Indicazioni al Comitato di valutazione: il dietro front dell’USR Veneto

Indicazioni al Comitato di valutazione: il dietro front dell’USR Veneto

L’USR del Veneto ha ritirato la nota emanata il 18 febbraio scorso con la quale forniva “orientamenti e riflessioni” ai componenti esterni dei Comitati di valutazione circa le modalità di assegnazione del bonus previsto dai commi 126 e seguenti della legge 107/15. È questo il risultato positivo ottenuto dalla tempestiva presa di posizione alla quale ha fatto seguito un atto formale di diffida inviato dalle segreterie nazionali di FLC CGIL, Cisl scuola, Uil scuola e Snals Confsal.

Nel frattempo l’Usr Veneto ha convocato per il 29 febbraio prossimo i sindacati regionali per un incontro che gli stessi avevano chiesto, promuovendo in loco anche un volantinaggio per spiegare le ragioni della protesta. Inoltre è di poche ore fa la notizia della convocazione da parte del Miur per un incontro di informativa sindacale sulle tematiche relative alla ripartizione delle risorse del fondo per la valorizzazione del merito (art. 1 c. 126 della legge 107/15) e per il funzionamento del comitato di valutazione. L’incontro, come da convocazione, si terrà mercoledì 24 febbraio alle ore 10.

In quella sede la FLC CGIL chiederà, stante la stessa disposizione della legge 107/15 circa la natura di salario accessorio del bonus di 200 milioni di euro, la piena titolarità della contrattazione di scuola per l’individuazione dei criteri per l’attribuzione dei compensi al personale docente.

Il bambino autistico dovrebbe stare con i suoi compagni. La preside dice “no”

da Redattore sociale

Il bambino autistico dovrebbe stare con i suoi compagni. La preside dice “no”

La famiglia ricorre al Tar, la scuola si appella al Consiglio di Stato. Accade a Reggio Calabria, dove il bambino è stato iscritto alla prima elementare assieme ai compagni dell’asilo, così come consigliato dagli esperti. Ma la dirigenza dell’istituto ha rigettato la richiesta

REGGIO CALABRIA – Andrea (nome di fantasia) ha cinque anni ed è affetto da ‘disturbo dello spettro autistico’. I suoi genitori, per fargli frequentare la prima elementare lo hanno iscritto all’istituto comprensivo statale “De Amicis – Bolani” di Reggio Calabria, nella stessa classe dove si sono iscritti i suoi amichetti dell’asilo. In questo modo, secondo i genitori consigliati anche dagli esperti, sul piano umano e relazionale Andrea si sarebbe trovato a vivere con una certa continuità l’esperienza fatta alla scuola dell’infanzia ritrovandosi con persone già conosciute. Infatti, rimarcano i genitori del bambino, “per chi è affetto da questo grave tipo di patologia, l’amicizia e i rapporti umani sono basilari”.

Nonostante questa importante premessa, la richiesta dei genitori di Andrea di ammettere il bambino nella stessa classe dei suoi amichetti conosciuti nei primi anni di infanzia viene rigettata dalla dirigenza dell’istituto che colloca Andrea in un’altra classe, perché quella richiesta è già al completo. La famiglia di Andrea non si rassegna e si rivolge al Tar. Nel ricorso, presentato dai legali della famiglia, viene evidenziato che “i soggetti autistici devono mantenere l’ambiente scolastico dove sono già inseriti”. Una necessità attestata da medici e strutture sanitarie citate espressamente nel ricorso. Il Tar dà ragione alla famiglia e ordina al dirigente dell’istituto “De Amicis – Bolani” che “il minore sia ammesso a frequentare la classe prima in un contesto ambientale al medesimo non estraneo”. Tutto ciò è avvenuto nei primi mesi di attività dell’anno scolastico in corso. Dopo le vacanze di Natale, i genitori di Andrea sono riusciti a far rispettare l’ordinanza del Tar e il bambino è finalmente rientrato a scuola. Ma la felicità è durata ben poco. La scuola ha infatti deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar.

La famiglia di Andrea è sprofondata nella disperazione più nera. Il caso sta suscitando polemiche e sta dividendo l’opinione pubblica. L’assessore regionale alle Politiche sociali, Federica Roccisano, ha espresso tutta la sua indignazione per la vicenda ed ha annunciato che convocherà presto sia il dirigente della scuola reggina sia i familiari di Andrea. “Insieme dovremo trovare al più presto una soluzione per questa triste vicenda – commenta l’assessore – E’ incredibile che, per garantire l’inclusione scolastica di un bambino disabile, si sia dovuti ricorrere al Tar e si sia arrivati addirittura al Consiglio di Stato. E’ terribile accanirsi contro un bambino indifeso. Mi rammarico – conclude Roccisano – che le istituzioni preposte, le quali dovrebbero operare per la tutela dei minori, non siano andate incontro alle necessità di Andrea”. (msc)

