Finanziaria 2017: per le paritarie un passo nella giusta direzione

Finanziaria 2017: per le paritarie un passo nella giusta direzione

 

Il primo Ministro Renzi ha presentato, durante la conferenza stampa del 15 ottobre u.s., i contenuti della Legge di Stabilità approvata dal Consiglio dei Ministri, che a breve prenderà il via in Parlamento.

Secondo quanto dichiarato, nella manovra c’è “1 miliardo in più su scuola e università, non solo per i decreti legislativi per la buona scuola” ma anche per un “intervento per le scuole non statali, per le materne paritarie”, per quelle che “hanno insegnanti di sostegno e che hanno un numero di disabili rilevante”.

Le scriventi associazioni non possono che esprimere apprezzamento per l’attenzione dimostrata al servizio pubblico che le scuole paritarie svolgono e, in modo particolare, per l’interesse agli alunni con disabilità che le frequentano (ad oggi oltre 12mila ma in costante crescita), le cui famiglie sono state fino ad oggi ingiustamente discriminate dal disinteresse dello Stato.

Se confermata, tale decisione rappresenta un passo importante nella direzione del cambiamento di cui l’Italia ha bisogno. C’è da augurarsi, come ha sottolineato il Presidente del Consiglio, che trattandosi di “scuole che fanno un servizio pubblico, non vi siano polemiche ideologiche”, tanto più che si tratta di “un principio di buon senso, di equità e di giustizia”, oltre che “di risparmio per lo Stato”.

Come ha dichiarato il sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi, “la parità scolastica oggi è più vicina grazie a 100 milioni di euro aggiuntivi inseriti nella legge di stabilità”. Se si prosegue in questa direzione, “finalmente si potrà parlare di parità scolastica anche in Italia così come nel resto del mondo si fa da decenni”.

 

Milano, 17 ottobre 2016

 

Le associazioni:

Agesc

Fidae

Fism

Foe

Autismo, riparte Filippide

Redattore Sociale del 17-10-2016

Autismo, riparte Filippide. In attesa del comune, spazio agli istruttori volontari

ìLa giunta capitolina non ha ancora rinnovato l’accordo con l’associazione Filippide, che garantisce attività sportiva qualificata a un centinaio di atleti con autismo e sindrome di Down, bambini e adulti. Il finanziamento necessario è di circa 175 mila euro. Pintus: “Abbiamo incontrato Baldassarre, confidiamo in segnale positivo”.

ROMA. Il progetto Filippide attende fiducioso. Ma intanto inizia le attività, con gli istruttori volontari, per non lasciare a casa i suoi atleti. E’ quanto sta accadendo a Roma, dove il progetto è nato nel 2012 e oggi offre a un centinaio di atleti, bambini e adulti con autismo, di praticare attività sportiva e impegnare in modo fruttuoso il proprio tempo.

L’accordo con il Campidoglio, su cui l’associazione Sport e società conta ormai da 4 anni, non è infatti ancora stato rinnovato. “Per una serie di ragioni, che vanno dal cambiamento di giunta alla situazione attuale dell’amministrazione”, ci spiega Nicola Pintus, presidente dell’associazione, che mercoledì scorso ha incontrato l’assessora alle Politiche sociali Laura Baldassarre. “Abbiamo presentato anche una serie di documenti per dar prova della nostra estraneità alle vicende di Mafia capitale, visto che in questo momento, le attività come la nostra sembrano essere sotto la lente d’ingrandimento. Ma il progetto Filippide – ricorda Pintus – è del Comitato italiano paralimpico, oggi ente di stato, ha una sua specificità e opera in un piccolo settore, in cui tra l’altro le risposte ai bisogni sono davvero poche e insufficienti Peraltro, ci sono sentenze del Tar in base alle quali le attività sportive possono essere affidate direttamente. Dal punto di vista strettamente burocratico, quindi, mi sento di poter rassicurar e completamente l’amministrazione”.

Pintus e il progetto Filippide possono però farsi forte soprattutto dell’importanza e dell’utilità del lavoro che svolgono: “dal 1 ottobre al 30 giugno, impegniamo un centinaio di atleti in diverse attività sportive: dall’atletica al nuoto al nuoto sincronizzato, quest’ultimo destinato alle ragazze con sindrome di Down, che peraltro si sono aggiudicate il titolo mondiale. Ci sono 45 bambini in età pediatrica, dai 2 anni e mezzo ai 10, che con Filippide coprono le lacune della scuola: visto che assistenza e sostegno non coprono mai l’intero orario settimanale -ci spiega Pintus – in sinergia con gli istituti scolastici impegniamo qui i bambini una o due volte a settimana a tempo pieno, permettendo così alla scuola di concentrare le ore di copertura sugli altri giorni”. Un aiuto prezioso per le famiglie, sempre alle prese con orari ridotti e servizi inadeguati.

Ancor più impegnati sono gli atleti adulti, per i quali l’attività è addirittura giornaliera, “visto che per gli adulti con autismo non esistono praticamente servizi né strutture: qui tutti gli atleti hanno a disposizione un operatore sportivo specializzato, con un rapporto di 1 a 1 da quando arrivano a quando vanno via. Il tutto, a costo zero per le famiglie”.

Dei circa 100 atleti che beneficiano di questo servizio, 80 sono coperti dal finanziamento del comune di Roma, che ammonta a circa 175 mila euro l’anno. “Contiamo di avere presto una risposta positiva da parte della giunta. Ma intanto non possiamo aspettare: i bambini, come pure gli adulti, restano a casa se la nostra attività non riparte. E il ritardo è stato già troppo pesante, per le famiglie. Così abbiamo iniziato, seppur a regime ridotto, intanto con gli adulti, ma partiremo nei prossimi giorni anche con i bambini: ci sono 40 operatori che stanno prestando il proprio servizio gratuitamente, in attesa che arrivi la riposta e la situazione si sblocchi. Per ora, siamo fiduciosi e non vogliamo neanche pensare a cosa faremo se la risposta sarà negativa”.

