Il Sindacato per il Personale ATA

La grande paura per la nascita e la crescita di consensi dell’unico Sindacato per il Personale ATA: LA FEDER.ATA.

Gentili Colleghi,
siete a conoscenza dei vari Convegni Nazionali organizzati nei giorni scorsi dai Confederali sulle tematiche del Personale ATA.
Non vogliamo fare commenti sui contenuti di questi incontri e dibattiti, perché sappiamo già con certezza che non ne uscirà nulla di positivo che possa risolvere i nostri gravi e drammatici problemi lavorativi quotidiani; stanno solo perdendo tempo in chiacchiere fumose e inutili e stanno cercando di imbrogliarci ancora una volta con promesse che sanno già che non potranno mai mantenere, a causa di probabili accordi sottobanco già stipulati a nostra insaputa; la morte degli ATA è ormai sotto gli occhi di tutti.
Stanno solo cercando di salvare il salvabile per mantenere gli iscritti tra il Personale ATA, che ormai stufo e allo stremo, crede sempre meno alle loro promesse mai, mai mantenute.
Questa è la cruda e terribile verità, non ce ne sono altre, altrimenti il Personale ATA non soffrirebbe di una morte lenta e inesorabile come sta accadendo nella realtà quotidiana; la Feder.ATA è disposta a fare un sondaggio tra tutti gli ATA d’Italia per decretare il grado di soddisfazione e di fiducia che hanno i nostri Colleghi nei confronti dei Sindacati firmatari di Contratto; se tale consultazione verrà effettuata, la renderemo pubblica all’Italia intera, d’altronde tutto il mondo vive di inchieste o di indagini di mercato.
Cari Colleghi avrete senz’altro letto che la ben nota Organizzazione Sindacale della UIL, durante l’incontro promosso a Roma in una giornata (…di chiacchiere inutili) dedicata alle problematiche ATA, ha dichiarato che …”Non serve un ennesimo nuovo sindacato ma un sindacato contemporaneo in grado di rinnovarsi attraverso il contatto costante con i lavoratori e con le RSU. “
Carissimi, non occorre tanta fantasia per capire che si riferiscono alla nascita della Federazione del Personale ATA- Feder.ATA, l’unico vero Sindacato che sa di cosa NOI abbiamo bisogno e sa come risolvere i NOSTRI problemi perché li vive tutti i giorni, e che il 18 Marzo 2016, ad appena tre mesi dalla nascita, ha proclamato uno sciopero al quale hanno aderito oltre 40.000 ATA, un risultato mai raggiunto da nessun altro Sindacato in cinquanta anni di attività sindacale.
La Feder.ATA invita tutte le Organizzazioni Sindacali firmatarie di Contratto a tacere sui problemi degli ATA perché non sono di Loro competenza, in quanto impegnati da sempre, soprattutto nelle Contrattazioni d’Istituto, a difendere la folta schiera dei docenti, molto più numerosi e redditizi di noi o a rendere accessibili a tutti gli incontri col Governo già avuti e quelli a venire tramite pubblicazione verbali ufficiali e dirette streaming.
Prima ci hanno venduti e fatti morire nell’indifferenza generale, ora hanno la faccia tosta di avanzare delle proposte, organizzare Convegni e/o dibattiti per risollevare le disgrazie perpetrate nei Nostri confronti con i tagli selvaggi agli organici, con il blocco delle supplenze brevi e con altre assurdità che dobbiamo quotidianamente subire.
Questi Signori, se sono proprio convinti che il silenzioso ed operoso popolo ATA sia una categoria di lavoratori senza un cervello pensante, o che ancora sia disposto a credere alle belle favole dei Confederali, si sbagliano, e di molto; e il grande successo mediatico, la grande popolarità che la Feder.ATA sta sempre più conquistando, è una prova tangibile che gli ATA sono stufi di essere presi in giro, e che stanno decidendo di dare fiducia ad un nuovo e giovane Sindacato che si interessa solo del Personale ATA, e lo fa con professionalità, coraggio e competenza, parlando in maniera chiara e semplice… ma, soprattutto, dicendo la verità …sempre !

Direzione Nazionale Feder.ATA.

Gran ballo in epoca fascista, il Miur avvia l’ispezione

Scuola, Fedeli: “Memoria atto doveroso, no a iniziative fuorvianti”
Gran ballo in epoca fascista, il Miur avvia l’ispezione

(Roma, 17 febbraio 2017) Avviata l’ispezione alla scuola romana dove era stato programmato il “Gran ballo in epoca fascista”. La decisione è stata presa  dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, che, dopo aver ascoltato le diverse componenti dell’istituto della Capitale, ha ritenuto di procedere con una visita ispettiva nella scuola.
Dice la Ministra dell’Istruzione, della Ricerca e dell’Università Valeria Fedeli: “Appena appresa la notizia dell’iniziativa programmata dalla scuola romana ci siamo immediatamente attivati attraverso l’Ufficio Scolastico Regionale”.

L’Usr del Lazio – che, nell’ambito dell’iniziativa triennale “Azioni innovative per la definizione degli obiettivi di miglioramento della scuola”, ha finanziato il progetto di approfondimento storico dal titolo “Ricostruire la Storia: l’epoca fascista nelle nostre scuole e nei nostri quartieri” – aveva già sottolineato nei giorni scorsi che il progetto presentato non faceva menzione alcuna di balli a “tema” e aveva chiesto una relazione alla dirigente dell’istituto coinvolto. Dai colloqui svolti successivamente con le componenti dell’istituto, genitori compresi, è emersa la necessità di un’ispezione presso la scuola, che si svolgerà nei prossimi giorni.

“Mantenere viva la memoria è un atto doveroso e delicatissimo, affinché nessuno dimentichi e nessuno si sottragga alla responsabilità della storia. È un dovere di conoscenza nel rispetto dei principi della nostra Costituzione”, spiega la Ministra Fedeli. “La scuola è fondamentale in questo percorso, perché è il luogo principale della nostra società in cui si educano le nuove generazioni a conoscere e analizzare i fatti storici e sociali, a comprendere che la nostra identità non può né deve mai essere usata come etichetta per discriminare. Una lezione che deve essere oggi e in futuro costantemente rinnovata in modo che fasi del nostro passato non tornino. Per questo ben vengano iniziative volte a preservare la memoria, favorendo lo studio, aiutando la comprensione di fenomeni storici e sociali. Ma non sono ipotizzabili iniziative, decisioni o scelte che creino confusione nei soggetti coinvolti in questo percorso, a cominciare dalle studentesse e dagli studenti, oltre che dalle loro famiglie”.

