Autismo, diagnosi con test del sangue preciso al 96%

Scienze Fanpage del 17-03-2017

Autismo, diagnosi con test del sangue preciso al 96%: quali sono i vantaggi

Il test messo a punto da un istituto di ricerca americano si basa sull’analisi di 24 proteine presenti nel tessuto ematico, cinque delle quali particolarmente predittive. Sebbene estremamente efficace, a causa delle peculiarità dell’autismo il passaggio alla fase clinica è ancora lontano.

Un team di ricercatori del Rensselaer Polytechnic Institute di New York ha messo a punto un test del sangue sperimentale in grado di diagnosticare l’autismo o, più correttamente, i cosiddetti Disturbi dello Spettro Autistico (ASD), relativi allo sviluppo neurologico. La nuova tecnica approntata dagli americani, pur risultando molto promettente in termini statistici, necessita di ulteriori e approfondite indagini, soprattutto per la natura multiforme e ancora misteriosa del disturbo. Esso infatti si presenta con un’ampia gamma sintomatologica e l’unico metodo ufficialmente riconosciuto per la diagnosi risiede in una serie di analisi comportamentali, che solitamente vengono effettuate in seguito a segnalazioni da parte dei genitori. L’autismo si manifesta in tenerissima età, generalmente entro i tre anni, e i tre sintomi caratterizzanti sono un deficit nella comunicazione verbale e non verbale, comportamenti ripetitivi e compromissione delle interazioni sociali.

L’origine del disturbo è ancora sconosciuta e le terapie risultano generalmente più efficaci se adottate il prima possibile; proprio per questo un test del sangue per la diagnosi precoce risulterebbe importantissimo, senza contare la riduzione dei costi e la velocità intrinseca dell’esame. Per verificare l’efficacia della nuova tecnica sperimentale, basata sulla misurazione di specifiche proteine (biomarcatori), i ricercatori dell’istituto americano coordinati dal professor Juergen Hahn hanno coinvolto nello studio 159 bambini tra i tre e i dieci anni di età, 83 dei quali autistici. Dai risultati è emerso che il test è stato in grado di confermare l’autismo nel 96 percento dei casi, soprattutto grazie a uno specifico gruppo di 5 proteine che risulta altamente predittivo.

A causa della complessità del disturbo e delle proteine coinvolte nel test, la cui relazione con l’autismo non è del tutto chiara, l’esame potrebbe essere più utile per capire quali bambini vanno indirizzati verso le analisi comportamentali, piuttosto che come strumento di diagnosi vero e proprio. Gli studiosi suggeriscono che i biomarcatori individuati potrebbero essere efficaci per rilevare anche altri disturbi dell’apprendimento e l’epilessia. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Plos Computational Biology.

di Andrea Centini

Delega inclusione, ecco le modifiche delle Commissioni

Vita.it del 17-03-2017

Delega inclusione, ecco le modifiche delle Commissioni

di Sara De Carli

ROMA. Le Commissioni VII (Cultura, scienza e istruzione) e XII (Affari sociali) della Camera hanno dato ieri parere favorevole allo schema di decreto legislativo recante norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità (Atto n. 378). Si tratta dello schema di decreto previsto dalla legge 107 (la Buona Scuola), per ridisegnare l’inclusione scolastica. Il parere delle commissioni, che hanno sempre lavorato in maniera congiunta, è favorevole con alcune condizioni. Di fatto cioè con questo documento la Camera consegna al Governo i miglioramenti che reputa necessari introdurre al testo che il Governo aveva proposto due mesi fa: è l’esito di due mesi di lavoro e di confronto anche con le associazioni. Il testo del parere è sul sito della Camera (allegato 7, pagina 97). Qui di seguito le principali modifiche apportate. Toccherà ora al Governo modificare i decreti.

Per prima cosa sparisce ovunque la locuzione «inclusione degli alunni e degli studenti con disabilità». Si parla ora sempre soltanto di inclusione scolastica, tout court, come a dire che l’inclusione scolastica riguarda tutti, non è qualcosa solo degli alunni con disabilità.

La famiglia, che nello schema originario risultava messa da parte, torna ad avere un ruolo esplicito. Il nuovo articolo 2 dice subito che «il presente decreto promuove la partecipazione della famiglia, nonché dell’associazionismo di riferimento, quali interlocutori dei processi di inclusione scolastica e sociale». Anche il PEI-Piano Educativo Individualizzato ora è «elaborato e approvato dai docenti contitolari o dall’intero consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori o dei soggetti con responsabilità genitoriale, delle figure professionali specifiche interne ed esterne all’Istituzione scolastica che interagiscono con la classe e con l’alunno o studente con disabilità, e con il supporto dell’unità multidisciplinare», mentre nella prima bozza era deliberato dal solo collegio docenti. Insieme alla famiglia anche enti locali, associazioni e attori più vicini al ragazzo con disabilità trovano un loro riconoscimento.

