Determinato il FUN 2015-2016

Determinato il FUN 2015-2016 – Informazione fornita nell’incontro di oggi.

Si è tenuto oggi al MIUR il previsto incontro di informativa relativo al FUN 2015-16. L’Amministrazione ha comunicato il Fondo certificato dall’UCB che ammonta a 163.578.766 euro, come già dichiarato nel comunicato del ministero dello scorso 8 marzo riportato sul nostro sito.

Il calcolo del MIUR parte da una base di 173 milioni ridotti a 117 in ragione delle decurtazioni imposte dal DL 78/2010 (più di 55 milioni). A questi 117 milioni l’Amministrazione ha sottratto 7 milioni per il 2011-12 e 7.5 milioni per il 2012-13. Si aggiungono poi al Fondo i circa 60 milioni derivanti dagli incrementi previsti dalla Legge 107/2015 (25 milioni l.d a regime e 34 milioni circa una tantum). L’ammontare complessivo del FUN per il 2015-16 arriva perciò a 163 milioni circa (tabelle 1 e 3) .

L’Amministrazione si è impegnata a trasmettere tempestivamente agli Uffici Scolastici la ripartizione regionale (tabella 3) insieme all’indicazione di avviare rapidamente la contrattazione affinché i dirigenti possano percepire al più presto le nuove retribuzioni di posizione e risultato incrementate dai 60 milioni previsti dalla legge 107/2015.

Dovrebbe così essersi risolta, anche per le regioni in sofferenza, l’eventuale situazione debitoria. Ai dirigenti saranno corrisposti gli arretrati e a nessuno sarà richiesta una restituzione (tabella 4).

ANP ha nuovamente espresso la propria contrarietà al cedimento dell’Amministrazione di fronte alle richieste del MEF relativamente ai 14,5 milioni (i 7 del 2011-12 più i 7.5 del 2012-13). link

Si coglie l’occasione per ricordare che, avverso la decurtazione per il 2012-13, è incardinata al TAR del Lazio una causa contro l’Amministrazione. In merito ai 7 milioni sottratti al Fun 2015-16 (tabella 2) per ripianare un presunto disavanzo del 2011-12 stiamo valutando le azioni più idonee.

Di seguito le tabelle:

Tab.1

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Tab.2 – Fondo ripartito secondo il calcolo ai sensi del D.L. 78/2010

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Tab.3 – Riparto Fondo utilizzabile secondo il D.L. 78/2010 modificato dalla L.147/2013

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Tab.4 – Avanzo e disavanzo anni precedenti

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Disabilità, casa “di transizione” per sperimentare la vita indipendente

da Redattore sociale

Disabilità, casa “di transizione” per sperimentare la vita indipendente

“Le Palme” è l’appartamento protetto con 2 posti letto realizzato da Aias Bologna per consentire alle persone disabili di iniziare un percorso di emancipazione dalla famiglia. Gli ospiti possono essere accolti per un weekend o per periodi più lunghi, fino a 24 mesi. L’inaugurazione il 9 aprile alle 11

BOLOGNA – Un nuovo spazio abitativo protetto in cui le persone con disabilità possono mettere alla prova la propria capacità abitativa. È “Le Palme – area sperimentale di transizione”, il ‘piccolo-grande progetto’ di Aias Bologna per dare applicazione al diritto delle persone disabili ad avere una vita indipendente, così come stabilito dall’articolo 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.

“Vita indipendente non significa che le persone con disabilità desiderano fare tutto da sole e che non hanno bisogno di nessuno o che amino vivere in isolamento – dicono da Aias –. Vita indipendente significa vivere come, dove e con chi si vuole, frequentare le stesse scuole del quartiere, usare gli stessi autobus che usano i vicini di casa, fare lavori che sono in linea con la formazione acquisita e con i propri interessi. Le persone disabili vogliono essere protagoniste della propria vita”. L’inaugurazione dell’appartamento protetto è in programma oggi 9 aprile con il presidente di Aias, Gianluca Pizzi, l’onorevole Donata Lenzi, e il sindaco di Bologna, Virginio Merola.
cucina

Lo spazio abitativo – che si trova vicino al centro residenziale Selleri Battaglia (via di Saliceto, 75), nel quartiere Navile – ha 2 posti per accogliere in modo temporaneo persone con disabilità, che potranno iniziare un percorso di emancipazione dalla loro famiglia o dalla struttura residenziale. L’appartamento ha 2 camere con letti motorizzati, armadi ad ante scorrevoli, bagni accessibili attrezzati con lavasciugatrice. Il soggiorno è in comune per favorire la socializzazione (ed è arredato con la linea accessibile di Scavolini). All’esterno c’è un giardino recintato, anch’esso accessibile, con parcheggio. Le persone disabili possono essere accolte a “Le Palme” per un weekend o per periodi più lunghi, fino a un massimo di 24 mesi. Obiettivo di Aias è offrire un’esperienza abitativa che garantisca requisiti di dignità e riservatezza a persone disabili parzialmente autosufficienti, con capacità residue, interesse e desiderio di realizzare il proprio progetto esistenziale e residenziale in autonomia.

