Disabilita’, Liguria: possibile finanziare l’assunzione di un assistente familiare

Redattore Sociale del 16-11-2016

Disabilita’, Liguria: possibile finanziare l’assunzione di un assistente familiare

GENOVA. La giunta della Regione Liguria ha approvato gli indirizzi operativi dei progetti per la vita indipendente di persone con disabilita’. “Con i nuovi indirizzi- spiega la vicepresidente e assessore regionale alla Sanita’, Sonia Viale- diamo omogeneita’ sul territorio e quindi garanzia di parita’ di accesso alle persone con disabilita’ a tutti gli strumenti, economici e di accompagnamento in percorsi professionali, per conquistare una sempre maggiore indipendenza attraverso un lavoro e la possibilita’ di poter vivere in una sede protetta ma in autonomia”..

Tra gli interventi finanziabili per la vita indipendente, l’assunzione di un assistente familiare o personale con contratto di collaborazione domestica, servizi educativi da parte di associazioni ed enti iscritti nei registri regionali, acquisto di domotica e ausili, interventi per l’abbattimento di barriere architettoniche all’interno dell’abitazione, sostegno nelle spese per l’alloggio, servizi di trasporto, interventi per l’inclusione sociale attraverso lo sport o attivita’ ricreative. “Crediamo che dall’integrazione delle Politiche sociali e sanitarie si possano raggiungere obiettivi importanti per il miglioramento della qualita’ della vita per le fasce di popolazione piu’ fragili e svantaggiate”, prosegue l’assessore. Tra le misure previste anche l’assunzione di un familiare, fino al terzo grado di parentela, come assistente personale nel caso di disabili con accompagnamento.

“La misura- spiega Viale- rappresenta una novita’ che avra’ una ricaduta positiva per il miglioramento della vita delle persone disabili, andando incontro alle richieste emerse durante la ricognizione sul territorio”. Il contributo, subordinato a un esame preventivo delle domande da parte del distretto sociosanitario di competenza, e’ di 1.200 euro mensili, a cui puo’ aggiungersi un valore massimo annuale una tantum di 7.500 per ogni beneficiario nel caso di interventi per l’acquisto di ausili non previsti dal sistema sanitario nazionale, domotica e abbattimento barriere architettoniche all’interno dell’alloggio dove vive la persona disabile. (Dire)

Scuole paritarie: Stabilità e Piano straordinario ispezioni

Scuole paritarie, presentate le misure della Stabilità
e il Piano straordinario di ispezioni
288 le istituzioni visitate, revoche della parità nel 9% dei casi

Giannini: “Avviato percorso di qualità per valorizzare chi lavora bene”
Toccafondi: “Siamo contro i diplomifici perché siamo per la parità”

Presentati oggi al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca i primi dati del Piano straordinario di ispezioni nelle scuole paritarie previsto dalla Buona Scuola e le misure contenute nella legge di Stabilità che vanno dal raddoppio dei fondi per l’integrazione dei diversamente abili, al finanziamento a sostegno delle materne paritarie.

Nei primi 6 mesi del 2016 sono state 288 le istituzioni scolastiche visitate, con particolare attenzione a quelle scuole secondarie di II grado, dove si rilevava una sostanziale differenza fra il numero di iscritti al primo anno e quello di iscritti all’Esame di Stato.

Il Piano è triennale e le rilevazioni sono tuttora in corso. Attraverso il Piano è stato verificato nelle 288 scuole visitate il rispetto dei requisiti necessari per il mantenimento della parità scolastica. Per realizzare il Piano è stato istituito un gruppo di coordinamento in raccordo con gli Uffici Scolastici Regionali. Grazie alla legge Buona Scuola, nel 2016, il corpo degli ispettori è quasi raddoppiato, passando da 56 a 104 unità.

A seguito delle 288 ispezioni sono state 27 le revoche della parità. Mentre in 145 casi gli ispettori hanno rilevato alcune problematiche da sanare ed è in corso la conferma della parità.

“È la prima volta – sottolinea il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini – che un Governo attua un Piano straordinario di ispezioni di tale portata. Con la Buona Scuola abbiamo introdotto la valutazione che punta a valorizzare la qualità. Consideriamo le scuole paritarie un pezzo importante del sistema di istruzione, riconosciuto dalla Costituzione, e questo Piano intende dare valore a ciò che funziona, colpendo le irregolarità e soprattutto i cosiddetti ‘diplomifici’. È un impegno coerente anche con le misure contenute nella legge Stabilità in esame alla Camera e con lo sforzo di premiare chi offre un servizio di qualità alle famiglie e agli studenti. Il Piano andrà avanti nei prossimi mesi e avrà una durata triennale. Il monitoraggio che presentiamo oggi è quindi un punto di partenza”.

“Siamo contro i diplomifici perché siamo per la parità scolastica – ha sottolineato il Sottosegretario Gabriele Toccafondi -. Siamo il primo Governo che ha dato certezza alle paritarie. Una strada iniziata che vogliamo continuare. Chi fa finta di fare scuola o non esamina correttamente  deve chiudere. Insieme a questo lavoro di verifica, controllo e contrasto a chi si nasconde dietro la parità, prosegue il lavoro per dare strumenti, certezze e stabilità di risorse alle scuole paritarie che dimostrano di essere una delle due gambe su cui poggia il sistema di istruzione del Paese. In questa direzione – ha chiuso il Sottosegretario – vanno le misure inserite nell’ultima Legge di bilancio”.

