Il n’y a que la vérité qui blesse

Il n’y a que la vérité qui blesse. A proposito dell’ultimo attacco di FLCgil, Cisl, Uil e Snals contro Anp.

 

Basterebbe la saggezza popolare per comprendere l’astiosa risposta dei soliti noti al comunicato Anp sulla riunione del 24 febbraio al MIUR: la verità brucia.

Ma, visto che lor signori non vogliono capire, saremo un po’ più espliciti. I loro recenti documenti, incluso l’ultimo, grondano di continui appelli al dialogo, al confronto ed alla democrazia. Quale sia la loro idea di confronto è però chiaramente illustrato dai toni che riservano a chi si permette di dissentire: i dirigenti che intendono applicare la legge per come è scritta vanno isolati, le loro posizioni vanno “rese fortemente minoritarie”, occorrerà “svolgere un’azione di interdizione che costringa il dirigente a procedere con lentezza e con il maggior contrasto possibile”. Il virgolettato è tratto da un documento ufficiale, appena di qualche giorno fa, firmato dalle solite quattro sigle: FLCgil, Cislscuola, Uilscuola, Snals Confsal.

E quale sia la loro idea di democrazia è non meno chiaro quando scrivono che “occorre impedire l’applicazione di questa norma” (sempre dal documento in questione). La democrazia, secondo i nostri censori, si identifica con quel che fa loro comodo. Il Parlamento? Irrilevante. La legge? Un optional. Il dirigente? un avversario che va minacciato e intimidito quando resiste; nella migliore delle ipotesi, “aiutato” a riconoscere la retta via (sempre loro). E queste sarebbero le lezioni che vorrebbero darci? In un paese serio, sarebbero già iscritti nel registro degli indagati per attentato alle prerogative degli organi costituzionali dello Stato, cioè del Parlamento.

Ancora: si cerca di far passare come un assioma indiscutibile quello che “retribuzione accessoria” significhi di necessità “contrattazione”: e ci si appella, come ad un mantra. ad un comma del DLgs. 165/01, che ha valenza generale. Peccato che, in quello stesso testo di legge, vi sia anche una disposizione specifica, che riguarda proprio il caso in questione (art. 40 comma 1): “Nelle materie relative alle sanzioni disciplinari, alla valutazione delle prestazioni ai fini della corresponsione del trattamento accessorio, […], la contrattazione collettiva è consentita negli esclusivi limiti previsti dalle norme di legge”. E la legge che ha istituito il bonus nulla dice in merito: un silenzio che implica che la contrattazione, qui, “non è consentita”. Ma tanto le leggi, si sa, si applicano o non si applicano secondo convenienza, stando a questi campioni della democrazia.

Altra affermazione tanto insidiosa quanto infondata: l’assimilazione fra il bonus dei docenti e il premio di risultato che conseguirà in futuro alla valutazione dei dirigenti. Le due situazioni sono regolate da norme diverse: il bonus dal comma 127 della legge 107 e dall’art. 40 comma 1 del DLgs. 165/01. Mentre il premio di risultato dei dirigenti, in assenza di una lex specialis, ricade sotto le previsioni generali. Ma ogni argomento è buono per alzare cortine fumogene.

Non meno fuorviante il continuo appello alla pace sociale, ad evitare scontri e divisioni, e soprattutto il temuto contenzioso: come se il contenzioso e le tensioni venissero dal cielo, mentre loro, poveretti, si affannano a metterci in guardia contro i rischi che corriamo. Chi è, di grazia, che da un anno a questa parte sta alzando le barricate contro i “presidi sceriffi”? chi è che incita ad opporsi al “potere discrezionale”? chi è che minaccia ad ogni piè sospinto di portare in tribunale i dirigenti che non si allineano? ci risparmiassero, almeno, l’ipocrisia dei buoni consigli, che in questo contesto suonano come “avvertimenti”, neppure tanto mascherati. Di tutto ha bisogno la scuola italiana, meno che di padrini.

Concorso scuola: il governo vanifica i diritti acquisiti dai docenti precari

Ancora una volta, senza il confronto con il sindacato, il Miur pubblica un bando di concorso che mortifica il lavoro, le professionalità, la dignità di chi insegna nella scuola da anni. Il bando del nuovo concorso per più di 63mila docenti ripropone un modello di esame scritto molto discutibile, anche per chi si è abilitato con le prove preselettive.

Il concorso pubblico rimane per noi il sistema di reclutamento più trasparente. Ma ora si vuole proporre ai docenti abilitati un concorso che per i numeri riguarderà solo i docenti interessati al turnover e non garantirà il posto per tutti, lasciando molti di loro senza lavoro. A ciò si aggiunge l’impianto autoritario della legge 107 del 2015 che con la chiamata diretta da parte dei dirigenti mette in discussione la libertà d’insegnamento e le competenze dei docenti immessi in ruolo.

La FLC CGIL ha avanzato proposte di buon senso che non sono state recepite dal governo Renzi, perché l’intento di quest’ultimo rimane quello di vanificare i diritti acquisiti dai precari e riconosciuti dalla direttiva europea.

È stato già presentato nei mesi scorsi dalle organizzazioni sindacali unitarie un ricorso al TAR contro le disparità del piano straordinario di assunzioni, il cui esito si avrà nel maggio prossimo. Intanto proseguiremo una battaglia di dignità, che ha un notevole valore sociale, per la mole di lavoro e professionalità che vi è coinvolta.

