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25 marzo Disposizioni urgenti in materia di Scuola in CdM

Il Consiglio dei ministri, nel corso della riunione del 25 marzo, approva un decreto legge contenente disposizioni urgenti in materia di Scuola che prevede, tra l’altro, il prolungamento del programma ‘Scuole Belle’ dal 1° aprile 2016 al 30 novembre 2016.

DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI SCUOLA

Disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca (decreto legge)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini, ha approvato un decreto legge contenente disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca. Nello specifico, il decreto prevede la stabilizzazione e il riconoscimento della Scuola sperimentale di dottorato internazionale “Gran Sasso Science Institute” (GSSI) per consentire la prosecuzione delle attività visti anche gli importanti risultati ottenuti per il rilancio dello sviluppo del sistema didattico e produttivo dei territori terremotati dell’Abruzzo. Per questo scopo è assegnato un contributo di 3 milioni di euro a decorrere dall’anno 2016.

Il decreto prevede, inoltre, il prolungamento del programma ‘Scuole Belle’ dal 1° aprile 2016 al 30 novembre 2016 per assicurare la prosecuzione degli interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale degli edifici scolastici. Lo stanziamento previsto è di 64 milioni.

Giannini: “Da CdM via libera a proseguimento ‘Scuole belle’
Stabilizzata scuola dottorato Gran Sasso Science Institute”

Via libera in Consiglio dei Ministri al decreto legge recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca.

“Oggi – spiega il Ministro Stefania Giannini – abbiamo approvato la proroga del programma ‘Scuole belle’ per assicurare la prosecuzione degli interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale nelle scuole. Dal 2014 ad oggi sono stati 17.815 gli interventi finanziati, di cui 13.500 già conclusi”. Nello specifico, il decreto prevede il prolungamento del Programma ‘Scuole Belle’ dal 1° aprile 2016 al 30 novembre 2016. Lo stanziamento è di 64 milioni.

Il decreto prevede anche la “stabilizzazione e il riconoscimento della Scuola sperimentale di dottorato internazionale Gran Sasso Science Institute (GSSI) per consentire la prosecuzione delle attività. Si tratta di una eccellenza particolarmente importante per il sistema nazionale e anche per il territorio abruzzese – prosegue il Ministro – che di recente abbiamo visitato insieme al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Questa stabilizzazione si inserisce nella cornice della strategia di governo sulla ricerca: investimenti mirati e attenzione ai giovani”. Per il riconoscimento della scuola è assegnato un contributo di 3 milioni di euro a decorrere dall’anno 2016.

15 marzo Organico ATA nelle 7e Commissioni

Le 7e Commissioni del Senato e della Camera, l’8, il 9 ed il 15 marzo, esaminano lo schema di decreto ministeriale recante regolamento concernente la revisione dei criteri e dei parametri per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, a decorrere dall’anno scolastico 2015-2016.

(7a Camera, 15.3.16) Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che, poiché non vi sono obiezioni, accoglie la richiesta di attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso. Comunica altresì che è stata depositata una proposta di parere da parte del gruppo SI-SEL.

Simona Flavia MALPEZZI (PD), relatrice, illustra una proposta di parere favorevole con 3 condizioni e una osservazione.

Gianluca VACCA (M5S) apprezza il lavoro svolto dalla relatrice, che ha inserito nella proposta di parere considerazioni ascrivibili al suo gruppo. Non può però che annunciare il voto contrario del MoVimento 5 Stelle, in quanto contesta la ratio dell’atto, che risiede nell’esclusiva volontà di effettuare dei tagli prima ancora di realizzare un monitoraggio della situazione esistente. Sottolinea, quindi, la cronica insufficienza di personale ATA negli istituti scolastici.

Annalisa PANNARALE (SI-SEL) ricordato che il suo gruppo ha presentato una proposta di parere alternativo, lo illustra (vedi allegato 1). Evidenziata con rammarico l’assenza di un rappresentante del Governo, ringrazia tuttavia la relatrice per lo sforzo compiuto, in particolare con la previsione – espressa nella seconda condizione della proposta di parere – di uno sblocco del turn over del personale cessato dal servizio. Il predetto personale ha assunto, negli ultimi anni, compiti determinanti nel sistema scolastico ed educativo. Il processo di digitalizzazione peraltro ha poco a che fare con le funzioni svolte dai collaboratori scolastici, e una riduzione del personale ATA si potrebbe realizzare solo dopo un monitoraggio delle effettive esigenze di servizio e un aggiornamento del personale. Rileva, infine, che si dovrebbe invece dar corso a un piano assunzionale, essendo disponibili circa 10.000 posti in questo comparto.

Mara CAROCCI (PD) chiede alla relatrice di specificare – nella prima condizione – che dovrà essere monitorata anche la funzionalità delle nuove tecnologie digitali introdotta a supporto dell’attività delle segreterie scolastiche, affinché si verifichi che queste siano un effettivo ausilio e non un intralcio per gli addetti alle stesse.

Simona Flavia MALPEZZI (PD), relatrice, concorda con la collega Carocci, pur evidenziando che l’introduzione di nuove tecnologie digitali è necessaria per evitare alcune disfunzioni nei processi lavorativi, che hanno anche portato a ritardi nel pagamento degli stipendi di taluni docenti supplenti. Rileva poi che la razionalizzazione delle risorse umane non è rivolta ai collaboratori scolastici, bensì agli addetti alle segreterie e al personale tecnico. Ricorda altresì che la Ministra Madia, rispondendo recentemente al question time alla Camera, ha assicurato che, dopo il monitoraggio, si tornerà ad assumere personale ATA, in considerazione delle effettive esigenze a livello regionale.

Maria MARZANA (M5S) contesta i tagli che si vogliono attuare ancor prima dell’introduzione della digitalizzazione. Ricorda poi che vi sono circa 900 persone che svolgono – anche da 25 anni – mansioni di segreteria nelle istituzioni scolastiche e che sono state assunte con contratti di collaborazione coordinata e continuativa: chiede quindi che questi lavoratori siano assunti dal MIUR a tempo indeterminato. Chiede alla relatrice di inserire nel parere un’ulteriore condizione che faccia riferimento a questo aspetto.

Simona Flavia MALPEZZI (PD), relatrice, non ritiene di poter accedere alla richiesta della collega Marzana, ricordando che i lavoratori da lei richiamati erano stati destinati a prestare la loro opera – anche presso le segreterie delle scuole – attraverso l’intermediazione delle province. Presenta quindi una riformulazione della sua proposta di parere che recepisce l’osservazione della collega Carocci.

La Commissione approva.

Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che si intende pertanto preclusa la votazione sulla proposta di parere alternativo presentata dai deputati del gruppo SI-SEL.


 

PARERE APPROVATO

  La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
visto lo schema di decreto ministeriale recante regolamento concernente la revisione dei criteri e dei parametri per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, a decorrere dall’anno scolastico 2015/2016 (atto n. 276);
udito il dibattito delle sedute dell’8, 9 e 15 marzo 2016, ai cui contenuti si rinvia per intero;
sentiti, altresì, i chiarimenti del Governo nella seduta del 9 marzo 2016;
ritenuto che la definizione della pianta organica del personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario della scuola sia un passaggio decisivo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, soprattutto nell’ottica dell’organico dell’autonomia istituito con legge n. 107 del 2015;
condiviso l’obiettivo di modernizzare gradualmente le segreterie, attraverso un investimento nelle tecnologie digitali, per cui si è già peraltro avuto uno stanziamento di 10 milioni di euro, nella legge di stabilità 2015;
ribadita la necessità di un monitoraggio che consenta di verificare l’attuale stato delle segreterie scolastiche;
valutato che permangono profili critici in ordine alle sostituzioni, dal momento che il personale ATA non può essere sostituito per assenze di qualunque durata, fatta eccezione per le scuole con organico inferiore a quattro unità, e che per i collaboratori scolastici le sostituzioni non sono consentite per assenze fino a dieci giorni;
visti la restante normativa di riferimento e i criteri di calcolo esposti nella documentazione trasmessa dal Governo,

esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
1) sia garantito il monitoraggio sulla progressiva introduzione e sul materiale funzionamento delle tecnologie digitali e, in particolare, sulla loro effettiva efficacia nelle segreterie scolastiche, in modo tale da consegnarne gli esiti entro l’inizio del nuovo anno scolastico;
2) sia riavviato il turn over sul cessato servizio per la parte di organico che non viene eliminata e siano assicurate le sostituzioni sui posti resi vacanti per l’assunzione di funzioni di direttore dei servizi generali amministrativi (DSGA);
3) siano assicurate le sostituzioni dei collaboratori scolastici, posto che si tratta di un ambito non interessato dal processo di digitalizzazione, per assenze anche inferiori a dieci giorni, soprattutto nelle scuole cosiddette pluri-plessi o distanti fra loro;

e con la seguente osservazione:
si verifichino le discrepanze numeriche tra la stima minima della consistenza organica degli assistenti amministrativi complessiva, derivante dai nuovi criteri e parametri – che risulta pari a circa 52 mila e 600 unità –, e quella prevista nello schema di decreto interministeriale diramato con nota 20965 del 15 luglio 2015 (che la fissa a circa 46 mila e 800 unità).


 

(7a Camera, 9.3.16) Giancarlo GIORDANO (SI-SEL) chiede che non si proceda nella giornata odierna all’espressione del parere.

Luigi GALLO (M5S) concorda con la richiesta del collega Giordano.

Simona Flavia MALPEZZI (PD), relatrice, concorda sulla necessità di procedere ad ulteriori approfondimenti.

La sottosegretaria Angela D’ONGHIA, con riferimento ad alcune osservazioni svolte nella seduta di ieri conferma, intanto, che il rispetto del contingente dei posti assegnati è un presupposto valido in termini generali. Assicura poi che il Ministero sarà particolarmente attento nel monitoraggio del processo di digitalizzazione negli istituti scolastici. Comunica inoltre che, a breve, sarà riattivato il turn over del personale e che si sta valutando se ci siano margini che consentano al Ministero la copertura per le sostituzioni di personale amministrativo chiamato nella funzione di direttore dei servizi generali e amministrativi. Con riferimento, poi, alle supplenze assicura l’attenzione del Governo su questa problematica. Assicura infine che fornirà una risposta sui dati oggi richiesti ad integrazione di quanto già trasmesso alla Commissione.

