Assegnazioni docenti errate

Trapani. Assegnazioni docenti errate
La Uil Scuola vince ricorso in tribunale contro l’Ufficio scolastico territoriale

La Uil Scuola Trapani ha vinto il ricorso presentato al Giudice del Lavoro di Marsala contro l’Ufficio scolastico territoriale trapanese sull’errata modalità di assegnazione/utilizzazione dei docenti di scuola primaria per l’anno scolastico 2015/2016.
Tecnicamente è avvenuto un “illogico giuridico”, infatti, i responsabili dell’UST di Trapani per pura comodità hanno assegnato al docente meno graduato la sede migliore rispetto al docente meglio collocato in graduatoria non preoccupandosi di prendere atto delle variazioni di disponibilità di sedi che venivano a crearsi successivamente all’interno della singola fase. Occorreva, invece, fare riferimento all’art. 5 del CCNL che sottolinea l’attenzione privilegiata alle preferenze espresse dagli insegnanti interessati.
“Si tratta di un’importante sentenza del Tribunale di Marsala – afferma il segretario generale della Uil Scuola Trapani Giuseppe Termini – al quale abbiamo fatto ricorso con il patrocinio del ufficio legale della Uil Trapani dell’avvocato Francesco Truglio, per tutelare gli interessi dei nostri iscritti che lamentavano evidenti irregolarità nelle operazioni di mobilità annuale. Come più volte sottolineato, la mobilità annuale per una Provincia che non consente il trasferimento in entrata di circa 500 docenti che, per colpa di una errata politica scolastica continua a registrare il peggiore risultato nazionale, un esubero di ben 37 docenti di scuola primaria, serve a dare una speranza alla legittima aspirazione a ricongiungersi alla propria famiglia quando si lavora in sedi lontane e disagiate”.
Il ricorso, dunque, è fondato come ha scritto il giudice Greco del Foro di Marsala dando ragione all’organizzazione sindacale.
“Dal dibattimento – aggiunge Termini – risulta documentalmente provato che i provvedimenti di utilizzazione siano stati disposti in spregio alle graduatorie e alle precedenze di cui godono i ricorrenti, vanificando e mortificando i principi che regolano e disciplinano le operazione di mobilità, finendo per ledere le legittime prerogative dei nostri iscritti che si sono visti indebitamente scavalcati in ordine alle sedi lavorative indicate in ordine di preferenza. Pertanto, in ossequio a tale principio, che si sposa con quello meritocratico e di trasparenza sotteso al rispetto delle graduatorie, l’UST di Trapani avrebbe dovuto tener conto delle preferenze espresse, provvedendo ad assegnarle secondo l’ordine della graduatoria”.
Il segretario Uil Scuola Trapani conclude affermando che: “rimane l’amarezza di un percorso ad ostacoli durato parecchi mesi che ha costretto i ricorrenti a subire un notevole disagio consistente nella maggiore difficoltà nel raggiungimento della sede di lavoro e della maggiore gravosità di tali spostamenti anche ai fini di un doveroso contemperamento delle esigenze lavorative con quello di ordine familiare.  Purtroppo la rigidità di taluni burocrati responsabili dell’UST di Trapani  ha prodotto come risultato la perdita di fiducia nelle istituzioni favorendo la crescita esponenziale del contenzioso con esborsi di somme notevoli da parte dell’erario. Si auspica che, nel prossimo futuro il ruolo della Uil Scuola non venga vissuto come un invasione di campo, ma come il contributo propositivo e di collaborazione al fine di evitare altri macroscopici errori. Rimane la soddisfazione che la prossima tornata di utilizzazione non sarà più viziata da simili errori considerato che tale sentenza creerà un precedente giurisprudenziale al quale fare riferimento, non solo per il territorio trapanese”.

Scuola, dal concorsone alla chiamata diretta dei presidi fino alla “nuova” università: l’agenda (e le incognite) 2016

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, dal concorsone alla chiamata diretta dei presidi fino alla “nuova” università: l’agenda (e le incognite) 2016

Se il 2015 è stato dedicato alla contestata legge voluta da Renzi per riformare il mondo dell’istruzione, quest’anno vedrà nuovi appuntamenti decisivi che metteranno alla prova la tenuta del provvedimento. In attesa migliaia di docenti e ricercatori che aspettano di veder sbloccata la loro posizione nei tempi stabiliti

Scuola, retribuzioni giù del 4,1%

da ItaliaOggi

Scuola, retribuzioni giù del 4,1%

L’Aran fotografa l’andamento del potere di acquisto dal 2008. Perdita netta di 80 mensili

Carlo Forte

Docenti e Ata sempre più poveri. Il potere di acquisto delle retribuzioni del personale non dirigenziale della pubblica amministrazione, che comprende anche la scuola, è diminuito del 4,1% rispetto al 2008. A fronte di una crescita dell’inflazione cumulata pari al 13,6%, infatti, i dipendenti pubblici contrattualizzati, fino ad oggi, hanno fruito di incrementi retribuitivi solo nell’ordine del 9,5%.