Prosegue la Ministra Fedeli: “Invito quindi tutti gli organismi coinvolti nella formazione delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, ciascuno per il proprio ruolo e le proprie responsabilità – dagli istituti scolastici nella loro autonomia, agli Uffici Scolastici Regionali nella loro funzione di coordinamento e verifica – a evitare decisioni e iniziative che possano anche soltanto minimamente apparire come fuorvianti rispetto al progetto educativo e non rispettose dei valori di convivenza civile, rifiuto di ogni discriminazione, rispetto dell’altro che sono alla base del nostro sistema scolastico e della nostra società”.

Scrutinio del primo tri/quadrimestre: un rito inutile

PER FAVORE LIBERATE LA SCUOLA DAL VECCHIO RUDERE DELLO SCRUTINIO INTRANNUALE

di Giuseppe Guastini

Nei decenni e nei secoli passati la pagella ha costituito l’unico canale in grado di fornire alle famiglie l’informazione completa (disciplinare e comportamentale) sull’andamento scolastico degli studenti. L’anno scolastico era suddiviso in trimestri ed ogni trimestre si concludeva con uno scrutinio nell’ambito del quale veniva compilata la pagella; questa, a sua volta, era trasmessa ai genitori. La pagella era un documento standardizzato strutturato in trimestri e i genitori potevano rilevare, materia per materia, non soltanto la preparazione attuale ma, entro certi limiti, anche l’andamento diacronico.
Nelle norme attuali (DPR 122/2009 e Schema di decreto legislativo recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze… n° 384; in corso di emanazione) lo scrutinio intrannuale è denominato valutazione periodica.
Nei tempi del registro elettronico (brutta espressione: meglio valutazione online; pensate che al MIUR ancora impiegano l’espressione codice meccanografico) i genitori hanno quotidianamente accesso ad una dettagliata informazione su tutti gli elementi essenziali del percorso scolastico degli studenti. Non soltanto: quasi tutte le scuole, attraverso il proprio sito, forniscono e aggiornano informazioni su curricolo, regolamento d’istituto, eventi, incontri, atti amministrativi etc.
Come si vede, la funzione informativa delle scadenze trimestrali previste dai vecchi ordinamenti (proprio in questi giorni ha luogo lo scrutinio del 1° quadrimestre in moltissime scuole italiane) risulta ampiamente superata.
Ci sarebbero poi da considerare almeno due ulteriori elementi di controllo, monitoraggio, aggiornamento e trasparenza della processualità scolastica: le riunioni periodiche del consiglio di classe/interclasse (che non c’era ai tempi dell’istituzione dei trimestri) e le modalità e criteri per i rapporti con le famiglie e gli studenti, previsti dall’art. 29, comma 4 del CCNL del Comparto scuola (una vera anomalia che un fondamentale atto di competenza del Consiglio d’istituto sia previsto da un contratto di lavoro; ma questa è un’altra storia).
L’informazione cartacea mantiene ormai il solo valore di documentazione certificativa (e forse nemmeno quella, visti i processi di de-certificazione e de-materializzazione avviati nella PA); ma per questa è necessario e sufficiente il solo scrutinio di fine anno scolastico, quando lo studente ha avuto tutte le opportunità di apprendimento, recupero, sostegno etc.
Per comprendere meglio l’inutilità dello scrutinio intrannuale è opportuno richiamare le due funzioni storiche (che andrebbero aggiornate) della valutazione: la valutazione formativa e la valutazione certificativa. Per valutazione formativa (o diagnostica) si intende la valutazione, condotta mediante test, colloqui, elaborati etc, volta a rilevare i deficit di apprendimento, individuali e collettivi e introdurre gli opportuni interventi compensativi e migliorativi (contingenti o di sistema);
la valutazione certificativa (una volta detta sommativa) consiste invece nel rilascio di documenti individuali aventi valore di spendibilità sociale (documento di valutazione e certificato delle competenze).
E’ evidente come la valutazione formativa (online), condotta direttamente dagli insegnanti, debba mantenere un carattere di continuità e immediatezza, che non può attendere le scadenze burocratiche tri/quadrimestrali; è altrettanto evidente come invece la valutazione certificativa non possa che essere rilasciata al termine del periodo formale dell’istruzione (anno scolastico o ciclo), in sede di scrutinio finale.
Scrutinio del primo tri/quadrimestre: un rito inutile.

Da Papa importante lezione di cultura politica ed etica

Fedeli: “Da Papa importante lezione di cultura politica ed etica”

“Da Papa Francesco abbiamo ascoltato parole di grande profondità e forza morale”. Così la Ministra dell’lstruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, al termine della visita del Santo Padre all’Università degli Studi Roma Tre. “Con il suo intervento ci ha consegnato un messaggio centrato sul rispetto reciproco, sull’importanza del linguaggio che non deve mai divenire strumento di discriminazione o sopraffazione, sul valore dell’ascolto e del dialogo, sulla ricerca dell’unità nelle diversità. È stata una importante lezione di cultura politica e di etica nell’esercizio della responsabilità pubblica per le studentesse e gli studenti, per i docenti e le personalità presenti e  per la politica tutta”.

DIPLOMATI MAGISTRALI

DIPLOMATI MAGISTRALI, ACCOLTO IL RICORSO CONTRO LA REVOCA DEI RUOLI

Diplomati magistrali: il Consiglio di Stato accoglie il ricorso promosso dalla Gilda degli Insegnanti contro il Miur per la revoca degli incarichi a tempo indeterminato assegnati a due insegnanti sarde che avevano già superato l’anno di prova.

“Obiettivo del nostro ricorso, patrocinato dagli avvocati Bonetti, Soddu, Delia e Cantelli – afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda – è stato tutelare il diritto al lavoro leso da provvedimenti di revoca che in realtà mascheravano dei licenziamenti. Dopo questo importante successo ottenuto in Sardegna, proseguiremo la nostra battaglia per raggiungere gli stessi risultati anche negli altri contenziosi aperti in tutta Italia”.