La Stabilità prevede il raddoppio del fondo sulla disabilità per i ragazzi iscritti alle paritarie, lo stanziamento di 25 milioni per il 2017 per le materne, il raddoppio progressivo delle detrazioni fiscali per le famiglie nei prossimi tre anni.

Fra i risultati del Piano, la riduzione del numero di privatisti all’ultimo Esame di Maturità, che sono passati dai 5.963 del 2015 ai 5.178 (-13%) del 2016. Particolare attenzione, durante le visite, è stata infatti data al periodo degli Esami.


PIANO STRAORDINARIO SCUOLE PARITARIE
I numeri del monitoraggio

K. Pancol, Muchachas 3

Muchachas 3, un romanzo di Katherine Pancol
Bompiani 2014

di Mario Coviello

pancol3

Con questo terzo volume si conclude la seconda trilogia che Khaterine Pancol ha dedicato alle donne e all’amore perché “ Non c’è niente di più bello di ciò che può succedere tra un uomo e una donna. Questo amore è unico, perfetto, anche se dura tre minuti,capisci?Tre minuti di perfetta felicità bastano a riempire una vita.”

Le protagoniste di 471 pagine che si leggono d’un fiato sono Stella e Horthense “muchachas fantasticas”. Con loro Josephine, Shirley, e soprattutto Calipso, l’altro amore di Gary, il fidanzato di Horthense. Sì perché è possibile amare contemporaneamente due donne tanto diverse.

Horthense torna a Parigi e invade la casa della madre con stoffe, macchine da cucire,ritagli,foto perché sta per realizzare, aiutata da Elena, la novantenne che grazie a Horthense vuole consumare un’antica vendetta, il sogno della sua vita: la sua prima collezione. Horthense che “non cammina per New Jork, si nutre di New Jork” ci insegna a “succhiare la vita”, perché “ perfora, estrae ed è costretta a chiudere gli occhi alla vita che le salta addosso per prendere appunti…

Calipso “entra nella musica, la abita senza averla nemmeno studiata” .E’ una ragazza che gli allievi della scuola trovano brutta e che invece è “ magnifica perché riesce a proiettarti di colpo in una intimità così preziosa, apre infiniti cofanetti di gioielli e maneggia oro..” Calipso con il suo Guarneri accompagna Gary nel saggio finale della scuola di musica che entrambi frequentano e Gary si accorge che non può fare a meno di lei, la bacia e si nutre della sua armonia. Calipso si scopre unica e coltiva i suoi momenti di felicità come una piantina che ha bisogno di continue cure.

Stella incontra la sorellastra Josephine e aiuta la madre Leonie, che lentamente abbandona le paura di “ “donna tocca tocca”. Leonie è stata continuamente percossa, umiliata dal marito Gary e dalla suocera Fernande. E nell’ospedale dove cura le ultime fratture che il marito le ha inferto fa riaffiorare l’amore per Lucien , i suoi “grandi occhi azzurri, buoni, con un grande sorriso dentro”.Stella impara a non permettere “ a nessuno di spezzarle le ali” e consuma la sua vendetta sull’uomo che l’ha ripetutamente violentata da piccola e che scopre non essere il suo vero padre perché è “ Gary palle secche”.

Leggendo questo romanzo vi convincerete che le donne sono “creature formidabili” e con Josephine che “ è una cosa piuttosto dolce, sentirsi un po’ sciocca, allegra senza ragione, infantile grazie a un uomo, un uomo che ti cammina accanto, che ti prende la mano, e tifa provare improvvise scariche di allegria..”

In questo romanzo ci sono tante altre splendide figure femminili: Emily, la vera madre di Calipso e Elena, la novantenne con uno “sguardo da incendiaria, che rifiuta di essere triste, di essere povera, di essere grassa, che gioisce ogni mattina scrutando il cielo e si rifiuta di invecchiare, di ammalarsi”.

Leggerete di Julie, l’amica di Stella e di Violette, la donna che rovina l’odiato Ray.

Calipso ci insegna che “ è importante concentrarsi, che bisogna concentrarsi sul più piccolo gesto..sul più piccolo dettaglio. E allora tutto assume rilievo. Tutto diventa ricchezza. Ci si riempie, si progredisce. Mentre coloro che vanno molto in fretta dimenticano tutto subito. Rifaranno domani ciò che hanno fatto oggi, non impareranno mai.”

Amore, dolcezza, forza, dolore, passione: un mondo di donne. Sono sorelle, amiche, madri e figlie, unite dal medesimo desiderio: fare della loro vita un’esperienza di felicità. Basta con la rassegnazione, lo sfruttamento, la violenza e i soprusi.

Le muchachas di Katherine Pancol sono donne che hanno un nome, una storia, delle idee, un cuore  e un’infinita intelligenza affettiva, pronte a tutto pur di vivere al massimo, a testa alta. Donne che si fanno scudo di altre donne, più deboli ed indifese. Sono le donne, quelle normali, che lavorano, che amano, donne che sanno godere della bellezza, che cercano un abbraccio, che vogliono parlare e sanno ascoltare.