A dar forza all’impegno dell’associazione, c’è il riconoscimento da parte delle famiglie: “Mio figlio, come tutti i ragazzi autistici, risente innanzitutto del beneficio primario dell’acqua, che è il suo elemento preferito – ci racconta Paola Nicoletti, mamma di un ragazzo autistico – Ma il progetto Filippide è molto di più: gli operatori lavorano a tutto tondo, aiutandoli a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi nelle autonomie, trattandoli con affettuosa amicizia, come loro pari. Anche in acqua, regna la calma: non ho mai sentito un grido o visto uno scatto di impazienza. Per noi famigliari il progetto Filippide è un caposaldo, su cui siamo abituati a contare: un ambiente in cui ci sentiamo compresi e sostenuti, un punto di incontro dove scambiare idee, emozioni, paure e difficoltà anche tra noi genitori. Per questo mi auguro che l’attività trovi ancora il sostegno di cui ha bisogno. E intanto ringrazio tutti gli operatori che, volontariamente, si stanno già impegnando per farla ripartire”. (cl)

L’aggressione a Luca Abete non è casuale!!!

L’aggressione a Luca Abete non è casuale!!!

di Maurizio Tiriticco

Penso di avere già espresso la mia solidarietà a Luca Abete! Ma ora, dopo aver visto il video, non posso non preoccuparmi dell’arroganza di certi nostri poliziotti! Minacce e parolacce… a non finire! Per difendere una rappresentante del – come si suol dire – Potere costituito, che d’altra parte nessuno minacciava!!! E io che credevo che le parolacce fossero solo dei tifosi delle partite di calcio!!! Che tristezza, quando alla mancanza di argomenti, si risponde con gli insulti e le parolacce, soprattutto da parte di chi l’ordine dovrebbe mantenerlo, almeno nelle parole!. Abete non ne ha detta neanche una, anche se era maltrattato in quel modo!!! Ma Abete è un professionista serio e una persona civile! Certi nostri tutori dell’ordine, invece, no! Eppure il “soggetto” era già immobilizzato!!!

Ebbene, va detto un NOOO forte così!!! Non è così che una polizia di Stato di un Paese democratico – o presunto tale!? – si qualifica. Purtroppo, non è la prima volta che poliziotti e carabinieri vadano oltre i compiti che la legge affida loro. Purtroppo certe mentalità e abitudini tipiche della polizia fascista non sono cambiate! Eppure abbiamo una Costituzione! Ma è oggetto di studio nei corsi di preparazione per gli addetti alle forze dell’ordine? O insegnano loro solo come si usano i manganelli?

Dimenticavo! Forse siamo una democrazia troppo giovane, dopo millenni di “non” storia patria e dopo un ventennio di monarco/fascismo. Pippetto, alias Vittorio Emanuenle III di casa Savoia – avventurieri piemontesi più che una Casa Regnante, che avrebbero dovuto porre un Conte di Cavour, che è stato il loro mallevadore, sull’altare!!! – si avvalse di Mussolini finché gli fece comodo! Lo fece Capo del Governo, quando l’esercito e la polizia non furono in grado di fermare la Marcia su Roma. Grazie al Duce, divenne anche Re di Albania e Imperatore d’Etiopia! Ma poi, quando vide le brutte, si sbarazzò di lui, con un vero e proprio tradimento! Lo convocò a Villa Ada per un colloquio e poi lo fece impacchettare dai suoi carabinieri che lo trascinarono via come un ferro vecchio. E per giorni e giorni nessuno di noi italiani seppe che fine avesse fatto il Duce, sostituito da un Badoglio! E poi la fuga da Roma del Re dopo l’armistizio!

Ma che diavolo di Re abbiamo avuto! Un voltagabbana, come tutti i Savoia! E trasferì la corona a Brindisi in quella parte d’Italia liberata dagli alleati. Ma, se i tedeschi di Hitler avessero vinto la guerra, la Casa Savoia sarebbe ancora regnante. Viene da pensare: menomale che abbiamo perso la guerra, la guerra fascista ovviamente! Menomale che abbiamo vinto la guerra della Resistenza! Che poi – purtroppo, sempre fortunati i Savoia! – era anche la guerra di Pippetto, Re del brindisino, protetto dagli Alleati, lui che qualche giorno prima era protetto dai nazisti. Che pena la nostra storia patria! Un regno delle Due Sicilie occupato e martoriato! La questione meridionale non è nata per caso, ma dall’occupazione savoiarda. E qui mi fermo! Sto andando oltre, ma… il maltrattamento di Luca non è casuale, viene da lontano, da abitudini che sono dure a morire!!! Eppure, abbiamo una Costituzione che pochi hanno letto e fatto propria: ed ora qualcuno ci vuole mettere le mani! No!!!

Sgravi di tre anni per le aziende che formano e poi assumono

da Il Sole 24 Ore

Sgravi di tre anni per le aziende che formano e poi assumono

di Claudio Tucci

Il governo rafforza l’alternanza: in legge di Bilancio, approvata sabato sera dal Cdm, ci sarà una norma che apre alla decontribuzione per le aziende che assumono giovani dopo aver svolto un periodo di alternanza scuola-lavoro o di tirocinio curriculare (in caso di studenti universitari). E così, se l’impresa assume a tempo indeterminato, entro sei mesi dall’acquisizione del titolo, ragazzi che sono stati formati “on the job”, spetta uno sgravio per 36 mesi (l’importo esatto del bonus è ancora in corso di definizione). L’ipotesi è di estendere questo incentivo anche alle imprese che stabilizzano lo studente in precedenza assunto come apprendista. Complessivamente, per il pacchetto scuola-università vengono stanziati oltre 800 milioni di euro.

