Panopticon: il RAV colpirà anche l’infanzia

Panopticon: il RAV colpirà anche l’infanzia

di Gabriele Boselli

 

RAV/infanzia: non è un nuovo virus prodotto dalle multinazionali del farmaco per allargare il mercato. Nemmeno un batterio ingegnerizzato sfuggito a qualche laboratorio militare. E’ la versione infantile, forse ancor più perniciosa, del Rapporto di AutoValutazione che da alcuni mesi infastidisce la scuola primaria e secondaria. Dopo uno sviluppo colturale in ambiente 3-6 nei laboratori INVALSI, questa ultima mutazione è ora individuabile sul sito di questo Istituto (Rapporto di Autovalutazione Scuola dell’Infanzia) e dovrebbe essere applicata anche alla sinora incontaminata prima scuola.

Qualcuno sarà contento che anche questa abbia il suo RAV, ritenendo che ciò costituisca una necessaria specie di patente per essere considerata vera scuola. Ma scuola e scuola di Stato lo siamo dall’inizio, nel 1968 e sul piano pedagogico lo siamo comunque; lo resteremo anche se l’incombente sistema Zero-sei cercherà di assimilarci più al mondo dei servizi sociali che a quello scolastico.

L’ideologia del benthamiano, tardo-moderno, positivistico, incurante panopticon (niente deve sfuggire all’occhio del sistema, tutto è misurabile, tutto è rendicontabile, valutabile e controllabile come in un immenso carcere) non ammetterebbe zone franche. Per fortuna il corpus della scuola dell’infanzia ha ottime difese nelle sue insegnanti e in non poca parte dei suoi dirigenti e ispettori, quei pochi che ci sono; del resto le lesioni funzionali non sono state gravi nemmeno negli ordini di scuola dove è stato già diffuso.

 

  1. A) Il valore della traccia

Gran parte delle libere scuole di Stato dell’infanzia ha sempre percorso sentieri di auto-valutazione del proprio operare in rapporto alle proprie scelte culturali, alle proprie opzioni pedagogiche, alle richieste esplicite ed implicite del territorio, alle esigenze espresse dai genitori dei bambini. Nelle bozze circolanti di RAV per l’infanzia si tenta ora, per fortuna velleitariamente, di schiacciare tradizioni di autovalutazione autonoma con impulsi esogeni rischiando di sacrificare il ben-essere dei bambino e la serenità dell’insegnante. Ma non praevalebunt.

Penso infatti che le scuole condurranno comunque il loro lavoro valutativo e autovalutativo nell’avvertenza della massima responsabilità morale. Certo, il romano tentativo c’è, dato che un’auto-valutazione eticamente e culturalmente meditata e scientificamente condotta è la pratica in cui meglio si può esprimere la pericolosa autonomia vera, ovvero la capacità di una scuola di delineare e costruirsi un orizzonte di valore e di senso e confrontarsi periodicamente con l’attualità dell’agire. Ci si domanda da sempre: quanto vale quel che si è fatto oggi? Quale il valore della traccia che resterà? Queste le questioni che le scuole da sempre si pongono, sinora senza questionari. E continueranno a porsi nonostante il RAV.

Domande essenziali e che il RAV mortificherebbe nella loro complessità e addomesticherebbe con i suoi riti. Alcuni elementi del valutare sono oggettivamente riscontrabili e annettibili al RAV (il bambino sa mettersi il cappotto, ha il pieno controllo degli sfinteri….oppure: quante volte la scuola ha riunito i genitori, quanti hanno smesso di frequentare….) ma altri, i più importanti dal punto di vista dell’educazione e dell’istruzione, sfuggono a ogni ipotesi di “oggettiva” osservazione e valutazione sistemica.

Come in altri ordini di scuola, si possono cogliere al momento solo alcuni risultati; quelli più importanti si potranno guardare (non constatare) dopo molti anni.

 

  1. B) Possibili principi di autovalutazione

Molte scuole dell’infanzia hanno visto nel tentativo in atto di estensione anche nel loro territorio del RAV una disconferma del loro operare ma anche una occasione per difendersi attraverso una diligente ma ancor più riflessiva ed epistemologicamente rigorosa autovalutazione .

Occorre –è convinzione diffusa nelle scuole dell’infanzia di Stato e in molte a gestione privata- una vera autovalutazione, ovvero un processo di autentica interazione della scuola (collegi dei docenti e per certi aspetti consiglio di istituto) con la comunità dei ricercatori o almeno con riferimento agli studi scientifici più avanzati in proposito. Non si studia tanti anni per fare gli applicati compilando moduli. A partire da una fondazione ideale (dunque non ideologica), si cerca con rigore e passione insieme la via per portare a processi valutativi intersoggettuali e non oggettivistici, paradigmatici e non sintagmatici, narrativi e non acronici, ermeneutici e senza pretesa di rispecchiamento incontrovertibile del reale, conseguenti a una scelta condotta in autonomia fra costellazioni di valore sedimentate non tanto nella cronaca, che ogni giorno svanisce, quanto nella storia. E’ in questa scuola forse ancor più che in altre estesa consapevolezza che sia necessario aprirsi al vedere intersoggettivamente, nell’onesto concorso delle singolarità individuali o di categoria.

