IL DOCENTE CON DIPLOMA MAGISTRALE ABILITANTE HA DIRITTO ALL’INSERIMENTO NELLE GAE

TRIBUNALE DEL LAVORO DI COMO  SENTENZA 21 GENNAIO 2016 .IL DOCENTE  CON
DIPLOMA MAGISTRALE ABILITANTE HA DIRITTO ALL’INSERIMENTO NELLE GRADUATORIE AD
ESAURIMENTO: ILLEGITTIMITA’ DEL DM N.235/2014 .

Di particolare interesse la sentenza del Tribunale di Como Sez. Lavoro del 21
gennaio 2016, adito dalla ricorrente patrocinata dagli Avvocati Leo Condemi e
Maurizio Danza che, in possesso di titolo di diploma magistrale abilitante all’
insegnamento conseguito anteriormente all’anno 2001-2002, aveva chiesto l’
iscrizione nelle graduatorie permanenti (ora in esaurimento a seguito dell’
intervento legislativo di cui all’art. 1 c. 605 lett. c) L. 296/2006) . La
difesa  aveva sostenuto che “ il diploma magistrale ottenuto prima di tale anno
va considerate in via permanente titolo abilitativo all’insegnamento ed
insuscettibile di perdere il proprio valore. In tal senso depongono svariati
interventi normativi a partire dalla L. 341/1990 (art. 3 c. 2 attuato dall’art.
2 c. 1 decreto interministeriale 10 Marzo 1997) fino alla L. 425/1997 a seguito
della quale venne emanato il DPR 323/1998 il cui art. 15 ribadisce il valore
abilitante all’insegnamento dei diplomi magistrali conseguiti entro l’anno 2001-
2002”. Accogliendo il ricorso sia sotto il profilo cautelare che nel merito,il
giudice del Lavoro di Como Dott. Canepa con sentenza ex art.429 c.p.c. di
condanna del Miur, e dell’USR di Reggio Emilia. ha sostenuto altresì che “ Il
DM 235/2014 deve ritenersi illegittimo nella parte in cui impedisce l’
iscrizione nelle graduatorie permanenti (ora in esaurimento a seguito dell’
intervento legislativo di cui all’art. 1 c. 605 lett. c) L. 296/2006) dei
docenti in possesso di titolo abilitante all’insegnamento conseguito
anteriormente all’anno 2001-2002. .. Tale granitico impianto normativo non può
certamente considerarsi posto in discussione dall’art. 1 c. 605 lett. c) L.
296/2006 che, nel trasformare le graduatorie permanenti in graduatorie ad
esaurimento ed imponendo un termine di decadenza al 2008 per l’inserimento in
queste ultime dei docenti già in possesso di abilitazione, non può sicuramente
ritenersi concernere la posizione dei docenti di cui si discute nel presente
processo al cui titolo di studio il legislatore (anche avvalendosi di fonti
normative sub legislative) aveva fin da tempi ben più lontani attribuito un
inequivocabile valore abilitante permanente. Il caso , secondo gli  avvocati
Condemi e Danza , appare altresì di particolare rilevanza,atteso che come
sottolinea anche il giudice in sentenza, in merito alla questione giuridica,
non sussiste uniformità di vedute in giurisprudenza.

Mobilità scuola 2016/2017: a che punto siamo?

Mobilità scuola 2016/2017: a che punto siamo?

In questi giorni è proseguito il confronto al tavolo negoziale sul contratto per la mobilità del personale docente, educativo e ATA per l’anno scolastico 2016/2017.

Dopo l’incontro al MIUR dell’11 gennaio 2016 e l’interruzione del giorno successivo, il 13 gennaio i segretari generali FLC CGIL, CISL scuola, UIL scuola, SNALS e GILDA-Unams si erano incontrati con il sottosegretario on. Faraone e l’Ufficio di Gabinetto del MIUR.
A seguito dell’incontro svoltosi giovedì 21 gennaio in mattinata al MIUR, i sindacati, con una lettera firmata dai cinque segretari generali, hanno chiesto al Capo di Gabinetto Alessando Fusacchia che la proposta dell’Amministrazione sia formalizzata in un testo scritto, valutato il quale possa riprendere il confronto al tavolo negoziale. In serata, dopo un breve confronto dei sindacati con il Capo Dipartimento del Ministero dell’Istruzione, si è convenuto di fissare un nuovo incontro lunedì 25 gennaio alle ore 18.

