Nuovo Isee, famiglie vincono ricorso. Per il Consiglio di Stato l’indennità non è reddito

da Redattore sociale

Nuovo Isee, famiglie vincono ricorso. Per il Consiglio di Stato l’indennità non è reddito

Il Consiglio di Stato respinge il ricorso presentato dal Governo contro le sentenze del Tar: “indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie non servono a remunerare, ma a a compensare inabilità”: quindi non possono essere conteggiate come reddito. Bonanno: “Davide ha vinto contro Golia, in Italia esiste ancora la giustizia”

ROMA – Sul nuovo Isee, il Consiglio di Stato ha dato ragione alle famiglie con disabilità, respingendo nuovamente l’appello presentato dal Governo. Il ricorso contro il nuovo Isee, insomma, è ufficialmente e completamente vinto: e l’appello presentato al Consiglio di Stato dal governo è stato respinto. “Deve il Collegio condividere l’affermazione degli appellanti incidentali – si legge nella sentenza – quando dicono che ‘ricomprendere tra i redditi i trattamenti indennitari percepiti dai disabili significa allora considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito – come se fosse un lavoro o un patrimonio – ed i trattamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni, non un sostegno al disabile, ma una ‘remunerazione’ del suo stato di invalidità oltremodo irragionevole, oltre che in contrasto con l’art. 3 della Costituzione”. Il Consiglio di Stato conferma quindi quanto già sentenziato dal Tar del Lazio, il quale aveva respinto “una definizione di reddito disponibile che includa la percezione di somme, anche se esenti da imposizione fiscale”: in sintesi, le provvidenze economiche previste per la disabilità non possono e non devono essere conteggiate come reddito.

E argomenta così il Consiglio di Stato, in merito alla questione di indennità e reddito: “Non è allora chi non veda che l’indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie servono non a remunerare alcunché, né certo all’accumulo del patrimonio personale, bensì a compensare un’oggettiva ed ontologica (cioè indipendente da ogni eventuale o ulteriore prestazione assistenziale attiva) situazione d’inabilità che provoca in sé e per sé disagi e diminuzione di capacità reddituale. Tali indennità o il risarcimento sono accordati a chi si trova già così com’è in uno svantaggio, al fine di pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest’ultimo ed a ristabilire una parità morale e competitiva. Essi non determinano infatti una ‘migliore’ situazione economica del disabile rispetto al non disabile, al più mirando a colmare tal situazione di svantaggio subita da chi richiede la prestazione assistenziale, prima o anche in assenza di essa”.

Esultano i ricorrenti, che proprio pochi minuti fa hanno ricevuto da notizia dall’avvocato che li ha rappresentati, Federico Sorrentino. “Ero sicura che il Consiglio di Stato ci avrebbe dato ragione! Questa è la prova che in Italia la giustizia ancora esiste, a dispetto di quanto vogliono farci credere – commenta emozionata Chiara Bonanno, una delle promotrici del ricorso – È una sentenza storica, perché nata dalla volontà di tante persone e famiglie vessate da una legge iniqua e ingiusta e da un governo che si è mostrato persecutorio nei nostri confronti. La prima sentenza del Tar – ricorda Bonanno – era infatti immediatamente esecutiva. ma per due anni il governo ha continuato ad applicare un Isee palesemente ingiusto, che ha creato ingiustizie, gravi danni e perfino morti. Perché chiedere a famiglie allo stremo di compartecipare alle spese dell’assistenza significa colpire con forza chi forza non ha. Chi ha fatto questa legge ha creato gravi danni economici, ma sopratutto alla dignità di queste persone. Davide ha vinto contro Golia: tante persone debolissime si sono letteralmente trascinate dal notaio, per firmare il mandato all’avvocato. E’ stato faticosissimo fare tutto questo: ma abbiamo vinto. I deboli hanno sconfitto il potere. E oggi festeggiamo”. (cl)

Alternanza scuola lavoro: i protagonisti siano gli studenti, in un modello alternativo alla legge 107