Alunno autistico fa cadere la maestra, genitori denunciati: “Non l’hanno educato”

da Redattore sociale

Alunno autistico fa cadere la maestra, genitori denunciati: “Non l’hanno educato”

Accade in Sardegna: il bambino aveva 8 anni ed era in fase di accertamento. La diagnosi è arrivata 5 mesi dopo l’incidente. Ma nel frattempo i genitori erano stati chiamati in tribunale. “E l’insegnante non ha fatto un passo indietro, dopo aver visto la certificazione”

ROMA – Ha spinto la maestra, lei è caduta e si è infortunata. Poi ha denunciato i genitori per “aver omesso di aver impartito al figlio la dovuta educazione”. Ma c’è una diagnosi, finalmente, che attesta che quel bambino non è maleducato: è autistico. Autistico “lieve”, ha certificato la Asl, ma comunque autistico. E se è vero che la diagnosi non c’era ancora ai tempi dell’incidente, è anche vero che tutti gli insegnanti erano informati delle difficoltà del bambino e dell’iter di accertamento in corso. Ed è vero pure che l’insegnante che ha sporto denuncia non ha fatto un passo indietro quando, pochi mesi dopo, la diagnosi è arrivata, a certificare che di quanto accaduto non si potesse incolpare proprio nessuno. Se non, forse, i ritardi burocratici e la diagnosi tardiva.

La vicenda è accaduta a Olbia: pochi giorni fa si è tenuta la seconda udienza. Sul banco degli imputati, la mamma e il papà di W., che oggi ha 10 anni e frequenta la 5a elementare. Sono passati esattamente due anni da quando, “preda di una delle sue crisi – ci racconta stamattina la mamma – tirò un calcio e diede una spinta alla maetra che cercava di fermarlo, mentre correva per la classe e cercava di uscire. Lei cadde a terra ma poi si rialzò e continuò la lezione. Poi, tornata a casa, andò al pronto soccorso ed ebbe una prognosi di 15 giorni, che poi credo le sia stata prolungata. Non era successo niente di grave, almeno apparrrentemente. E quando rientrò a scuola, sembrava che fosse tutto superato. Invece, due mesi dopo, ci denunciò”. E non ci ripensò neanche quando, cinque mesi dopo, arrivò finalmente quella diagnosi che già da tempo doveva essere certificata.

Un iter lungo e complesso, come accade troppo spesso, che oggi la mamma ricorda così. “Quando era alla scuola dell’infanzia, mio figlio era definito ‘capriccioso’, ‘viziato’, ‘esuberante’. Sono questi gli appellativi che vengono riservati a questi bambini prima della diagnosi. I problemi seri sono però iniziati in prima elementare, quando ha iniziato a essere oppositivo e provocatorio. Sollecitata dalle insegnanti, ho subito richiesto la visita alla Asl, ma nel frattempo, visti i tempi lunghi, l’ho portato da uno psicologo privatamente. Mi disse che era solo ‘stravagante’ e che, secondo lui, non occorreva portarlo dal neuropsichiatra. Ma io ho insistito: è iniziato così un percorso con neuropsichiatria, in parte condiviso anche con la scuola. In terza elementare l’ho trasferito nella scuola in cui lavoro come collaboratrice, nella speranza di avere un confronto più diretto con la dirigente. Ma le cose non sono andate meglio – racconta ancora la donna – Io ho esposto subito alla preside e alle insegnanti i problemi e le difficoltò di mio figlio: problemi che si sono manifestati fin dall’inizio. Non voleva stare in classe, spesso dovevano farlo calmare fuori dall’aula. A ottobre iniziarono le riunioni e si parlava sempre di mio figlio. Io ho spiegato che era in fase di accertamentoe e ho chiesto agli insegnanti di compilare i test che mi erano stati consegnati dal neuropsichiatra”. Insegnanti e preside conoscevano bene, insomma, i problemi del bambino. Ma senza una diagnosi in mano, non era possibile affiancargli neanche un insegnante di sostegno per qualche ora.

Finché, a febbraio, avvenne l’incidente. E a maggio la denuncia verso i genitori, accusati di “aver omesso di aver impartito al figlio la dovuta educazione al fine di contenere i comportamenti aggressivi verso se stesso, verso gli altri alunni e gli insegnanti, nonostante le plurime segnalazioni da parte del personale scolastico”. Dopo la prima udienza a dicembre e la seconda nei giorni scorsi, la prossima si terrà a giugno: “il giudice ha chiesto una perizia medica: una richiesta inutile, mi pare – commenta la mamma – visto che la diagnosi parla chiaro: disturbo dello spettro autistico”.