Concorso Scuola 2016, approvata la revisione delle classi. Ora via libera a pubblicazione del bando

da Il Fatto Quotidiano

Concorso Scuola 2016, approvata la revisione delle classi. Ora via libera a pubblicazione del bando

Si tratta del riordinamento delle materie di insegnamento (e relativi titoli di accesso) nella scuola primaria e secondaria. Un passaggio fondamentale per procedere al prossimo concorsone

Its, arrivano i premi per chi fa occupazione

da Il Sole 24 Ore

Its, arrivano i premi per chi fa occupazione

di Gianni Trovati

Il «finanziamento competitivo» entra anche nel mondo degli Its, gli Istituti tecnici superiori che rappresentano la prima fila dell’istruzione terziaria professionalizzante e che si stanno diffondendo sul territorio grazie alle alleanze fra il mondo della formazione e le imprese.

La rete dei meccatronici
La novità, di cui si è discusso ieri a Bologna nel primo convegno nazionale della rete degli Its meccatronici italiani, nasce dall’accordo appena raggiunto con le Regioni. In pratica, il 30% dei finanziamenti (13 milioni, a cui si aggiunge la quota regionale) sarà distribuita in base alla «qualità dei risultati», che vista la vocazione degli Its si traduce prima di tutto nella quota di occupati fra i diplomati. «È la prima volta che nella scuola si supera la pratica finora indiscussa del finanziamento a pioggia», rivendica il sottosegretario al Miur Gabriele Toccafondi, e la novità va letta in relazione alla “regolazione leggera” che caratterizza questi istituti, dotati di ampio margine di manovra sulla scelta di programmi e modelli organizzativi. «Confermiamo in pieno questa autonomia – spiega Toccafondi – ma premiamo chi fa occupazione perché è questo l’obiettivo naturale degli Its». Un obiettivo che, secondo i primi numeri, si traduce in un tasso di occupazione dei neo-diplomati del 69,3% a sei mesi dal titolo, che cresce fino a sfiorare l’80% a dodici mesi.

Gli obiettivi
La prospettiva è anche quello di ampliare il raggio d’azione degli istituti: oggi sono 82, e attivano 221 percorsi con una platea che si aggira poco sopra quota 4mila diplomandi. L’incontro organizzato dalla rete dei meccatronici è nato anche per mettere a confronto le esperienze delle imprese nel rapporto con questi istituti e tutte hanno indicato l’esigenza di moltiplicare il numero di corsi e studenti per far decollare l’alternanza tra formazione e lavoro anche a un livello di istruzione terziaria non “accademico”. Il modello della Germania, patria del sistema duale, conta del resto 900mila iscritti alla formazione terziaria professionalizzante, per cui gli spazi di crescita certo non mancano.
Dal punto di vista delle regole, la prossima tappa passa dalla definizione delle regole-ponte per aprire gli Istituti tecnici superiori anche agli studenti che escono dai percorsi professionali quadriennali, attraverso un confronto già avviato con le Regioni. Le imprese, dal canto loro, attraverso Confindustria chiedono anche una autonomia statutaria più ampia per le fondazioni che governano gli Its e la possibilità di creare nuovi istituti anche attraverso società consortili.

Partecipazione record alle «Olimpiadi»: oltre 43mila gli studenti iscritti

da Il Sole 24 Ore

Partecipazione record alle «Olimpiadi»: oltre 43mila gli studenti iscritti

Numeri da record per le Olimpiadi di Italiano. Sono 43.244 gli studenti che si sfideranno, in contemporanea in tutta Italia, a colpi di abilità nella lingua italiana. Si tratta di quasi ventimila studenti in più rispetto alledizione precedente (nel 2015 gli alunni in gara sono stati 24.920) provenienti da 875 istituti (758 l’anno scorso).