Sosterremo le ragioni di chi ha diritto alla stabilizzazione, al di là del concorso ordinario, in tutte le iniziative che verranno messe in campo. L’obiettivo rimane la definizione di un piano pluriennale di stabilizzazioni, che, sulla scia della direttiva europea, riconosca i diritti acquisiti mediante la reiterazione dei contratti e restituisca ai docenti della scuola dell’infanzia ciò che è stato loro tolto nel piano di assunzioni. Ci batteremo in tutte le sedi per cancellare la norma della legge 107/15 sul divieto di rinnovo dei contratti di supplenza oltre i 36 mesi che rischia di provocare licenziamenti, discriminazioni e caos nelle scuole.

Nonostante le pressanti richieste inoltrate dalle organizzazioni sindacali, ministro e amministrazione del Miur hanno continuato ad ignorare la necessità di aprire un tavolo di trattativa. Hanno avuto paura del confronto? Senz’altro sì, ma il sindacato non si piega e continuerà la sua battaglia per il lavoro, per le tutele dei lavoratori precari, per il rispetto delle sentenze. Non ci fermeremo!

La scienza narrata

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Merck annuncia a Roma la 10a Edizione de “La scienza narrata”: le sfide della scienza raccontate dai giovani

Roma, 27 Febbraio 2016 – Lezione aperta con il fisico Giorgio Parisi, il direttore del Corriere Salute Luigi Ripamonti, gli scrittori Guido Conti e Patrizia Carrano, lunedì 29 febbraio 2016 dalle ore 10.00 alle ore 12.30, presso l’Università degli Studi di Roma Tre, in occasione della 10a edizione de La scienza narrata, concorso di scrittura creativa promosso da Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico.
L’iniziativa è dedicata agli studenti delle scuole superiori, che saranno chiamati a cimentarsi nella scrittura di racconti a carattere scientifico: un’opportunità per avvicinarsi alla scienza, intesa come motore del progresso, e alle nuove sfide della ricerca.

Giorgio Parisi si diverte a studiare anche 8mila storni tutti insieme. Con scoperte straordinarie che stanno sfatando molti stereotipi e dubbi di biologi ed etologi. Ogni individuo tiene d’occhio i 5 compagni più vicini e si muove in base al loro comportamento, come succede agli automobilisti immersi nel traffico. L’aspetto interessante è che questa legge non dipende dalla scala dimensionale, ma è un’interazione topologica. In poche parole: non è tanto importante la distanza di chi è più vicino, ma la presenza stessa di chi è più vicino. Il principio si propaga, fino a determinare le evoluzioni dello stormo. Un progetto che ci aiuterà a capire anche i fenomeni collettivi umani.

Per preparare i giovani partecipanti alla scrittura del racconto, saranno organizzati nel mese di marzo laboratori gratuiti di scrittura narrativa a tema scientifico, tenuti da scrittori di alto livello.

Tutti gli studenti interessati a partecipare potranno contattare la segreteria organizzativa per iscriversi gratuitamente ai laboratori.

“L’intento – spiega Antonio Tosco, Direttore Health Outcomes & Market Access di Merck Serono S.p.A. e responsabile del progetto – è di promuovere il metodo e il pensiero scientifico, con senso di responsabilità sociale e rigore etico, e allo stesso tempo offrire uno spazio di riflessione per i giovani. Il potersi confrontare in questi spazi con personaggi autorevoli stimola nei ragazzi motivazione e creatività. Non si tratta solo di acquisire tecniche di scrittura, già di per sé un grande obiettivo, ma di condividere e sperimentarsi”.

A disposizione dei ragazzi, soprattutto di chi non avrà l’opportunità di partecipare ai laboratori, un blog www.scienzanarrata.it, contenente materiale didattico, dispense, interviste, spunti e video delle lezioni inaugurali tenute dai relatori e scrittori intervenuti in questi anni.
Inoltre, una pagina Facebook (www.facebook.com/scienzanarrata) ed un account Twitter (@ScienzaNarrata), sempre aggiornati sulle novità pubblicate nel blog, offriranno ulteriori input a chi vorrà cimentarsi nella scrittura del racconto.

I tre racconti più meritevoli saranno selezionati da una giuria composta da scienziati, scrittori, giornalisti e filosofi. Gli autori saranno premiati in occasione della cerimonia finale del 14°Premio Letterario Merck, organizzata nel mese di luglio a Roma, a Villa Miani.

Il bando di concorso de “La scienza narrata” è già disponibile sul blog:
www.scienzanarrata.it

Autismo: colpisce 6 su mille nati, 5 milioni in Europa

Agenzia ANSA

Autismo: colpisce 6 su mille nati, 5 milioni in Europa

Si manifesta nella prima infanzia, a partire dall’eta’ di 2 anni
Autismo, boom diagnosi per cambio classificazione malattia.

ROMA. Li chiamano ‘bambini della luna’, perche’ distanti dal mondo e chiusi in un silenzio profondo. Sono i piccoli affetti da autismo, malattia neuropsichiatrica che fa registrare circa 6 casi ogni mille nati e che – secondo i dati DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) – colpisce l’1% della popolazione mondiale. La malattia si manifesta solitamente nella prima infanzia, a partire dall’eta’ di 2 anni ed e’ caratterizzata da diversi sintomi: menomazioni dell’interazione sociale e della comunicazione, interessi ristretti e comportamenti ripetitivi. Oggi l’evidenza scientifica indica che molti diversi fattori di natura genetica e neurologica sono coinvolti nel determinare l’autismo. Questa patologia in Europa conta circa 5 milioni di persone malate, e in Italia in ‘assenza di una stima precisa”, spiegano le associazioni, sono circa 500mila i bambini affetti da autismo.