Simona Flavia MALPEZZI (PD), relatrice, chiede che si approfondisca anche la questione concernente il personale cessato dal servizio al termine dell’anno, al fine del necessario turn over.

Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, domanda al Governo se possa dare assicurazioni che il provvedimento non sarà adottato prima che la Commissione si sia espressa, sia pure con qualche giorno di ritardo.

La sottosegretaria Angela D’ONGHIA, lo assicura.

Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.

(7a Camera, 8.3.16) Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che, poiché non vi sono obiezioni, accoglie la richiesta di attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Simona Flavia MALPEZZI (PD), relatrice, espone che lo schema di decreto viene adottato sulla base della legge di stabilità 2015. Questa è intervenuta in materia di personale ATA e ha previsto la revisione dei criteri e dei parametri per la definizione delle dotazioni organiche di tale personale, al fine di conseguire, dall’anno scolastico 2015-2016, risparmi di spesa. In particolare, l’obiettivo da conseguire, a decorrere dall’anno scolastico 2015-2016, consiste in una riduzione del numero di posti pari a 2.020 unità, collegata al processo di digitalizzazione dei procedimenti amministrativi affidati alle segreterie scolastiche, e in una riduzione di spesa pari a 50,7 milioni di euro. Aggiunge che la revisione di questi criteri e parametri per stabilire quante persone sono in organico è regolata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 119 del 2009, ai sensi del quale, in particolare, la consistenza numerica complessiva delle dotazioni organiche del personale ATA è definita a livello nazionale, in base ai criteri previsti nello stesso regolamento e secondo i parametri di calcolo previsti dalle tabelle ad esso allegate. Rileva poi che la consistenza numerica complessiva è ripartita in dotazioni organiche regionali, sentita la Conferenza unificata, con riguardo alle specificità degli ambiti territoriali interessati, avendo cura degli altri elementi indicati quali, ad esempio, i fenomeni migratori, le distanze e i collegamenti fra le scuole situate nei comuni montani e nelle piccole isole. Aggiunge che il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale ripartisce la dotazione organica regionale in dotazioni organiche provinciali e determina le dotazioni organiche di istituto, assicurando, comunque, il rispetto della dotazione organica regionale, anche – se necessario – mediante deroga ai medesimi criteri e parametri.
Precisa che lo schema in esame sostituisce alcune delle tabelle del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 119 del 2009, ossia quelle relative alle istituzioni scolastiche del primo e del secondo ciclo. Non sono, invece, variate le tabelle relative ai convitti nazionali e agli educandati femminili. Nell’articolato, una novità è costituita dalla previsione che la consistenza numerica complessiva del personale ATA è determinata, secondo i parametri di calcolo contenuti nelle (nuove) tabelle, annualmente per l’anno scolastico 2015-2016 e ogni tre anni, con eventuale revisione annuale, a decorrere dall’anno scolastico 2016-2017. Osserva che si tratta di una novità che sembrerebbe scaturire dall’articolo 1, comma 14, della legge n. 107 del 2015 cosiddetta «Buona scuola» che prevede l’indicazione del fabbisogno relativo ai posti del personale ATA nel Piano dell’offerta formativa, divenuto ora triennale.
Segnala quindi che le tabelle, che stabiliscono il contingente organico del personale ATA da assegnare in ragione del numero di alunni, devono essere analizzate alla luce delle note di cui sono corredate, che recano ulteriori disposizioni utili per la definizione delle dotazioni organiche, di cui (solo) alcune applicabili «nel rispetto del contingente dei posti assegnati». Al riguardo, chiede al Governo un chiarimento, dal momento che il rispetto del contingente dei posti assegnati sembrerebbe un presupposto valido in termini generali.
Aggiunge che la relazione illustrativa sottolinea che, ai fini della riduzione richiesta dalla legge di stabilità 2015, si è ritenuto di intervenire sul profilo professionale di assistente amministrativo, e non di assistente tecnico, in ragione della progressiva automatizzazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi affidati alle segreterie scolastiche. Per la stessa ragione, si è ritenuto di prevedere le riduzioni per le scuole più grandi (in particolare, si tratta delle scuole con più di 600 alunni), le quali, pur avendo un maggior numero di alunni, sono in grado di assicurare, comunque, la presenza di un più ampio numero di unità di personale, anche in caso di assenza di alcune di esse. Inoltre, evidenzia che, al fine di mitigare gli effetti conseguenti alle riduzioni dei posti, si è adottata una modalità di calcolo che ha tenuto conto, oltre che del numero degli alunni e delle sedi, anche del numero di alunni diversamente abili.
Analizzando – sulla base dei dati forniti dalla relazione tecnica – gli effetti della revisione dei criteri e parametri, evince che, per ciò che riguarda le istituzioni scolastiche del primo ciclo, essa comporta una riduzione di 576 assistenti amministrativi (che interessa le scuole con più di 1.300 alunni) e di 1.468 collaboratori scolastici (che interessa le scuole con più di 1.100 alunni). Quanto alle scuole secondarie di II grado, la revisione comporta una riduzione di 589 assistenti amministrativi (che interessa le scuole con più di 600 alunni), di cui 314 nei soli istituti tecnici, istituti professionali e licei artistici, e di 430 collaboratori scolastici (che interessa le scuole con più di 600 alunni), di cui 175 nei soli istituti tecnici, istituti professionali e licei artistici. Complessivamente, la riduzione riguarderebbe, dunque, 3.063 unità. Tale riduzione è, tuttavia, in parte compensata – sempre in base alla relazione tecnica – dall’incremento, cui accennava prima, disposto in relazione al numero degli studenti diversamente abili, pari a 1.043 unità di collaboratore scolastico. Complessivamente, dunque, si ha una riduzione di 2.020 unità, di cui 1.165 assistenti amministrativi e 855 collaboratori scolastici, corrispondente all’obiettivo indicato dalla legge di stabilità 2015.
Desidera – in conclusione – ribadire che il taglio di risorse umane è concepito in parallelo con la progressiva introduzione dell’uso della tecnologia digitale, che assicura risparmi di tempo e maggiore uniformità di prestazioni e controllo sulle operazioni amministrative. Tanto ciò è vero che sono stanziati di 10 milioni di euro per la digitalizzazione delle segreterie.
Ritiene che sarebbe quindi utile chiedere al Governo un impegno a monitorare l’effettiva progressione della digitalizzazione (che – tra l’altro – era stata disposta già dal decreto cosiddetto Profumo).
Osserva inoltre che – sebbene ridotto come da legge – il personale ATA è pur sempre necessario nelle realtà in cui è presente e, pertanto, resta aperto il tema delle assenze e delle sostituzioni. Rileva che, ad oggi, il personale amministrativo e tecnico non può essere sostituito per assenze di qualunque durata (con esclusione delle scuole con organico inferiore a 4 unità) e che, per i collaboratori, le sostituzioni non sono consentite per assenze fino a 10 giorni.
Ritiene dunque che occorra chiedere al Governo di assumere impegni affinché il personale amministrativo possa essere sostituito in caso di lunghe assenze e che – per la parte di organico che non viene eliminata – sia riattivato il turn over sul cessato servizio e vengano effettuate le sostituzioni nei casi di personale amministrativo chiamato nella funzione di direttore dei servizi generali e amministrativi. Sarebbe anche necessario che venissero effettuate le sostituzioni dei collaboratori anche per assenze inferiori ai 10 giorni per le scuole «pluri-plessi» o distanti tra loro, come il tipico caso delle scuole di montagna. Si riserva di presentare una proposta di parere al termine della discussione.

Dopo interventi sull’ordine dei lavori di Maria MARZANA (M5S) e Giancarlo GIORDANO (SI-SEL), Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, chiede se il Governo sia in grado di rispondere alle sollecitazioni della relatrice.

Il sottosegretario Gabriele TOCCAFONDI chiede che a tal fine l’esame sia rinviato.

Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.