La Pancol riprende Rainer Maria Rilke”….e se solo indirizziamo la nostra vita secondo quel principio che ci consiglia di attenerci sempre al difficile, quello che ora ci appare ancora la cosa più estrema, ci diventerà la più fida e fedele. Gli antichi miti ci hanno insegnato che i draghi si tramutano nel momento supremo in principesse. Sono forse tutti i draghi della nostra vita principesse che attendono solo di vederci un giorno belli e coraggiosi.” Anche noi dobbiamo avere fiducia nella vita e baciare i draghi.

Il Consiglio di Stato ammette gli abilitandi PAS e AFAM al concorso 2016

Vittoria piena dell’Anief: il Consiglio di Stato ammette gli abilitandi PAS e AFAM al concorso 2016

Confermato in toto il diritto a partecipare al concorso a cattedra 2016 per i docenti in corso di conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento tramite i percorsi AFAM e PAS cui il MIUR aveva negato l’accesso non considerando che i ritardi nel conseguimento dell’abilitazione non dipendevano certo dalla volontà dei candidati. Il Consiglio di Stato,  applicando i principi di parità di trattamento e tutela del legittimo affidamento, emana ordinanza di pieno accoglimento e dà ragione all’Avvocato Michele Speranza che, con estrema perizia, ha saputo patrocinare e tutelare i diritti dei nostri iscritti. I ricorrenti, ora, dovranno accedere alle prove suppletive che l’Anief sta chiedendo a gran voce per poter, finalmente, riparare alle numerose ingiustizie che il Ministero ha posto in essere con l’emanazione dei bandi del concorso 2016 proprio a discapito di molti lavoratori precari della scuola con anni di esperienza di insegnamento alle spalle.

MOBILITA’, SI RISCHIANO LE CALENDE GRECHE?

MOBILITA’, SI RISCHIANO LE CALENDE GRECHE?

“La mobilità straordinaria dei docenti nel 2017/2018 non può saltare: se oggi la Commissione Bilancio della Camera non accoglierà il ricorso presentato dalla Commissione Cultura, chiediamo che intervenga il Governo con un decreto legge”. E’ quanto afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, dopo che ieri la V Commissione di Montecitorio ha dichiarato inammissibile l’emendamento alla legge di Bilancio riguardante la deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia di assunzione.

“L’emendamento proposto dal Miur dovrebbe sanare gli errori commessi nella mobilità 2016/2017 e senza un provvedimento ad hoc da parte di Palazzo Chigi – spiega Di Meglio – si corre il rischio di uno slittamento dei tempi nelle procedure di assegnazione delle sedi e di replicare il caos dell’anno scorso”.

Domande on line al via dal 16 gennaio

da Il Sole 24 Ore

Domande on line al via dal 16 gennaio

di Claudio Tucci

Per le famiglie alle prese con l’iscrizione dei propri figli al prossimo anno scolastico alle prime classi di elementari, medie e superiori arrivano le indicazioni operative: la procedura on line si aprirà alle ore 8 del 16 gennaio e si avrà tempo fino alle ore 20 del 6 febbraio. Già dal 9 gennaio si potrà accedere al portale ministeriale (www.iscrizioni.istruzione.it); e si conferma che per gli alunni con cittadinanza non italiana sarà lo stesso sistema a creare un “codice provvisorio” che, poi, verrà sostituito con il codice fiscale definitivo. Le iscrizioni on line riguardano anche i corsi di istruzione e formazione dei Centri professionali (nelle Regioni che hanno aderito). Per le scuole dell’infanzia la procedura rimane cartacea; mentre è facoltativa per gli istituti paritari.

La circolare
Il dicastero guidato da Stefania Giannini ha giocato d’anticipo e ieri ha inviato a scuole ed enti locali la circolare sulle iscrizioni all’anno scolastico 2017/2018. Saranno interessate circa 1,5 milioni di famiglie. «Il primo passo – spiega Carmela Palumbo, dg per gli Ordinamenti scolastici del Miur – è l’individuazione dell’istituto d’interesse attraverso il portale Scuola in Chiaro, che ormai raccoglie i profili di tutti i plessi e contiene informazioni utili alla scelta, dall’organizzazione oraria e del curriculo, agli esiti lavorativi».

Le regole
All’infanzia potranno essere iscritti i bambini che compiono tre anni al massimo entro il 30 aprile 2018. Alla primaria si dovranno indicare altre due scuole (oltre alla prima scelta); e alle medie si esprimerà la preferenza per le 30 o 36 ore, elevabili fino a 40 ore (tempo prolungato), in presenza di servizi e strutture idonee. Alle superiori, si dovrà scegliere anche l’indirizzo di studio (e fino a un massimo di altre due scuole di gradimento).

Niente referendum sulla «Buona scuola»: insufficienti le firme raccolte

da Il Sole 24 Ore

Niente referendum sulla «Buona scuola»: insufficienti le firme raccolte

Il referendum sulla “Buona Scuola” non ci sarà: la Cassazione, infatti, ha verificato che non è stato raggiunto il numero di 500mila firme necessario a supporto di quattro richieste di referendum sulla riforma. Con un’ordinanza depositata ieri l’ufficio centrale per il referendum presso la Suprema Corte ha dichiarato «non conformi a legge» le richieste di referendum riguardanti l’abrogazione delle norme sui finanziamenti privati a singole scuole pubbliche o private (che ha raggiunto 484.395 sottoscrizioni), l’abrogazione delle norme riguardanti il potere discrezionale del dirigente scolastico di scegliere e confermare i docenti nella sede (le firme raccolte sono 486.820), l’abrogazione delle norme sull’obbligo di almeno 400-200 ore di alternanza scuola-lavoro (le firme ammontano in questo caso a 467.461) e l’abrogazione delle norme sul potere del dirigente di scegliere i docenti da premiare economicamente e sul comitato di valutazione (le firme sono risultate essere 489.019).

