L’ISOLA CHE NON C’E’…

12ª Rassegna Nazionale di Teatro Educativo IL GERIONE
c/o Ass.to all’Istruzione – Comune di Campagna
Largo della Memoria, 1
84022 Campagna (SA)

Campagna (SA) 9 – 28 maggio 2016
“L’ISOLA CHE NON C’E’…”
Utopia: forza trainante dell’esistenza!


 

Deliberazioni del Consiglio d’Istituto

Deliberazioni del Consiglio d’Istituto

di Gerardo Marchitelli

 

Premessa

La consuetudine affinchè venga apprezzata quale elemento interpretativo della legge è necessario che non sia contraria alla stessa legge o alle norme imperative. Diversamente, rappresenta solo un errore ripetuto da tanti e una consuetudine contro legge.

  1. La delibera.

Una deliberazione  rappresenta, in diritto, l’atto giuridico, imputato ad un organo collegiale, di conseguenza ai suoi componenti e non a questi singolarmente.

Proprio perché imputata al consiglio, ma non alle singole persone che lo compongono, la validità della deliberazione, richiede che la stessa riceva il voto favorevole di una quota dei componenti (il cosiddetto quorum funzionale o deliberativo).

Il quorum funzionale o deliberativo indica il numero a favore da ottenersi perché una proposta possa essere approvata.

Il consiglio di istituto è presieduto da uno dei membri, eletto a maggioranza assoluta dei suoi componenti, tra i rappresentanti dei genitori degli alunni. Il consiglio di istituto elegge nel suo seno una Giunta esecutiva, composta di un docente, di un impiegato amministrativo o tecnico o ausiliario e di due genitori. Della giunta fanno parte di diritto il dirigente scolastico, che la presiede ed ha la rappresentanza dell’istituto, ed il direttore amministrativo dei servizi di segreteria che svolge anche funzioni di segretario della giunta stessa. Il consiglio di istituto, fatte salve le competenze del collegio dei docenti e dei consigli di intersezione, di interclasse, e di classe, ha potere deliberante, su proposta della giunta.

Le proposte della giunta devono essere sottoscritte dai suoi componenti e il dirigente scolastico, in qualità di presidente della giunta invita il presidente del consiglio di istituto a convocare l’organo che presiede. La Giunta invita il presidente del consiglio a convocare l’organo che presiede quando lo impone la legge o quando lo ritiene opportuno. Il potere di convocazione viene meno non appena l’organo legittimato decade dai suoi poteri. Il Testo Unico assegna alla Giunta, costituito da una pluralità di membri, la richiesta di convocazione del consiglio, pertanto deve essere fatta con delibera dell’intera giunta; diversamente, la richiesta di convocazione disposta dal singolo membro, rende le successive delibere del consiglio di istituto, invalide.

 

  1. I compiti della Giunta esecutiva.

La Giunta, oltre a proporre al Consiglio, deliberazioni su aspetti della vita scolastica, istruisce, predispone e formalizza i provvedimenti amministrativi da deliberare. La Giunta, non delibera, ma valuta la legittimità e correttezza dell’istruttoria, della predisposizione e della formalizzazione del provvedimento finale, che sarà adottato/deliberato dal Consiglio di istituto.

La cura delle deliberazioni del Consiglio sono imputate alla Giunta.

Il legislatore pone di diritto tra i componenti della giunta, il Dirigente scolastico e il Direttore amministrativo, il quale svolge con autonomia operativa e responsabilità diretta, attività di istruzione, predisposizione e formalizzazione degli atti amministrativi ed è funzionario delegato e ufficiale rogante.

Un profilo, di alto valore professionale, che presuppone una preparazione amministrativa di non poco conto. E’ un livello che va ben oltre, le sole funzioni contabili e che fa della sua professione, un supporto che né la scuola e né il dirigente può farne a meno, a fronte, ormai, di una complessità organizzativa che propone problematiche diverse e molteplici.