(7a Senato, 9.3.16) Riferisce la relatrice Elena FERRARA (PD), la quale fa presente che il provvedimento in esame modifica i criteri per l’assegnazione del contingente di personale ATA, a decorrere dall’anno scolastico 2015-2016 in corso, per conseguire risparmi di spesa. La legge di stabilità 2015 ha infatti stabilito una riduzione del numero dei posti ATA pari a 2.020 unità, per un risparmio di 50,7 milioni di euro a decorrere dal 2015-2016, tenuto conto del generale processo di digitalizzazione e di incremento dell’efficienza dei processi lavorativi. Fa presente comunque che la consistenza numerica complessiva delle dotazioni organiche del personale ATA è determinata annualmente per il 2015-2016 e con cadenza triennale, salvo eventuale revisione annuale, a decorrere dall’anno scolastico 2016-2017.
Passando ad illustrare il contenuto del decreto, rende noto che esso realizza una maggiore riduzione di posti per il profilo professionale di assistente amministrativo e non di assistenti tecnici, in ragione della progressiva automatizzazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi affidati alle segreterie scolastiche, tanto più che la stessa legge di stabilità 2015 ha stanziato, per il 2015, 10 milioni di euro per la digitalizzazione dell’attività delle segreterie delle scuole. Rileva inoltre che l’Amministrazione ha scelto di intervenire negli istituti di grandi dimensioni specialmente in merito al primo ciclo atteso che, pur avendo un numero maggiore di alunni, essi sono in grado di assicurare la presenza di un più ampio numero di unità di personale anche in caso di assenza, cosa difficile per le scuole piccole, in cui potrebbe venir meno la continuità amministrativa. Segnala comunque la possibilità di deroghe per le scuole di montagna o per quelle con più plessi o sedi.
La legge di stabilità 2015 – prosegue la relatrice – ha anche previsto che detta riduzione di posti avvenisse nel rispetto degli obiettivi di cui all’articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008. Tra questi, è menzionato l’incremento del rapporto alunni/docenti ma tenendo conto delle necessità degli alunni diversamente abili. Facendo proprio tale principio, l’Amministrazione ha deciso, per il profilo professionale di collaboratore scolastico, di mitigare gli effetti delle riduzioni: dunque, oltre al criterio del numero di alunni e delle sedi, si è tenuto conto anche del numero di alunni diversamente abili.
Esaminando le Tabelle allegate allo schema di decreto, la relatrice sottolinea che per il profilo di assistente amministrativo, nelle scuole del primo ciclo (Tabella 1), fino a 1.300 alunni non si opera alcuna riduzione di personale. Sopra i 1300 alunni e fino a 1.900 si opera una riduzione di una unità che, moltiplicata per il numero di scuole rientranti in queste soglie numeriche, porta ad un totale di 576 assistenti amministrativi in meno. Per il secondo ciclo (Tabella 2), la relazione tecnica separa gli istituti tecnici, professionali e i licei artistici dagli altri licei, illustrando due prospetti. Ad ogni modo, ella riferisce che tanto per i licei, quanto per tecnici, professionali e licei artistici, la riduzione opera per le scuole che hanno lo stesso range numerico di alunni (tra 600 e 700, tra 1.000 e 1.100, tra 1.200 e 1.300 e tra 1.800 e 1.900). Il totale di assistenti amministrativi in meno è di 589. In questo caso però reputa poco chiara la progressione effettuata, in quanto, a differenza del primo ciclo, non si opera una riduzione per tutte le “grandi” scuole sopra una certa soglia, ma solo per alcune, ad esempio, non vi sono riduzioni per la fascia di alunni 1.700-1.800, o 1.500-1.600.
In merito ai collaboratori scolastici, fa presente che per il primo ciclo (Tabella 1) il decremento di una unità interviene solo per le scuole sopra i 1.100 alunni e fino a 1.900, per un totale di 1.468 posti in meno. Per il secondo ciclo (Tabella 2, sempre distinguendo, da un lato, i licei e, dall’altro, i tecnici, professionali e licei artistici), la riduzione di un posto si ha per scuole sopra i 1.100 e fino a 2.000 alunni, mentre per le scuole sopra i 2.000 e fino a 2.200 alunni vengono eliminati due posti di collaboratore. Il totale delle riduzioni è di 430 per il secondo ciclo. Nel ricordare che il numero di collaboratori scolastici va incrementato in ragione della presenza di alunni diversamente abili (per ogni gruppo da 40 alunni disabili), osserva come occorrerebbero 1043 posti in più. Sottraendo tale numero dalle riduzioni complessive per tutte le scuole del primo e secondo ciclo, si ottiene che l’effettivo contingente di collaboratori scolastici in meno, anziché essere 1898, risulta 855.
Dà indi conto dei pareri espressi dalla Conferenza unificata e dal Consiglio di Stato, evidenziando che la Conferenza unificata si è pronunciata negativamente, per diverse ragioni. Anzitutto sono state lamentate l’assenza di dettagli sull’impatto territoriale delle riduzioni del personale e la penalizzazione per le Regioni che hanno compiuto il dimensionamento. Invocando maggiore gradualità, le Regioni stesse hanno fatto presente che nelle note alle Tabelle, stabilite dalla legislazione vigente, vi è anche il parametro del numero di plessi, che impone un incremento di collaboratori scolastici al crescere del numero di sedi staccate. Potrebbero dunque essere previste, a giudizio della relatrice, ulteriori deroghe, anche nei casi di presenza di minoranze linguistiche. E’ stata peraltro ritenuta insufficiente la soglia di 40 alunni diversamente abili oltre la quale è aumentato il numero di collaboratori scolastici, in quanto in caso di necessità sarebbero gli enti locali a dover fronteggiare le emergenze.
Il Consiglio di Stato, prosegue la relatrice, ha eccepito che il provvedimento interviene ad anno scolastico in corso, benché sia prevista l’immediata entrata in vigore: ha ipotizzato dunque che esso sia una mera “fotografia” della situazione dell’organico di fatto. Ha condiviso altresì le preoccupazioni degli enti locali circa un possibile aggravio per dette Amministrazioni nel caso di bisogno di assistenza per gli alunni diversamente abili. In ultima analisi, ha ravvisato un certo squilibrio nel riparto della riduzione dei profili di assistente amministrativo e collaboratore scolastico tra primo e secondo ciclo, le cui eventuali motivazioni non risultano comprensibili.
Avviandosi alla conclusione, reputa indispensabile assicurare un apparato amministrativo funzionante e adeguatamente formato, specie nei ruoli dirigenziali come quelli dei direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA). Si chiede poi come l’informatizzazione abbia inciso sulla razionalizzazione del personale, tanto più che – ribadisce – sono state stanziate apposite risorse nel 2015. Occorre quindi a suo avviso un effettivo monitoraggio sui cambiamenti indotti dai diversi metodi di lavoro a seguito della digitalizzazione.
Accenna infine al tema delle supplenze, che devono essere garantite sia per il personale amministrativo che per i collaboratori scolastici. Ritiene infatti che la normativa vigente che non prevede sostituzioni per lunghe assenze finisca per mettere in difficoltà la gestione delle scuole, come dimostrano i reiterati appelli al riguardo avanzati anche dai dirigenti scolastici.

Il sottosegretario Angela D’ONGHIA assicura che il Governo tiene in elevata considerazione il tema del personale ATA e che verrà compiuto un monitoraggio sulla digitalizzazione. In proposito preannuncia che potrebbero esserci degli esuberi, tali da compensare il provvedimento in titolo. Rende peraltro noto che potrebbe essere riattivato a breve il turn over.

Nessuno chiedendo di intervenire in discussione generale, il PRESIDENTE dichiara chiusa tale fase procedurale.

La relatrice Elena FERRARA (PD) illustra uno schema di parere favorevole con osservazioni, pubblicato in allegato.

La seduta, sospesa alle ore 15,25, riprende alle ore 15,30.

Su tale proposta di parere prende la parola il senatore TOCCI (PD), il quale rileva criticamente l’assenza nel provvedimento di riferimenti alla “Buona scuola”, quasi come se esso prescindesse dai contenuti della legge n. 107 del 2015. Detta legge ha invece un impatto rilevante sugli organici di servizio, considerate le incombenze amministrative in essa previste, anche per quanto concerne la stessa conoscenza delle innovazioni introdotte. Cita ad esempio le ricadute sulle segreterie scolastiche derivanti dalle attività di rendicontazione del bonus insegnanti.
Dopo aver ricordato che sussiste tuttora una percentuale di sedi vacanti per quanto concerne i dirigenti scolastici, in quanto non è stato ancora bandito il relativo concorso, precisa che nella summenzionata legge n. 107 era previsto il potenziamento dei docenti per progetti, ad esempio, sulla dispersione scolastica o per l’apertura pomeridiana delle scuole. Si interroga pertanto sulle modalità con cui tale obiettivo si concilia con la riduzione del personale ATA, tenuto conto che quest’ultimo concorre al funzionamento delle scuole.
Si dichiara pertanto perplesso circa il metodo seguito per l’elaborazione del provvedimento, che sembra prescindere dalla politica governativa. Né può essere trascurato a suo giudizio il parere contrario espresso dalla Conferenza unificata sui possibili aggravi per gli enti locali. Dopo aver richiamato a sua volta le osservazioni del Consiglio di Stato, giudica valido l’obiettivo della digitalizzazione, anche se esso non determina immediatamente la possibilità di una riduzione del personale, tenuto conto della necessaria formazione richiesta. Domanda pertanto al Governo di esplicitare la correlazione tra la diminuzione degli organici e i risultati della digitalizzazione.
Ravvisa conclusivamente un atteggiamento burocratico che rischia di inficiare i contenuti stessi della legge n. 107.

La senatrice PETRAGLIA (Misto-SEL) ravvisa profonde criticità nel testo e domanda le ragioni della fretta con cui lo si sta esaminando. Riallacciandosi alle considerazioni del senatore Tocci sulla cosiddetta “Buona scuola”, ricorda che la legge n. 107 ha trascurato proprio il personale ATA, mentre sarebbe stato opportuno prevedere le relative assunzioni.
Chiede peraltro maggiori dettagli sulla digitalizzazione delle scuole e sulle modalità attraverso cui essa si sostanzia in una riduzione del contingente degli ATA, tanto più che si registrano ad oggi delle lacune proprio nel personale amministrativo. Dopo aver stigmatizzato le pesanti riforme della scuola attuate dai passati Governi, domanda altresì in che modo il personale soprannumerario delle province che dovrebbe confluire nei ruoli ATA impatta sulle riduzioni previste dal testo in titolo, come peraltro richiesto anche in alcuni atti di sindacato ispettivo presentati presso l’altro ramo del Parlamento.
Si interroga inoltre sul rapporto tra il taglio disposto dal testo in esame e l’incremento delle iscrizioni nelle scuole, sottolineando peraltro come la legge di stabilità 2015 avrebbe dovuto essere attuata da tempo. Ritiene del resto che l’atto abbia di per già sé prodotto effetti devastanti nelle scuole, considerato che si applica nell’anno in corso.
Occorrerebbe inoltre a suo avviso capire quale sarà la sorte dei precari ATA, per cui sollecita alcune audizioni delle organizzazioni sindacali. Dopo essersi soffermata anche sulla necessità di nominare i direttori dei servizi generali e amministrativi, invoca infine un confronto con il Governo sugli aspetti descritti.