In America, secondo il Centers for Disease Control and Prevention (organismo di controllo sulla sanita’ pubblica degli Stati Uniti d’America) la malattia colpisce un bambino americano su 88. Con tasso di incremento cresciuto di 10 volte negli ultimi 40 anni, e’ considerata una quasi-epidemia, dovuta, spesso, secondo recenti studi, a fattori genetici e ambientali, oltre ad una piu’ facile individuazione. Sempre secondo il Center for disease control and prevention (CDC) di Atlanta, i maschi sono colpiti 4 volte piu’ delle femmine.

In Italia la prevalenza dei disturbi dello spettro autistico non viene calcolata a livello di intero Paese, ma nelle due regioni che raccolgono questi dati da piu’ tempo, Emilia Romagna e Piemonte, e risulta una percentuale molto minore. In Piemonte nella fascia di eta’ 6-10 anni, la prevalenza dei disturbi dello spettro autistico nel 2008 era pari a 3,7 bambini su mille, mentre in Emilia Romagna la percentuale sui bambini di 6 anni risultava (dato 2011) del 3,5 per mille. Ovunque, pero’, la diffusione e’ in forte aumento e complessivamente in Italia come detto, sarebbero circa 500 mila le famiglie coinvolte.

di Claudia Coletta

I compiti non finiscono mai

da la Repubblica

I compiti non finiscono mai

L’ultima rivolta della scuola? Quella contro lo studio a casa. La guidano i genitori che, con petizioni su Internet, chiedono a maestri e insegnanti di lasciare ai ragazzi più tempo libero per giocare o dedicarsi allo sport . Ma non tutti sono d’accordo: applicarsi nel pomeriggio, sostiene il fronte opposto, è indispensabile

Laura Montanari

CARMEN, sulla pagina Facebook del gruppo Basta compiti!, seimila iscritti, si sfoga così: «Mio figlio ha 11 anni, è in prima media, odia la scuola e non ce la fa più: troppi compiti». Simonetta protesta: «Vi sembra normale che un bambino di prima media per “sopperire” ai compiti della settimana debba sacrificare il sabato e la domenica? ». Francesca, all’ennesimo weekend in slalom tra esercizi di matematica e gare sportive dei figli, chiede in un post: «È una colpa per la scuola praticare sport? Perché si ostacola un’attività sana?».