Le Olimpiadi di Italiano
Sono promosse dalla Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici del Miur al fine sostenere e approfondire la conoscenza della lingua italiana. La competizione è rivolta agli studenti di tutte le scuole secondarie di II grado. Ad aprire le sfide, ieri, i candidati della categoria Junior (alunni del primo biennio). Oggi toccherà ai Senior (secondo biennio e ultimo anno). Gli studenti gareggeranno online, collegandosi in contemporanea su una piattaforma appositamente creata per la prima fase delle selezioni, a livello di istituto. Seguirà poi la seconda fase, quella regionale, dalla quale usciranno i finalisti che si contenderanno i primi posti a Firenze, il 18 marzo, nella sede di Palazzo Vecchio, dove si terrà la gara conclusiva che assegnerà le medaglie ai vincitori.

I partecipanti
La regione con il maggior numero di istituti iscritti è la Campania (con 100 scuole), seguita dalla Lombardia (94). Ma è la Puglia ad avere il maggior numero di studenti partecipanti: 5.205. Mentre le Marche detengono il maggior numero di alunni iscritti per scuola: 68.
Quest’anno le Olimpiadi di Italiano si aprono ancora di più alla partecipazione degli studenti con disabilità. Per due studentesse ipovedenti è stata predisposta una prova con una particolare formattazione del testo. Quasi una decina sono inoltre gli studenti non vedenti iscritti alla fase d’istituto della competizione. L’edizione 2016 sarà aperta anche agli studenti che non possono frequentare la scuola per ragioni di salute. Una studentessa che, in seguito ad un intervento chirurgico, deve avvalersi dell’istruzione domiciliare, potrà svolgere la gara dalla propria abitazione. Confermata la partecipazione delle scuole italiane all’estero. Al momento, sono 23 gli istituti registrati (per loro le iscrizioni sono ancora aperte in quanto le selezioni per la finale si terranno in un’unica fase). Ben 27 le scuole con italiano lingua L2 della Provincia di Bolzano. È confermata anche la forte presenza degli istituti tecnici e professionali, quest’anno rispettivamente 166 e 40 quelli in gara, contro i 664 licei.

Le prove
Come per gli anni passati, verteranno su esercizi di ortografia, punteggiatura, morfologia, sintassi, trasformazione del discorso diretto in indiretto (attraverso la riproposizione di testi tratti da grandi autori della letteratura italiana). E ancora, esercizi sul lessico (dalla definizione di parole rare, alle combinazioni lessicali inadeguate, al ritrovamento di sinonimi di parole inconsuete, fino all’uso figurato delle parole). Infine, soprattutto per la gara finale di Firenze, anche esercizi di comprensione testuale: riassunto, composizione di un testo informativo/funzionale, composizione di un testo creativo.

Scuola, concorso per 63mila docenti. Renzi: “Per la normalità ci vorranno tre anni”

da la Repubblica

Scuola, concorso per 63mila docenti. Renzi: “Per la normalità ci vorranno tre anni”

Il presidente del Consiglio e la ministra Giannini illustrano il decreto approvato dal governo. E sottolineano i passi avanti fatti con la riforma. “Molto dipende dai presidi”

Giannini e Renzi in conferenza stampa (fotogramma) Dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi, perdendo la pazienza mentre risponde sugli esempi delle supplenze seriali che ancora si vedono nelle classi italiane, che ci vorranno tre anni “per avere una scuola normale”. La strada intrapresa, però, “è quella giusta, nessun governo ha mai fatto questi investimenti sull’istruzione”. Dice ancora il premier: “Noi blairiani vogliamo education, education, education, che in italiano si traduce futuro: due anni fa nessuno avrebbe scommesso su una riforma che sta chiudendo il precariato e le graduatorie, ma noi procediamo come treni”. Sottolinea la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini: “Le riforme non si fanno schiacciando un bottone, dobbiamo chiedere ai dirigenti scolastici di assumersi le loro responsabilità per far sì che l’arma del potenziamento, l’inglese rafforzato, l’informatica alle elementari, diventi uno strumento potente”.