La senatrice BLUNDO (M5S) ritiene che il provvedimento ratifichi scelte risalenti nel tempo pur inserendosi in una realtà nuova; si domanda peraltro se il Governo sia in grado di valutare le ricadute di leggi, tra cui la n. 107, che ha elaborato in modo a suo avviso eccessivamente frettoloso, come dimostrano le difficoltà interpretative riscontrate anche dal personale della scuola.
Giudica peraltro assurdo procedere ad una votazione sullo schema di parere nella giornata di oggi, in quanto occorre una riflessione ulteriore anche sugli effetti che i tagli produrrebbero in termini di vigilanza e di maggiore flessibilità nella apertura pomeridiana delle scuole.
Dopo aver sottolineato che, attualmente, i docenti inidonei vengono impiegati nelle segreterie anziché nei laboratori, deplora il taglio del contingente ATA per conseguire risparmi di spesa, sottolineando che dette somme sarebbero potute derivare dalla scelta di internazionalizzare i servizi svolti nelle scuole, tenuto conto che l’attuale esternalizzazione costa invece circa 450 milioni di euro.
Sollecita dunque un monitoraggio concreto sulla realizzazione della digitalizzazione, atteso che risulta che molte scuole non abbiano neanche la copertura della rete e i docenti devono provvedere con mezzi propri. Chiede dunque di rinviare l’esame per comprendere meglio la situazione attuale, al fine di compiere scelte che possano fare bene alla scuola pubblica.

La senatrice PUGLISI (PD) ritiene condivisibili molte considerazioni avanzate che peraltro trovano spazio nello schema di parere illustrato dalla relatrice. In proposito, chiede di inserire nelle premesse un accenno alla importanza strategica del personale non docente, anche in funzione della attuazione della legge n. 107. Ciò con riferimento soprattutto alla apertura pomeridiana delle scuole e agli ulteriori compiti che vengono assegnati alle segreterie scolastiche, tra cui ad esempio la rendicontazione dei progetti europei.
Nega comunque che gli inidonei vengano impiegati nelle segreterie, in quanto essi devono essere occupati nelle biblioteche scolastiche salvo diverse richieste da loro provenienti.
Suggerisce infine di inserire un’osservazione che richiami l’esigenza di assicurare il personale ATA per rendere possibile una maggiore flessibilità nell’apertura delle scuole anche il sabato, qualora lo provvedano i piani triennali dell’offerta formativa.

La relatrice Elena FERRARA (PD) ringrazia tutti i commissari per i suggerimenti avanzati e riformula lo schema di parere, modificando le premesse, inserendo l’osservazione n. 4 e anche una condizione.

Il PRESIDENTE fa presente che il termine per l’espressione del parere scade il 14 marzo. Ferma restando la possibilità di richiedere una proroga del suddetto termine al Presidente del Senato, ritiene che il nuovo schema di parere proposto dalla relatrice risponda a tutte le sollecitazioni descritte e dunque si possa procedere alla votazione nella giornata odierna. Domanda dunque l’orientamento dei Capigruppo su tale ipotesi, fermo restando che se la relatrice ritenesse utile un rinvio, sarebbe disponibile a procedere in tal senso.

La senatrice PUGLISI (PD) reputa che la relatrice abbia accolto tutte le proposte e dunque un rinvio dell’esame sarebbe poco proficuo. Dichiara dunque il voto favorevole del suo Gruppo.

Si associa il senatore CONTE (AP (NCD-UDC)), che ringrazia le relatrice per aver accolto l’indicazione circa il monitoraggio per il prossimo anno scolastico. Ritiene dunque che si possa procedere alla conclusione dell’esame e dichiara il voto favorevole del suo schieramento.

La senatrice PETRAGLIA (Misto-SEL) ribadisce le proprie perplessità sulla conclusione dell’esame nella giornata odierna, giudicandola una forzatura, tanto più che nell’altro ramo del Parlamento la maggioranza ha avanzato la richiesta di proroga.
Nel reputare assai grave il contenuto del provvedimento, che lascia inevase numerose questioni, sollecita il Governo ad esplicitare le scelte che hanno indotto al licenziamento di tale personale ATA, prendendo dunque atto che non c’è la volontà di compiere un approfondimento ulteriore. Dichiara perciò il voto contrario del suo Gruppo.

Dopo che il PRESIDENTE ha accertato la presenza del numero legale ai sensi dell’articolo 30, comma 2, del Regolamento, la Commissione approva lo schema di parere favorevole con osservazioni e una condizione, riformulato dalla relatrice (pubblicato in allegato).


PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La Commissione, esaminato, ai sensi dell’articolo 19, comma 10, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, e dell’articolo 1, comma 334, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, lo schema di decreto ministeriale in titolo,

considerato che il provvedimento in esame modifica i criteri per l’assegnazione del contingente di personale ATA, a decorrere dall’anno scolastico 2015-2016, per conseguire risparmi di spesa, atteso che la legge di stabilità 2015 ha stabilito una riduzione del numero dei posti ATA pari a 2.020 unità, per un risparmio di 50,7 milioni di euro a decorrere dal 2015-2016;

tenuto conto che tali disposizioni sono connesse al generale processo di digitalizzazione e incremento dell’efficienza dei processi lavorativi, per cui si è deciso di realizzare una maggiore riduzione di posti per il profilo professionale di assistente amministrativo e non di assistenti tecnici, in ragione della progressiva automatizzazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi affidati alle segreterie scolastiche, tanto più che la stessa legge di stabilità 2015 ha stanziato, per il 2015, 10 milioni di euro per la digitalizzazione dell’attività delle segreterie delle scuole;

rilevato altresì che si è scelto di intervenire negli istituti di grandi dimensioni atteso che, pur avendo un numero maggiore di alunni, sono in grado di assicurare la presenza di un più ampio numero di unità di personale anche in caso di assenza, cosa difficile per le scuole piccole;

considerata l’importanza del personale non docente nel funzionamento delle autonomie scolastiche previsto dalla legge n. 107 del 2015, sia per le funzioni amministrative sia per l’impegno dei collaboratori scolastici in merito ad una maggiore flessibilità di apertura degli edifici scolastici;

considerato che occorre comunque garantire la continuità amministrativa in caso di assenza prolungata del personale ATA;

preso atto che la legge di stabilità 2015 ha anche previsto che detta riduzione di posti avvenisse nel rispetto degli obiettivi di cui all’articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, tenendo conto delle necessità degli alunni diversamente abili;

apprezzato che, facendo proprio tale principio, l’Amministrazione ha deciso, per il profilo professionale di collaboratore scolastico, di mitigare gli effetti delle riduzioni, valutando, oltre al criterio del numero di alunni e delle sedi, anche il numero di alunni diversamente abili;

osservato che, in base alle tabelle allegate, nelle scuole del primo ciclo e secondo ciclo, per il profilo di assistente amministrativo la riduzione complessiva è pari a 1.165 unità, mentre per i collaboratori scolastici la riduzione effettiva è pari a 855 unità;

preso atto che lo schema di decreto stabilisce che la consistenza numerica complessiva delle dotazioni organiche del personale ATA è determinata annualmente per il 2015-2016 e con cadenza triennale, salvo eventuale revisione annuale a decorrere dall’anno scolastico 2016-2017;

manifestata preoccupazione per il parere negativo reso dalla Conferenza unificata, in quanto è stato paventato il rischio che gli enti locali si facciano carico di coprire eventuali emergenze connesse ai bisogni degli alunni diversamente abili;

valutato inoltre il parere del Consiglio di Stato, che ha eccepito che il provvedimento interviene ad anno scolastico in corso, e ha ravvisato un certo squilibrio nel riparto della riduzione dei profili di assistente amministrativo e collaboratore scolastico tra primo e secondo ciclo;

esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni:
1. si reputa necessario un chiarimento sulle note riportate in ciascuna tabella, tenuto conto che esse recano ulteriori disposizioni utili per la definizione delle dotazioni organiche, di cui solo alcune applicabili “nel rispetto del contingente dei posti assegnati”;
2. si ritiene indispensabile assicurare le sostituzioni del personale amministrativo in caso di lunghe assenze o quando è chiamato a svolgere la funzione di direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA) e, per la parte di organico che non viene eliminata, riattivare il turn over sul cessato servizio;
3. in considerazione delle risorse stanziate nel 2015 per l’informatizzazione delle segreterie scolastiche, si chiedono al Governo maggiori dettagli sull’impiego di tali fondi nonché un impegno a monitorare l’effettiva progressione della digitalizzazione;
4. si reputa indispensabile che vengano effettuate le sostituzioni dei collaboratori scolastici anche per assenze inferiori ai dieci giorni per le scuole pluri plessi o distanti fra loro e per garantire eventuali necessità di apertura delle scuole in orari più flessibili, compresa la giornata del sabato se prevista nei piani triennali dell’offerta formativa;

e con la seguente condizione:

a. venga svolta una opportuna revisione annuale delle dotazioni organiche del personale ATA per l’anno scolastico 2016-2017 a fronte del monitoraggio di cui all’osservazione n. 3, specificando l’effettiva connessione tra la contrazione del suddetto personale e l’informatizzazione delle strutture amministrative.

3 marzo Abilitazione scientifica e Codice appalti in CdM

Il Consiglio dei ministri, nel corso della riunione del 3 marzo, approva

  • un DPR di modifica del DPR del 14 settembre 2011, n. 222, concernente il conferimento dell’abilitazione scientifica nazionale per l’accesso al ruolo dei professori universitari, a norma dell’articolo 16 della legge 30 dicembre 2010, n. 240 (slide);
  • in esame preliminare, un Decreto Legislativo relativo al nuovo codice degli appalti e delle concessioni (slide).

ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE PER PROFESSORI UNIVERSITARI

Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica concernente il conferimento dell’abilitazione scientifica nazionale per l’accesso al ruolo dei professori universitari (decreto del Presidente della Repubblica – esame definitivo) 

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro dell’Istruzione dell’università e della ricerca Stefania Giannini, ha approvato in via definitiva il decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al DPR del 14 settembre 2011, n. 222, concernente il conferimento dell’abilitazione scientifica nazionale per l’accesso al ruolo dei professori universitari, a norma dell’articolo 16 della legge 30 dicembre 2010, n. 240. Fra le novità introdotte, la cosiddetta procedura a “sportello” ovvero un sistema di accertamento della qualificazione scientifica necessaria per accedere alla prima e alla seconda fascia della docenza universitaria che, una volta attivato, non incontra soluzioni di continuità. Inoltre gli aspiranti professori potranno presentare la loro candidatura per abilitarsi all’insegnamento universitario in qualsiasi momento dell’anno e non più solo entro periodi limitati fissati dal MIUR, come accadeva fino ad oggi. La durata dell’abilitazione passa da quattro a sei anni e sono state anche riviste le modalità di sorteggio delle commissioni, per garantire una maggiore rappresentatività dei settori disciplinari.