Il dato è contenuto nel rapporto semestrale sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici, pubblicato dall’Aran il 30 dicembre scorso.

Secondo l’agenzia, peraltro, dal 2011 l’indice delle retribuzioni di insegnanti, impiegati e funzionari è costantemente al di sotto dell’indice dei prezzi al consumo.

A conti fatti, la perdita netta in busta paga è pari a circa 80 euro mensili. Per i rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici la legge di stabilità prevede, però, appena 200 milioni di euro. Che bastano a malapena per recuperare 5 euro in più al mese.

E a rallentare ulteriormente l’avvio della contrattazione c’è anche la questione dei comparti e del calcolo della rappresentatività sindacale.

La precondizione posta dal governo per dare inizio alle trattative, infatti, è la riduzione del numero dei comparti della pubblica amministrazione dagli attuali 12 a soli 4 comparti. L’ultimo incontro negoziale sulla questione si è tenuto il 17 dicembre scorso.

In quella sede, il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, ha proposto la costituzione di 4 comparti: sanità, scuola, enti territoriali e amministrazioni centrali. Ma la proposta non ha incontrato il favore di tutte le confederazioni sindacali.

La riduzione dei comparti, infatti, avrà effetti anche sul peso dei delle singole sigle. Per accedere alla contrattazione e alle altre prerogative, infatti, le organizzazioni sindacali devono essere in grado di vantare un tasso di rappresentatività non inferiore al 5%.

La percentuale si calcola rapportando il peso della singola sigla con la rappresentatività complessiva di tutti i sindacati del comparto di riferimento. E si computa, per il 50%, tenendo presente il numero degli iscritti e, per il restante 50%, considerando i voti alle Rsu: più grande è il comparto, più è difficile raggiungere il fatidico 5%.

Dunque, diverse sigle di comparto, chi più chi meno, rischiano di perdere la rappresentatività. Di qui le difficoltà per giungere ad un accordo in tempi brevi. Oltre tutto, a 9 mesi dalle elezioni delle Rsu, i risultati della consultazione non sono stati ancora resi noti ufficialmente.

Il 19 gennaio prossimo è prevista all’Aran una riunione ad esito della quale potrebbe essere reso pubblico il peso delle singole federazioni. Nella scuola non dovrebbero esserci particolari sorprese. Perché il comparto occupa, da solo, circa un milione di addetti. E i sindacati maggiormente rappresentativi hanno numeri abbastanza solidi per uscire indenni dal riassetto dei vari settori.

Ma l’accordo sui comparti è propedeutico all’apertura dei tavoli per il rinnovo dei contratti di tutti i comparti della pubblica amministrazione. Scuola compresa.

Quanto ai risvolti economici, va detto subito che la somma di spettanza per finanziare il contratto del solo comparto scuola non dovrebbe superare i 90 milioni l’anno. Per avere un’idea dell’entità della cifra basti pensare che il finanziamento dell’utilità del 2010 ai fini della progressione di anzianità è costato, da solo, 550 milioni.

E i 500 euro per l’aggiornamento costeranno 127 milioni di euro per il 2015 e 381 milioni per il 2016.

Mentre i 500 euro per i diciottenni che raggiungeranno quest’anno la maggiore età vale, da solo, 290 milioni di euro.

Va detto subito che la legge 107 ha stanziato ulteriori 200 milioni l’anno. Che saranno distribuiti dai dirigenti scolastici a titolo di retribuzione accessoria.

Ma solo ad alcuni docenti individuati secondo il proprio gradimento, ispirandosi a criteri generali che saranno indicati dal comitato di valutazione delle scuole. Pertanto, se il governo non stanzierà altri soldi, i docenti e i non docenti dovranno continuare a fronteggiare la perdita del potere di acquisto dei salari. Che potrebbe aggravarsi nei prossimi anni a causa del quantitative easing di Mario Draghi.