Un’operazione altamente dinamica, nel senso che particolarmente dai tre ai sei anni l’”oggetto” in sé muta di continuo, oppone alla fissità degli strumenti di inquadramento la fluidità del suo evolversi in forme sempre nuove; non è coglibile per ciò che è importante per il sistema ma per il suo essere-nel-campo e nel tempo, in un contesto in cui il gioco dei valori è innestato nell’insieme vivente degli attori e dei valutatori.

 

  1. Un possibile percorso autovalutativo

C.1 Profili metodologici

Auto-valutare seriamente è per me convenire a un addensamento di esperienza attraverso

Dismissione dei pre-giudizi_ Cercare di mettere tra parentesi (non: ignorare, rimuovere) ogni pre-giudizio sulla propria scuola e sul contesto e, fin dove possibile date le circostanze operative, ogni convenzione. Dirigerci con levità verso la qualità (il “qual essere”) e l’attualità di ciò che è nella direzione del nostro (che sia proprio nostro) guardare.

Immersione nell’esperienza – il racconto è autentico se il narratore non è un corpo estraneo, ha davvero con-vissuto l’esperienza di cui tratta e non si limita a compilare dei questionari; è onesto se aperto a riferire tutto quel che gli risulta e non solo quel che gli viene richiesto da uno schema;

Attenzione alla cura, al modo in cui ci si prende cura (non carico) dell’altro cercando di comprenderlo e di aiutarlo nella pienezza del suo essere-al-mondo; bilancio critico dei comportamenti incuranti,

Distanziamento distanziarsi non significa indossare il camice dell’osservatore asettico, come si trattasse di valutare dei semplici reperti biologici ma decentrarsi, connettersi con più ampi mondi vitali e istituzionali;

Concettualizzazione degli approcci e nelle metodologie elaborative singolari: per permettere la comunicazione forme e metodi devono essere oltre che reinventati, riconcettualizzati ovvero teoricamente rifondati e chiaramente esplicitati;

Discussione allargata in ogni fase, con ritorni regolari nell’esperienza;

Revisione, ripartenze frequenti verso mete non prepensate, trasparentemente individuate e perseguite.

Tutto il trasferibile sta nel soggetto della ricerca ma quando una manifestazione dell’esterno prodotta dall’ io/noi si fa ricorrente nel suo offrirsi, ci può donare qualche motivo di affidabilità.

 

  1. 2 In pratica

Le scuole potrebbero esercitarsi, facendo comunque tesoro dalle conclusioni dei loro eventuali precedenti lavori sulla valutazione, variamente declinando i seguenti criteri.

 

Elementi poco rilevanti ma obiettivabili e spendibili per far bello il nostro RAV:

1 a tempo speso in attività di formazione in servizio

2 a tempo effettivamente prestato in attività collegiali

3 a tempo speso in attività preparatorie delle lezioni, svolte a scuola

4 a tempo speso in attività con i genitori (assemblee…..)

5 a tempo speso in attività di verifica del proseguimento degli studi o di lavoro dei propri allievi

6 a numero delle pubblicazioni, con moltiplicatore a seconda della classificazione delle riviste o dei siti

 

Alcuni dei fattori importanti per la valutazione intersoggettiva su cui interrogarsi tra docenti:

1b Soggettualità del pensare

2b Autenticità della vocazione all’educare

3b Continuità di un percorso culturale personale e collettivo

4b Preparazione disciplinare sui campi di esperienza

5b Concezione e organizzazione del prendersi cura

6b Capacità e soddisfazione nelle relazioni educanti

7b Felicità dei bambini

8b Risultanze (non risultati) emergenti nel loro percorrere loro sentieri nei campi dell’esperienza,

 

  1. D) Conclusione

Nonostante il RAV, nonostante la riduzione del tempo che la sua onerosissima compilazione lascerà disponibile, l’autovalutazione delle scuole dell’infanzia potrà continuare a essere atto:

-non rassegnata al dominio di strumenti “tecnici”;

-consolidante la natura e l’immagine della scuola dell’infanzia come scuola ma come scuola con un proprio volto;

-non mortificante, non amministrativo del dato secondo regole standardizzate; sarà una ricerca che si confronta con il vivente, l’esistente concreto;

-non avrà come suo scopo principale lo stilar classifiche, l’archiviare e il giudizioso amministrare eventi tramite corresponsione di premi, ma conoscere una regione del mondo della vita sociale e aiutare chi vi si avventura;

-avrà come meta la valutazione dell’esperienza (unicità di ciò per cui si è passati attraverso, non la massa di serializzabile conferma dei giudizi/pregiudizi );

-sarà una valutazione narrativa, consapevole delle propria storicità, concreta;

-si sforzerà di essere pratica, “utile” ai protagonisti del servizio scolastico, in particolare ai bambini.