“Chiediamo al Miur un intervento che garantisca omogeneità sul territorio nazionale – dichiara la vice coordinatrice nazionale della Gilda, Maria Domenica Di Patre e responsabile della Gilda di Nuoro – nell’inserimento dei punteggi nelle graduatorie ad esaurimento, così da evitare le disparità di trattamento operate attualmente dagli uffici scolastici provinciali”.

“Il provvedimento adottato dai giudici di Palazzo Spada – spiega l’avvocato Bonetti – rigetta la richiesta del Miur per motivi formali, ma si inserisce all’interno di eque pronunce giurisprudenziali del Consiglio di Stato, già ottenute con le associazioni Adida e Mida, che tutelano il diritto al lavoro dei precari storici”.

Dalla penna alla tastiera

Dalla penna alla tastiera: un passaggio non facile!

di Maurizio Tiriticco

Ma perché chi scrive in word non impara a utilizzare correttamente la tastiera? Lo so! In effetti si tratta di un passaggio non facile! Un conto è scrivere con la penna/carta; altro conto con il tasto/schermo: ma di questo “altro conto”, in realtà siamo in pochi a tenere un debito… “conto”!

Io – lo confesso – sono stato aiutato da anni di lavoro redazionale, per cui conosco – o almeno penso di conoscere – tutte le difficoltà di una scrittura a “stampa”, difficoltà che non si rilevano, non appaiono, nella scrittura con la penna. Qualche esempio. Nel capoverso (si chiama così) in cui sto scrivendo, sono apparse quattro lineette ( – ) che non vanno confuse con i trattini ( – ). Specifico la differenza che corre tra il trattino ( – ) e la lineetta ( – ). Il trattino si usa per le espressioni del tipo centro-sinistra o Emilia-Romagna. La lineetta si usa nel corso di un periodo. Esempio: La vicenda di cui si parla – si veda l’articolo di “la Repubblica” di oggi – non è stata trattata da altri quotidiani. La linetta non esiste – infatti il correttore me lo segnala in rosso – se non come diminutivo di Lina, quindi Linetta! Seguono alcune considerazioni.

Una cosa è una “e” senza accento, congiunzione, altra cosa è una “è” con l’accento grave, voce del verbo essere, altra cosa una “é” con l’accento acuto come in “perché”, “affinché”. Nella scrittura a penna queste differenze non compaiono! Ricordiamo: le nostre vocali non sono cinque, ma sette: a, i, u, è, é, ò, o. Caffè (non caffé, come perché); céra e primavèra; Como e comò; pero e però.

L’uso delle parentesi tonde. Mai una parentesi e poi uno spazio: la parola segue immediatamente; mai uno spazio prima della chiusura della parentesi. Se dovessimo accentare (non accentuare, ovviamente, che è un’altra cosa) per scritto il periodo che segue, dovremmo scrivere: “Io hò vinto un terno al lòtto; loro no”. Tra il “lòtto” come gioco e “io lòtto”, c’è una bella differenza, ma l’accento, non indicato, non me lo dimostra. La “u” ha un solo accento (più); la “e” ne ha due (come sopra: perché e caffè).

L’uso della slash, o barretta: /. Si scrive solo quando tra il primo elemento scritto e il secondo c’è una certa contiguità o continuità. Esempio: lo sviluppo/crescita di un bambino; ed ancora: l’insegnamento/apprendimento; o l’apprendimento/insegnamento; il biennio 1890/1892; il dibattito idealismo/marxismo. Ed ancora: “Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o luoghi e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale”.

Attenzione! Il linguaggio pubblicitario si sottrae a queste regole; pertanto, non occorre mai prenderlo come esempio per una scrittura corretta.

Occorre anche considerare le funzioni che un linguaggio assume. Ad esempio, un conto è dare un’informazione; altro conto e imporre un ordine; altro conto è porre una domanda, e così via. Il noto linguista russo Roman Jakobson ha individuato sei funzioni linguistiche, a seconda del fine che un parlante/scrivente si propone: ad esempio, un conto è dare una informazione, altro conto è chiederla, altro conto è esprimere una meraviglia, e così via. Le sei funzioni sono le seguenti: referenziale, se il riferimento è al contesto, all’oggetto di cui si parla o si scrive; emotiva, riferimento al parlante/scrivente; conativa, riferimento al destinatario; fàtica (dal latino for, faris… parlare, non fatìca), riferita al tipo di contatto tra due interlocutori (immediato o mediato da qualche mezzo, una lettera, il telefono, il cellulare, ecc.); poetica, riferita al messaggio; metalinguistica, riferita al codice adottato tra i due interlocutori. Ad esempio una funzione conativa “calda” (un comando, una dichiarazione d’amore, un insulto) è altra cosa rispetto a una funzione informativa, in genere “fredda”… che però diventa “calda”, ad esempio, se la banca mi informa che il mio conto è a zero. E ancora: la morte del nonno può provocare dolore nel nipote affettuoso o una grande gioia nel nipote erede di un lascito cospicuo (attenzione! Non si scrive “cospiquo”, anche se la lettura o l’ascolto sono i medesimi). Che strano! Diciamo cuggino o colleggio, ma dobbiamo scrivere cugino o colegio. Infine, per quanto riguarda un’anali seria del linguaggio, non vanno dimenticati gli “analitici inglesi” (vedi ad es. Williams, Bernard – Montefiore, Alan, a cura di, Filosofia analitica inglese, Lerici, Roma, 1967). E rinvio anche alla “Teoria degli atti linguistici”(locuzione, illocuzione, perlocuzione) di Marina Sbisà.

Occorre anche considerare che all’interno del linguaggio comune, quello del vocabolario – l’insieme delle parole – e quello della grammatica – le regole con cui si combinano le parole – si collocano anche i linguaggi settoriali: quello dei medici, quello degli avvocati, quello degli ingegneri, quello tipico di tutti i linguaggi tecnici. Spesso certi vocaboli cambiano di significato e di funzione a seconda dell’area linguistica settoriale in cui vengono usati. Ad esempio, una “operazione” assume significati diversi a seconda che si tratti di un linguaggio aritmetico, medico, militare, economico, bancario. Da sottolineare che il participio presente “significante”, usato per sottolineare qualcosa di particolarmente importante, rilevante, nella linguistica saussuriana costituisce la componente fono-acustica, materiale – direi – utilizzata per esprimere un dato significato. Posso anche ricordare che Ferdinand de Saussure soleva dire che il significante (ciò che un “segno” vuole esprimere) e il significato (il “segno” espresso) non sono separabili, in quanto sono come le due facce dello stesso foglio.