Più fondi agli Its
Ancora in tema di formazione e imprese, un’altra novità di rilievo della legge di Bilancio l’ha annunciata direttamente il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: gli Its, le super scuole di tecnologia alternative all’università, «che offrono sbocchi reali nel mondo del lavoro, avranno più investimenti». L’idea allo studio è il raddoppio dei fondi, da 13 a 26 milioni annui; e un ulteriore pacchetto di semplificazioni di governance e regole contabili, con l’obiettivo, tra l’altro, di rafforzare il ruolo di aziende e scuole capofila nella realizzazione di un’offerta didattica di qualità a vantaggio degli studenti.

Cinque in pagella alla Buona scuola ma gli italiani salvano gli insegnanti

da la Repubblica

Cinque in pagella alla Buona scuola ma gli italiani salvano gli insegnanti

Indagine Demos-Coop. Bocciata la riforma Alta la fiducia nel corpo docente, specialmente negli atenei. Sempre più apprezzati gli istituti privati

Ilvo Diamanti
LA “BUONA scuola”. È una riforma di bandiera per il governo presieduto da Matteo Renzi. D’altronde, fin dal titolo, riflette lo stile comunicativo del premier. Diretto e friendly.
SU UNA materia che coinvolge tutti i cittadini. Tutte le famiglie. E, per questo, dovrebbe unire, non dividere gli italiani. Per questo — anche per questo — il premier ha dedicato molto spazio alla scuola nella legge di bilancio 2016-17 presentata ieri.
Eppure, nonostante tutto, agli italiani, o meglio: a molti italiani, la Buona scuola non pare tanto “buona”. È ciò che emerge dal sondaggio di Demos- Coop condotto negli ultimi giorni. Certo, l’istituzione scolastica continua a suscitare grande fiducia, come dichiara oltre metà (52%) degli italiani (intervistati). Tuttavia questo dato appare in calo (4 punti in meno), rispetto all’anno scorso. Tanto più rispetto al decennio precedente: oltre 10 punti. Insomma, la scuola resta al centro dell’interesse dei cittadini. Ma, rispetto al passato, suscita qualche dubbio in più.
Un altro segno di cambiamento nel clima d’opinione, a questo proposito, riguarda la crescente credibilità della “scuola privata” di fronte a quella “pubblica”. Oggi, la differenza fra i due ambiti del mondo scolastico è molto limitata: 4 punti appena. Mentre dieci anni fa erano 10. Le ragioni di questa evoluzione sono diverse. Di certo, però, la scuola privata non costituisce più la periferia del sistema. Frequentata da studenti di famiglia agiata e dal rendimento scarso. Propone, invece, un’offerta articolata e, talora, qualificata. A livello universitario, inoltre, è nota la presenza di atenei “privati” di assoluto rilievo, in ambito non solo nazionale. Il prestigio della scuola pubblica, tuttavia, continua a essere elevato, soprattutto nelle regioni del Centro- Nord. Molto meno nel Mezzogiorno. Orientamenti che riflettono il diverso grado di considerazione dello Stato e delle istituzioni pubbliche in Italia. Ma anche un diverso livello di efficienza, certificato da sistemi di valutazione nazionali ed europei. Tuttavia, se la scuola “soffre” un declino di fiducia fra i cittadini non è certo a causa “dell’insegnamento degli insegnanti”. I quali mantengono un prestigio sociale elevato. Su tutti, i professori universitari, “stimati” dal 64%. Seguiti dagli insegnanti delle elementari. I “maestri”, che improntano la nostra biografia personale (e tanta narrativa, letteraria e tele-cinematografica): 55%. Non è colpa loro se l’immagine della scuola si è appannata. Tanto che la maggioranza degli italiani ritiene maestri e professori “preparati” ma prevalentemente “sotto-pagati”. E condivide la protesta dei docenti ai quali la “Buona scuola” ha assegnato sedi lontane dalla regione dove risiedono.
Il deficit di fiducia nella scuola che si osserva negli ultimi tempi, secondo gli italiani, dipende, invece, dal deficit di investimenti pubblici. Un problema che si ripercuote, anzitutto, sull’habitat di chi studia e insegna. Gli edifici scolastici, infatti, secondo due persone su tre, sono inadeguati e, ancor più, insicuri. Ma il primo fra i problemi denunciati dagli italiani (intervistati) è la mancanza di risorse per la didattica. Insieme allo scarso collegamento con il mondo del lavoro. Mentre molti, anzi, quasi tutti, sottolineano l’esigenza di “formare i formatori”. Cioè, di inserire, a loro volta, i docenti in un processo di formazione continua. Associato a sistemi di valutazione che permettano di “premiare il merito”. Concetti ripetuti da tempo. E, come dimostra anche questo sondaggio, largamente condivisi. Sempre evocati eppure mai attuati davvero. Anche se qualcosa si è mosso, negli ultimi anni. In particolare nell’Università, dove la valutazione della didattica e della ricerca è divenuta una pratica consolidata. Per distribuire le risorse ministeriali. Agli Atenei e ai Dipartimenti. Ma anche per regolare le carriere dei docenti. Con procedure, peraltro, discusse e discutibili, per i parametri adottati nella valutazione.
Infine, ma non per importanza, l’indagine di Demos- Coop sul rapporto fra gli italiani e la scuola fa emergere un rilievo auto-critico, per gli intervistati. Il peso crescente e perfino eccessivo dei genitori, di fronte agli insegnanti. In difesa dei figli. Un altro segnale e meccanismo del familismo dis-educativo diffuso in Italia.
Questi rilievi contribuiscono a spiegare il voto “negativo” attribuito dagli italiani intervistati alla riforma della Buona scuola. Disegnata e approvata due anni fa, dal governo guidato da Matteo Renzi, con la supervisione della ministra Stefania Giannini. Esperta di scuola, visto che è stata rettrice dell’Università per stranieri di Perugia. Senza ottenere i risultati attesi, come dimostrano le molteplici tensioni degli ultimi anni. Intorno alle cattedre da assegnare e a quelle vuote, agli insegnanti di sostegno per gli alunni diversamente abili. Come dimostrano le opinioni rilevate in questo sondaggio. La riforma e i provvedimenti sulla scuola avviati dal governo, infatti, secondo gli italiani, meritano l’insufficienza. Un 5 pieno. E (come segnala Luigi Ceccarini in questa pagina) i più critici sono proprio coloro che, in famiglia, vivono con persone che frequentano scuole pubbliche. In altri termini. La Buona scuola piace di meno soprattutto a chi la conosce e ne ha esperienza. Tuttavia, se risaliamo all’origine dei “voti” attribuiti alla riforma, emerge un’altra spiegazione. Significativa. I giudizi, infatti, si differenziano e si distanziano soprattutto in base all’appartenenza politica. Anzi: partitica. Perché solo gli elettori del Pd attribuiscono alla riforma sulla scuola un voto molto positivo. Più che sufficiente. Vicino al 7. Mentre gli elettori di tutti gli altri partiti di centro, destra e sinistra — e perfino gli alleati di governo — la bocciano. O, almeno, la rimandano agli esami di riparazione.
Da ciò un’impressione. Un’idea. Che anche questa riforma, come il referendum costituzionale, sia irrimediabilmente personalizzata. Al di là del merito: è divenuta la Scuola di Renzi. E ciò rende ancor più difficile — letteralmente — darle un “voto”.