Come era prevedibile, emerge in questi giorni la situazione di profondo disorientamento e di rabbia che stanno vivendo studenti e docenti delle scuole secondarie di II grado, alle prese con l’alternanza obbligatoria, introdotta da quest’anno a partire dalle classi terze, dalla legge 107/15. Il caos regna sovrano tra progetti e percorsi, attività in orario curricolare ed extra curricolare, dubbi sulle risorse e sulla retribuzione del personale impegnato nelle attività o nella progettazione o nelle flessibilità o nelle attività di supporto. Spesso, gli studenti vengono sbattuti a decine di chilometri di distanza dalle scuole di provenienza e la scelta delle strutture ospitanti avviene nell’anarchia più totale. Emergono forti dubbi interpretativi sugli obblighi assicurativi per gli studenti coinvolti, mentre le scuole sono inondate da proposte di corsi di formazione sulla sicurezza o di progetti chiavi in mano.

A fronte di una situazione che definire allarmante è troppo poco, qual è la risposta del MIUR? Dopo aver pubblicato una Guida operativa, documento privo di indicazioni concrete per le scuole, ecco un profluvio di protocolli di intesa fotocopia con associazioni datoriali o singole imprese, e con iniziative di comunicazione propagandistiche. Di conseguenza, a nessuno è data la possibilità di verificare la situazione reale e la qualità progettuale a partire dal sud.

In questo contesto, esemplari per l’individuazione dell’orizzonte culturale e valoriale in cui si muove la Legge 107/15 sul tema del rapporto tra istruzione e lavoro, sono il protocollo di Intesa firmato lo scorso 27 novembre a Verona tra MIUR e Confindustria, dal titolo “Rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro”, e l’”Accordo quadro per la diffusione e l’implementazione di buone pratiche di alternanza scuola lavoro” sottoscritto il 22 febbraio 2016 dall’USR Piemonte e l’Unione industriali di Torino. Per MIUR e Confindustria la centralità non è del ragazzo in formazione, ma dell’impresa. In questo senso il compito primario della scuola è chiaro e semplice: soddisfare esclusivamente il fabbisogno di competenze del sistema economico. La lettura della realtà da parte della scuola deve essere a una dimensione e tutta orientata a costruire i percorsi formativi in correlazione con le filiere produttive rinunciando alla funzione dell’apprendimento, della conoscenza culturale e democratica. Il tutto è poi condito con il consueto richiamo alla co-progettazione dei percorsi tra scuola e impresa e sulla modellizzazione e replicabilità delle “buone pratiche”. Viene del tutto ignorato il rischio concreto di trasformare l’alternanza in un gigantesco serbatoio di lavoro gratuito e in futuro precario.

I contenuti di questi documenti sono obsoleti nel merito e gravi nel metodo. Continuare a considerare l’alternanza scuola-lavoro come uno strumento del “mercato del lavoro”, ricorda paradigmi vecchi di decenni che pensavamo superati. Noi crediamo ad un modello alternativo nel quale la centralità sia data ai ragazzi in formazione, con i loro bisogni, i loro diritti, le loro ansie e aspirazioni. L’alternanza in questo contesto, può essere uno strumento straordinario per sviluppare nei ragazzi le capacità critiche, di comprensione, di interpretazione e di cambiamento della realtà, a partire anche dai contesti lavorativi. Tutto ciò potrebbe contribuire a migliorare la qualità del lavoro, le modalità organizzative e i modelli didattici delle scuole secondarie di secondo grado.

Per combattere le norme più regressive della Legge 107/15 e affermare un modello alternativo in tema di alternanza la FLC CGIL adotterà tutte le forme protesta e lotta e sosterrà i quesiti referendari.

Disabili, in Italia quasi 10mila gli alunni con deficit visivi o uditivi

da La Tecnica della Scuola

Disabili, in Italia quasi 10mila gli alunni con deficit visivi o uditivi

Ammontano a 9.855 gli alunni con disabilità sensoriale legate alla vista o all’udito iscritti alle scuole primarie e secondarie.

Il dato è contenuto nella studio “La popolazione italiana con problemi di vista e udito“, realizzato dall’Istat in collaborazione con la Lega del Filo d’Oro per tratteggiare le reali dimensioni del fenomeno della sordocecità in Italia.

Dal primo studio in Italia sul fenomeno della sordocecità, i quasi 10mila alunni censiti rappresentano una quota dello 0,11% del totale degli alunni nell’anno 2014/15.