Secondo le stime della banca centrale europea, l’indice dei prezzi al consumo, nel 2016 dovrebbe salire all’1,5% e nel 2017 all’1,8%. Oltre tutto, il contratto della scuola è bloccato dal 2009. E il legislatore ha disposto anche la cancellazione dell’utilità di 4 anni ai fini della progressione retributiva di anzianità: 2010, 2011, 2012 e 2013. Utilità recuperate solo per il 2010 il 2011 e 2012. Il 2010 con un provvedimento dell’allora governo Berlusconi.

Mentre il 2011 e il 2012grazie ad accordi tra i sindacati Cisl, Uil, Snals e Gilda (la Cgil non li ha firmati) e il governo. Allo stato attuale, dunque, mancano all’appello anche i 1000 euro a testa derivanti dal mancato versamento delle spettanze per la progressione retributiva di anzianità relative al maturato economico del 2013.

Nuove classi di concorso in arrivo: in CdM entro il 22 gennaio?

da La Tecnica della Scuola

Nuove classi di concorso in arrivo: in CdM entro il 22 gennaio?

L’attesa di alcune nuove norme è po’ come stare alla stazione ed attendere il treno atteso al binario 2: si guarda sempre l’orologio, ma all’orizzonte non arriva nulla.

Francamente, prova una brutta sensazione chi attende con ansia qualcosa o qualcuno. Un qualcuno che, invece, non arriva. Nemmeno con il passare del tempo.

Purtroppo, la stessa situazione è quella che stanno vivendo tutti i docenti, precari e di ruolo, che attendono da anni la pubblicazione del regolamento delle nuove classi di concorso: sempre annunciato in arrivo, ma poi sistematicamente rimandato. Perché c’è sempre qualche imprevisto che ne giustifica il ritardo.

Stavolta, sembra però la volta davvero buona. E potranno festeggiare i circa 200mila concorrenti al prossimo concorso a cattedra. Infatti, subito dopo l’approvazione del nuovo regolamento delle classi di concorso in Consiglio dei ministri, ci dovrebbe essere il via libera anche ai tanto attesi tre bandi del concorso a cattedra per 63.712 posti da docente.

Il regolamento sulle nuove classi concorsuali determinerà un migliore utilizzo delle risorse umane e di conseguenza un maggiore risparmio di risorse finanziarie. Ma quando è prevista la sua approvazione? Da indiscrezioni interne al Miur, sembrerebbe che il testo finirà sul tavolo del Consiglio dei ministri, per la sua approvazione, tra questa e la prossima settimana. Quindi al massimo entro il 22 gennaio. Sempre che le notizie filtrate da Viale Trastevere siano attendibili e soprattutto rispettate.

Stavolta, a “scalpitare” ci sono anche tanti docenti di nuove discipline: molto attese sono, infatti, le classi di concorso attraverso cui, ad esempio, si potrà insegnare al liceo coreutico e musicale. E pure quali classi di concorso che saranno utilizzate per insegnare diritto ed economia sportiva nei licei scientifici ad indirizzo sportivo.

Ricordiamo che tra le curiosità di questo regolamento, spicca la classe di concorso identificata con il codice A-09 Discipline grafiche, pittoriche e scenografiche, ma anche la A-61 Tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediali: sono classi di concorso che hanno accorpato il maggior numero di vecchie.

Poi, ci sono 11 nuove classi di concorso: A-23 Lingua italiana per discenti di lingua straniera, A–35 Scienze e tecnologie della calzatura e della moda, A-36 Scienze e tecnologie della logistica, A053 Storia della musica, A-55 Strumento musicale negli istituti di istruzione secondaria di II grado, A-57 Tecnica della danza classica, A-58 Tecnica della danza contemporanea, A-59 Tecniche di accompagnamento alla danza, A-63 Tecnologie musicali, A-64 Teoria, analisi e composizione, A-65 Teoria  e tecnica della comunicazione.

Infine, altra curiosità, è quella della disciplina A-46  Scienze giuridico–economiche quella, che ha il maggior numero di docenti in organico potenziato: resterà scissa dall’Economia aziendale e potrà permetterà di insegnare la disciplina di Diritto ed economia dello Sport nei licei scientifici ad indirizzo sportivo.

Adesso, però, mettiamoci comodi ad attendere sul binario 2: manca davvero poco.