Al via “Run for Parkinson’s”, 27 le città italiane coinvolte

da Superabile

Al via “Run for Parkinson’s”, 27 le città italiane coinvolte

Le iniziative proseguiranno per tutto il mese di aprile (nel quale ricorre la Giornata mondiale dedicata al Parkinson) e di maggio. Tappe anche a Roma e a Milano il 17 aprile. Migliaia i partecipanti tra pazienti, amici, parenti

ROMA – Ventisette città coinvolte nel corso dei mesi di aprile (mese nel quale ricorre la Giornata Mondiale dedicata al Parkinson) e maggio, tra le quali Roma e Milano il 17 aprile, che coinvolgeranno migliaia di partecipanti, tra pazienti, amici, parenti e in generale chiunque voglia portare la sua testimonianza percorrendo un tratto del percorso. 10 nazioni partecipanti nel mondo, 50.000 iscritti e 380.000 km percorsi nell’ultima edizione italiana. (Per l’elenco completo delle citta’ coinvolte clicca Hyperlink “http://run4parkinson.org/it/dove-it.html”). Si tratta del piu’ grande evento al mondo ed in Italia dedicato alla malattia, promosso nel nostro Paese dall’associazione Italia Run for Parkinson’s in collaborazione con decine di associazioni operanti sui territori ed il supporto incondizionato di AbbVie.

Per l’Italia la testimonial di quest’anno e’ Rosaria Renna, conduttrice televisiva e radiofonica di Rds. La vita del malato di Parkinson e quella della sua famiglia si trasformano in una maratona piena di ostacoli ma questa maratona puo’ risultare meno gravosa con l’aiuto di altre persone o istituzioni. Da questa metafora nacque l’idea della corsa “a beneficio dei parkinsoniani e delle loro famiglie”.

Cosi’ in un comunicato l’Ufficio stampa di Run for Parkinson’s.
Run for Parkinson’s nasce in Spagna nel 2010, da un’intuizione di un gruppo di malati di Parkinson. Nel 2011 la manifestazione giunge per la prima volta anche in Italia, grazie ad A.I.G.P., dando vita a due grandi eventi che si tennero a Milano e Venezia. I numeri della manifestazione sono andati crescendo nel corso degli anni, una corsa inarrestabile, che riunisce sempre piu’ partecipanti a testimonianza del fatto che il Parkinson non si ferma ma anche che le persone non sono disposte a interrompere la loro marcia verso sfide sempre nuove. “Corriamo perche’ questa malattia corre e vorrebbe farci smettere di correre. Questo evento e’ quindi la testimonianza innanzitutto della nostra forza di volonta’, nei confronti di una malattia che non puo’ e non deve impedirci di vivere una vita piena, attiva e felice. Il secondo obiettivo e’ quello di mantenere forte l’attenzione sulla malattia: e’ vero che oggi la ricerca ha gia’ fatto molto per tenere sotto controllo il Parkinson, ma ancora molto si deve fare per individuare una vera e propria cura definitiva per sconfiggerne la progressione o la comparsa. La ricerca corre ma il parkinson corre di piu’: in Italia sono 250.000 le persone che hanno sviluppato la malattia; di questi 1 su 4 ha meno di 50 anni. Secondo i dati recentemente diffusi dall’Epda – European Parkinson’s Disease Association per il 2030 si stima un raddoppiamento delle cifre. E l’eta’ di insorgenza della patologia si va via via abbassando, tanto che oggi si conta almeno un 10% dei parkinsoniani con meno di 40 anni”, ha dichiarato Claudia Milani, Presidente di Italia Run4Parkinson’s.