Infine, mi piace ricordare la differenza che corre, secondo Chomsky, tra la struttura profonda (di un discorso, o di un pensiero non formulato) e la struttura superficiale del linguaggio (quando di fatto si parla o si scrive). La prima è comune a tutti i parlanti umani (sta dentro le loro teste fin dalla nascita), i quali, poi, quando “parlano” concretamente, adottano le strutture superficiali, appunto, di “quei” parlanti e non di “altri”, di quel Paese e non di un altro. Un bambino nato da genitori italiani, ma adottato da subito da genitori di un’altra cultura, parlerà “imitando” la lingua dei nuovi attanti.

Chomsky pensa che il linguaggio sia un fatto innato umano, potremmo dire. Ma il de Saussure non è affatto d’accordo. Per lui la lingua, la “langue” è un fatto culturale sociale, costruito nei secoli. La “parole” è l’espressione della langue in un dato contesto socio/culturale. Da notare che ho usato lo slash, non il trattino: Perché? Al lettore l’ardua sentenza…

Lo stesso vale per ‘langue’ e ‘parole’, termini/concetti che vanno rigorosamente mantenuti in francese, anche se hanno la rispettiva traduzione italiana. La langue è strutturata secondo una grammatica (ortografia, morfologia e sintassi) ed è stata convenzionalmente stabilita (non nasce, insomma, dal caos né tantomeno ad esso è soggetta); è un fatto sociale, dunque: un sistema di riferimento per ogni singolo parlante o scrivente. La parole, invece, è un fatto individuale, perché riguarda le produzioni linguistiche di ciascuno di noi. In effetti è la “concretizzazione” della langue.

Ed ora basta! Ho chiacchierato un po’ con me stesso, anzi… ho superficializzato le mie strutture profonde!

Nutrizione e Benessere nella Economia Circolare

Nutrizione e Benessere nella Economia Circolare.

Paolo Manzelli (presidente Egocreanet , NGO / Incubatore Universita di Firenze )

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La Accademia della Fiorentina (1) si propone di promuovere un piano di comunicazione in collaborazione con Egocreanet, ( NGO esperta in Economia della Conoscenza) ed eventuali altri partners , sul corretto stile di vita, visto in rapporto alla innovazione sociale e culturale che pone al centro la sostenibilita’ ambientale del sistema produttivo che indica nelle “economia circolare” la capacita di rigenerazione dell’ impatto ambientale della produzione alimentare, ottenibile tramite la riduzione degli sprechi , riutilizzazione e ottimizzazione delle risorse naturali ed il riciclaggio delle risorse naturali nonche’ la riduzione dei consumi energetici . La “economia circolare” oltre ad essere la strategia di innovazione contemporanea rappresenta una cultura tradizionale della civilta’ contadina di origine rinascimentale, per cui si ricorda il detto “ del maiale non si spreca mai nulla” .

Oggi la produzione agricola di carni, perseguendo tale tradizione, è notevolmente impegnata nell’ avanzamento della “economia circolare” allo scopo di dare un netto contributo ad “innescare percorsi di conoscenza piu impegnativi “ (2), che sono alla base della capacita di competitiva di un sistema produttivo moderno, dove cultura e tradizione sono l’ essenziale fattore di sviluppo e di crescita locale sostenibile . In particolare la produzione di carne e di latte in Italia da bovini di razza, utilizza metodi di pascolo e di alimentazione altamente sicuri e tracciabili, capaci di realizzare alimenti di origine animale di alta qualita’ nutrizionale da integrare in diete utili a mangiare il “giusto variato e sano” della piu’ antica tradizione contadina.

Purtroppo si assiste ad campagna denigratoria sul consumo di carne , che sembra non voler ascoltare ragioni sulle caratteristiche di genuinita’ e sicurezza della produzione di carne in Italia. Alcune di queste numerose mode dietetiche sono guidate da importazioni nutrizionali preconcette ed ingiustificate e di difesa senza limiti degli animali , ormai sono in aumento tra i consumatori, rischiando di mettere in crisi, ma anche di generare criticita’ positive, nell’ importante settore agroalimentare della produzione di carni, che fa pare della tradizione culinaria Italiana per quale la ristorazione italiana e famosa in tutto il mondo. (3)

Egocreanet (NGO c/o Incubatore Universita ed Impresa) pertanto si propone, in collaborazione con la Accademia della Fiorentina, di armonizzare la relazione tra nutrizione e benessere ed invecchiamento attivo , aggregando un gruppo di competenze finalizzato a superare le incongruenze e sbilanciamenti , dei numerosi modelli nutritivi della dietetica contemporanea, dove spesso si dimentica che la nutrizione deve armonizzare le capacita metaboliche di costruzione di una vita sana e longeva , a volte prendendo spunto da singoli elementi di nutraceutica, per utilizzarli allo scopo di lotta commerciale e favorire questo o quello specifico settore agro-alimentare della economia globale.

Come abbiamo condiviso piu’ volte con la Accademia della Fiorentina e altri partners, la nutrizione è un fenomeno assai complesso che non puo’ essere trattato escludendo, come ad es fanno “vegetariani e vegani” , singole specie alimentari ovvero eliminando singole classi di componenti molecolari. Infatti il sistema digerente trasforma le macromolecole provenienti dal cibo in “monomeri” (i mattoni della vita) proprio per permettere di sintetizzare tramite la espressione dei DNAs le proprie individuali molecole di ricostruzione della vita, che evidentemente sono ben diverse dalle macromolecole acquisite dagli alimenti nel piatto. La conversione da macromolecole a monomeri funzionali, viene eseguita dai batteri intestinali e poi dal fegato per permettere al sangue di far circolare i monomeri capaci di ricombinarsi e quindi ai DNA.s di ricostruire giornalmente la nostra vita . Pertanto la qualita’ del risultato nutrizionale viene a dipendere dalla armonizzazione differenziazione ed ottimizzazione dei processi metabolici e dalla qualita’ ed organizzazione differenziata e dietetica del cibo ingerito .

