Programma di “tirocini brevi”

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Direzione Generale per l’Unione Europea
Ufficio IV

Si tratta di un programma di formazione istituito dalla Commissione Europea e amministrato dalla Scuola Europea di Amministrazione in favore dei funzionari delle pubbliche amministrazioni centrali, regionali o locali dei Paesi membri, con un’anzianità di servizio compresa tra 6 mesi e 5 anni e impiegati in settori inerenti le questioni europee. Il tirocinio, della durata di circa dieci giorni, consta di una serie di visite e di presentazioni tenute da relatori di alto livello delle principali istituzioni dell’U.E. e di un periodo di affiancamento di un funzionario comunitario.

Obiettivi del Programma

Gli obiettivi che il programma si propone sono:

  • aumentare la conoscenza e la comprensione delle istituzioni europee, dei loro processi decisionali  e delle loro politiche;
  • promuovere la cooperazione amministrativa tra le pubbliche amministrazioni dei paesi partecipanti e le istituzioni europee al fine di contribuire ad una approfondita conoscenza reciproca;
  • offrire ai partecipanti la possibilità di creare contatti e relazioni tra loro e con rappresentanti delle istituzioni europee;
  • migliorare la comprensione reciproca dei diversi approcci amministrativi degli Stati membri;

Requisiti per l’ammissione

Per partecipare al programma è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti stabiliti dalla Commissione Europea:

  1. essere cittadino di uno Stato membro;
  2. essere un funzionario dipendente della pubblica amministrazione centrale, regionale o locale di uno Stato membro;
  3. possedere una anzianità di servizio di  almeno 6 mesi e massimo di 5 anni, alla scadenza del bando;
  4. essere impiegati con una qualifica appartenente alla carriera direttiva (equivalente a quella di “Administrator” nelle Istituzioni europee) in settori inerenti alle questioni dell’Unione europea;
  5. avere una buona conoscenza operativa della lingua inglese;
  6. non essere mai stati impiegati o aver svolto tirocini presso le Istituzioni Europee

Trattamento economico

La Commissione provvede alle spese di alloggio a Bruxelles per i partecipanti e ad eventuali costi di trasferimenti interni, ad esempio in occasioni di visite ad Istituzioni europee al di fuori di Bruxelles. La Commissione non provvede alle spese per il biglietto aereo per/da Bruxelles. Non è previsto il pagamento di alcuna diaria.

Le Amministrazioni di appartenenza devono assicurare la retribuzione e gli oneri previdenziali ed assicurativi di ciascun partecipante durante il periodo del tirocinio.

Presentazione delle candidature

Ciascuna Amministrazione di appartenenza dei candidati potrà proporre una sola candidatura, inviando il curriculum vitae del candidato e il relativo nulla osta.

Le candidature (CV e nulla osta in file separati) andranno inoltrate, entro e non oltre la data di scadenza, al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Direzione Generale per l’Unione Europea, Ufficio IV°, per posta elettronica (con firma autografa scansionata) all’indirizzo dgue.04-candidature@cert.esteri.it. Si sottolinea che non saranno prese in considerazione candidature non rispondenti a tutti i requisiti richiesti e/o prive della prescritta documentazione

Comunicazione dell’esito

L’esito delle candidature sarà reso noto alle Amministrazioni di appartenenza dei candidati dopo la relativa notifica da parte della Commissione Europea, cui compete la selezione definitiva. Per ulteriori informazioni è possibile inviare una richiesta scritta avvalendosi del modulo “Quesiti on line”, accessibile dalla finestra “Approfondimenti”. Eventuali contatti telefonici: Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) tel. n. 06-3691 8899, dal lunedì al venerdì (ore 8.30-15.30).

Libri accessibili, Uici e l’associazione Editori firmano il “Memorandum”

Redattore Sociale del 29-11-2016

Libri accessibili, Uici e l’associazione Editori firmano il “Memorandum”

Si rafforza la collaborazione tra Uici e Aie, in vista dell’attuazione del trattato di Marrakech in Italia. Obiettivo: fornire ai 362 mila non vedenti e a 1,5 milioni di ipovedenti italiani la possibilità di accedere agli stessi titoli e negli stessi tempi degli altri lettori. “Un paese che esclude una parte dei cittadini dall’accesso ai libri è più povero culturalmente”.

ROMA. Si avvicina l’obiettivo di attuare il Trattato di Marrakesh e l’ Accessibility Act europeo in Italia: ovvero, di promuovere e favorire l’accesso delle persone non vedenti e ipovedenti ai libri e alla lettura. A questo scopo, l’Unione italiana ciechi e ipovedenti (Uici) e l’Associazione italiana Editori (Aie) rafforzano la loro collaborazione.

Sono stati infatti rinnovati in questi giorni due accordi per la produzione delle versioni accessibili di libri da parte della Biblioteca per i ciechi Regina Margherita di Monza. Il primo, dedicato ai libri di testo e siglato per la prima volta nel 2001, fa sì che più dell’85% dei testi richiesti siano forniti dagli editori scolastici alla Biblioteca in versione digitale rendendo più agevole e rapida la produzione delle versioni accessibili. Il secondo prevede invece la produzione annua di 100 novità e best seller in versione Braille per il prestito bibliotecario.