La reazione del comitato promotore
La notizia era già stata anticipata il 12 ottobre scorso ma da ieri è ufficiale. Stantela pronuncia della Cassazione. Il comitato, che negli ultimi mesi si è fortemente impegnato per scardinare alcune parti della legge, ha unito in questa battaglia realtà diverse, dai coordinamenti, ai sindacati come Flc-Cgil, Cobas, Unicobas e Gilda alle organizzazioni degli studenti. Tutti insieme nel respingere nettamente la «visione aziendalista» sottesa alla riforma del governo Renzi e nel chiedere l’abrogazione di quattro aspetti della legge: il nuovo potere dei presidi, l’alternanza scuola-lavoro, il buono scuola per le private, la chiamata discrezionale dei docenti.
Nonostante la battuta d’arresto subita, il comitato ha assicurato che intende portare avanti la sua battaglia. «L’avvio dell’anno scolastico in corso ha messo a nudo tutti gli aspetti negativi confusi e anticostituzionali della cosiddetta “Buona scuola” – si legge sul sito ufficiale -. Contenziosi legali infiniti, cattedre vuote, alunni disabili senza sostegno, uffici nel caos. Tutto per l’arrogante pretesa di poter fare a meno di ogni serio confronto con il mondo della scuola, con i lavoratori e chi li rappresenta».

Nuovo anno, ecco i cambiamenti

da ItaliaOggi

Nuovo anno, ecco i cambiamenti

La Giannini a ItaliaOggi: iscrizioni, mobilità e organici saranno anticipati. E sul concorso…

Al ministero dell’istruzione siamo già al lavoro per l’avvio del prossimo anno scolastico, il 2017/2018. Abbiamo fatto partire i tavoli con le organizzazioni sindacali per la contrattazione sulla mobilità e avvieremo prima le iscrizioni a scuola, per lavorare in anticipo sull’organico».
Il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, anticipa ad Italia Oggi il piano del Miur per garantire che il terzo anno di attuazione della Buona Scuola sia quello decisivo per mandare a regime la riforma.

Domanda. Quest’anno l’avvio non è stato particolarmente sereno.

Risposta. Questa estate abbiamo avuto una mobilità straordinaria nei numeri e nelle procedure, 200.000 insegnanti coinvolti contro i 100.000 abituali. Si è trattato di un fatto eccezionale e necessario, che non si ripeterà con questa modalità.

D. Quali errori pensa siano stati fatti? Ci sono state molte critiche, si sente sotto attacco?

R. No, non mi sento sotto attacco. Guardando alla mobilità siamo intervenuti caso per caso sui singoli problemi. Ricordo però che è stata preceduta da un altro passaggio importante: l’immissione in ruolo di 90.000 docenti nel 2015. Un intervento che ha drasticamente ridotto le graduatorie ad esaurimento. Non è stato semplice e non tutto è stato perfetto in questi due anni. Ma è un lavoro che nessuno aveva fatto nei decenni scorsi. Sin dal giorno immediatamente successivo all’approvazione della riforma stiamo mettendo ordine in una materia complessa, fatta di stratificazioni normative, di una sommatoria di graduatorie, di procedure farraginose. Vogliamo valorizzare una professione fin qui abbandonata e per farlo servono sforzi e responsabilità considerevoli. E di certo non ci scoraggia chi magari dice che in fondo era meglio prima, col precariato.

D. Come pensate di muovervi per il prossimo anno?

R. Tempi più rapidi per le operazioni relative al personale, meno burocrazia saranno le parole guida. Avvieremo prima le iscrizioni a scuola: si parte il 16 gennaio e si chiude il 6 febbraio. La circolare è in uscita. Da settembre 2015 abbiamo cominciato a comunicare alle scuole il budget per il funzionamento fin dall’avvio delle lezioni. Il budget è triennale e le risorse sono state raddoppiate. Un passo avanti per programmare meglio la spesa. Lavoriamo alla semplificazione del regolamento di contabilità e ad alcuni alleggerimenti burocratici che riguardano, ad esempio, la richiesta di dati da parte del Miur: spesso più uffici fanno la stessa domanda in tempi diversi ai dirigenti, costringendoli a fare lo stesso sforzo due o tre volte. Era una proposta uscita anche nella fase di consultazione sulla riforma.

D. I tavoli che avete avviato con i sindacati che ruolo avranno? Si occuperanno anche di rivedere la cosiddetta chiamata diretta o per competenze dei docenti?

R. Il dialogo più serrato con le organizzazioni sindacali ci consentirà di lavorare meglio e più velocemente sulla mobilità: vogliamo chiudere la contrattazione entro dicembre, prima di Natale. E svolgere le operazioni in primavera. Con i sindacati ci confronteremo anche sul contratto, sulle deleghe della Buona Scuola e anche, ovviamente, sulla chiamata per competenze. Una novità che riteniamo importante su cui comunque possiamo insieme aggiustare il tiro dopo il primo anno di avvio.