Il Consiglio dei ministri finito a mezzanotte e mezza ha restituito – tra le molte cose – un decreto sulla revisione delle classi di concorso (le materie) della scuola italiana e quindi ha messo in moto, di fatto, il concorso pubblico che dovrà portare 63.712 insegnanti in cattedra il prossimo settembre (per i maestri delle scuole elementari e dell’infanzia più probabilmente nel settembre 2017). Si sta definendo anche la data di pubblicazione del bando: prima settimana di febbraio, entro 16 giorni. Anzi, i bandi saranno tre: per la scuola media e superiore, per la primaria e l’infanzia, per il sostegno. I candidati saranno duecentomila, uno su tre avrà la cattedra. Un quarto dei quesiti della prova scritta (dovrebbe essere a giugno) saranno in lingua straniera, ricorda la Giannini. Cinquecento docenti andranno a insegnare l’italiano agli studenti stranieri che oggi, uno ogni dieci, sono nelle nostre scuole. Tra le 116 classi di concorso (erano 168) ora ci sono design e scienze scultoree: “Dopo otto anni abbiamo adeguato le materie da studiare ai tempi, formeremo una generazione di insegnanti di qualità”. Ancora Renzi: “Per noi sono il bene più prezioso”.

Il problema è che l’avvio della Buona scuola, i suoi primi quattro mesi, non sono così brillanti come le carte e le conferenze stampa raccontavano. I 55.528 insegnanti arrivati a dicembre con la fase del potenziamento più che potenziare l’offerta formativa stanno sostituendo chi non c’è. E la maledizione della “supplentite” italiana nell’anno scolastico 2015-2016 è persino più acuta, come dimostra la quotidianità di docenti sostituti continuamente, i cinque supplenti in quattro mesi su una sola classe segnalati in scuole del Nord-Est.

“So tutto”, taglia corto Renzi, “la Buona scuola andrà a regime nei prossimi mesi, ma tutto marcia. Non stiamo facendo errori e abbiamo investito molto sui dirigenti scolastici, l’autonomia dei singoli istituti è nelle loro mani”. Ancora: “Abbiamo assunto i precari dalle Gae e non dalle altre graduatorie perché questo era un loro diritto, per vent’anni non è stato rispettato. Oggi tutti sanno che, dopo questa fase speciale, entrare nella scuola non sarà più un diritto. Sarà una responsabilità, un dono, un’opportunità. Nella scuola ci abbiamo messo tanti soldi e con i 940 milioni che arriveranno dalla Bei continueremo nell’opera di riqualificazione degli edifici italiani. Ne sono certo, la scuola è ripartita”.

Toni che riecheggiano nelle parole della ministra Giannini: “Non solo il precariato è stato fermato, ma non si ricostituirà più. E le supplenze, lo dicono i dati, sono diminuite di un terzo. Serviranno anni, però,

affinché questo fenomeno si esaurisca. I tirocini per diventare insegnante si faranno soltanto dopo la scelta, fatta attraverso un concorso, di chi potrà fare l’insegnante. Questa novità sarà alla base della riforma dell’accesso alla professione”.

Tablet e sedie girevoli per la scuola del futuro

da La Stampa

Tablet e sedie girevoli per la scuola del futuro

Inaugurata la prima aula digitale 3.0 di Milano

È la scuola del futuro. Niente banchi e quaderni, ma sedie girevoli e tablet. Per la prima volta anche i bambini di una scuola primaria e i ragazzi di una scuola secondaria di primo grado, in zona Paolo Sarpi, potranno sperimentare un nuovo modo di imparare. È infatti operativa la prima aula digitale 3.0 di Milano, presso la scuola di via Giusti 15, nata grazie alla collaborazione tra il Comune di Milano e Bt Italia (British Telecom), con il supporto operativo di Alascom, così come previsto dal Piano Nazionale Scuola Digitale, presentato ad ottobre dal Miur.