Il numero massimo di alunni per classe, in presenza di alunni con disabilità, torna a 20: la prima versione del decreto invece alzava a 22 il tetto massimo. Resta però il «di norma» che potrebbe preludere a eccezioni. Un’altra novità è che nell’assegnazione dei collaboratori scolastici nella scuola statale, per lo svolgimento dei compiti di assistenza previsti, si terrà conto del genere degli alunni e degli studenti.

Una novità del decreto era il fatto che la valutazione dell’inclusione scolastica fosse parte integrante della valutazione della scuola, tramite indicatori che l’Invalsi andrà a definire: ora alla stesura di questi indicatori parteciperà anche l’Osservatorio per l’inclusione scolastica istituito presso il Miur.

La continuità era un tema importante per le famiglie: la prima bozza di decreto prevedeva un vincolo decennale sul sostegno per gli insegnanti, mentre ora invece la Commissione chiede al Governo di verificare la possibilità di ridurre tale vincolo e «di superarlo definitivamente al momento di entrata a regime della nuova disciplina della formazione iniziale e del reclutamento degli insegnanti». Quanto alla novità della possibilità di un rinnovo del contratto per i docenti di sostegno a tempo determinato, già introdotta dal testo del Governo, ora si precisa che questo rinnovo accada solo ove ci sia stata la richiesta della famiglia e nelle osservazioni si scrive che il rinnovo si potrebbe anche fare per più di una volta. All’articolo 16 si aggiunge oggi che «al fine di garantire la continuità didattica durante l’anno scolastico, si applica l’articolo 462 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994»: almeno per tutto l’anno l’insegnante di sostegno dovrebbe rimanere lo stesso.

I cambiamenti più sostanziali apportati dalle Commissioni riguardano la parte centrale del decreto, quella sulla certificazione e valutazione della disabilità e poi la progettazione e la programmazione. Qui ci sono interi articoli del decreto soppressi e sostituiti con nuovi articoli, che vanno a modificare la legge 104 (commissioni mediche e accertamento della disabilità nell’età evolutiva). Se la prima bozza introduceva la valutazione diagnostico-funzionale (che andava a sostituire gli attuali profilo dinamico funzionale e diagnosi funzionale), ora il parere delle Commissioni VII e XII parla di un «profilo di funzionamento secondo i criteri del modello bio-psico-sociale dell’ICF, ai fini della formulazione del progetto individuale di cui all’articolo 14 della legge 8 novembre 2000, n. 328 nonché per la definizione del Piano Educativo Individualizzato (PEI)». Il profilo di funzionamento è redatto dall’unità di valutazione multidisciplinare, composta da a. un medico specialista o da un esperto della condizione di salute della persona;  b. uno specialista in neuropsichiatria infantile; c. un terapista della riabilitazione; d. un assistente sociale o un rappresentante dell’Ente locale di competenza che ha in carico il soggetto. Questo però «con la collaborazione dei genitori del bambino, dell’alunno o dello studente con disabilità, nonché con la partecipazione di un rappresentante dell’amministrazione scolastica». Il profilo di funzionamento è il documento propedeutico alla definizione del PEI come pure del progetto individuale (art. 14 legge 328/2000): le prestazioni contenute nel progetto individuale sono definite anche in collaborazione con la scuola. A monte di tutto, si prevede che la domanda per l’accertamento della disabilità in età evolutiva è presentata dai genitori all’INPS, che vi dà riscontro non oltre 30 giorni dalla data di presentazione.

Nuova anche l’articolazione fra GLI, GIT e GLIR ovvero i gruppi che a diversi livelli territoriali si dedicano all’inclusione scolastica: nell’istituto (GLI), in ciascun ambito territoriale (GIT) e a livello regionale, in maniera interistituzionale (GLIR). La proposta di quantificare le risorse di sostegno sono i dirigenti, che la inviano al GIT. È il GIT, come organo tecnico, che fa una proposta all’USR, il quale dà l’assegnazione definitiva delle risorse. In verità c’è un poco di confusione poiché nel PEI non paiono esserci cenni al sostegno didattico (art 10), mentre i sostegni – incluso quello didattico – sembrano dover essere contenuti nel profilo di funzionamento: quindi a determinare e quantificare le ore di sostegno sarà pare l’unità di valutazione multidisciplinare, oggi sì arricchita di componenti rispetto all’inizio ma comunque non composta dalle persone che effettivamente conoscono il ragazzo. Nascono sui territori delle “scuole polo”, una per ciascuno degli ambiti territoriali definiti dalla legge 107, con il compito di coordinare le attività di formazione e dare supporto alle scuole dell’ambito.

Quanto alla formazione iniziale degli insegnanti di sostegno, per infanzia e primaria si resta al testo di partenza, mentre è soppresso l’articolo 14 sulla formazione degli insegnanti di sostegno per la scuola secondaria.