Compiti sì o compiti no: il tema è di quelli che da anni fa discutere all’interno delle scuole, nei consigli di classe. La maggior parte degli insegnanti continua ad assegnarli, convinta della necessità di consolidare con lo studio individuale il lavoro svolto la mattina in aula, ma piano cresce un fronte di opposizione. Maurizio Parodi, genovese, ex dirigente scolastico, ha scritto due giorni fa una lettera a Repubblica per raccontare com’è difficile conciliare i pomeriggi di sport o di musica o di altre attività dei figli coi compiti a casa. «Diciamo ai ragazzi che devono condurre una vita sana, sportiva, facciamo la guerra alle merendine, ma poi, se andiamo a vedere nel concreto, i ragazzi sono costretti a passare ore e ore del pomeriggio su libri e quaderni, e questo dopo mattinate intere seduti in classe». Parodi ha promosso una petizione da consegnare al ministero dell’Istruzione dal titolo Basta compiti! nella scuola dell’obbligo (su change. org). Ha raccolto in rete oltre diecimila firme: circa 200 sono di insegnanti, il resto mamme e papà, qualche pedagogista e diverse associazioni, dalla Fondazione Montessori al Coordinamento genitori democratici (di ispirazione rodariana). «Non c’è più equilibrio, nella scuola italiana si caricano i bambini fin dalle elementari di troppi compiti, ma, per un alunno, un compito a casa è anche stare con se stesso o dedicarsi ai giochi» spiega la presidente del Coordinamento Angela Nava Mambretti.
La petizione chiede che siano aboliti i compiti in quanto inutili: «Le nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico per essere rigettate a comando (interrogazioni, verifiche…) hanno durata brevissima: non lasciano il segno», sono dannosi perché «procurano disagi, sofferenze soprattutto agli studenti già in difficoltà» e sono discriminanti perché «avvantaggiano gli studenti che hanno genitori premurosi e istruiti».
Il partito del Basta compiti! è però ancora una nicchia. «Finiamola di demonizzare lo studio a casa — sbotta Giorgio Ragazzini, blogger, ex insegnante — sono funzionali al radicamento delle conoscenze». Emanuele Rossi insegna Lettere in una scuola media alla periferia di Firenze e li difende: «Sono importanti perché consentono all’insegnante di avere un feedback con quello che gli allievi hanno assimilato dopo la lezione in classe, mi dicono anche cosa devo rispiegare, cosa non è stato capito». Il pensiero è condiviso da molte cattedre, dal momento che nella scuola italiana i compiti sono un perno intorno a cui ruota la didattica. Il dibattito è aperto. In rete si trovano decine di forum (Orizzontescuola, Tuttoscuola, Studenti. it) in cui si discute proprio sulla questione compiti sì, compiti no. Chi sostiene la prima tesi sottolinea come assegnare esercizi a casa serva anche ad «abituare il bambino a rispettare regole, a darsi dei tempi, ad accrescere l’autodisciplina». Lidia Cangemi è preside del liceo Kennedy e reggente in un istituto comprensivo di Roma: «Contano i dosaggi. È vero che nella scuola dell’obbligo bisogna lasciare ai bambini il tempo per fare altre attività, tuttavia penso che i compiti aiutino a interiorizzare le cose da imparare, certo serve un dialogo empatico con le famiglie, il bambino che sente il genitore dire “oddio, vediamo che compiti devi fare…” offre un approccio negativo. Diverso è nelle superiori, dove per materie come matematica, chimica e latino gli esercizi sono un allenamento indispensabile». Chi si op- pone a questa linea, come Paolo Ferri, docente alla Bocconi di Teoria e tecnica dei media, autore del libro I nuovi bambini (Bur) spiega: «Mio figlio è in seconda media, fa basket e spesso finisce a sera di fare i compiti. Questa è una pessima abitudine della scuola italiana, un’abitudine che non dà risultati perché se andiamo a vedere le classifiche Ocse scopriamo che siamo fra i Paesi in cui gli allievi sono più caricati di compiti, ma i risultati dei test sugli apprendimenti ci vedono in fondo alla classifica». Proprio secondo l’Ocse i quindicenni italiani passano 8,7 ore la settimana a svolgere i compiti, quasi il doppio rispetto alla media, ferma al 4,9, dei Paesi monitorati dall’organizzazione. «Faccio un esempio — riprende Ferri che è tra i firmatari della petizione — i nostri ragazzi, in matematica studiano a casa il doppio di finlandesi e coreani, eppure non hanno gli stessi risultati. Anche inglesi, francesi e tedeschi hanno performance migliori in matematica e studiano a casa molto meno dei nostri. Qualcuno può chiedersi perché?».
Certo non può essere soltanto per colpa dei compiti. «Negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento degli esercizi dati a casa nelle elementari, forse perché in una stessa classe operano più maestre e c’è poco coordinamento — riprende Parodi, che è stato dirigente di un istituto comprensivo di Genova — È come se nelle aule dominasse il paradigma che a scuola si insegna e a casa si apprendono i contenuti. Va detto che molti genitori sono rassicurati dal vedere i figli sommersi dai compiti, sono convinti che si preparino meglio. Ma così cresce nei ragazzi la noia e la stanchezza per lo studio». Quello che la pagina Facebook raccoglie sono storie di diverse famiglie che hanno figli alle elementari e alle secondarie inferiori. Stefano per esempio scrive: «Mio figlio è dislessico e i compiti a casa sono una tragedia ».
Giacomo Stella, ordinario di Psicologia clinica all’università di Modena e Reggio ha pubblicato con Giunti Tutta un’altra scuola, testo in cui sostiene lo stop ai compiti: «Spesso li fanno i genitori o i loro delegati (insegnanti di ripetizione). Bisogna avere il coraggio di cambiare metodo: si impara a scuola, a casa si fanno altre cose come sviluppare ricerche in internet o arricchire dal punto di vista grafico i lavori già avviati».

Diplomati magistrale, nuovo commissariamento per il Miur

da La Tecnica della Scuola

Diplomati magistrale, nuovo commissariamento per il Miur

Continuano a giungere sentenze sulla tormentata vicenda degli inserimenti nelle Graduatorie ad Esaurimento di coloro che hanno conseguito il diploma magistrale.

In attesa della tanto temuta decisione in Adunanza plenaria del Consiglio di Stato su quella che ormai possiamo definire una vera a propria telenovela, dopo l’inserimento con riserva di altri 700 docenti diplomati nelle GaE disposta con ordinanza dello scorso 19 febbraio, si registra un altro intervento della VI sezione del Consiglio di Stato che, in sede di giudizio di ottemperanza, con ordinanza n.678/2016 ha nuovamente intimato al ministero dell’Istruzione di procedere alle nomine a tempo determinato ed indeterminato dei docenti diplomati inseriti con riserva nelle Gae.

Un gruppo di ricorrenti in possesso di diploma magistrale abilitante, inseriti con riserva nelle Gae con ordinanza del Consiglio di Stato n.5513 del dicembre 2014, a fronte della non corretta esecuzione della misura cautelare da parte del Miur che, nonostante l’inserimento in graduatoria si rifiutava di convocarli per il conferimento delle supplenze e per le immissioni in ruolo sui posti residuati dopo il piano straordinario di assunzioni, hanno proposto un giudizio di ottemperanza innanzi al Consiglio di Stato.

Accogliendo il ricorso proposto dall’avvocato Dino Caudullo, richiamando i loro precedenti pronunciamenti in materia e nonostante il deferimento della questione all’Adunanza plenaria (che tratterà la questione il prossimo 27 aprile), i Giudici di Palazzo Spada hanno ribadito il principio secondo il quale l’iscrizione nelle graduatorie con riserva, non può impedire- al di fuori del piano straordinario di assunzioni per l’anno scolastico 2015/2016 di cui all’art. 1, commi 93 e 96, della legge n. 107 del 2015 – l’impossibilità di essere individuati quali destinatari di proposta di assunzione, in quanto il depotenziamento dell’iscrizione con riserva nelle graduatorie, che vorrebbe introdurre l’Amministrazione, non sembra avere fondamento legislativo.