Aie e Uici hanno siglato ieri un Memorandum d’intesa sui principi per l’attuazione del Trattato di Marrakech e dell’Accessibility Act europeo. L’obiettivo, sottolineano le due associazioni, è di offrire ai 362 mila non vedenti e agli 1,5 milioni di ipovedenti italiani la possibilità di accedere agli stessi titoli, negli stessi modi e tempi di un qualunque altro lettore.

Il Memorandum evidenzia innanzitutto come la “fiducia e la collaborazione tra gli editori e gli enti al servizio delle persone con disabilità visive” siano la chiave per lo sviluppo di politiche efficaci. Per questo chiedono che le procedure di autorizzazione delle organizzazioni abilitate a produrre libri accessibili tengano conto del requisito della fiducia tra le parti, nel solco del Memorandum di intesa promosso dalla Commissione europea nel 2010. Richiamano inoltre alla “responsabilità e all’efficienza”, giacché lo spreco di risorse in questo ambito è particolarmente grave. A tal fine bisogna evitare che siano prodotte nuove versioni di opere già disponibili in formato accessibile a meno che non sia necessario per soddisfare esigenze particolari di singoli lettori. Infine, sottolineano l’importanza di coordinare le norme sul diritto d’autore con quelle del cd Accessibility Act, che stabilisce obblighi in tema di accessibilità delle pubblicazioni, richiamando anche le pubbliche amministrazioni a seguire quanto molti editori privati già fanno.

“Siamo convinti che un paese che esclude una parte dei cittadini dall’accesso ai libri non è solo iniquo, è più povero culturalmente”, ha dichiarato il presidente Aie Federico Motta. “Ciascuno deve assumersi la propria responsabilità: la nostra è nel produrre ebook direttamente accessibili e nel collaborare con gli enti preposti alla produzione di versioni speciali quando il primo obiettivo non è raggiungibile. In Italia lo facciamo come in nessun altro paese al mondo grazie all’amicizia e alla collaborazione con l’Uici”.

“La lunga e sperimentata collaborazione tra Uici e Aie dimostra quanto il rapporto di reciproca fiducia sia essenziale per un vero progredire della tematica del diritto alla lettura per tutti” – ha commentato il presidente -uici Mario Barbuto – Le leggi sono fondamentali, ma l’intesa e il rapporto fiduciario tra i diversi attori rende tali leggi davvero operanti e talvolta è addirittura in grado di anticiparle, come è accaduto da noi in Italia, soprattutto negli ultimi quindici anni.”

Disabilita’, gli autisti degli autobus a scuola di trasporto accessibile

Redattore Sociale del 29-11-2016

Disabilita’, gli autisti degli autobus a scuola di trasporto accessibile

Iniziativa nata a Torino dalla collaborazione tra l’Uici e l’azienda trasporti. Ai conducenti è stata distribuita una guida con l’abc della mobilità per i disabili visivi: come riconoscerli, quali attenzioni riservar loro, cosa evitare.

TORINO. “Alle fermate si presti particolare attenzione all’eventuale presenza di ciechi o ipovedenti, nonché ai segni che consentono di distinguerli. Ogni autobus si fermi sempre in corrispondenza del ‘palo’ della pensilina, anche quando diversi mezzi sono in coda. Se a causa di un guasto si è costretti a trasferire i passeggeri su un’altra vettura, i disabili visivi dovranno essere aiutati a posizionarsi correttamente, in attesa del veicolo”. A qualcuno sembrerà un mero esercizio di pignoleria, ma applicare questo genere di indicazioni può rendere assai meno complicata la vita di ciechi e ipovedenti che ogni giorno devono spostarsi con i mezzi pubblici. Ne è convinta l’Unione ciechi di Torino, che agli autisti del capoluogo sabaudo sta distribuendo una guida che si propone di far chiarezza circa la condotta da tenere per agevolare gli spostamenti dei disabili visivi. Formulato in accordo con l’azienda comunale per il trasporto pubblico (Gtt), il documento contiene l’abc del trasporto accessibile. Ai conducenti, ad esempio, è spiegato quali siano i soggetti interessati, in base a quali segni convenzionali possano essere riconosciuti e quali particolari attenzioni andrebbero riservate a ciascuno di loro: un cieco assoluto, ad esempio, può essere identificato grazie al bastone bianco, e spesso avrà con sé un cane guida, facilmente distinguibile dai comuni cani da compagnia per via del “maniglione” attaccato al guinzaglio; mentre nel caso di un sordo-cieco il bastone sarà disegnato con delle fasce bianche e rosse.

“Ma soprattutto – spiegano dall’ente – abbiamo cercato di chiarire quali siano gli inconvenienti più comuni nel trasporto dei disabili visivi. Se, ad esempio, insistiamo molto sul fatto che ogni mezzo deve essere allineato alla ‘pala’ della pensilina, al momento della fermata, è perché un cieco dovrà spesso affidarsi al sistema di sintesi vocale interno alla vettura per riconoscere il suo autobus; e dunque è importante che quest’ultimo si fermi a portata d’orecchio. Se invece l’autista dovesse aprire e chiudere le porte a qualche metro dal punto di fermata, come capita quasi sempre quando diversi mezzi si ritrovano in coda, allora spetterà a lui prestare attenzione all’eventuale presenza di un disabile visivo in pensilina, dal momento che non ci si può aspettare che sia quest’ultimo a segnalarla. Anche per questo crediamo sia importante che ai conducenti sia insegnato come riconoscerli”.