Alternanza scuola-lavoro, croce o delizia? Miur e Cgil tirano le somme del primo anno post riforma

da La Tecnica della Scuola

Alternanza scuola-lavoro, croce o delizia? Miur e Cgil tirano le somme del primo anno post riforma

Qual è la verità sull’alternanza scuola-lavoro, su cui il Governo ha investito tanto nell’ambito della riforma della Buona Scuola?

Quella che verrà descritta al Miur, martedì prossimo, 18 ottobre alle 10.30, alla presenza del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini? Oppure, quella che, nello stesso orario, a pochi chilometri, verrà descritta da Cgil, Flc Cgil, Rete degli Studenti Medi e Fondazione Di Vittorio che parleranno del monitoraggio svolto diverse decine di province?

Entrambi i risultati, arrivano al termine del primo anno di attuazione delle nuove disposizione previste dalla Legge 107/15. Nel primo caso, al Miur, il ministro presenterà anche l’iniziativa “I campioni dell’Alternanza”. Interverranno i rappresentanti di: Accenture, Bosch, Consiglio Nazionale Forense, Coop, Dallara, ENI, FAI, FCA, General Electric, HPE, IBM, Intesa Sanpaolo, Loccioni, McDonald’s, Poste Italiane, Zara. La mattinata si potrà seguire in diretta streaming sul canale YouTube del Miur.

È curioso che, nello stesso momento, con appena mezzora di differenza, presso la sede della Cgil nazionale (corso d’Italia 25 a Roma) è stata convocata una conferenza sullo stesso argomento, focalizzato sul monitoraggio delle esperienze di alternanza scuola-lavoro rilevate – dalla Cgil, Flc Cgil, Rete degli Studenti Medi e Fondazione Di Vittorio – in 87 Province di tutte le regioni italiane.

“Si tratta dell’unico monitoraggio fatto sulle esperienze di alternanza scuola lavoro”, hanno scritto gli organizzatori. E, dalle premesse, si tratta di esiti tutt’altro che entusiasmanti.

Come da noi rilevato nei giorni scorsi, non sarebbero buoni, soprattutto per i licei, i resoconti che verranno riportati nella sede della Cgil nazionale: “nonostante il pressing del Miur – abbiamo scritto – i risultati non possono definirsi soddisfacenti, anzi la quasi totalità degli studenti italiani ha visto in essa soltanto un’incombenza e il risultato ad oggi è che scuola e mondo del lavoro continuano a restare realtà distanti e distinte”.

Per capirne di più, a questo punto, non rimane che aspettare martedì mattina.

Ape social, le maestre d’infanzia pagheranno 60 euro al mese per 20 anni: gli altri prof 300 euro

da La Tecnica della Scuola

Ape social, le maestre d’infanzia pagheranno 60 euro al mese per 20 anni: gli altri prof 300 euro

Il Governo ha portato da 1.350 euro a 1.500 euro la soglia di reddito per accedere gratuitamente all’Ape social, ma per le maestre d’infanzia non cambierà molto.

Perché l’accesso al pensionamento anticipato, anche a 63 anni e mezzo, continuerà nella grande maggioranza dei casi a necessitare di un pagamento da parte del beneficiario: se un maestro ad inizio carriera percepisce 1.200 euro netti è ovvio che dopo i 60 anni, per via degli aumenti automatici e l’adeguamento dello stipendio al costo della vita, prenderà più di quei 1.300 euro (1.500 lordi) che il Governo ha oggi posto come limite per l’accesso all’Ape senza “mutuo” da restituire in un ventennio.

Rispetto alle nostre perplessità, espresse nei giorni scorsi per un impianto normativo che esclude quasi totalmente la platea dei potenziali beneficiari, lo scenario rimane pressoché immutato. Per avere la possibilità di accedere gratuitamente all’anticipo pensionistico, sarebbe dovuta passare la richiesta dei sindacati, che avevano proposto 1.650 euro di “tetto”.

Cosa accadrà ora? È semplice: le maestre d’infanzia pensionande che superano i 1.500 euro lordi (praticamente tutte) e rientrano nei parametri d’accesso, andranno in pensione con il reddito “ponte” che sarà in buona parte a carico dello Stato: il resto lo pagherà il lavoratore che ha beneficiato dell’anticipo. Questo avverrà, però, solo per la quota che supera la soglia.

A fornire l’entità del pagamento da effettuare è l’on. Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro: “per un’Ape agevolata da 2.000 euro lordi mensili, si applicherà circa l’1% di penalizzazione per ogni anno di anticipo”, ha detto il democratico,

In termini pratici, quindi, si tratterà di restituire (a partire dalla data di pensionamento dettata dalla riforma Monti-Fornero, quindi dopo i 67 anni) meno di 20 euro mensili l’anno. Per chi beneficerà dei tre anni e 4 mesi massimi consentiti, si tratterà di pagare circa 60 euro. Pari a 750 euro annui.Che per 20 anni fanno 15mila euro.

