vera mission della scuola.

 

“LIBERA LA TUA COLLERA”

Nel primo episodio di Star Wars il cattivissimo imperatore intima al Maestro Jedi attratto dal lato negativo della forza Anakin Skywalker: “libera la tua collera”. L’invito a passare al lato oscuro della forza attrae Anakin Skywalket che diventa Lord Dath Fener. Questa trasformazione attraverso un’attrazione potente e maligna la vedo quotidianamente anche nella scuola, dove forze oscure complicano le cose semplici, creando al contempo grande attrazione e grande interesse. Vediamo cosa intendo dire con un paio di esempi.

Sia il DPR 275/99 sia la legge 107/2015 prevedono che le scuole abbiano un “piano” (sullo stile di quelli che Han Solo elabora in pochi secondi allorché si mette alla guida del Millenium Falcon). Il POF e il PTOF sono in realtà l’idea che ogni scuola ha di sé declinata su base progettuale, organizzativa, didattica e formativa e nascono da riunioni, incontri, confronti, scambi di stesure e documentazione. Erano e sono documenti su cui lavorano molte persone e che hanno una notevole leggibilità. Entrambi i documenti prevedono una definizione anche economica della loro realizzazione e la loro importanza sta proprio nel costringere la scuola a definire offerte formative e non libri dei sogni. Hanno una loro scansione legata alla durata dell’anno scolastico e sono fortemente predittivi. Correttamente la legge 107/2015 impone triennalità, anticipo dei tempi, collegamento con RAV e Piano di Miglioramento. Perché accanto a questa utilissima progettazione convivono documenti inutili, burocratici, che nessuno legge, che impongono grande lavoro e grandi controlli come il Programma annuale (con le sue variazioni al 30 giugno e novembre) e il Bilancio consuntivo? A cosa servono? A chi servono? Nessuno li legge, i consigli d’istituto li approvano in fretta, sono corredati da lunghe relazioni spesso tratte da fac simili, sono documenti che restano lettera morta in quanto nessun docente, nessun genitore, nessuno studente sa cosa farsene di loro. Anzi si passa un sacco di tempo a spiegare che quei documenti sono incomprensibili dagli stakeholder perché riferiti ad anno solare e non ad anno scolastico. Il “lato oscuro della forza” squaderna qui la sua assoluta potenza ed attrazione, non solo verso la struttura burocratica della scuola, ma anche verso il Dirigente scolastico che da importanza a ciò che è solo teoria cartacea: da qui la preponderanza di Programma Annuale e Bilancio consuntivo nel lavoro delle segreterie rispetto al Piano dell’Offerta Formativa, considerato spesso materia per docenti nonostante abbia una derivazione da una normativa di primo livello. La questione diventa paradossale ed anche psicologicamente incomprensibile quando si arriva ai revisori dei conti: i revisori dei conti non sono “superiori” di nessuno, possono fare rilievi al Dirigente scolastico, ma il loro arrivo terrorizza Dsga e segreterie. Perché? Semplicemente perché il controllo burocratico sulla correttezza di procedure astruse crea una grande paura e così i Dsga passano giornate intere a fornire di carta e ad integrare la carta al solo scopo di rendere soddisfatti i revisori dei conti. C’è un Piano dell’Offerta Formativa, c’è una possibilità per il Miur e probabilmente anche per il Mef di accedere alla “cassa” delle scuole attraverso procedure on line, c’è l’impossibilità di maneggiare soldi o di pagare in contanti: a cosa serve fare un Programma con annesse relazioni e un Bilancio consuntivo con annesse relazioni quando è tutto progettato, realizzato, visibile. Io non chiedo che qualcuno sia d’accordo con me, chiedo solo di spiegarmi perché si viene attratti da tutta questa documentazione prolissa, didatticamente inutile, formativamente inesistente, totalmente autoreferenziale. E perché i revisori dei conti terrorizzino quando analizzano solo la forma e non la sostanza.