In Italia, più in generale, nell’anno scolastico 2014/2015, gli alunni con disabilità iscritti sono stati 234.788, ovvero, il 2,7% della popolazione studentesca, con un trend in lieve crescita negli ultimi anni (nell’anno scolastico precedente rappresentavano il 2,5% della popolazione, nel 2007 il 2,1%) concentrati principalmente in Lombardia (39,748 ovvero il 2,8% degli alunni), Lazio (26,844, corrispondente al 3,2% degli alunni iscritti), Campania (24,460 rispettivamente il 2,4%) e Sicilia (con 22,748, il 2,8%).

Tra le disabilità sensoriali, l’ipovisione è stata quella più frequente, interessando rispettivamente, il 3,7% e il 3,9% degli alunni con disabilità rispettivamente delle scuole primarie e secondarie di primo grado.

La sordità profonda o grave interessa il 2,1% degli alunni con disabilità delle scuole elementari e l’1,8% delle scuole medie.

In generale, lo studio, ha rilevato che in Italia le persone affette da qualche forma di sordocecità sono quasi 190mila, 189 mila per la precisione, pari allo 0,3% dell’intera popolazione.

Nella popolazione italiana, le persone con disabilità sensoriale legata alla vista o all’udito (quando non convivono simultaneamente) sono 1 milione e 700 mila.

Nella maggior parte dei casi i minori con disabilità sensoriale legate alla vista o all’udito vivono una condizione estremamente complessa poiché associano al deficit sensoriale altre disabilità, come quella intellettiva, motoria, disturbo dello sviluppo, del linguaggio e dell’apprendimento. Infatti, nel 38,1% dei casi la disabilità visiva è associata a una disabilità intellettiva e nel 37,1% dei casi a una disabilità motoria.

Due bambini su 10 hanno disturbi nello sviluppo e nel linguaggio, il 16% difficoltà nell’apprendimento, mentre l’11% ne ha di tipo affettivo relazionali.

Meno complessa – anche se di poco – la situazione dei bambini con disabilità uditive, per cui in 3 casi su 10 (31,2%) si accompagna ad altre due disabilità: nel 26,3% dei casi si tratta di disabilità intellettiva, seguito dal disturbo del linguaggio (nel 24% dei casi).

Flc-Cgil: “Il concorso mortifica la professionalità dei docenti”

da La Tecnica della Scuola

Flc-Cgil: “Il concorso mortifica la professionalità dei docenti”

Proteste della Flc-Cgil per i bandi di concorso a cattedre pubblicati il 25 febbraio nella Gazzetta Ufficiale.

Molte le critiche del sindacato di Pantaleo, riassumibili forse in un punto fondamentale: il Miur dato il via all’intera procedura concorsuale “senza il confronto con il sindacato”, mentre il bando “mortifica il lavoro, le professionalità, la dignità di chi insegna nella scuola da anni”.
Ma c’è anche una questione di merito (“Il bando ripropone un modello di esame scritto molto discutibile”) che non si comprende del tutto, dal momento che nel parere che il CSPI ha adottato a fine gennaio non si parla di questo (e nel CSPI la FLC è presente con ben 9 membri).
Per la verità il CSPI aveva evidenziato che “emerge un aspetto prevalentemente nozionistico delle prove che andrebbero riequilibrate a favore di competenze didattiche, metodologiche, relazionali richieste ad un docente”.

Il bando sembra aver recepito l’osservazione, dal momento che parla di “accertamento delle conoscenze e competenze didattico-metodologiche in relazione alle discipline oggetto di insegnamento”

Secondo la Flc le “falle” del concorso (“riguarderà solo i docenti interessati al turnover e non garantirà il posto per tutti, lasciando molti di loro senza lavoro”) si coniugano con “l’impianto autoritario della legge 107 del 2015 che con la chiamata diretta da parte dei dirigenti mette in discussione la libertà d’insegnamento e le competenze dei docenti immessi in ruolo”.
Non manca infine un atto d’accusa esplicito nei confronti delle politiche scolastiche del Governo: “Abbiamo avanzato proposte di buon senso che non sono state recepite dal governo Renzi, perché l’intento di quest’ultimo rimane quello di vanificare i diritti acquisiti dai precari e riconosciuti dalla direttiva europea”
“L’obiettivo – conclude il sindacato di Pantaleo – rimane la definizione di un piano pluriennale di stabilizzazioni che, sulla scia della direttiva europea, riconosca i diritti acquisiti mediante la reiterazione dei contratti e restituisca ai docenti della scuola dell’infanzia ciò che è stato loro tolto nel piano di assunzioni”.
E così anche per la Flc-Cgil la strada da percorrere è quella dei ricorsi e della abrogazione degli articoli della legge 107 che più di altri incidono sulle norme che regolano il rapporto di lavoro dei docenti (albi territoriali, chiamata diretta  e valutazione del “merito”).