Per stilare il documento, distribuito da qualche giorno agli autisti dell’azienda trasporti, l’Uici ha raccolto le segnalazioni che più di frequente arrivano da parte dei soci. “Ma va comunque detto – precisano dall’ente – che negli ultimi anni la Gtt è stata molto disponibile ad ascoltarci. Qualche anno fa, l’azienda è stata tra le prime in Italia ad introdurre un disability manager, il dottor Lorenzo Bordone; che da allora si è personalmente occupato delle nostre segnalazioni, coinvolgendoci spesso nelle decisioni che ci avrebbero riguardato: da tempo, ormai, Gtt si avvale dell’aiuto di un gruppo di ipovedenti per stabilire dove vadano posizionati i nuovi audiosegnalatori, man mano che questi vengono acquistati. I delegati del nostro comitato trasporti, inoltre, stanno incontrando periodicamente i vertici aziendali per fare il punto della situazione circa la mobilitò accessibile a Torino: è nell’ultimo di questi incontri che abbiamo deciso di stilare una guida da distribuire ai conducenti”. Per informazioni su questa e altre iniziative dell’Unione ciechi di Torino: http://www.uictorino.it (ams)

Progetto #NATIPARI

29 Novembre 2016 Roma Istituto dell’ Enciclopedia Italiana Treccani
Pari si nasce. E poi bisogna anche crescerci pari. Per continuare a esserlo. In famiglia, a scuola, nel mondo del lavoro, nelle amicizie, in ogni rapporto sociale. Ragazze e ragazzi, donne e uomini. Pari.
Con questa idea iniziale nasce il progetto #NATIPARI promosso dall’Associazione studentesca Future is Now, in collaborazione con NOISIAMOFUTURO, la community di giovani italiani che esprime una piattaforma di informazione e di valorizzazione dei talenti interamente scritta dagli studenti ed il Festival dei Giovani di Gaeta.
“Potrebbe essere il titolo di un manifesto che guarda al futuro perché per ora, diciamolo, la pari opportunità di genere, ma anche la pari considerazione o la pari educazione, sono ancora traguardi da raggiungere pienamente nel nostro Paese. Ce ne accorgiamo anche noi giovani nella nostra quotidianità – dichiara Vittorio Di Vincenzo, Presidente ‘Future is Now’.
“Se ne parla certo e, almeno questo – prosegue Di Vincenzo – è un fatto positivo: il dialogo esiste, così come i riflettori puntati su quello che si conquista, passo dopo passo.
Ma a discuterne sono quasi sempre, e quasi esclusivamente, gli adulti: i già formati, i già educati, coloro che già sono cresciuti con un’impostazione, a volte giusta, troppe volte molto meno, visto che la situazione non è proprio ottimale”.
Ma se si fa un passo indietro, si possono ascoltare voci che possono ancora fare la differenza perché appartengono a una generazione che ha in mano la potenzialità per cambiare le cose, migliorandole. NOISIAMOFUTURO e l’associazione Future is Now (e non è un caso che entrambe abbiano gli occhi puntati sul domani), insieme vogliono fare questo:
“Capire a che punto siamo e dove si può arrivare coinvolgendo i giovani, ascoltandoli con le loro opinioni, le loro storie, il loro modo di vivere la parità di genere nella loro quotidianità e nel loro modo di immaginare il futuro. Con le loro proposte che saranno
ascoltate, condivise, diffuse. Come? Attraverso le pagine del Social Journal Noisiamofuturo – dichiara la direttrice Simona Icardi – e nell’ambito di eventi ospitati al Festival dei Giovani ( www.festivaldeigiovani.it)”
“Il Festival di Gaeta, alla sua seconda edizione, ad aprile, per quattro giorni vedrà la partecipazione di migliaia di studenti e di rappresentanti del mondo adulto, istituzionale e dell’imprenditoria, della scuola, dell’università e della formazione, della cultura, dello spettacolo dello sport, del volontariato – dichiara la Fondatrice e project manager del Festival dei Giovani, Fulvia Guazzone – e darà la concreta opportunità di un confronto reale, vero, costruttivo”.
“La finalità del progetto – conclude Filippo Pompei, Segretario nazionale Future Is Now – è quella di contribuire alla promozione dell’uguaglianza di genere nella società, anche come fattore culturale, così da prevenire la violenza di genere sempre più diffusa anche tra gli studenti, secondo quanto emerge dai dati del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”.