I diplomati magistrale ottengono giustizia

Accolto il reclamo ANIEF: anche a Vicenza i diplomati magistrale ottengono giustizia

 

Il Tribunale del Lavoro di Vicenza ha accolto il reclamo avverso l’ordinanza sfavorevole emanata dallo stesso organo giudicante qualche mese fa e che negava il diritto dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante all’inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Nicola Zampieri ottengono un risultato determinante per i nostri iscritti a Vicenza facendo cambiare l’indirizzo precedentemente espresso dai giudici vicentini e ottenendo un’ordinanza di pieno accoglimento che dà torto al MIUR e concede ai ricorrenti la possibilità di produrre domanda di inserimento nelle Graduatorie d’interesse.

 

Nell’ordinanza, dopo un’attenta ricostruzione dell’assetto normativo preesistente, i Giudici ritengono senza ombra di dubbio fondate le tesi patrocinate dai legali Anief e constatano come “il diritto all’inserimento nella graduatoria discende dal possesso di un titolo abilitante”, rilevando, in proposito, l’importanza de “l’argomentazione giuridica delle decisioni assunte dal giudice amministrativo, che ha accertato la lesione del diritto all’inserimento in queste graduatorie da parte del D.M. 235/2014”. Per i Giudici di Vicenza, dunque, richiamando le sentenze citate in ricorso ed emanate dal Consiglio di Stato, “i reclamanti erano già in possesso, alla data di trasformazione delle graduatorie nel loro attuale assetto, di un titolo abilitante e non può pertanto considerarsi nuova abilitata, da escludere dalle predette graduatorie. In questo senso, anche le sentenze del Consiglio di Stato da ultimo richiamate hanno sottolineato il comportamento del Ministero che ha illegittimamente escluso i possessori dello stesso titolo abilitante dalle graduatorie ad esaurimento funzionali alle assunzioni a tempo indeterminato”.

 

Il Tribunale di Vicenza, dunque, in riforma delle precedenti decisioni emanate in via cautelare, rileva come siano evidenti “i presupposti per la disapplicazione del D.M. 235/2014” e come “il mancato inserimento delle reclamanti in queste graduatorie, utilizzate per le assunzioni a tempo indeterminato, […] renda evidente di per sé la concreta possibilità che le aspettative di una assunzione siano frustate dal mancato inserimento delle graduatorie” e, per tale motivo, accoglie senza ulteriore indugio il reclamo patrocinato dai legali Anief e concede in via cautelare l’inserimento delle ricorrenti nelle GaE di interesse disponendo che il MIUR provveda a far loro produrre la domanda di inserimento nelle modalità più opportune allo scopo.

 

Ancora una volta l’Anief ha dimostrato di saper gestire al meglio tutte le situazioni che possono prospettarsi in tribunale e di saper dar seguito alle aspettative dei propri iscritti anche quando la situazione pare difficile da risolvere. Il nostro sindacato, forte dell’esperienza indiscussa dei propri legali in materia, accoglie con grande compiacimento quest’ulteriore successo. Quando ci si schiera dalla parte dei lavoratori della scuola, il nostro sindacato ha saputo sempre dimostrare di sapere come agire e come lottare fino alla fine patrocinando le loro ragioni e il loro giusto diritto in tutte le sedi opportune.

 

24 mesi di MIUR

miur24 mesi di Miur

Da ‘La Buona Scuola’ al Piano straordinario ricercatori
#ventiquattro mesi di Miur
Giannini: “Investimenti su Istruzione e capitale umano
riportati al centro dell’azione di governo”

Tre miliardi in più all’anno di investimento sul capitolo Istruzione, 90.000 docenti assunti fra agosto e novembre 2015, risorse per oltre 4 miliardi per interventi di edilizia scolastica, il lancio del nuovo Piano Nazionale Scuola Digitale. E ancora, l’avvio di un Piano straordinario per l’assunzione di ricercatori nelle Università e negli Enti vigilati dal Miur, risorse aggiuntive per i settori strategici della ricerca, maggiore attenzione al merito e alla qualità nella distribuzione delle risorse agli atenei. Sono alcuni degli interventi avviati in questi #ventiquattro mesi di Governo.