Una cifra – di massima – decisamente più tollerabile rispetto agli ai 60-80mila euro che, invece, pagheranno i colleghi che non rientrano nelle categorie usuranti (le maestre d’infanzia, gli edili, una parte degli infermieri): sarà questa la cifra (tutt’altro che allettante) che dovranno restituire tutti gli altri insegnanti e lavoratori della scuola.

Per costoro, infatti, l’anticipo volontario costerà tra il 4,6 e il 4,7% annui: per un docente di scuola secondaria a fine carriera corrispondono a circa 100 euro l’anno. Che per un triennio fanno 300 euro. Quindi, circa 3.500 euro l’anno.

Una cifra che in caso di premorienza del pensionato che ha beneficato dall’Ape, grazie al coinvolgimento delle assicurazioni, gli eredi non saranno chiamati a pagare sino al completamento del ventennio di “mutuo”.

Ricordiamo che potranno accedere all’Ape, tutti i lavoratori che hanno almeno 63 anni e sono a 3 anni e 7 mesi dalla pensione, e con un minimo di 20 anni di contributi (che salgono a 30 e 36 per l’Ape social, in caso di disoccupati o persone ancora attive). Nel pacchetto in via di approvazione c’è pure il cumulo gratuito dei contributi versati a enti diversi.

Le reti di ambito porteranno alle graduatorie di rete dei docenti

da La Tecnica della Scuola

Le reti di ambito porteranno alle graduatorie di rete dei docenti

Uno degli scopi delle reti di ambito è quello di mettere in rete tra le scuole dello stesso ambito le risorse professionali oltre quelle economiche.

In buona sostanza per abbattere le barriere della diversità tra scuole, per evitare la concorrenza sfrenata tra scuole, l’idea è quella di mettere in rete le scuole dello stesso ambito per una condivisa gestione degli organici e del personale scolastico.

Con la nascita delle reti di scuole e dei relativi organici funzionali di rete potrebbero cambiare, e non poco, diverse norme contrattuali, come per esempio quelle relative alla mobilità.

Infatti è ormai cosa nota che in tutta Italia, nel silenzio delle stanze degli uffici scolastici, si sono o si stanno costituendo le reti di ambito a cui sono obbligate all’adesione tutte le scuole di un dato ambito.

Con la definizione stabile dell’organico dell’autonomia, che ha superato la fase in cui c’era prima l’organico di diritto e poi quello di fatto, che è stato determinato dagli USR, a seconda dei fabbisogni delle reti scolastiche dell’ambito, si tenterà l’operazione di passare, al fine di individuare i docenti soprannumerari, dalle graduatorie interne d’Istituto a quelle di rete scolastica di ambito territoriale.

In buona sostanza l’idea è quella, fatta salva la posizione dei docenti titolari di scuola, di abolire le graduatorie interne d’Istituto, per sostituirle con le più pratiche e funzionali graduatorie di rete di scuole di ambito.

Per fare un esempio concreto di quello che potrebbe essere il nuovo modello di graduatorie, prendiamo il caso di un comune mono distrettuale. In tale comune i licei potrebbero costituire una rete scolastica, così come gli istituti tecnici e professionali potrebbero costituirne un’altra, per cui, su tali reti di scuole, si costituirebbero delle graduatorie di rete, in cui verrebbero graduati, a seconda della classe di concorso di appartenenza e delle norme contrattuali condivise con i sindacati, i docenti titolari nella rete (in quanto titolari o dell’ambito o di scuola appartenente alla rete).

Il motivo per cui si renderà indispensabile un provvedimento di graduatorie di rete scolastica, come suddetto, è dovuto alla naturale conseguenza della formazione delle reti di ambito, ma anche per il fatto che, se si procedesse con le graduatorie interne d’Istituto, c’è il rischio fondato che un titolare di scuola finisca soprannumerario di ambito in quanto perdente posto nella sua scuola di titolarità, mentre un titolare di ambito potrà mantenere il suo posto nella scuola in cui presta servizio per un triennio.

Inoltre si prevede anche, per il rinnovo delle graduatorie di I, II e III fascia di Istituto per le supplenze, un nuova formula di graduatorie divise per ambito territoriale. Per cui è probabile attendersi un provvedimento che per il triennio 2017-2020, preveda l’istituzione di graduatorie di ambito territoriale di I, II e III fascia per le supplenze di ambito, in tal caso è pensabile che i candidati a questo tipo di graduatorie possano chiedere uno o più ambiti territoriali della stessa provincia.

Bonus premiale: poca trasparenza, disattese le indicazioni dell’Anac

da La Tecnica della Scuola

Bonus premiale: poca trasparenza, disattese le indicazioni dell’Anac

Sulla questione del bonus premiale per i docenti sembra ormai essere calato il silenzio.
Dopo il vivace dibattito (con inevitabili polemiche, proteste e accuse) di qualche mese fa, tutto sembra essere stato metabolizzato dai docenti (e forse persino dai sindacati).
Da quanto ne sappiamo in poche, pochissime scuole i ds hanno resi noti i nominativi dei docenti premiati, quasi nessuno ha fatto sapere l’entità dei “premi” distribuiti.
Ma, quello che è ancora più sconcertante, molte scuole non hanno neppure pubblicato nel proprio sito internet il testo della delibera del comitato di valutazione riportante i criteri da utilizzare per la distribuzione del fondo premiale.
E’ del tutto evidente che – in tal modo – non si fa che alimentare i sospetti nei confronti dell’operato del dirigente scolastico.
E pensare che già ad aprile l’Autorità nazionale anti corruzione aveva fornito precise indicazione in merito inserendo l’attribuzione del “bonus premiale” fra le attività a rischio di corruzione. Per contenere il rischio – segnalava l’Anac – è necessario adottare misure trasparenti e quindi rendere noti i criteri, le procedure e così via.
Ma, come spesso è accaduto in questi mesi, ai proclami anti-107 dei diversi sindacati non è seguita nessuna azione concreta.
Anzi si sta ormai diffondendo una sorta di “presa d’atto” molto spesso acritica di tutto ciò che sta accadendo nelle scuole.
D’altra parte i sindacati sembrano oggi interessati a tutt’altro: uno dei leit-motiv delle ultime settimane riguarda la richiesta del ripristino delle prerogative sindacali messe in discussione dal decreto Brunetta del 2009.
Le proteste sulla mancata pubblicazione dei dati relativi alla attribuzione del bonus sono, per ora, limitate e sostenute in parte dai sindacati di base (è di queste ore un comunicato dei Cobas di Palermo) e in parte dalla Gilda.  Non si segnalano invece prese di posizione da parte dei sindacati confederali che, non essendo riusciti a far passare la loro tesi (il bonus va contrattato) sembrano aver deciso di disinteressarsi della questione.