D. Contratto, quali le risorse a disposizione del settore? Si parlerà anche di merito e carriera?

R. La legge di stabilità prevede 1,9 miliardi per i contratti e le assunzioni nella pubblica amministrazione. Crediamo che una fetta importante possa andare alla scuola. Lavorare nelle prossime ore con i sindacati ci farà arrivare pronti con le proposte per i nostri settori. Ma è presto quindi per entrare nei dettagli, i tavoli con i sindacati sono appena cominciati.

D. Soddisfatta dell’ultima legge di bilancio?

R. Le risorse per la scuola sono molto significative e se n’è parlato poco: abbiamo, a regime, 500 milioni per le deleghe, fra cui quella sullo 0-6 a cui teniamo moltissimo, e 400 per la trasformazione dell’organico di diritto in organico di fatto. Se si sommano anche altri interventi, fra cui quelli per le paritarie, siamo ben oltre il miliardo. Non è poco considerando che dal 2015 sono già stati investiti 3 miliardi all’anno a regime. Dal 2000 ad oggi solo due manovre hanno messo tante risorse sulla scuola. Entrambe sono state varate da questo governo.

D. Quali interventi auspica in parlamento?

R. Ci sono margini di miglioramento per la questione dell’organico di fatto e la sua trasformazione in organico di diritto: è una partita importante. Vogliamo che siano chiari da subito i numeri. Stiamo lavorando anche sull’organico dell’autonomia per una maggiore flessibilità di gestione e per dare una maggiore risposta alle necessità di infanzia e primaria.

D. Reclutamento dei docenti, c’è molta attesa per la delega in materia, soprattutto dopo l’ultimo concorso. A che punto siete?

R. Sulle deleghe il lavoro è in corso. Sul reclutamento abbiamo le idee chiare: a scuola si entra per concorso. Cambieranno le modalità, ma certamente sarà prevista una valorizzazione di chi oggi già insegna senza avere un contratto a tempo indeterminato.

Buona scuola, decreti nel 2017

da ItaliaOggi

Buona scuola, decreti nel 2017

Si parte a gennaio con diritto allo studio, istruzione professionale, valutazione, 0-6

Carlo Forte e Sandra Cardi

Diritto allo studio, istruzione professionale, valutazione, unificazione tra scuola dell’infanzia e nidi del segmento di età 0-6 anni. Sono pronti i primi 4 decreti legislativi che daranno attuazione alle deleghe contenute nella legge 107/2015 per regolamentare queste materie. Il contenuto dei regolamenti è stato oggetto di un incontro che si è tenuto a viale Trastevere tra i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda e i vertici del ministero dell’istruzione il 9 novembre scorso. Tasse scolastiche collegate all’Isee, borse di studio, ripristino dei laboratori nell’istruzione professionale, ritorno alle lettere al posto dei voti, eliminazione delle prove Invalsi dagli esami di stato, più fondi per nidi e scuole dell’infanzia. Queste le novità più importanti contenute nelle bozze dei decreti legislativi a cui stanno dando gli ultimi ritocchi i tecnici di viale Trastevere e che dovrebbero essere pubblicati rigorosamente il prossimo anno, intorno al 15 gennaio. A seguito del passaggio conclusivo a Palazzo Chigi, che è rinviato a dicembre, presumibilmente dopo la data del referendum. A buon punto anche le bozze degli altri decreti che daranno attuazione alle altre deleghe su: disabilità, reclutamento, testo unico, formazione iniziale, scuole italiane all’estero. Su queste materie i vertici del ministero dell’istruzione riferiranno alle organizzazioni sindacali in un prossimo incontro che si terrà il 16 novembre.

DIRITTO ALLO STUDIO. Nel decreto legislativo sul diritto allo studio saranno inserite disposizioni volte a garantire i livelli essenziali di prestazione in tutto il percorso di studi obbligatorio. E cioè fino al II anno delle superiori. L’importo delle tasse scolastiche sarà collegato all’Isee (indicatore della situazione economica equivalente). Il decreto prevede l’impiego di 193 milioni di euro per coprire i costi dell’esenzione dal pagamento dei libri di testo e altri 20 milioni di euro per borse di studio. Queste ultime saranno assegnate prioritariamente agli studenti meno abbienti degli ultimi anni delle superiori, per tentare di arginare il fenomeno dell’abbandono scolastico.

ISTRUZIONE PROFESSIONALE. L’esercizio della delega sull’istruzione professionale avverrà nel senso del ripristino, almeno in parte, delle attività di laboratorio cancellate dalla riforma Gelmini, che avrebbero determinato un forte calo di iscrizioni in questi istituti. Queste scuole, peraltro, sono caratterizzate da un forte tasso di abbandono scolastico, in particolare per quanto riguarda gli alunni che appartengono a fasce sociali connotate da forti situazioni di disagio anche e soprattutto economico. Dagli attuali 6 indirizzi si passerà ad 11 indirizzi di studio, nei quali saranno potenziate le attività di indirizzo e laboratoriali. Per fare ciò il governo ha stanziato per quest’anno 40 milioni di euro che, a regime, diventeranno 90. Tra le ipotesi allo studio dei tecnici di viale Trastevere c’è anche quella della reintroduzione delle qualifiche triennali.

