SOGGIORNI SCUOLA – LAVORO, PARTONO 400 RAGAZZI

Da 32 Scuole superiori delle provincie di Potenza e Matera quest’estate oltre 400 ragazzi e ragazze delle classi terze e quarte partiranno, accompagnati dai loro docenti, per un soggiorno all’estero di 15 giorni, per imparare meglio una lingua e frequentare percorsi formativi di scuola lavoro. Ognuno dei partecipanti riceverà per ogni giorno di soggiorno all’estero da un massimo di 120 a un minimo di 75 euro al giorno per 15 giorni, a seconda della nazione presso la quale va a frequentare stage linguistici e di alternanza scuola lavoro. Al termine dei corsi ciascun partecipante acquisirà una certificazione valida come credito formativo, secondo gli standard europei.

Sono questi gli esiti dell’ avviso pubblico “percorsi formativi per soggiorni di studio ed in alternanza scuola – lavoro in mobilità internazionale per gli studenti delle classi terze e quarte degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado della Basilicata” pubblicati oggi sul portale della Regione.

“Per questi giovani spiega l’assessore alla formazione e alle attività produttive, Raffaele Liberali la Regione Basilicata ha messo a disposizione 1.280.358,37 euro dei fondi del P.O. F.S.E. 2014/20. Ancora una volta – commenta ancora Liberali – alle giovani generazioni della nostra regione viene offerta la possibilità di migliorare le loro competenze per essere maggiormente competitivi nel mercato del lavoro.”

I percorsi formativi saranno realizzati nell’ambito delle seguenti aree tematiche: Sviluppo sostenibile ed Efficienza energetica; Turismo, cultura e tecnologie innovative e creative; Tecnologie dell’informazione e della comunicazione; Bioeconomia; Aerospazio; Automotive. Queste sono le aree individuate dalla Regione per lo sviluppo della Basilicata nel quinquennio 2015/20. I soggiorni all’estero hanno la finalità di sostenere la crescita professionale degli studenti attraverso una pluralità di situazioni di apprendimento in ambito scolastico e lavorativo, nonché di consolidare la collaborazione tra scuola e mondo produttivo. I percorsi formativi all’estero, attraverso le reti transnazionali prevedono la realizzazione di interventi caratterizzati da visite di studio e stage in diverse città europee presso imprese, enti, organizzazioni private e pubbliche operanti in diversi settori economico/professionali. I percorsi formativi all’estero sono finalizzati a: sostenere la crescita professionale degli studenti attraverso una pluralità di situazioni di apprendimento in ambito scolastico, formativo e lavorativo; potenziare le competenze linguistiche offrendo ai giovani l’opportunità di partecipare ad interventi di promozione del multilinguismo che incoraggino l’apprendimento il perfezionamento non formale delle lingue straniere. “ Ai giovani – conclude Liberali – auguro un soggiorno sereno e proficuo e ringrazio le scuole lucane che hanno ancora una volta dimostrato grande capacità di progettazione”

Tutti i dati relativi all’avviso pubblico sono disponibili alla pagina webhttp://portalebandi.regione.basilicata.it/PortaleBandi/detail-bando.jsp?id=324267.

La norma sullo school bonus va cambiata!

La norma sullo school bonus va cambiata!

Con il DM 8/4/2016 pubblicato sulla GU del 23 maggio 2016 lo “School Bonus”, previsto dalla legge della buona scuola, è diventato operativo.

L’incentivo previsto per chi vuole erogare liberalità alle istituzioni scolastiche (per interventi di nuova costruzione, manutenzione e potenziamento delle strutture ) è particolarmente significativo.

Le erogazioni incentivate possono arrivare fino a 100.000 euro e fanno maturare al donante un credito di imposta fino al 65% (art. 1 comma 145 legge 107/2015).

La norma prevede che possano essere destinatarie dello school bonus sia le scuole statali che quelle paritarie : tutte cioè le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione.

Benissimo!!!

Sennonché il donante (anche se vuole erogare la liberalità  ad una scuola paritaria) deve versare le somme sul conto del Ministero dell’Istruzione, che è il gestore delle scuole statali (e che trasferirà alla scuola destinataria il 90% della donazione).

E’ evidente che tale procedura “frena” di fatto coloro che intendono sostenere le scuole paritarie.

Anche il DM 8/4/2016 pare (come sempre) dimenticarsi delle paritarie, quando prevede l’obbligo della convenzione con gli enti locali (proprietari degli immobili che ospitano le scuole, ma solo di quelle  “statali”) per realizzare gli interventi edilizi finanziati con tali liberalità.

Se veramente si vuole che tutte le scuole del sistema nazionale di istruzione possano fruire dello School Bonus occorre modificare la norma che, con le procedure attualmente previste, di fatto preclude alle paritarie di accedere a tale importante incentivo.

IL PERSONALE ATA IGNORATO DAL DDL SCUOLA!

A tutto il Personale A.T.A.

delle  Istituzioni Scolastiche Italiane

di ogni ordine e grado

Loro sedi

Oggetto: IL  PERSONALE  ATA  IGNORATO  DAL  DDL  SCUOLA !

Hanno  raddoppiato  il  compenso  per  i  Commissari  del  concorso  docenti,  e  gli  Ata  li  hanno  obbligati  a  lavorare  gratis,  senza  neppure  un  grazie ! .

VERGOGNA !

Gentili Colleghe/Colleghi,

il 25 maggio 2016 l’Assemblea della Camera ha approvato il D.L. 42/2016, trasmesso dal Senato il 12 maggio 2016.

A nostro avviso, da un’attenta lettura, ancora una volta purtroppo il personale Ata non viene coinvolto in nessuna circostanza e in nessun contesto se non quello dei soliti tagli, tutto il maxiemendamento parla solo ed esclusivamente del corpo docente e dell’organizzazione che ruota intorno a questa categoria, nulla per gli ATA.

Inoltre la “riforma epocale della Buona Scuola tanto esaltata e messa in mostra” dai nostri politici di turno, non ha sicuramente prodotto buoni frutti, non ha assolutamente eliminato le storture e gli errori del sistema scolastico italiano, ma soprattutto per quanto riguarda il personale Ata è stata una riforma devastante  sotto  tutti  i  punti  di  vista !