 

 

Nella nuova aula digitale lo spazio è completamente ripensato: al posto dei banchi ci sono sedie mobili e girevoli che consentono agli studenti di passare agevolmente da situazioni di lezione frontale all’apprendimento in gruppi. La lavagna è diventata un grande schermo interattivo (LIM – lavagna interattiva multimediale) e libri e quaderni sono stati quasi del tutto sostituiti dai tablet.

 

Nel suo complesso l’aula 3.0 comprende la copertura Wi-Fi, la dotazione di 30 Tablet PC e un armadio di ricarica, un videoproiettore interattivo HD in 16/9, una lavagna multimediale dotata di applicazione per la produzione, distribuzione e condivisione in aula dei contenuti didattici fino a 35 device, una piattaforma di Content Delivery in «cloud» accessibile sia in aula sia dall’esterno attraverso rete Internet, l’accesso performante a Internet attraverso una protezione centralizzata, che garantisce un preciso e puntuale controllo dei profili con firewall e di navigazione, consentendo agli utenti un sicuro e corretto utilizzo in ogni momento della navigazione.

 

L’aula digitale è dotata di un ampio spazio nella «nuvola» che permette l’archiviazione in sicurezza di documenti, compiti, ricerche e la loro condivisione sia per gli studenti sia per gli insegnanti in ogni momento, anche da remoto e in mobilità (supportando ad esempio l’apprendimento da casa e la partecipazione dei ragazzi impossibilitati a frequentare) e consente di dare vita a progetti di collaborazione con altre scuole in Italia e all’estero, abbattendo le barriere di distanza e di disomogeneità di strumenti.

 

Docenti e studenti si potranno confrontare con nuovi modelli didattici, proposti anche a livello internazionale come ad esempio la Didattica per Scenari, l’Insegnamento Capovolto (Flipped Classroom) e la tecnologia a supporto dell’Active Learning.

 

I benefici dell’adozione delle nuove tecnologie riguardano anche la possibilità per i ragazzi di sviluppare maggiormente le capacità di autovalutazione, di favorire l’inclusione digitale anche per gli studenti con disabilità, di promuovere una cultura aperta all’innovazione e di educare ad un uso sano e corretto di internet.

Diplomati magistrale: il braccio di ferro continua

da La Tecnica della Scuola

Diplomati magistrale: il braccio di ferro continua

Sulla valenza del diploma magistrale di oltre 50mila potenziali maestri, continua il braccio di ferro con l’amministrazione nelle aule dei tribunali.

Da una parte ci sono i ricorrenti, che chiedono l’inserimento nelle GaE. Dall’altra l’avvocatura dello Stato.

Nell’attesa della decisione della Corte di Cassazione a sezioni unite circa il riparto di giurisdizione, tra giudice amministrativo (Tar) e giudice ordinario (giudice del lavoro), e della pronuncia dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato sulla conferma, o meno, dell’orientamento favorevole finora espresso dalla giustizia amministrativa, segnaliamo un’altra pronuncia favorevole della magistratura del lavoro.

Il Tribunale di Como, con sentenza del 20 gennaio, ha accolto il ricorso proposto dall’avvocato Dino Caudullo nell’interesse di quattro docenti in possesso di diploma magistrale abilitante e di un’altra docente diplomata intervenuta in giudizio.

Accogliendo le tesi difensive del legale della ricorrenti, il giudice del lavoro di Como ha rilevato come il diploma magistrale ottenuto dell’a.s. 2001/2002 debba considerarsi in via permanente titolo abilitativo all’insegnamento ed insuscettibile di perdere il proprio valore: per il giudice, infatti, detta circostanza non può considerarsi posta in discussione dall’art. 1 c. 605 lett. c) L. 296/2006 che, nel trasformare le graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento ed imponendo un termine di decadenza al 2008 per l’inserimento in queste ultime dei docenti già in possesso di abilitazione, “non può sicuramente ritenersi concernere la posizione dei docenti di cui trattasi, al cui titolo di studio il legislatore aveva fin da tempi ben più lontani attribuito un inequivocabile valore abilitante permanente”.

