MOBILITA’: STORIA DI UN CAOS ANNUNCIATO, MIUR PROROGHI TERMINI

MOBILITA’, GILDA: STORIA DI UN CAOS ANNUNCIATO, MIUR PROROGHI TERMINI

“Purtroppo il caos che si sta verificando nella presentazione delle domande per la mobilità era ampiamente prevedibile: soltanto chi non conosce i complessi meccanismi burocratici della scuola poteva pensare che due settimane sarebbero bastate per inoltrare tutte le istanze relative alla fase A. Perciò rinnoviamo al Miur la richiesta, già avanzata alcuni giorni fa, di prorogare la scadenza fissata per il 25 aprile”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, interviene in merito ai gravi disagi subiti dai docenti a causa del malfunzionamento della piattaforma Istanze on line.

“I pesanti disguidi che si stanno registrando – afferma Di Meglio – sono figli del ritardo con cui è stata emanata l’ordinanza ministeriale, complice un sistema informatico, evidentemente non in grado di gestire la mole di documenti inviati, che si ingolfa e rallenta ulteriormente le procedure. Tutto ciò – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – si ripercuoterà negativamente sul regolare avvio dell’anno scolastico, con buona pace della cosiddetta ‘buona scuola’”.

Stabilizzazione docenti precari

Stabilizzazione docenti precari: l’ANIEF fa condannare il MIUR a 100.000 euro per risarcimento danni e scatti di anzianità non corrisposti a 8 precari della capitale.

 

Il Tribunale di Roma accoglie otto ricorsi patrocinati dall’ANIEF e condanna il Ministero dell’Istruzione per illecita reiterazione di contratti a termine e abuso di lavoro precario. Condanna esemplare quella ottenuta per il nostro sindacato dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Salvatore Russo a carico dell’Amministrazione scolastica cui il Giudice del Lavoro della capitale impone un risarcimento danni per violazione di norme comunitarie pari a un totale di 37 mensilità e condanna a corrispondere, in favore di ogni ricorrente, anche gli scatti di anzianità mai riconosciuti per un totale complessivo che supera i 100.000 Euro.

 

Nessun dubbio per il Tribunale del Lavoro della capitale sul pieno diritto dei docenti precari a vedersi riconosciuto un equo risarcimento del danno a seguito di successione di contratti a tempo determinato stipulati in violazione di quanto prescritto dalla Direttiva Comunitaria 1999/70/CE. Nelle sentenze ottenute con estrema perizia dai legali ANIEF, infatti, il Giudice rileva che “la reiterazione di contratti per un periodo complessivo ampiamente superiore ai trentasei mesi, pur se conforme al diritto nazionale, porta a ritenere violati i principi comunitari, per cui l’apposizione del termine ai suddetti contratti deve ritenersi illegittima” e specifica come “sotto questo profilo è irrilevante la causale che ha determinato la stipula del contratto, in quanto ciò che determina la violazione delle disposizioni comunitarie, determinando l’illegittimità dei contratti, è data dalla reiterazione degli stessi oltre il termine di trentasei mesi che costituisce l’elemento individuato dall’ordinamento italiano al fine di evitare che il ricorso ai contratti a termine integri un abuso dello strumento contrattuale”. La condanna dell’Amministrazione per violazione del diritto comunitario e illecita reiterazione di contratti a termine oltre il limite dei 36 mesi di servizio è stata quantificata in un risarcimento complessivo per gli otto ricorrenti pari a 37 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto percepita da ognuno di loro, cui aggiunge gli interessi come per legge.

 

Nel ribadire, inoltre, il precetto secondo cui “il diritto al computo dell’anzianità di servizio anche per il periodo di vigenza di un rapporto di lavoro a tempo determinato può ritenersi un principio desumibile dalla normativa comunitaria”, ha riconosciuto anche “il diritto della parte ricorrente a vedersi riconosciuta, ai fini connessi alla anzianità di servizio, l’attività lavorativa prestata con contratti a tempo determinato”, condannando il MIUR a corrispondere ad ogni ricorrente quanto dovuto riguardo agli scatti di anzianità in base agli effettivi anni di lavoro prestato durante il periodo di precariato “oltre interessi legali a decorrere dalla pubblicazione della sentenza fino al saldo”. A questo si aggiunge la condanna al pagamento delle spese di giudizio a carico del MIUR soccombente, commisurata in un totale di 7.619,70 Euro oltre accessori.