Un altro settore dove mi sembra che imperi “lato oscuro della forza” sono i consigli di classe. Qui Dsga e segreterie non c’entrano nulla, c’entra un’idea forte di adempimento: perché si riuniscono regolarmente i consigli di classe? In teoria per discutere e progettare la vita della classe, in realtà perché si deve fare così. Le nostre classi potrebbero essere aperte, per gruppi di livello, per attività, ecc ma i consigli di classe rimarrebbero “chiusi”. Così si passa molto tempo a discutere e verbalizzare per poi arrivare al momento dello scrutinio dove ognuno vota e decide come gli pare, incurante di quello che si è detto per mesi. Provate a fare ad un Collegio docenti questo discorso: “Aboliamo i consigli di classe come riunione periodica calendarizzata e con un ordine del giorno rigido e convochiamo i consigli quando serve per definire progettazioni, percorsi personalizzati (Bes, Dsa, H), visite e viaggi d’istruzione, libri di testo. Insomma lavoriamo a tema e non a calendario. I rappresentanti dei genitori li incontriamo quando è necessario e per definire viaggi d’istruzione e libri di testo”. Non appena fatta la proposta dovreste vedere in atto “il lato oscuro della forza” con gli insegnanti che contabilizzano le possibili riunioni, temono l’attivismo di quelli a cui piace riunirsi, vedono svanire il controllo su molti pomeriggi, insomma vedrete l’attrazione fatale verso i consigli di classe così come sono stati pensati dopo il ’68. Così la discussione è sottomessa al tempo e l’ordine del giorno è sempre generico per permettere ad ogni consiglio di gestire i suoi tre quarti d’ora con metodologie standardizzate. Se poi chiedete ai docenti di formulare una proposta di consigli vi faranno il taglia e incolla dell’anno prima. Quello che potrebbe essere un formidabile strumento di analisi flessibile, capace di lavorare per delega (chi non c’è delega ad altri) e per problemi di quella classe è diventato un mastodontico strumento burocratico. Il Liceo che dirigo ha 56 classi: 4 consigli e due scrutini l’anno. Diciamo un mese intero paralizzato da riunioni su riunioni e la posta intasata dai verbali on line.

Nella scuola abbiamo bisogno di Piani dell’Offerta Formativa ben strutturati, realistici ed economicamente sostenibili e di riunioni snelle e tempestive sempre utilizzate per definire e affrontare problemi. Per decidere è sufficiente votare a maggioranza, perché quando il tempo finisce si fa così. In realtà la mentalità burocratica si annida anche in coloro che dichiarano di odiare la burocrazia. E la cattiva burocrazia dell’adempimento ammazza quella buona del progetto.

 

SEMPLIFICAZIONE ADDIO

Chi lavora nella scuola sa che ogni processo di semplificazione ha prodotto sempre più lavoro, più carte, più tempo perso, più bisogno di personale. Tutti i dipendenti statali (me incluso) dal più (onni)potente direttore generale di ministero al più sottoccupato bidello od usciere hanno perfettamente capito che più si semplifica realmente e più posti di lavoro si perdono. Meno burocrazia meno statali. Punto. Nessun intento semplificatore prevede il mantenimento della stessa pianta organica, né nel settore privato, né nel settore pubblico. Detto questo, l’attrazione verso “il lato oscuro della forza” della complicazione, della burocratizzazione ossessiva, della molestia burocratica è facilmente spiegabile. Più complesse sono le procedure, più burocrazia è attiva, più personale è necessario. Se i mansionari del personale ausiliario della scuola sono rigidi ed autoreferenziale meno possibili e più contrari al servizio sono i tagli. Da qui l’accettazione da parte dei dipendenti pubblici dell’accusa di essere poco efficienti, senza avere altra difesa che il lamentarsi del troppo lavoro (lamentazione cui nessuno crede più).

Può un Dirigente scolastico tagliare burocrazia da solo? Sì, può e può tagliarne tanta. E’ aiutato in questo? No, è solo come Robinson Crusoe e senza neppure Venerdì. Può farcela? Sì, se ci crede. Ci crede? Non lo so: qui sarebbe interessante interrogare i Dirigenti scolastici e vedere qual è la loro reale attrazione per il “lato oscuro della forza”. Ci sono gruppi chiusi su Facebook di dirigenti scolastici in cui vengono posti pubblicamente quesiti di vario genere: la maggior parte di questi riguarda procedure per controllare, vessare dipendenti, burocratizzare, contrastare, contestare, impugnare, sanzionare, mettendo in evidenza un’attrazione molto forte per “il lato oscuro della forza”.