Ora che succederà? Il destino della querelle è tutt’altro che segnato: a fronte delle non poche, a dire il vero, pronunce negative espresse in materia da alcuni Tribunali, si registrano ancora diverse decisioni favorevoli ai diplomati. L’ago della bilancia potrebbe essere costituito, a questo punto, dai pareri delle sezioni unite della Cassazione e dall’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato. Dei pareri “forti”, che dovrebbero giungere a breve.

Nuove classi di concorso, protestano i chimici: la disciplina insegnata da chi non la conosce!

da La Tecnica della Scuola

Nuove classi di concorso, protestano i chimici: la disciplina insegnata da chi non la conosce!

Ancor prima di prendere visione della versione definitiva delle nuove classi di concorso, i chimici già protestano e parlano di riforma all’insegna del risparmio.

Cosciente, evidentemente, del fatto che le bozze che stanno circolando in questi giorni sono pressoché definitive, il presidente del Consiglio nazionale dei chimici, Armando Zingales, ha utilizzato parole dure sulla revisione delle classi concorsuali.

Ritiene che per riformularle sia stato seguito “il principio di attribuire cattedre ai soprannumerari in una certa disciplina, non quello di premiare la qualità dell’insegnamento, o il bene degli studenti”.

“E’ da molto tempo – prosegue il presidente dei chimici – che la nostra categoria conduce una battaglia di ampia portata per il riconoscimento della propria qualifica professionale in cattedra, eppure ancora una volta – spiega – si concentra l’attenzione solo sugli aspetti meramente gestionali e finanziari della scuola, consentendo l’intercambiabilità di professori con lauree molto diverse e competenze assolutamente non sovrapponibili”.

Amarissima la conclusione di Zingales: “a chi governa il nostro Paese gli effetti sull’efficacia dell’insegnamento interessano poco, l’importante è che sulla carta sia tutto a posto al minor costo”.

Il riferimento dei chimici è soprattutto alla decisione del Miur di allargare il ventaglio di discipline che d’ora in poi ogni docente avrà la possibilità di insegnare: resta da capire se l’utilizzo su cattedre non del tutto attinenenti alla formazione sia residiale. Oppure sistematico. Di sicuro, i chimici, e non solo loro, sperano che si realizzi la prima ipotesi.

Iscrizioni on line al 2016/17: pronti, partenza, via! C’è tempo sino al 22 febbraio

da La Tecnica della Scuola

Iscrizioni on line al 2016/17: pronti, partenza, via! C’è tempo sino al 22 febbraio

Pronti, partenza, via: da venerdì 22 gennaio alle ore 8.00, sarà possibile effettuare le iscrizioni al prossimo anno scolastico.

Come annunciato, le famiglie di oltre un milione e mezzo di allievi potranno inoltrare la domanda per iscriversi alle classi prime della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. E, da quest’anno, anche ai corsi di istruzione e formazione dei Centri di formazione professionale regionali (nelle sei Regioni che hanno aderito).

Mentre l’adesione al sistema delle Iscrizioni on line da parte delle scuole paritarie è facoltativa. La domanda per la scuola dell’infanzia resta cartacea.

Per presentare la domanda di iscrizione c’è un mese di tempo: la procedura rimarrà aperta fino alle ore 20.00 del 22 febbraio prossimo.

Per effettuare l’iscrizione – conferma il Miur – è necessario registrarsi sul sito www.iscrizioni.istruzione.it Il sistema ‘Iscrizioni on line’ si farà carico di avvisare in tempo reale, via posta elettronica, dell’avvenuta registrazione e di ogni variazione di stato della domanda.

Sempre sul sito dedicato alle iscrizioni sono disponibili video tutorial e materiali informativi.

Sempre il Miur informa che è stata attivata anche una linea telefonica dedicata, 06.5849.4025, contattabile dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 18, dal lunedì al venerdì.

In caso di indecisioni e difficoltà nella scelta, il ministero ha predisposto un aiuto: arriverà dal portale internet Scuola in chiaro (cercalatuascuola.istruzione.it) che consente di visualizzare la mappa degli istituti del proprio territorio e di esplorarne i profili analizzando dati importanti per effettuare la scelta come, ad esempio, gli indirizzi di studio offerti, il tasso di alunni occupati dopo il diploma.