Non parliamo poi dell’utilizzo delle risorse economiche  !!! Dal testo originario hanno semplicemente sottratto denaro alla scuola pubblica destinato al funzionamento e al miglioramento / valorizzazione delle istituzioni scolastiche per investire in quella paritaria (… oppure per incrementare i compensi dei Commissari del concorso a cattedra ! … oppure per incrementare il bonus di €.500,00 … una vera vergogna ! ). Neppure il peggior nemico della scuola pubblica avrebbe avuto un simile comportamento !

Le nostre riflessioni:

All’art. 1 è stata apportata una modifica per quanto riguarda la posizione dei docenti che hanno superato il concorso: non svolgeranno più “apprendistato” ma “tirocinio”. Sicuramente una differenza positiva perché comunque tale periodo di prova che il docente dovrà necessariamente svolgere, secondo noi avrà un aspetto giuridico più qualificante.
Nell’Allegato del ddl n. 2299 le modificazioni apportate in sede di conversione al Decreto Legge 29 Marzo 2016 n. 42, all’art. 1, comma 2, è stato inserito il comma a-bis che recita:…”nei territori ove la convenzione Consip sia scaduta trovano applicazione in via provvisoria le condizioni tecniche ed economiche già previste nella medesima convenzione scaduta”. Cio’ significa che ancora una volta si vuole privilegiare la scandalosa vicenda degli appalti di pulizia ignorando completamente e totalmente le segnalazioni effettuate al Governo e al Parlamento dal Commissario Anticorruzione Raffaele Cantone che ha denunciato questa sporca e ignobile vicenda denunciata da sempre dalla Feder. ATA.
Debbono necessariamente e assolutamente effettuare l’internalizzazione dei servizi ATA ripristinando i posti accantonati dei Collaboratori Scolastici in modo da garantire la sorveglianza agli alunni, elemento indispensabile per l’incolumità fisica dei nostri ragazzi.

All’art. 1- bis riguardante le disposizioni in materia di assegnazione provvisoria troviamo la possibilità di tale facoltà anche sull’organico di fatto per tutti i docenti assunti con la Legge  107/2015. Una buona possibilità riservata anche questa al solo corpo docente che ha avuto la fortuna di essere stato immesso in ruolo e con grandi numeri ( circa 100.000 docenti ! ) , perché purtroppo, come tristemente sappiamo, quest’anno il personale ATA non ha avuto nulla !
All’Art. 1-ter dove si parla delle misure urgenti in materia di assunzioni del personale docente per l’a.s. 2016/2017, senza, per il momento, un minimo accenno alle assunzioni del personale ATA, ancora bloccate per l’a.s. 2015/2016 e senza alcuna direttiva per quelle dell’a.s. 2016/2017.
Hanno stabilito che le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente della scuola statale saranno effettuate entro il 15 Settembre 2016. Secondo noi tale disposizione, oltre che non sappiamo se riguarderà anche il personale ATA il quale dovrebbe avere gli stessi diritti dell’immissione in ruolo come previsto dalla Legge, fa capire chiaramente come gli Uffici del M.I.U.R siano in serie difficoltà per l’espletamento dei loro compiti amministrativi. Da molti anni tali pratiche venivano portate a termine entro il mese di Agosto, pertanto stiamo tornando indietro in fatto di efficienza e funzionalità, nonostante i tanti proclami di validità organizzativa da parte dei vari Ministri di turno.

All’Art. 1-ter comma 2 hanno stabilito una valenza triennale delle graduatorie di merito dei docenti se approvate entro il 15 Settembre 2016. Non commentiamo tale disposizione perché di pertinenza esclusiva del personale docente.
All’Art. 1-quater riguardante le disposizioni urgenti riguardanti i docenti della scuola dell’infanzia hanno sanato una situazione dei partecipanti al concorso del 2012 risultati idonei ma rimasti in attesa di assunzione per la definizione delle regole degli alunni 0-6 anni. Anche in questo caso non commentiamo nulla perché non riguarda il personale ATA. Tutto il sopraindicato art. riguarda il personale docente, dalle loro assunzioni alle loro graduatorie di merito ecc., nessun accenno al personale ATA.
All’Art. 1-quinquies sulla contribuzione alle scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità hanno stabilito che a decorrere dall’anno 2017 è corrisposto un contributo alle scuole paritarie di 12,2 milioni di €. Non commentiamo sulla “possibile ed eventuale speculazione sull’handicap” da parte delle scuole paritarie, ma non siamo assolutamente d’accordo sul reperimento di tali fondi. Infatti per finanziare tale operazione in favore delle scuole paritarie hanno sottratto risorse economiche destinate dal Fondo della Buona Scuola per il miglioramento e la valorizzazione della scuola statale, una vergogna tutta italiana !
All’Art. 1-sexies riguardante gli incarichi di supplenza breve e saltuaria hanno deliberato il pagamento mensile delle somme spettanti al personale con contratto a tempo determinato e il rispetto di tale termine concorrerà alla valutazione dei Dirigenti Scolastici. Tale provvedimento non stabilisce nulla di nuovo, eccetto per quanto riguarda la responsabilità dei DS in quanto la trasmissione dei dati relativi al pagamento degli stipendi ai supplenti, noi del personale di segreteria l’abbiamo sempre effettuata nei tempi previsti; purtroppo non sono stati erogati i compensi per mancanza di fondi disponibili. Investissero più risorse economiche per il pagamento dei compensi sui contratti di lavoro a tempo determinato.
All’Art. 1-sexies comma 2 viene assegnato un codice identificativo univoco al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario destinatario di supplenze brevi e saltuarie che accompagna tutta la vita lavorativa del supplente fino all’eventuale immissione in ruolo e al conseguente ottenimento del n. di partita di spesa fissa. E’ un provvedimento di natura tecnico/organizzativa e ne prendiamo atto.
Dall’Art. 1-septies riguardante le disposizioni in materia di ordinamento professionale dei periti industriali all’art. 2-bis riferito alle specializzazioni non mediche, si è voluto dare un indirizzo a molti giovani laureati veterinari, odontoiatri, biologi, farmacisti, chimici ecc. dando loro la possibilità di specializzarsi. Ne prendiamo atto.
All’Art. 2-ter riguardante il riconoscimento di crediti formativi universitari negli Istituti Tecnici Superiori hanno effettuato una riduzione dei crediti formativi per chi frequenta gli ITS, utili ai ragazzi per i percorsi universitari.
Secondo noi è stato un errore un simile provvedimento in quanto toglie molto valore agli Istituti Tecnici Superiori, molto sponsorizzati  anche economicamente dai precedenti governi, in favore delle Università.