Alunni con disabilità visiva e indicatori dell’inclusione

da superando.it

Alunni con disabilità visiva e indicatori dell’inclusione

Presentiamo gli Indicatori di Qualità dell’inclusione degli alunni/studenti con disabili visiva, elaborati nell’àmbito del NIS (Network per l’Inclusione Scolastica) dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), documento che è il frutto della sintesi di diverse sensibilità e competenze, all’insegna di una preziosa e opportuna logica di rete

Conversando con Aurelio

Conversando con Aurelio Simone

di Maurizio Tiriticco

Caro Aurelio! Io sono azzoppato e mezzo rincoglionito! Pertanto una quindicina di giorni fa mi ero espresso su FB per il NO al referendum, forse sull’onda di tutti questi antirenziani, come se Renzi fosse una sorta di castigodiddio scagliato su questa povera Italia. Con il susseguirsi dei giorni mi sono venuto convincendo che il NO sarebbe solo un voto di pancia a fronte di tutto ciò che sta succedendo nel nostro povero Paese! In primis questa lenta invasione alla quale non solo il nostro governo non si oppone ma che addirittura facilita. Il problema, in effetti, è enorme! O salviamo i fuggitivi o spariamo loro prima che tocchino terra.

Quante cose sono cambiate nel corso della storia! I nostri fanti nella guerra 1914/18 si battevano al NORD per respingere la calata austroungarica! Ora i nostri marinai fanno a gara per accogliere al SUD migliaia di disperati. Io non so se sono clandestini o meno! So solo che chi sta bene a casa sua non avverte il bisogno di scappare. Quanti di noi sono “scappati” per le Americhe o più recentemente per l’Europa del Nord! Insomma accadono fenomeni a fronte dei quali forse non abbiamo le categorie adatte per una loro corretta interpretazione. Tornando a Renzi, forse non è un Cavour o un Giolitti! E quanti oppositori, comunque, anche loro hanno avuto! Il primo servo dei Savoia, l’altro il ministro della malavita! Comunque Renzi – votato o non votato che sia – è un “qualcosa” che abbiamo espresso come Paese. Forse perché è stato così bravo da rottamare tutto e tutti, forse anche lo stesso PD, di cui rimane una sbiadita sigla tricolore. Ed io invece ricordo quella bella falce e martello della bandiera rossa del PCI! E la bella traga della storica Sezione di Via dei Giubbonari: sparita… come sparisce la storia, una volta che è passata!

Per tutte queste ragioni, ho deciso di votare SI’! Comunque, senza turarmi il naso e sapendo che non ci sono alternative. Eventuali oppositori o li ha rottamati Renzi o si sono autorottamati. Forse, tra una ventina d’anni i libri di storia potranno meglio inquadrare il fenomeno Renzi. Comunque, a tutti coloro che votano NO chiedo: cui prodest? Esiste un’alternativa? Quella dei Salvini populisti o quella dei Grillini ignoranti e incapaci? Se il loro testo di base sono le scemenze di un Casaleggio – ti sei mai imbattuto con Gaia: il futuro della politica? – è chiaro che produrranno Virginie Raggi a non finire!!! Certamente Raggi di lune calanti! Ci sono alternative a Renzi? Assolutamente no, per ora! Domani chissà! La storia corre oggi molto più rapidamente della nostra capacità di comprenderla! Per il contadino di un tempo la storia neanche esisteva! C’era solo il ripetersi delle stagioni – la circolarità del tempo – a cui ci si doveva adeguare, e basta! Ma! Forse sbaglio, non so! Ma mi si dia un motivo valido per votare NO e per svoltare pagina! Per ora mi sembra solo di vedere una porta aperta sul vuoto! Dove un inossidabile D’Alema aspetta che la ruota giri a suo vantaggio! Ma il carro della storia va avanti e non aspetta nessuno! I Magni della storia, Alessandro e Carlo sono lì… statue dall’incerta attribuzione e pagine e pagine sui libri di storia per i nostri ragazzi! Oggetti di noiose interrogazioni, da parte di insegnanti che dei Magni sanno solo ciò che c’è scritto sui manuali.

O tempora o mores! Nell’epoca dei selfie c’è poco spazio per rivangare il passato! Historia magistra vitae, ci ha insegnato Cicerone nel De Oratore! Ma sarà proprio così? Proprio ieri è scomparso Fidel (hai letto il mio scritto?)! Ma ha saputo far tesoro della Rivoluzione di Ottobre? La Storia è una grande attrice che non replica mai le commedie in cui tutti noi siamo coinvolti, un po’ come attori (anche se condannati a migliaia di “Ei fu”), e un po’ come comparse mal pagate! E in questa desolante verità con la V minuscola prendersela con Renzi è troppo facile! Ha mille difetti, ma – come dice lui stesso – ci mette sempre la faccia… e che questa sia come il culo, come diciamo a Roma, può essere anche vero, ma… ci sono altri disposti a metterci la faccia? Se mi dici di un Salvini o di una Meloni o di un Silvio – bravissimo ad aver trovato un carrozziere che lo ha risanato dagli esiti di cento rottamazioni (in effetti, si è rottamato da solo!) – allora capisco che vuoi scherzare! Come scherzano tutti i campioni della nostra politica attuale saltando da un canale all’atro! Che tristezza! Repetita iuvant, dicevano i latini, ma nell’Italia di oggi, le ripetizioni annoiano! Quanto parlano e straparlano! Mai nessuno che prende penna e calamaio – come si suol dire – e scrive un paio di paginette convincenti. Mah! Così va il mondo? No! Così va l’Italietta di oggi!