Questa piena comprensione del metabolismo alimentare è la ragione principale proposta da Egocreanet, per riflettere sulle effettiva importanza di comprendere come una corretta alimentazione serva per ottenere un articolato rapporto cosciente tra nutrizione e benessere, tale che possa contribuire a superare quello stato di insicurezza alimentare che tende a generare conflitti economici e sociali. Una campagna di comunicazione sul tema : “Nutrizione e Benessere nella Economia Circolare” sara’ quindi essenziale per riequilibrare la situazione attuale dove la gente ha sempre maggior difficolta’ di sapere cosa mettere nel piatto, essendo bombardata da ricette di cucina in TV prodotte da chef stellati, condizionata da diete miracolose, ed indottrinata con false notizie e da informazioni e mode alimentari fuorvianti e spesso pericolose per la salute.

Chi volesse partecipare a questa prospettiva di potenziamento della comunicazione e sviluppo ,da condividere, per la salvaguardia del settore di lavoro e innovazione della produzione distribuzione e consumo della carne e’ pregato di farci sapere della vs disponibilita’ e competenza e sostegno, per collaborare al successo di questa coerente ed importante strategia di attiva campagna promozionale della moderna e completa cultura sulla salute alimentare.

–> Paolo Manzelli 16 -02-2017 ( cell:335/6760004)

Bibliografia

(1) Accademia dela Fiorentina: http://www.toscana-notizie.it/documents/735693/0/Accademia+della+fiorentina+-+doc-+convegno++23-09-2015.pdf/c070b658-afbf-4504-a17c-1f7594297883 ;

(2) Articolo di : Vasco Tacconi in Supp Unioneinforma n°11,2016 .pp.4/7.

(3) P. Manzelli “La nuova Nutriceutica “: http://venezian.altervista.org/Scienzarte/56_La_nuova_nutriceutica.pdf ;

 

Festival della Didattica digitale

Dal 20 al 25 febbraio a Lucca
FESTIVAL DELLA DIDATTICA DIGITALE: TUTTO PRONTO
PER LA SECONDA EDIZIONE DEDICATA AI “SAPERI PRATICI”
Sei giorni tra laboratori e workshop dedicati a studenti e insegnanti

Dopo il successo della prima edizione torna a Lucca dal 20 al 25 febbraio la rassegna dedicata al mondo della scuola che si svolgerà negli ambienti di San Micheletto e del Complesso Conventuale di San Francesco. Il Festival della Didattica Digitale si propone ancora una volta come percorso attraverso l’innovazione tecnologica e didattica, opportunità unica di formazione per docenti e ragazzi, con oltre 180 eventi completamente gratuiti tra laboratori, talk e conferenze.

La rassegna ha debuttato nel 2016 imponendo un nuovo format tra i vari festival nazionali dedicati alla Scuola ed è organizzata dalla Fondazione UIBI col sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e in collaborazione con Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), partner scientifico della manifestazione.
Tema al centro di questa seconda edizione i cosiddetti “Saperi pratici”, i know-how oggi indispensabili per favorire l’accesso alla conoscenza: un argomento di grande attualità su cui la Fondazione UIBI ha concentrato il proprio impegno nell’ultimo anno e che costituisce il filo conduttore dei molti appuntamenti del Festival, approfondimenti di tematiche trasversali alle “competenze digitali dei docenti”.
In pratica veri e propri pacchetti di formazione tematici suddivisi in tre macro-sezioni principali: Didattica, Ricerca e Bump.

Nella Sezione “Didattica” saranno proposti workshop e conferenze sulle avanguardie educative con focus su metodologie didattiche innovative e sugli ambienti di apprendimento, ma di centrale importanza saranno gli appuntamenti legati al Next Learning che affronteranno i temi del marketing scolastico, degli ambienti di apprendimento e dei portali didattici. Ci sarà spazio anche per approfondimenti sulle attività didattiche avanzate (storytelling, libri digitali, cittadinanza digitale, realtà aumentata, design learning e altro ancora) e per le cosiddette “attività makers” in cui scuole di ogni ordine e grado saranno coinvolte in laboratori di robotica educativa per discipline STEAM (scientifiche e umanistiche), coding, tikering, ed elettronica educativa.

Sul fronte della “Ricerca” sarà invece centrale l’attività della Fondazione UIBI e della sua “creatura”, la Scuola Superiore San Micheletto, con particolari riferimenti al progetto Craft-ed (http://craft-ed.sssm.it/), piattaforma web nata con l’obiettivo di studiare come l’accesso alla conoscenza sia implementato attraverso il coinvolgimento attivo delle persone in esperienze artigianali.

Grande novità è invece la sezione “BUMP” che si presenta come una serie di laboratori e conferenze tenute dalle più innovative start-up italiane in tema di portali didattici e realtà virtuale, selezionate attraverso un apposito contest.

Il Festival è un’iniziativa di aggiornamento riconosciuta dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana come attività di formazione; la partecipazione è completamente gratuita e prevede una preiscrizione sul sito www.festivaldidatticadigitale.it.

Le attività sono organizzate in percorsi formativi e le giornate sono riconosciute valevoli ai fini dei 5 giorni a disposizione per la formazione.
Grazie a una manifestazione che si sta già imponendo come appuntamento fisso, a Lucca si aprirà nuovamente una finestra, non solo sul futuro della didattica, ma della nostra stessa società. Un’occasione di aggiornamento, confronto e discussione sulle priorità del mondo scolastico, sulle sue prospettive, per porre le basi di un domani solido ed efficiente per la Scuola, quindi un domani certamente migliore per il Paese stesso.

L’identità nazionale non si insegna, si costruisce!