Un concorso per il potenziamento

da ItaliaOggi

Un concorso per il potenziamento

Si muove il governo: assunzioni in vista per 63.712 docenti nel triennio 2016-2018

Antimo Di Geronimo

Il prossimo concorso a cattedra riguarderà anche i posti dell’organico di potenziamento.

È quanto si evince da un decreto emanato dalla presidenza del consiglio dei ministri il 24 dicembre scorso.

Il provvedimento autorizza l’indizione di un concorso per reclutare, complessivamente, 63.712 docenti nel triennio 2016/2018: 52.828 su posti comuni, 5.766 sul sostegno e 5.118 sul potenziamento.

Il decreto sarà pubblicato a breve in Gazzetta Ufficiale. E poi sarà emanato il bando di concorso vero e proprio.

Ma la strada è ancora in salita. Perché il bando, in quanto «legge speciale» del concorso dovrà necessariamente recare la normativa di dettaglio. E per fare questo c’è bisogno che venga sciolto il nodo delle nuove classi di concorso, il cui regolamento stenta a decollare.

Una cosa è certa, però: comunque vada, l’accesso alla selezione sarà consentito solo ai candidati muniti di abilitazione. E dunque, a tutti gli aspiranti docenti che hanno superato Pas e Tfa (percorsi abilitanti speciali e tirocini formativi attivi) oppure sono in possesso di vecchie abilitazioni ottenute grazie al superamento di concorsi ordinari o sessioni riservate. Considerato che la giurisprudenza è concorde nel ritenere abilitanti i diplomi magistrali conseguiti entro l’anno scolastico 2001/2002, è ragionevole ritenere che l’accesso alle procedure concorsuali sarà consentito anche ai candidati in possesso di questi titoli.

Va detto subito che le assunzioni nel triennio rimarranno comunque vincolate alla previa autorizzazione del governo. Che di anno in anno dovrà verificare l’effettiva capienza degli organici e la compatibilità della spesa con le esigenze di bilancio. Ciò vuol dire che, qualora dovessero intervenire nuovi tagli, i vincitori di concorso potrebbero comunque rimanere senza assunzione. In ogni caso, le assunzioni saranno suddivise equamente tra i vincitori di concorso e gli aspiranti docenti ancora inclusi nelle graduatorie a esaurimento. Pertanto, circa 30mila immissioni in ruolo saranno destinate alla stabilizzazione dei precari, attualmente inseriti nelle graduatorie a esaurimento, che hanno scelto di non partecipare alla fase B e alla fase C del piano straordinario di assunzioni. In buona sostanza, dunque, fino a quando le graduatorie non risulteranno esaurite, il reclutamento seguirà il criterio duale previsto dall’articolo 399 del decreto legislativo 297/94: l’assegnazione del 50% dei posti scorrendo le graduatorie del concorso e del restante 50% traendo gli aventi titolo dalle graduatorie a esaurimento.

L’intenzione del governo, infatti, è quella di esaurire completamente le graduatorie provinciali. Dunque, sono stati fugati definitivamente i dubbi sulla sopravvivenza delle graduatorie a esaurimento. Che in prima battuta l’esecutivo voleva abolire del tutto. Salvo ritornare sui propri passi in sede di discussione parlamentare sulla legge 107/2015. Anche il decreto del 24 dicembre, peraltro, cita espressamente l’articolo 399 del testo unico. In ciò conformandosi all’intenzione del legislatore di mantenere in vita il criterio dell’alternanza fino al completo scorrimento delle graduatorie a esaurimento.

