Il Comitato dei Genitori tra prassi buone e cattive, miti e leggende

Il Comitato dei Genitori tra prassi buone e cattive, miti e leggende

di Cinzia Olivieri

 

Il comitato genitori per il Testo Unico

Fonte normativa sul piano nazionale del comitato genitori è l’art. 15 comma 2 del Dlgs 297/94 che ci dice soltanto: “I rappresentanti dei genitori nei consigli di intersezione, di interclasse o di classe possono esprimere un comitato dei genitori del circolo o dell’istituto”.

La Circolare Ministeriale 19 settembre 1984, n. 274, ha aggiunto qualche ulteriore indicazione specificando Al fine di utilizzare al meglio i contributi che alla vita complessiva della scuola può essere offerta dalla partecipazione degli studenti e dei genitori, e per favorire un opportuno coordinamento delle iniziative ed esperienze che possono essere attivate nelle classi parallele o comunque nell’ambito dell’istituto scolastico, sembra utile che gli studenti ed i genitori eletti nei singoli consigli di classe (o interclasse) si riuniscano rispettivamente in “Comitati studenti” e “Comitati genitori”. I Capi di istituto favoriranno, per quanto possibile, l’attività di detti comitati, i quali, peraltro, non possono interferire nelle competenze rispettive dei consigli di classe o di istituto, avendo una funzione promozionale della partecipazione degli studenti e dei genitori con l’eventuale elaborazione, anche sulla base dello scambio di esperienze, di indicazioni e proposte che saranno opportunamente valutate ed adottate dagli altri organi di istituto”.

Dunque il comitato genitori è un organismo di coordinamento della rappresentanza nell’ambito di istituto, con possibilità di formulare indicazioni e proposte che non interferiscano però con le competenze degli organi collegiali.

Il DPR 567/86, poi, nel disciplinare le iniziative complementari e le attività integrative nelle istituzioni scolastiche, ha riconosciuto importanti prerogative al solo comitato studentesco, al cui parere è previsto peraltro sia subordinata l’accettazione di somme provenienti da privati per la loro realizzazione, deliberata dal Consiglio d’istituto (art. 3). Inoltre in composizione integrata con i rappresentanti degli studenti nel Consiglio di istituto esso può formulare proposte ed esprimere pareri per tali attività. Il comitato studentesco adotta un regolamento interno di organizzazione, “anche per commissioni e gruppi, ed esprime un gruppo di gestione, coordinato da uno studente maggiorenne, che può assumere la responsabilità della realizzazione e del regolare svolgimento di talune iniziative” per la cui realizzazione può anche esercitare, “previa autorizzazione del Consiglio di Istituto, attività di autofinanziamento, consistenti nella promozione di iniziative che non contrastino con le finalità formative della scuola e non determinino inopportune forme di commercializzazione. Le somme ricavate da tali attività sono iscritte nel bilancio dell’istituto, con vincolo di destinazione” (art. 4).

Analoghe opportunità però, come si è detto, non sono previste da tale decreto per il comitato dei genitori.

Non vi è riferimento in un capo, una sezione o un articolo del Dlgs 297/94, così come non vi era nel DPR 416/74 (cd. Decreti Delegati), al comitato genitori e l’art. 15 è inserito nel capo I  Organi collegiali a livello di circolo e di istituto e assemblee degli studenti e dei genitori – Sezione II – Assemblee degli studenti e dei genitori.

Pertanto potremmo definire il comitato genitori, previsto dalla normativa scolastica, come una sorta di “assemblea dei rappresentanti dei genitori” (non è indicato se tutti o anche solo una parte), espressione della loro volontà, per favorire il collegamento della rappresentanza.

La legge non utilizza neanche forme verbali come “istituire” o “costituire” ma “esprimere” o “riunirsi in”.

Perciò, il comitato genitori è un organismo aggregativo ma non è un’associazione e come tale non ha un codice fiscale; non gestisce danaro né svolge attività economiche; non ha una “sede legale” perché è un organismo di partecipazione della scuola; non ha maggioranze deliberative perché ha funzioni propositive e non necessita di “deleghe” per le sue riunioni, anche perché nessuno può sostituire un rappresentante; non ha uno statuto ma potrebbe avere un regolamento dal momento che l’art. 15 prevede in generale al comma 6 che “L’assemblea dei genitori deve darsi un regolamento per il proprio funzionamento che viene inviato in visione al consiglio di circolo o di istituto”.

Per la verità la norma non riconosce neanche un presidente del comitato ma solo un (potenziale) presidente dell’assemblea (“l’assemblea di istituto è convocata su richiesta del presidente dell’assemblea, ove sia stato eletto…)”.

Inoltre, poiché i rappresentanti si rinnovano ogni anno, annualmente essi dovrebbero esprimere la loro volontà di unirsi in un comitato.

Il comitato genitori ha diritto di riunirsi (che non significa “disporre” dei locali) nella scuola, tanto che lo stesso art. 15 al comma 4 prevede “l’assemblea di istituto è convocata su richiesta del presidente dell’assemblea, ove sia stato eletto, o della maggioranza del comitato dei genitori”. Il successivo comma 5 precisa che “Il direttore didattico o il preside, sentita la giunta esecutiva del consiglio di circolo o di istituto, autorizza la convocazione e i genitori promotori ne danno comunicazione mediante affissione di avviso all’albo, rendendo noto anche l’ordine del giorno”.