Un abbraccio! Maurizio

Allarme bullismo, dalle aule ai social network: ne è vittima un adolescente su tre

da Repubblica 

Allarme bullismo, dalle aule ai social network: ne è vittima un adolescente su tre

Mappe. L’avvento della Rete ha delineato un nuovo territorio per un fenomeno che, rivela il sondaggio Demos, preoccupa una parte sempre più larga della popolazione

di ILVO DIAMANTI

Il bullismo è un fenomeno serio e odioso. Ma solo da pochi anni ha ottenuto un’attenzione pubblica adeguata. Anche se ha una storia lunga. Narrata dal cinema e dalla letteratura. Oggi, però, è oggetto di preoccupazione diffusa. E, per questo, numerosi istituti di ricerca conducono analisi e ricerche sistematiche, sul fenomeno. Dall’Istat all’Istituto Toniolo dell’Università Cattolica, al Centro di ascolto di Telefono Azzurro.
Tanta attenzione riflette l’effettiva crescita del fenomeno, ma anche il diverso significato che ha assunto. In passato, infatti, era “accettato” come una sorta di rito di passaggio all’età adulta. Pochi lo definivano come un sopruso o un abuso. A scuola, ma anche nella vita quotidiana, nei gruppi, nei quartieri, il bullo era, spesso, la figura dominante. Il bullismo: un metodo di affermarsi attraverso l’umiliazione di altri giovani. Più deboli o, comunque, meno capaci di reagire. Meno disposti ad agire nello stesso modo. Tuttavia, per quanto serio e grave, il fenomeno appariva “circoscritto”. O almeno localizzato, non solo nello spazio, ma ancor più nel tempo. Passati alcuni anni, il contesto cambiava. Tanto più e soprattutto se si cambiava, appunto, contesto. Residenza, località. E soprattutto: scuola. Perché la scuola ne è sempre stato l’ambiente privilegiato.
Oggi non è più così. Perché, da un lato, la “giovinezza” si è allungata. Come gli anni di studio. E, soprattutto, perché le distanze territoriali non contano più come un tempo. Anzi: non contano più. Perché l’avvento della rete, dei social media le ha vanificate. E, anzi, ha delineato e costruito un nuovo “territorio” nel quale il bullismo, anzi, il cyber-bullismo, si è affermato. E diffuso. Senza più limiti.

Secondo un’indagine Doxa Kids svolta su tutto il territorio italiano, il 35% dei ragazzi dagli 11 ai 19 anni è stato vittima di episodi di bullismo. E il fenomeno appare in aumento, soprattutto negli ultimi anni. Anche se bisogna tener conto che, ormai, ogni “atto violento” commesso da giovani ai danni di altri giovani, presso l’opinione pubblica, tende a venir catalogato come “bullismo”. Senza ulteriore specificazione.
Le vittime coinvolte, comunque, sono principalmente femmine (nel 56,3% dei casi), tra gli 11 e i 14 anni (nel 40,6% dei casi). Infine, il 10,2% dei bambini e adolescenti coinvolti è di nazionalità straniera.
L’Istat traccia un profilo ancor più pesante del fenomeno. Secondo le sue indagini, infatti, nel 2014, oltre metà dei giovani (e giovanissimi) compresi fra 11 e 17 anni è stato oggetto di episodi violenti ad opera di altri ragazzi o ragazze. Due su dieci, inoltre si dichiarano bersaglio di “offese” ripetute. Più volte al mese. Circa il 6% è stato vittima di questi episodi per via digitale. Sui social network. In questo caso si tratta, soprattutto, di ragazze. Il bersaglio privilegiato (si fa per dire) di cyber-bullismo.
Se questa è la “realtà” del fenomeno, il sondaggio di Demos, condotto nelle scorse settimane in Italia, ne conferma la gravità e la diffusione, nella “percezione” sociale. Infatti, 7 persone su 10 considerano il bullismo “inaccettabile”. Rispetto al 2007 (cioè, quasi 10 anni fa) si tratta di oltre 5 punti percentuali in più. Nello stesso tempo, fra gli italiani, è cresciuta la convinzione che il fenomeno sia diffuso nella maggioranza delle scuole. Lo pensa, infatti, quasi un quarto della popolazione. Ed è interessante osservare come questa idea non sia concentrata in una specifica coorte d’età. Risulta, invece, trasversale. Distribuita ed estesa in diversi settori sociali e generazionali. Certo, la preoccupazione appare molto elevata soprattutto fra i giovani da 15 a 24 anni. E fra gli studenti. In entrambi i casi, la convinzione che il bullismo sia diffuso in gran parte delle scuole è condivisa da circa il 30% degli intervistati. Giovanissimi e studenti, d’altronde, in larga parte coincidono. E sono, per questo, il bersaglio (ma, spesso, anche gli autori principali) del fenomeno.
Tuttavia, la diffusione del bullismo viene denunciata dai “giovani-adulti”, fra 25 e 34 anni, in misura perfino più ampia: 33%. Si tratta dei “fratelli maggiori”, che, presumibilmente, hanno appena concluso la loro “carriera” di studenti. E, per questo, percepiscono l’esperienza del bullismo in misura più intensa e diretta. Perché l’hanno lasciata alle spalle. Ma la diffusione del bullismo è denunciata, in misura esplicita ed estesa anche presso le generazioni successive. Soprattutto fra le persone fra 55 e 64 anni. Mentre fra gli “anziani” (oltre 65 anni) la percezione del fenomeno risulta decisamente limitata (12%). Probabilmente perché è stata metabolizzata nel tempo. Oppure perché, come si è detto, viene ritenuta inevitabile. Quasi un passaggio obbligato oltre l’adolescenza.