Mobilità: nodi e contraddizioni vengono al pettine

da La Tecnica della Scuola

Mobilità: nodi e contraddizioni vengono al pettine

I sindacati chiedono la disapplicazione della legge 107 e il Ministero risponde che non se ne parla proprio. Si blocca la trattativa sulla mobiità.
La vicenda del contratto sulla mobiità è  ormai arrivata al capolinea: lo scontro fra sindacati e Ministero, che fino a lunedì 11 sembrava ancora un rischio, adesso è concreto e reale.
Subito dopo l’incontro del 12 gennaio i sindacati hanno di fatto abbandonato il tavolo della trattativa e hanno dovuto prendere atto che sulla richiesta di non attivare nè gli albi territoriali nè la chiamata dei docenti da parte dei dirigenti scolastici i tecnici del Miur non hanno titolo a dare risposta.
Su questo punto è bene infatti ricordare che, fino al 2009,  prima dell’entrata in vigore del “decreto Brunetta” le norme di legge potevano essere disapplicate per via contrattuale (il “tutor” previsto dalla riforma Moratti, per esempio, venne cancellato proprio con un contratto fra le parti). Dal decreto 150/2009 (decreto Brunetta, appunto) non è più così anche se per la verità già negli ultimi mesi del Governo Berlusconi i sindacati incominciarono a sostenere che – con il cambio di Governo- le regole sarebbero cambiate in poco tempo.  In realtà è capitato esattamente il contrario e cioè che le disposizioni “anticontrattuai” volute da Brunetta e Tremonti sono state persino appesantite.
Tutte le leggi approvate negli utimi due-tre anni richiamano praticamente il medesimo mantra: “Tutte le disposizione della presente legge sono vincolanti e non possono essere modificate con la contrattazione collettiva”.

Adesso si pone per i sindacati il problema del “che fare”.
Dalla rete arrivano già proteste e proposte: blocchiamo le scuole, sciopero a oltranza, stop agli scrutini, e così via
Sfoghi comprensibilissimi della “base” ma che hanno poco senso: lo sciopero a oltranza, per esempio, non è consentito dalla legge, così come non sono consentite altre forme di protesta radicale, dichiarate appunto inammissibili con la cosiddetta “legge anti-Cobas” voluta alla fine degli anni ’80 dagli stessi confederali per impedire che gi scioperi indetti dai sindacati di base potessero riscuotere troppo successo ed incidere eccessivamente sui diritti dell’utenza e dei cittadini.
Adesso non resta che aspettare l’eventuale intervento del ministro Giannini.
Ma albi territoriali e chiamata diretta dei docenti, che secondo i sindacati equivalgono ad introdurre clientelismo (e forse persino corruzione) nelle scuole, stanno forse per diventare realtà  (resta da spiegare – da parte sindacale – per quale motivo queste norme potranno avere simili effetti anche se verranno applicate dai dirigenti scolastici che – per un buon 50% – aderiscono ai sindacati del comparto).

Mobilità, Uil: “Non ci sono le condizioni per firmare un accordo”

da La Tecnica della Scuola

Mobilità, Uil: “Non ci sono le condizioni per firmare un accordo”

Dopo la nota della Gilda, arriva quella della Uil. Continua la fase di stallo nella trattativa Miur-sindacati sulla mobilità.

Ecco la nota del sindacato diretto da Pino Turi:

Garantire a tutto il personale  equità e parità di trattamento: è questa la condizione che la Uil scuola ha posto come indispensabile per la sottoscrizione dell’accordo per la mobilità nel corso della trattativa in atto al ministero.

Quel che registriamo è una condivisione generale  sulla mobilità provinciale, quella della prima e seconda fase – chiarisce il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – restano invece tutte le obiezioni e gli ostacoli per la firma di un accordo che tende a mantenere ed ampliare gli elementi di disparità di trattamento del personale interessato.

Una trattativa delicata e importante nella quale la Uil ha assunto una posizione chiara – spiega Pino Turi –

al centro delle scelte ci devono essere sempre le persone.

Il nostro impegno ha portato il ministero a ipotizzare una deroga alla legge per la fase provinciale.
Un risultato non scontato ma prevedibile perché nasconde una delle difficoltà  di attuazione delle 107.

La legge, infatti, contiene una contraddizione macroscopica – spiega Turi – perché prevede per la mobilità una doppia posizione giuridica.