VALUTAZIONE ED ESAMI. Per quanto riguarda il decreto legislativo sulla valutazione, è prevista la cancellazione dei voti numerici nelle primarie e secondarie di II grado reintroducendo le valutazioni tramite le lettere. Così come avveniva circa 30 anni fa. Sono previsti interventi per ridurre la possibilità di bocciare gli alunni, limitando l’insorgenza di situazioni di ripetenza ad una casistica tassativa e definita per legge. Per quanto riguarda gli esami di scuola media, a partire dal prossimo anno, il presidente della commissione non sarà più un dirigente di altra scuola, ma il dirigente della stessa scuola dove si svolgono gli esami. E la prova Invalsi non sarà più parte integrante dell’esame. I test Invalsi saranno somministrati lo stesso, ma nel mese di aprile. All’esito dell’esame di III media non sarà più consegnato un diploma, ma una mera attestazione delle competenze raggiunte. L’esame di maturità, previsto al termine delle scuole superiori, non sarà interessato da cambiamenti per l’anno scolastico in corso. Le modifiche saranno applicate a partire dal prossimo anno 2017/2018. Tra queste, l’eliminazione della terza prova e la modifica del punteggio con un peso di 40 punti per i crediti scolastici di ammissione e di 60 punti per le prove di esame. Sui crediti scolastici i voti del penultimo e dell’ultimo anno incideranno di più rispetto alle valutazione conseguite nel terzo anno. I test Invalsi non saranno compresi tra le prove d’esame, ma costituiranno prerequisito per essere ammessi agli esami. La composizione delle commissioni rimarrà inalterata: 50% commissari interni, 50% esterni e presidente esterno.

UNIFICAZIONE 0-6 ANNI. Per quanto riguarda la delega sul segmento 0-6 anni di età, il decreto dovrebbe mantenere la distinzione tra nidi e scuola dell’infanzia. L’obiettivo del governo è quello garantire l’accesso ai percorsi prescolari almeno al 33% della popolazione in età compresa in questa segmento. Per la copertura finanziaria, il governo intende utilizzare fondi che vengono attribuiti alle regioni con fungibilità di spesa, eliminando la possibilità di consentirne l’utilizzo con altre finalità e vincolandone l’impiego al finanziamento dei nidi e delle scuole dell’infanzia.

Il rompicapo dei 500 euro di bonus per l’aggiornamento dei prof Tra accredito on line e ritiro dell’acquisto, i passaggi da fare

da ItaliaOggi

Il rompicapo dei 500 euro di bonus per l’aggiornamento dei prof Tra accredito on line e ritiro dell’acquisto, i passaggi da fare

Il ministero dell’istruzione deciderà da chi comprare. la piattaforma dovrà partire a fine novembre

MArco Nobilio

 500 euro per l’aggiornamento non saranno erogati tramite carte di credito prepagate. I docenti interessati, per acquistare beni collegati alla propria formazione professionale, dovranno utilizzare un’applicazione web che sarà disponibile entro il 30 novembre sul sito: www.cartadeldocente.istruzione.it. L’applicazione, che sarà denominata < >, consentirà ai docenti di pagare in anticipo beni e servizi presso un elenco di ditte e istituzioni autorizzate dal ministero. E dopo il pagamento l’applicazione genererà un voucher che potrà essere utilizzato per ritirare il bene presso la ditta autorizzata oppure per iscriversi a un corso formazione o aggiornamento o all’università.

Per accedere al sito bisognerà prima registrarsi su un sito di gestori accreditati, così da ottenere una password che servirà per ottenere il voucher all’esito della transazione. Ogni docente, dunque, utilizzando l’applicazione, potrà generare direttamente dei buoni spesa per l’acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale.

In particolare, i buoni potranno essere utilizzati per l’acquisto di pubblicazioni e di riviste utili all’aggiornamento professionale o per l’acquisto di hardware e software. I voucher potranno essere utilizzati anche per pagare l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il ministero dell’Istruzione oppure per l’iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale.

Infine, i buoni spesa saranno considerati validi anche per l’acquisto di biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per pagare i biglietti di musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo oppure per coprire i costi di iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del piano nazionale di formazione.

I buoni di spesa generati dai docenti daranno diritto ad ottenere il bene o il servizio presso gli esercenti autorizzati con la semplice esibizione. Per l’utilizzo dell’applicazione sarà necessario ottenere l’identità digitale SPID presso uno dei gestori accreditati (http://www.spid.gov.it/richiedi-spid) e successivamente ci si potrà registrare sull’applicazione. L’acquisizione delle credenziali SPID si può fare sin da ora. Si tratta di un codice unico che consentirà di accedere, con un’unica username e un’unica password, ad un numero considerevole e sempre crescente di servizi pubblici (http://www.spid.gov.it/servizi). Il nuovo sistema che parte quest’anno consentirà ai docenti di avere uno strumento elettronico per effettuare e tenere sotto controlli i pagamenti.