Nel frattempo, finalmente da quest’anno il bambino ha avuto il sostegno. “Ma solo 12 ore – spiega la mamma – perché ci è stato riconosciuto l’articolo 3 comma 1, cioè la condizione di lievità, che non prevede una copertura maggiore di questa. Con l’insegnante di sostegno, mio figlio sta decisamente meglio, ma sono sempre tante le ore che passa in classe senza il supporto che gli servirebbe. E noi, intanto, ci troviamo sul banco degli imputati. Con una richiesta di risarcimento danni da parte dell’insegnante”.

Accanto alla famiglia, oltre all’avvocato, c’è l’associazione “Sensibilmente”, rappresentata da Veronica Asara, che sottolinea innanzitutto “le difficoltà della famiglia per raggiungere la diagnosi. Il bambino ha un quoziente intellettivo molto alto e i medici, in questo caso, fanno fatica ad individuare l’autismo; oppure non si assumono la responsabilità: in sostanza, credono ancora che l’autismo ci sia solo quando c’è ritardo mentale”. Si tratta, per Asara, di “un caso emblematico di come una parte della scuola sia profondamente ignorante e sorda alle problematiche dei bambini con difficoltà e non necessariamente disabili. Questo è anche un caso singolare che si trasforma in vero accanimento nei confronti del bambino e della famiglia. Sarebbe il caso che anche il ministero intervenisse e aprisse un’ indagine interna su quest’insegnante, che nonostante la diagnosi non fa un passo indietro. E porta i genitori del bambino in tribunale”. (cl)

Progressione stipendiale ai precari

Progressione stipendiale ai precari: l’Anief fa condannare il MIUR per discriminazione. Docente risarcita con 32.000 Euro.

 

Sentenza impeccabile quella ottenuta dall’Anief presso il Tribunale del Lavoro di Asti in favore di una docente in servizio a tempo determinato alle dipendenze del MIUR da più di 25 anni: gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Patrizia Gorgo danno nuova prova della validità delle tesi sostenute da sempre dal nostro sindacato e ottengono per la docente un risarcimento esemplare quantificato in più di 32.000 Euro oltre interessi e spese di soccombenza. Ancora possibile aderire ai ricorsi Anief per ottenere il giusto riconoscimento economico del proprio servizio a tempo determinato.

 

La sentenza, che recepisce quanto rappresentato in udienza dai legali Anief, riconosce senza ombra di dubbio la fondatezza delle ragioni sostenute dal nostro sindacato “attesa l’evidente disparità di trattamento posta in essere dal MIUR, attraverso il riconoscimento delle maggiorazioni retributive connesse alla progressione di anzianità ai soli docenti assunti con contratto a tempo indeterminato e la corresponsione ai docenti assunti con contratto a termine della sola retribuzione relativa alla prima posizione stipendiale, senza alcun riconoscimento dell’anzianità maturata in relazione ai precedenti rapporti a termine con lo stesso Ministero instaurati”.

 

La condotta del MIUR, dunque, è stata considerata “in aperto contrasto con i principi comunitari che vietano ogni disparità di trattamento tra lavoratori a tempo determinato e a tempo indeterminato, ed in particolare con la clausola 4 dell’Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato 18.3.1999, recepito dalla Direttiva 1999/70/CE del 28.6.1999, secondo la quale per quanto riguarda le condizioni d’impiego, i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato”. La sentenza ottenuta grazie all’estrema perizia dei legali Anief, rimarca anche come “i criteri del periodo di anzianità di servizio relativi a particolari condizioni di lavoro dovranno essere gli stessi sia per il lavoratori a tempo determinato sia per quelli a tempo indeterminato”.

 

Vittoria piena dell’Anief, dunque, con completo e integrale riconoscimento del diritto dei docenti precari a vedersi riconosciuta l’anzianità di servizio e la progressione stipendiale al pari dei docenti di ruolo e Ministero dell’Istruzione, condannato per palese discriminazione, costretto a corrispondere alla nostra iscritta “la somma di Euro 32.421,15 a titolo di differenze retributive, oltre interessi legali e l’eventuale ulteriore somma spettante a titolo di differenza tra questi ultimi e l’eventuale maggior importo della rivalutazione monetaria dalla maturazione delle singole differenze mensili al saldo”, oltre alle aggiuntive spese di soccombenza quantificate in 3.600 Euro più accessori.