Concretamente si può avere il caso che gli ultimi assunti  (fase 0- A) restano titolari di sede e i docenti assunti prima,  magari soprannumerari,  vanno negli ambiti .

E’ talmente evidente che una simile situazione  va contro ogni principio di equità che – continua Turi – sarebbe semplice fare valere politicamente o davanti ad un qualunque tribunale.
Talmente palese che il ministero si è dichiarato d’accordo.

Il punto che resta da risolvere è quello della mobilità di terza fase, quella tra province diverse.
La proposta della Uil è chiara: tutto il personale interessato deve poter scegliere la scuola di titolarità, in deroga ad ogni vincolo derivante da vecchie e nuove normative che non sono coerenti con la singolarità di questa fase di mobilità, prevista dalla stessa Legge 107/15.

Su questo punto che riguarda tutto il personale, che deve rispondere ad una situazione straordinaria con misure di equità e tutela per tutti, la trattativa è giunta ad un punto di stallo.

Per noi – ribadisce Pino Turi – restano  tutti i motivi di indisponibilità  ad una firma  che dovrebbe avallare un’ulteriore iniquità. E questa volta introdotta per contratto?

A questo punto, la decisione deve essere politica. Noi abbiamo dato un quadro di riferimento preciso e delineato le possibili soluzioni. Ora spetta al ministero decidere se e come continuare il negoziato.

La dispersione si combatte col digitale

da La Tecnica della Scuola

La dispersione si combatte col digitale

La Sardegna si attrezza a combattere il fenomeno, per lo più meridionale, della dispersione, considerato che come percentuale viene subito dopo la Sicilia che batte tutte le altre regioni con un primato che non fa onore alla terra di Pirandello e Quasimodo, per citare solo i Nobel della letteratura.

In Sardegna infatti la dispersione è al 24% e  contro il 17% a livello nazionale, ragion per cui si prova a combatterla attraverso la scelta e l’uso intelligente delle tecnologie, sviluppando curiosità per l’innovazione e migliorando il senso di appartenenza a un gruppo. In pratica attivare laboratori innovativi: è lo scopo della fase B del progetto della Regione “Tutti a @Iscola”.

Con questo intento è stato presentato, scrive l’Ansa, da Sardegna Ricerche il bando per gli operatori economici (imprese, associazioni e dipartimenti universitari) che potranno partecipare con proposte progettuali a sette tipi diversi di laboratori didattici, sette ambiti tematici e linee guida elaborati dal gruppo di ricerca Crs4.

Il primo, “Creatività urbana 3D”, mira a reinventare gli spazi con realtà aumentata anche attraverso modifiche. Il secondo, “Internet delle cose”, porterà i ragazzi a capire grandezze fisiche e fenomeni naturali per mezzo delle tecnologie. Il terzo, “Cosa c’è nella città digitale”, permetterà agli studenti di narrare lo spazio attraverso audio e video con lo scopo di renderli più consapevoli del posto in cui vivono.

Il quarto, “Caccia al tesoro”, consiste nello sviluppo di quiz differenziati a seconda del livello scolastico anche attraverso applicazioni per smartphone. Il quinto laboratorio, “Vetrina multimediale della cultura”, servirà ai ragazzi per esplorare forme artistico-culturali anche attraverso la rappresentazione digitale dei contenuti.

Il sesto, “Coding, bisogni e strumenti”, avvicina gli alunni all’apprendimento di linguaggi di programmazione e alla consapevolezza che una determinata procedura può risolvere un problema. Infine, il settimo, “Cibo, conoscere per scegliere”, permette di giocare col cibo e le regole dell’alimentazione sperimentando la stampa 3D delle sostanze commestibili e non commestibili. Il bando è stato pubblicato sul sito di Sardegna Ricerche ieri sera e scadrà il 10 febbraio, prevede un budget totale di quattro milioni e 500mila euro.

Le nuove Classi di concorso: più possibilità per i laureati

da La Tecnica della Scuola

Le nuove Classi di concorso: più possibilità per i laureati

Gli ingegneri potranno insegnare «matematica e scienze» alle scuole medie. Ai laureati in scienze politiche si apriranno le porte per accedere all’abilitazione nelle «discipline giuridiche-economiche» (finora erano esclusi).

Il Sole 24 Ore, attraverso i suoi canali, anticipa qualche dato sulla riforma della classi di concorso per potere accedere all’insegnamento.