All’Art. 2-quater sull’incremento dei compensi ai Commissari del concorso per docenti hanno destinato
8 milioni di € sottratti, come detto poc’anzi al fondo destinato al funzionamento e al miglioramento / valorizzazione delle istituzioni scolastiche. UNA  SCELTA  SCELLERATA  E VERGOGNOSA !

Inoltre noi Ata in questo concorso siamo stati obbligati a fornire il nostro supporto amministrativo/informatico senza percepire alcun compenso, neppure in riposi compensativi. Siamo veramente trattati come “zerbini” !

All’Art. 2-quinquer hanno dato la possibilità ai diciottenni extracomunitari di beneficiare del bonus di €. 500,00.
Anche se secondo noi rimane dubbia la validità dei bonus ai diciottenni, ritenendola soltanto una campagna di propaganda elettorale utile solo all’attuale Governo, non capiamo ancora i motivi dell’esclusione del personale ATA dal bonus di €.500,00 .

Chiediamo alle Istituzioni:

QUASI  TUTTI  GLI  UTENTI  DELLA  SCUOLA   BENEFICIANO  DEL  BONUS  DI  €.500,00,  PERCHE’  GLI  ATA  SONO  STATI  ESCLUSI ?

Meritiamo almeno una risposta giustificativa !

All’Art. 2-sexies hanno revisionato i criteri del calcolo ISEE per i nuclei familiari con componenti con disabilità. Ne prendiamo atto.
Quanto approvato dal Senato nella seduta del 12 Maggio c.m. non ha certo posto nessun rimedio ad una legge chiamata “Buona Scuola” dove di buono ha solo l’aggettivo accattivante; non ha risolto nessun problema della nostra scuola anzi ha creato più conflitti, ha disatteso le aspettative di milioni di italiani, soprattutto di famiglie oneste ed operose che speravano in una scuola pubblica efficiente, sicura e di qualità dove poter far crescere e studiare i loro figli.

Ci siamo trovati invece tutti con una scuola impoverita, male organizzata, non più sicura sotto il profilo delle strutture in quanto parte dei fondi destinati a tale scopo sono stati investiti nelle scuole paritarie.

Non più sicura anche sotto il profilo della sorveglianza agli alunni in quanto già dal prossimo anno scolastico saranno tagliati ulteriori posti di collaboratori scolastici addetti alla sorveglianza dei ragazzi a vantaggio delle cooperative dei servizi di pulizia che non possono e non debbono svolgere il servizio di assistenza ai nostri figli in quanto non qualificati e non formati in tal senso.

Inoltre a breve avremmo ripercussioni molto negative anche sull’organizzazione amministrativa e tecnica delle nostre scuole dovuta ai continui tagli operati e al ricorso sempre più frequente di contratti co.co.co.

Continuando di questo passo la scuola pubblica italiana rimarrà solo un ricordo !

La Federazione del Personale ATA, rappresentante orgogliosa di una categoria di lavoratori della scuola pubblica che da sempre rappresenta la continuità di tutte le attività scolastiche, responsabile insieme ai Dirigenti Scolastici della gestione tutti i servizi generali e amministrativi, fa un accorato appello a tutte le forze politiche e le istituzioni di buona volontà per fermare questa “inesorabile discesa” della nostra scuola pubblica, patrimonio di tutti gli italiani e vanto di intere  generazioni.

Siamo disposti e disponibili a qualsiasi confronto.

Salutiamo  a auguriamo buon lavoro a tutti; a coloro che ci seguono da sempre e ci danno coraggio e forza per continuare nel nostro progetto e a coloro che nel tempo comprenderanno il nostro impegno e la nostra professionalità.

Cordiali saluti.

Direzione Nazionale Feder.ATA

IL PTTI S’HA DA FARE OPPURE NO?

IL PTTI S’HA DA FARE OPPURE NO?

In un Paese normale, e con un’Amministrazione seria, no.

Perché in un Paese normale un ministro della Pubblica istruzione, che nel Consiglio dei ministri concorre all’emanazione di un decreto legislativo che cancella l’obbligo di predisporre e approvare il Piano triennale per la trasparenza e l’integrità (PTTI), avrebbe subito diramato la consueta nota per evitare alle istituzioni scolastiche un adempimento oramai inutile. E senza essere da più parti sollecitato.

Decorsi invano oltre dieci giorni, le scuole si chiedono se devono comunque procedere entro la data di scadenza del 30 maggio 2016 – perentoria?, ordinatoria? – significata dalla delibera dell’ANAC del 13.04.16.

Se lo chiedono anche perché gli Uffici scolastici regionali, privi del minimo coordinamento, si muovono in ordine sparso e senza rispettare, essi per primi, lo stesso termine imposto per l’elaborazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC), di propria competenza ed atto preliminare ai PP.TT.TT.II., con i quali esso deve raccordarsi.

Ancorché – sul piano formale – il decreto legislativo che modifica sul punto il precedente D. Lgs. 33/13 spiegherà i suoi effetti decorsa la canonica vacatio legis susseguente la sua pubblicazione in gazzetta ufficiale, DIRIGENTISCUOLA ritiene che il PTTI non s’ha da fare.

D’altra parte, volendo corrispondere alle reiterate richieste di aiuto di diversi colleghi, angosciati dall’imminente scadenza e con i vertici di Viale Trastevere che restano ostinatamente silenti, mette a disposizione un possibile modello di pronto soccorso, scaricabile dal sito www.dirigentipuglia.org

Chi vuole stare tranquillo potrà ben sopportare un’ulteriore molestia burocratica.

Forum dei genitori della e nella buona scuola

Forum dei genitori della e nella buona scuola

di Cinzia Olivieri

 

A seguito della riorganizzazione ministeriale pare non si riscontrino più Uffici con competenza specifica per gli organi collegiali ma soltanto con riferimento generale alla Partecipazione, che si sostanzia soprattutto nell’attività dei Forum delle Associazioni dei Genitori (e degli studenti nonché delle loro Consulte).

 

Il Dlgs 233/99  aveva introdotto i nuovi organi collegiali territoriali, ma con la L 463/01 si è precisato che l’abrogazione di quelli esistenti e disciplinati dal Dlgs 297/94 sarebbe seguita solo  “con effetto della costituzione dei nuovi organi collegiali locali e regionali.

Tuttavia, nell’attesa, la CM 192/00 ha indetto per l’ultima volta le elezioni (suppletive) degli organi collegiali territoriali per l’anno scolastico 2000/01 considerandosi imminente l’insediamento dei nuovi.