Educazione Parentale, centinaia di famiglie in Italia scelgono le lezioni a casa per i figli: “E’ fenomeno in crescita”

da Il Fatto Quotidiano

Educazione Parentale, centinaia di famiglie in Italia scelgono le lezioni a casa per i figli: “E’ fenomeno in crescita”

La fondatrice del network italiano si chiama Erika Di Martino, è un’ex insegnante e ha scritto anche un libro sull’argomento: “Usiamo metodi alternativi. La matematica ad esempio si impara andando a fare la spesa”. Il Miur per l’anno 2014-2015 ha registrato 945 minori che fanno homeschooling

Scuola, al via il concorso per docenti: 63.712 cattedre

da Repubblica.it

Scuola, al via il concorso per docenti: 63.712 cattedre

Una riunione con i sindacati risolve gli ultimi problemi sui numeri e le prove che dovranno sostenere i 200-250mila abilitati

di SALVO INTRAVAIA

Questa volta ci siamo davvero. Dopo l’empasse dei giorni scorsi, il concorsone che nel prossimo triennio metterà in palio quasi 64mila cattedre è ai nastri di partenza. Dopo l’incontro con i sindacati sono stati fugati anche gli ultimi dubbi sui numeri e sulle prove che attendono i 200-250mila docenti abilitati, i soli che potranno partecipare alla selezione. I docenti ancora inclusi nelle graduatorie ad esaurimento avranno diritto a un contingente di posti a parte: circa 30mila e, compatibilmente con le uscite per pensionamenti, potrebbero essere assunti nell’arco di un paio di anni. I posti autorizzati dal ministero dell’Economia sono 63.712 così suddivisi: 6.933 per la scuola dell’infanzia, 17.299 per la primaria, 15.641 per la scuola media e altri 17.232 per la scuola superiore. Cui occorre aggiungere, per la prima volta, 506 posti di Italiano per stranieri (L2).

I posti di sostegno saranno in totale 6.101: 304 andranno alla scuola dell’infanzia, 3.799 alla primaria, 975 alla secondaria di I grado e 1.023 alla scuola superiore. La regione che farà la parte del leone sarà la Lombardia, che si accaparra quasi un quinto delle cattedre: 11.176, il 18 per cento. Ma è tutto il Nord che potrebbe essere meta dell’ormai “consueto” esodo di meridionali in cerca di cattedre e fortuna. Perché quasi metà dei posti – il 47 per cento pari a 29.773 cattedre – sarà disponibile in quell’area. Al Sud andranno “solo” un terzo dei posti. I bandi saranno tre: uno per la scuola dell’infanzia e la primaria, un secondo per la secondaria e un terzo per il sostegno. Sarà Italiano, storia, geografia, nella scuola media, con 5.111 cattedre su tutto il territorio nazionale, la classe di concorso con più cattedre disponibili. Seguita dalle 4.056 cattedre di matematica e scienze, sempre alla media.

Le prove scritte saranno computer-based e verrà riservata un’attenzione particolare alla conoscenza delle lingue, spiegano dal ministero. I candidati verranno chiamati a una prova scritta della durata di 150 minuti, con otto domande di cui due in lingua straniera, per un totale di 40 punti. “Le due domande in lingua – precisano dal Miur – prevedono, in particolare, cinque sotto-quesiti, ciascuno a risposta chiusa. Il candidato dovrà dimostrare di avere un livello di competenza pari almeno al livello B2 del Quadro comune europeo di Riferimento per le lingue”. Una questione che ha diviso fino alla fine i tecnici ministeriali e i sindacati che già prevedono una valanga di ricorsi, perché queste competenze linguistiche così avanzate non erano previste all’atto dell’abilitazione col Tfa – il Tirocinio formativo attivo – e col Psa – i Percorsi abilitanti speciali. E ancora meno all’atto del conseguimento del diploma magistrale e di di qualsiasi altri titolo abilitante.

Le prove non saranno nozionistiche, ma tenderanno ad accertare le “conoscenze e competenze didattico-metodologiche”. Quella orale durerà 45 minuti, e consisterà in una lezione simulata, più colloquio con la commissione, per altri 40 punti totali in palio. I titoli – altri titoli abilitanti, servizio, dottorato, certificazioni linguistiche – conteranno per i restanti 20 punti. Il punteggio sarà quindi in centesimi. La pubblicazione dei bandi è prevista per martedì prossimo e, successivamente, gli uffici scolastici regionali dovranno correre per organizzare le prove entro il prossimo mese di agosto e assumere i primi docenti entro il primo settembre. Nei giorni scorsi, i sindacati della scuola hanno manifestato più di qualche dubbio, anche perché non è prevista nessuna prova di accesso selettiva. Ma al ministero dell’Istruzione sono sicuri: tutto verrà concluso entro il 31 agosto e dal giorno successivo sarà possibile assumere i primi docenti 2.0 pensati dalla Buona scuola.