 

Anche i docenti a termine della capitale, dunque, alcuni in servizio da più di 10 anni alle dipendenze del MIUR, che si sono visti da anni discriminare e sfruttare dall’Amministrazione scolastica con una serie infinita di contratti di lavoro a tempo determinato, hanno finalmente ottenuto giustizia grazie al sapiente intervento del sindacato ANIEF che ha imposto nuovamente al Ministero dell’Istruzione il pieno rispetto della professionalità dei lavoratori precari della scuola e l’osservanza delle direttive eurounitarie.

UN GOVERNO DI SINISTRA SPERA NELLA MORTE DEL PERSONALE A.T.A.

UN GOVERNO DI SINISTRA SPERA NELLA MORTE DEL PERSONALE A.T.A.

IL MIUR CHIARISCE… IL PERSONALE ATA VIENE SOSTITUITO SOLO… IN CASO DI MORTE

IL GOVERNO RENZI È FUORI DI TESTA

Gran parte delle OO.SS. firmatarie di contratto, a seguito della Nota del MIUR A00DGPER del 14.04.2016 canta vittoria sulla possibile sostituzione del personale A.T.A. in caso di morte o per dimissioni da pensionamento, motivando tale concessione con l’esclusa possibilità di rientro del titolare (… e ci serviva pure la puntualizzazione del MIUR… che un morto possa resuscitare e rientrare in servizio?…………cose da pazzi!)

Purtroppo cari Colleghi siamo alla follia pura!!!

La Feder. A.T.A. si augura e spera vivamente che in nessuna scuola d’Italia possano essere sostituiti colleghi a causa del loro decesso… non ci sono parole per commentare questi devastanti provvedimenti verso il personale A.T.A..

Il Governo Renzi, con la legge di stabilità tutta a sfavore del personale A.T.A., non dedica più alcuna risorsa alla categoria, anzi continua nella folle politica di sinistra dei tagli, destinando risorse ad altri soggetti …. i soliti noti e…. proteggendo “la Casta” con pensioni d’oro, vitalizi, ecc… senza pensare che con la riduzione del personale Ata non avranno più garantiti il buon funzionamento e la sorveglianza anche dei loro figli, nipoti ecc…

Il Ministero della Pubblica Istruzione, continua ad ignorarci completamente come categoria di lavoratori nella scuola e con l’emanazione di una simile nota, conferma l’intenzione di eliminare gli A.T.A. dalla realtà scolastica per dare posto alle privatizzazioni con le cooperative di servizi. Un altro grande imbroglio tutto italiano che servirà a finanziamenti poco chiari, sarà uno sfruttamento di personale e non offrirà servizi adeguati alla scuola. Altro sperpero di denaro pubblico.

Notiamo poi, con incredulità, come un’organizzazione sindacale – la FLCGIL soprattutto – anziché tutelare la categoria che rappresenta al tavolo delle trattative, possa gioire per una simile concessione così funerea in quanto sappiamo tutti che, causa legge Fornero, i pensionamenti sono veramente pochi.

E che dobbiamo dire ancora? Si devono vergognare!

Cari Colleghi ci auguriamo che vi rendiate conto che al di fuori della Feder. A.T.A., nessun altra organizzazione potrà tutelare e difendere i nostri diritti. Abbiamo bisogno di altre dimostrazioni di menefreghismo e incompetenza?

Vedete Voi.

La Feder. A.T.A. continuerà nel suo progetto a favore del personale Ata, mentre altri, FLCGIL, CISL, UIL E SNALS, … non sappiamo proprio cosa stiano facendo per noi … se non il niente assoluto dalla loro nascita ad oggi!.

Cordiali saluti a tutti e buon lavoro.

Direzione Nazionale Feder.A.T.A.

Reinserimento in Graduatoria

Reinserimento in Graduatoria: l’ANIEF ristabilisce la legalità in tribunale. I Decreti Ministeriali di aggiornamento delle GaE devono essere disapplicati per violazione la legge.

 

Ancora un successo per l’ANIEF a tutela dei lavoratori precari della scuola: il Tribunale di Verona dà piena ragione ai nostri legali Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo e Maria Maniscalco e riconosce il diritto di una nostra iscritta a essere reinserita nelle Graduatorie d’interesse nel rispetto della normativa primaria che regola l’aggiornamento delle GaE. Il Ministero dell’Istruzione, infatti, nei periodici Decreti di aggiornamento succedutisi nel tempo ha violato palesemente la normativa primaria non prevedendo la possibilità, per i docenti cancellati per non aver prodotto domanda, di essere reinseriti.