Intanto è emanato il primo decreto (DM 106/01) istitutivo del Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori maggiormente rappresentative (FoNAGS), successivamente sostituito dal DM 14/2002 che costituisce fonte di riferimento.

Il DPR 301/05, integrando il DPR 567/96 che aveva introdotto le sole Consulte provinciali degli studenti, ha individuato successivamente i requisiti di accreditamento dei Forum (delle associazioni degli studenti e dei genitori) prevedendone le diramazioni regionali.

 

Il Forum Nazionale delle Associazioni dei genitori è composto (art. 3 DPR 301/05) dai rappresentanti di associazioni o di confederazioni di associazioni di genitori di alunni di istituto statale o paritario. La successiva nota del 20 marzo del 2006 ha precisato che deve trattarsi di genitori di alunni frequentanti istituti statali o paritari.

In realtà, il requisito della frequenza appare evidente anche senza tale precisazione sia perché per essere “genitori di alunni” questi ultimi debbano essere iscritti a scuola sia perché esso è espressamente specificato per il Forum degli studenti, composto appunto da alunni frequentanti nell’anno in corso un istituto di istruzione secondaria superiore statale o paritario e risulterebbe immotivata tale diversità in due organismi analoghi e disciplinati da una stessa disposizione normativa. La questione è piuttosto stabilire se tale requisito debba appartenere alle associazioni in sé (per cui solo associazioni di genitori di alunni frequentanti possano essere ammesse al Forum) o ai rappresentanti designati dalle stesse nel Forum.

Senza entrare nel merito di ulteriori attributi richiesti, le associazioni costituenti il FoNAGS, così come quelle riconosciute rappresentative dal DPR 301/05 (e prima dal DM 14/2002), non appaiono statutariamente costituite soltanto ed esclusivamente da genitori con figli iscritti a scuola, dunque, stante la chiara espressione letterale del testo normativo, non modificabile se non da una norma di pari grado, si può desumere che nelle intenzioni suddetto requisito dovesse essere posseduto quanto meno dai rappresentanti designati dalle associazioni nei Forum. Invero esso non costituisce di per sè un limite all’autodeterminazione di un’associazione in quanto tale, la quale resta libera di organizzarsi, ma solo una condizione per l’accreditamento.

Il rapporto attuale dei genitori con la scuola è indispensabile per un efficace ruolo di rappresentanza. Né il tramite o l’esperienza partecipativa trascorsa (pur certamente importante e da non disperdere) possono considerasi bastevoli.

Solo chi ha diretto contatto con un mondo in continua evoluzione come la scuola può comprenderne e vivere le intime problematiche e proporre idonee soluzioni.

Peraltro il Dpr 301/05, tra i criteri con cui devono accertarsi le caratteristiche di maggiore rappresentatività a livello nazionale delle associazioni che chiedono di partecipare al forum degli studenti, indica il numero di associati non inferiore a 3000 unità, o di rappresentanti nei consigli di istituto non inferiore a 200 unità, o di rappresentanti nelle consulte provinciali di cui all’articolo 6 non inferiore a 100 unità. Per i genitori non è previsto tale collegamento con la rappresentanza della scuola, che purtroppo resta non riconosciuta a livello centrale e non direttamente coinvolta neanche nei neo costituiti gruppi di coordinamento regionale per la partecipazione di cui alla Nota 21 settembre 2015 e alla successiva Nota 29 settembre 2015, AOODGSIP 5898).

In attesa dei dati relativi ai Forum regionali ed alle loro attività che dovrebbero essere pubblicizzate dai siti degli uffici regionali (ai sensi del Dpr 301/05), appare evidente che la loro diffusione non risulta capillare, tant’è che ai gruppi di coordinamento è affidato il compito di verificare il corretto insediamento e funzionamento dei FoRAGS.

 

Ferma l’importanza della capitalizzazione delle esperienze tutte di partecipazione (che non devono andare disperse) occorrerebbe che i Forum fungessero, in un rapporto inter pares, non di sovraordine né didattico ma dialettico, da volano della rappresentanza della scuola per il riconoscimento di questa anche a livello ministeriale.

Gli alunni dovranno aspettare il 7 giugno per conoscere i nomi dei membri esterni

da Il Sole 24 Ore

Gli alunni dovranno aspettare il 7 giugno per conoscere i nomi dei membri esterni

di Cl. T.

L’attesa per gli oltre 500mila candidati alla maturità 2016 sta per finire: il 7 giugno il Miur pubblicherà l’elenco delle commissioni d’esame, e si potranno così conoscere i nomi dei “temutissimi” commissari esterni. L’elenco delle commissioni d’esame sarà disponibile all’indirizzo (http://archivio.pubblica.istruzione.it/argomenti/esamedistato/home.html).

La maturità 2016
Le commissioni d’esame quest’anno saranno 12.554, esamineranno 24.991 classi per un totale di 503.452 candidati, di cui 487.476 interni e 15.976 esterni. La composizione rimane identica agli scorsi anni: 3 membri interni, 3 esterni e un presidente.

Le prove
La prima prova scritta, il classico tema d’italiano, si terrà mercoledì 22 giugno, a partire dalle ore 8.30. La seconda prova scritta d’indirizzo è in calendario il giorno successivo, giovedì 23 giugno, sempre dalle ore 8.30. La terza prova scritta, diversa per ciascuna scuola, si svolgerà lunedì 27 giugno, alle ore 8.30.

Dagli Stati generali la sfida per accelerare l’integrazione tra didattica rivoluzione digitale

da Il Sole 24 Ore

Dagli Stati generali la sfida per accelerare l’integrazione tra didattica rivoluzione digitale

di Pierangelo Soldavini
La scuola si trova ad affrontare la prima generazione che ha imparato il digitale prima ancora di saper scrivere, che ha più dimestichezza con lo schermo touch che con la carta. I veri nativi digitali, insomma. Per il sistema scolastico non si tratta quindi di decidere se introdurlo nella didattica o meno, ma più che altro di imparare a gestire una vera e propria rivoluzione nella modalità di apprendimento e di organizzazione della conoscenza da parte dei ragazzi.