L’identità nazionale non si insegna, si costruisce!

di Maurizio Tiriticco

A proposito della richiesta che fin dalla seconda media gli alunni avanzano agli insegnanti di… insegnare loro il fascismo – così riporta la stampa di qualche giorno fa – ritengo – ma vorrei essere smentito – che molti insegnanti per certi versi mastichino poco di fascismo e di storia recente – se possiamo chiamarla così – per altri versi temono di essere “di parte”. Mah!!! Chissà che cosa pensano in famiglia, per cui… è meglio lasciar perdere! Così, dopo la prima guerra mondiale… l’abbiamo vinta, quindi… è più che sufficiente per la storia patria! Ma poi? Poi c’è il vuoto… Forse sono cattivello, ma… come mai in rete scrivono tanti sedicenni “nostalgici”? Ma nostalgici di che? Che cosa ha insegnato loro la Scuola Democratica e Repubblicana? Questi ragazzi cellularizzati hanno forse vissuto la guerra, i bombardamenti, la fame, hanno saputo dei nostri soldati in Russia con le scarpe di cartone? Dei nostri soldati in Africa con le bombe a mano contro i carri armati? Della presa in giro del “credere, obbedire, combattere”? Del “Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi”? Del “libro e moschetto fascista perfetto”? Del “Dio stramaledica gli inglesi”, il popolo dei “cinque pasti”? Dell’oro alla Patria?

Ovviamente, nessuno nega che con il governo fascista si siano avute opere pubbliche e innovazioni civili (cinque città costruite nell’Agro Pontino, l’opera nazionale maternità e infanzia, previdenza et al), però… a quei tempi, purtroppo, guai a pensarla diversamente! Gramsci è morto in carcere nel ’37. L’isola di Ventotene era piena di antifascisti… E in Francia – ricordiamolo – i fratelli Rosselli nel giugno del ’37 furono ammazzati da una squadraccia di “cagoulards”! Insomma, la storia non è tutta bianca o tutta nera! La storia non può essere studiata secondo criteri morali o moralistici… non c’è la storia che “mi piace” e quella che “non mi piace” I viva e gli abbasso sono della politica quotidiana, non dell’analisi storica! Bloch, Braudel, Febrve, i nostri Cantimori, Chabod, mettiamoci anche Croce, sono grandi maestri della ricerca storica. Per non dire del “Secolo Breve” di Hobsbawm. Insomma, la ricerca storica può essere una buona e costruttiva palestra… e non so quanto certi libri di testo concorrano a fare “allenare” i nostri studenti! Troppe illustrazioni! Troppe letture inutili! Troppe prove di comprensione abborracciate!

Certamente il fascismo va studiato ed oggi, a tanti anni di distanza, lo studio potrebbe essere effettuato con lo stesso “distacco” intellettuale con cui studiamo Cesare o Napoleone. A nessuno studente o adulto oggi verrebbe in mente di parteggiare o meno per Cesare o per Pompeo, per la Pulzella di Orleans o per il Conte di Shrewsbury, per Napoleone o per l’ammiraglio Nelson, ma… il fatto è, purtroppo, che la nostra democrazia, nonostante la ventennale Resistenza, la Liberazione del ’45 e la Repubblica del ’46, “forse” è ancora giovane!

In effetti, l’Unità del nostro Paese risale al 1861, quando una certa Casa Savoia, mediocre e vigliacchetta, che nessun credito aveva presso gli altri Stati europei, volle celebrare la nascita del Regno d’Italia! Un regno nato, però, con l’abile utilizzazione di un Mazzini e di un Garibaldi, ambedue poi “confinati”, a cose fatte! Mazzini dovette rifugiarsi a Londra, da dove rientrò nel 1872 a Pisa sotto il falso nome di Giorgio Brown e a Pisa morì nel medesimo anno. Garibaldi di fatto venne confinato a Caprera con un sacco di fagioli, dove morì nel 1882! L’“eroe dei due mondi”, colui che a Teano nel 1960 aveva salutato il Re d’Italia facendogli dono di tutta l’Italia meridionale liberata – si fa per dire – dai Borboni. Per non dire dell’impresa garibaldina del 1862, quando Garibaldi, deciso a marciare su Roma, fu fermato, ferito e arrestato nell’Aspromonte! Come un bandito! Non come un liberatore!

I Savoia non scherzavano affatto! E sparavano pure contro chi non rientrasse nei loro disegni egemonici ed annessionistici. Fingevano di cercare alleanze, ma erano maestri delle più squallide strumentalizzazioni! Astuzie politiche? Mah! E Camillo Benso di Cavour ci metteva del suo, ovviamente! Fino al giorno della sua morte, il 6 giugno del 1861! I Savoia restituirono i dovuti onori a Mazzini e a Garibaldi, due nostri Grandi del Risorgimento, solo dopo la loro morte, perché, da morti, non potevano più opporsi alla dittatura savoiardo-piemontese ormai estesa dalle Alpi alla Sicilia. Strategie intelligenti quelle dei Savoia! Anzi, spregiudicate! Per non dire poi di quei plebisciti pro-Savoia sapientemente organizzati, ma anche della brutale repressione contro i cosiddetti briganti, che oggi potremmo chiamare partigiani della resistenza antisavoiarda! Si legga l’“Antistoria d’Italia”, di Fabio Cusin: una ricerca più che interessante sui modi con cui i Savoia costruirono un regno! Nazionale o savoiardo?

Quindi, con questa monarchia, che si era impadronita con raggiri e furberie dell’intera penisola, era molto difficile costruire una vera identità nazionale! La prima guerra mondiale fu una grande occasione per dar fiato alle trombe sabaude! Poi ci pensò il fascismo a far risorgere il Sole sui Colli Fatali di Roma! La Roma dei Cesari! Altro che quella dei Savoia! Ma re Pippetto – alias Vittorio Emanuele III – gliela fece pagare cara al duce quando il 25 luglio del ’43 lo impacchettò e lo fece prigioniero! Un re, a cui il duce non solo aveva restituito un’Italia “salvata” dal comunismo, ma aveva anche donato altre due corone, quella dell’Albania e quella dell’Impero d’Etiopia! Ma i Savoia sono i Savoia, da sempre, una stirpe di regnanti che i re veri dell’Europa non hanno mai voluto riconoscere come tali! Quei Savoia che in quell’8 settembre del ’43 sono scappati da Roma a gambe levate dopo avere annunciato l’armistizio con gli Alleati e la fine del Patto d’Acciaio – così si chiamava – stipulato anni prima con la Germania di Hitler.