Sulla scorta del predetto principio di diritto, il Consiglio di Stato ha quindi assegnato al MIUR e, per esso, agli uffici scolastici regionali competenti, un termine di 30 giorni per dare esecuzione all’ordinanza, nominando quale commissario “ad acta”, in caso di persistente inottemperanza, la dottoressa Carmela Palumbo, direttore generale per gli ordinamenti scolastici e per l’autonomia scolastica, allo scopo di dare esecuzione compiuta all’ordinanza n. 5513/2014.

Concorso docenti, quello che c’è da sapere sulla domanda da presentare on line

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, quello che c’è da sapere sulla domanda da presentare on line

Il Miur, contestualmente all’uscita dei tre bandi di concorso per selezionare 63.712 docenti, ha fornito diverse indicazioni su come produrre la domanda di partecipazione.

Ve le riproponiamo, con alcuni commenti, all’interno di questo documento.

Gli aspiranti docenti, per partecipare a ciascuna delle tre procedure concorsuali (scuola dell’infanzia e primaria, sostegno, scuola secondaria), devono presentare obbligatoriamente domanda online.

La domanda sarà disponibile su Istanze Online del sito MIUR dalle ore 8:00 del 29 febbraio alle ore 14:00 del 30 marzo (ricordiamo che è necessario registrarsi, sempre attraverso l’interazione dell’interessato con una segreteria scolastica).

Per questa attività è previsto, nello stesso periodo, un servizio di assistenza telefonica: dal 29 febbraio al 30 marzo, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00, i candidati potranno chiamare lo 080.9267603.

Mentre, per informazioni di natura amministrativa, si rivolgeranno al competente Ufficio Scolastico Regionale.

TUTTE LE NOTIZIE SUL CONCORSO ANCHE SU TELEGRAM

Il Miur ha anche indicato che le domande presentate con modalità diversa da quella indicata non saranno prese in considerazione: pertanto, il sistema telematico Istanze On Line negherà, automaticamente, la possibilità di inviare la domanda di partecipazione a tutti i docenti già di ruolo e ai non abilitati.

Nella domanda online, sottolinea sempre il dicastero di viale Trastevere, l’aspirante dovrà compilare le informazioni richieste in merito a:

–          regione e insegnamenti richiesti;

–          titoli di accesso (abilitazione e/o abilitazione e specializzazione in caso di sostegno);

–          altri titoli valutabili in aggiunta al titolo di accesso;

–          titoli di preferenza (art. 5, commi 4 e 5, del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487);

–          titoli di riserva;

–          altre dichiarazioni.

Concorso docenti, prove scritte a fine aprile. Le modalità per fare domanda

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, prove scritte a fine aprile. Le modalità per fare domanda

Dopo mesi d’ attesa, sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 26 febbraio 2016 i bandi per il concorso docenti 2016.
Come già anticipato in precedenza, i posti disponibili sono 63712, come previsto dal DPCM di autorizzazione del 24 dicembre  e dalla legge 107/15.

NUMERI

I posti a bando sono 63.712, di cui 57.611 comuni (relativi, cioè, alle varie discipline) e 6.101 di sostegno. I posti sono così divisi per grado di istruzione:

  • Infanzia 7.237 (6.933 comuni e 304 di sostegno)

  • Primaria 21.098 (17.299 comuni e 3.799 di sostegno)

  • Secondaria di I grado 16.616 (15.641 comuni e 975 di sostegno)

  • Secondaria di II grado 18.255 (17.232 comuni e 1.023 di sostegno)

A questi si aggiungono 506 posti relativi a tutti i gradi di istruzione che saranno banditi sulla nuova classe di concorso A023, quella relativa all’insegnamento dell’italiano come lingua seconda.

I BANDI E LE PROVE

I bandi saranno tre: per infanzia e primaria, per la secondaria di I e II grado, per il sostegno. Il bando per il sostegno è del tutto inedito.

Confermata l’assenza della prova preselettiva. Si procederà con lo scritto che si svolgerà interamente al computer. Lo scritto prevede 8 domande sulla materia di insegnamento di cui 2 in lingua straniera (inglese, francese, tedesco o spagnolo, obbligatoriamente l’inglese per la primaria).

I quesiti saranno 6 a risposta aperta (di carattere metodologico e non nozionistico) e 2 (quelli in lingua) a risposta chiusa. Le due domande in lingua prevedono, in particolare, cinque sotto-quesiti, ciascuno a risposta chiusa. Il candidato dovrà dimostrare di avere un livello di competenza pari almeno al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue.

Lo scritto avrà una durata di 150 minuti. Mentre sono previsti 45 minuti per l’orale: 35 per una lezione simulata e 10 di interlocuzione fra candidato e commissione. Per alcune classi di concorso sono previste anche delle prove pratiche. Nella valutazione dei titoli si valorizzeranno, fra l’altro, i titoli abilitanti, il servizio pregresso, il dottorato di ricerca, le certificazioni linguistiche.

DOMANDE SOLO ON LINE

La domanda potrà essere presentata esclusivamente on line accedendo al portale dedicato. Il concorso è per docenti abilitati.

Tutti i requisiti necessari per la partecipazione sono indicati sul sito del concorso dove è anche presente la documentazione utile per i candidati, dalla mappa dei posti disponibili, ai bandi, ai decreti sulle prove e i programmi d’esame. A partire dai prossimi giorni saranno poi rese disponibili alcune FAQ. Si potrà inoltrare la domanda a partire dalle ore 8.00 di lunedì 29 febbraio e fino alle ore 14.00 del 30 marzo 2016.