Università, via libera in Cdm: arriva la procedura a ‘sportello’
per l’Abilitazione Scientifica Nazionale
Giannini: “Nuove regole nell’ottica della semplificazione e della qualità”

Nuove regole per l’Abilitazione Scientifica Nazionale, il titolo necessario per poter insegnare all’Università. Il via libera oggi in Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro Stefania Giannini.

Due le principali novità. Viene introdotta la cosiddetta procedura a “sportello”: gli aspiranti professori potranno presentare la loro candidatura in qualsiasi momento dell’anno e non più solo entro periodi limitati fissati dal Miur. Sono state anche riviste le modalità di sorteggio delle commissioni per garantire una maggiore rappresentatività dei settori disciplinari. Il Dpr approvato oggi in via definitiva è stato vagliato dal Consiglio di Stato e dalle Commissioni parlamentari.

“Le modifiche alle regole dell’Abilitazione Scientifica Nazionale – sottolinea il Ministro Giannini – vanno nell’ottica della semplificazione e della qualità. Le abilitazioni fino ad oggi sono andate avanti con un meccanismo a singhiozzo, rimanendo bloccate per un lungo periodo. Questo non dovrà più accadere. Introduciamo parametri per innalzare la qualità del profilo scientifico dei commissari. Nelle prossime settimane emaneremo il decreto con i criteri di valutazione dei candidati. Vogliamo far ripartire entro l’estate la procedura di selezione”.


 

NUOVO CODICE DEGLI APPALTI E DELLE CONCESSIONI

Attuazione di direttive sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto e per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, ha approvato in esame preliminare un decreto legislativo di attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014, sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori speciali dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché sul riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.

Come previsto dalla legge delega del 28 gennaio 2016, n. 11, approvata dalle Camere il 14 gennaio 2016, il Governo  recepisce in un unico decreto le direttive appalti pubblici e concessioni e riordina la disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture e contratti di concessione.

Una sola legge, declinata dalle linee guida ANAC e con Cabina di regìa

Il nuovo “Codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione” contiene criteri di semplificazione, snellimento, riduzione delle norme in materia, rispetto del divieto di gold plating.

È una disciplina autoapplicativa. Non prevede infatti, come in passato, un regolamento di esecuzione e di attuazione, ma l’emanazione di linee guida di carattere generale, da approvare con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti su proposta dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) e previo parere delle competenti commissioni parlamentari. Le linee guida, quale strumento di soft law, contribuiranno ad assicurare la trasparenza, l’omogeneità e la speditezza delle procedure e fornire criteri unitari.  Avranno valore di atto di indirizzo generale e consentiranno un aggiornamento costante e coerente con i mutamenti del sistema. Dove sono stati previsti decreti amministrativi attuativi, comunque non di natura regolamentare, è stata individuata, nel regime transitorio, la valenza temporanea di alcune norme del regolamento, relative a contabilità, verifiche e collaudi, per consentire l’immediata applicabilità della nuova normativa.

Viene poi regolata la Governance, con il rafforzamento dell’ANAC nel  sostegno alla legalità, il ruolo del  Consiglio Superiore del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e l’istituzione della Cabina di regìa presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, quale organo di coordinamento e monitoraggio.

Il Codice è articolato per processi, di facile consultazione, articolato in sequenza dal momento in cui si decide una procedura di affidamento a quello finale dell’esecuzione.

Declina la pianificazione, programmazione e progettazione, fasi fondamentali per la stazione appaltante, le modalità di affidamento, individuando i principi comuni a tutti  i tipi di affidamento: trasparenza, economicità, efficacia, correttezza, tempestività, libera concorrenza, non discriminazione, applicabilità dei contratti collettivi al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto dei contratti, applicabilità della legge 241/1990, il RUP, le fasi delle procedure, i controlli sugli atti di affidamento e i criteri di sostenibilità energetica e ambientale.

Sono quindi disciplinate  le regole procedurali per ogni  tipologia contrattuale: appalto, concessioni, altre tipologie quali quelle in house, contraente generale, strumenti di partenariato pubblico-privato, ricomprendendo in quest’ultimo il project financing, strumenti di sussidiarietà orizzontale, il baratto amministrativo. Vengono disciplinati i passaggi: verifica della soglia comunitaria e requisiti di qualificazione della stazione appaltante, modalità di affidamento e scelta del contraente, bandi, avvisi, selezione delle offerte, aggiudicazione, esecuzione, della verifica e collaudo.

Il Codice sviluppa il superamento della Legge Obiettivo attraverso strumenti di programmazione delle infrastrutture, insediamenti prioritari e l’espresso richiamo all’applicazione delle procedure ordinarie.

Sul contenzioso, introduce un nuovo rito abbreviato in camera di consiglio sull’impugnativa dei motivi di esclusione, nonché disciplina i rimedi alternativi alla tutela giurisdizionale.

Qualità del progetto, della stazione appaltante e degli operatori

Il  nuovo sistema è incentrato sulla qualità e consentecausa principale del lievitare dei costi delle opere pubbliche.

Sono previsti tre livelli di progettazione: il nuovo progetto di fattibilità tecnica ed economica, il progetto definitivo ed il progetto esecutivo, che viene posto a base di gara.

La nuova forma di  progetto di fattibilità  rafforza la qualità tecnica ed economica del progetto. La progettazione deve assicurare il soddisfacimento dei fabbisogni della collettività, la qualità architettonica e tecnico-funzionale dell’opera, un limitato consumo del suolo, il rispetto dei vincoli idrogeologici sismici e forestali e l’efficientamento energetico. Il nuovo progetto di fattibilità sarà redatto sulla base di indagini geologiche e geognostiche, di verifiche preventive dell’assetto archeologico, fermo restando che deve individuare il miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività.  È stata prevista la progressiva introduzione

Quanto alla scelta del contraente, il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (che coniuga offerta economica e offerta tecnica), che in precedenza rappresentava solo una delle alternative a disposizione delle stazioni appaltanti, diviene il criterio di aggiudicazione preferenziale, nonché obbligatorio per i servizi sociali e di ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica e per quei servizi in cui è fondamentale l’apporto di manodopera nei settori in cui prevale l’esigenza di qualità o di tutela dei lavoratori.

È richiesta la qualificazione sia agli operatori economici, per i quali è prevista una specifica disciplina, sia alle stazioni appaltanti, secondo standard predefiniti e sistemi premianti  che consentono, progressivamente, di appaltare opere, lavori e servizi più costosi e complessi.

Misure a sostegno della legalità, rafforzamento del ruolo di ANAC

Numerose le disposizioni a sostegno della legalità, partendo dal rafforzamento e potenziamento del ruolo dell’ANAC nel quadro delle sue funzioni di vigilanza, di promozione e sostegno delle migliori pratiche e di facilitazione allo scambio di informazioni tra stazioni appaltanti. L’ANAC è chiamato ad adottare atti di indirizzo quali linee guida, bandi-tipo, contratti-tipo ed altri strumenti di regolamentazione flessibile, fornendo costante supporto nell’interpretazione e nell’applicazione del Codice. Viene favorita l’indipendenza delle commissioni giudicatrici, con la scelta dei componenti delle commissioni da un albo detenuto dall’ANAC. È prevista una specifica disciplina per i contratti secretati o che esigono particolari misure di sicurezza, per i quali viene potenziata l’attività di controllo della Corte dei conti.

Disciplinate le concessioni, superata la garanzia globale, arriva il documento di gara europeo

Per la prima volta il nuovo Codice, come richiesto dal legislatore europeo, affronta l’istituto della concessione in modo organico. Viene prevista una disciplina unitaria per le concessioni di lavori, servizi e forniture, chiarendo che le concessioni  sono contratti di durata, caratterizzati dal rischio operativo in capo al concessionario in caso di mancato ritorno economico dell’investimento effettuato. Si prevede inoltre, che i soggetti privati, titolari di concessioni di lavori o di servizi pubblici, già in essere alla data di entrata in vigore del codice, non affidate con la formula della finanza di progetto o con procedure di gara ad evidenza pubblica, siano obbligati ad affidare una quota pari all’80% dei contratti di importo superiore a 150.000 euro mediante le procedure ad evidenza pubblica. Le concessioni già in essere si adeguano entro 24 mesi dall’entrata in vigore del Codice. La verifica è effettuata dall’ANAC e dai soggetti preposti, secondo le indicazioni delle linee guida ANAC.

Il Codice prevede una nuova disciplina del sistema delle garanzie. La vecchia garanzia globale è eliminata e sostituita da due diverse garanzie, rilasciate contestualmente: la garanzia definitiva, senza possibilità di svincolo, che permane fino alla conclusione dell’opera  e la garanzia extracosti che copre il costo del nuovo affidamento in tutti i casi in cui l’affidatario viene meno e il maggior costo che viene praticato dal subentrante.

Tra le disposizioni volte a favorire la concorrenza, viene introdotto il Documento di gara unico europeo, che consentirà un’immediata apertura della concorrenza europea.

Trasparenza e dematerializzazione con le gare elettroniche , banche dati

È previsto il graduale passaggio a procedure interamente gestite in maniera digitale, con conseguente riduzione degli oneri amministrativi.

Nell’ambito delle misure di trasparenza si prevede infatti il ricorso generalizzato ai mezzi elettronici di comunicazione ed informazione, la pubblicità di tutte le fasi prodromiche e successive della gara, che si affianca alla pubblicità degli avvisi e dei bandi di gara. Misure volte alla razionalizzazione delle banche dati, ridotte a due, quella presso l’ANAC per l’esercizio dei poteri di vigilanza e controllo e quella presso il MIT sui requisiti generali di qualificazione degli operatori economici.