Gli Stati generali
Per questo più di mille tra docenti, dirigenti scolastici e genitori, per oltre un terzo provenienti da fuori Lombardia, hanno animato gli Stati generali della scuola digitale che si sono svolti ieri a Bergamo. Dagli effetti del digitale sull’apprendimento all’organizzazione dei nuovi ambienti scolastici, dai bisogni educativi speciali alla trasformazione dei contenuti didattici, dall’esperienza degli animatori digitali alle sperimentazioni scientifiche, una decina di tavoli tematici ha fatto il punto dell’evoluzione a un anno dal lancio del Piano nazionale scuola digitale. Il quale ha messo sul piatto «investimenti complessivi che stimiamo in un miliardo di euro, sia per la formazione che per l’utilizzo del digitale come strumento trasversale», ha affermato Davide Faraone, sottosegretario del ministero all’Istruzione: «Abbiamo investito nella formazione e nella valorizzazione degli animatori digitali così come nella banda larga: con gli ultimi bandi altre seimila scuole avranno la connessione veloce ed entro fine anno tutte le scuole saranno dotate di banda larga».
E ora si aggiungono 350 milioni di euro messi a disposizione per il bando delle scuole innovative, un concorso di idee per la realizzazione di 52 nuove scuole «all’avanguardia, sostenibili, a misura di studente», perché, come ha sottolineato Laura Galimberti, coordinatrice della missione di Palazzo Chigi per la riqualificazione dell’edilizia scolastica, anche la forma degli ambienti scolastici sta cambiando all’intersezione tra rete e spazio fisico

«Affiancare i docenti»
«La scuola non deve subire le tecnologie – ha aggiunto Donatella Solda, membro della segreteria tecnica del ministro dell’Istruzione -: per questo abbiamo scelto di accompagnare i docenti nell’avvicinamento al digitale, a partire dal coding e dal pensiero computazionale, cui si affiancheranno nei prossimi mesi un’altra decina di iniziative».
La tecnologia non è in effetti un fine, ma «uno strumento che è utile solo se si adatta alla didattica», ha spiegato Giuseppe Riva, docente di Psicologia della comunicazione all’università Cattolica di Milano. Proprio per aiutare i docenti a destreggiarsi tra i nuovi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia è disponibile da oggi gratuitamente per tutti i docenti il Curriculum mapping, ambiente web per la programmazione didattica per competenze messo a punto da ImparaDigitale in collaborazione con Fondazione Tim: si tratta di una piattaforma che integra le disposizioni legislative sulle competenze per agevolare una programmazione che sfrutti le potenzialità della tecnologia al servizio di una didattica centrata sullo studente come protagonista del proprio apprendimento.

Integrazione con la didattica
La giornata bergamasca ha d’altra parte evidenziato come la scuola debba sempre più integrare le nuove tecnologie nella didattica, ma non solo come potente strumento abilitante dell’apprendimento. «Da questo punto di vista non è del tutto evidente l’impatto positivo del digitale – ha commentato Marco Gui, ricercatore in sociologia dei media presso l’università di Milano Bicocca -: ha un grande effetto inclusivo e sulla costruzione delle competenze digitali, ma più urgente appare in questo momento la costruzione da parte della scuola della competenza per un uso consapevole dei media digitali da parte dei ragazzi».
I docenti sono chiamati anche a un’«educazione sentimentale», come la chiama Roberto Cavallaro, neuroscienziato dell’ospedale San Raffaele, «che sia più qualitativa che quantitativa all’utilizzo del digitale, a un sano uso della rete con uno sforzo collettivo per una dieta mediatica che possa rendere consapevoli i ragazzi in uno dei momenti più delicati, quello dell’adolescenza».

«A Scuola di OpenCoesione», il Miur premia i 10 migliori progetti di monitoraggio civico

da Il Sole 24 Ore

«A Scuola di OpenCoesione», il Miur premia i 10 migliori progetti di monitoraggio civico

di Al. Tr.

Aspiranti giornalisti o ricercatori, ma soprattutto cittadini. Sono gli studenti che ieri al Miur sono stati premiati nell’ambito di «A Scuola di OpenCoesione » (Asoc, www.ascuoladiopencoesione.it ), il progetto di didattica sperimentale rivolto alle scuole superiori, che promuove attività di monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici attraverso l’utilizzo di open data, tecniche di data journalism e tecnologie innovative di informazione e comunicazione. L’iniziativa è nata nel 2013 nell’ambito dell’iniziativa OpenCoesione , in collaborazione con il Miur e la Rappresentanza in Italia Commissione Ue e con il supporto del Progetto finanziato dal Programma di azione e coesione complementare al Pon Governance e assistenza tecnica Fesr 2007-2013.

Il progetto
Utilizzando come fonte principaleOpenCoesione.gov.it , il portale del Governo che pubblica informazioni e dati aperti relativi a progetti finanziati con fondi delle politiche di coesione, i ragazzi hanno realizzato ricerche su temi diversi: dalla ristrutturazione di un immobile da adibire a centro di aggregazione giovanile a Locri (Rc), al potenziamento delle infrastrutture per la raccolta differenziata in una rete di Comuni in provincia di Campobasso, all’apertura di un nuovo centro per l’accoglienza degli immigrati regolari a Bovalino (Rc).
L’edizione 2015-2016 del progetto ha visto la partecipazione di 120 scuole (contro le 86 dell’anno precedente e le 7 del 2013-2014), con circa 2.500 studenti e 150 docenti, e la collaborazione attiva di 28 antenne Europe direct e di 63 associazioni entrate a far parte degli «Amici di Asoc». Il percorso didattico è articolato in 5 lezioni, 1 visita di monitoraggio civico, la partecipazione attiva all’evento internazionale Open data day, 1 evento pubblico finale. La classe prima classificata vince un viaggio di istruzione con visita guidata al Centro comune di ricerca di Ispra e alla sede di Milano della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, mentre la seconda si aggiudica una visita guidata presso il Senato della Repubblica.

Federmeccanica porta la tecnologia tra i banchi delle elementari

da Il Sole 24 Ore

Federmeccanica porta la tecnologia tra i banchi delle elementari

di Claudio Tucci
Si può orientare all’«imprenditorialità» e al «saper fare» già dai banchi della scuola primaria? «Sì», con una gara di costruzioni tecnologiche, dove i bambini, in gruppo, e applicando nozioni di matematica, disegno, italiano e scienze, progettano e realizzano un giocattolo innovativo.