Per aiuto e informazioni sulla compilazione da lunedì 29 febbraio sarà disponibile un servizio di assistenza telefonica al numero 080/9267603, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00. Con successivo avviso in Gazzetta Ufficiale, previsto per il prossimo 12 aprile 2016, saranno diffuse le date delle prove scritte che si svolgeranno a partire dalla fine del mese di aprile.

 

Concorso docenti, i bandi sulla Gazzetta Ufficiale. Domande dal 29 febbraio fino al 30 marzo

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, i bandi sulla Gazzetta Ufficiale. Domande dal 29 febbraio fino al 30 marzo

Dopo mesi d’ attesa, sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 26 febbraio 2016 i bandi per il concorso docenti 2016.
Come già anticipato in precedenza, i posti disponibili sono 63712, come previsto dal DPCM di autorizzazione del 24 dicembre 2015 e dalla legge 107/15.

I posti disponibili per ordine di scuola sono:

• Infanzia 7.237 (6.933 comuni e 304 di sostegno)
• Primaria 21.098 (17.299 comuni e 3.799 di sostegno)
• Secondaria di I grado 16.616 (15.641 comuni e 975 di sostegno)
• Secondaria di II grado 18.255 (17.232 comuni e 1.023 di sostegno)

Ricordiamo che possono partecipare al concorso solo i docenti precari, in possesso dell’abilitazione/idoneità per lo specifico insegnamento, inclusi i maestri diplomati di istituto o scuola magistrale entro il 2001/2002 come stabilito dal D.P.R. 25 marzo 2014.

La procedure relative al concorso ordinario avverranno attraverso le istanze on line del Miur. Per poter accedere alla procedura è necessario registrarsi.

Il concorso, per la scuola secondaria, sarà bandito sulla base delle nuove classi di concorso, e dei relativi ambiti disciplinari (vedi TABELLA MIUR AL RIGUARDO)

Per quanto riguarda le prove scritte, dovrebbero svolgersi entro il mese di aprile, mentre le prove orali sono previste in estate, non oltre il mese di luglio.

Infortuni: quante polizze assicurative fanno le scuole?

da La Tecnica della Scuola

Infortuni: quante polizze assicurative fanno le scuole?

Le scuole sono obbligate a sottoscrivere una polizza assicurativa con l‘INAIL per ogni alunno in quanto considerato un lavoratore.

Questa polizza, però, garantisce copertura assicurativa solo per gli infortuni nel corso di attività di laboratorio e di educazione fisica. Per questo motivo, quasi tutte le scuole sottoscrivono una seconda polizza assicurativa che offra maggiori coperture e che viene fatta pagare alle famiglie attraverso il contributo volontario.

A tal riguardo si ricorda che gli studenti infortunatisi durante l’ora di educazione fisica, secondo la sentenza n. 9325 del 20 aprile del 2010, gli stessi devono essere risarciti dal Ministro dell’Istruzione.

Infatti, la terza sezione civile della Cassazione ha motivato la sua decisione asserendo che, nel momento in cui un alunno si iscrive in una scuola, si instaura un “vincolo negoziale”, sulla base del quale l’istituto scolastico ha l’obbligo di “vigilare sulla sicurezza e sull’incolumità, nel tempo in cui questi fruisce della prestazione scolastica in tutte le sue espressioni”.

Domande on line da lunedì 29 febbraio al 30 marzo

da tuttoscuola.com

I bandi di concorso
Domande on line da lunedì 29 febbraio al 30 marzo
Resi noti dal Miur i bandi dei tre concorsi – Le principali scadenze

Nella domanda di partecipazione alla presente procedura concorsuale il candidato sceglie, a pena di esclusione, una sola regione per i cui posti intende concorrere.

Per la partecipazione alla procedura concorsuale è dovuto, ai sensi dell’articolo 1, comma 111 della Legge, il pagamento di un diritto di segreteria pari ad euro 10,00 (dieci) per ogni procedura concorsuale per la quale si concorre. Il pagamento deve essere effettuato esclusivamente tramite bonifico bancario sul conto intestato a: sezione di tesoreria 348 ROMA SUCCURSALE, IBAN: IT 28S 01000 03245 348 0 13 2410 00 Causale: “regione – procedura concorsuale/posto comune (per infanzia o primaria) oppure classe di concorso o ambito disciplinare verticale (per secondaria) o procedura concorsuale/posto di sostegno – nome e cognome – codice fiscale del candidato” e dichiarato al momento della presentazione della domanda tramite il sistema POLIS.

I candidati hanno tempo 30 giorni per presentare l’istanza tramite POLIS a partire dalle ore 8,00 del  29 febbraio 2016 e fino alle ore 14.00 del 30 marzo 2016.

L’avviso relativo al calendario delle prove di cui all’articolo 6, comma 3 (prove scritte), è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – 4a serie speciale – concorsi ed esami, del 12 aprile 2016.

I posti a concorso nei diversi settori

n. 6.933 posti comuni nelle scuole dell’infanzia e di n. 17.299 posti comuni nelle scuole primarie;

n. 16.147 posti comuni nelle scuole secondarie di primo grado e di n. 17.232 posti comuni di insegnamento nelle scuole secondarie di secondo grado;

n. 3.799 posti di sostegno nelle scuole primarie, di n. 975 posti di sostegno nelle scuole secondarie di primo grado, di n. 1.023 posti di sostegno nelle scuole secondarie di secondo grado.