“Il nostro Governo ha messo da subito il tema dell’istruzione e della conoscenza al centro dell’agenda. Siamo convinti che le politiche educative di oggi creeranno la società italiana di domani e che l’investimento sul capitale umano, dalla scuola dell’infanzia all’attrazione dei migliori talenti nei nostri centri di ricerca e nelle nostre Università, siano lo strumento più potente per un’Italia forte, innovativa e in crescita”, dichiara il Ministro Stefania Giannini.

“Tutte le misure prese in questi due anni per la scuola soprattutto e, a partire dalla Legge di Stabilità di quest’anno, per l’istruzione superiore, l’università e la ricerca – continua il Ministro – derivano da questa convinzione politica e culturale”.

#VENTIQUATTRO MESI IN SINTESI

SCUOLA

  • Con la consultazione su #LaBuonaScuola 1,8 milioni di cittadini coinvolti on line e off line. Si torna a parlare di Istruzione e a farlo in tutto il Paese (I numeri: https://labuonascuola.gov.it/i-numeri-della-partecipazione/)
  • Con l’approvazione della legge #LaBuonaScuola 3 miliardi in più all’anno per il capitolo Istruzione, 90.000 docenti già assunti e un concorso in preparazione per 63.712 posti. Potenziata l’offerta formativa (L’infografica: http://www.istruzione.it/comunicati/DDL_LaBuonaScuola_Senato.html)
  • Lanciato il Piano Nazionale Scuola Digitale, 1 miliardo per nuove competenze, formazione del personale, accesso a Internet, spazi innovativi. Già 600.000 studenti coinvolti nel progetto ‘Programma il Futuro’ per portare a scuola il pensiero computazionale (Leggi il Piano: http://www.istruzione.it/scuola_digitale/index.html)
  • Raddoppiato il Fondo di funzionamento delle scuole, da 111 a oltre 230 milioni. Risorse certe fin dal primo giorno di scuola (Approfondisci: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/cs181115)
  • Edilizia scolastica #1. Arriva l’Anagrafe nazionale dopo venti anni di attesa: ogni genitore può verificare lo stato di ‘salute’ degli istituti. Istituito l’Osservatorio al Miur con compiti di coordinamento e programmazione. Ufficializzata la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole ogni 22 novembre (Il sito: http://www.istruzione.it/edilizia_scolastica/)
  • Edilizia scolastica #2. Oltre 4 miliardi investiti, 1.500 cantieri chiusi e altri 1.500 in corso. Via libera a ispezioni sui solai di 7.000 scuole. Progetti per 50 scuole innovative da realizzare con un fondo da 300 milioni.
  • 100 mln all’anno per l’alternanza scuola lavoro che diventa strutturale. Per gli Istituti tecnici superiori risorse sempre più legate al livello di occupabilità degli studenti (Approfondisci: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/cs051115)

AFAM

  • Aumentate le risorse sul settore (+19%) con più attenzione al tema dell’internazionalizzazione, sostegno agli istituti pareggiati

UNIVERSITÀ E RICERCA

L’oggetto che non c’è: giochi e ausili su misura per i bambini disabili

da Redattore Sociale

L’oggetto che non c’è: giochi e ausili su misura per i bambini disabili

Li realizzano i creativi di Opendot, centro di ricerca milanese. I progetti sono open source, quindi chiunque può utilizzarli e migliorarli. Tra le ambizioni future: realizzare un software che permetta di fare la scansione degli arti per poi realizzare, con una stampante 3D, tutori personalizzati

Disbailità. Open dot 2
MILANO – Le buone idee creano ricchezza quando circolano e ciascuno può aggiungerci del suo. Come fanno i creativi di Opendot, centro di ricerca e fab lab milanese, che hanno lanciato da alcuni anni “The other design”, ossia un design che crea prodotti fatti su misura per ogni singola persona. E questo principio lo applicano, in particolare, per costruire ausili per le persone con disabilità. Ogni disabile lo è a modo suo e ha esigenze che possono essere diverse. Non solo, i progetti dei pezzi realizzati sono in open source e quindi chiunque può utilizzarli e migliorarli. Questa sera alle 19, nella sede di via Tertulliano 70 a Milano, Opendot presenta il progetto “L’oggetto che non c’è”, nato dalla collaborazione con TOG – Together To Go, onlus che nel 2011 ha dato vita a un centro per la riabilitazione di bambini colpiti da patologie neurologiche complesse. Dai giochi a “semplici” ausili come quello che aiuta a tenere in mano una matita, tutto è realizzato su misura, in collaborazione con gli operatori sanitari di Tog, i bambini e i loro genitori. E se poi c’è un bambino che ha bisogno di un ausilio simile e abita lontano, magari in Sicilia o in Sardegna, può affidarsi a un fab lab o a un artigiano digitale della sua città per farlo realizzare: i progetti sono open source, basta adattarli alle esigenze del bambino.