 

La nuova sentenza ottenuta dall’ANIEF non lascia spazio a fraintendimenti e conferma fin da subito che la trasformazione delle Graduatorie da Permanenti a Esaurimento “non significa affatto che i soggetti già presenti in graduatoria, che per un motivo qualsiasi non abbiano riconfermato la volontà di permanere all’interno della stessa, debbano essere penalizzati al punto tale da non poter più essere riammessi in graduatoria in occasione degli aggiornamenti periodici” ed esplicita che “al contrario, la possibilità del reinserimento è prevista espressamente dall’art. 1 comma 1 bis della legge n. 143 del 2004, disposizione tuttora in vigore e non compressa dai D.M. che prevedono la sanzione della cancellazione in via definitiva”.

 

La normativa primaria, dunque, come da sempre sostenuto dal nostro sindacato, consente il reinserimento e “non accresce il numero delle persone iscritte in graduatoria, limitandosi a prevedere la cancellazione dalla graduatoria in conseguenza della omessa o intempestiva domanda di aggiornamento facendo tuttavia salvo il reinserimento nelle graduatorie successive”. MIUR, totalmente soccombente in tribunale, condannato anche al pagamento delle spese di giudizio quantificate in 3.000 Euro oltre accessori.

 

Soddisfazione da parte dell’ANIEF che ha visto nuovamente trionfare la Giustizia e il Diritto in tribunale con la dichiarazione di assoluta illegittimità dei Decreti Ministeriali di aggiornamento delle GaE, disapplicati nella parte in cui non prevedevano il reinserimento a domanda dei docenti cancellati, in quanto contrastanti “con la norma primaria alla quale avevano il compito viceversa di dare attuazione”.

Urta con l’occhio contro lo spigolo della cattedra, il Miur deve risarcire i danni allo studente

da Il Sole 24 Ore

Urta con l’occhio contro lo spigolo della cattedra, il Miur deve risarcire i danni allo studente

di Francesca Malandrucco

Urta l’occhio contro lo spigolo della cattedra durante l’ora di matematica in assenza dell’insegnante, il Miur ora deve risarcire lo studente per il danno non patrimoniale, comprensivo del danno biologico permanente riportato per le gravi lesioni e di quello morale. Ma danno biologico e danno morale vanno liquidati in modo omnicomprensivo e non separatamente. Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza n. 6847/2016.

La vicenda
I giudici supremi della terza sezione civile erano stati chiamati a pronunciarsi sul caso di un giovane che, all’epoca dei fatti, era minorenne e frequentava la scuola media statale Guido Gozzano a Napoli. Il ragazzo, in seguito alle lesioni riportate all’occhio destro dopo una caduta durante l’ora di matematica, nel settembre del 1995, aveva chiesto un risarcimento dei danni chiamando in giudizio la scuola, il Miur e l’insegnante che avrebbe dovuto essere presente in classe al momento dell’incidente. Il giudice di primo grado aveva condannato il Miur al solo pagamento del danno biologico permanente riportato. Successivamente la Corte d’appello di Napoli aveva riconosciuto al giovane anche il danno morale subito, oltre al «ristoro del danno per fatti sopravvenuti in corso di causa», rideterminando il danno biologico permanente, e riconoscendo un’invalidità del 29,5% e una riduzione della capacità lavorativa specifica dell’11,8%.

La condanna al Miur
Quindi il tribunale di secondo grado condannava di nuovo il ministero al pagamento «della maggior somma» di 153.969 euro, comprensiva sia del danno biologico permanente che di quello morale, oltre al pagamento della somma di 2.640 euro «per le sopravvenute ulteriori invalidità temporanee e parziali», e di 3.858 euro «per la sopravvenuta riduzione della capacità lavorativa specifica». I giudici della corte territoriale avevano liquidato il danno non patrimoniale in base alle tabelle del tribunale di Milano del 2011, allora vigenti.
La vittima, ormai maggiorenne, ha fatto quindi ricorso ai supremi giudici lamentando che, pur riconoscendone il diritto, la corte territoriale avrebbe omesso «la liquidazione concreta del danno morale», giacché non avrebbe liquidato in concreto il danno morale appurato in “prime cure” sulla scorta delle tabelle milanesi del 2002, né avrebbe liquidato in concreto il danno morale “accertato in seconde cure”, sulla scorta delle tabelle milanesi del 2011.