Scuola, al via bando: progetti e iniziative per ricordare Grazia Deledda

Scuola, al via bando: progetti e iniziative
per ricordare Grazia Deledda
Fedeli: “Più spazio nei nostri istituti alle donne
che hanno fatto grande l’Italia”

Progetti, iniziative e seminari per promuovere tra le nuove generazioni la conoscenza della produzione di Grazia Deledda – unica donna italiana ad avere ricevuto il premio Nobel per la letteratura – e riflettere sui temi delle pari opportunità e della lotta per l’autonomia e la libertà della donna attraverso lo studio della sua vicenda personale.

È da oggi disponibile sul sito del Miur il bando che mette a disposizione degli istituti risorse per la realizzazione, durante l’anno scolastico 2017/2018, del progetto “Grazia Deledda, donna e scrittrice, a novant’anni dal Nobel per la letteratura”.

Le scuole hanno tempo fino al 31 maggio 2017 per presentare le loro idee di attuazione di progetti di ricerca e azione didattica sulla figura della scrittrice sarda. All’interno dell’avviso le istituzioni troveranno linee guida per la redazione di iniziative che potranno riguardare lo studio della biografia e della scrittura letteraria di Grazia Deledda; l’analisi della lingua ibridata usata dalla scrittrice, ovvero la contaminazione tra il codice linguistico isolano e quello continentale; l’approfondimento dei caratteri mitici e archetipici del paesaggio sardo o la riflessione sui temi dell’eros, della libertà e dei pregiudizi all’interno della produzione deleddiana.

Le scuole avranno la possibilità di riflettere sul percorso di conquista dell’autonomia da parte della donna, attraverso la figura della scrittrice che nel primo Novecento si è trasferita da Nuoro a Roma, superando ostacoli e stereotipi. Ogni istituto potrà scegliere di declinare i percorsi di approfondimento in modo differente in base al grado di istruzione delle ragazze e dei ragazzi: per il primo ciclo si potranno proporre, ad esempio, rappresentazioni grafiche delle descrizioni paesaggistiche deleddiane o drammatizzazioni di racconti; oppure percorsi di contestualizzazione all’interno del panorama storico-letterario della prima metà del Novecento e interpretazione “situata” delle opere della scrittrice in relazione all’eredità deleddiana riconosciuta in certa scrittura letteraria contemporanea  per gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado.

“Partiamo da Grazia Deledda, figura di spicco del nostro patrimonio culturale – dichiara la Ministra Valeria Fedeli -, ma vogliamo che nelle nostre scuole ci sia sempre maggiore spazio e maggiore attenzione, in tutte le discipline, per le straordinarie donne del passato e contemporanee che con il loro impegno e le loro intelligenze hanno costruito e continuano a costruire un patrimonio culturale, artistico e scientifico che il mondo ci invidia. Donne la cui presenza nei libri di testo non è sempre adeguatamente valorizzata. È un doveroso tributo a queste figure, ma anche un messaggio di fiducia per le nostre ragazze: credete nei vostri sogni e lavorate per riuscire a realizzarli. Senza farvi fermare da chi condiziona il vostro percorso”.


Circolare Ministeriale 17 marzo 2017, n. 3
Avviso pubblico per la realizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado, nell’a.s. 2017-2018, del progetto “Grazia Deledda, donna e scrittrice, a novant’anni dal Nobel per la letteratura”

Ancora una volta docenti e studenti in piazza contro la Cattiva Scuola

Scuola =
Claudia Pratelli (resp. Scuola Sinistra Italiana):
Ancora una volta docenti e studenti in piazza contro la Cattiva Scuola.
Cancellare legge 107 e sue deleghe sarebbe cosa buona e giusta.

Oggi docenti , personale tecnico amministrativo e studenti ancora una volta in piazza per contestare la cattiva scuola della legge 107 e le deleghe attuative.  Pensiamo che sia stato  grave aver espropriato il Parlamento ed il Paese del dibattito necessario per affrontare temi tanto delicati e di interesse generale quali quelli presenti nelle deleghe. Del resto questo modo di procedere rispecchia la filosofia che ha complessivamente ispirato l’iniziativa del governo sulla scuola: riduzione degli spazi di collegialita’ e gerarchizzazione. Del resto da una pessima legge non potevano che derivare pessime deleghe.
Lo afferma la neo responsabile scuola di Sinistra Italiana, Claudia Pratelli.

Nelle deleghe, a dispetto delle dichiarazioni di principio, – prosegue l’esponente della segreteria nazionale di SI –  si respira un’aria di restaurazione: canalizzazione sempre piu’ precoce; un’occasione mancata per riformare profondamente l’istruzione professionale nella sua connessione con istruzione tecnica e formazione professionale; medicalizzazione del sostegno e separazione di fatto dei percorsi dei docenti di sostegno; enfasi sulla valutazione numerica e quantitativa. Il tutto comunque a costo zero, segno eloquente dell’impossibilita’ di implementare davvero i provvedimenti in oggetto.