In Gazzetta Ufficiale i bandi. Sul sito del Miur decreti e ordinanze

da tuttoscuola.com

Pubblicati i bandi del concorso
Giannini. Tappa fondamentale nell’attuazione della Buona Scuola
In Gazzetta Ufficiale i bandi. Sul sito del Miur decreti e ordinanze

Sono stati pubblicati sul sito del Ministero dell’Istruzione i tre bandi del concorso per docenti da 63.712 posti previsto dalla legge Buona Scuola. I bandi sono pubblicati anche in Gazzetta Ufficiale (GU 4a Serie Speciale – Concorsi ed Esami n.16 del 26-2-2016). È possibile scaricarli all’indirizzo: http://www.istruzione.it/concorso_docenti/index.shtml.

“Oggi segniamo un’altra tappa fondamentale dell’attuazione della Buona Scuola. Rimettere in moto la macchina dei concorsi era essenziale per dare certezza sui tempi delle selezioni a chi vuole entrare in modo stabile nella scuola. Si torna alla Costituzione: avremo un bando ogni tre anni, con cadenza regolare”, dichiara il Ministro Stefania Giannini.

“La scorsa estate, in pochi mesi, abbiamo immesso in ruolo 90.000 insegnanti – ricorda il Ministro -. Un record storico: si tratta del numero di assunzioni più elevato degli ultimi 20 anni. A cui si aggiungono i 63.712 posti banditi oggi e gli altri 30.000 destinati alle Graduatorie ad esaurimento nell’arco del prossimo triennio. Entro il 2018 avremo assunto oltre 180.000 docenti. Sono numeri importanti che testimoniano l’impegno di questo Governo per il mondo dell’Istruzione”.
I numeri

I posti a bando sono 63.712, di cui 57.611 comuni (relativi, cioè, alle varie discipline) e 6.101 di sostegno. I posti sono così divisi per grado di istruzione:

  • Infanzia 7.237 (6.933 comuni e 304 di sostegno)
  • Primaria 21.098 (17.299 comuni e 3.799 di sostegno)
  • Secondaria di I grado 16.616 (15.641 comuni e 975 di sostegno)
  • Secondaria di II grado 18.255 (17.232 comuni e 1.023 di sostegno)

A questi si aggiungono 506 posti relativi a tutti i gradi di istruzione che saranno banditi sulla nuova classe di concorso A023, quella relativa all’insegnamento dell’italiano come lingua seconda.
I bandi e le prove

I bandi saranno tre: per infanzia e primaria, per la secondaria di I e II grado, per il sostegno. Il bando per il sostegno è del tutto inedito.

Confermata l’assenza della prova preselettiva. Si procederà con lo scritto che si svolgerà interamente al computer. Lo scritto prevede 8 domande sulla materia di insegnamento di cui 2 in lingua straniera (inglese, francese, tedesco o spagnolo, obbligatoriamente l’inglese per la primaria). I quesiti saranno 6 a risposta aperta (di carattere metodologico e non nozionistico) e 2 (quelli in lingua) a risposta chiusa. Le due domande in lingua prevedono, in particolare, cinque sotto-quesiti, ciascuno a risposta chiusa. Il candidato dovrà dimostrare di avere un livello di competenza pari almeno al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue. Lo scritto avrà una durata di 150 minuti. Mentre sono previsti 45 minuti per l’orale: 35 per una lezione simulata e 10 di interlocuzione fra candidato e commissione. Per alcune classi di concorso sono previste anche delle prove pratiche. Nella valutazione dei titoli si valorizzeranno, fra l’altro, i titoli abilitanti, il servizio pregresso, il dottorato di ricerca, le certificazioni linguistiche.
La domanda si fa solo on line

La domanda potrà essere presentata esclusivamente on line accedendo al portale dedicato http://www.istruzione.it/concorso_docenti/index.shtml. Il concorso è per docenti abilitati. Tutti i requisiti necessari per la partecipazione sono indicati sul sito del concorso dove è anche presente la documentazione utile per i candidati, dalla mappa dei posti disponibili, ai bandi, ai decreti sulle prove e i programmi d’esame. A partire dai prossimi giorni saranno poi rese disponibili alcune FAQ. Si potrà inoltrare la domanda a partire dalle ore 8.00 di lunedì 29 febbraio e fino alle ore 14.00 del 30 marzo 2016. Per aiuto e informazioni sulla compilazione da lunedì 29 febbraio sarà disponibile un servizio di assistenza telefonica al numero 080/9267603, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00. Con successivo avviso in Gazzetta Ufficiale, previsto per il prossimo 12 aprile 2016, saranno diffuse le date delle prove scritte che si svolgeranno a partire dalla fine del mese di aprile.

Trattativa bonus prosegue il 3 o 4 marzo

da tuttoscuola.com

Trattativa bonus prosegue il 3 o 4 marzo

Una nota della Flc Cgil offre ulteriori particolari sull’andamento dell’incontro svoltosi al Miur il 24 febbraio 2016 sulla tematica del bonus per la valorizzazione del merito dei docenti (legge 107/15 art 1 commi 126-130) e riferisce che sia sulla ripartizione del bonus alle scuole sia sulla costituzione e funzionamento del Comitato di valutazione i rappresentanti dell’Amministrazione hanno preso l’impegno di consultare l’organo politico indicando come data di massima per il prossimo incontro il 3 o 4 marzo.