La quantificazione del danno
La Cassazione ha confermato in parte la sentenza di secondo grado, affermando che «La Corte di appello ha liquidato in linea con i principi stabiliti dalle sentenze delle sezioni unite di questa Corte del novembre 2008 e sulla scorta delle tabelle del tribunale di Milano predisposte dopo detto arresto giurisprudenziale ed aggiornate al momento della decisione (tabelle dell’anno 2011, le quali determinano il valore finale del punto utile al calcolo del danno biologico di invalidità permanente tenendo conto di tutte le componenti non patrimoniali, compresa quella già quantificata in termini di danno morale, nei sistemi tabellari precedenti liquidata invece separatamente)». Per i giudici supremi, dunque, «Il giudice di merito ha correttamente liquidato il modo omnicomprensivo il danno patrimoniale subito dalla vittima, non dovendo affatto provvedere ad una separata liquidazione di danno biologico e danno morale in relazione alle conseguenze pregiudizievoli accertate in primo grado, per quindi aggiungervi quelle accertate in secondo grado».

Giannini sull’autismo: ”Mai più studenti esclusi da gite scolastiche”

da La Stampa

Giannini sull’autismo: ”Mai più studenti esclusi da gite scolastiche”

Il ministro: “Chiamerò io famiglie escluse”

Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini scende in campo personalmente a fianco delle famiglie con figli al centro di «esclusioni» da attività scolastiche a causa del loro stato di salute: «Come madre, ancor prima che come Ministro – ha scritto su Facebook – sono rimasta molto colpita questa settimana da quanto accaduto a Livorno, Isernia e Legnano dove tre dei nostri ragazzi, Giulio, Luigi e Francesca (la chiamerò così) sono rimasti esclusi dalla gita della loro classe perché affetti da autismo».

Il Ministero, attraverso i suoi Uffici territoriali, ha ricordato «è subito intervenuto, contattando le scuole, le famiglie per approfondire l’accaduto e cercare di riportare il dialogo nelle comunità scolastiche coinvolte. Perché siamo tutti Giulio, Luigi, Francesca. E non potrebbe essere altrimenti. Perché la scuola raggiunge il proprio obiettivo educativo quando è luogo di rispetto ed inclusione, non certo di esclusione».

 

«Sono sicura – ha aggiunto il ministro – che il lavoro degli Uffici Scolastici Regionali aiuterà a fare chiarezza, a riportare serenità. Soprattutto fra i ragazzi, ai quali la scuola non deve rinunciare a trasmettere quel valore imprescindibile che sta alla base della convivenza civile: il rispetto dell’altro. Il caso di Legnano è in questo senso emblematico, visto che la gita in discussione sarà a Mauthausen, luogo simbolo del disprezzo della persona umana».

«Contatterò personalmente le famiglie coinvolte per portare la mia vicinanza e quella dell’istituzione che rappresento. Con la Buona Scuola abbiamo posto l’accento con forza sul tema dell’inclusione. Parlando di autismo, ad esempio, proprio domani inaugureremo un nuovo sportello dedicato al tema a Livorno. Ne stiamo aprendo oltre 100 in tutta Italia a supporto delle scuole. Ma dobbiamo fare di più: nei prossimi giorni convocherò un incontro al Ministero con i rappresentanti degli uffici Scolastici di tutta Italia per condividere modelli e strategie di prevenzione di episodi come quelli di questi giorni. Perché non accada mai più, perché la scuola non lasci nessuno indietro», ha concluso.

 

Nasce EduOpen, la nuova piattaforma di corsi on line e “aule trasparenti”

da La Tecnica della Scuola

Nasce EduOpen, la nuova piattaforma di corsi on line e “aule trasparenti”

Giovedì 21 aprile sarà lanciato a Roma “EduOpen” il primo portale “Open Learning” tutto italiano di corsi online universitari gratuiti e aperti a tutti.