Gite scolastiche, da Miur e Polizia stradale vademecum per viaggiare in sicurezza

da Il Sole 24 Ore

Gite scolastiche, da Miur e Polizia stradale vademecum per viaggiare in sicurezza

di Francesca Malandrucco

Gite scolastiche più sicure con il coinvolgimento della Polizia stradale. Nel momento in cui si apre la stagione dei viaggi di istruzione organizzati dalle scuole, sia in Italia che all’estero, il dipartimento per la pubblica sicurezza del ministero dell’Interno in accordo con il ministero dell’Istruzione presenta un vademecum per “viaggiare in sicurezza” rivolto agli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado.
Il documento, redatto dalla Polizia stradale, è stato inviato in questi giorni dal Miur con una circolare rivolta a tutti gli uffici scolastici regionali e ai dirigenti scolastici. Se le scuole, infatti, hanno piena autonomia nel decidere dove e a chi affidarsi per portare i propri studenti in gita d’istruzione, il ministero non rinuncia a suggerire una serie di comportamenti da seguire per prevenire eventuali rischi di incidenti sulle strade.
Primo fra tutti chiedere un coinvolgimento del personale della polizia comunicando, con un apposito modulo allegato alla circolare, data, ora e luogo della gita, il numero dei ragazzi coinvolti e tutti i dettagli che riguardano la partenza e il ritorno dal viaggio. Questa semplice segnalazione consentirà alla Polizia stradale di organizzare per tempo i servizi di controllo sul territorio.
E ancora il Miur chiede a tutte le scuole un’attenzione particolare, soprattutto in fase di organizzazione del viaggio, nella scelta delle aziende cui affidare il servizio di trasporto. I criteri di scelta non dovrebbero orientarsi solo sull’offerta economica più vantaggiosa, ma tenere conto anche di alcune garanzie fondamentali per la sicurezza di studenti e accompagnatori. E qui entra in campo il vademecum redatto dalla stessa polizia stradale che elenca una serie di “regole” importanti per l’organizzazione in sicurezza della gita.
La scelta dell’impresa di trasporto
Le ditte devono preventivamente dimostrare di essere in possesso dell’autorizzazione all’esercizio del noleggio autobus con conducente e di essere in regola con le norme sulla sicurezza sul lavoro. Altri requisiti importanti richiesti sono: il documento di valutazione dei rischi, l’autorizzazione all’esercizio della professione (Aep) e l’iscrizione al registro elettronico nazionale del ministero delle Infrastrutture e trasporti. Infine l’autista deve avere un regolare contratto con l’azienda e dimostrare di essere in regola con i versamenti contributivi Inps e Inail.
Idoneità e condotta del conducente
Una volta pronti a partire è importante fare le ultime verifiche. Prima di tutto essere sicuri che il conducente sia idoneo alla guida e possieda una regolare patente di categoria D. Verificare, poi, che abbia con se una dichiarazione, rilasciata dal legale rappresentante dell’impresa, che attesti la regolarità del suo rapporto di lavoro. Infine si raccomanda di seguire le regole dettate dal buon senso, ovvero stare attenti che l’autista non beva, faccia uso di sostante stupefacenti o superi i limiti di velocità imposti dalla segnaletica stradale.
Idoneità del veicolo
Anche il veicolo va controllato prima della partenza. E’ importante accertarsi che l’autobus noleggiato sia stato revisionato e verificare lo stato dei più importanti dispositivi di equipaggiamento, dai pneumatici agli specchietti retrovisori, dalle cinture di sicurezza per i passeggeri alla presenza di estintori a bordo, così come previsto dalla legge.

Educazione al patrimonio culturale: accordo tra Mibact e la scuola a rete «Diculther»

da Il Sole 24 Ore

Educazione al patrimonio culturale: accordo tra Mibact e la scuola a rete «Diculther»

Favorire l’educazione al patrimonio culturale anche attraverso la formazione dei giovani e
l’aggiornamento professionale di docenti e operatori culturali sfruttando le potenzialità del digitale. È uno degli obiettivi principali del protocollo d’intesa per l’attuazione del Piano nazionale per l’educazione al patrimonio culturale siglato ieri a Roma nella sede della Crui dal presidente della scuola a rete «Diculther», Gianmaria Ajani, rettore di Torino e Caterina Bon di Valsassina e Madrisio che guida la Direzione generale educazione e ricerca del ministero dei Beni culturali .

L’intesa tra la Dg del Mibact e la scuola a rete Diculther nasce per garantire contesto e sviluppi attuativi al «diritto di ogni cittadino ad essere educato alla conoscenza e all’uso responsabile del patrimonio culturale, nella convinzione – avverte una nota – che il patrimonio culturale, oltre ad abilitare processi di costruzione identitaria, di educazione alla cittadinanza e di promozione del dialogo interculturale, rappresenti sempre più un volano di sviluppo ed una risorsa strategica nel concorrere, attraverso il digitale, a nuove modalità di condivisione del sapere». La sigla dell’intesa, rappresenta per la scuola Diculther – a cui aderiscono oltre sessanta tra università, enti di ricerca ed organizzazioni che compongono
un network di competenze sul patrimonio culturale – un nuovo impegno a un anno dalla sua nascita per la realizzazione, assieme ai servizi educativi dei musei e le soprintendenze del Mibact, di un sistema nazionale di formazione e di educazione al patrimonio culturale. «Un impegno rilevante» – ha precisato il Dg Bon di Valsassina e Madrisio – che punterà insieme agli altri soggetti istituzionali «alla progettazione del sistema nazionale di formazione ed educazione al patrimonio culturale, grazie all’individuazione di interventi condivisi per lo sviluppo delle conoscenze di settore e per l’aggiornamento professionale e per avvicinare i diversi tipi di pubblico (scolastico, adulto, con esigenze speciali, etc.) al patrimonio culturale e scientifico nazionale ed europeo». «Un significativo riconoscimento per la Scuola – ha ancora ribadito Ajani – pensata per sostenere la formazione di competenze specifiche nel Digital Cultural Heritage, la piena integrazione tra le diverse aree disciplinari e le istanze di conservazione e tutela del patrimonio culturale sia analogico sia digitale».