Ricerca Mon Amour

RICERCA MON AMOUR di Umberto Tenuta

CANTO 737 RICERCA…AMORE MIO

CHE AMORE!

IL MIO AMORE!

“Non la verità di cui un uomo è o si crede in possesso, ma il sincero sforzo per giungervi, determina il valore del singolo. Infatti, le sue forze conseguono un miglioramento non in virtù del possesso della verità, ma della sua ricerca e soltanto in questo consiste il sempre crescente perfezionamento umano. Il possesso rende quieti, pigri e presuntuosi…

– Se Dio tenesse nella sua mano destra tutta la verità e nella sinistra il solo eterno impulso verso la verità, seppur con la condizione di dover andar errando per l’eternità, e mi dicesse: scegli! io mi precipiterei umilmente alla sua sinistra e direi: concedimi questa, o Padre!…”(LESSING)

EDUCAZIONE PER UNA CIVILTÀ IN CAMMINO (KILPATRIK)

 

Oggi, e sempre più domani, occorre educare per una civiltà in cammino.

Nessuno sa quelle che i nostri giovani alunni dovranno sapere, saper fare, saper essere domani.

Durante la loro vita assisteranno diverse volte all’obsolescenza dei loro saperi.

E dovranno acquisire nuovi saperi, nuove capacità, nuovi atteggiamenti.

Quale scuola per i nostri giovani?

Una scuola dei programmi, una scuola delle conoscenze, una scuola delle capacità, una scuola degli atteggiamenti oggi imperanti?

No!

Domani, appena domani, anzi stasera, saranno già obsoleti.

Le conoscenze, le capacità, gli atteggiamenti di oggi, quelli che la scuola insegna -insegna con tanta cura- domani saranno obsoleti.

Anzi, dannosi!

Lasciate vergini i cervelli!

Docenti cari, amici miei cari, riposate!

Non riempite di ciarpame le menti dei giovani.

Il ciarpame dei libri di testo!

Obsoleti il giorno dopo la loro pubblicazione.

Meglio non insegnare niente.

Ottimo far apprendere ad apprendere!

Imparare ad apprendere.

Imparare a riscoprire, inventare, costruire i saperi.

Imparare a ricercare!

Docenti, attenzione!!!

Arriva l’ISPETTORE.

Sottoporrà a severa prova i vostri alunni.

Verificherà se sanno fare le ricerche.

Verificherà se sanno scoprire che cosa è il complemento di specificazione!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

Stati Generali della lingua italiana: Italiano Lingua Viva

Il 17 e 18 ottobre si svolge a Firenze la seconda edizione degli Stati Generali della lingua italiana, intitolata Italiano Lingua Viva. L’evento sarà dedicato ad approfondire i temi della promozione linguistica e culturale all’estero con particolare attenzione al ruolo del mondo dell’impresa e delle produzioni creative del Made in Italy, proseguendo la riflessione avviata  nel 2015. L’iniziativa avverrà in concomitanza con la XVI Settimana della lingua italiana nel mondo (17 – 23 ottobre 2016) che sarà dedicata al tema della creatività ed avrà il titolo L’italiano e la creatività: marchi e costumi, moda e design.
Il 17 ottobre verrà lanciato il nuovo Portale della lingua italiana nel mondo. Verrà inoltre approfondita il tema dell’uso della lingua italiana nelle strategie di comunicazione delle aziende del Made in Italy con la partecipazione di rappresentanti dei settori della moda, del design, dell’enogastronomia e dell’auto-motive. Il 18 ottobre verranno presentati i risultati dei progetti avviati con la prima edizione del 2014 e i dati aggiornati sulla diffusione dell’insegnamento dell’italiano nel mondo. Allo stesso tempo si discuterà del legame tra lingua italiana e creatività.
Anche in questa edizione degli Stati Generali, sarà centrale il contributo di esperti, accademici e rappresentanti degli altri enti attivi nella promozione linguistica all’estero, convocati lo scorso 6 maggio dal Vice Ministro Mario Giro e dal Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese, Vincenzo De Luca, per l’avvio dei seguenti 5 Gruppi di Lavoro:

  • L’italiano nel mondo e l’italofonia
  • Strategie di promozione linguistica all’estero e attrazione degli studenti
  • Le nuove tecnologie e la comunicazione linguistica
  • La certificazione unica
  • Lingua, valore e creatività

Questa seconda edizione segue la prima edizione degli Stati Generali dell’ottobre del 2014, manifestazione che ha avuto il merito di rilanciare la promozione della lingua italiana all’estero, quale straordinario strumento di politica estera e di promozione del sistema paese nel suo insieme. In quell’occasione si è fatto il punto sullo stato di diffusione dell’insegnamento dell’italiano all’estero e si è definita una strategia operativa con l’avvio si progetti nuovi ed innovativi.
L’iniziativa del 2014, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e con il Comune di Firenze, è stata l’occasione per delineare nuove strategie di diffusione dell’italiano all’estero sulla base delle attuali sfide.
Tra le principali proposte emerse nel 2014 ricordiamo:

  • La creazione del Portale della Lingua italiana nel mondo, che sarà lanciato nella prossima edizione degli Stati Generali di ottobre 2016;
  • L’avvio di un progetto per  l’invio di laureati specializzati nell’insegnamento dell’italiano come lingua straniera, lanciato in via sperimentale nell’anno accademico 2015/2016, e a cui hanno aderito oltre 30 università straniere per l’anno accademico 2016/2017;
  • L’istituzione di una classe di concorso apposita per i docenti specializzati nell’insegnamento dell’italiano come L2, realizzata dal MIUR con la nuova classe di concorso A23;
  • La costituzione dell’Albo degli Italofoni che viene aggiornato periodicamente con l’inserimento di nuovi nominativi;
  • L’avvio di una Valutazione Indipendente dei corsi di lingua italiana all’estero, iniziata nel 2016, con una prima raccolta di dati relativi alla qualità didattica dei corsi d’insegnamento erogati dagli IIC.