Creato dagli atenei italiani e supportato dal Miur, il progetto è nato a fine 2014, come proposta di progetti innovativi ha preso corpo grazie alla compartecipazione di 12 università italiane :Politecnico di Bari, Aldo Moro di Bari, Ferrara, Foggia, Genova, Modena e Reggio Emilia, Parma, Venezia Ca’ Foscari,  Salento, Perugia, Bolzano, Università politecnica delle Marche e la partecipazione di consorzi quali Cineca e Garr,

L’iniziativa, che per la prima volta ha visto cooperare per un unico obiettivo diversi atenei , prevede la realizzazione di una piattaforma informatica di corsi usufruibili in modalità “on line” denominata MOOC “Massive Open Online Course”, in grado di fornire corsi ad un elevato numero di utenti anche contemporaneamente e di rilasciare anche attestati di partecipazione e crediti formativi universitari creando cosi un ecosistema formativo e comunità di apprendimento su temi ed argomenti specifici.

Il Programma che ha incontrato l’interesse anche del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che ha concesso un finanziamento di 100.000 euro, vede l’Università di Foggia a tirare le fila del progetto mentre il responsabile per gli aspetti sia organizzativi che gestionali e tecnologici è “EDUNOVA” il Centro universitario inter ateneo per l’offerta congiunta di servizi e-learning composto in particolare dalle Università di Ferrara, Modena , Reggio Emilia e Parma.

A presentare l’iniziativa presso la Sala della Comunicazione del Miur sarà Maurizio Ricci, rettore dell’Università di Foggia e da Angelo O. Andrisano, rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, nonché presidente di Edunova .

È previsto anche un intervento del ministro Stefania Giannini.

Per essere perfettamente in linea con le modalità digitali della piattaforma, sarà possibile seguire la presentazione anche in modalità streaming direttamente sul sito web.

Possiamo sicuramente definire questo ambizioso ma importante progetto un balzo avanti nel settore della formazione a distanza, in grado di colmare un evidente ritardo accumulato negli anni dall’Italia rispetto agli altri Paesi Europei come la Francia, la Spagna, L’Inghilterra e la Germania.

La crescita del networking creato dagli attuali atenei, consentirà di rendere la piattaforma e i relativi corsi sempre in linea con le esigenze formative in ottica sia del presente, ma anche e soprattutto del futuro creando le cosiddette “aule trasparenti”.

Concorso docenti, partiti in rivolta contro il compenso dei commissari

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, partiti in rivolta contro il compenso dei commissari

Tiene banco la questione dei compensi dei commissari d’esame per il concorso docenti. Dopo le dichiarazioni del ministro Giannini sul possibile emendamento che andrebbe ad aumentare di 1 euro il compenso, le parti politiche commentano duramente l’eventualità

“Se davvero il ministro valuta ‘consistente’ l’eventuale aumento (forse) di 1 euro del compenso di circa un euro l’ora dei commissari per il concorso insegnanti, dichiara Mario Pittoni della Lega Nord, si tratta solo di uno dei tanti atti poco più che simbolici ai quali ci ha abituati Renzi, che difficilmente convincerà dirigenti e docenti a rendersi disponibili per le commissioni esaminatrici nelle 12 regioni (su 18) costrette a riaprire i termini di presentazione della domanda per insufficienza di candidati”.
“Un’integrazione oraria – aggiunge Pittoni – che si vocifera fra i 30 centesimi e l’euro tondo in orario aggiuntivo agli obblighi di servizio e senza rimborsi per le spese di viaggio, suona come l’ennesimo attacco alla dignità degli insegnanti”.

Dello stesso avviso il M5S: “Se abbiamo ben compreso, affermano i parlamentari M5S in commissione Affari Sociali di Camera e Senato, il ministro Giannini intenderebbe raddoppiare il pagamento dei commissari impegnati nel prossimo concorsone, portando il compenso da uno a due euro l’ora. Se si tratta di uno scherzo, è di pessimo gusto. Se, invece, si tratta della realtà, informiamo il ministro che il lavoro va non solo retribuito, ma anche in modo effettivo. Due euro l’ora sono e restano comunque un’avvilente elemosina. Al danno adesso si aggiunge la beffa”. I pentastellati rincarano la dose: “Forse il titolare del Miur vive su un altro pianeta e non si rende conto di quanto sia offensiva questa azione nei confronti del corpo insegnante. Magari potrebbe cominciare ad azzerarsi lo stipendio, così da comprenderebbe meglio il valore denaro.

Anche la deputata di Forza Italia, Elena Centemero commenta negativamente le parole di Giannini:” L’aumento previsto dal Governo per il compenso dei commissari del prossimo concorso a cattedre per la scuola, dichiara Centemero, suona tanto come una beffa. Passare da un euro a due euro all’ora non è la soluzione”.
“Ci aspettavamo un riconoscimento della professionalità dei docenti chiamati a selezionare gli insegnanti del futuro. Invece, conclude Centemero, è arrivato un intervento misero che non aiuterà a coinvolgere docenti validi nelle commissioni esaminatrici”.