Siamo convinti che la legge 107 vada cancellata e che ci serva tutta un’altra scuola che valorizzi la natura pubblica, inclusiva e aperta di questa fondamentale istituzione della conoscenza. Non servono slogan, ne’ slides, non servono super presidi ne’ gerarchie: servono finanziamenti veri, un piano di stabilizzazione che dia finalmente risposta alle tante e ai tanti docenti precari che hanno tenuto in piedi la scuola in questi anni di tagli scellerati e di politica inconcludente, la generalizzazione della scuola dell’infanzia. Serve investire a pieno sulla formazione iniziale e in servizio dei docenti per valorizzare la capacita’ della scuola di innovare e misurarsi con la ricerca e la sperimentazione didattica. Serve un diritto allo studio pieno ed effettivo per consentire a tutte le ragazze e a tutti i ragazzi l’accesso ai più alti gradi dell’istruzione.

La conoscenza – conclude Pratelli – e’ tra i primi diritti fondamentali che uno Stato democratico e civile deve garantire alle sue cittadine e ai suoi cittadini, tutte e tutti. Da qui bisogna ripartire dopo i disastri compiuti dal centrodestra e poi  dal Pd e dal suo governo .

Biblioteca Europa

Biblioteca Europa: in occasione dei Trattati di Roma il Senato avvia pubblicazioni sulla storia dell’Unione
Fedeli: “Importante iniziativa per le nuove generazioni.
Non può esserci un’Europa unita senza conoscenza del passato”

“Sono molto contenta del fatto che, in occasione dell’avvio delle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma, il Senato inauguri una serie di pubblicazioni che consentono accesso libero e gratuito alle studentesse e agli studenti, alle docenti e ai docenti, alle famiglie e a qualsiasi cittadino al patrimonio storico, culturale e valoriale del nostro Paese e della comunità europea. Biblioteca Europa è e sarà sempre più un pozzo cui attingere per conoscere la storia delle donne e degli uomini che hanno lavorato per un’Europa di pace, unità, pari opportunità e rispetto dei diritti umani. Per conoscere quale spirito ha animato il loro operato, di quale eredità siamo investiti e quale deve essere il nostro impegno quotidiano per non disperdere questa ricchezza e anzi continuare a costruire un mondo migliore per le nuove generazioni”.
Così la Ministra Valeria Fedeli commenta l’iniziativa del Senato della Repubblica che, a partire dalla data simbolica del 17 marzo, avvia la diffusione gratuita attraverso il sito istituzionale www.senato.it/pubblicazioni di documenti, atti parlamentari, biografie e ricerche fondamentali per la storia dell’Europa e la storia dell’Italia.

“Nei prossimi giorni – continua Fedeli – manderemo una circolare alle scuole affinché tutte le ragazze e i ragazzi che frequentano i nostri istituti siano a conoscenza di questa pregevole iniziativa e sappiano come usufruirne per acquisire e sviluppare una più avvertita cittadinanza italiana ed europea. È a loro che come Governo e come Parlamento guardiamo: continuiamo a promuovere approfondimento e conoscenza di ciò che siamo stati, di ciò che ha ispirato le Madri e i Padri fondatori dell’Unione europea, della nostra storia comune, affinché non ci sia più spazio in Italia e in Europa per discriminazioni e violenze, per muri e barriere.
Possiamo scrivere nuovi capitoli di accoglienza e inclusione per la nostra storia e possiamo farlo solo se le nostre giovani e i nostri giovani sapranno attingere al nostro passato per rinnovarlo e migliorarlo”.

MITOCONDRI E BIOFOTONI PER UNA NUTRIZIONE DEL BENESSERE

MITOCONDRI E BIOFOTONI PER UNA NUTRIZIONE DEL BENESSERE  –

Di Paolo Manzelli, Chimico-Fisico, Presidente di EGOCREANET

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” Siamo ancora sulla soglia di comprendere appieno il complesso rapporto tra la luce e la vita, ma ora possiamo dire con forza, che la funzione di tutto il nostro metabolismo dipende dai Bio-fotoni “

  • Fritz Albert Popp, (1976)

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I mitocondri sono gli organuli di dimensioni che variano da 1 a 10 Micron di lunghezza, i quali hanno un proprio DNA ( di derivazione esclusivamente femminile mt-DNA ) e si riproducono come i batteri per semplice scissione ( Mitocondrio-genesi) . (1)

 

I mitocondri sono entità dinamiche: e possono cambiare in numero, forma e nella loro struttura funzionale interna. I mitocondri intervengono nel metabolismo catabolico (respirazione cellulare) ed hanno la importante funzione di  ri-caricare di energia biologica le cellule, in quantita’ necessaria alla vita  per crescere e riprodursi.  (ADP+P + energia = ATP )

 

Le varie cellule di un organismo contengono  un numero molto variabile di mitocondri ( mitocondrio-genesi)  che dipende dalle necessità metaboliche e dai livelli di ossigenazione  del sangue.