Ad ottobre 2015, si è svolto a Firenze l’evento Riparliamone: la lingua ha valore per fornire un aggiornamento sull’attuazione dei progetti avviati nel 2014. Oltre ai dati aggiornati sulla diffusione dell’insegnamento dell’italiano nel mondo, il convegno ha fornito l’occasione per riflettere sul valore dell’italiano per il sistema economico e fare il punto sulle priorità su cui lavorare verso gli Stati Generali 2016. Il Vice Ministro Giro ha sottolineato l’importanza di sviluppare una certificazione della lingua unitaria da realizzare  in collaborazione con il MIUR.
Il convegno è poi proseguito con gli interventi di esponenti del mondo dell’economia e delle imprese che hanno fornito il loro contributo alla riflessione sul legame esistente tra la lingua italiana e le produzioni tipiche del Made in Italy. Sempre più spesso infatti la lingua italiana è utilizzata all’estero per comunicare un legame con l’Italia in molti settori quali la moda, l’enogastronomia, l’arte, il design, l’architettura e la musica Inoltre, imprese italiane e straniere usano l’italiano nella loro strategia di comunicazione aggiungendo così valore al proprio prodotto e al proprio marchio. Anche nei casi in cui gruppi stranieri hanno acquisito aziende italiane, si assiste spesso alla valorizzazione del marchio italiano quale fattore distintivo e collettore di clientela. La lingua italiana svolge, quindi, un ruolo molto importante per la proiezione dell’immagine dell’Italia all’estero con ricadute positive per il sistema economico.


ITALIANO LINGUA VIVA
Firenze, 17 – 18 ottobre 2016
Palazzo Vecchio – Salone dei Cinquecento
RSVP: statigenerali2016@esteri.it

Lunedì 17 ottobre – Salone dei Cinquecento, Palazzo Vecc hio

Ore 8.30 Registrazione partecipanti
Modera: Mario Giro, Vice Ministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale

Ore 9.20 Paolo Gentiloni, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dario Nardella, Sindaco di Firenze
Andrea Riccardi, Presidente Società Dante Alighieri
Monica Maggioni, Presidente Rai

Ore 10.30 Pierfrancesco Favino interpreta il Design
Video “Il Design parla Italiano”

Ore 10.45 Lancio del Portale della lingua italiana nel mondo
Vincenzo De Luca, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese MAECI
Modera: Beppe Severgnini, editorialista Corriere della Sera

Ore 11.00 Tavola rotonda: l’italiano nelle strategie di comunicazione
Olivier François, Fiat Chrysler Automobiles Direttore Marketing Gruppo FCA & Responsabile Marca Fiat
Andrea Illy, Presidente Fondazione Altagamma e Presidente Illycaffè
Clemént Vachon, Direttore comunicazione e relazioni internazionali Gruppo San Pellegrino
Lelio Gavazza, General manager Europa, Asia, Medio Oriente Bulgari
Annamaria Testa, esperta di comunicazione e saggista

Ore 13.00 Presentazione del video “In Italiano è meglio” a cura degli studenti di Quasar – Università di Design (Roma)

Ore 13.30 Pausa dei lavori

Ore 15.30 Ripresa dei lavori – Sala delle Armi, Palazzo Vecchio
Presentazione dei coordinatori dei Gruppi di Lavoro
Barbara Turchetta, Università per Stranieri di Perugia
Guido Baldassarri, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane
Rossella Schietroma, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Paolo Corbucci, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Massimo Vedovelli, Università per Stranieri di Siena

Ore 16.00 Carmela Palumbo, Direttore Generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione, MIUR

Ore 16.20 Rosanna Rummo, Direttore Generale Biblioteche e Istituti Culturali, MIBACT

Ore 16.30 Interventi del pubblico e in chat dal vivo dall’estero

Ore 18.00 Conclusioni Mario Giro, Vice Ministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale

Martedì 18 ottobre – Salone dei Cinquecento, Palazzo Vecc hio

Ore 8.30 Registrazione partecipanti

Ore 9.00 Mario Giro, Vice Ministro agli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Monica Barni, Vice Presidente e Assessore alla Cultura della Regione Toscana
Giancarlo Kessler, Ambasciatore di Svizzera in Italia
Julia Victoria Rodríguez Suárez e Kristi Nika, Vincitori stranieri Olimpiadi d’Italiano, Spagna e Grecia

Ore 9.30 Presentazione seguiti Stati Generali 2014 e azioni di promozione linguistica
Introduce: Massimo Riccardo, Direttore Centrale DGSP MAECI
Cristina Ravaglia, Direttore Generale per gli Italiani all’estero e le politiche migratorie MAECI
Roberto Cincotta, Direttore Istituto Italiano di Cultura di Varsavia
Carla Bagna, Università per Stranieri di Siena
Stefano Assolari, Docente di italiano presso la University of Cyprus
Lucia Pasqualini, Capo Ufficio promozione della lingua italiana all’estero DGSP MAECI
Paolo Balboni, Università Ca’ Foscari di Venezia

Ore 10.45 Esibizione Heidi Li, cantante
Modera: Benedetta Rinaldi, giornalista e conduttrice televisiva RAI