Nota 29 febbraio 2016, AOODGOSV 2327

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
D.G. per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del S.N.I.

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni Scolastiche Statali e Paritarie di ogni Ordine e Grado
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta
AOSTA
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
e p.c Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
SEDE
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
SEDE

Nota 29 febbraio 2016, AOODGOSV 2327

Oggetto: Festival delle lingue – Prima edizione, Rovereto 18-19 marzo 2016 – Azioni a supporto del Piano “TRENTINO TRILINGUE”.

Nota 29 febbraio 2016, AOODGPER 5732

Nota 29 febbraio 2016, AOODGPER 5732

Oggetto: Concorsi a posti e cattedre, per titoli ed esami, finalizzati al reclutamento del personale docente nelle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado per gli anni scolastici 2016/2018. Costituzioni delle Commissioni giudicatrici.

  • Decreto ministeriale 23 febbraio 2016, n. 96
    Requisiti dei componenti delle commissioni giudicatrici dei concorsi per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente nelle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado, nonché del personale docente per il sostegno agli alunni con disabilità
  • Ordinanza ministeriale 23 febbraio 2016, n. 97
    Formazione delle commissioni giudicatrici dei concorsi, per titoli ed esami, finalizzati al reclutamento del personale docente nelle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado, nonché del personale docente per il sostegno agli alunni con disabilità

Nota 29 febbraio 2016, Prot. n. 1612

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione

 

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI

Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di BOLZANO

All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua Tedesca

BOLZANO

All’Intendente Scolastico per la Scuola delle Località Ladine

BOLZANO

Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta

AOSTA

 

OGGETTO: Giornata mondiale del Rifugiato – Concorso fotografico nazionale “Diritto di restare, migrare, vivere”.

In vista della Giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno 2016, la Caritas italiana, in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca indice il Concorso Fotografico Nazionale “Diritto di restare, migrare, vivere”.

Il concorso è destinato agli studenti delle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, in forma individuale o in gruppo. Gli studenti potranno approfondire i temi oggetto del concorso avvalendosi dei materiali messi a disposizione dalla Caritas italiana, al seguente indirizzo internet www.caritas.it nelle sezioni “Giubileo: il diritto a rimanere nella propria terra”, e “Migranti e profughi: l’impegno della Caritas”.

Si allega alla presente il bando di concorso.

Si pregano le SS. LL. di voler dare massima diffusione alla presente, favorendo una consapevole partecipazione degli studenti all’iniziativa.

 

IL DIRETTORE GENERALE

Giovanna Boda

Avviso 29 febbraio 2016

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
DIPARTIMENTO PER LA FORMAZIONE SUPERIORE E PER LA RICERCA
DIREZIONE GENERALE PER IL COORDINAMENTO, LA PROMOZIONE E LA VALORIZZAZIONE DELLA RICERCA

Il Coordinatore del Comitato di selezione

dei presidenti e dei componenti dei consigli di amministrazione degli enti di ricerca di designazione governativa, di cui all’art. 11 del decreto legislativo 213 del 31 dicembre 2009, coordinatore nominato con D.M. n. 498 del 17 luglio 2015,

premesso che la normativa da seguire per l’individuazione e la selezione dei candidati da proporre al Ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca fa riferimento a specifici articoli dei decreti di seguito elencati:

Decreto legislativo n. 213 del 31 dicembre 2009 che riguarda il riordino degli Enti di ricerca in attuazione dell’articolo 1 della legge 27 settembre 2007, n. 165:
art. 11:
Comma 1. Ai fini della nomina dei presidenti e dei membri del consiglio di amministrazione di designazione governativa, con decreto del Ministro è nominato un comitato di selezione, composto da un massimo di cinque persone, scelte tra esperti della comunità scientifica nazionale ed internazionale ed esperti in alta amministrazione, di cui uno con funzioni di coordinatore, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio del Ministero. Il comitato di selezione agisce nel rispetto degli indirizzi stabiliti dal Ministro nel decreto di nomina e, per gli adempimenti aventi carattere amministrativo, è supportato dalle competenti direzioni generali del Ministero. Il personale del Ministero non può, in nessun caso, fare parte del comitato di selezione.