Ma restringerà, inevitabilmente, le possibilità di impiego della somma, che potrà essere utilizzata solo per acquistare beni e servizi presso ditte autorizzate dal ministero escludendo tutte le altre. Resta il fatto, però, che l’art. 1, comma 121, della legge 107/2015, nell’indicare un elenco tassativo di utilità finanziabili con i 500 euro, non prevede che tali utilità debbano essere acquistate necessariamente presso ditte o istituzioni previamente autorizzate dal ministero dell’istruzione. L’onere modale imposto dal legislatore all’impiego della somma, infatti, sembrerebbe limitato al «cosa» acquistare e non al «dove e da chi».

Tanto più che la legge fa espresso riferimento a una carta elettronica che, secondo il comune modo di intendere tale espressione, avrebbe dovuto essere individuata nello strumento della carta di credito prepagata. Questa volta, dunque, il contenzioso potrebbe essere ingenerato non tanto dal docente al quale venga precluso l’impiego in altra ditta di sua fiducia, quanto dalle ditte e dalle istituzioni che saranno escluse dal novero delle imprese autorizzate a fruire di questa nuova forma di pagamento. I 500 euro potranno essere spesi a partire dall’attivazione dell’applicazione.

Card docente: permangono ancora i dubbi

da La Tecnica della Scuola

Card docente: permangono ancora i dubbi

Sulla nuova procedura prevista per la card del docenti permangono ancora molti dubbi.
La questione più complicata riguardava la possibilità per i docenti di ottenere il riconoscimento delle spese già effettuate. Punto sul quale, proprio nel tardo pomeriggio del 15, il Miur ha fornito un chiarimento, come abbiamo già avuto modo di segnalare.
Le difficoltà però restano. Per esempio non è ancora del tutto chiaro come nel concreto il docente potrà usare il bonus per acquistare un libro o per assistere ad uno spettacolo teatrale.
Stando alle informazioni diffuse finora dal Miur sembrerebbe che il docente dovrà accedere al portale cartadeldocente e richiedere on line il “buono” da utilizzare.
Questo però prevede che il soggetto al quale il docente intende rivolgersi (libreria, teatro, ecc..) sia registrato sul portale stesso.
Nel concreto è probabile che, per andare a regime, il meccanismo avrà bisogno di un periodo più o meno lungo di rodaggio, terminato il quale per i docenti potrebbe esserci più di un vantaggio a partire dalla possibilità di effettuare molti acquisti via internet (libri, materiale informatico, ecc..) e di poter ottenere il voucher da spendere per corsi di formazione presso enti, associazioni e università.
Intanto diversi lettori ci hanno scritto per dirci di essersi già registrati per ottenere ottenere l’identità digitale e di non aver incontrato particolari “difficoltà.
Altri ci dicono invece di aver provato e di essersi spazientiti non poco.
Insomma per il momento l’operazione sta procedendo con qualche inevitabile problema che però dovrebbe essere superabiile.
Restano ovviamente tutte le perplessità verso un sistema che trasforma la formazione e l’aggiornamento in una attività sempre più individuale e sempre meno collegiale e partecipata.

Renzi: non possiamo abbandonare i 200mila precari della scuola, ormai fanno questo lavoro

da La Tecnica della Scuola

Renzi: non possiamo abbandonare i 200mila precari della scuola, ormai fanno questo lavoro

Nella scuola ci sono 200mila precari, non si possono lasciare per strada: invia rassicurazioni a tanti supplenti, il premier Matteo Renzi in visita al Policlinico di Catania.

Nella scuola ci sono 200mila precari e non puoi azzerare tutto e fare un concorso nuovo perché con quelle persone hai assunto un’obbligazione, perché hai permesso loro di lavorare e li hai portati su una strada dalla quale non possono tornare indietro”, ha detto il presidente del Consiglio.

Ora, se è vero che “dobbiamo chiudere con il passato e trovare una stagione nuova”, Renzi ha anche quindi fatto intendere che quei 200mila precari (in primis i supplenti abilitati ma solo inseriti nelle graduatorie d’istituto) dovranno in qualche modo, prima o poi, essere stabilizzati.

“Se non accettiamo cosa è stato il passato non andremo avanti. Noi ci siamo trovati con un carico di precari in eredità da una classe politica che non aveva strategia ma solo un ‘ci metto una pezza, e poi vedremo…’. Questo atteggiamento non lo vogliamo più”, ha anche detto Renzi.

Confermando, quindi, che con il nuovo reclutamento – che nel 2017 arriverà attraverso la legge delega della “Buona Scuola” – non ci sarà possibilità di diventare precario assumendo aspettative di assunzione in ruolo: solo chi supererà il concorso pubblico, infatti, potrà ambire alla stabilizzazione, previa formazione-tirocinio che durerà un triennio. A quelli invece che sono già abilitati, probabilmente anche coloro che si abiliteranno con il terzo e ultimo ciclo Tfa (perennemente rimandato), bisogna dare una sistemazione.

Bonus 500 euro, il Miur si corregge: valide anche le spese fatte tra 1° settembre e 30 novembre 2016

da La Tecnica della Scuola

Bonus 500 euro, il Miur si corregge: valide anche le spese fatte tra 1° settembre e 30 novembre 2016

I docenti che dal 1° settembre hanno affrontato delle spese per l’aggiornamento professionale potranno farle rientrare nel bonus da 500 euro erogato telematicamente dal Miur.

E lo stesso varrà per corsi, sussidi ed eventi culturali fruiti sino al prossimo 30 novembre.