12 maggio sciopero generale della scuola

Il 12 maggio sciopero generale della scuola contro la legge 107, i quiz Invalsi e in difesa dei precari, con manifestazioni nelle principali città. Il 4 e 5 maggio sciopero dei docenti (in Sardegna anche degli Ata) della primaria per boicottare i quiz
E’ partita la raccolta firme per i Referendum sociali contro la legge 107 e la cattiva scuola di Renzi, contro gli inceneritori e le trivelle, per i Beni comuni
Gli effetti nefasti della legge 107 sono oramai evidenti. La volontà sfacciata di edificare una scuola gerarchizzata sul modello renziano di società (“un uomo solo al comando di strutture aziendali a caccia di profitti economici”), guidata da presidi-padroni e con docenti ridotti a “tuttofare”  minacciati di licenziamento, riduzioni salariali, trasferimenti, sta creando il caos in strutture già prostrate da più di due decenni di tagli al personale e ai finanziamenti. La creazione di conflitti tra i lavoratori/trici in nome della premialità di un presunto “merito” – finalizzata alla creazione di una “corte” di docenti al servizio del preside – sta distruggendo la collegialità e il lavoro unitario, cancellando la libertà didattica, unica garanzia per gli studenti e le famiglie di pluralismo e ricchezza culturale. E, mentre prosegue la resistenza all’applicazione della 107, appare sempre più chiaro il ruolo cruciale che in essa ricoprono i quiz Invalsi. Per la “valutazione” di docenti, studenti e scuole e per i finanziamenti, l’apparato ministeriale intende imporre l’unico elemento che ritiene dotato di una parvenza di “oggettività statistica”: e cioè i risultati degli assurdi indovinelli invalsiani. Il 4 e 5 maggio (elementari) e il 12 maggio (superiori) si rinnoverà il rito insensato dei quiz, contro il quale avrà ancora più rilievo degli anni scorsi l’opposizione frontale dei lavoratori/trici della scuola, degli studenti e dei genitori che intendono difendere la qualità e i valori della scuola pubblica. Già lo scorso maggio gli insulsi indovinelli vennero sbeffeggiati e annullati in tantissime scuole dallo sciopero indetto dai COBAS e dal boicottaggio di studenti e genitori.
Dunque, tenendo conto anche dell’emarginazione/espulsione di una marea di precari, dell’indegno trattamento riservato agli ATA e ai neo-assunti nell’“organico funzionale” (eufemismo che copre la “supplentite”), e del perdurare del blocco contrattuale (da 7 anni) che ulteriormente impoverito docenti ed ATA, abbiamo  convocato per il 12 maggio lo sciopero generale di tutte le scuole, con manifestazioni nelle principali città; nonché lo sciopero del personale docente (in Sardegna anche degli ATA) della scuola primaria il 4 e il 5 maggio per il boicottaggio dei quiz. Ogni insegnante sceglierà il giorno in cui lo sciopero sarà più efficace per il boicottaggio. Lo sciopero del 12 maggio è convocato anche dalla Gilda e dall’Unicobas.
Oltre ad esigere la cancellazione dei quiz Invalsi e del loro uso per “valutare” docenti, studenti e scuole, scioperiamo contro la 107 e in particolare contro il premio di “merito”, la chiamata diretta da parte del preside per incarichi solo triennali (negli ambiti territoriali), l’obbligo di alternanza scuola-lavoro di 200 ore nei licei e di 400 nei tecnico-professionali, l’accordo sulla Mobilità, che colpisce in particolare gli insegnanti della “fase C”. Nel contempo chiediamo un significativo aumento salariale contrattuale per docenti ed ATA, recuperando almeno quanto perso negli ultimi anni, l’assunzione di tutti i precari/e abilitati o con 360 giorni di insegnamento, l’aumento del numero dei collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e assistenti tecnici, lo sblocco immediato delle immissioni in ruolo per tutti i profili ATA.
Intanto è iniziata la campagna dei Referendum sociali, per eliminare i punti più intollerabili della legge 107, gli inceneritori e le trivelle petrolifere, nonché per una Petizione popolare in difesa dell’acqua pubblica. Le giornate di preparazione e di effettuazione dello sciopero dovranno anche dare un grande impulso alla raccolta firme dei Referendum, strumento rilevante per battere la cattiva scuola di Renzi e per smantellare installazioni inquinanti e pericolose.

Piero Bernocchi
portavoce nazionale COBAS

Licei Coreutici: contestato il D.P.R. n. 19/2016

Licei Coreutici: l’ANIEF contesta il D.P.R. n. 19/2016

 

Il D.P.R. n. 19/2016 istituisce nuove classi di concorso specifiche per i Liceo Coreutici, ma pone parametri illegittimi riguardo ai titoli di accesso e/o agli insegnamenti attivati. Pronti i ricorsi al TAR del Lazio per contestare il mancato riconoscimento del Diploma di Accademia di Danza quale titolo di per sé abilitante per l’accesso alle nuove Classi di Concorso A-57 e A-58 e per contestare l’assurda previsione che la Classe di Concorso A-59 sia attivata solo per gli insegnamenti di laboratorio e non anche nelle materie performanti dei Licei Coreutici.

 

Che l’approvazione delle nuove classi di concorso fosse stato un parto molto difficile per il MIUR è ormai cosa nota, ma nel caso del Liceo Coreutico il Ministero ha dato il meglio di sé. Sono più di settanta anni, dall’istituzionalizzazione dell’Accademia Nazionale di Danza con il D.lgs 1236/1948, che le lezioni di tecnica della danza sono necessariamente svolte con l’ausilio indispensabile di un pianista accompagnatore in compresenza. Tale figura, ora, è prevista solo per le discipline di laboratorio Coreutico e coreografico che altro non sono che una estensione delle materie principali della Tecnica della Danza in cui, paradossalmente, però, sparisce la figura del pianista accompagnatore.