Infine, l’influenza esercitata dalla rete e dai social network sulla crescita degli atti di bullismo appare “data per scontata” da una quota maggioritaria della popolazione. Ne sembrano convinte, soprattutto, le persone più anziane, con oltre 65 anni d’età e livello di istruzione meno elevato. Le componenti sociali, dunque, che hanno meno confidenza e meno pratica rispetto ai media digitali. Così si conferma l’idea che

il bullismo “spaventi” soprattutto chi ne ha notizia solo – o soprattutto – attraverso la radio e la TV.

Il “bullismo mediale”, insomma, rischia di suscitare più paura di quello “digitale”.

Alternanza, sgravi a chi assume

da ItaliaOggi

Alternanza, sgravi a chi assume

La legge di Bilancio estende i finanziamenti anche alle paritarie: dentro altri 68 mila giovani

Emanuela Micucci

Fondi per l’alternanza scuola-lavoro anche alle paritarie. E sgravi fiscali per le imprese che assumono studenti in alternanza e apprendisti. Lo prevede la legge di Bilancio 2017, approvata ieri alla Camera. I 10 milioni annui previsti dal 2016 con la legge sulla Buona Scuola per l’attuazione dell’alternanza curricolare nel triennio finale delle superiori, dunque, andranno ripartiti non solo tra le scuole statali ma anche tra le scuole paritarie, che fanno parte per legge a pieno titolo dell’unico sistema pubblico di istruzione italiano. Un provvedimento che a regime interesserà circa 68mila studenti delle classi III, IV e V di 1.641 istituti paritari tra licei, tecnici e professionali rispetto a 1 milione e 500 alunni del triennio finale delle 5.391 sedi scolastiche statali di II grado. Una misura che, per le associazioni del sistema scolastico paritario, sana una «discriminazione» per i loro alunni «penalizzati» sull’obbligo dell’alternanza.

Una questione di uguaglianza di opportunità. Diversa l’opinione della Fcl-Cgil. Secondo il sindacato, «premesso che il comma inserito non stabilisce alcun criterio di ripartizione tra scuole statali e scuole paritarie», questo «comporterà una riduzione delle risorse per le scuole statali così come definite dal decreto ministeriale 834/15». Dove si stabilisce di ripartire le risorse per l’alternanza «tengono conto della consistenza numerica degli alunni delle classi terze, quarte e quinte, per gli istituti tecnici e gli istituti professionali, e della consistenza numerica degli alunni delle classi terze, quarte e quinte, ridotta a metà, per i licei».

Dati Miur alla mano, 1 milione e mezzo di studenti delle statali, di cui il 52,5% frequenta istituti tecnici e professionali e il 47,5% licei. E circa 68mila alunni delle paritarie, di cui la maggioranza del 61,6% è costituito da scuole non cattoliche rispetto al 38,4% cattoliche. Degli studenti delle paritarie cattoliche, poi, la netta predominanza, l’80,7%, frequenta licei al contrario delle statali che ne ospitano meno della metà.

La legge di Bilancio 2017, inoltre, prevede per tre anni sgravi contributivi fino a 3.250 euro annui per le imprese che assumono, dal 1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2018, a tempo indeterminato o in apprendistato studenti delle superiori, dell’IeFp e degli Its entro 6 mesi dal conseguimento del titolo di studio e che hanno svolto presso uno stesso datore di lavoro periodi di alternanza scuola-lavoro pari almeno al 30% delle ore complessive previste o, se universitari, tirocini curricolari. Stesse agevolazioni per le imprese che stabilizzano apprendisti di primo livello e terzo livello.

Ma per le aziende l’esonero contributivo «premia soltanto le imprese che assumono gli studenti che hanno ‘ospitato’ in alternanza. Andrebbero invece premiate tutte le imprese che offrono percorsi di alternanza, in particolare le pmi», sottolinea Giovanni Brugnoli, vicepresidente per il Capitale umano di Confindustria. «L’alternanza va incentivata come metodologia per l’occupabilità più che per l’occupazione nel breve periodo». «Chiediamo», aggiunge, «burocrazia zero per poter creare e gestire le partnership formative con le scuole, un quadro di norme chiare e semplici sia per le scuole che per le imprese», «incentivi normativi ed economici che pongano le basi di un sistema duale ‘all’italiana’». È previsto che il beneficio sia riconosciuto nel limite massimo di spesa di 7,4 milioni di euro per l’anno 2017, di 40,8 milioni di euro per l’anno 2018, di 86,9 milioni di euro per l’anno 2019, di 84,0 milioni di euro per l’anno 2020, di 50,7 milioni di euro per l’anno 2021 e di 4,3 milioni di euro per l’anno 2022.