Disabilità. Open dot 3
Opendot e Tog hanno anche altre ambizioni. La prima è quella di realizzare un software che permetta di fare la scansione degli arti per poi realizzare, con una stampante 3D, tutori in gesso personalizzati, più leggeri e lavabili. Il software sarà a disposizione degli stessi operatori sanitari, che potranno costruire direttamente i tutori. Inoltre, sta partendo la co-progettazione con alcune università, con la Nuova accademia di belle arti e con Domus Academy per altri ausili e giochi. (dp)

Al Gemelli di Roma nasce l’ausilioteca per i bambini disabili

Verra’ inaugurata martedi’ 21 Luglio, alle ore 9.30, presso il piano 0 (ala L) del Policlinico Universitario ‘Agostino Gemelli’ la nuova ‘ausilioteca’ dell’Unita’ Operativa Complessa di Neuropsichiatria infantile, dedicata ai pazienti pediatr…

Roma – Verra’ inaugurata martedi’ 21 Luglio, alle ore 9.30, presso il piano 0 (ala L) del Policlinico Universitario ‘Agostino Gemelli’ la nuova ‘ausilioteca’ dell’Unita’ Operativa Complessa di Neuropsichiatria infantile, dedicata ai pazienti pediatrici con disabilita’, alla presenza del Rettore dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore, prof. Franco Anelli. Interverranno, inoltre, il Direttore Generale del Policlinico Gemelli Ing. Enrico Zampedri, il Preside della Facolta’ di Medicina e Chirurgia dell’Universita’ Cattolica prof. Rocco Bellantone, il Direttore del Dipartimento per la tutela della salute della donna, della vita nascente, del bambino e dell’adolescente del Policlinico prof. Giovanni Scambia e il Direttore dell’Unita’ Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile e promotore del progetto, prof. Eugenio Mercuri. L’ausilioteca del Gemelli, la cui realizzazione e’ stata resa possibile grazie al contributo dell’Universita’ Cattolica Sacro Cuore attraverso i fondi del 5 per 1000, migliorera’ le attivita’ assistenziali e di ricerca clinica nell’ambito della neurologia pediatrica e piu’ in generale della pediatria della disabilita’. La nuova struttura permettera’ di ottimizzare i percorsi assistenziali dei bambini con disabilita’ e di alleviare il carico sostenuto dalle famiglie. (DIRE)

RICORSO CEDU BLOCCO CONTRATTO

Martedì 23 febbraio alle ore 15, presso la sede nazionale della FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche) in via Aniene 14 a Roma, si svolgerà la conferenza stampa di presentazione del ricorso promosso dalla CGS (Confederazione Generale Sindacale), composta da FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche), FGU (Federazione Gilda-Unams), NURSIND (Sindacato delle Professioni Infermieristiche) e Unione Artisti UNAMS, alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per chiedere il risarcimento per i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego gravemente danneggiati dal mancato rinnovo del contratto che si protrae ormai da 7 anni.

Obiettivo dell’iniziativa è ottenere anche la condanna del Governo che non ha ottemperato alla sentenza, scaturita dal ricorso presentato dalla FLP, con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco dei contratti.

Nel corso della conferenza stampa saranno illustrate nel dettaglio le tabelle relative alla perdita economica subita dai lavoratori e le modalità tecniche e organizzative di adesione al ricorso.

Alla conferenza stampa parteciperanno Rino Di Meglio, coordinatore nazionale FGU e segretario generale CGS; Marco Carlomagno, segretario generale FLP; Andrea Bottega, segretario nazionale NURSIND; Dora Liguori, segretario generale UNAMS.

Borse di studio e alternanza, con «Fuoriclasse» il Miur premia i giovani talenti della scuola

da Il Sole 24 Ore

Borse di studio e alternanza, con «Fuoriclasse» il Miur premia i giovani talenti della scuola

di Alessia Tripodi

Una collaborazione tra pubblico e privato che premia gli studenti di talento con borse di studio da «spendere» in esperienze di alternanza. E’ il progetto «I Fuoriclasse della Scuola», l’ iniziativa nata da un’intesa tra il Miur e la Fondazione per l’Educazione finanziaria e al risparmio che punta a valorizzare i giovani talenti della scuola italiana attraverso il contributo di donazioni filantropiche da parte di fondazioni, associazioni e di singoli cittadini. Le opportunità offerte dal progetto sono state presentate venerdì scorso a Viale Trastevere dal sottosegretario Davide Faraone, insieme con i direttori della Fondazione per l’Educazione Finanziaria, Giovanna Boggio Robutti,e del Museo del Risparmio, Giovanna Paladino.