 

La Giunta prepara i lavori del consiglio di istituto, fermo restando il diritto di iniziativa del consiglio stesso, e cura l’esecuzione delle relative delibere da adottare in Consiglio di istituto.

Quindi la cura delle delibere, sono imputate all’organo collegiale della Giunta e non a questi singolarmente. Ai sensi dell’art. 10 del Testo Unico, la Giunta, propone e ha cura delle delibere del Consiglio di istituto, sulle seguenti materie:

  1. a) adozione del regolamento interno del circolo o dell’istituto che deve fra l’altro, stabilire le modalità per il funzionamento della biblioteca e per l’uso delle attrezzature culturali, didattiche e sportive, per la vigilanza degli alunni durante l’ingresso e la permanenza nella scuola nonché durante l’uscita dalla medesima, per la partecipazione del pubblico alle sedute del consiglio ai sensi dell’articolo 42;
  2. b) acquisto, rinnovo e conservazione delle attrezzature tecnico-scientifiche e dei sussidi didattici, compresi quelli audio-televisivi e le dotazioni librarie, e acquisto dei materiali di consumo occorrenti per le esercitazioni;
  3. c) adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali;
  4. d) criteri generali per la programmazione educativa;
  5. e) criteri per la programmazione e l’attuazione delle attività parascolastiche, interscolastiche, extrascolastiche, con particolare riguardo ai corsi di recupero e di sostegno, alle libere attività complementari, alle visite guidate e ai viaggi di istruzione;
  6. f) promozione di contatti con altre scuole o istituti al fine di realizzare scambi di informazioni e di esperienze e di intraprendere eventuali iniziative di collaborazione;
  7. g) partecipazione dell’istituto ad attività culturali, sportive e ricreative di particolare interesse educativo;
  8. h) forme e modalità per lo svolgimento di iniziative assistenziali che possono essere assunte dal dall’istituto.
  9. i) criteri generali relativi alla formazione delle classi, all’assegnazione ad esse dei singoli docenti; l)all’adattamento dell’orario delle lezioni e delle altre attività scolastiche alle condizioni ambientali e al coordinamento organizzativo dei consigli di intersezione, di interclasse o di classe;
  10. m) esprime parere sull’andamento generale, didattico ed amministrativo, del circolo o dell’istituto, e stabilisce i criteri per l’espletamento dei servizi amministrativi;
  11. n) sperimentazione ed aggiornamento previste dagli articoli 276 e seguenti. 6. Esercita le competenze in materia di uso delle attrezzature e degli edifici scolastici ai sensi dell’articolo 94.
  12. o) iniziative dirette alla educazione della salute e alla prevenzione delle tossicodipendenze previste dall’articolo 106 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990 n. 309. 8.
  13. p) su ogni argomento attribuito dal testo unico, dalle leggi e dai regolamenti, alla sua competenza.

 

  1. La consuetudine contro legge.

 

Vediamo in dettaglio, di fatto, in ordine a quanto detto, concretamente, quali sono, di solito, le procedure che precedono le deliberazioni del Consiglio di istituto messe in atto nella Scuola:

  • la Giunta non è convocata;
  • Il dirigente convoca il Consiglio di istituto;
  • Il dirigente propone al Consiglio le deliberazioni da adottare;
  • Il dirigente istruisce, predispone e formalizza i provvedimenti amministrativi da deliberare;
  • cura la pubblicazione delle delibere.

 

Ci si trova di fronte, ad una procedura giuridicamente illegittima, che espropria la Giunta del potere di richiesta di convocazione e del potere di proporre materie su cui deliberare in Consiglio. I membri della Giunta sono di fatto, convocati, in quanto membri del Consiglio, senza che questi abbiano condiviso né la richiesta di convocazione e né le materie su cui deliberare. Non solo, la Giunta viene espropriata dalla valutazione degli atti, in ordine all’istruttoria, alla predisposizione e alla formalizzazione delle delibere. Un eccesso di potere da parte del dirigente che determina la nullità degli atti (invalidità delle delibere assembleari per difetto di convocazione).