Ancora miriadi di cattedre da coprire

da La Tecnica della Scuola

Ancora miriadi di cattedre da coprire

In Calabria, Campania e Sicilia, risultano ancora senza docente molti spezzoni di cattedra: per la scuola dell’infanzia e primaria, nelle provincie di Terni, Cosenza, Perugia, Campobasso, Roma, Latina e Palermo, sono ancora in corso le convocazioni per il conferimento degli incarichi annuali e a Catanzaro si devono completare pure quelle del personale Ata.

Lo sostiene Anief che con ogni probabilità ha il polso della situazione, essendo sempre pronta a intraprendere la via legale.

Al Nord, sostiene il sindacato, non va meglio: a Genova il 30% dei bambini disabili delle scuole primarie non ha ancora avuto (forse non arriverà mai) un insegnante di sostegno specializzato; a Savona scarseggiano i docenti del primo ciclo e le scuole sono costrette a ricorrere ai candidati privi di abilitazione che hanno presentato la sola “messa a disposizione”; a Torino, come anche la Tecnica aveva pubblicato, ci sono da coprire ancora 339, di cui 230 di sostegno e vi sono, inoltre, ancora vuoti “a macchia di leopardo” alle medie e alle superiori; carenze di docenti delle superiori si segnalano anche in Veneto ed in altre regioni.

ARAN, pubblicata la raccolta sistematica sulle disposizioni contrattuali in materia di RSU

da La Tecnica della Scuola

ARAN, pubblicata la raccolta sistematica sulle disposizioni contrattuali in materia di RSU

Nella sezione del sito ARAN dedicata alla contrattazione, è disponibile la Raccolta sistematica in materia di costituzione delle rappresentanze sindacali unitarie per il personale dei comparti delle pubbliche amministrazioni e per la definizione del relativo regolamento elettorale.

Il documento ha come obiettivo quello di facilitare la lettura dei diversi contratti collettivi nazionali di lavoro vigenti (quindi anche il CCNL Scuola), stipulati negli anni, offrendone una visione unitaria e sistematica.

La raccolta ricomprende dunque tutte le regole riguardanti le modalità di costituzione e di funzionamento delle RSU, i permessi e le tutele previste, la durata dell’incarico, le modalità di elezione, ecc.

Accordo Coni-Miur per lo sport nelle scuole

da La Tecnica della Scuola

Accordo Coni-Miur per lo sport nelle scuole

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, e il Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Malagò, hanno sottoscritto il rinnovo del Protocollo d’Intesa tra il Miur e il Coni.

Per il prossimo triennio, previsto un piano di attività in base agli ambiti tematici identificati sui quali collaboreranno per promuovere e realizzare un piano di iniziative nazionali e territoriali a favore delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, secondo linee guida condivise e volte alla diffusione dei principi cui si ispira il presente protocollo d’Intesa. “Con l’amico Giovanni tre anni fa avevamo un obiettivo che è diventato un progetto per intensificare l’attività motoria nella scuola primaria – ha spiegato la ministra Giannini -, in questi due anni e mezzo abbiamo fatto cose importanti e condiviso con il Coni un progetto affinché tutte le scuole di ogni ordine e grado e che ospitano bambini da 6 a 11 anni, abbiano almeno due ore di educazione fisica a scuola”.

“Oggi – ha quindi aggiunto Giannini – sono 7mila gli istituti coinvolti, 1,2 milioni gli alunni raggiunti, 60mila le classi inserite nel progetto: numeri relativi a circa metà della scuola primaria”. Tra gli intenti condivisi, quello di sostenere e implementare il progetto ‘Sport di classè e per questo è previsto un rafforzamento degli investimenti (con prevalenza al Sud) di 60 milioni derivanti dai fondi Pon (Programma Operativo Nazionale del Miur del settennato 2014/2020).

“Oggi con i 60 milioni del Pon – spiega la Giannini – possiamo completare il progetto che nei prossimi tre anni raggiungerà tutta la restante parte. In questo Paese bisogna cominciare a riconoscere che lo sport non è in conflitto con lo studio, sono due dimensioni della vita fondamentali che non devono entrare in conflitto”.

Dai banchi di scuola ai social: il bullismo colpisce il 33% degli studenti

da La Tecnica della Scuola

Dai banchi di scuola ai social: il bullismo colpisce il 33% degli studenti

Come riporta “La Repubblica”, secondo un’indagine Doxa Kids svolta su tutto il territorio italiano, il 35% dei ragazzi dagli 11 ai 19 anni è stato vittima di episodi di bullismo. E il fenomeno appare in aumento, soprattutto negli ultimi anni.  Le vittime coinvolte, comunque, sono principalmente femmine (nel 56,3% dei casi), tra gli 11 e i 14 anni (nel 40,6% dei casi). Infine, il 10,2% dei bambini e adolescenti coinvolti è di nazionalità straniera.

L’Istat traccia un profilo ancor più pesante del fenomeno. Circa il 6% è stato vittima di questi episodi per via digitale. Sui social network. In questo caso si tratta, soprattutto, di ragazze. Il bersaglio privilegiato (si fa per dire) di cyber-bullismo.