 

Per le nuove Classi di Concorso A-57 e A-58, poi, il D.P.R. non prevede quale titolo di per sé abilitante, proprio il Diploma di Accademia di Danza ritenendolo utile solo ai fini dell’accesso al TFA. All’interno degli insegnamenti curricolari dell’Accademia, però, i diplomati hanno già seguito un piano di studi utile ai fini proprio dell’abilitazione alla professione docente e da anni lavorano in qualità di docenti proprio per le medesime classi di concorso per cui ora il D.P.R. chiede oro di conseguire l’abilitazione.

 

L’ANIEF ritiene che la formulazione del decreto che istituisce queste nuove classi di concorso danneggia in primo luogo gli studenti del Liceo Coreutico che, diversamente dai precedenti anni, saranno costretti a svolgere le lezioni senza il pianista accompagnatore (nuova CdC A-59), comportando un notevole calo della qualità e danneggia i docenti in possesso del Diploma di Accademia di Danza che già da anni stanno prestando servizio da precari proprio nei licei coreutici in quelli che sono, ora, i nuovi insegnamenti delle Classi A-57 e A-58.

 

Il sindacato ANIEF non può restare inerme difronte a questa ennesima ingiustizia e, quindi, proporrà un ricorso al Tribunale Amministrativo proprio per contestare tali previsioni.

 

PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE: SCIOPERO IL 12 MAGGIO

LA FGU PROCLAMA LO STATO DI AGITAZIONE: SCIOPERO IL 12 MAGGIO

La Federazione Gilda-Unams ha proclamato formalmente lo stato di agitazione e, nel caso fallisca il tentativo di conciliazione obbligatorio per legge, è pronta a indire lo sciopero generale per il prossimo 12 maggio.

“Le trattative per il rinnovo del contratto non sono ancora state aperte – rileva il sindacato – e non sono state neanche stanziate le risorse per recuperare quanto meno il potere di acquisto perso dai lavoratori a causa del blocco del contratto. La situazione è diventata ormai insostenibile e riteniamo che lo sciopero sia necessario in questo difficile momento”.

“Al Governo – prosegue la Fgu – chiediamo la modifica della legge 107/2015, con l’abrogazione dell’assunzione diretta, degli ambiti territoriali e dei poteri premiali assegnati al dirigente scolastico, e la restituzione dello scatto di anzianità relativo al 2013 che i docenti devono ancora percepire. Inoltre rivendichiamo le assunzioni del personale Ata non effettuate durante quest’anno scolastico”.

“Ci auguriamo – conclude la Federazione Gilda-Unams – che anche gli altri sindacati si schierino a favore di una concreta azione di lotta. In tal caso, saremmo disponibili anche a scioperare in un’altra data da concordare insieme”.

Banana Biblioteche: dalla Svizzera, un nuovo software per gestione biblioteche

Banana Biblioteche: dalla Svizzera, un nuovo software per gestione biblioteche

Per la gestione di biblioteche scolastiche, aziendali, di uffici legali, o di raccolte private.

Produttore: Banana.ch SA – Via Trevano 7a – 6900 Lugano (Svizzera)
www.banana.ch – info@banana.ch

Banana.ch è da oltre 25 anni il produttore del software contabile per piccole ditte ed associazioni più venduto in Svizzera ed in continua espansione anche a livello mondiale: Banana Contabilità. Il suo successo è dovuto, oltre alla simpatia del nome, principalmente alla volontà di mantenere un prezzo basso e di offrire un programma dall’approccio molto semplice e intuitivo.
Da poco la ditta Banana.ch SA ha elaborato un’applicazione specifica per biblioteche, utilizzabile sempre all’interno del software Banana Contabilità.
Banana Biblioteche riprende i dati dei libri direttamente da Internet (inserendo il codice ISBN si riprendono le informazioni da Google) o da Excel con il semplice Copia/Incolla.
Ci sono poi tutta una serie di funzioni pratiche che rendono la gestione dei prestiti e la catalogazione dei libri davvero facile, anche per volontari o persone senza una formazione specifica.
Ecco dove trovare maggiori informazioni: https://doc8.banana.ch/it/node/8109

Banana Biblioteche

Il 4 maggio iniziano le prove Invalsi. L’Usb: sciopero di mansione

da Il Sole 24 Ore

Il 4 maggio iniziano le prove Invalsi. L’Usb: sciopero di mansione

di Cl. T.

Il 4 maggio inizieranno le prove Invalsi con italiano alla primaria; e già i sindacati annunciano boicottaggi. Il primo a proclamare lo «sciopero di mansione», con gli insegnanti che si rifiuteranno di somministrare i test Invalsi il 4-5 maggio nelle scuole primarie e il 12 maggio nelle scuole superiori, è stato ieri l’Usb: «Non si tratta di test del tutto oggettivi – sottolinea Antonio Ferrucci, dell’Usb P.I. Scuola -. Ma non vi è alcuna prova che abbiano prodotto miglioramenti nella qualità dell’insegnamento o nell’innalzamento dei livelli di apprendimento».