E infatti aggiunge che le classi di concorso di arte vengono accorpate per settore produttivo e nascono pure tredici classi nuove di zecca per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado, tra cui la A-23, «lingua italiana per discenti di lingua straniera», fortemente voluta dal ministro, Stefania Giannini.

Il provvedimento, secondo Il Sole, dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri venerdì per il via libera definitivo, visto che sono già stati acquisiti i pareri del Consiglio di Stato e del Parlamento.

Oggi le classi di concorso non tengono conto di alcuni insegnamenti, come quelli dei licei musicali e coreutici, consentono una scarsissima fungibilità dei professori (in ragione del numero troppo elevato) e  con il nuovo schema scendono a 114.

In pratica si starebbe procedendo a robusti accorpamenti, per esempio la classe di concorso A-12 «Discipline letterarie negli istituti secondari di II grado» riunisce 17 percorsi di laurea magistrale, dall’antropologia culturale ed etnologica alla storia dell’arte. Cosa significa? Che i laureati in ciascuna di queste 17 discipline potranno accedere ai percorsi di abilitazione all’insegnamento di lettere alle superiori (per i laureati magistrali in antropologia, però, è previsto anche l’ulteriore requisito di aver conseguito almeno 80 crediti formativi universitari in alcuni settori letterari e storici).

Anche le attuali classi di concorso di elettronica ed elettrotecnica vengono accorpate; e la nuova classe di «tecnologie e tecniche della comunicazione multimediale» ne riunisce sei di quelle attualmente in vigore.

È prevista una disciplina di coordinamento: i docenti già di ruolo titolari di una delle classi di concorso accorpate diventano ex lege titolari della nuova classe risultante dall’accorpamento. I prof non di ruolo, ma abilitati in una classe accorpata, avranno titolo per l’accesso a tutti gli insegnamenti della nuova classe ai fini delle procedure concorsuali.

Il genitore che litiga col prof rischia la multa

da La Tecnica della Scuola

Il genitore che litiga col prof rischia la multa

La Corte di Cassazione ha stabilito che anche se i professori assumono atteggiamenti provocatori, non bisogna avere reazioni incontrollate.

La sentenza della Corte di Cassazione numero 127 del 7 gennaio 2016 nasce dal comportamento di un genitore che, dopo aver aggredito verbalmente e fisicamente l’insegnante di sua figlia, si è visto infliggere una condanna per ingiurie e lesioni personali.

E a nulla sono valse le scuse e l’offerta di duemila e cinquecento euro presentata al professore prima del giudizio. Così come non ha impedito la condanna il fatto che il docente, prima di quanto accaduto avesse tenuto un comportamento “antigiuridico”.

La Corte ha ricordato che gli effetti estintivi delle restituzioni o del risarcimento vanno valutati dal giudice tenendo conto dell’effettiva idoneità a tal fine della condotta riparatoria e risarcitoria.

Nel caso di specie, il versamento di una somma di denaro non è stato ritenuto dal giudice idoneo ad eliminare le conseguenze dannose del reato.

Ciò in ragione del fatto che l’episodio deve ritenersi di particolare gravità, in quanto è avvenuto in una istituzione scolastica, ovverosia in un luogo che, per la funzione educativa che persegue, deve essere tenuto immune da qualsiasi atto di violenza verbale o fisica.

Peraltro, il malfatto era stato posto in essere nell’ambito di un consiglio di classe, quindi dinanzi agli altri professori e ai rappresentanti dei genitori.

Mobilità: la trattativa non si sblocca

da tuttoscuola.com

Mobilità: la trattativa non si sblocca
UIL: non ci sono le condizioni per firmare il contratto. Gilda: per noi il confronto è chiuso

Garantire a tutto il personale  equità e parità di trattamento: è questa la condizione che la Uil scuola ha posto come indispensabile per la sottoscrizione dell’accordo per la mobilità nel corso della trattativa in atto al ministero, e che oggi ha registrato un sostanziale nulla di fatto.

Per il segretario della Uil Scuola, Pino Turi, mentre emerge “una condivisione generale  sulla mobilità provinciale, quella della prima e seconda fase, restano invece tutte le obiezioni e gli ostacoli per la firma di un accordo che tende a mantenere ed ampliare gli elementi di disparità di trattamento del personale interessato“.