A darne notizia è il ministero dell’Istruzione, nella serata del 15 novembre, integrando la comunicazione che aveva introdotto, tre giorni fa, le modalità di fruizione attraverso il cosiddetto “borsellino elettronico”.

Questo è il testo aggiuntivo, che risponde così anche a chi in Parlamento, come l’on. Mauro Mario, avevano chiesto spiegazioni sulla mancata copertura per ben tre mesi di formazione-aggiornamento: “le somme relative all’anno scolastico 2016/2017 eventualmente già spese dal 1° settembre 2016 al 30 novembre 2016 dovranno essere registrate attraverso la piattaforma digitale e saranno erogate ai docenti interessati, a seguito di specifica rendicontazione, dalle scuole di appartenenza”.

I docenti che hanno svolto formazione dall’inizio di quest’anno scolastico, sempre presso enti accreditati dal Miur, o fruito di sussidi e strumenti finalizzati alla didattica, oltre che di attività culturali attinenti alla propria professione o disciplina, dovranno dunque consegnare la documentazione alla propria segreteria scolastica: dal 1° dicembre, salvo deroghe, invece, si potrà utilizzare l’applicazione web “Carta del Docente” all’indirizzo www.cartadeldocente.istruzione.it.

“Attraverso l’applicazione sarà possibile effettuare acquisti presso gli esercenti ed enti accreditati a vendere i beni e i servizi che rientrano nelle categorie previste dalla norma”, ha spiegato il dicastero di Viale Trastevere.

Ogni docente, utilizzando l’applicazione, potrà generare direttamente dei “Buoni di spesa” per l’acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale per:

–         l’acquisto di  pubblicazioni  e  di  riviste  utili all’aggiornamento  professionale;
–         l’acquisto di   hardware   e software;
–         l’iscrizione a corsi per attività di  aggiornamento  e di qualificazione delle  competenze  professionali,  svolti  da  enti accreditati presso il Ministero dell’Istruzione;
–         l’iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale;
–         l’acquisto di biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;
–         l’acquisto di biglietti di musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;
–         iniziative  coerenti  con  le   attività   individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.

I buoni di spesa generati dai docenti daranno diritto ad ottenere il bene o il servizio presso gli esercenti autorizzati con la semplice esibizione.

Per l’utilizzo della “Carta del Docente” sarà necessario ottenere l’identità digitale SPID: per ottenerla, anche per acquistare i corsi on line, cliccare qui.

Mancanza docenti di sostegno, alunni disabili e bullismo

da La Tecnica della Scuola

Mancanza docenti di sostegno, alunni disabili e bullismo

Nella girandola di insegnanti che cambiano in continuazione a causa di algoritmi, nomine fatte in ritardo e assegnazioni provvisorie per rimediare a nomine lontano da casa, in alcuni casi illogiche, la scuola è messa nell’impossibilità di sviluppare adeguati processi di apprendimento e percorsi educativi coerenti.

Particolarmente grave è il fatto che molti alunni con disabilità, le cui famiglie hanno ben ragione di protestare per un diritto negato, a due mesi dall’inizio dell’anno scolastico, non abbiano ancora un insegnante di sostegno.

In questo contesto emerge con particolare drammaticità il fenomeno del bullismo nei confronti proprio dei più deboli.

L’assenza di un lavoro iniziale rivolto alla conoscenza tra gli allievi della classe e alla costruzione di un clima positivo in grado di favorire l’integrazione – impossibile quando gli insegnanti curricolari cambiano più volte nelle prime settimane e sono assenti gli insegnanti di sostegno – e l’assenza di un sostegno agli allievi con disabilità in grado di aiutarli ad affrontare con serenità la nuova situazione, lasciano aperto il campo allo sviluppo di fenomeni di paura e avversione per il diverso, che ricadono su chiunque sia portatore di una qualunque forma di diversità.

Tra questi gli allievi con disabilità stanno vivendo situazioni drammatiche e stanno subendo un’altrettanto grave violazione di diritti fondamentali: il diritto all’istruzione e il diritto all’incolumità fisica.

Frequentemente in questi giorni mi succede che colleghe e colleghi insegnanti mi chiedano, in qualità di formatore e consulente, che cosa fare per fatti di bullismo o comunque di comportamenti difficili da gestire. Consapevoli del fatto che l’azione più efficace è la prevenzione realizzata nei primi giorni, supportata da un continuo e costante lavoro per lo sviluppo delle abilità sociali, la preoccupazione si trasforma spesso in profonda tristezza, pensando che non è stato in molti casi possibile realizzarlo.

Le responsabilità del Miur sono enormi e gravi e noi insegnanti siamo spesso messi nella condizione di non riuscire ad intervenire efficacemente.

In ogni caso non arrendiamoci. Cerchiamo comunque di non sottovalutare il fenomeno e di essere vicini alle vittime, ma anche ai bulli, per offrire loro un’alternativa ad una esistenza fatta di oppressori ed oppressi; un’alternativa fondata sull’idea di solidarietà, cooperazione e condivisione.

Come dice Roberto Saviano: “Educare alla felicità e alla condivisione è la migliore arma per disarticolare il potere criminale”, e ciò vale in tutte le situazioni in cui vogliamo disarticolare rapporti basati sulla prevaricazione.