Dunque non vi sono obblighi di comunicazione che gravano sulla scuola, ma i genitori promotori devono attivarsi per la diffusione dell’informazione anche attraverso affissione all’albo.

Tuttavia nella pratica quotidiana accade spesso qualcosa di diverso.

Tali prassi sono determinate in primo luogo dalla necessità dei genitori della scuola di essere riconosciuti e diventare rappresentativi (all’interno e) all’esterno dell’istituzione, dal momento che, cancellati di fatto nell’indifferenza gli organi collegiali territoriali e non essendo previste le consulte provinciali dei genitori come per gli studenti, manca un organismo di interlocuzione riconosciuto della rappresentanza.

Così accade ad esempio che per richiedere i locali scolastici a norma dell’art. 50 del DI 44/01, con tutte le responsabilità conseguenti, organizzare feste benefiche, raccolte fondi o piccoli lavori di manutenzione, i genitori (anche senza incarico di rappresentanza) della scuola si costituiscano in associazione, dandosi uno statuto e chiedendo magari anche un codice fiscale.

Nulla di male purché sia chiaro che così si realizza qualcosa di diverso dal comitato genitori di cui all’art. 15 comma 2 del Dlgs 297/94.

A tali associazioni dei genitori saranno riconosciute nella scuola le prerogative individuate dal predetto dpr 567/96 in materia di attività complementari ed integrative.

Può confondere altresì la assonanza terminologica con i “comitati di soccorso o di beneficenza … promotori di opere pubbliche, monumenti, esposizioni, mostre, festeggiamenti e simili” regolati dagli artt. 39 e ss del codice civile, che però costituiscono una peculiare tipologia associativa con finalità ben individuate. La normativa scolastica ha invece carattere speciale.

Pertanto quando i genitori si organizzano in un comitato devono aver ben chiare le proprie opportunità e competenze.

 

Il comitato genitori a Trento e Bolzano

Infine una precisazione riguardo le province autonome di Trento e Bolzano.

A Trento la LP 5/06 non prevede il comitato genitori ma la sola consulta dei genitori (art. 29), istituita presso ogni istituzione scolastica e formativa e composta dai rappresentanti dei genitori di ciascun consiglio di classe, dai rappresentanti dei genitori nel consiglio dell’istituzione, nonché dai rappresentanti di associazioni di genitori riconosciute che ne facciano richiesta, che può formulare proposte ed esprimere i pareri richiesti dal consiglio dell’istituzione in ordine alle attività e ai servizi da realizzare o svolti dall’istituzione anche in relazione ad iniziative di formazione e di coinvolgimento dei genitori.

A Bolzano invece la L 20/95 all’art. 10 disciplina espressamente il comitato genitori, istituito in tutte le scuole e composto dai rappresentanti dei genitori, eletti nei consigli di classe nonché dai rappresentanti dei genitori in Consiglio di istituto e in Consulta provinciale genitori per tutto il periodo in cui sono in carica.

Esso può istituire  sottogruppi  per  i  singoli  plessi, sedi o sezioni staccate, gradi o tipi di scuola. Formula proposte e pareri sulla programmazione e l’organizzazione delle attività della scuola; elabora un programma di lavoro relativo alla collaborazione scuola-genitori e all’aggiornamento dei genitori e sottopone le relative iniziative al consiglio che delibera anche in merito al loro finanziamento; si esprime altresì su tutte le questioni che sono poste all’ordine del giorno del consiglio di istituto.

Il comitato infine collabora all’organizzazione dell’elezione dei rappresentanti dei genitori nel consiglio di istituto ed elegge nel suo seno il presidente ed il rappresentante della scuola nella consulta provinciale dei genitori.

Dunque ci troviamo dinanzi a fattispecie del tutto diverse.

Olimpiadi di Matematica, assegnate le medaglie ai vincitori

Olimpiadi di Matematica,
assegnate le medaglie ai vincitori
Oltre 200.000 gli studenti in competizione

Piccoli Archimede crescono. Sono state assegnate oggi le medaglie agli studenti vincitori delle Olimpiadi di Matematica. Sul podio, a ricevere la medaglia, i ragazzi che si sono distinti tra formule matematiche, espressioni algebriche e calcoli aritmetici.

Le Olimpiadi di Matematica sono rivolte a tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole secondarie di secondo grado. La competizione è sostenuta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione – ed è promossa dall’Unione Matematica Italiana. Rientra nel Programma Nazionale di Valorizzazione delle Eccellenze del Miur.

LE GARE

Le finali delle Olimpiadi si sono svolte a Cesenatico venerdì e sabato, 6 e 7 maggio. Due le categorie di gara: individuale (alla XXXII edizione) e di squadra (alla XVII edizione).
Per la gara individuale sono stati oltre 200.000 gli studenti coinvolti in tutte le diverse fasi di selezione (istituto, distrettuale, nazionale). Di questi in 300 hanno affrontato la finale di venerdì mattina. 700, invece, i finalisti delle gare a squadre.