 

In sostanza i mitocondri, inversamente dal “Cloroplasto” ,responsabile nelle piante della fotosintesi clorofilliana , utilizzano l’ ossigeno per degradare, attraverso molteplici vie cataboliche il glucosio ma anche proteine e grassi, trasformandoli per ossidazione dei legami  C-H e C=C , in CO2 ed H2O  ed emettendo contemporaneamente un flusso di bio-fotoni.

 

I mitocondri sono di importanza vitale per la ricostruzione degli organi in quanto  cio’ richiede molta energia biologica in forma di ATP; ad es. ogni cellula del fegato che necessita di rapida ricostruzione  contiene piu’ di 2000 mitocondri pe ciascuna cellula, inoltre moltissimi mitocondri  si attivano nelle cellule neuronali e nel cuore e nei muscoli.

 

I mitocondri sono molto ricchi in proteine e quindi riciclano la maggior parte delle proteine vecchie, prodotte su informazione del genoma nucleare (n.DNA) , per degradarle in amminoacidi con cui costruiscono le proprie membrane interne. Tra le quali  avvengono i processi enzimatici del catabolismo indotto dalla respirazione mitocondriale. (2)

 

Il flusso di bio-fotoni viene utilizzato dai mitocondri per regolare ed organizzare la produzione di ATP inserendosi attivamente nelle  varie vie metaboliche con le quali è in simbiosi.

 

I bio-fotoni prodotti sono  “quanti  di luce”, portatori di informazioni; essi sono stati studiati recentemente dal biofisico Prof.Fritz Albert Popp, in quanto regolano un circuito di comunicazione che organizza  la crescita e la rigenerazione delle cellule mediante il  controllo delle sequenze dei  processi biochimici e genetici. (3)

 

Il primo a teorizzare la presenza di bio-fotoni che venivano prodotti in gran misura dal mitocondri fu,  nel 1922, il biologo russo Alexander Gurwitsch, il quale concluse che dovevano appartenere alla banda di lunghezza d’onda dei raggi ultravioletti. (4)

 

La struttura interna del mitocondrio è costituita da sinuose membrane tra le quali lo spazio inter-membrana è di dimensioni medie nanometriche di circa 6 nm .  In tali spazi  ristretti , sottoposti a vibrazioni e movimenti,  i biofotoni  possono sovrapporsi (entanglement) e trasformarsi in campi fotonici di comunicazione e distanza pertanto tale entanglement quantistico potrebbe confermare  gli esperimenti di A. Gurwitsch.  (5)

 

La mitocondrio-genesi e considerata fondamentale per migliorare i processi che caratterizzano la senescenza, pertanto la diminuzione del flusso di comunicazione bio- fotonica associato alla mancata risposta di genesi  mitocondriale, sembra avere conseguenze di particolare rilievo nel causare l’aumento dei danni ossidativi ( es: causati da radicali liberi) nei tessuti cellulari che non si rinnovano.

 

Ancora oggi la moderna fisica quantistica è poco studiata in modo inter-disciplinare con la fisica e la biologia e quindi le specifiche sequenze dei segnali bio-fotonici e la loro ricezione nelle organizzazione ottimale della vita è in vero  poco conosciuta.

 

Egocreanet NGO (c/o Incubatore della Universita’ di Firenze) si prodiga da tempo a promuovere e divulgare  le piu’ avanzate  conoscenze quantistiche per dare sviluppo transdisciplinare alla innovazione foto-chimica della quantum-bio-medicina. (6)

 

Biblio on line :

(1)- : Eva -DNA :  http://www.scienzaeconoscenza.it/blog/nuova_biologia/alimentazione-genetica

(2)- : https://it.wikipedia.org/wiki/Importazione_delle_proteine_nel_mitocondrio

(3) -: https://it.wikipedia.org/wiki/Mitogenesia

(4)- : https://en.wikipedia.org/wiki/Fritz-Albert_Popp

(5)-:http://testdimedicina.altervista.org/blog/struttura-dei-mitocondri/?doing_wp_cron=1489587472.0274770259857177734375

(6)-:http://vglobale.it/la-societa-della-conoscenza/18637-il-cervello-quantico-e-la-comunicazione-di-biofotoni.html

 

 

Paolo  Manzelli  : https://www.facebook.com/groups/195771803846822/,

17/03/2017 Firenze. < egocreanet2016@gmail.com >

 