Premiare le eccellenze
«I Fuoriclasse della Scuola» si rivolge agli studenti dell’ultimo triennio delle scuole secondarie di secondo grado vincitori di alcune delle competizioni elencate nel Programma annuale per la valorizzazione delle eccellenze del Miur: in particolare, nelle Olimpiadi di Italiano, Matematica, Fisica, Informatica, Chimica, Scienze naturali, Lingue e civiltà classiche, Astronomia, Filosofia e Statistica, nei concorsi di New Design ed Economia e nella Gara nazionale per gli alunni degli istituti professionali e per gli alunni degli istituti tecnici.
I talenti premiati avranno l’opportunità di frequentare percorsi di alternanza scuola-lavoro presso i soggetti che finanzieranno le borse di studio e parteciperanno al Campus residenziale sull’educazione finanziaria, ideato dal Museo del Risparmio di Torino che offrirà ai ragazzi l’opportunità di incontrare imprenditori affermati, visitare incubatori e start-up, frequentare percorsi tematici su imprenditorialità e strumenti finanziari e laboratori di formazione manageriale.
«Questo progetto – ha detto il sottosegretario Faraone – e un ulteriore percorso che porta al cuore dell’obiettivo di questo ministero e di questo Governo di formare cittadini responsabili, in grado di fronteggiare e addirittura anticipare le sfide che verranno. Ed è un percorso virtuoso perché mette insieme più soggetti coinvolti a vario titolo nella società per raggiungere lo scopo e offre – ha aggiunto – l’opportunità di un apprendimento extracurricolare, più autonomo, mettendo a disposizione percorsi di alternanza scuola-lavoro e corsi di educazione finanziaria».
Tutte le informazioni per partecipare all’iniziativa sono disponibili sul sito www.fuoriclassedellascuola.it

Perché si “boicotta” il merito? Colpa dei sindacati della scuola

da La Tecnica della Scuola

Perché si “boicotta” il merito? Colpa dei sindacati della scuola

A sette mesi dal varo della legge 107, relativa al merito da attribuire annualmente ai docenti, siamo ancora ai nastri di partenza, complice la “resistenza passiva” della parte più sindacalizzata del corpo docente a fare funzionare o anche solo a far nascere i nuovi comitati di valutazione.

Il Sole 24 Ore si avventa, basandosi sulla querelle scoppiata tra l’Usr del veneto e i sindacati, proprio contro coloro che pensano che la legge 107 sottragga ai sindacati qualsiasi intromissione nella gestione e assegnazione dei 200 milioni ai docenti meritevoli, costruendo una procedura tutta interna alle componenti scolastiche (dimensione collegiale, con i comitati, e individuale, del preside).

E infatti, secondo il giornale della Confindustria, questo punto della Legge è stato un punto di mediazione durante i lavori parlamentari per emanare la riforma: si era partiti con l’introduzione di vere e proprie “carriere” per gli insegnanti (si parlava di docente mentor e tutor); poi si è passati all’eliminazione e successivamente alla riduzione del peso degli scatti d’anzianità. Alla fine dopo scioperi e manifestazioni in piazza (e non qualche frizione all’interno della stessa maggioranza di governo), si è arrivati alla soluzione di mantenere gli scatti e, in più, di introdurre un fondo da 200 milioni l’anno (circa 24mila euro in media a scuola) per valorizzare il merito dei professori.

Il tema è tornato di attualità con una nota dell’Usr Veneto che, rivolgendosi ai membri esterni dei comitati, ha indicato cosa fare in caso di “meline”. Puntando su due concetti molto semplici. Il primo: i comitati di valutazione devono funzionare e se i docenti boicottano decide alla fine il preside utilizzando il potere sostitutivo. Il secondo: i 200 milioni premiali, pur essendo retribuzione accessoria, non devono essere contrattati con i sindacati, vista la chiara procedura tratteggiata dalla legge 107.

La nota è stata subito contestata da tutti i sindacati e il clamore è giunto fino al Miur, che fin qui aveva forse sottovalutato il tema. E che sembra ora voler correre ai ripari; a metà settimana convocherà i sindacati e si potrebbe arrivare al commissariamento delle scuole che non costituiranno i comitati di valutazione.

A chiedere «un intervento» da parte del Miur è la responsabile Scuola del Pd, Francesca Puglisi, mentre per la deputata dem, Simona Malpezzi, «non dobbiamo tornare alla scuola delle circolari che servono solo dove c’è un vuoto normativo ad esempio per fare partire l’alternanza nei licei quadriennali sperimentali. Altrimenti -aggiunge – la fase di liberazione che stiamo portando avanti ci viene bloccata in attesa delle circolari». Fermo restando – insiste – che la legge 107 sul punto «vuole valorizzare la creatività e la progettualità delle scuole e dei docenti e non riservarla alla contrattazione».