E’ bene ribadire che il Consiglio delibera su proposta della giunta e non su proposta dei singoli membri.

La consuetudine affinchè venga apprezzata quale elemento interpretativo della legge è necessario che non sia contraria alla stessa legge o alle norme imperative. Diversamente, rappresenta solo un errore ripetuto da tanti e una consuetudine contro legge.

Pronti al debutto oltre 8mila animatori digitali

da La Stampa

Pronti al debutto oltre 8mila animatori digitali

Sono docenti di ruolo che avranno il compito di seguire il processo di digitalizzazione delle loro scuole

Sono pronti a debuttare ufficialmente gli Animatori Digitali previsti dal nuovo Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), lanciato a fine ottobre dal Ministro Stefania Giannini. Si tratta di 8.303 insegnanti che guideranno l’attuazione del Piano e si occuperanno di innovazione nelle loro scuole.

Gli Animatori sono stati individuati nel mese di dicembre e saranno operativi al rientro dalla pausa natalizia. Il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca ha anche individuato le scuole polo che si occuperanno della formazione degli Animatori.

Gli animatori sono docenti di ruolo che avranno il compito di seguire, per il prossimo triennio, il processo di digitalizzazione della scuola di appartenenza. Organizzeranno attività e laboratori, individueranno soluzioni tecnologiche e metodologiche innovative da portare nel proprio istituto (ambienti di apprendimento integrati, biblioteche multimediali, ecc.) e lavoreranno per la diffusione di una cultura digitale condivisa.

Per la formazione di queste figure, previste dal PNSD, sono stati stanziati 850.000 euro a livello nazionale. Ad ogni scuola, inoltre, verranno assegnati 1.000 euro per la realizzazione dei progetti digitali. È già disponibile sul sito del Miur l’elenco delle scuole che si occuperanno della formazione degli animatori.

Nei prossimi giorni tutte le scuole riceveranno dal Miur specifiche Linee guida per la redazione del loro Piano Digitale, declinazione interna a ciascun istituto del Piano generale. Il documento sarà collegato, anche in vista delle prossime iscrizioni, al nuovo Piano triennale dell’offerta formativa che servirà alle famiglie per fare la loro scelta.

Sempre nel mese di dicembre sono stati poi 1.276 gli eventi organizzati dalle istituzioni scolastiche nell’ambito della prima Settimana del Piano Scuola Digitale (7-15 dicembre), voluta dal Miur per diffondere fra insegnanti, studenti e famiglie i contenuti e le novità introdotte dal Piano nazionale digitale. Nel corso della settimana, gli studenti italiani sono stati invitati a partecipare al concorso «#ilmioPNSD», raccontando in 180 secondi le attività realizzate dalle loro scuole sul digitale. Il primo premio va ad una scuola romana.

Scuole private, continua lo sfruttamento dei docenti

da La Tecnica della Scuola

Scuole private, continua lo sfruttamento dei docenti

Striscia la notizia, il noto tg satirico, ha deciso di fare un’indagine sullo sfruttamento dei docenti nelle scuole private.

Il giornalista Luca Abete, il 4 gennaio scorso è stato inviato in alcune scuole private, che dall’accento degli intervistati sembrerebbe si trovino in Campania. Assieme a lui, una sua collega dotata di telecamera nascosta, che si è finta aspirante docente ed ha chiesto informazioni ai direttori delle scuole visitate.
Come già noto da anni per varie inchieste condotte sul grave problema, è emersa una realtà a dir poco sconcertante.

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In particolare, viene chiaramente dichiarato che i docenti in servizio in queste scuole vengono retribuiti con compensi mensili che oscillano tra i150€ ed i 500€ con un orario di lavoro che va dalle 8 alle 16 in alcuni casi, in altri dalle 8 alle 18 ed anche fino alle 19:30.