Insomma, se non è facile per i nostri ragazzi sentirsi compiutamente Italiani, dipende anche dal fatto che la nostra storia patria non è affatto semplice né da spiegare né da capire! Aggiungiamo poi che a tutt’oggi i partiti che ci hanno governato non sono mai stati capaci di innescare e sostenere una identità nazionale, per cui la lotta del partito e per il partito forse ha fatto perdere di vista quell’idea di Nazione di cui ogni cittadino, invece, soprattutto se giovane, ha bisogno e, soprattutto, diritto di sentire e condividere. Ricordiamo che Ciampi ci provò a ridare vita all’Idea di Patria, ma, morto lui, ora ci troviamo a fare i conti con la politica becera di gruppi politici che hanno affossato i partiti per dar vita a una guerra tra bande! Sono cattivo? Lo so!

Consiglio dell’Istruzione a Bruxelles

Scuola. Il Sottosegretario De Filippo
al Consiglio dell’Istruzione a Bruxelles

Il Sottosegretario Vito De Filippo partecipa il 17 febbraio alla riunione plenaria del Consiglio dell’Istruzione a Bruxelles, in sostituzione della Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli.

All’ordine del giorno

  • Adozione delle Conclusioni del Consiglio sui temi “Investire nei giovani d’Europa” e “Inclusione nella diversità per assicurare un’istruzione di qualità per tutti”
  • Dibattito pubblico su “Contributo dell’istruzione e formazione per la coesione sociale e la promozione dei valori europei nel contesto del Semestre Europeo 2017”
  • Informazione della delegazione cipriota sulla Conferenza dei ministri dell’Istruzione sul tema “Tutela della democrazia attraverso l’istruzione” (Nicosia, 22-23 marzo 2017)
  • Discussione informale sulla comunicazione della Commissione sul tema “Migliorare e modernizzare l’istruzione”.

Tablet Fotovideoregistratore

TABLET FOTOVIDEOREGISTRATORE  di Umberto Tenuta

CANTO 785 TABLET COME FOTOVIDEOREGISTRATORE

 

LA SCUOLA DI OGGI

Antologie e libri di testo illustrati!

Ogni studente se li costruisce da solo.

Col Tablet fotografa e fotocopia.

Fotografa i monumenti e fotocopia i documenti storici per costruire i suoi testi di Storia.

Fotografa i paesaggi e i loro vari aspetti per costruire i suoi testi di Geografia.

Fotografa gli animali e i vegetali per costruire i suoi testi di Biologia e di Botanica.

Fotografa porte, finestre, piazze, piscine… e costruisce il suo testo di Geometria.

Fotografa e fotocopia…

Fotografa i compiti assegnati dai docenti.

Videoregistra le rare lezioni dei docenti.

LA SCUOLA DI DOMANI

Nei suoi Laboratori, la Scuola è un AMBIENTE DI APPRENDIMENTO: ricerca, riscoperta, invenzione, costruzione dei saperi, mediante l’utilizzo di materiali didattici concreti, digitali, iconici e simbolici.

Gli alunni videoregistrano le attività di apprendimento svolte nei laboratori scolastici ed a casa hanno la possibilità di rivederle, rifarle, modificarle, ampliarle, consolidarle.

Come si è sempre fatto?

Sì, con la differenza che gli alunni non apprendono seguendo e ripetendo le lezioni, ma riscoprono i saperi attraverso le concrete attività laboratoriali che a casa possono rivedere, rifare, ampliare, approfondire e consolidare.

Altro che PLIPPED CLASSROOM!

I figli di donna apprendono rifacendo le esperienze che gli uomini hanno realizzato nel corso dei millenni e le videoregistrano con i loro TABLET.

Questa è la BUONASCUOLA.

Ma…

Forse non potrebbero cominciare a videoregistrare le lezioni dei docenti e rivedersele a casa tutte le volte che lo desiderano?

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

 

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 17 febbraio 2017

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 17 febbraio 2017

Disposizioni per l’attuazione dell’articolo 1, comma 355, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di bilancio 2017) – Agevolazioni per la frequenza di asili nido pubblici e privati. (17A02714)

(GU Serie Generale n.90 del 18-4-2017)

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

su proposta del

MINISTRO CON DELEGA IN MATERIA DI POLITICHE PER LA FAMIGLIA

di concerto con

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

e

IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

Vista la legge 11 dicembre 2016, n. 232 recante «Bilancio di
previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio
pluriennale per il triennio 2017-2019»;
Visto, in particolare, l’art. 1, comma 355, della citata legge n.
232 del 2016, il quale prevede, tra l’altro, che, con riferimento ai
nati a decorrere dal 1° gennaio 2016, per il pagamento di rette
relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati, nonche’ per
l’introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione in
favore dei bambini al di sotto dei tre anni, affetti da gravi
patologie croniche, e’ attribuito, a partire dall’anno 2017, un buono
di 1000 euro su base annua e parametrato a undici mensilita’.;
Considerato che, ai sensi del predetto comma 355, con decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro con
delega in materia di politiche per la famiglia, di concerto con il
Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro
dell’economia e delle finanze, sono stabilite le disposizioni
necessarie per l’attuazione del comma medesimo;
Visti i commi 356 e 357 del menzionato art. 1 della legge n. 232
del 2016;
Visto l’art. 1, comma 125, della legge 23 dicembre 2014, n. 190,
che prevede un assegno al fine di incentivare la natalita’ e
contribuire alle spese per il suo sostegno;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27
febbraio 2015 recante disposizioni necessarie per l’attuazione del
citato art. 1 , comma 125, della legge 23 dicembre 2014, n. 190;
Visto l’art. 4, comma 24, lettera b) della legge 28 giugno 2012, n.
92, che attribuisce alla madre lavoratrice, al termine del congedo di
maternita’, per gli undici mesi successivi e in alternativa al
congedo parentale, la possibilita’ di avvalersi di voucher per
l’acquisto di servizi di baby sitting o per far fronte agli oneri
della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati
accreditati;
Visti gli articoli 1, comma 335, della legge 23 dicembre 2005, n.
266, e 2, comma 6, della legge 22 dicembre 2008, n. 203, concernenti disposizioni sulla detrazione dell’imposta lorda per le spese documentate sostenute dai genitori per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica in data 12
dicembre 2016, concernente la nomina dell’on. dott. Enrico Costa a
Ministro senza portafoglio;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data
26 gennaio 2017, con il quale all’on. dott. Enrico Costa viene
conferita la delega di funzioni in materia di politiche per la
famiglia;
Sulla proposta del Ministro con delega alle politiche per la
famiglia, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche
sociali e con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il
Ministro della salute relativamente all’art. 4, comma 2, del presente
decreto;