Novità sono previste anche per quanto riguarda le prove. Al vaglio dei tecnici del ministero vi sarebbero alcune ipotesi dirette ad eliminare la prova preselettiva per le scuole secondarie. E ad introdurre uno scritto informatizzato e una prova orale basata su una lezione simulata, sulla scorta di quanto già previsto per il concorso del 2012. Per quanto riguarda invece la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, i tecnici di viale Trastevere sarebbero dell’avviso di mantenere la prova preselettiva. Agli aspiranti docenti di scuola primaria sarà richiesta anche la conoscenza di un livello minimo di inglese. Ai docenti che saranno immessi in ruolo il prossimo anno sarà risparmiato l’assoggettamento al nuovo regime dell’apprendistato triennale previsto dalla legge 107: un percorso per prevede l’assunzione dei vincitori di concorso a tempo determinato per un triennio, a stipendio ridotto e solo per le sostituzioni dei docenti assenti, senza l’assegnazione della cattedra. Al termine del quale è prevista un’ulteriore valutazione da parte del dirigente scolastico, dalla quale discenderà l’assunzione a tempo indeterminato oppure il licenziamento. Le nuove norme, infatti, entreranno in vigore solo dopo l’emanazione del decreto legislativo di attuazione, per il quale il governo ha 18 mesi di tempo dalla data di entrata in vigore della legge 107.

Dal 2016 trasferimenti anche sul potenziamento

da ItaliaOggi

Dal 2016 trasferimenti anche sul potenziamento

Sarà il dirigente ad assegnare i docenti alle cattedre o alle attività

Antimo Di Geronimo

I trasferimenti e i passaggi, con effetti dal 1° settembre 2016, saranno disposti sull’organico dell’autonomia. Quest’anno, invece, i movimenti sono stati effettuati solo su posti e cattedre dell’organico di diritto. Mentre sull’organico di potenziamento sono state disposte le immissioni in ruolo della fase C. Dal 2016, organico di diritto e organico di potenziamento si fonderanno invece in un unico elenco: l’organico dell’autonomia. E i movimenti saranno effettuati facendo riferimento al nuovo assetto. Sarà il dirigente scolastico, all’esito dei movimenti, a decidere quali docenti assegnare alle cattedre in senso stretto e quali all’organico di potenziamento. Stando ad una recente interpretazione dell’amministrazione centrale, peraltro, le distinzioni tra i due organici sarebbero destinate ad estinguersi anche nella prassi. E ciò sembrerebbe legittimare anche eventuali soluzioni miste. Vale a dire, docenti assegnati su frazioni di cattedre con ore di completamento sulle ore di potenziamento e viceversa. Dal prossimo anno, dunque, anche i docenti che avranno mantenuto la titolarità della sede potranno essere assegnati sul potenziamento. E per contro, gli insegnanti che entreranno nell’organico dell’autonomia delle scuole, in quanto tratti dagli albi territoriali, potranno comunque essere assegnati su cattedre in senso stretto. A nulla rilevando il possesso di eventuali precedenze. Che avranno valore solo ai fini dell’assegnazione della sede. La bozza di contratto sulla mobilità di quest’anno recepisce, infatti, tutta la normativa sulle precedenze. Che avrà valore in tutte e 4 le fasi in cui sarà suddivisa la mobilità: 1) comunale; 2) endoprovinciale; 3) professionale e interprovinciale; 4) assegnazione agli ambiti territoriali dei docenti neoimmessi in ruolo nelle fasi B e C. Resta da vedere in che misura sarà data facoltà ai docenti titolari delle precedenze di avvalersi delle relative priorità. La procedura è ormai collaudata quando siano in gioco le titolarità. Ma è del tutto nuova per quanto riguarda la relativa applicazione nella mobilità tra ambiti. Non è ancora chiaro, infatti, se le precedenze vincoleranno anche i dirigenti scolastici, all’atto della scelta dei docenti collocati negli ambiti, oppure si esauriranno nella fase dell’assegnazione agli ambiti stessi. Ipotesi meno probabile della prima. Specie se si considera che le leggi speciali da cui discendono le preferenze non pongono limiti al diritto di priorità nella scelta della sede dei titolari delle relative precedenze.