Il sindacato ha insistito sulla natura di salario accessorio del cosiddetto bonus, che in quanto tale va sottoposto a contrattazione. “In conseguenza di ciò la FLC CGIL ha proposto un passaggio contrattuale nazionale e la successiva contrattazione di scuola, esattamente come avviene per il Fondo dell’Istituzione Scolastica (FIS). È l’unico modo per rispettare la stessa previsione costituzionale che, in materia salariale, indica la strada della contrattazione collettiva”.

Sulla costituzione e funzionamento del Comitato di valutazione la Flc Cgil “ha sostenuto innanzitutto come non coerente con l’autonomia scolastica l’indicazione dei criteri da parte del MIUR; ha inoltre ribadito, come del resto aveva fatto in precedenza a commento delle FAQ dell’Amministrazione, la funzione di organo valutante del Comitato. Da ciò il suo carattere di organo perfetto anche per due ragioni: la prima, che non solo l’espressione di un giudizio ma anche l’individuazione dei criteri richiede la perfezione dell’organismo; la seconda, che non si può pensare che il Comitato possa operare a costituzione imperfetta al momento della valutazione del servizio per le immissioni in ruolo: un fatto del genere vedrebbe il Comitato operare in maniera diversa senza che ciò sia stato previsto dalla stessa legge. Per tutte queste considerazioni va da sé che non è neppure pensabile che si possa ritenere operante un organo che agisca senza la presenza di una delle sue componenti”.

Sulla questione l’ANP ha assunto, come già da noi riferito, la posizione diametralmente opposta, sostenendo che il Comitato di valutazione non è un organo perfetto, e che quindi i dirigenti scolastici possono, anzi devono procedere anche in assenza di qualcuno dei suoi componenti.

Comunità educante

COMUNITÀ EDUCANTE di Umberto Tenuta

CANTO 636 -DIREZIONE SCOLASTICA E INNOVAZIONE: REALIZZARE COMUNITÀ DI APPRENDIMENTO – 24° CONVEGNO NAZIONALE DISAL -DIREZIONE SCOLASTICA E INNOVAZIONE: REALIZZARE UNA “COMUNITÀ DI APPRENDIMENTO”.

 

Finalmente!

Era ora.

Ora è.

È ora che qualcuno ascolti il mio canto.

Il canto di chi richiama all’osservanza della Legge.

La Legge della scuola come comunità.

Come COMUNITÀ EDUCANTE.

L’Istruzione non serve.

Occorre l’EDUCAZIONE.

Cumu te l’aggia a dì?

L’istruzione non basta più.

Occorre educare.

Educare ad apprendere.

Educare ad apprendere per tutta la durata della vita (LIFELONGLEARNING).

Apprendere il mestiere di uomo (Sertillanges).

Il figlio di donna deve diventare un uomo.

Ed uomo si diventa nella comunità umana.

Homo politicus!

L’uomo è figlio della polis.

Della città.

Portate l’uomo nella foresta e ne farete il SELVAGGIO DELL’AVEYRON.

E che altro è la scuola delle fila di banchi monoposti?

È una stupida scuola dell’inutile istruzione.

L’abbiamo già cantato: l’istruzione non serve!

Occorre educare.

Educare ad apprendere per tutta la durata della vita umana (LIFELONGLEARNING).

Ed allora?

Allora la scuola è una comunità educante (TEAM TEACHING).

O mia bella Maestra, tu non sei più sola!

Io sono accanto a te.

Io sorrido a te.

Io parlo a te.

E dico dei miei alunni, dei tuoi alunni, dei nostri alunni.

-Non saranno più soli!

Cooperativelearning!

Semplice, no?

Nella scuola non ci sono più classi.

Nella scuola non ci sono più aule.

Nella scuola non ci sono più lezioni.

Nella scuola non ci sono più insegnanti.

E che c’è, pazzo mio?

Follie.

Un sogno di mezza estate.

Laboratori di apprendimento!

Laboratori di apprendimento matematico.

Laboratori di apprendimento storico.

Laboratori di apprendimento linguistico.

Laboratori…

Laboratori con tavoli tetraposti.

Laboratori con tavoli pentaposti.

Laboratori con tavoli esaposti…

Ed alle pareti armadi di materiali agazziani.

Ed alle pareti armadi di materiali montessoriani.

Ed alle pareti armadi di materiali digitali: 2D, 3D…

Apprendere con le mani si deve!

Apprendere con i piedi si deve!

Apprendere con la testa si deve!

Apprendere per conoscere.

Apprendere per fare.

Apprendere per essere.

Oh che bello!

Ora anche i Dirigenti apprenderanno.

Apprenderanno a svuotare le aule di banchi e professori.

Apprenderanno a creare i MUSEI DIDATTICI.

Apprenderanno a fare i muratori per costruire le CASE DEI BAMBINI.

Apprenderanno a non lasciare mai soli i professori.

Con loro grande sorpresa, apprenderanno che non esistono le CLASSI.

Con loro grande sorpresa, apprenderanno che non esistono le SCOLARESCHE.

E, con loro immensa gioia, apprenderanno che nella scuola non ci sono più DOCENTI e, meraviglia delle meraviglie, non ci saranno più nemmeno DIRIGENTI!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”