Concorso docenti, spuntano i corsi d’abilitazione all’estero on line

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, spuntano i corsi d’abilitazione all’estero on line

Cresce l’attesa per i bandi di concorso che porteranno 63mila nuovi docenti nella scuola: anche se manca l’ufficialità, per partecipare alla selezione serverà l’abilitazione.

Si tratta di un titolo che, però, tanti aspiranti prof e maestri non sono ancora riusciti sinora ad ottenere. Per costoro, quindi, non resta che attendere il prossimo Tfa, che dovrebbe a sua volta essere pubblicato nei prossimi mesi.

A meno che non vogliano “giocarsi” la carta dell’abilitazione on line con sede all’estero. Secondo il deputato Pd Umberto D’Ottavio, proprio in questi giorni, a ridosso dell’avvio del nuovo concorso a cattedra, sono state segnalate diverse pubblicità di corsi “on line” rivolte a quanti ancora non hanno potuto conseguire l’abilitazione e che “permetterebbero di conseguire all’estero l’abilitazione necessaria per la partecipazione al concorso”.

Il democratico, quindi, si rivolge ai diretti interessati, che sono probabilmente decine di migliaia, ricordando loro che “è una truffa!”. E ha anche fatto un appello al ministro dell’Istruzione, invitandolo a vigilare.

Ricordiamo che i bandi sono attesi in Gazzetta Ufficiale nelle prossime ore, forse già nella giornata odierna, o al massimo entro la prossima settimana. Poiché la norma sui titoli di accesso prevede che il loro conseguimento debba avvenire entro il termine ultimo per presentare la domanda, è necessario che l’abilitazione debba essere acquisita entro fine marzo. Quindi in circa trenta giorni.

Francamente, c’è quindi da dire che un’organizzazione che garantisce questo risultato in così poco tempo e che il titolo che rilascia sia anche abilitante all’insegnamento, alla pari di chi ha dovuto studiare e superare esami nelle università pubbliche in un lasso di tempo variabile tra i sei mesi ed un anno, lascia davvero pensare.

Concorso docenti, ecco i dati relativi ai posti banditi per classe di concorso

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, ecco i dati relativi ai posti banditi per classe di concorso

Per il concorso docenti, il cui bando è di prossima emanazione, sono confermati i 63.712 posti totali, di cui 57.611 comuni (relativi, cioè, alle varie discipline) e 6.101 di sostegno.

Nel dettaglio, i posti per grado sono:

  • Infanzia 7.237 (6.933 comuni e 304 di sostegno)

  • Primaria 21.098 (17.299 comuni e 3.799 di sostegno)

  • Secondaria di I grado 16.616 (15.641 comuni e 975 di sostegno)

  • Secondaria di II grado 18.255 (17.232 comuni e 1.023 di sostegno)

A questi si aggiungono 506 posti relativi a tutti i gradi di istruzione che saranno banditi sulla nuova classe di concorso A023, quella relativa all’insegnamento dell’italiano come lingua seconda. Il Ministero ha anche fornito i dati relativi ai posti banditi per classe di concorso.

Concorso docenti, tutti i numeri e le modalità del bando

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, tutti i numeri e le modalità del bando

Confermato da un comunicato del Miur, quanto anticipato stamane ai microfoni de “La Tecnica della Scuola” dal consigliere del ministro Giannini, Luciano Chiappetta (clicca qui per l’intervista integrale): è in dirittura d’arrivo la pubblicazione dei bandi del nuovo concorso per docenti previsto dalla legge Buona Scuola.

Dopo il Piano straordinario di assunzioni della scorsa estate, prosegue l’operazione di immissione in ruolo degli insegnanti a copertura dei posti vacanti avviata dal Governo.

Vengono confermati i 63.712 posti totali, di cui 57.611 comuni (relativi, cioè, alle varie discipline) e 6.101 di sostegno.