Per la prova per il podio agli studenti è stato chiesto di risolvere sei problemi, senza l’utilizzo della calcolatrice. Si tratta di sei esercizi in ciascuno dei quali è stata richiesta la soluzione di un quesito di combinatoria tra algebra, aritmetica o geometria tramite la stesura di una dimostrazione matematicamente rigorosa.
Nel pomeriggio di venerdì si sono invece tenute le semifinali della gara a squadre. Le 120 scuole che si sono qualificate nelle gare locali di inizio marzo hanno mandato in campo 7 studenti ciascuna per risolvere i 16 problemi nel minor tempo possibile e conquistare così l’accesso alla finale di sabato (24 i problemi da risolvere).
Tutte le prove delle gare sono preparate dalla Commissione Olimpiadi dell’Unione Matematica Italiana.

I RICONOSCIMENTI

Ai migliori 24 alunni classificati è stata assegnata una medaglia d’oro. Una medaglia d’argento è stata data ai successivi 50 ragazzi classificati, mentre la medaglia di bronzo è stata assegnata agli ulteriori 75.
La cerimonia di premiazione si è tenuta questa mattina presso la Colonia AGIP di Cesenatico.
I 24 alunni che hanno ottenuto la medaglia di bronzo affronteranno nelle prossime settimane una ulteriore selezione: i primi 6 alunni classificati parteciperanno alle Olimpiadi Internazionali di Matematica che si terranno a Hong Kong dal 6 al 16 luglio prossimi.
La Menzione d’Onore è stata assegnata agli studenti che hanno risolto in maniera completamente corretta almeno un problema fra quelli previsti dalle prove.
A margine delle gare sono stati promossi incontri di divulgazione matematica e seminari di formazione per gli insegnanti.

GLI ALUNNI PREMIATI CON LA MEDAGLIA D’ORO:

Viola

Federico

III – Liceo Scientifico Righi

Roma

Ulliana

Andrea

IV – Liceo Scientifico I. Nievo

Padova

Gori

Davide

V – Liceo Scientifico G. Marconi

Massa Carrara

Ciprietti

Andrea

III –Liceo Scientifico Stata M. Curie

Teramo

Pruneri

Fabio

III – Liceo Scientifico A. Volta

Milano

Tarini

Bernardo

II Liceo Scientifico Statale A. Gramsci

Firenze

Chen

Jacopo Guoyi

IV – Liceo Scientifico Statale A. Landi

Roma

Baroni

Filippo

V – Liceo Scientifico G. Gandini

Lodi

Monti

Andrea Egidio

V – Liceo Scientifico E. Fermi

Como

Macchiaroli

Luca

V – Liceo Scientifico G. Mercali

Napoli

Campeotto

Emanuele

V – Liceo Scientifico G. Bertoni

Udine

Deniskin

Nikita

IV – I.I.S.S. S. Sbordone

Napoli

Zigliotto

Francesco

V – Liceo Scientifico G.B. Quadri

Vicenza

Passaro

Saro

II – Liceo Scientifico A. Volta

Milano

Miglionico

Pasquale

V – Liceo Scientifico Federico II di Svevia

Bari

Gallese

Andrea

V – Liceo Classico B. Cairoli

Pavia

Siniscalco

Edoardo

V Liceo Scientifico G. Leopardi

Macerata

Navone

Giorgio

IV Liceo Scientifico Statale Nicolò Tron

Vicenza

Freschi

Andrea

V Liceo Scientifico N. Copernico

Udine

Francone

Luca

V – Liceo Scientifico C. Cattaneo

Torino

Vergamini

Marco

III – I.I.S.S. Garfagnana

Lucca

Ottolini

Nicola

V – Liceo Scientifico Bagatta

Brescia

Ferraro

Giacomo H.

V – Liceo Scientifico Statale P.S. Mancini

Avellino

Carrozza

Giovanni

V – Istituto Tecnico E. Majorana

Napoli

 

Bimba ritirata dall’asilo perché un’assistente è Down

da Redattore sociale

Bimba ritirata dall’asilo perché un’assistente è Down, parla la direttrice del nido

Una mamma ha ritirato la propria figlia di 10 mesi da un nido di Ferrara per la presenza di un’ausiliaria con la sindrome di Down. La denuncia è arrivata dalla direttrice del nido, di cui l’assistente è la sorella, che dice: “È una cosa orrenda quella che ha fatto”.
La donna, 37 anni, ha un’esperienza decennale nel settore ed è seguita dal Cepim di Genova che ha dato l’ok per l’idoneità al lavoro. “Lavora con noi da 6 anni e prima aveva lavorato in un’altra struttura per 8 anni – dice la direttrice – Non abbiamo mai avuto problemi e nessun genitore si è mai lamentato”.  La referente ha poi ricordato che la ragazza è un’assistente e non un’educatrice il cui compiuto è appunto quello di assistere e aiutare. “È una persona dolcissima, amata dai bambini e dalle educatrici. Non è giusto che nel 2015 accadano ancora cose come questa”.