Bisogna, insomma, evitare che finisca come accaduto con il recente contratto sulla mobilità dei prof. L’abolizione del vincolo triennale di permanenza nella provincia di titolarità, farà scattare, a settembre, “un controesodo” Nord-Sud. Così da mettere a rischio il debutto dei nuovi ambiti territoriali dai quali i presidi dovranno attingere, a partire dal prossimo anno scolastico, per la loro chiamata diretta. Peccato che anche in quel caso il verbale dell’accordo ha visto comparire una clausola che rinvia i passaggi successivi alla contrattazione con i sindacati. Ecco proprio sulla eccessiva presenza dei sindacati Il Sole 24 ore se la prende: “un film già visto che ora rischia di ripetersi sul merito”.

Il premio della “buona scuola” è già terreno di scontro

da La Tecnica della Scuola

Il premio della “buona scuola” è già terreno di scontro

Come è noto, con la Buona Scuola un comitato di valutazione costituito da preside, due genitori, uno studente alle superiori, due docenti e un esterno nominato dall’Usr, deciderà a chi assegnare il bonus annuale consistente tra i 20 ed 24.000 euro.

Ebbene, scrive Il Mattino Di Padova,  di fronte alla nota dell’Usr del Veneto, in cui sono delineati i percorsi e le procedure che ogni istituto deve seguire prima dell’assegnazione del “premio di rendimento” ai docenti “più bravi degli altri”, sono partite le  contestazioni dei sindacati: «Visto che si tratta di salario accessorio e di soldi alla produttività, non è possibile tenere fuori le Rsu interne ed i sindacati» e non si capisce perché l’Usr  «ha scelto in modo unilaterale, di fare una circolare specifica su un argomento così delicato, che dovrà essere firmata, nelle prossime settimane, dal ministro? Non si fa: tant’è che le abbiamo già inviato una diffida formale, in cui la invitiamo a ritirare la nota».

Immediata la risposta dell’Usr del Veneto. «La Buona Scuola è stata approvata dal Parlamento e, quindi, i contenuti relativi ai comitati di valutazione vanno applicati in tutte le regioni così come stati scritti dai legislatori. La nota è solo provvisoria. È stata inviata alle scuole prima di quella nazionale, visto che siamo già a fine febbraio, solo per rendere più semplici tutte le procedure che dovranno seguire i componenti dei singoli comitati di valutazione».

Diplomati magistrale, ancora centinaia d’inserimenti nelle GaE

da La Tecnica della Scuola

Diplomati magistrale, ancora centinaia d’inserimenti nelle GaE

In attesa della decisione dell’Adunanza plenaria, la VI sezione del Consiglio di Stato dispone altri inserimenti con riserva nelle GaE di docenti con diploma magistrale.

Accogliendo il ricorso in appello proposto dall’avvocato Dino Caudullo nell’interesse di un cospicuo numero di diplomati, con ordinanza depositata lo scorso 19 febbraio, il Consiglio di Stato ha annullato l’ordinanza con cui il Tar Lazio aveva rigettato la richiesta cautelare, rilevando in materia il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo in favore del giudice ordinario, disponendo, in via cautelare, l’inserimento con riserva dei ricorrenti nelle GaE.

Il Tar, in particolare, seppur rilevando l’illegittimità del DM 325/2015 in quanto riproponeva le disposizioni del DM 235/2014 annullate dal Consiglio di Stato con la sentenza n.1973/2015, aveva dichiarato il difetto di giurisdizione in favore del giudice del lavoro.

Sennonché, mutando orientamento, con sentenza dello scorso 21 dicembre, lo stesso Tar Lazio aveva disposto l’annullamento del DM 325/2015 in quanto illegittimo per violazione della sentenza con cui il Consiglio di Stato aveva annullato il DM 235/2014, la cui efficacia, secondo il Tar, deve estendersi nei confronti di tutti coloro i quali vi abbiano interesse in quanto ni possesso di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002.

22 febbraio Razionalizzazione Classi di Concorso

Pubblicato nel Supplemento Ordinario n. 5 alla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.43 del 22 febbraio 2016 il Decreto del Presidente della Repubblica 14 febbraio 2016, n. 19, Regolamento recante disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento, a norma dell’articolo 64, comma 4, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.