I contratti applicati sono rigorosamente part-time nonostante dalle ore di lavoro svolte quotidianamente dai docenti si desume che l’operatività è propria di un lavoro full-time ed anche oltre; e l’ultima intervistata ha addirittura dichiarato che nella loro scuola pagano solo i contributi ai docenti che poi avranno come tornaconto i punti nella corrispondente graduatoria per la scuola statale, ma senza nessuna retribuzione mensile.

Insomma, una vera e propria vergogna tutta italiana. Il problema più grosso è rappresentato dal fatto che tutti sanno ma nessuno interviene per sanare questa annosa questione ormai incancrenita.
Ricordiamo che le scuole private percepiscono dallo Stato corposi contributi, si parla di oltre 500 mln di euro all’anno.

Mobilità: OK del Miur, stop di MEF e Funzione Pubblica

da La Tecnica della Scuola

Mobilità: OK del Miur, stop di MEF e Funzione Pubblica

Gli ultimi articoli sulla questione della mobilità comparsi nel nostro portale stanno suscitando nella rete un ampio dibattito.

In taluni casi il dibattito mette in luce una non completa conoscenza sia della legge 107 sia delle procedure che stanno alla base della stipula dei contratti collettivi. Ma la cosa non deve sorprendere dal momento che le norme che riguardano il nostro sistema scolastico sono centinaia, anzi migliaia (alcune risalgono persino ai primi decenni del secolo scorso) e non per nulla il Parlamento ha inserito nella legge 107 una delega al Governo per una riscrittura completa del TU del 1994.
Nel dibattito sul contratto integrativo sulla mobilità, per esempio, nessuno ha ancora ricordato un fatto semplice semplice ma che non pochi guai ha procurato ai sindacati negli anni passati.
E’ bene dunque ricordare che il contratto che sindacati e Miur potrebbero firmare nei prossimi giorni avrà solamente la forma della “ipotesi di contratto” perchè per diventare efficace a tutti gli effetti dovrà essere vistato e approvato sia dal Dipartimento della Funzione Pubblica sia dal MEF.
E non sarebbe la prima volta che un contratto integrativo viene bloccato in questa fase (fra il 2010 e il 2012 i contratti sulla mobilità annuale ebbero vita difficile proprio per questo motivo).
Oggi come allora, la storia potrebbe ripetersi: il Miur, per evitare un estenuante braccio di ferro con i sindacati, potrebbe “cedere” e sottoscrivere l’ipotesi, lasciando che il contratto venga bocciato nel corso del controllo successivo.
D’altronde perchè mai il Miur dovrebbe assumersi la responsabilità di aprire un pesante contenzioso con le parti sociali quando questa “grana” potrebbe essere passata ad altri organi dello Stato?
Chi ha vissuto in prima persona la stagione del “dopo decreto Brunetta” sa benissimo di cosa si parla e sa benissimo che la firma di una ipotesi contrattuale non è affatto risolutiva.
Possiamo sbagliarci (non dimentichiamo che in politica vale sempre la classica regola del “mai dire mai”)  ma anche in questa circostanza la storia potrebbe ripetersi. Con il  risultato che – alla fine – il Miur potrebbe presentarsi dai sindacati con un bel sorriso ed esclamare: “Amici, abbiamo lottato come leoni contro i burocrati della Funzione Pubblica e del MEF che nulla sanno dei veri problemi della scuola, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare e quindi non possiamo davvero firmare il contratto come noi avremmo voluto. Il nodo è politico, rivolgetevi in alto loco”.

Fondi Strutturali Europei – Avviso pubblico rivolto alle scuole polo in ospedale

Oggetto: Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. Avviso pubblico rivolto alle scuole polo in ospedale presenti sul territorio nazionale. Interventi infrastrutturali per l’innovazione tecnologica, laboratori di settore e per l’apprendimento delle competenze chiave

Avviso prot. n. 464 del 7 gennaio 2016 e allegato