Norme per il Partenariato pubblico privato

Viene disciplinato nel Codice per la prima volta l’istituto del “Partenariato pubblico privato” (PPP) come disciplina generale autonoma e a sé stante , quale forma di sinergia tra poteri pubblici e privati per il finanziamento, la realizzazione o la gestione costruire  delle infrastrutture o dei servizi pubblici, affinché l’amministrazione possa disporre di maggiori  risorse e acquisire soluzioni innovative. Si prevede che i ricavi di gestione dell’operatore economico possano provenire dal canone riconosciuto dall’ente concedente, ma anche da altre forme di contropartita economica, come l’introito diretto della gestione del servizio ad utenza esterna. Nell’ambito del PPP rientrano gli “interventi di sussidiarietà orizzontale”, ossia la partecipazione della società civile alla cura di aree pubbliche o alla valorizzazione di aree e beni immobili inutilizzati mediante iniziative culturali, interventi di decoro urbano, di recupero e riuso con finalità di interesse generale. È disciplinato anche il “baratto amministrativo” per la realizzazione di opere di interesse della cittadinanza, con finalità sociali e culturali, a cura di gruppi di cittadini organizzati, senza oneri per l’ente.

Programmazione delle opere e superamento della Legge Obiettivo

Il Codice non prevede deroghe alla sua applicazione, ad eccezione dei settori esclusi esplicitamente dalla direttiva e dei casi di somma urgenza, nei quali si prevede che si possa disporre l’immediata esecuzione dei lavori entro 200.000 euro per rimuovere il pregiudizio alla pubblica incolumità.

Con l’eliminazione del ricorso a procedure straordinarie, si prevede il superamento della Legge Obiettivo riconducendo la pianificazione e la programmazione delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari allo sviluppo del Paese, agli strumenti ordinari quali il Piano generale dei trasporti e della logistica triennale e il Documento pluriennale di pianificazione (DPP), di cui al decreto legislativo n. 228 del 2011. Per la redazione del primo DPP, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti effettua, avvalendosi della struttura tecnica di missione, una ricognizione di tutti gli interventi già compresi negli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti e ne attua una revisione (project review). Per migliorare la capacità di programmazione e riprogrammazione della spesa per le infrastrutture di preminente interesse nazionale è prevista l’istituzione, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di specifici Fondi. In sede di prima assegnazione delle risorse,  sono conservati gli impegni già assunti e le assegnazioni effettuate con delibera CIPE, fatta salva la possibilità di riprogrammazione e revoca secondo le modalità e le procedure stabilite con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.

Rivisitazione del general contractor e albi per direttori lavori e collaudatori

L’istituto del contraente generale subisce una profonda rivisitazione. Per farvi ricorso la stazione appaltante dovrà fornire un’adeguata motivazione, in base a complessità, qualità, sicurezza ed economicità dell’opera. È vietato per il general contractor esercitare il ruolo di direttore dei lavori. È eliminata la possibilità di ricorrere alla procedura ristretta e a base di gara sarà posto il progetto definitivo e non più il preliminare.

Cambia anche il sistema di qualificazione che ora viene attribuito all’ANAC. Viene creato presso il MIT un apposito albo nazionale  cui devono essere obbligatoriamente iscritti  i soggetti che possono ricoprire gli incarichi di direttore dei lavori e di collaudatore negli appalti pubblici aggiudicati con la formula del contraente generale. La loro nomina nelle procedure di appalto avviene mediante pubblico sorteggio da una lista di candidati indicati alle stazioni appaltanti in numero almeno triplo per ciascun ruolo. Il MIT disciplinerà le modalità di iscrizione all’albo e di nomina. Sono escluse da incarichi di collaudo varie figure, tra cui  coloro che hanno svolto o svolgono attività di controllo, verifica, vigilanza e altri compiti relativi al contratto da collaudare.

Riduzione del contenzioso amministrativo

Al fine di garantire l’efficacia e la celerità delle procedure di aggiudicazione e tempi certi nella esecuzione dei contratti viene introdotto un rito speciale in camera di consiglio del Tar. In particolare si prevede che i vizi relativi alla composizione della commissione di gara, all’esclusione dalla gara per carenza dei requisiti soggettivi, economico-finanziari e tecnico professionali sono considerati immediatamente lesivi e sono ricorribili innanzi al TAR entro trenta giorni dalla pubblicazione della composizione della commissione o dell’elenco degli esclusi e degli ammessi. L’omessa impugnazione di tali provvedimenti preclude la facoltà di far valere l’illegittimità nei successivi atti della procedura di gara anche con ricorso incidentale.

Sono poi previsti rimedi alternativi alla tutela giurisdizionale quali l’accordo bonario, (esteso anche alle contestazioni per appalti di servizi e forniture, eliminando il ricorso alla Commissione e prevedendo la conclusione entro 45 giorni), l’arbitrato (prevedendo il solo ricorso all’arbitrato amministrato nonché l’istituzione di una Camera arbitrale che cura la formazione della tenuta dell’albo degli arbitri e dei segretari e redige il codice deontologico degli arbitri camerali), la transazione (nell’impossibilità di ricorrere ad altre soluzioni). Sono poi inseriti altri rimedi quali il collegio tecnico consultivo (con funzioni di assistenza e non vincolante, al fine di giungere, nella fase dell’esecuzione, ad una rapida definizione delle controversie) e i pareri di precontenzioso dell’ANAC (dove l’ANAC esprime parere su iniziativa della stazione appaltante o di una delle parti su questioni insorte durante la procedura di gara). Il parere è vincolante e il mancato adeguamento della stazione appaltante determina la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 euro a 25.000 euro a carico del dirigente responsabile.

1 marzo Ministro nelle 7e Commissioni

L’1 marzo prosegue in 7a Commissione Senato l’audizione del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sull’implementazione delle misure de “La buona scuola”, sull’assunzione dei docenti e sulle classi di concorso.

Il 10 ed 11 febbraio si svolge, rispettivamente nelle 7e Commissioni di Camera e Senato, l’audizione del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sull’attuazione della legge n. 107 del 2015, sull’assunzione dei docenti e sulle classi di concorso

(7a Senato, 1.3.16) Riprende l’audizione, sospesa nella seduta del 10 febbraio, nel corso della quale – ricorda il PRESIDENTE – il Ministro ha svolto la propria relazione. Rammenta altresì che in quella sede si era concordato di far pervenire dei quesiti scritti al Ministro, la quale si è resa disponibile ad intervenire nuovamente in Commissione per la propria replica. 

Prende quindi la parola il ministro Stefania GIANNINI, la quale raggruppa in otto ambiti tematici i quesiti pervenuti per iscritto; si tratta delle classi di concorso, delle procedure concorsuali, dell’alternanza scuola-lavoro, del piano straordinario di verifica della parità scolastica, dell’edilizia scolastica, dei comitati di valutazione, dello stato di attuazione delle deleghe contenute nella legge n. 107 del 2015, nonché della mobilità e dello sblocco contrattuale.

In merito al primo argomento, risponde anzitutto ad una domanda della senatrice Petraglia sulla classe di concorso A23, precisando che sono riconosciuti titoli di specializzazione abilitanti, congiuntamente a quelli previsti dalla legislazione vigente: il diploma di specializzazione biennale in didattica dell’italiano a stranieri; il master di primo e secondo livello indirizzato all’acquisizione di competenze in didattica dell’italiano L2; il possesso di certificazioni di glottologia di secondo livello. Tale previsione ha infatti salvaguardato coloro che hanno frequentato percorsi qualificati, tenuto conto che risulta inevitabile rinviare ad un successivo decreto la definizione degli ordinamenti didattici e dei criteri per l’attivazione di uno specifico corso di specializzazione.

Alla senatrice Montevecchi, che ha posto un quesito relativo alla conoscenza della lingua latina per la classe di concorso A23, risponde che per la predetta classe di concorso sono stati previsti quali titoli di accesso tutti quelli già contemplati per gli insegnamenti di discipline letterarie, trattandosi di una nuova classe di concorso che ha una comune matrice culturale con le attuali A12 e A22. Afferma dunque che la conoscenza della lingua latina ha una sua funzione sostenibile e non può essere ritenuta distonica dal percorso. In merito alla presunta incoerenza con i requisiti richiesti per l’accesso ai master, sottolinea che in questa fase sono stati inclusi i corsi specialistici prettamente dedicati all’insegnamento dell’italiano come lingua seconda.

In ordine alla riorganizzazione delle classi di concorso nel settore musicale, su cui si sono soffermate le senatrici Montevecchi e Ferrara, fa presente che è stato necessario un adeguamento alla situazione di fatto creatasi a seguito dell’attivazione dei licei musicali. Per sopperire all’assenza di specifiche classi di concorso e per garantire il funzionamento corretto dei medesimi licei, si è fatto ricorso alle utilizzazioni annuali dei docenti abilitati sulle classi di concorso A031, A032 e A077 in possesso dei prescritti titoli di insegnamento e, in via sussidiaria, ai docenti non ancora a tempo indeterminato, ma in possesso dei prescritti titoli. Precisa inoltre che il Ministero si è attenuto ai piani di studio dei licei musicali che prevedono i seguenti insegnamenti: esecuzione e interpretazione; teoria, analisi e composizione; storia della musica; laboratorio musica di insieme; tecnologie musicali. Sulla base di tali discipline sono state create le seguenti classi di concorso: A53, storia della musica; A55, strumento musicale negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado; A63, tecnologie musicali; A64, teoria, analisi e composizione.

Risponde indi al senatore Bocchino, il quale aveva chiesto se erano state recepite le condizioni espresse dalla Commissione nel parere reso sull’Atto del Governo n. 220 con riferimento alla classe di concorso A47. In proposito, puntualizza che la condizione relativa all’ampliamento degli insegnamenti attribuiti alla classe di concorso A47 è stata parzialmente accolta, estendendo i relativi insegnamenti per il primo biennio degli indirizzi tecnici e professionali. Fa presente che detta classe di concorso ha il compito di sviluppare anche altri tipi di conoscenze, connessi alla specificità di alcuni indirizzi. Il Dicastero ha invece ritenuto inopportuno accorpare la classe A26 con la classe A47 poiché sarebbe stata necessaria una modifica ordinamentale.