 

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 20 gennaio, approva:

  • DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento recante disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento, a norma dell’articolo 64, comma 4, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008 (PRESIDENZA – ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA)

APPROVATO IL REGOLAMENTO DI REVISIONE DELLE CLASSI DI CONCORSO

Disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento (decreto presidenziale – esame definitivo)

Il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame definitivo, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro dell’istruzione, dell’università e della Ricerca, Stefania Giannini, il decreto del Presidente della Repubblica recante disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso a cattedre e posti di insegnamento ai sensi dell’articolo 64, comma 4, lettera a), del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.

Il Regolamento è adottato in attuazione delle Disposizioni in materia di organizzazione scolastica che ha attribuito al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con quello dell’economia e delle finanze, il potere di incidere sull’attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, anche seguendo il criterio della razionalizzazione e dell’accorpamento delle classi di concorso.

Rispetto alle classi di concorso previste dalla legislazione vigente, lo schema di regolamento prevede:

  • il loro aggiornamento. Le classi di concorso vengono allineate agli insegnamenti previsti dalle ultime riforme degli ordinamenti scolastici e adeguate ai titoli universitari dell’attuale ordinamento;
  • il loro accorpamento. Le classi di concorso passano da 168 a 116 in un’ottica di semplificazione e maggiore fungibilità dei docenti. Ad esempio vengono accorpate le classi di concorso di elettronica ed elettrotecnica; la nuova classe di tecnologie e tecniche della comunicazione ne accorpa sei di quelle attualmente in vigore e le classi di concorso di arte sono state accorpate per settore produttivo;
  • l’aggiunta di 11 nuove classi di concorso per l’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado: lingua italiana per discenti di lingua straniera (alloglotti); Scienze e tecnologie della calzatura e della moda; Scienze e tecnologie della logistica; Storia della musica; Strumento musicale negli istituti di istruzione secondaria di II grado; Tecnica della danza classica; Tecnica della danza contemporanea; Tecniche di accompagnamento alla danza; Tecnologie musicali; Teoria analisi e composizione; Teoria e tecnica della comunicazione. Inoltre, sono state aggiunte altre 2 nuove classi di concorso che riguardano posti di insegnante tecnico-pratico. Le nuove classi di concorso sono Laboratorio di logistica e Laboratori di scienze e tecnologie della calzatura e della moda.

L’iter del Regolamento ha previsto il passaggio in Conferenza Unificata, al Consiglio di Stato e nelle Commissioni parlamentari. Prima della definitiva approvazione in Consiglio dei Ministri, il Regolamento ha recepito le indicazioni del Consiglio di Stato e del Parlamento. L’approvazione del Regolamento consente ora di bandire il nuovo concorso.


 

Scuola, Giannini: “Nuove classi di concorso passo decisivo verso bando per assunzione 63.712 insegnanti”

Via libera definitivo ieri sera da parte del Consiglio dei Ministri al Regolamento di revisione delle classi di concorso che vengono rese coerenti con gli indirizzi di studio della riforma delle superiori avviata nel 2010 e adeguate ai titoli universitari dell’attuale ordinamento.

“Aggiornamento, innovazione e semplificazione sono al centro del nuovo Regolamento di revisione. Il via libera di ieri rappresenta il passo decisivo verso il nuovo bando di concorso per l’assunzione di 63.712 insegnanti”, ha dichiarato il Ministro Stefania Giannini.

Le classi di concorso, attraverso un codice alfanumerico, indicano l’insieme di materie che possono essere insegnate da un docente. Ogni classe prevede specifici titoli di accesso ai percorsi abilitanti. Con il nuovo Regolamento vengono accorpate e semplificate quelle esistenti che passano da 168 a 116. Vengono introdotte 11 nuove classi per l’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado, fra cui la classe A-23, Lingua italiana per discenti di lingua straniera, e alcune classi relative a nuovi indirizzi della scuola di II grado, come quello musicale e coreutico. Vengono introdotte 2 nuove classi di concorso che riguardano posti di insegnante di materie tecnico-pratiche.

Con l’adeguamento delle classi di concorso ai nuovi ordinamenti universitari, alcune categorie di laureati finora escluse dall’insegnamento di materie coerenti con il loro piano di studi potranno accedere agli specifici percorsi abilitanti. I laureati in Scienze politiche, ad esempio, potranno insegnare discipline giuridiche ed economiche; gli ingegneri, matematica e scienze alle scuole secondarie di I grado. La revisione della classi di concorso era prevista da una norma del 2008, ma non era mai stata portata a compimento. Le vecchie classi risalgono al 1999.

L’iter ha previsto il passaggio in Conferenza Unificata, al Consiglio di Stato e nelle Commissioni parlamentari. Prima della definitiva approvazione in Consiglio dei Ministri, il Regolamento ha recepito le indicazioni del Consiglio di Stato e del Parlamento. L’approvazione del regolamento consente ora di bandire il nuovo concorso.