La critica ai test
Per l’Usb, la somministrazione delle prove, inoltre, interrompe le ore di lezione, violando il diritto allo studio di tutti gli studenti, anche di quelli in difficoltà e con disabilità i cui risultati vengono elaborati dall’Invalsi a parte.

In passato sempre prove regolari
In realtà, ogni anno alcune sigle sindacali tentano il “boicottaggio” delle prove Invalsi in italiano e matematica. Ma sempre con scarsissimo successo. Lo scorso anno, per esempio, quando le critiche furono molto forti anche per via del Ddl di riforma della scuola in discussione in parlamento alla fine alla scuola primaria il tasso di partecipazione negli istituti campioni fu dell’87%; e alle medie di circa l’80%.

Concorsone scuola, il Tar boccia i primi ricorsi: il Ministero “respira”

da la Repubblica

Concorsone scuola, il Tar boccia i primi ricorsi: il Ministero “respira”

Il Tribunale di Roma ha confermato i presupposti di “chiarezza” del bando mettendo di fatto a rischio la possibilità di accettare le altre migliaia di ricorsi simili presentati. Ma apre ai docenti già di ruolo

Salvo Intravaia

Rimarranno a casa, con tutta probabilità, i 60/70mila diplomati che si sono rivolti al giudice amministrativo per essere ammessi alla prova scritta del concorsone a cattedre 2016 senza abilitazione. Dopo il primo ammesso con ordinanza del giudice monocratico alcuni giorni fa, i primi ricorsi cautelari su cui il Tar del Lazio si è pronunciato venerdì scorso e ieri confermano quanto contenuto nel bando di concorso: possono partecipare e contendersi uno dei 63.712 posti messi in palio dal Miur soltanto coloro che hanno già un’abilitazione all’insegnamento. Ma a sorpresa, spiega l’Anief, lo stesso Tar oggi ammette al concorso i docenti già di ruolo, anche questi come i semplici laureati esclusi dal concorso. E per questo aspetto rinvia alla Corte costituzionale la legge 107.

E il ministero dell’Istruzione per un verso tira un sospiro di sollievo, perché la valanga di ricorsi presentati entro lo scorso 30 marzo, concretizzatisi in altrettante domande cartacee per l’ammissione alla selezione, sono soprattutto di soggetti senza abilitazione all’insegnamento. E la possibilità che venissero ammessi migliaia di non abilitati preoccupava non poco dirigenti e funzionari di viale Trastevere e degli uffici scolastici regionali alle prese con l’organizzazione delle prime prove scritte computer-based. Lo stesso ministro dell’istruzione Stefania Giannini aveva invitato i sindacati a non incoraggiare i ricorsi. Mentre la responsabile Scuola del Partito democratico, Francesca Puglisi, alla vigilia del pronunciamento dei giudici mostrata sicurezza: “il bando è chiaro”, aveva detto.

Ma non su tutti gli aspetti, visto che i dubbi di costituzionalità sulla Buona scuola sollevati dai togati di via Flaminia agiteranno i sogni soprattutto del premier. A chiedere di partecipare al concorso, che dal 28 aprile – con gli scritti per Storia dell’Arte – al 31 maggio 165mila abilitati che hanno presentato domanda online. Ma anche un certo numero di docenti di ruolo che sperano di cambiare insegnamento o avvicinarsi a casa, e diverse decine di migliaia di semplici diplomati che in alcuni casi sono in servizio come supplenti. Venerdì scorso, il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di un gruppo di diplomati magistrali con specializzazione linguistica che chiedevano di partecipare al concorso di scuola primaria. Ieri, il tribunale amministrativo della Capitale ha invece respinto la richiesta di partecipazione di alcuni “semplici” laureati senza abilitazione.

A questo punto è molto probabile che anche i pronunciamenti di merito – fissati per i prossimi giorni – sulle ordinanze del giudice monocratico possano seguire la stessa sorte. O che i candidati, anche ammessi allo scritto, possano essere estromessi successivamente. Perché il bando e la legge 107 (la Buona scuola), oltre a precisare che la partecipazione al concorso è riservata ai soli docenti abilitati spiega anche i diplomi – nel caso della scuola dell’infanzia e primaria – che non costituiscono titolo di accesso. E in attesa la macchina del concorso si avvii, salgono a 11 le regioni italiane costrette a riaprire i termini per le candidature a commissario, presidente e segretario di commissione. Per un compenso forfettario di 200 euro lordi più 50 centesimi aggiuntivi per ogni compito da correggere in pochi si sentono pronti ad affrontare una lunga estate di impegno con il rischio di essere chiamati dai giudici a rispondere del proprio operato.