Mobilità 2016, le concessioni del Miur non bastano: la chiamata diretta dei prof rimane

da La Tecnica della Scuola

Mobilità 2016, le concessioni del Miur non bastano: la chiamata diretta dei prof rimane

Il nuovo contratto sulla mobilità, con la new entry degli albi territoriali previsti dalla Legge 107/15,  si sta sempre più trasformando in una patata bollente.

Certo, nell’ultimo incontro di fine anno il Miur ha fatto diverse concessioni ai sindacati: nella nuova bozza di contratto ha infatti acconsentito sulla mobilità su sede in fase provinciale (e non solo su ambito come previsto in precedenza) sia per i neo assunti in fase zero e A, sia per tutti gli insegnanti entrati di ruolo sino al 2014 che dovessero esprimere desiderio di cambiare scuola di titolarità. E in questa casistica rientrerebbero pure i circa 8mila soprannumerari, che con l’adozione delle imminenti nuove classi di concorso potrebbero diventare anche di più.

In pratica, spiega la Flc-Cgil, “potranno presentare domanda, continuando ad indicare le singole scuole, tutti i i docenti già di ruolo prima della legge 107 che lo vorranno, in aggiunta a coloro che, in esubero o DOS, intendono acquisire una titolarità di scuola o rientrare nella ex scuola di titolarità se trasferiti come perdenti, posto negli ultimi 8 anni, cosi come prevede il vecchio contratto”.

Sempre il sindacato guidato da Mimmo Pantaleo, ha messo però in evidenza che sono davvero ancora troppo alti i “paletti” imposti dal Miur. O meglio, dal testo della riforma della Buona Scuola. Che impone gli albi territoriali. I quali, seppure dal Governo contestino questa definizione, comporteranno la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici. Per evitare ciò, i sindacati chiedono allora che gli albi vengano graduati. Ovvero che si formino delle graduatorie per ambiti, con i punteggi derivanti da criteri e valutazione dei titoli non molti diversi da quelli che nel corso degli ultimi decenni hanno comunque garantito un turn over, sempre discusso, ma tutto sommato regolare.

La Flc-Cgil non ha dubbi: questo modello organizzativo, adottato “con criteri oggettivi”, permetterebbe di far giungere “i docenti di cui la scuola ha bisogno in base alle esigenze deliberate nel POF triennale. Attuare gli ambiti (come entità geografica o amministrativa) è possibile, ma a condizione di non mettere in moto meccanismi di discrezionalità di scelta da parte dell’amministrazione”, dice ancora il sindacato.

Peccato che il comma 73 della L. 107 non dica proprio così, ma che “dall’anno scolastico 2016/2017 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali”. E cambiare una legge dello Stato con un contratto appare una missione davvero impossibile.

Come se non bastasse, i tempi per raggiungere un eventuale accordo sono strettissimi: il Miur ha di nuovo convocato i sindacati per lunedì 11 gennaio, quando si discuterà sulla terza bozza di accordo. Poi, l’intenzione dei dirigenti di Viale Trastevere è chiudere il cerchio il 15, solo quattro giorni dopo, in occasione di quello che nelle intenzioni dell’amministrazione dovrebbe essere l’ultimo incontro per definire nuovo contratto sulla mobilità.

Ora, rimane francamente difficile pensare che in 10 giorni si riesca ad uscire da questo vespaio.

Soprattutto perché sia all’interno della triade dei Confederali sia in seno agli altri due sindacati (Snals e Gilda) che si siedono al tavolo della contrattazione, la prevalenza di giudizi è negativa. I rappresentanti dei lavoratori sanno bene che sottoscrivere un contratto che preveda la chiamata diretta del personale docente comporterebbe seri rischi di trasformarsi in un autogol di consensi.

Per poi diventare una vera debacle, con un pullulare di proteste, qualora si estenda, già l’anno successivo, anche a tutti i docenti che chiedono di avvicinarsi a casa. E pure a coloro che, con decenni di carriera alle spalle, sono finiti loro malgrado nei “gangli” della soprannumerarietà.