Il progetto
Diffuso ormai da anni in alcuni Paesi europei, Finlandia, Germania, Francia e Olanda, è giunto, da noi, alla quarta edizione il progetto «Eureka! Funziona!», voluto da Federmeccanica, in accordo con il ministero dell’Istruzione, per dare agli alunni di terza, quarta e quinta elementare una “prima infarinatura” di cultura tecnica e scientifica, facendo leva su creatività e “spirito imprenditoriale”. Oggi al teatro comunale di Bologna vengono premiati gli oltre 500 alunni “vincitori” della competizione 2016, dedicata all’automazione, uno degli assi portanti di Industry 4.0. «È sotto gli occhi di tutti che nuove tecnologie e innovazioni stanno cambiando il mondo della manifattura – ha sottolineato il presidente di Federmeccanica, Fabio Storchi -. E per le attività lavorative e professionali ci sarà sempre più bisogno di conoscenze tecniche e trasversali, di cui è bene, quindi, occuparci già agli esordi della formazione scolastica».

La formazione tecnica
A «Eureka! Funziona!», quest’anno, hanno partecipato oltre 11mila bambini di 28 città italiane (alla prima edizione, nel 2013, i partecipanti erano meno della metà, circa 4mila alunni); un crescendo d’interesse, testimoniato anche dai temi trattati nelle edizioni precedenti (pneumatica, meccanica, magnetismo). I bambini, suddividendosi ruoli e compiti, hanno “lavorato” alla realizzazione del giocattolo in 6/8 settimane. Federmeccanica ha fornito i kit con i materiali, tra cui un motorino, un led e un interruttore reed, formato da due magneti (che se avvicinati consentono al motorino di avviarsi o al led di accendersi – semplificando così il fenomeno dell’automazione, che è alla base della cosiddetta «Fabbrica intelligente»).

Decreto scuola, via libera definitivo

da Corriere della sera

Decreto scuola, via libera definitivo

Il voto alla Camera: 269 sì e 121 contrari. È legge il provvedimento che stanzia risorse per l’edilizia scolastica e per i commissari del concorsone, per gli alunni disabili delle paritarie e per l’assunzione di docenti della scuola dell’infanzia

A.De Gregorio

Sì definitivo dell’Aula della Camera al decreto legge Scuola. Con 268 voti a favore e 121 contrari (nove gli astenuti) viene dunque definitivamente raddoppiato il compenso per i commissari del concorso docenti 2016; slitta al 15 settembre la data dell’immissione in ruolo dei docenti; si destinano 12 milioni di euro al sostegno agli alunni disabili nelle scuole paritarie; e il «bonus cultura» viene esteso ai diciottenni in possesso di permesso di soggiorno in corso di validità. Due misure, queste ultime, che «daranno certamente un contributo al processo di integrazione, necessario se vogliamo realizzare una società inclusiva, senza barriere e rispettosa di ognuno», ha detto nell’Aula della Camera la deputata di Scelta Civica Valentina Vezzali.

«Verso la parità»

«Con il voto di oggi – ha sottolineato il sottosegretario al Miur Gabriele Toccafondi – la maggioranza e il governo fanno un altro passo verso la parità scolastica. Chi parla di scuole paritarie come scuole private senza inclusione entri in una scuola e apra gli occhi, come per esempio ho visto a Torino alla scuola del Cottolengo pochi giorni fa». Per Toccafondi, «quello che oggi è legge è un ulteriore riconoscimento della parità con un contributo 12 milioni per la disabilità nelle scuole paritarie. Una piccola ma significativa risposta dopo decenni di immobilismo».

Misura riparatrice

Etichettato come «misura riparatrice» della legge 107, approvata quasi un anno fa, il decreto (n. 62/2016), sottoposto a voto di fiducia il 12 maggio al Senato, ha suscitato qualche malumore: «Il decreto legge scuola è arrivato “blindato” alla Camera – ha dichiarato l’onorevole Elena Centemero – e pertanto immodificabile». L’esponente di FI si chiede cosa sarebbe successo se la riforma Buona Scuola fosse stata corretta prima di diventare legge: «Non avremmo avuto bisogno di un decreto scuola se la 107 fosse stata affrontata in maniera più riflessiva» ha affermato. Centemero ritiene «contraddittoria la scelta di ridurre i crediti formativi riconosciuti nel passaggio tra ITS e atenei, penalizzando quei percorsi formativi che si svolgono in stretto contatto col mondo dell’impresa, e la decisione di innalzare dal diploma alla laurea il livello di formazione necessario per l’accesso all’ordinamento professionale dei periti industriali». Bene, invece, l’intervento a favore dei docenti delle graduatorie di merito per le scuole dell’infanzia, «oggetto di una grave disparità trattamento nella legge 107». Promosso il contributo alle scuole paritarie per i ragazzi disabili e le assegnazioni provvisorie interprovinciali. «Mi chiedo però – conclude – a che punto siano le deleghe della Buona Scuola, come quelle sulla formazione iniziale e il sistema integrato 0-6 anni. E penso al piano straordinario di mobilità, in particolare per i docenti della fase B del piano di assunzioni».

Occasione persa

La Gilda degli insegnanti, in una nota dichiara invece che si è «bruciata un’occasione per correggere le gravi storture della legge 107/2015». «Il provvedimento non scalfisce gli aspetti più deleteri della riforma, ovvero chiamata diretta, ambiti territoriali e comitato di valutazione, che stanno producendo già pesanti effetti negativi – avverte Rino Di Meglio, il coordinatore nazionale -. E all’orizzonte si prospettano altre gravi ricadute sul regolare avvio del prossimo anno scolastico a causa dei ritardi nelle assegnazioni dei docenti alle classi. Nonostante i toni trionfalistici del Pd – conclude Di Meglio – riteniamo che il provvedimento approvato questa mattina non sia affatto risolutivo delle principali criticità della legge 107/2015 contro le quali proseguiamo la battaglia attraverso la raccolta delle firme per il referendum».

Il provvedimento

Il provvedimento oltre a raddoppiare i compensi per i commissari del concorso a cattedra (8 milioni in più per il 2016) stanzia ulteriori 64 milioni di euro (per il 2016), per proseguire il programma Scuole Belle (interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale degli edifici scolastici). Tra gli interventi più importanti, lo stanziamento, dal 2017, di 12 milioni di euro per il sostegno agli alunni disabili nelle scuole paritarie; l’assunzione di un certo numero di docenti di scuola dell’infanzia; la possibilità per i docenti neo-assunti di accedere alle operazioni di assegnazione provvisoria in deroga al blocco triennale; la proroga al 15 settembre 2016 del termine per le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente della scuola statale; il pagamento delle supplenze brevi entro il trentesimo giorno successivo all’ultimo giorno del mese di riferimento. È anche prevista la proroga (fino al 31 dicembre 2016), in alcune situazioni, degli appalti per i servizi di pulizia nelle scuole.