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Rimarranno a casa, con tutta probabilità, i 60/70mila diplomati che si sono rivolti al giudice amministrativo per essere ammessi alla prova scritta del concorsone a cattedre 2016. Dopo il primo ammesso con ordinanza del giudice monocratico alcuni giorni fa, i primi ricorsi cautelari su cui il Tar del Lazio si è pronunciato venerdì scorso e ieri confermano quanto contenuto nel bando di concorso: possono partecipare e contendersi uno dei 63.712 posti messi in palio dal Miur soltanto coloro che hanno già un’abilitazione all’insegnamento. E il ministero dell’Istruzione tira un sospiro di sollievo. Perché la valanga di ricorsi presentati entro lo scorso 30 marzo, concretizzatisi in altrettante domande cartacee per l’ammissione alla selezione, preoccupava non poco dirigenti e funzionari di viale Trastevere e degli uffici scolastici regionali alle prese con l’organizzazione delle prime prove scritte computer-based.

Lo stesso ministro dell’istruzione Stefania Giannini aveva invitato i sindacati a non incoraggiare i ricorsi. Mentre la responsabile Scuola del Partito democratico, Francesca Puglisi, si era mostrata tranquilla sugli esiti dei ricorsi: “Il bando è chiaro”, aveva detto. E pare che i togati di via Flaminia siano sulla stessa lunghezza d’onda. A chiedere di partecipare al concorso, che dal 28 aprile al 31 maggio vedrà i 165milaabilitati che hanno presentato domanda online, anche migliaia di semplici diplomati che in alcuni casi sono in servizio come supplenti. Venerdì scorso, il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di un gruppo di diplomati magistrali con specializzazione linguistica che chiedevano di partecipare al concorso di scuola primaria. Ieri, il tribunale amministrativo della Capitale ha invece respinto la richiesta di partecipazione di alcuni “semplici” laureati senza abilitazione.

A questo punto è molto probabile che anche i pronunciamenti di merito – fissate per i prossimi giorni – sulle ordinanze del giudice monocratico possano seguire la stessa sorte. O che i candidati, anche ammessi allo scritto, possano essere estromessi successivamente. Perché il bando e la legge 107 (la Buona scuola), oltre a precisare che la partecipazione al concorso è riservata ai soli docenti abilitati spiega anche i diplomi – nel caso della scuola dell’infanzia e primaria – che non costituiscono titolo di accesso. E in attesa che questa sera venga pubblicato in Gazzetta il calendario delle prove scritte, salgono a nove le regioni italiane costrette a riaprire i termini per le candidature a commissario, presidente e segretario di commissione. Per un compenso forfettario di 200 euro lordi più 50 centesimi aggiuntivi per ogni compito da correggere in pochi si sentono pronti

ad affrontare una lunga estate di impegno con il rischio di essere chiamati dai giudici a rispondere del proprio operato.

Leggi delega di attuazione della riforma, Renzi chiede di accelerare

da La Tecnica della Scuola

Leggi delega di attuazione della riforma, Renzi chiede di accelerare

Ci sono una decina di leggi delega della riforma della scuola che tardano ad essere approvate dal Governo.

Ad ammetterlo, per la seconda volta in pochi giorni, è Matteo Renzi: il presidente del Consiglio lo fa il 13 aprile, nel corso della diretta Twitter e Facebook #Matteorisponde.

E il premier dice: “già l’altra volta ho sottolineato l’importanza di stringere un po’ sulle deleghe, di accelerare sulle deleghe; spero nelle prossime settimane di potervi dare qualche data più precisa per poter essere operativi sulle deleghe della buona scuola”.

Ricordiamo che tra le leggi delega che la riforma del sistema istruzione approvata dal Governo, la Legge 107/2015, figurano quelle del reclutamento, della scuola dell’infanzia, del sostegno agli alunni disabili, dell’alternanza scuola-lavoro, solo per citarne alcune.

Olimpiadi di Filosofia, la finale il 14 aprile col ministro Giannini

da La Tecnica della Scuola

Olimpiadi di Filosofia, la finale il 14 aprile col ministro Giannini

Sono 88 gli studenti che il 14 aprile si sfideranno per la conquista del podio, a Roma, per la finale delle Olimpiadi di Filosofia.

I ragazzi, scrive il Miur, saranno chiamati ad elaborare un saggio filosofico in lingua italiana o in lingua straniera. Dovranno dimostrare di avere creatività, libertà di pensiero, autonomia di giudizio.

Le Olimpiadi di Filosofia, quest’anno alla XXIV edizione, sono promosse dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione – e si svolgono sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

La gara del 14 aprile si svolgerà dalle ore 9.00 alle ore 13.00. Venerdì, dalle ore 9.30, presso la Sala della Comunicazione del Miur, la premiazione dei vincitori. Alla cerimonia parteciperanno il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e il professor Remo Bodeicon una lectio magistralis dal titolo “I paradossi del tempo”.