Alla domanda della senatrice Ferrara circa i tempi di adozione del decreto che rende ordinamentale la laurea di secondo livello dell’Alta formazione artistica e musicale (AFAM), rileva che nell’ambito delle deleghe previste dalla legge n. 107 del 2015 sarà ripensata l’attività del settore, specialmente con riferimento ai conservatori.

Quanto al secondo argomento inerente le procedure concorsuali, fornisce alcune risposte alle senatrici Blundo, Petraglia e Ferrara, precisando che l’ipotesi di un concorso per soli titoli non è prevista dalla legislazione vigente, atteso che l’articolo 400 del Testo unico sulla scuola stabilisce che il concorso per docenti sia per titoli ed esami.

In una breve interruzione, la senatrice PETRAGLIA (Misto-SEL) domanda chiarimenti circa le motivazioni politiche, e non legislative, delle scelte effettuate.

Prosegue il ministro Stefania GIANNINI, chiarendo che il concorso deve essere a tutti gli effetti selettivo, fermo restando che si tratta di una misura diversa rispetto alla stabilizzazione. Quanto ai 63.712 docenti che saranno assunti con il prossimo concorso, fa presente che detto numero deriva dalla stima dell’effettivo fabbisogno, tenuto conto delle cessazioni e delle assunzioni che sarà possibile effettuare mediante lo scorrimento delle graduatorie ad esaurimento. Tiene peraltro a precisare che la predetta legge n. 107 del 2015, al comma 109, lettera c), stabilisce l’applicazione del cosiddetto “doppio canale” fino a totale scorrimento delle graduatorie. Rispetto ai docenti di sostegno, afferma che tutti i posti vacanti e disponibili saranno coperti e si terrà conto delle cessazioni previste, salva la quota residua derivante dalle assunzioni già fatte. Comunica perciò che la stima per il prossimo triennio è di circa 90.000 docenti da assumere.

Con riferimento alle nuove classi di concorso dei licei musicali, rende noto che i posti disponibili possono essere richiesti per mobilità dai docenti di ruolo di educazione musicale della scuola secondaria di primo e di secondo grado e da quelli di strumento musicale della scuola secondaria di primo grado. Quanto al divieto di conferire supplenze a coloro che hanno già maturato 36 o più mesi di servizio, chiarisce che esso si applica solo alle supplenze su posti vacanti e disponibili, ossia alle supplenze annuali. Un’eventuale ulteriore proroga comporterebbe la violazione della sentenza della Corte di giustizia europea relativa al precariato nella scuola, nonché la riapertura della procedura di infrazione, di cui invece il Ministro rivendica la chiusura grazie anche alle misure contenute nella summenzionata legge n. 107.

In relazione ai docenti iscritti nelle graduatorie di terza fascia, informa che il Ministero sta avviando il relativo iter per indire nuovi tirocini formativi attivi (TFA), mentre per gli insegnanti presenti nelle graduatorie ad esaurimento, ribadisce che è in vigore il “doppio canale” fine a completo esaurimento delle graduatorie.

Il Ministro replica altresì alla senatrice Blundo sul ruolo del Cineca, precisando che il Dicastero non ha concluso alcuna procedura formale di affidamento di servizi di sviluppo del software per gestire il concorso, fermo restando che si procederà nel rispetto della normativa vigente. Evidenzia peraltro che il Cineca è in fase di riassetto e diventerà una struttura in house del Ministero. Fa notare altresì che il Cineca è un consorzio universitario e pertanto riceve finanziamenti dal Fondo di finanziamento ordinario delle università (FFO) e di esso fanno parte anche il Ministero e gli atenei.

Con particolare riguardo al concorso per la scuola dell’infanzia, precisa che è previsto un bando apposito per 7.237 posti a cui si sommeranno le assunzioni per scorrimento delle graduatorie, analogamente alle altre assunzioni che sono coperte con il “doppio canale”. Occorre invece distinguere a suo giudizio l’aspettativa dei docenti della scuola dell’infanzia che non sono entrati nel piano assunzionale e comunque sono stati ammessi al concorso senza prova preselettiva.

La senatrice PETRAGLIA (Misto-SEL) chiede se gli attuali 23.000 insegnanti della scuola dell’infanzia debbano sostenere tutti il concorso e se i posti citati dal Ministro si riferiscano a quelli messi a concorso. 

Il ministro Stefania GIANNINI conferma che essendosi concluso il piano assunzionale i posti citati di riferiscono alle procedure concorsuali. Quanto al concorso per dirigenti scolastici, tema sollevato dalla senatrice Ferrara, afferma l’intenzione del Ministero di bandire quanto prima le relative procedure concorsuali tenuto conto che la legge di stabilità per il 2016 ha riattribuito al Dicastero, e non più alla Scuola nazionale dell’Amministrazione, la competenza a svolgere la selezione.

Passando al tema dell’alternanza scuola-lavoro, risponde alle senatrici Petraglia e Montevecchi precisando di esser consapevole delle difficoltà sottese alla estensione di tale possibilità. Assicura comunque che sono state coinvolte numerose strutture, fermo restano che occorre un certo rodaggio. Ricorda peraltro che per quest’anno scolastico saranno coinvolti oltre 500.000 studenti delle classi terze, mentre per le classi quarte e quinte sono stati elaborati progetti specifici tramite un finanziamento dedicato. Ribadisce altresì che l’Amministrazione ha inviato a tutte le scuole secondarie di secondo grado la guida operativa per fornire istruzioni sulle modalità di percorsi di alternanza e che sarà avviato il Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro. Dopo aver dato conto dei protocolli d’intesa attivati, si augura che entro un anno vada a regime il modello di alternanza, che ha un’apertura e un orizzonte culturale assai ampi.

Il Ministro si sofferma quindi sul piano straordinario di verifica della parità scolastica, comunicando l’istituzione del gruppo operativo di dirigenti tecnici che assicurerà il coordinamento delle attività ispettive. Queste ultime dovranno accertare l’elaborazione e la pubblicazione tanto di un piano triennale dell’offerta formativa quanto del rapporto di autovalutazione, nonché il rispetto del principio di pubblicità dei bilanci e della legislazione in materia di contratti di lavoro. Dopo aver affermato che l’attività ispettiva è già iniziata, ricorda che essa si focalizzerà prioritariamente sulle istituzioni scolastiche di secondo grado caratterizzate da un numero di diplomati che si discosta significativamente dal numero degli iscritti alle classi iniziali, come previsto dalla suddetta legge n. 107. Saranno quindi disposte 532 visite ispettive che continueranno anche nel triennio e coinvolgeranno il primo ciclo e le scuole dell’infanzia. Garantisce poi che il Ministero presenterà una relazione al Parlamento sugli esiti di tale verifica. Nel precisare che tutti i provvedimenti di conferma e revoca della parità sono gestiti dagli Uffici scolastici regionali, chiarisce che non sono previsti ulteriori finanziamenti, fermo restando che la legge n. 62 del 2000 include le scuole paritarie private nel sistema nazionale di istruzione.

Sul tema dell’edilizia scolastica, risponde alle senatrici Montevecchi e Petraglia confermando la sinergia tra l’Osservatorio per l’edilizia scolastica istituito presso il Dicastero dell’istruzione e la struttura di missione operante presso la Presidenza del Consiglio, come dimostra la realizzazione dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica. Per quanto riguarda le indagini strutturali, informa che è stata espletata la selezione pubblica per l’individuazione degli enti beneficiari ed è stato predisposto un sistema informativo di monitoraggio. I relativi interventi saranno finanziati con le economie derivanti dalle risorse stanziate per altre programmazioni in materia di edilizia scolastica; afferma peraltro che si tratta di una priorità del Governo, che si farà carico di reperire eventuali risorse aggiuntive.

In materia di bonifica dall’amianto degli edifici scolastici, rammenta che ad oggi sono stati finanziati circa 220 interventi per 38 milioni complessivi. Riferisce peraltro che si sono riscontrate criticità in alcuni territori e il Ministero sta procedendo alla modifica del tracciato dei dati da riversare nella stessa Anagrafe, così che tutti gli enti locali possano censire la presenza di tali materiali. Con riferimento al programma #scuolenuove, puntualizza che la gestione attiene alla relativa struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio.

Circa i quesiti inerenti i comitati di valutazione, risponde alla senatrice Petraglia ricordando che la costituzione del comitato per la valutazione dei docenti è prevista presso ogni istituzioni scolastica. Informa quindi che fino ad oggi non state rilevate particolari resistenze nella creazione di tali organismi e che sono state fornite precise indicazioni agli Uffici scolastici regionali. Dopo aver ricordato che sul sito del Dicastero c’è un portale appositamente dedicato alla valutazione, rammenta che sono stati svolti 33 seminari a livello regionale ed è stato definito il monitoraggio dei predetti comitati, il cui termine dovrebbe essere a fine marzo. Sottolinea comunque che nei prossimi mesi saranno definiti i criteri per la valutazione, individuate le migliori esperienze e stabilite le modalità per l’utilizzo del Fondo per il merito.

Sul tema dell’attuazione delle deleghe previste dalla legge n. 107, dopo aver precisato che sono in corso tavoli tecnici, comunica che sul segmento “0-6 anni” è stata necessaria una preliminare ricognizione delle norme e delle problematiche esistenti, anche nell’ottica di un coordinamento con gli enti locali. Al riguardo, riferisce di un tavolo di lavoro riunitosi nell’ottobre scorso con tutti i soggetti a vario titolo interessati. I punti da approfondire sono: per i nidi d’infanzia, l’individuazione dei livelli essenziali dei servizi; per le scuole dell’infanzia, la generalizzazione del servizio, anche valutando l’ampliamento orario; per le sezioni primavera, la stabilizzazione del servizio e la sua eventuale implementazione, atteso che è ancora in fase sperimentale; la qualificazione universitaria degli educatori, attraverso l’individuazione di un percorso di laurea apposito; la definizione di requisiti per la costituzione dei poli dell’infanzia. Nel precisare che per tali scopi occorrono specifiche risorse, rende noti i profili di attuazione della delega sull’inclusione scolastica, quali la ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno, l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, la revisione delle modalità e dei criteri di certificazione (anche alla luce dell’anomalo incremento registrato negli ultimi anni), la razionalizzazione degli organismi territoriali per il supporto all’inclusione, nonché la previsione dell’obbligo di formazione iniziale e in servizio per i dirigenti scolastici, per i docenti e per il personale amministrativo tecnico e ausiliario (ATA).