Formazione superiore

Altre disposizioni riguardano il sistema della formazione superiore e della ricerca. In particolare, il provvedimento finanzia con un contributo di 3 milioni di euro, a decorrere dal 2016, la scuola sperimentale di dottorato internazionale del Gran Sasso Science Institute (Gssi). Viene diminuito il limite minimo dei crediti formativi universitari da riconoscere, a conclusione dei percorsi realizzati dagli Its (Istituti tecnici superiori), agli studenti che intendono iscriversi a un corso universitario. Per i periti industriali si innalza il titolo di studio richiesto per l’accesso alla libera professione (dal diploma di istituto tecnico al diploma di laurea). Viene anche introdotta una nuova modalità di calcolo dell’Isee relativo ai nuclei familiari con componenti con disabilità o non autosufficienti.

Concorso, si chiude col “botto”: in 150mila per 24mila posti tra infanzia e primaria

da La Tecnica della Scuola

Concorso, si chiude col “botto”: in 150mila per 24mila posti tra infanzia e primaria

È iniziato il conto alla rovescia sulle prove scritte del concorso per assicurarsi una delle 63.712 cattedre messe a disposizione dal Miur per il prossimo triennio.

Ad una manciata di giorni dall’ultima prova – si chiude il 30 e 31 maggio con primaria ed infanzia, le discipline con più candidati -, l’Ansa ha fatto il punto della situazione numerica.

Ebbene, sino ad oggi i partecipanti alle verifiche scritte sono stati 70.696, con un tasso di partecipazione dei concorrenti del 90,81%.

Questi candidati si sono divisi tra oltre 2.500 sedi d’esame, su 139 classi di concorso (a fronte delle 31 della selezione del 2012) e per gli scritti sono state elaborate 93 tipologie di prova.

La chiusura si prevede con il “botto”: perché – scrive sempre l’agenzia di stampa Ansa – se per la scuola dell’infanzia e primaria saranno da assegnare 24.232 posti in tutto (6.933 per l’infanzia e 17.299 per la primaria, a cui aggiungere rispettivamente 304 e 3.799 posti per il sostegno), il numero di partecipanti sarà da capogiro (soprattutto se si presenteranno tutti): il 30 maggio 74.830, il giorno successivo 73.508. Con un’alta percentuale di candidature nelle regioni del Sud, in prevalenza in Campania e Sicilia (oltre 10mila domande per ciascuna), dove però i posti messi a bando sono meno che in altre.

A tal proposito, va ricordato che in alcune regioni gli Uffici scolastici regionali hanno avuto non poche difficoltà a reperire le aule utili allo svolgimento in contemporanea delle prove scritte (su computer) da parte dei tanti candidati che hanno presentato domanda per accedervi. Tanto che, qualora i giudici avessero accettato tutti i ricorsi presentati, da parte dei candidati sprovvisti di uno dei requisiti di accesso (come l’abilitazione, essere precari, ecc.), le commissioni avrebbero avuto seri problemi a collocare gli ultimi arrivati.

I quali, invece, sono stati davvero pochi: sinora, i candidati ammessi a partecipare alle prove con il provvedimento cautelare del tribunale, conseguente a un ricorso, sotto il braccio, sono stati in tutto appena 51.

Secondo le ottimistiche proiezioni del Miur, entro il mese di luglio dovrebbe svolgersi per tutti i candidati che hanno superato il primo step degli scritti la prova orale: 35 minuti per una lezione simulata e 10 minuti di interlocuzione fra candidato e commissione. Nella valutazione dei titoli si valorizzeranno, fra l’altro, i titoli abilitanti, il servizio pregresso, il dottorato di ricerca, le certificazioni linguistiche.

Come è stato chiesto sinora, anche i candidati che sosterranno la prova a fine mese dovranno presentarsi all’esame scritto muniti di un documento di riconoscimento in corso di validità, del codice fiscale nonché di copia della ricevuta del versamento dei diritti di segreteria da esibire e consegnare al momento delle operazioni di riconoscimento: avranno a disposizione 150 minuti per rispondere a 8 domande che riguardano la materia di insegnamento di cui 2 in lingua straniera (per la primaria obbligatoriamente l’inglese).

Concorso dirigenti, si cambia

da La Tecnica della Scuola

Concorso dirigenti, si cambia

Il bando di concorso per dirigenti scolastici è dato ormai per imminente e questa potrebbe essere davvero la volta buona.

E’ da almeno un anno che, periodicamente, dagli uffici di Viale Trastevere escono in notizie sul concorso in dirittura d’arrivo.
Adesso, però, dovremmo proprio essere prossimi alla conclusione dell’intero percorso perchè dubbi e problemi dovrebbero essere stati definitivamente risolti.
Intanto appare ormai certo che la procedura concorsuale non sarà curata dalla Scuola nazionale della Pubblica amministrazione, che nel frattempo è stata sciolta, ma dal Ministero stesso. Sarà quindi anche cancellato il corso di formazione obbligatorio da svolgersi presso la Scuola di Amministrazione, ovviamente a spese dei concorrenti.
Modifiche importanti sono previste anche per le prove concorsuali.
Non ci sarà più la tradizionale prova scritta che impegnava i candidati su un tema ampio e articolato. Non si ancora di preciso con cosa verrà sostituito il “super-tema” ma sembra che gli esperti che sono al lavoro siano orientati a proporre una prova simile a quella utilizzata nei concorsi a cattedre: due tre “quesiti” a cui rispondere con testi sintetici contenuti in un numero predefinito di righe o parole.
Poco si sa invece relativamente alle modalità che verranno utilizzate per verificare le competenze dei candidati nella lingua straniera e nell’informatica. Per la lingua inglese una possibilità potrebbe essere un quesito “breve” a cui rispondere in lingua.
E’ certo però che la procedura per l’approvazione e la firma del bando sarà più semplice del passato: questa volta sarà infatti sufficiente un decreto ministeriale, atto che non richiede controlli meno complessi rispetto ad altri strumenti come il “decreto della presidenza del consiglio dei ministri” utilizzato in precedenza.
Va infine precisato che, proprio per contenere i tempi, è molto probabile che regolamento generale e bando vero e proprio verranno emanati insieme o a brevissima distanza l’uno dall’altro.
Nel concreto, quindi, non è azzardato pensare che già nella prima settimana di luglio gli atti necessari a dare avvio alle procedure concorsuali saranno sottoposti alla firma del Ministro.