Adotta
il seguente decreto:

Art. 1

Definizione

1. Ai fini del presente decreto si intende per «genitore
richiedente»: il genitore in possesso dei requisiti di cui al comma
2, che, relativamente al beneficio di cui all’art. 3, sostiene l’onere della retta e che, relativamente al beneficio di cui all’art. 4, sia convivente con il figlio.
2. Il genitore richiedente deve essere in possesso dei seguenti
requisiti:
a) cittadinanza italiana, oppure di uno Stato membro dell’Unione
europea oppure, in caso di cittadino di Stato extracomunitario,
permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo di cui
all’art. 9 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e
successive modificazioni;
b) residenza in Italia.

Art. 2

Oggetto

1. Ai sensi dell’art. 1, comma 355, della legge 11 dicembre 2016,
n. 232, a partire dall’anno 2017, per ogni figlio nato o adottato a
decorrere dal 1° gennaio 2016, sono attribuiti i benefici di cui agli
articoli 3 e 4 su domanda del genitore richiedente.

Art. 3

Buono per il pagamento di rette relative
alla frequenza di asili nido pubblici e privati

1. Il beneficio di cui al presente articolo consiste in un buono
annuo di 1.000,00 euro, parametrato per ogni anno di riferimento a
undici mensilita’, da corrispondere, in base alla domanda del
genitore richiedente, per far fronte al pagamento della retta
relativa alla frequenza di asili nido pubblici o asili nido privati
autorizzati.
2. Il contributo e’ erogato dall’Istituto nazionale della
previdenza sociale tramite un pagamento diretto, con cadenza mensile, al genitore richiedente, fino a concorrenza dell’importo massimo della quota parte mensile, dietro presentazione da parte dello stesso genitore della documentazione attestante l’avvenuto pagamento della retta per la fruizione del servizio presso l’asilo nido pubblico, o privato autorizzato, prescelto.

Art. 4

Buono per l’introduzione di forme di supporto presso la propria
abitazione in favore dei bambini affetti da gravi patologie
croniche.

1. Il beneficio di cui al presente articolo consiste in un
contributo, per un importo massimo di 1.000,00 euro annui, per
favorire l’introduzione di forme di supporto presso la propria
abitazione in favore dei bambini al di sotto di tre anni
impossibilitati a frequentare gli asili nido in quanto affetti da
gravi patologie croniche.
2. Il contributo di cui al comma l e’ corrisposto dall’INPS
direttamente al genitore richiedente dietro presentazione da parte di quest’ultimo di un’attestazione rilasciata dal pediatra di libera
scelta, sulla scorta di idonea documentazione, che attesti, per
l’intero anno di riferimento, l’impossibilita’ del bambino di
frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica.

Art. 5

Modalita’ di ammissione

1. Per accedere ai benefici di cui agli articoli 3 e 4, il genitore
richiedente presenta domanda all’INPS tramite i canali telematici,
indicando, al momento della domanda stessa, a quale dei due intende accedere.
2. Il beneficio di cui all’ art. 3 non e’ cumulabile con la detrazione prevista dall’art. 1, comma 335, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e dall’art. 2, comma 6, della legge 22 dicembre 2008, n. 203. Pertanto, l’INPS comunica tempestivamente all’Agenzia delle entrate l’avvenuta erogazione al genitore richiedente del predetto
beneficio.
3. I benefici di cui agli articoli 3 e 4 sono cumulabili con i
benefici di cui ai commi 356 e 357 della citata legge n. 232 del
2016. Il beneficio di cui all’art. 3 non puo’ essere fruito, nel
corso dell’anno, in mensilita’ coincidenti con quelle di fruizione
dei benefici di cui ai commi 356 e 357 della legge n. 232 del 2016.
Nella domanda telematica il genitore richiedente e’ tenuto ad
autocertificare, ai sensi dell’art. 47 del decreto del Presidente
della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, la predetta condizione.
4. Per ciascun anno, a decorrere dall’anno 2017, le domande possono essere presentate entro il 31 dicembre e il beneficio e’ erogato nel limite di spesa indicato all’art. 7, secondo l’ordine di
presentazione telematica delle domande. In ogni caso, qualora, a
seguito delle domande presentate, sia stato raggiunto, anche in via
prospettica, il limite di spesa di cui all’art. 7, l’INPS non prende in considerazione ulteriori domande.

Art. 6

Istruzioni dell’INPS

1. L’INPS provvede entro trenta giorni dalla data di pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto alla pubblicazione di
apposite istruzioni operative, sul proprio sito istituzionale,
concernenti l’accesso ai benefici di cui agli articoli 3 e 4.

Art. 7

Monitoraggio della spesa e copertura finanziaria

1. I benefici di cui agli articoli 3 e 4 sono riconosciuti nel limite massimo complessivo di 144 milioni di euro per l’anno 2017, di
250 milioni di euro per l’anno 2018, di 300 milioni di euro per
l’anno 2019 e di 330 milioni di euro annui a decorrere dal 2020.
2. La relativa spesa gravera’ sul piano gestionale n. 1 del capitolo n. 3530 iscritto nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
3. L’INPS provvede al monitoraggio dell’andamento della spesa,
anche in relazione alla ripartizione tra i benefici di cui agli
articoli 3 e 4, inviando relazioni trimestrali alla Presidenza del
Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche della
famiglia, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al
Ministero dell’economia e delle finanze.

Il presente decreto e’ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana.

Roma, 17 febbraio 2017

Il Presidente del Consiglio dei ministri
Gentiloni Silveri

Il Ministro con delega in materia di politiche per la famiglia
Costa

Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali
Poletti

Il Ministro dell’economia e delle finanze
Padoan

Registrato alla Corte dei conti il 3 aprile 2017, n. 698