Avviandosi alla conclusione, risponde alle domande relative alla mobilità, avanzate dalle senatrici Ferrara e Petraglia, sottolineando che per l’anno scolastico 2016-2017 essa sarà caratterizzata da due novità, in quanto avverrà tra ambiti territoriali, e non più solo tra scuole, e sarà prevista una fase straordinaria su tutti i posti disponibili, aperta a tutto il personale già di ruolo, incluse le assunzioni di quest’anno. L’accordo sottoscritto a febbraio con i sindacati prevede che gli assunti entro l’anno scolastico 2014-2015 potranno fare domanda fra scuole, nella provincia di titolarità, altrimenti tra ambiti; gli assunti nelle fasi “Zero” e “A” del piano di assunzioni avranno una sede definitiva nella provincia in cui hanno preso servizio ma possono fare domanda di mobilità territoriale verso ambiti territoriali delle altre province; gli assunti nelle fasi “B” e “C” provenienti dal concorso ottengono un ambito tra quelli della provincia in cui sono stati assunti ma possono fare domanda di mobilità verso ambiti territoriali di altre province; infine, gli assunti nelle fasi “B” e “C” delle graduatorie ad esaurimento partecipaono alla mobilità tra tutti gli ambiti a livello nazionale.

In ultima analisi, sul tema dello sblocco contrattuale, replica precisando che la competenza non è del Dicastero ma del Dipartimento della funzione pubblica e dunque bisognerà attendere ulteirori passaggi relativi alle effettive esigenze e alle risorse disponibili.

Il PRESIDENTE ringrazia il Ministro per l’approfondimento dedicato a tutti i quesiti sottoposti e dichiara concluso lo svolgimento dell’audizione all’ordine del giorno.

(7a Senato, 10.2.16) Il PRESIDENTE introduce l’audizione del Ministro, ricordando che i temi trattati riguardano l’attuazione della legge n. 107 del 2015, con particolare riferimento alle assunzioni e alla modifica delle classi di concorso. Gli ulteriori argomenti, quali la l’università, la ricerca e l’AFAM, su cui la Commissione aveva chiesto a suo tempo un confronto con il Ministro, sono stati rinviati ad un’altra seduta.
Ha quindi la parola il ministro Stefania GIANNINI, la quale conferma in premessa la disponibilità a intervenire nuovamente sugli altri argomenti segnalati dalla Commissione. Con riferimento all’attuazione della legge n. 107, fa presente che si soffermerà su tre aspetti: il piano straordinario di assunzioni, lo stato di avanzamento degli atti propedeutici alle prossime procedure concorsuali nonché le ulteriori fasi attuative previste dalla legge.
In merito al primo aspetto, afferma che il piano straordinario ha garantito la copertura di tutti i posti vacanti e disponibili dell’organico di diritto, a cui si è aggiunto l’organico di potenziamento. Nel segnalare che le operazioni di nomina si sono concluse nei tempi previsti, riferisce che circa il 96,8 per cento dei docenti ha accettato la nomina in ruolo nella cosiddetta “fase B”, e che tale percentuale raggiunge il 97,3 per cento nella cosiddetta “fase C”. Pertanto, ad eccezione della scuola dell’infanzia per cui non è previsto il potenziamento, tutti i docenti hanno ricevuto una proposta di nomina in ruolo, per un totale di circa 86.076 proposte accettate. Nel mettere a disposizione della Commissione un prospetto analitico riguardante le assunzioni dei docenti e la relativa distribuzione sul territorio, rileva che a conclusione del piano straordinario la consistenza delle graduatorie ad esaurimento si è ridotta di due terzi, determinando quindi una positiva contrazione del precariato.
La seconda fase del reclutamento, prosegue il Ministro, prevede il concorso pubblico nazionale su base regionale che tiene conto del fabbisogno delle scuole rispetto al piano dell’offerta formativa triennale. Dopo aver precisato che, in via transitoria, si applicheranno le norme del Testo unico sulla scuola inerenti le assunzioni attraverso il cosiddetto “doppio canale”, pone l’accento sulla novità costituita dai concorsi anche per i posti di sostegno, che garantiranno una formazione specialistica dei docenti.
Ricordando che le graduatorie avranno una durata di tre anni, dà poi conto degli atti propedeutici alla pubblicazione dei bandi di concorso tra cui cita il regolamento sulle classi di concorso, di cui è imminente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. In proposito, ricorda che le precedenti 168 classi di concorso sono state ridotte a 112 e sono stati revisionati i relativi criteri. Dopo aver portato alla luce alcuni esempi di classi di concorso revisionate per quanto attiene fra l’altro le materie letterarie e la musica, comunica che il Dicastero ha accolto sul tema anche le osservazioni del Consiglio superiore della pubblica istruzione, reso finalmente operativo a dicembre scorso.
Informa quindi che sono previsti tre bandi, rispettivamente per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, per la secondaria di primo e secondo grado e per il sostegno, in modo da coprire tutti i restanti posti vacanti e disponibili in un’ottica di qualità. I criteri della selezione saranno basati tanto sul doppio canale, quanto sulla stima dell’effettivo fabbisogno di docenti nel prossimo triennio nonché sulla quantificazione dei posti di sostegno a seguito dei pensionamenti e delle assunzioni già realizzate. Riepiloga dunque il numero di insegnanti che saranno assunti nel triennio a seguito del piano straordinario e delle procedure concorsuali, pari a più di 90.000 unità. Dopo aver richiamato il concorso riservato ai docenti abilitati, dettaglia i punteggi attribuiti a ciascuna delle tre prove previste, sottolineando che sarà anche svolta una prova didattica.
In relazione agli altri step attuativi della legge n. 107, rende noto che è stata distribuita la carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti di ruolo e sono stati raddoppiati i fondi per il funzionamento delle scuole, passati da circa 110 milioni di euro del 2012 a 235 milioni di euro nel 2016. Quanto all’alternanza scuola-lavoro, fa presente che sono destinati 100 milioni di euro strutturali dal 2016 e sono stati stabiliti nuovi criteri per l’assegnazione diretta agli istituti, basati tanto sulla consistenza numerica degli alunni quanto sulla tipologia di attività. Dopo aver fornito dettagli sulla distribuzione dei fondi per il 2015, rivendica positivamente l’aumento di risorse per tale capitolo di bilancio, cui si aggiungono circa 19 milioni di euro per la legge n. 440 del 1997.
Nell’evidenziare gli ulteriori finanziamenti a valere sul Piano operativo nazionale (PON) di competenza, comunica che è stata distribuita nelle scuole secondarie di secondo grado una guida operativa sulle modalità di costruzione dei percorsi di alternanza, che tiene conto delle esperienze regionali e della necessità di integrare scuola e aziende. E’ peraltro previsto un registro nazionale per censire le imprese che dichiarano la propria disponibilità ad accogliere gli studenti. Cita inoltre i protocolli di intesa sottoscritti dal Dicastero con altre Amministrazioni, tra cui in particolare il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo proprio per la formazione dei docenti.
In merito agli istituti tecnici superiori, informa che è stato concluso il relativo accordo in Conferenza unificata per il riparto della quota premiale, non inferiore al 30 per cento. Pone altresì l’accento sul piano straordinario di verifica della permanenza dei requisiti per il riconoscimento della parità scolastica, cui si affiancherà l’anagrafe dei docenti in servizio presso le scuole paritarie.
Soffermandosi indi sul piano nazionale per la scuola digitale, dà conto di un accordo siglato con il Ministero dello sviluppo economico per inserire le scuole nel piano nazionale per la banda ultra larga, finalizzato a garantire la connettività di tutti gli istituti entro il 2020. In tale azione sono peraltro ricompresi anche fondi strutturali europei al fine di assicurare la realizzazione di ambienti digitali. Detti stanziamenti, prosegue il Ministro, si aggiungono ai 45 milioni di euro che la legge n. 107 prevede per i laboratori territoriali. Reputa inoltre che la formazione digitale degli studenti presupponga una classe docente altrettanto formata, anche per evitare i rischi connessi all’uso della rete. Sarà pertanto incentivata anche la parte della formazione inerente il digitale con l’individuazione di referenti in tutte le scuole.
Ad un quesito posto dal senatore LIUZZI (CoR), il ministro Stefania GIANNINI risponde che tali soggetti sono docenti facenti parte dell’organico. Con particolare riferimento all’edilizia scolastica, rileva che sono stati ripartiti tra le Regioni i 300 milioni di euro per le scuole innovative e comunica che il 22 novembre 2016 sarà celebrata la giornata sulla sicurezza nelle scuole.
Dopo aver rammentato che per gli anni 2014-2015 sono state assegnate risorse alla protezione civile per l’adeguamento antisismico delle scuole, riferisce che è stato avviato il piano della Banca europea per gli investimenti (BEI) per la stipula di mutui finalizzati alla ristrutturazione e alla realizzazione di nuovi edifici, per un totale di 905 milioni di euro, a cui la BEI ha aggiunto ulteriori 200 milioni di euro. Dà indi conto dei finanziamenti per le indagini strutturali sugli edifici scolastici e del monitoraggio in corso, soffermandosi inoltre sulle azioni intraprese a favore degli studenti, tra cui il pieno funzionamento della Carta “Io studio”.
Conclude ribadendo l’importanza nel piano nazionale di formazione anche per l’innovazione didattica, le competenze linguistiche e le competenze di base.