Si è creato un clima rovente attorno a questa faccenda, con 12 regioni costrette a riaprire i termini di presentazione della domanda per insufficienza di candidati, che sperano di risolvere la situazione al più presto possibile.
Il rischio è quello di ritardare le operazioni di un concorso a cattedra che continua senza sosta la propria corsa contro il tempo, ovvero consegnare il 1° settembre i vincitori alle classi.

Blocco degli stipendi fino al 2020?

da La Tecnica della Scuola

Blocco degli stipendi fino al 2020?

Lo scrive il sito ‘LaLeggePerTutti.it’, secondo cui  il blocco degli stipendi degli statali fino al 2020 è contenuto nel Def, documento economico e finanziario approvato lo scorso 8 aprile dal Consiglio dei ministri.

Un congelamento che non era ipotizzato, in quanto “si reputava che, con la riforma della Pubblica amministrazione la razionalizzazione dei comparti avrebbe comportato un risparmio di spesa da destinare ai rinnovi periodici delle condizioni contrattuali del personale”.

L’unico spiraglio, conclude ‘LaLeggePerTutti.it’, si intravede nel 2018: “Per il triennio 2018-2020 è infatti prevista l’introduzione di un’indennità di vacanza contrattuale che porterà ad una stabile crescita dello 0,3% per tutto il periodo”. Senza altri adeguamenti previsti, neanche legati all’inflazione.

Antonio Foccillo, segretario confederale della Uil, nei giorni scorsi ha sottolineato come “non ci sono risorse per i rinnovi contrattuali per i dipendenti pubblici, ma si prevede solo l’indennità di vacanza contrattuale a partire dal 2019”.

Prove scritte del 5 maggio: il confronto

da tuttoscuola.com

Prove scritte del 5 maggio: il confronto
Continua la documentazione speciale che confronta numero di candidati e posti per le varie classi di concorso

5 MAGGIO

Per giovedì 5 maggio sono previste le prove scritte di sei classi di concorso: tre al mattino e tre al pomeriggio.

Al mattino sono in calendario gli scritti di queste classi di concorso: l’A23 – Lingua italiana per discenti di lingua straniera, l’A15 – Discipline sanitarie e l’A20 – Fisica per ambito disciplinare 7. 

Nel pomeriggio sono previste le prove di: B10 – Laboratori di scienza e tecnologie delle costruzioni aeronautiche, B22 – Laboratori di tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediali e B15 – Laboratori di scienze e tecnologie elettriche ed elettroniche.

Di seguito la situazione relativa ai posti e ai candidati.

Italiano lingua 2: mancano 49 candidati

Per la classe di concorso l’A23 – Lingua italiana per discenti di lingua straniera (alloglotti) vi sono complessivamente 506 posti, così suddivisi per regione con talune aggregazioni: Lombardia 114 posti (con aggregazione di Friuli VG (13)); Lazio 81 posti (con aggregazione di Marche (14), Sardegna (9) e Umbria (9)); Abruzzo 19 posti (con aggregazione di Basilicata (4) e Molise (4)); Calabria 17 posti; Campania 22 posti; Emilia R. 54 posti; Liguria 20 posti; Piemonte 47 posti; Puglia 19 posti; Sicilia 28 posti; Toscana 43 posti; Veneto 42 posti.

Complessivamente vi sono 621 candidati, così ripartiti: Abruzzo 21 candidati per 19 posti (eccedenza di 2 candidati), Calabria 9 candidati per 17 posti (carenza di 8 candidati), Campania 39 candidati per 22 posti (eccedenza di 17 candidati); Emilia R. 48 candidati per 54 posti (carenza di 6 candidati), Lazio 161 candidati per 81 posti (eccedenza di 80 candidati), Liguria 7 candidati per 20 posti (carenza di 13 candidati), Lombardia 137 candidati per 114 posti (eccedenza di 23 candidati), Piemonte 25 candidati per 47 posti (carenza di 22 candidati), Puglia 19 candidati per 19 posti (non un candidato in più o in meno), Sicilia 49 candidati per 28 posti (eccedenza di 21 candidati), Toscana 43 candidati per 43 posti (non un candidato in più o in meno), Veneto 63 candidati per 42 posti (eccedenza di 21 candidati).