 

Nel dettaglio, i posti per grado sono:

 

• Infanzia 7.237 (6.933 comuni e 304 di sostegno)

• Primaria 21.098 (17.299 comuni e 3.799 di sostegno)

• Secondaria di I grado 16.616 (15.641 comuni e 975 di sostegno)

• Secondaria di II grado 18.255 (17.232 comuni e 1.023 di sostegno)

 

A questi si aggiungono 506 posti relativi a tutti i gradi di istruzione che saranno banditi sulla nuova classe di concorso A023, quella relativa all’insegnamento dell’italiano come lingua seconda. Il Ministero ha anche fornito i dati (in allegato) relativi ai posti banditi per classe di concorso.

 

I bandi saranno tre: per infanzia e primaria, secondaria di I e II grado, sostegno. Il bando per il sostegno è del tutto inedito. Confermata l’assenza della prova preselettiva.

Si procederà con lo scritto che si svolgerà interamente al computer. Lo scritto prevede 8 domande sulla materia di insegnamento di cui 2 in lingua straniera (inglese, francese, tedesco o spagnolo, obbligatoriamente l’inglese per la primaria). I quesiti saranno: 6 a risposta aperta (di carattere metodologico e non nozionistico) e 2 (quelle in lingua) a risposta chiusa. Le due domande in lingua prevedono, in particolare, cinque sotto-quesiti, ciascuno a risposta chiusa. Il candidato dovrà dimostrare di avere un livello di competenza pari almeno al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue.

 

Lo scritto avrà una durata di 150 minuti. Mentre sono previsti 45 minuti per l’orale: 35 per una lezione simulata e 10 di interlocuzione fra candidato e commissione. Nella valutazione dei titoli si valorizzeranno, fra l’altro, i titoli abilitanti, il servizio pregresso, il dottorato di ricerca, le certificazioni linguistiche.

Inoltre, il personale di ruolo di religione cattolica sarà l’unica categoria di docenti di ruolo che potrà partecipare al concorso per le varie discipline.

 

Le funzioni per l’iscrizione al concorso saranno aperte alla fine del mese di febbraio. Il Miur sta predisponendo un mini-sito web dedicato al concorso dove si potranno reperire tutte le informazioni utili e da cui si potrà accedere direttamente alla domande di partecipazione al concorso. Il sito sarà disponibile al momento della pubblicazione dei bandi.

Deputati Pd: “il Governo mantenga gli impegni presi con i dirigenti scolastici”

da La Tecnica della Scuola

Deputati Pd: “il Governo mantenga gli impegni presi con i dirigenti scolastici”

“Il Governo rispetti gli impegni presi con i dirigenti scolastici il 4 dicembre 2014 ma, soprattutto, il dettato della legge”. Lo dichiarano in una nota le deputate PD della Commissione Cultura Mara Carocci e Grazia Rocchi, commentando lo stato di mobilitazione indetto dai dirigenti scolastici.

“Per questo, chiediamo che ai dirigenti scolastici sia immediatamente corrisposto quanto dovuto e non si tenti in alcun modo di procedere a una diminuzione della retribuzione pensionabile e della buona uscita. La Buona Scuola – proseguono le deputate del PD – ha previsto un notevole aumento delle loro responsabilità ed è gravissimo che, a tali nuovi gravosi compiti, faccia seguito un evidente peggioramento delle condizioni retributive”.

“In tal senso, abbiamo presentato due interrogazioni urgenti per chiedere alla Ministro Giannini di intervenire immediatamente per sanare un vulnus inaccettabile e dimostrare attenzione nei confronti delle sacrosante rivendicazioni dei dirigenti scolastici. Per queste ragioni, chiediamo che sia bandito in tempi rapidissimi il nuovo concorso: un ulteriore rinvio renderebbe assai complessa la gestione delle scuole con un aumento ingestibile delle reggenze”, concludono le deputate della VII commissione Carocci e Rocchi.

Siglato protocollo d’Intesa nel settore del Digital Cultural Heritage

da tuttoscuola.com

L’intesa tra la Direzione Generale Educazione e Ricerca del MiBACT e la Scuola a Rete DiCultHer
Siglato protocollo d’Intesa nel settore del Digital Cultural Heritage.

il protocollo nasce per garantire i necessari sviluppi attuativi al ‘diritto di ogni cittadino ad essere educato alla conoscenza e all’uso responsabile del patrimonio culturale’, nella convinzione che il patrimonio culturale, oltre ad abilitare processi di costruzione identitaria, di educazione alla cittadinanza e di promozione del dialogo interculturale, rappresenti sempre più un volano di sviluppo ed una risorsa strategica nel concorrere, anche attraverso il digitale, a nuove modalità di condivisione del sapere.

Un impegno rilevante sia per la Direzione generale sia per la Scuola a Rete DiCultHer  – ha inteso precisare il Direttore Generale, Dott.ssa Bon Valsassina, chiamate a collaborare – in osservanza dei principi e dei contenuti dell’Art. 9 della Costituzione ed insieme ai vari soggetti istituzionali ed ai Servizi educativi dei luoghi della cultura del MiBACT – alla progettazione del sistema nazionale di formazione ed educazione al patrimonio culturale, grazie all’individuazione di interventi condivisi per lo sviluppo delle conoscenze di settore, per l’aggiornamento professionale e per avvicinare i diversi tipi di pubblico (scolastico, adulto, con esigenze speciali, etc.) al  patrimonio culturale e scientifico nazionale ed europeo.