Al centro delle scelte, sottolinea il sindacalista, “ci devono essere sempre le persone“, mentre “si può avere il caso che gli ultimi assunti  (fase 0- A) restano titolari di sede e i docenti assunti prima,  magari soprannumerari,  vanno negli ambiti”. “E’ talmente evidente che una simile situazione  va contro ogni principio di equità che – continua Turi – sarebbe semplice fare valere politicamente o davanti ad un qualunque tribunale. Talmente palese che il ministero si è dichiarato d’accordo“.

Il punto che resta da risolvere è quello della mobilità di terza fase, quella tra province diverse. Per la Uil “tutto il personale interessato deve poter scegliere la scuola di titolarità, in deroga ad ogni vincolo derivante da vecchie e nuove normative che non sono coerenti con la singolarità di questa fase di mobilità, prevista dalla stessa Legge 107/15. Su questo punto che riguarda tutto il personale, che deve rispondere ad una situazione straordinaria con misure di equità e tutela per tutti, la trattativa è giunta ad un punto di stallo“.

A questo punto, conclude Turi, “la decisione deve essere politica. Noi abbiamo dato un quadro di riferimento preciso e delineato le possibili soluzioni. Ora spetta al ministero decidere se e come continuare il negoziato“.

Ancora più negativa la valutazione della Gilda degli insegnanti. Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, è drastico “Con l’incontro avvenuto oggi pomeriggio al Miur, consideriamo chiuso il confronto sulla mobilità: qualunque ulteriore ‘prova di dialogo’ risulterebbe inutile di fronte alla posizione determinata del ministero di introdurre la chiamata diretta e gli ambiti territoriali senza alcun tipo di graduatoria e con inique discriminazioni tra docenti che svolgono lo stesso lavoro“.

La Gilda – è la conclusione di Di Meglio – si preparerà a impugnare eventuali atti unilaterali dell’Amministrazione per rilevare tutti i profili di incostituzionalità“.

Tutte le vacanze di Carnevale

da tuttoscuola.com

Tutte le vacanze di Carnevale
Sensibili disparità tra le Regioni

Anche a Carnevale si può andare in vacanza con le scuole, ma non tutte, chiuse a volte anche per alcuni giorni. Skuola.net ha raccolto il calendario sulla base di dati del Miur.

– CHIUSURE SOPRATTUTTO AL NORD: sono soprattutto le scuole delle regioni nel nord Italia a prevedere un periodo di vacanza piuttosto lungo per Carnevale. Scuole chiuse, ad esempio, in Trentino, in Lombardia, in Friuli o in Piemonte. In Valle d’Aosta, addirittura,le vacanze di febbraio durano quasi una settimana e vengono chiamate “vacanze d’inverno”. Tuttavia, anche in alcune regioni del sud le scuole rimarranno chiuse per festeggiare il Carnevale, come succede in Campania o in Basilicata.

– GLI STUDENTI “SFORTUNATI” AL CENTRO: sono soprattutto quelli delle regioni del centro, per cui il calendario scolastico del ministero non prevede scuole chiuse per la festa delle maschere. Tuttavia le scuole potrebbero decidere autonomamente di regalare un giorno di pausa dalle lezioni. Non è raro poi che il dirigente scolastico decida di tenere aperto l’istituto, ma di organizzare attività alternative o di concedere la mensile assemblea studentesca per martedì o gioveì’ grasso.

– LE VACANZE DI CARNEVALE REGIONE PER REGIONE:

– VALLE D’AOSTA (vacanze d’inverno): dall’8 al 13 febbraio.

– PROV. BOLZANO: dall’8 al 13 febbraio.

– PROV. TRENTO: scuole chiuse 8 e 9 febbraio.

– LIGURIA: scuole aperte.

– PIEMONTE: dal 6 al 9 febbraio.

– LOMBARDIA: scuole chiuse 8 e 9 febbraio per le diocesi di rito romano, 12 e 13 febbraio per quelle di rito ambrosiano.

– EMILIA ROMAGNA: scuole aperte.

– TOSCANA: scuole aperte.

– UMBRIA: scuole aperte

– LAZIO: scuole aperte.

– ABRUZZO: scuole aperte.

– VENETO: dall’8 al 10 febbraio.

– FRIULI VENEZIA GIULIA: dall’8 al 10 febbraio.

– MARCHE: scuole aperte.

– CAMPANIA: scuole chiuse 8 e 9 febbraio.

– MOLISE: scuole aperte.

– BASILICATA: scuole chiuse 8 e 9 febbraio.

– CALABRIA: scuole aperte.

– PUGLIA: scuole aperte.