PRECARI: SU FORMAZIONE E RECLUTAMENTO RESTANO CRITICITÀ

PRECARI, DI MEGLIO: SU FORMAZIONE E RECLUTAMENTO RESTANO CRITICITÀ
“Nonostante alcune criticità importanti che permangono, e che ci auguriamo possano essere risolte con ulteriori modifiche in sede di approvazione definitiva, apprezziamo le novità introdotte rispetto al testo originario”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta il parere delle Commissioni Cultura di Camera e Senato sullo schema di decreto legislativo sulla formazione iniziale e il reclutamento dei docenti di scuola secondaria votato dall’aula di Palazzo Madama.
“Valutiamo positivamente il riconoscimento dell’abilitazione e del servizio svolto come requisiti per accedere al ruolo – spiega Di Meglio – e lo consideriamo il frutto anche della battaglia in difesa dei precari che abbiamo condotto e vinto alla Corte di Giustizia Europea. Positivo anche il riequilibrio del rapporto tra università e scuola nel percorso formativo dei docenti. A nostro avviso, però, occorre apportare ancora altri correttivi, prima di tutto consolidando lo snellimento dell’iter formativo, perché riteniamo che il percorso triennale sia eccessivamente lungo. Inoltre, esprimiamo preoccupazioni sulla reale entità delle ‘maggiori risorse finanziarie’ da destinare al primo e secondo anno del contratto di formazione, tirocinio e inserimento. Infine sarebbe auspicabile eliminare la prova selettiva all’inizio del percorso per i docenti con 36 mesi di servizio ma privi di abilitazione e prevedere soltanto un colloquio al termine”.

Obblighi di pubblicità dei dirigenti scolastici

L’ANAC accoglie le osservazioni ANP in materia di obblighi di pubblicità dei dirigenti scolastici

Accogliamo con soddisfazione la determinazione ANAC 8 marzo 2017, n. 241 – di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale – con cui sono state approvate in via definitiva le Linee guida recanti indicazioni sull’attuazione dell’articolo 14 del d.lgs. 33/2013, poste in consultazione lo scorso dicembre e di cui avevamo dato notizia.

In particolare, l’Autorità ha fatto proprie le osservazioni proposte da ANP ed ha stabilito che:

1) i Dirigenti scolastici sono esclusi dall’obbligo di pubblicare i dati relativi allo stato patrimoniale previsti dall’articolo 14, comma 1, lettera f) del d.lgs. 33/2013;

2) ad essi si applicano solo gli obblighi di pubblicazione previsti dalle lettere da a) ad e) dello stesso comma;

3) il termine per assolvere a tali obblighi è differito al 30 aprile 2017.

Ricordiamo, inoltre, che essi riguardano:

a) il provvedimento di incarico

b) il curriculum

c) compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione dell’incarico; gli importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici

d) i dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, ed i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti

e) gli altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e l’indicazione dei compensi spettanti

La decisione dell’ANAC si basa sul corretto riconoscimento, come da noi sostenuto, del “ridotto grado di esposizione al rischio corruttivo” delle attività proprie delle istituzioni scolastiche.

L’attenuazione degli obblighi di pubblicazione riguarda anche, per analoghe considerazioni, i dirigenti responsabili degli uffici di diretta collaborazione con gli organi politici.

Nella scuola non si applicano gli obblighi di pubblicazione finalizzati al contrasto della corruzione

Nella scuola non si applicano gli obblighi di pubblicazione finalizzati al contrasto della corruzione. Un ottimo risultato delle nostre proteste

Le Linee guida dell’ANAC chiariscono che il ridotto grado di esposizione alla corruzione delle scuole consente un adattamento degli obblighi di trasparenza.

Hanno prodotto un ottimo risultato le proteste  inviate dai dirigenti scolastici e dalle scuole all’ANAC nel corso della consultazione aperta a dicembre sulla bozza di Linee Guida per l’applicazione delle recenti modifiche  della normativa anticorruzione e la ferma presa di posizione della Struttura Nazionale di Comparto dei dirigenti scolastici della FLC CGIL.

Sugli operatori della scuola (dirigenti scolastici, titolari di funzioni organizzative e membri dei consigli di istituto) stava per cadere l’obbligo di pubblicare il proprio stato patrimoniale e reddituale.

L’ANAC ha stabilito nelle Linee Guida (Delibera n.241/2017) adottate l’8 marzo 2017 che: “In considerazione delle particolarità delle istituzioni scolastiche, del ridotto grado di esposizione al rischio corruttivo, delle attività da esse svolte, l’Autorità …….. ritiene opportuno prevedere un adeguamento degli obblighi di trasparenza di cui all’art. 14, in attuazione di quanto previsto all’art. 3, co. 1 ter. Anche le osservazioni ricevute nel corso della consultazione hanno evidenziato la peculiarità della natura e delle funzioni svolte nonché le ridotte dimensioni che caratterizzano le istituzioni scolastiche e che le distinguono dalle altre amministrazioni pubbliche ricomprese nell’art. 1, co. 2, del d.lgs. 165/2001. Pertanto, in un’ottica di semplificazione, per i dirigenti scolastici le misure di trasparenza di cui all’art. 14 si intendono assolte con la pubblicazione dei dati indicati al co. 1, lett. da a) ad e), con esclusione dei dati di cui alla lettera f).”