Mobilità: nessun contratto potrà modificare la legge 107

da La Tecnica della Scuola

Mobilità: nessun contratto potrà modificare la legge 107

Anche dopo ripetute letture, la legge 107 offre ancora sorprese ed elementi di interesse, soprattutto perchè su alcuni punti il dibattito è stato molto modesto.
Si sono sviscerate in lungo e in largo le questioni della valutazione dei docenti e dei nuovi compiti dei dirigienti scolastici ma poco si è detto su aspetti formali o precedurali che però adesso stanno diventando importanti.
Prendiamo ad esempio il testo del comma 196. E’ una vera “bomba”, neppure nel decreto Brunetta si trova una espressione così netta e incontrovertibile: “Sono  inefficaci  le  norme  e  le  procedure  contenute  nei contratti collettivi, contrastanti con quanto previsto dalla presente
legge”.
Stante questo comma c’è da chiedersi su quali elementi si possa basare un qualunque accordo fra sindacati e ministero per affrontare la questione della mobilità del personale docente.
Ora, se si legge attentamente il comma 108 sul piano straordinario di mobilità le procedure sono definite in modo piuttostosto minuzioso. E il comma 73 recita precisamente che “dall’anno scolastico 2016/17 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali”.
Difficile quindi che un accordo sindacale possa smentire questi principi.
Allo stato attuale la soluzione potrebbe quindi consistere nel tirare per le lunghe tutta la procedura in modo da non rinviare il più possibile la creazione degli ambiti. E, senza ambiti, bisognerà per forza di cose fare riferimento alle vecchie regole.
Appare al contrario poco credibile l’ipotesi sostenuta qualche giorno dai sindacati secondo cui al Ministero si sarebbero resi conto della necessità di percorrere la via contrattuale per correggere le storture più evidenti della legge.
Ma i dubbi saranno sciolti fra pochi giorni perchè lunedì prossimo le parti si incontreranno nuovamente per capire in che modo procedere.

Avviso da 5,6 milioni per Wi-Fi nei Centri per Istruzione degli adulti

da La Tecnica della Scuola

Avviso da 5,6 milioni per Wi-Fi nei Centri per Istruzione degli adulti

Risorse per oltre 5 milioni di euro per dotare di Reti Wi-Fi, laboratori mobili e ambienti digitali per l’apprendimento i 126 Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA). Questo l’obiettivo dell’Avviso pubblico contenente la prima misura per i CPIA nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (FSE-FESR) 2014-2020.

Lo stanziamento, di complessivi 5,6 milioni di euro, è rivolto a tutti i centri per l’istruzione per adulti. Per accedervi, le strutture dovranno inviare, entro il 15 febbraio 2016, secondo le modalità previste dal bando:

• progetti per la realizzazione di infrastrutture di rete LAN/WAN, che potranno ricevere ognuno un finanziamento per un massimo di 18.000 euro;
• progetti per la realizzazione di ambienti digitali, come spazi alternativi per l’apprendimento, laboratori mobili per varie discipline, aule tradizionali arricchite da dotazioni tecnologiche, con uno stanziamento massimo di 24.000 euro per singolo progetto;
• proposte per postazioni informatiche e per l’accesso dell’utenza e del personale ai dati e ai servizi digitali della scuola, con uno stanziamento massimo di 3.000 euro.

L’Avviso, coerentemente con il Piano Nazionale Scuola Digitale, costituisce un segnale di attenzione verso l’istruzione per adulti e non prevede una selezione delle proposte presentate. I CPIA dovranno elaborare e inviare un proprio progetto e questo verrà finanziato, in base alla proposta presentata.

M5S, basta minacce dei presidi ai docenti

da La Tecnica della Scuola

M5S, basta minacce dei presidi ai docenti

“Dopo le minacce rivolte nei confronti dei docenti che legittimamente protestano contro il Pof, ora il vice presidente dell’Anp (Associazione nazionale Presidi) torna sui suoi passi e tenta di chiarire in maniera non rassicurante e comunque inefficace una realtà dei fatti che il M5S aveva già denunciato sin dall’inizio della presentazione della legge 107: il governo ha messo la scuola nelle mani di presidi manager, con il rischio concreto che molti di loro ora esercitino un vero e proprio potere ricattatorio nei confronti della classe docente, a scapito degli insegnanti e di tutti i presidi che si riconoscono in una scuola democratica e aperta”. Lo affermano i parlamentari M5S della Commissioni Cultura di Camera e Senato.