Gli studenti che hanno partecipato a tutte le fasi di selezione sono stati 9.401, più del doppio rispetto ai 4.000 dell’edizione precedente (erano 2.000 nel 2014). Le regioni maggiormente rappresentate sono la Puglia (1.248 studenti), la Campania (1.180) e ilLazio (1.162). Oltre 350 gli istituti accreditati alla competizione e centinaia i dirigenti e i docenti coinvolti per la preparazione dei propri ragazzi, con attività formative di approfondimento dei contenuti filosofici e delle tecniche di scrittura.

Tra le novità di questa edizione è da segnalare l’adesione delle scuole italiane all’estero:34 gli studenti iscritti (Brasile, Francia e Marocco), di cui 2 quelli che domani affronteranno la finale (provengono da Parigi e Casablanca). Un’apertura internazionale che è stata possibile anche grazie alla collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese.

Le Olimpiadi di Filosofia sono gare individuali riservate agli studenti del secondo biennio e dell’ultimo anno delle scuole secondarie superiori, statali e paritarie. Sono articolate in due canali: il “canale A”, in lingua italiana, e il “canale B”, in lingua straniera (inglese, francese, tedesco, spagnolo).

Gli 88 finalisti hanno dovuto superare le selezioni a livello di istituto e regionale. Per l’ultima prova verrà chiesta l’elaborazione del saggio filosofico in lingua italiana o in lingua straniera, a seconda del “canale” prescelto da ciascuno studente. I primi due classificati del canale in lingua straniera parteciperanno all’International Philosophy Olympiad (in Belgio, dal 12 al 15 maggio prossimi).

Le Olimpiadi di Filosofia da quest’anno si arricchiscono anche di una Summer School, una scuola estiva internazionale riservata ai docenti che avranno modo di approfondire i contenuti filosofici e le metodologie didattiche. Le lezioni si terranno a Castelsardo (Sassari), dal 19 al 21 luglio.

L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sul portale di Rai Cultura (www.cultura.rai.it/live).

Per le Olimpiadi di Filosofia è disponibile on line un portale dedicato:http://www.philolympia.org

Concorso docenti, il Tar Lazio rimette alla Corte costituzionale sui docenti di ruolo

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, il Tar Lazio rimette alla Corte costituzionale sui docenti di ruolo

Entra nel vivo la bagarre legale scatenatasi dopo la chiusura del termine per l’invio delle domande di partecipazione al concorso a cattedre.

Dopo i primi entusiastici commenti per i decreti presidenziali con cui è stata disposta l’ammissione con riserva di alcuni concorrenti e la doccia fredda per la sentenza in forma semplificata e le ordinanze cautelari che, dopo l’udienza del 7 aprile scorso, hanno stroncato sul nascere le aspettative dei docenti in possesso di diploma magistrale ad indirizzo linguistico e dei docenti non abilitati, arriva una buona notizia per i docenti di ruolo che aspirano a partecipare al concorso a cattedre.

Con ordinanza cautelare depositata oggi, i Giudici della sezione III bis del Tar Lazio hanno infatti sollevato la questione di legittimità costituzionale relativamente al comma 110, ultima parte, dell’articolo 1 della legge n. 107 del 2015 con riferimento agli articoli 3, 4, 51 e 97 della Costituzione.

In particolare, la disposizione della legge 107/2015 sospetta di incostituzionalità, prevede che “Ai concorsi pubblici per titoli ed esami non puo’ comunque partecipare il personale docente ed educativo gia’ assunto su posti e cattedre con contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato nelle scuole statali.”.

Ritenendo condivisibili le censure ed i rilievi di incostituzionalità sollevati nel ricorso proposto da due docenti di ruolo che avevano proposto domanda di partecipazione al concorso, e che hanno impugnato il bando laddove preclude la possibilità di parteciparvi in quanto già assunti a tempo indeterminato, il Tar Lazio ha rilevato, tra l’altro, che

la circostanza che si tratti di un concorso pubblico specificatamente finalizzato al reclutamento di docenti della scuola pubblica non è, di per sé ostativa al consentire, anche a chi è già stato immesso definitivamente nei ruoli della scuola pubblica, e tuttavia aspiri a raggiungere una condizione professionale più confacente alla propria preparazione culturale e professionale e alle proprie aspirazioni personali, e che, in ogni caso, l’ammissione alla partecipazione al concorso dei docenti già assunti in ruolo determina, nel caso di esito favorevole, la loro assunzione nella “nuova” posizione, con conseguente scopertura della vecchia posizione e con conseguente possibilità di successiva assegnazione di quest’ultima ad altro soggetto, salvaguardando quindi la finalità di porre fine al fenomeno specifico del cd. precariato storico nella scuola dedotta dall’Amministrazione scolastica.

In attesa della pronuncia della Corte costituzionale, cui verranno trasmessi gli atti del giudizio, i docenti di ruolo sono quindi stati ammessi con riserva al concorso.