Ciò significa che i redditi e le situazioni patrimoniali dei dirigenti scolastici e dei loro coniugi e dei parenti entro il secondo grado non dovranno essere comunicati all’Amministrazione che non dovrà pubblicarli mentre saranno pubblicati dal MIUR, come prima, l’atto di nomina, il curriculum, i compensi connessi alla carica e ad altri eventuali incarichi dati da soggetti pubblici e privati.

Le Linee Guida chiariscono inoltre che i titolari di funzioni organizzative dovranno rendere pubblici solo i loro curriculum vitae mentre i soggetti che svolgono gratuitamente funzioni di partecipazione alla vita della scuola (membri del consiglio di istituto) non dovranno pubblicare nulla.

Si conclude così una vicenda paradossale sulla quale a dicembre si erano rincorse interpretazioni della norma del tutto estranee ai fini della norma stessa che avevano messo in apprensione il mondo della scuola e offeso la dignità di coloro che ad essa dedicano il loro impegno lavorativo e sociale.

Ci sembra che da questa ragionevole interpretazione dell’ANAC si debba prendere esempio per sollevare la scuola dall’applicazione di norme che hanno il solo effetto di aggravarne il lavoro e di distoglierla dalle sue funzioni.

Diritto allo studio, 30 milioni in arrivo e via le tasse alle superiori

da la Repubblica

Diritto allo studio, 30 milioni in arrivo e via le tasse alle superiori

ROMA – Domani mattina Camera e Senato, attraverso le rispettive commissioni Istruzione, licenzieranno la quarta delega su otto della Buona scuola bis, la seconda di peso. Dopo “la valutazione” con le indicazioni sulla Maturità, ora “il diritto allo studio”.

Su questo fronte, la novità più importante è la triplicazione dei fondi del welfare studentesco, che passano da 10 a 30 milioni di euro. Lo hanno chiesto le commissioni, attraverso lo strumento del parere, e si è espresso a favore – per voce del Governo – il sottosegretario all’Istruzione Vito De Filippo. E il sottosegretario annuncia: “Quando il decreto tornerà sul tavolo della ministra Fedeli metteremo altre risorse sul diritto allo studio, nell’ordine di alcune decine di milioni. Saranno definitive e riguarderanno libri di testo, educazione digitale, trasporti”. Il dettaglio sarà una scelta del ministero, da formulare entro un mese.

L’ultima legge delega prevede l’esonero degli studenti delle scuole superiori dal pagamento delle tasse scolastiche, questo dall’anno 2018-2019. In particolare, nella terza classe (come già previsto da un decreto del 2005), in quarta e in quinta. Prima e seconda classe sono già esonerate. Oggi uno studente dell’ultimo anno superiore versa 49,39 euro per la tassa d’iscrizione, la frequenza annuale, l’Esame di Stato e il diploma. L’onere complessivo per tutti gli iscritti (quest’anno i ragazzi delle quinte in Italia sono 454.590) sarà garantito dal Miur.

Nel 2018, quindi, tutti gli alunni delle superiori, oltre due milioni e seicentomila, saranno esentati dal pagamento. Il costo pubblico dell’intervento sarà di 10,4 milioni per il 2018 e 29,7 milioni nel 2019. Va ricordato che per il 2017-2018 il reddito per le famiglie esentasse è stato alzato dello 0,9 per cento. Non pagheranno oneri le famiglie di tre persone con reddito al di sotto dei 11.474 euro e i nuclei con quattro persone sotto i 13.703 euro.

Già nel 2017 ci saranno 10 milioni di euro per l’erogazione di borse di studio per gli studenti iscritti agli ultimi due anni delle superiori: con un voucher potranno acquistare libri di testo, titoli di viaggio, accedere a beni e servizi culturali. I costi saranno sottratti dal Fondo Buona scuola, visto che le deleghe devono essere tutte “senza ulteriori oneri per lo Stato”. Il decreto sul welfare studentesco prevede maggiori agevolazioni sui libri e i sussidi digitali e offre al sistema l’opportunità di comodati d’uso gratuito alle medie e alle superiori attraverso convenzioni con gli enti locali.

La Carta dello studente, che oggi offre piccoli sconti al cinema e al teatro, da una parte sarà rafforzata e dall’altra estesa a chi frequenta i corsi Afam, l’Alta formazione musicale e coreutica, ai centri regionali per la formazione professionale, anche agli studenti universitari. Ci sono 2,5 milioni per l’istruzione domiciliare e per consentire agli alunni ricoverati in ospedale di non restare indietro. Per controllare l’attuazione del decreto nasce, infine, una Conferenza nazionale per il diritto allo studio a cui parteciperanno studenti e genitori: sarà convocata una volta l’anno.