Personale ATA, ecco le tabelle delle posizioni economiche

da La Tecnica della Scuola

Personale ATA, ecco le tabelle delle posizioni economiche

Ecco il commento della Cisl Scuola in merito all’incontro Miur – sindacati che ha riguardato il personale ATA. Il sindacato fornisce anche le tabelle delle posizioni economiche

“Si è svolto stamattina al Miur un incontro di informativa sulle numerose e più volte rappresentate problematiche del personale ATA. Si registrano finalmente positivi passi avanti, soprattutto sullo sblocco delle assunzioni.
L’amministrazione ha reso note le azioni intraprese dal Miur nei confronti della Funzione Pubblica; in particolare, la lettera con cui il ministro Giannini chiede lo sblocco delle assunzioni al ministro Madia. Nella lettera il Miur ha segnalato la disponibilità di ulteriori posti vacanti (circa 500) rispetto a quelli del turn over bloccati per l’eventuale mobilità dell’ex personale delle province (tra l’altro finora nessuno è transitato nel Comparto Scuola).

La nota del ministro Giannini alla Funzione Pubblica oltre allo sblocco delle assunzioni segnala anche la necessità di prorogare i contratti di supplenza per consentire la funzionalità delle scuole nei mesi di luglio e agosto, alla luce dei numerosi adempimenti a carico delle segreterie scolastiche. Entro la prossima settimana il Miur invierà ai propri uffici periferici una nota con la quale si autorizzerà, in prima battuta, la proroga al 31 luglio dei contratti di supplenza, con ulteriore proroga al 31 agosto per quelli vacanti e disponibili.

Contestualmente la Funzione Pubblica dovrebbe autorizzare il “via libera” alle assunzioni in ruolo (previste entro agosto, con decorrenza 1.9.2015) per le quali si attingerà dalle graduatorie “24 mesi” del corrente anno scolastico. Notizie positive anche sul fronte del pagamento della quota “una tantum” delle posizioni economiche al personale ATA che si è visto attribuire, con lo stipendio di aprile 2016, il pagamento delle posizioni con gli arretrati da gennaio 2015. Come si ricorderà il compenso “una tantum” per le posizioni maturate nel periodo del blocco delle progressioni economiche (ex art. 9, decreto-legge 78/2010) era stato sospeso: secondo l’amministrazione i destinatari sembravano essere superiori a quelli preventivati nell’accordo ARAN del 2014. La Cisl Scuola e le altre organizzazioni sindacali, invece, hanno sempre sostenuto che i numeri dei beneficiari erano assolutamente compatibili con le previsioni di spesa del suddetto accordo. Di questo, oggi, si ha certezza perché l’amministrazione ha consegnato ai sindacati i numeri reali finalmente verificabili alla luce dei flussi dei nominativi inviati a NoiPA nel febbraio scorso. L’Amministrazione si è impegnata a comunicare al MEF che non ci sono più ragioni per tenere bloccato il pagamento del compenso “una tantum” pregresso.

La Cisl Scuola, altresì, ha ribadito la necessità

  • di risolvere al più presto la questione del pagamento della indennità (riferita agli anni scolastici 2014/15 e 2015/16) ai DSGA con incarico su due scuole;
  • di avviare al più presto il confronto sugli organici.

L’Amministrazione ha concluso l’incontro condividendo l’esigenza, più volte rappresentata nelle numerose iniziative di mobilitazione, di affrontare in modo organico le problematiche del personale ATA, così oggettivamente trascurate in questo anno scolastico”.

Leggi le Tabelle delle posizioni economiche (clicca qui)

Mobilità 2016, la denuncia: tanti docenti cambieranno sede e materia

da La Tecnica della Scuola

Mobilità 2016, la denuncia: tanti docenti cambieranno sede e materia

“Non è pensabile che nel piano di mobilità, oltre a cambiare sede, i docenti debbano anche cambiare la materia insegnata”.

A lanciare l’allarme, a pochi giorni dalla pubblicazione dei primi movimenti della mobilità del personale docente per l’a.s. 2016/17, è Elena Centemero, deputata e responsabile scuola e università di Forza Italia.
“Il tema della mobilità dei docenti – spiega la Centemero – è estremamente serio: ne va innanzitutto della formazione degli studenti, che hanno diritto alla continuità didattica senza dover subire un continuo cambio di insegnanti. Noi avevamo presentato un emendamento alla legge 107 proprio per evitare di compromettere la qualità dell’insegnamento per le studentesse e gli studenti”.

L’ipotesi che potessero essere prodotti dei trasferimenti con le nuove classi di concorso, dopo che le domande sono state presentate con le vecchie, era stata prodotta un mese ì dalla Tecnica della Scuola. Nel frattempo, però, è notizia di due settimane orsono,i sindacati si sono accorti che le nuove tabelle, approvate il 16 febbraio 2016, sono pienze zeppe di errori. E ora, francamente, anche questa eventualità potrebbe cadere.

In ogni caso, secondo la forzista, con il modello di mobilità che si è venuto a creare, a seguito dell’accordo con i sindacati maggiori e in attesa che la Legge 107/15 venga applicata in toto, c’è il rischio fondato che molti docenti coinvolti nei trasferimenti cambino disciplina d’insegnamento. E questo, perché, sostiene Centemero, è “come se le discipline fossero intercambiabili”.

“Senza considerare – aggiunge – i docenti immessi in ruolo nella fase B, che sono particolarmente svantaggiati. E’ inaccettabile che a guidare la vita lavorativa degli insegnanti, compresi i loro spostamenti di sede, non siano la professionalità e le competenze, ma la sorte”.

D’accordo con Centemero si dice, nella stessa giornata, l’associazione sindacale Anief, secondo la quale “l’accorpamento delle cattedre” potrebbe produrre “l’effetto di portare nelle nuove discipline dei docenti privi di specifica abilitazione all’insegnamento. I quali avevano chiesto solo un trasferimento, ma non certo di insegnare un’altra materia”. E lo stesso destino sarebbe riservato a diversi di coloro che chiederanno l’utilizzazione o l’assegnazione provvisoria.

Per il presidente Anief, Marcello Pacifico, “siamo di fronte ad una situazione assurda. Perché le regole del ‘gioco’ si stabiliscono prima. E non a gara in corso. A pagarne le conseguenze negative saranno gli studenti: privati dei docenti esperti e messi davanti a prof improvvisati su discipline che all’università hanno appena sfiorato”.