Su Scuola in Chiaro, inoltre, sono anche consultabilii i nuovi Piani triennali dell’offerta formativa, carta di identità del progetto didattico di ciascun istituto.

Da quest’anno, infine, sarà possibile esprimere un parere sulla qualità dei servizi offerti dalla scuola attualmente frequentata dai propri figli attraverso la compilazione di un questionario volontario e in forma anonima. I risultati dei questionari saranno restituiti ai dirigenti scolastici affinché possano conoscere l’opinione delle famiglie sui servizi offerti.

Ricordiamo che coloro che hanno difficoltà ad iscrivere i propri figli via internet da casa, possono sempre rivolgersi all’amministrazione scolastica prescelta per i suoi studi nella prima cella classe primaria, media o superiore.

La Circolare ministeriale n. 22 del 21/12/2015 sulle iscrizioni.

 

Il PTOF si invia anche all’Usr?

da La Tecnica della Scuola

Il PTOF si invia anche all’Usr?

Sì, ma ogni Ufficio regionale decide come e quando.

L’art. 1 comma 13 della legge 107/2015 prevede che “L’Ufficio scolastico regionale verifica che il piano triennale dell’offerta formativa rispetti il limite dell’organico assegnato a ciascuna istituzione scolastica e trasmette al MIUR gli esiti della verifica”.

Questa procedura, come rileva l’USR per il Piemonte, potrà essere attivata solo successivamente alla conclusione di tutte le procedure connesse alla costituzione dell’organico dell’autonomia di cui ai commi 63 e ss dell’art. 1 della legge 107/2015, per le quali, sulla base delle indicazioni che saranno fornite dal Miur, lo stesso Ufficio comunicherà puntuali istruzioni.

Per tali ragioni, l’Usr invita le scuole ad astenersi per il momento dalla trasmissione dei suddetti piani triennali.

Anche l’Usr per il Friuli Venezia Giulia, “ringraziando vivamente per l’intenso impegno profuso per l’elaborazione del documento”, informa che per l’invio all’USR del PTOF o di sue specifiche parti (in ogni caso in forma NON cartacea) saranno diramate prossime istruzioni.

L’Usr per la Liguria comunica invece l’indirizzo pianotriennaleliguria@gmail.com , l’unico ammesso per la trasmissione del documento relativo al Piano triennale dell’offerta formativa.

Giannini: Passo decisivo le nuove classi di concorso

da tuttoscuola.com

Giannini: Passo decisivo le nuove classi di concorso

Le nuove classi di concorso sono il “passo decisivo verso il bando per l’assunzione di 63.712 insegnanti“. Lo sottolinea il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, commentando il via libera definitivo dato dal Consiglio dei Ministri al Regolamento di revisione delle classi di concorso che vengono rese coerenti con gli indirizzi di studio della riforma delle Superiori avviata nel 2010 e adeguate ai titoli universitari dell’attuale ordinamento.

Aggiornamento, innovazione e semplificazione sono al centro del nuovo Regolamento di revisione ” ha spiegato il ministro.

Le classi di concorso, attraverso un codice alfanumerico, indicano l’insieme di materie che possono essere insegnate da un docente. Ogni classe prevede specifici titoli di accesso ai percorsi abilitanti. Con il nuovo Regolamento vengono accorpate e semplificate quelle esistenti che passano da 168 a 116. Vengono introdotte 11 nuove classi per l’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado, fra cui la classe A-23, Lingua italiana per studenti di lingua straniera, e alcune classi relative a nuovi indirizzi della scuola di II grado, come quello musicale e coreutico. Vengono introdotte 2 nuove classi di concorso che riguardano posti di insegnante di materie tecnico-pratiche.