Comma 2. Il comitato di selezione fissa, con avviso pubblico, le modalità e i termini per la presentazione delle candidature e, per ciascuna posizione e dove possibile in ragione del numero dei candidati, propone al Ministro:
a) cinque nominativi per la carica di presidente;
b) tre nominativi per la carica di consigliere.

Comma 3. Nei consigli di amministrazione composti da tre consiglieri, due componenti, incluso il presidente, sono individuati dal Ministro. Il terzo consigliere è scelto direttamente dalla comunità scientifica o disciplinare di riferimento sulla base di una forma di consultazione definita negli statuti.

 

Decreto ministeriale n. 498 del 17 luglio 2015 di costituzione del Comitato di selezione:
Art. 1:
Comma 1. È nominato il Comitato di selezione, incaricato della predisposizione dell’elenco dei nominativi per la nomina a Presidente e a membro del Consiglio di amministrazione di designazione governativa degli enti di ricerca, secondo quanto previsto dall’articolo 11 del decreto legislativo n. 213/2009

Comma 2. Il Comitato di selezione resta in carica fino al completamento della selezione dei componenti di nomina governativa il cui mandato scade nel corso dell’anno 2015 e dell’anno 2016.

Comma 3. Il Comitato, nel valutare le singole candidature, deve prioritariamente garantire che il profilo dei candidati risponda ad elevata qualificazione tecnico- scientifica, comprovata da particolari competenze professionali, acquisite anche in ambito internazionale.

Art. 2:
Comma 1. Il Comitato di selezione entro 15 giorni dal suo insediamento, fissa, con avviso pubblico, le modalità e i termini per la presentazione delle candidature per ciascun ente. Il Comitato conclude i lavori entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’avviso pubblico di selezione delle candidature. In caso di pubblicazione di avvisi pubblici differenti il Comitato conclude i lavori entro 60 giorni dalla pubblicazione di ciascun avviso. Nell’espletamento dei suoi lavori, il Comitato segue l’ordine prioritario di scadenza dei mandati dei Presidenti e dei membri dei Consigli di Amministrazione di designazione governativa sui quali viene attivato.

Comma 2. Ai sensi dell’articolo 11, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, il Comitato propone al Ministro la rosa di candidati – separatamente e per ciascun ente – per la nomina dei Presidenti e dei consiglieri di amministrazione di designazione governativa.

Comma 3. Nella valutazione delle candidature, il Comitato tiene in conto degli eventuali criteri specifici dettati dai singoli Statuti rispettivamente per il Presidente e per i consiglieri di amministrazione di designazione governativa, che saranno richiamati nell’avviso; in assenza di tali espressi criteri, verifica il possesso da parte dei candidati di un alto profilo scientifico o professionale o manageriale, ovvero, per il Presidente, di una comprovata esperienza nella direzione di strutture di elevata complessità, in ambito nazionale o internazionale.

Art. 3:
Comma 1. Il Comitato di cui all’articolo 1 predispone gli Avvisi pubblici per la presentazione delle candidature ai sensi dell’articolo 11, comma 2, del decreto legislativo n. 213/2009; le sedute del Comitato sono convocate dal Coordinatore del Comitato.

Comma 2. Le funzioni di Segreteria del Comitato di selezione di cui all’articolo 1 sono svolte dall’ufficio V della Direzione Generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca.

INDICE

con avviso pubblico, ai sensi del predetto art. 11, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, una chiamata per la presentazione delle candidature a Presidente dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (I.N.RI.M) (art. 5 dello Statuto), il cui Statuto nella versione integrale è reperibile sul sito www.miur.it, sezione “ricerca”.
Il Comitato di selezione, nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca con D.M. n. 498 del 17 luglio 2015, ha individuato requisiti, modalità, tempi e possibilità di candidature multiple, come sotto specificato.