Ore 11.00 L’italiano e la creatività: marchi e costumi, moda e design
Claudio Marazzini, Presidente Accademia della Crusca
Lila Azam Zanganeh, Scrittrice
Davide Rampello, Professore Politecnico di Milano
Antonio Calabrò, Consigliere delegato di Fondazione Pirelli

Ore 11.40 Esibizione dei cantanti lirici Eunhee Kim e Quianming Dou

Ore 12.00 Italofonia e comunità italofone
Piero Bassetti, Presidente Associazione Globus et Locus
Piero Corsini, Direttore Rai Italia
Norberto Lombardi, Consigliere CGIE
Eike Schmidt, Direttore Museo Uffizi
Hammadi Agrebi, Italianista

Ore 12.40 Saluti
Dario Nardella, Sindaco di Firenze
Mario Giro, Vice Ministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale

Ore 12.50 Conclusioni
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica

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Prevenzione Bullismo e Cyberbullismo a Scuola

Lunedì 17 ottobre, alle ore 16.00, presso il Teatro Palladium di Roma, in piazza Bartolomeo Romano 8, la Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini sottoscrivono un Protocollo d’Intesa per la diffusione dei contenuti della Dichiarazione dei diritti e doveri in Internet, elaborata dall’omonima Commissione di studio istituita dalla Presidente della Camera.

Nel corso del pomeriggio saranno presentate alcune tra le più significative iniziative promosse dalla Camera dei deputati e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per un uso consapevole di Internet, per la conoscenza dei diritti e dei doveri di ciascuna persona, per la prevenzione e il contrasto del bullismo, del cyberbullismo e del discorso d’odio in Rete.

In occasione dell’evento, moderato dal giornalista Luca Pagliari, l’attrice Paola Cortellesi interpreterà il suo monologo contro il bullismo.


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Bullismo e cyberbullismo,
Giannini e Boldrini siglano Protocollo d’Intesa
per la conoscenza dei diritti e dei doveri in internet
Presentato il Piano nazionale del Miur per le scuole
stanziati 2 milioni di euro per il 2016/2017

Un Piano nazionale per prevenire e combattere il bullismo e il cyberbullismo in classe. Il Piano è promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. È stato lanciato questo pomeriggio dal Ministro Stefania Giannini in occasione della firma del Protocollo d’Intesa con la Presidente della Camera Laura Boldrini, al teatro Palladium, a Roma.
Il Protocollo mira alla diffusione dei contenuti della Dichiarazione dei diritti e doveri in internet, elaborata dall’omonima Commissione di studio istituita dalla Presidente della Camera. Il Miur e la Commissione, nell’ambito di questa intesa, promuoveranno incontri di formazione e sensibilizzazione con gli studenti delle scuole secondarie per la conoscenza dei diritti e dei doveri in internet di cui ogni cittadino è titolare, con l’obiettivo di avviare un processo di educazione digitale. Tra le azioni previste dal Protocollo anche iniziative di formazione per i docenti e la progettazione di azioni finalizzate a sensibilizzare i ragazzi ad una riflessione sull’uso corretto della rete.

Dalla Giornata nazionale contro il bullismo a scuola, alla formazione degli insegnanti, dal concorso per gli studenti al format tv: sono alcune delle 10 azioni previste dal Piano nazionale del Miur contro il bullismo e il cyberbullismo.

“La scuola deve dare ai ragazzi soprattutto la capacità di scegliere sempre e comunque – ha spiegato il Ministro Giannini -. Adesso noi vogliamo dare gli strumenti perché questa capacità di scelta possa orientarli nella selezione di ciò che è positivo o negativo, educando al rispetto dell’altro e a una buona cittadinanza digitale. In tre anni – ha aggiunto il Ministro – più di 80mila ragazzi sono stati coinvolti nel programma Generazioni Connesse e oggi lanciamo questo Piano nazionale con uno stanziamento di 2 milioni di euro per l’anno scolastico in corso che verranno assegnati alle scuole attraverso una call to action”.

Tra le prime azioni che saranno messe in campo dal Piano, il concorso per gli studenti ‘No hate speech’. Verrà bandito nei prossimi giorni dal Miur e dalla Delegazione italiana presso l’Assemblea del Consiglio d’Europa. Il concorso vuole stimolare la riflessione dei ragazzi sui rischi e sui pericoli dell’odio on line e dell’incitamento al risentimento nei confronti dei loro coetanei e compagni. L’istigazione all’odio on line è divenuta, infatti, una delle forme più diffuse di abuso dei diritti umani. È prevista dal Piano anche la prima Giornata nazionale contro il bullismo a scuola il 7 febbraio 2017, in coincidenza con la Giornata Europea della Sicurezza in Rete (Safer Internet Day) indetta dalla Commissione Europea.

Saranno, invece, circa 16mila i docenti delle scuole di ogni ordine e grado coinvolti in attività di formazione a partire dal 2017, “lezioni” ad hoc per favorire l’acquisizione di competenze psico-pedagogiche e sociali per la prevenzione di questi fenomeni. E’ realizzato con la collaborazione della Rai il format ‘Mai più bullismo’. Si tratta del primo social coach televisivo incentrato sul bullismo, un tema trasversale perché interessa diversi ambiti della società, dai ragazzi che ne sono vittima alle famiglie e alla scuola. Il format è in fase di realizzazione.

E ancora, tra le altre azioni previste dal Piano, anche le attività in collaborazione con la Polizia di Stato, con Save the Children e con Telefono Azzurro, il progetto Generazioni connesse (al suo terzo anno, www.generazioniconnesse.it) e il progetto ‘Verso una scuola amica’ finalizzato ad attivare prassi educative sull’art. 29 (diritto all’educazione) della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Sempre nel Piano contro il bullismo e il cyberbullismo, fino al 31 gennaio 2017, attraverso diverse matinée organizzate nei cinema di tutta Italia, 30mila studenti potranno vedere e riflettere con esperti (dove possibile anche con il cast) il film Un bacio.