Un significativo riconoscimento per la Scuola – come ha ancora ribadito il Presidente, Prof. Ajani  – pensata per sostenere la formazione di competenze specifiche nel Digital Cultural Heritage, la piena integrazione tra le diverse aree disciplinari e le istanze di conservazione e tutela del patrimonio culturale sia analogico sia digitale.

Scuola, i numeri e le modalità del concorso

da tuttoscuola.com

Scuola, i numeri e le modalità del concorso
63.712 posti totali, 57.611 comuni e 6.101 di sostegno

In dirittura d’arrivo la pubblicazione dei bandi del nuovo concorso per docenti previsto dalla legge Buona Scuola. Dopo il Piano straordinario di assunzioni della scorsa estate, prosegue l’operazione di immissione in ruolo degli insegnanti a copertura dei posti vacanti avviata dal Governo. Oggi al Miur si è svolta l’apposita informativa sindacale. Sono confermati i 63.712 posti totali, di cui 57.611 comuni (relativi, cioè, alle varie discipline) e 6.101 di sostegno.

Nel dettaglio, i posti per grado sono:

  • Infanzia 7.237 (6.933 comuni e 304 di sostegno)
  • Primaria 21.098 (17.299 comuni e 3.799 di sostegno)
  • Secondaria di I grado 16.616 (15.641 comuni e 975 di sostegno)
  • Secondaria di II grado 18.255 (17.232 comuni e 1.023 di sostegno)

A questi si aggiungono 506 posti relativi a tutti i gradi di istruzione che saranno banditi sulla nuova classe di concorso A023, quella relativa all’insegnamento dell’italiano come lingua seconda. Il Ministero ha anche fornito i dati (in allegato) relativi ai posti banditi per classe di concorso.
bandi saranno tre: per infanzia e primaria, secondaria di I e II grado, sostegno. Il bando per il sostegno è del tutto inedito. Confermata l’assenza della prova preselettiva. Si procederà con lo scritto che si svolgerà interamente al computer.

Lo scritto prevede 8 domande sulla materia di insegnamento di cui 2 in lingua straniera (inglese, francese, tedesco o spagnolo, obbligatoriamente l’inglese per la primaria). I quesiti saranno: 6 a risposta aperta (di carattere metodologico e non nozionistico) e 2 (quelle in lingua) a risposta chiusa. Le due domande in lingua prevedono, in particolare, cinque sotto-quesiti, ciascuno a risposta chiusa. Il candidato dovrà dimostrare di avere un livello di competenza pari almeno al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue. Lo scritto avrà una durata di 150 minuti. Mentre sono previsti 45 minuti per l’orale: 35 per una lezione simulata e 10 di interlocuzione fra candidato e commissione. Nella valutazione dei titoli si valorizzeranno, fra l’altro, i titoli abilitanti, il servizio pregresso, il dottorato di ricerca, le certificazioni linguistiche.
Le funzioni per l’iscrizione al concorso saranno aperte alla fine del mese di febbraio. Il Miur sta predisponendo un mini-sito web dedicato al concorso dove si potranno reperire tutte le informazioni utili e da cui si potrà accedere direttamente alla domande di partecipazione al concorso. Il sito sarà disponibile al momento della pubblicazione dei bandi.

La ripartizione dei 63.712 posti a concorso

da tuttoscuola.com

In attesa dei bandi
La ripartizione dei 63.712 posti a concorso

In attesa di conoscere in dettaglio nei prossimi giorni l’esatta ripartizione dei posti a concorso per ciascuna regione e per ogni classe di concorso, ci si deve accontentare dei dati sintetici pubblicati in Gazzetta Ufficiale (GU Serie Generale n.35 del 12-2-2016) la settimana scorsa, contenuti nel decreto di autorizzazione del Mef.

L’autorizzazione è relativa al Decreto del presidente del consiglio dei ministri del 24 dicembre 2015 con il quale per il triennio scolastico 2016/2018 sono attivate le procedure concorsuali per il reclutamento, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, di n. 63.712 docenti, di cui n. 52.828 docenti comuni, n. 5.766 docenti di sostegno e n. 5.118 posti di potenziamento.

In particolare va detto che quasi 11 mila di quei posti a concorso (5.766 docenti di sostegno e 5.118 posti di potenziamento) sono il residuo dei posti non coperti dal piano di assunzione 2015 per mancanza di candidati e di domande, senza contare un migliaio di posti comuni non coperti per mancanza di docenti abilitati iscritti in GAE o in graduatorie di merito.