REQUISITI
Sono invitate ad avanzare candidatura per la nomina a Presidente dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (I.N.RI.M) persone di alta qualificazione scientificae e con pluriennale esperienza nella gestione di enti e istituti complessi sia pubblici sia privati, nazionali e internazionali nel settore della ricerca.
I candidati dovranno inoltre essere in possesso dei requisiti generali di onorabilità previsti dalla legge e, in particolare, del godimento dei diritti civili e politici, di non aver riportato condanne penali, di non essere stati destituiti o dispensati dal servizio per aver prodotto documenti impropri. Non sono inoltre ammissibili candidature da coloro che hanno già ricoperto, per due mandati, il ruolo oggetto della candidatura presso lo stesso ente, ai sensi di quanto previsto dall’art. 8 comma 2 del d.lgs. 213/2009.
Ai sensi dell’articolo 5 comma 9 del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, come modificato dall’articolo 17, comma 3, della legge 7 agosto 2015, n. 124, per i candidati che siano stati collocati in quiescenza alla data di presentazione della domanda o alla data di nomina, l’esercizio della carica sarà comunque consentito per tutta la sua durata a titolo gratuito.
Ai sensi dell’articolo 5 comma 9 del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, come modificato dall’articolo 17, comma 3, della legge 7 agosto 2015, n. 124, per i candidati che saranno collocati in quiescenza durante lo svolgimento del mandato, il medesimo esercizio della carica sarà comunque consentito a titolo gratuito a partire dal periodo di quiescenza e per il restante periodo di durata del mandato.

MODALITA’
I candidati che si propongono per la nomina a Presidente dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (I.N.RI.M) sono invitati a compilare il modello di domanda di cui in allegato.
La domanda, sottoscritta in forma autografa dovrà essere inviata in formato pdf al seguente indirizzo di posta elettronica certificata: dgric@postacert.istruzione.it.
La domanda dovrà essere corredata da curriculum vitae, che includa le seguenti informazioni:

  • 1. dati anagrafici e personali completi;
  • 2. principali titoli, tappe e realizzazioni della carriera scientifica (inclusi, quando disponibili, indicatori bibliometrici);
  • 3. esperienze nella gestione di enti ed organismi di ricerca e di università;
  • 4. livello di conoscenza della lingua italiana e inglese;
  • 5. conoscenza delle problematiche del personale, delle attività di programmazione della ricerca, delle relazioni industriali che riguardano il sistema di ricerca nazionale;
  • 6. esperienze di ricerca e di dirigenza in istituzioni straniere;
  • 7. esperienza nella valutazione dei risultati della ricerca nazionale e internazionale;
  • 8. esperienze di incentivazione del trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca;
  • 9. altre esperienze attinenti alle specificità statutarie dell’ente.

 

Nella domanda, a pena di esclusione, il candidato dovrà dichiarare sotto la propria responsabilità, ai sensi del D.P.R. 445/2000, di essere in possesso del godimento dei diritti civili e politici, di non aver riportato condanne penali, di non essere stato dispensato o destituito dal servizio per aver prodotto documenti impropri (falsità in atti e dichiarazioni mendaci sono oggetto delle sanzioni penali previste dall’art. 76 del D.P.R. n. 445 sopra richiamato).
La riservatezza dei dati è garantita nei limiti e modalità consentite dalle vigenti disposizioni in materia.

TEMPI
Le domande, corredate del relativo curriculum vitae, dovranno essere spedite mediante posta certificata all’indirizzo specificato entro le ore 24 del trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente avviso sul sito del Miur. Qualora il termine di presentazione utile della domanda cada in giorno festivo, il termine è prorogato al primo giorno non festivo successivo.

ATTIVITA’ DEL COMITATO
Il Comitato esaminerà le domande e i requisiti di ammissibilità di ciascun candidato. Al termine dell’istruttoria, ove possibile, in ragione del numero dei candidati che hanno presentato domanda, proporrà al Ministro una rosa di cinque nominativi per la carica di Presidente tra i quali il Ministro effettuerà la propria scelta.

Roma, 29 febbraio 2016

IL COORDINATORE DEL COMITATO
(Prof. Lamberto Maffei)


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