“A questo – continuano i parlamentari M5S – si aggiunge un’altra nefasta conseguenza per i docenti: molti di coloro che non si adegueranno al Pof, saranno costretti a chiedere la mobilità, finendo così all’interno degli ambiti territoriali, dunque senza nessuna certezza sul loro futuro, e stessa sorte toccherà anche ai vincitori di concorso”.

“Dispiace – concludono – che nella bozza di contratto i sindacati abbiano accettato un ‘contentino’ che di fatto discrimina i docenti e salvaguarda solamente coloro che sono stati immessi in ruolo entro il 31 agosto 2015. Questi ultimi potranno trasferirsi mantenendo la titolarità della sede, mentre per tutti gli altri sarà caos e incertezza perenne”.

Saranno più di 8.000 gli animatori digitali nelle scuole dal prossimo 7 gennaio

da La Tecnica della Scuola

Saranno più di 8.000 gli animatori digitali nelle scuole dal prossimo 7 gennaio

Debutteranno al rientro a scuola, dopo le vacanze natalizie, 8.303 insegnanti che guideranno l’attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale e si occuperanno di innovazione nelle loro scuole.

In prevalenza sono donne (4.594 le Animatrici contro i 3.709 degli Animatori), hanno in media 45 anni e due su quattro provengono dall’area scientifica.

In particolare, sono 5.443 docenti del I ciclo d’istruzione e 2.860 del II ciclo, che avranno il compito di portare l’innovazione digitale nella loro comunità scolastica, e seguire, per il prossimo triennio, il processo di digitalizzazione della scuola di appartenenza.

Si occuperanno di organizzare attività e laboratori, individuare soluzioni tecnologiche e metodologiche innovative da portare nel proprio istituto (ambienti di apprendimento integrati, biblioteche multimediali, ecc.) e lavorare per la diffusione di una cultura digitale condivisa. Per la formazione di queste figure, previste dal PNSD, sono stati stanziati 850.000 euro a livello nazionale. Ad ogni scuola, inoltre, verranno assegnati 1.000 euro per la realizzazione dei progetti digitali.

Nei prossimi giorni tutte le scuole riceveranno dal Miur specifiche Linee guida per la redazione del loro Piano Digitale, declinazione interna a ciascun istituto del Piano generale. Il documento sarà collegato, anche in vista delle prossime iscrizioni, al nuovo Piano triennale dell’offerta formativa che servirà alle famiglie per fare la loro scelta.

È anche disponibile l’elenco delle scuole che si occuperanno della formazione degli animatori.

Un concorso per la Settimana delle culture digitali

da La Tecnica della Scuola

Un concorso per la Settimana delle culture digitali

L.L.

Dal 4 al 10 aprile 2016 si svolgerà la prima Italian Week for Digital Cultural Heritage, Arts & Humanities – Settimana delle culture digitali, in occasione della quale è stato indetto il concorso “Crowd-dreaming: i giovani co-creano culture digitali” (#igiovanicocreano)

Il concorso è promosso dalla rete “Digital Cultural Heritage, Arts & Humanities School”, che riunisce oltre 50 soggetti tra università, enti di ricerca nazionali, istituti di cultura, associazioni e altre organizzazioni. Scopo comune è rispondere al bisogno di formazione sulle competenze digitali da parte degli operatori dei settori patrimonio culturale, arti e scienze umanistiche, trasformare la domanda da potenziale ad attuale, ottimizzare il contesto di mercato, orientando le scelte politiche in Italia e in Europa sulla base delle più avanzate attività di ricerca e innovazione.

Il concorso è esteso ai giovani delle scuole elementari, medie e medie superiori italiane ed estere, che presentino le loro opere in lingua italiana.

La registrazione deve essere effettuata entro la mezzanotte del 29 gennaio 2016, mentre gli elaborati dovranno essere presentati entro il 18 marzo 2016.

Per info: http://www.diculther.eu/concorso-crowddreaming/