Se si confrontano i dati complessivi tra il numero dei candidati (621) e il numero dei posti (506), risulta un’eccedenza di 115 candidati rispetto alla disponibilità dei posti.

Ma non è cosi nel dettaglio. Infatti, tra Calabria, Emilia Romagna, Liguria e Piemonte risultano 49 candidati meno del necessario, senza considerare che almeno tre regioni sono al limite.

Discipline sanitarie: surplus di candidati, ma non in Piemonte

Per la classe di concorso, A15 – Discipline sanitarie, vi sono complessivamente 90 posti, così suddivisi per regioni con diverse aggregazioni: 13 posti nel Lazio (aggregazioni di Marche (1), Sardegna (2) e Toscana (7)); 47 posti in Lombardia (aggregazioni di Emilia R. (6), Friuli VG (6), Liguria (2), e Ven eto (14)); 11 posti in Puglia (aggregazioni di Basilicata (1), Calabria (1) e Campania (2)); 19 posti in Piemonte.

Complessivamente vi sono 140 candidati, così ripartiti: Lazio 25 candidati per 13 posti (eccedenza di 12 candidati); Lombardia 64 candidati per 47 posti (eccedenza di 17 candidati); Piemonte 17 candidati per 19 posti (carenza di 2 candidati); Puglia 34 candidati per 11 posti (eccedenza di 23 candidati).

Quasi un terzo dei candidati non ce la fa.

Fisica: una analisi impossibile

La terza classe di concorso del mattino è quella di Prova  di Fisica per ambito disciplinare 7 A20:  Fisica A27: Matematica e Fisica.

I posti a concorso per l’A20 – Fisica sono complessivamente 228; quelli di A27 – Matematica e fisica sono 540. 

La consueta analisi non è possibile, in quanto non sono identificabili i candidati che hanno esercitato la sola opzione per Fisica.

Laboratori costruzioni aeronautiche: pochi candidati per pochi posti.

La prima prova scritta pomeridiana riguarda la B10 – Laboratori di scienza e tecnologie delle costruzioni aeronautiche, per la quale sono a concorso soltanto 12 posti, così distribuiti: Lazio 2, Campania 2, Friuli VG 1, Lombardia 2, Piemonte 2, Puglia 2) e Sardegna 1. La prova si effettua per tutti nel Lazio.

Complessivamente vi sono 11 candidati.

Come minimo non verrà coperto un posto.

Laboratorio multimediale: cercasi candidati

La seconda prova scritta del pomeriggio riguarda un altro laboratorio, quello della B22 – Laboratori di tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediali, per la quale sono stati messi a concorso 45 posti, cosi suddivisi per aggregazione su tre regioni: 12 posti in Campania (aggregazione di Calabria (2), Puglia (4) e Sicilia (2)); 7 posti  nel Lazio (aggregazione di Marche (1), Sardegna (1) e Toscana (3)); 26 posti in Lombardia (aggregazione di Emilia R. (2), Friuli VG (1), Liguria (1), Piemonte (7) e Veneto (4)).

Complessivamente vi sono 43 candidati, così ripartiti: Campania 22 candidati per 12 posti (eccedenza di 10 candidati); Lazio 6 candidati per 7 posti (carenza di un candidato); Lombardia 15 candidati per 26 posti (carenza di 11 candidati).

Il numero dei candidati è quasi pari al numero dei posti a concorso (43 a 45), ma in effetti, per i pochi candidati di Lombardia e Lazio mancano complessivamente 12 candidati

Laboratorio elettrico ed elettronico: il 22% dei posti non sarà assegnato

Per il terzo laboratorio della giornata, quello relativo alla classe di concorso B15 – Laboratori di scienze e tecnologie elettriche ed elettroniche, vi sono 194 posti, così distribuiti anche a causa di diverse aggregazioni: 32 posti in Campania (aggregazione di Abruzzo (3), Basilicata (4) e Molise (1)); 29 posti nel Lazio (aggregazione di Marche (4), Sardegna (1) e Umbria (2)); 49 posti in Lombardia (aggregazione di Liguria (7) e Piemonte (9); 19 posti in Puglia; 18 posti in Sicilia (aggregazione di Calabria (4)); 19 posti in Toscana; 28 posti in Veneto (aggregazione di Emilia R. (9) e Friuli VG (4)).