Il sondaggio di Demos, condotto nelle scorse settimane in Italia, ne conferma la gravità e la diffusione, nella “percezione” sociale. Infatti, 7 persone su 10 considerano il bullismo “inaccettabile”. Rispetto al 2007 (cioè, quasi 10 anni fa) si tratta di oltre 5 punti percentuali in più.

La diffusione del bullismo viene denunciata dai “giovani-adulti”, fra 25 e 34 anni, in misura perfino più ampia: 33%. Si tratta dei “fratelli maggiori”, che, presumibilmente, hanno appena concluso la loro “carriera” di studenti. Il fenomeno è denunciato, in misura esplicita ed estesa anche presso le generazioni successive. Soprattutto fra le persone fra 55 e 64 anni. Mentre fra gli “anziani” (oltre 65 anni) la percezione del fenomeno risulta decisamente limitata (12%)

Infortuni in alternanza scuola-lavoro: quali prestazioni eroga l’Inail?

da La Tecnica della Scuola

Infortuni in alternanza scuola-lavoro: quali prestazioni eroga l’Inail?

Tra i vari aspetti trattati nella circolare 44/2016, concernente la sicurezza degli studenti impegnanti in attività di alternanza scuola-lavoro, l’Inail riepiloga le prestazioni erogate in caso di infortunio.

Si tratta di:

  • prestazioni economiche: indennizzo del danno biologico in capitale per menomazioni integrità psicofisica pari o superiori al 6% e rendita per menomazioni di grado superiore al 16%; assegno per l’assistenza personale continuativa; integrazione della rendita; rimborso spese per farmaci e rimborso viaggio e soggiorno per cure termali e soggiorni climatici;
  • prestazioni sanitarie: prime cure ambulatoriali e accertamenti medico-legali;
  • prestazioni protesiche con fornitura di protesi, ortesi e ausili;
  • prestazioni riabilitative.

Gli studenti non hanno invece diritto all’indennità per inabilità temporanea assoluta, a meno che non siano studenti lavoratori.

La rendita viene calcolata su retribuzioni convenzionali fissate con decreto ministeriale.

 

Entro il 30 novembre le domande per gli esami di Stato

da La Tecnica della Scuola

Entro il 30 novembre le domande per gli esami di Stato

Come ogni anno, resta fissata al 30 novembre la scadenza per la presentazione delle domande da parte dei candidati per l’esame di Stato.

La scadenza riguarda, in particolare, i candidati interni (alunni dell’ultima classe), i candidati esterni, gli alunni in possesso del diploma professionale di tecnico (Regione Lombardia e Province Autonome di Trento e Bolzano) e i candidati detenuti.

Tutte le indicazioni per la presentazione della domanda sono contenute nella nota prot. n. 12474 del 9 novembre 2016, cui è allegato anche il fac-simile di domanda per i candidati esterni.

Per gli esami 2017 sono da tenere presenti anche altre date:

  • 31 gennaio 2017: termine ultimo di presentazione di eventuali domande tardive (di candidati interni ed esterni), limitatamente a casi di gravi e documentati motivi, quali gli eventi sismici che hanno colpito quest’anno l’Italia centrale.
  • 31 gennaio 2017: presentazione domande per gli alunni della penultima classe per abbreviazione per merito (candidati interni).
  • 20 marzo: data entro la quale possono presentare domanda gli alunni con cessazione della frequenza delle lezioni dopo il 31 gennaio 2017 e prima del 15 marzo 2017 (candidati esterni).

Gli emendamenti per le scuole paritarie

da La Tecnica della Scuola

Gli emendamenti per le scuole paritarie

Libertà di scelta educativa ed effettiva parità tra pubblico e privato sembra siano i punti più importanti nelle Legge di stabilità 2017, che stanno avendo grande apprezzamento da parte delle associazioni Agesc, CdO Opere Educative e Fidae.

Intanto la prima grande soddisfazione è derivata già dal testo iniziale in cui il Governo aveva raddoppiato il contributo sulla disabilità, prevedendo per le scuole paritarie insegnanti di sostegno, e facendolo dunque passare da 12 milioni a 24 milioni. Ora viene pure creato un nuovo fondo di 50 milioni destinato alle scuole materne, aumentano le detrazioni fiscali per le famiglie, che passeranno progressivamente dagli attuali 400 euro (76 di detrazione) a 800 euro (152 di detrazione) nel 2019.

Grazie poi ad alcuni emendamenti, si legge sul Velino.it, approvati in commissione, le scuole paritarie riceveranno i contributi statali entro il 31 ottobre, i fondi per l’alternanza scuola lavoro saranno disponibili anche per le paritarie, così come, saranno fruibili per loro anche i progetti dei fondi Pon, il Programma  Operativo Nazionale del Miur, finanziati dai Fondi Strutturali Europei.

Inoltre chi deciderà di sostenere le scuole, ma non solo quelle private, col lo School Bonus verserà la donazione direttamente all’istituto e non più al Miur, ottenendo detrazioni fiscali.

Questo snellimento procedurale, come è noto, dovrebbe consentire a tutte le scuole di attrarre un maggior numero di cosiddetti benefattori.