Il Tar boccia i primi ricorsi

da La Tecnica della Scuola

Il Tar boccia i primi ricorsi

A parte l’accoglimento di un primo ricorso cautelare da parte di neolaureati, e comunque senza abilitazione, per essere ammessi al concorso, per tutti gli altri, circa 60/70 mila,  non pare ci sia la stessa disponibilità da parte del Tar del Lazio ad  accogliere la sospensiva.

Repubblica dà infatti notizia che  i primi ricorsi cautelari su cui il Tar del Lazio si è pronunciato nei giorni scorsi confermano quanto contenuto nel bando: possono partecipare soltanto coloro che hanno già un’abilitazione all’insegnamento.  E siccome abilitati sono pure i docenti di ruolo, anche costoro dovrebbero  parteciparvi, per cui il Tar rinvia alla Corte costituzionale la verifica della legge.

Sospiro di sollievo certamente da parte del Miur che avrebbe dovuto gestire gli ulteriori aspiranti senza abilitazione e ulteriore invito ai sindacati affinchè la smettano di sollecitare chi non ha diritto a parteciparvi.

Contestualmente  tuttavia il Tar del Lazio aveva pure respinto il ricorso di un gruppo di diplomati magistrali con specializzazione linguistica che chiedevano di partecipare al concorso di scuola primaria.

Sembra quindi probabile che il Tar segua una strada di coerenza, considerato pure che il bando e la legge 107, oltre a precisare che la partecipazione al concorso è riservata ai soli docenti abilitati, spiega anche che i diplomi non costituiscono titolo di accesso.

Erasmus: una e-card studentesca europea

da La Tecnica della Scuola

Erasmus: una e-card studentesca europea

L’europarlamentare Silvia Costa durante la sessione plenaria di Strasburgo, in cui è stata approvata la relazione della Commissione Cultura e Istruzione che presiede sul Programma Erasmus + e altri strumenti per promuovere la mobilità e un approccio di apprendimento permanente, ha detto: “Oggi soltanto l’1 % dei giovani che seguono una formazione professionale in alternanza, tra cui i tirocinanti, sceglie la mobilità durante la formazione. Eppure la mobilità è un valore fondamentale dell’Unione che in ambito scolastico e universitario ha portato risultati eccellenti. Si tratta ora di sviluppare e incrementare lo stesso modello anche per la mobilità dei tirocinanti”.

“La mobilità ai fini dell’apprendimento e della formazione – ha aggiunto Costa- favorisce l’inclusione sociale dei giovani, il dialogo multiculturale, la tolleranza, la capacità di lavorare in un ambiente interculturale e la cittadinanza attiva, e negli anni ha chiaramente favorito un’istruzione e un’occupabilità di qualità elevata”.

“I programmi e le iniziative adottate ad oggi a favore della mobilità ci danno ragione sull’effettiva necessità di creare uno spazio europeo della formazione. Europass, il sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale e il quadro europeo delle qualifiche sono dei punti di partenza. Ora dobbiamo andare oltre con una programmazione a lungo termine. Abbiamo chiesto alla Commissione una “e-card studentesca europea” che garantirebbe lo status di studente Ue in un contesto di mobilità ed offrirebbe l’accesso ai servizi; l’implementazione dell’Alleanza europea per l’apprendistato attraverso il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop); abbiamo chiesto agli Stati membri a investire tutti i loro sforzi nel raggiungimento degli obiettivi della Strategia europea 2020 per l’istruzione e la formazione”.

“Infine – ha concluso Costa – tutti dobbiamo implementare la divulgazione e la conoscenza del programma Erasmus+ e di altri strumenti volti a promuovere la mobilità nel settore dell’istruzione e formazione professionale e superare il luogo comune che vuole Erasmus un programma rivolto esclusivamente agli studenti della fascia di istruzione superiore”.

Emergenza commissioni di concorso. Anp chiede incontro urgente al Miur

da tuttoscuola.com

Emergenza commissioni di concorso. Anp chiede incontro urgente al Miur
Dopo le criticità per la formazione delle Commissioni denunciate da Tuttoscuola

Anp ha chiesto oggi un incontro urgente al Direttore Generale del personale della Scuola, Dott.ssa Maria Maddalena Novelli, per approfondire le criticità emerse nella composizione delle Commissioni d’esame relative al concorso a cattedre.

La questione è nota: l’esiguità dei compensi di Presidenti e Commissari ha scoraggiato le richieste di nomina da parte dei dirigenti delle scuole e dei docenti.

Ragione per cui ripetutamente alcuni USR hanno dovuto prorogare i termini per la presentazione delle dichiarazioni di disponibilità a far parte delle Commissioni.

Tutto ciò la dice lunga, accusa TuttoscuolA, «su come talvolta nella Pubblica Amministrazione italiana si pensi di fare le nozze con i fichi secchi».