Complessivamente vi sono 164 candidati, così suddivisi: Campania 42 candidati per 32 posti (eccedenza di 10 candidati fatto salvo il numero di candidati per ogni regione aggregata); Lazio 23 candidati per 29 posti (carenza di almeno 6 candidati); Lombardia 27 candidati per 49 posti (carenza di almeno di 22 candidati); Puglia 16 candidati per 19 posti (carenza di 3 candidati); Sicilia 21 candidati per 18 posti (eccedenza di 3 candidati); Toscana 18  candidati per 19 posti (carenza di un candidato); Veneto 17 candidati per 28 posti (carenza di 11 candidati).

Il confronto aritmetico tra i due totali complessivi di posti e candidati evidenzia una mancanza di 30 candidati. Ma in effetti, sommando una ad una le carenze nelle varie regioni, il disavanzo è più pesante: mancano infatti 43 candidati per ricoprire altrettanti posti che a fine concorso rimarranno vacanti e non potranno essere assegnati a vincitori. Più di un quinto dei posti non avrà vincitori.

Giannini: un emendamento rifinanzierà il compenso per i commissari del concorso

da tuttoscuola.com

Giannini: un emendamento rifinanzierà il compenso per i commissari del concorso

Le agenzie di stampa hanno battuto questa notizia relativa dichiarazioni del ministro Giannini sui compensi per i commissari del concorso.

“C’è un emendamento governativo che verrà proposto all’interno del decreto che abbiamo presentato la scorsa settimana e che riguarda le misure scolastiche. Avevamo già posto questo problema in stabilità, ma questa misura non è passata. Ora la riproponiamo con forza”.

Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, Stefania Giannini, a chi gli chiedeva un commento sul compenso di circa un euro all’ora dei commissari per il concorso per insegnanti, a margine della Giornata della ricerca, alla Bicocca di Milano.

L’emendamento prevede un aumento del compenso “nei limiti dei parametri possibili ma in modo consistente. Più o meno il doppio di quello che era previsto”, ha aggiunto.

Il raddoppio del compenso per i membri delle commissioni non equivale al raddoppio del compenso orario, perché rimarrebbe inalterato il valore di 0,50 centesimi per ogni prova corretta e per ogni candidato esaminato all’orale.

Se davvero è questo che prevede l’emendamento, sarà difficile convincere dirigenti e docenti a rendersi disponibili per le commissioni nelle 12 regio costrette a riaprire i termini per presentare domanda.

Campus Party

Campus Party

Il 19 aprile al Miur la presentazione della prima edizione italiana

Martedì 19 aprile, alle ore 12, presso la Sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in viale Trastevere 76/a, verrà presentata la prima edizione italiana di Campus Party, l’evento internazionale sul tema dell’innovazione digitale e dell’imprenditoria che si terrà presso la Fiera di Bergamo dal 19 al 24 luglio.  Il Festival, dedicato ai giovani e pensato per sviluppare il senso imprenditoriale nei mondi della creatività, della scienza e della tecnologia, chiamerà a partecipare 4.000 studenti universitari coinvolti in attività organizzate dalle aziende, che avranno così l’opportunità di scegliere i talenti migliori.

Alla presentazione parteciperà il Ministro Stefania Giannini. Interverranno il presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui) Gaetano Manfredi, il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Massimo Inguscio, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il direttore di Campus Party Stefano Cagnoni.

Campus Party è nato nel 1997 in Spagna, fino ad oggi ha coinvolto 11 Paesi del mondo in 54 edizioni, con la partecipazione di una community di 150.000 “campuseros”, il nome col quale vengono identificati i partecipanti, e ha visto nascere circa 700 startup. Ad accogliere i partecipanti sarà un intenso programma di conferenze, workshop, hackathon e laboratori, costruito anche grazie alla collaborazione delle principali istituzioni che in Italia si occupano di formazione, ricerca e innovazione. La particolarità dell’edizione italiana sarà il pernottamento dei “campuseros” in tende appositamente “alzate” per loro negli spazi della Fiera di Bergamo.

Il Miur è membro dell’Advisory Board di Campus Party insieme a Ministero dello Sviluppo Economico, Agenzia per l’Italia Digitale, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) e diversi Centri di Ricerca.

Comunicato MIT 19 aprile 2016

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Comunicato MIT 19 aprile 2016

Tabella di concordanza relativa al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, recante: «Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonche’ per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture». (16A03158)

(GU Serie Generale n.91 del 19-4-2016 – Suppl. Ordinario n. 11)