Con l’adeguamento delle classi di concorso ai nuovi ordinamenti universitari, alcune categorie di laureati finora escluse dall’insegnamento di materie coerenti con il loro piano di studi potranno accedere agli specifici percorsi abilitanti. I laureati in Scienze politiche, ad esempio – sottolinea una nota ministeriale – potranno insegnare discipline giuridiche ed economiche; gli Ingegneri, matematica e scienze alle scuole secondarie di I grado. La revisione della classi di concorso era prevista da una norma del 2008, ma non era mai stata portata a compimento. Le vecchie classi risalgono al 1999.

L’iter ha previsto il passaggio in Conferenza Unificata, al Consiglio di Stato e nelle Commissioni parlamentari. Prima della definitiva approvazione in Consiglio dei Ministri, il Regolamento ha recepito le indicazioni del Consiglio di Stato e del Parlamento. L’approvazione del regolamento consente ora di bandire il nuovo concorso.

Iscrizioni online al via fino al 22 febbraio

da tuttoscuola.com

Iscrizioni online al via fino al 22 febbraio

Partono le iscrizioni on lineDa venerdì 22 gennaio alle ore 8.00 sarà possibile inoltrare la domanda per iscriversi alle classi prime della scuola primaria e secondaria di I e II grado e ai corsi di istruzione e formazione dei Centri di formazione professionale regionali (nelle Regioni che hanno aderito). L’adesione al sistema delle Iscrizioni on line da parte delle scuole paritarie è facoltativa. La domanda per la scuola dell’infanzia resta cartacea.

Per presentare la domanda di iscrizione c’è un mese di tempo: la procedura rimarrà aperta fino alle ore 20.00 del 22 febbraio prossimo. Per effettuare l’iscrizione è necessario registrarsi sul sito www.iscrizioni.istruzione.it Il sistema ‘Iscrizioni on line’ si farà carico di avvisare in tempo reale, via posta elettronica, dell’avvenuta registrazione e di ogni variazione di stato della domanda.

Sul sito dedicato alle iscrizioni sono disponibili video tutorial e materiali informativi. E’ stata attivata anche una linea telefonica dedicata, 06.5849.4025, contattabile dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 18, dal lunedì al venerdì.

Indecisioni e difficoltà nella scelta? Un aiuto arriva dal portale Scuola in chiaro (cercalatuascuola.istruzione.it) che consente di visualizzare la mappa degli istituti del proprio territorio e di esplorarne i profili analizzando dati importanti per effettuare la scelta come, ad esempio, gli indirizzi di studio offerti, il tasso di alunni occupati dopo il diploma. Su Scuola in Chiaro sono anche consultabili i Piani triennali dell’offerta formativa, carta di identità del progetto didattico di ciascun istituto.

Da quest’anno, inoltre, è possibile esprimere un parere sulla qualità dei servizi offerti dalla scuola attualmente frequentata dai propri figli attraverso la compilazione di un questionario volontario e in forma assolutamente anonima. I risultati dei questionari saranno restituiti ai dirigenti scolastici affinché possano conoscere l’opinione delle famiglie sui servizi offerti.

La circolare sulle iscrizioni: http://www.istruzione.it/allegati/2015/CIRCOLARE_ISCRIZIONI_as_16_17.pdf

Visite di controllo per i lavoratori in malattia

Visite di controllo per i lavoratori in malattia

Entra in vigore il 22 gennaio 2016 quanto indicato dal Decreto 11 gennaio 2016 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali “Integrazioni e modificazioni al decreto 15 luglio 1986, concernente le visite mediche di controllo dei lavoratori da parte dell’Istituto nazionale della previdenza sociale”.

L’art. 1 fornisce indicazioni sui lavoratori esclusi dall’obbligo di reperibilità per le visite di controllo quando questi sono in malattia. Le disposizioni riguardano esclusivamente i lavoratori dipendenti privati.
Sono esclusi coloro che presentano patologie gravi che richiedono terapie salvavita (devono risultare da idonea documentazione, rilasciata dalle competenti strutture sanitarie, che attesti la natura della patologia e la specifica terapia salvavita da effettuare) e chi presenta “stati patologici sottesi o connessi alla situazione di invalidità riconosciuta”, con percentuale di invalidità pari o superiore al 67%”.