– SICILIA: scuole aperte.

– SARDEGNA: scuole chiuse il 9 febbraio.

Mobilità, gli idonei ricordano: La legge la esclude per i fase B e C da concorso

da tuttoscuola.com

Mobilità, gli idonei ricordano: La legge la esclude per i fase B e C da concorso

Alla vigilia dell’incontro dell’11 gennaio (aggiornato a oggi 12 gennaio, NdR) sulla mobilità tra Ministero dell’Istruzione e organizzazioni sindacali, ricordiamo che parlare di trasferibilità riguardo ai docenti neoassunti dal concorso 2012 in fase B e C non ha senso. Semplicemente perché la legge 107/2015 la esclude al comma 108“. È quanto scrivono in una nota stampa gli insegnanti del gruppo GM 2012 in rispetto del T.U. con riferimento a ricostruzioni sindacali e giornalistiche che presuppongono da parte dell’Amministrazione la violazione di norme appena approvate.

Ogni ipotesi di deroga alle regole, alle priorità e alle garanzie relative alla mobilità dei docenti per l’anno scolastico 2016/2017 previste dalla legge sulla ‘Buona Scuola’ è eversiva. Sappiano di essere eversivi i sindacati, se anteporranno la tutela delle loro prerogative contrattuali al benessere delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola che dicono di rappresentare. Sappia di essere eversiva l’Amministrazione, se cederà alla tentazione di perdere fermezza (e credibilità), mancando per via contrattuale al rispetto della legge” avvertono i docenti che hanno vinto l’ultimo concorso a cattedre.

Naturalmente – continuano gli insegnanti –, speriamo e ci adoperiamo affinché i colleghi delle Graduatorie di Merito da concorso 2012 entrati in ruolo fuori provincia nelle fasi B e C possano rientrare al più presto nei territori dove hanno affetti e interessi, eventualmente consentendo la conferma della prima provincia scelta alla stragrande maggioranza dei docenti che lì sono stati assunti”.

Non è nostra abitudine agitare la clava di un ricorso dall’esito scontato a fronte della palese violazione di una legge – concludono i docenti –, ma saremmo davvero grati al Ministero e ai sindacati se la contrattazione non sfociasse in determinazioni dal rilievo giuridico indifendibile, atte a generare perdite di credibilità e di risorse per il sistema scolastico.

Mobilità 2016/2017: lo stato della trattativa

Mobilità 2016/2017: lo stato della trattativa

Nonostante alcuni passi avanti registrati nell’incontro di lunedì 11 gennaio, sui due nodi importanti rimasti ancora da sciogliere è emersa, al contrario, una totale e incomprensibile rigidità da parte del Miur. Apertura per attivare una successiva sequenza contrattuale per regolare le modalità di assegnazione degli incarichi triennali nelle scuole ai docenti titolari sugli ambiti con criteri oggettivi e trasparenti; chiusura totale sulla possibilità di poter richiedere, nella mobilità tra province diverse, non solo i nuovi ambiti territoriali, ma anche le singole scuole. Quantomeno per tutti i docenti assunti prima dell’entrata in vigore della legge 107/15. Su questo secondo punto l’amministrazione si era impegnata a fare le sue valutazioni e a darci una risposta che è stata, nell’incontro del 12 gennaio, di totale indisponibilità. Il capo dipartimento ed il direttore generale del personale hanno dichiarato di non avere il mandato per aprire a tale richiesta sindacale.

A questo punto, e per questa ragione, tutti i sindacati hanno sospeso il confronto e chiesto di nuovo, con la massima urgenza, un incontro politico per cercare di evitare, fino alla fine, la rottura del confronto. Per quanto ci riguarda il punto di approdo della trattativa deve escludere, a chiare lettere, la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti. Diversamente la FLC CGIL non potrà firmare l’accordo. Vedi anche il comunicato del Segretario generale.

Vedremo gli sviluppi della vicenda già nell’incontro in programma alle ore 14 di mercoledì 13 gennaio con il sottosegretario on.le Faraone.

Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – Guida per l’affidamento dei contratti pubblici di servizi e forniture

Oggetto: Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. Linee Guida per l’affidamento dei contratti pubblici di servizi e forniture di importo inferiore alla soglia comunitaria

Nota prot. 1588 del 13 gennaio 2016

Linee Guida per l’affidamento dei contratti pubblici di servizi e forniture di importo inferiore alla soglia comunitaria

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