La delega esplicita la tutela del diritto allo studio dello studente fino al secondo grado, le scuole superiori appunto, e in tutto il territorio, da Palermo a Milano. Restano contrarie all’impianto le più importanti associazioni studentesche. Giulia Biazzo, Unione degli studenti: “In questa legge non c’è un quadro nazionale per le borse di studio, affidate a Regioni così diverse tra loro per condizioni finanziarie e sensibilità. La delega sul diritto allo studio allarga la possibilità di collaborazione delle scuole con realtà private e questo, per noi, è un rischio. I soldi erogati, poi, sono ancora insufficienti. In molte scuole italiane il contributo volontario familiare è diventato un obbligo: se non versi 50 euro a inizio anno tuo figlio non va alle gite, non partecipa ai corsi pomeridiani, in alcuni casi non ottiene il libretto delle giustificazioni”.

Giammarco Manfreda, coordinatore della Rete degli studenti medi: “Avremmo voluto un confronto diretto sulla stesura dei testi, invece ci hanno presentato decreti già impostati condizionando la discussione. Abbiamo portato le nostre proposte al ministero e alle due Camere del Parlamento, ottenendo poco o nulla. Niente è stato fatto per individuare i Livelli essenziali delle prestazioni e il risultato è un testo di legge inutile per il diritto allo studio in Italia”.

Il profilo del dirigente scolastico tra vincoli e opportunità

Il profilo del dirigente scolastico tra vincoli e opportunità

di Francesco G. NUZZACI


– Indice –
1. Ancora alla ricerca di un nuovo profilo? Sì, ma…
2. Dicesi dirigente
3. Il dirigente nella Buona scuola
4. Davanti a un bivio?
5. Anzitutto l’arte di levare
6. E poi l’arte di aggiungere: con mirata essenzialità
7. Un dirigente valutato
8. La risoluzione dell’abissale sperequazione retributiva: ora, o chissà quando

La nuova sanatoria per i precari e il rischio della scuola a due velocità

da Corriere della sera

La nuova sanatoria per i precari e il rischio della scuola a due velocità

Gianna Fregonara

L’accordo è fatto, concordato con il ministero dell’Istruzione, frutto di una mediazione con Cinque Stelle e contenuto nel parere approvato mercoledì dal Parlamento su una delle deleghe della riforma della scuola: ci sarà una sanatoria per circa 80 mila precari per coprire i posti di insegnante nei prossimi cinque anni. Poi, ci saranno i primi prof di ruolo con le nuove regole approvate nel 2015, almeno nel Nord Italia.

Buone notizie per i precari, anche per i bocciati al concorso

Le «correzioni» fatte dai parlamentari alle bozze di decreto presentate dalla ministra Fedeli contengono precise indicazioni per quella che è la «fase transitoria» verso il nuovo reclutamento degli insegnanti: concorso dopo la laurea, tre anni di tirocinio e cattedra, un percorso che dovrebbe garantire anche insegnanti più giovani oltre che preparati e testati sul campo. E chiudere per sempre la stagione delle graduatorie e delle lungaggini. Ecco come funziona questo lungo addio alle graduatorie. la metà dei posti disponibili ogni anno verrà coperta attingendo dalle graduatorie a esaurimento ancora non esaurite, poi mediante lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi del 2015 derogando al limite del 10 per cento in modo da inserire tra gli aspiranti prof di ruolo i cosiddetti «idonei fantasma», e infine con una nuova graduatoria di merito regionale ad esaurimento, in modo che ognuno possa rimanere vicino alla propria residenza, di tutti coloro che hanno un titolo abilitante all’insegnamento e che passeranno una prova orale che sostituisce il concorso, al quale una parte di loro è stata già bocciata. Infine nella graduatoria entreranno anche coloro che non hanno il titolo abilitante ma hanno insegnato per almeno 36 mesi: dovranno superare un concorso «rapido» riservato solo a loro e resteranno per un anno in prova.

Le eterne graduatorie

Entreranno di ruolo così nei prossimi anni tutti i supplenti. E potranno farlo più velocemente se si spostano al Nord dove le graduatorie dei docenti di ruolo sono già terminate per diverse classi di concorso, più lentamente per chi deciderà di restare vicino a casa nelle regioni del Sud. Si rinvia così alle nuove generazioni di insegnanti, quelle dei giovani neo-laureati che cominceranno il loro percorso di tirocinante se tutto va bene nel 2020 di decidere se spostarsi. Con il rischio che, sse non ci si rifletterà nei prossimi mesi, si crei un effetto perverso della riforma, con una scuola a due velocità: quella prevista dalla riforma con docenti più giovani e freschi di studio al Nord dove non ci sono insegnanti e quella del Sud che impiegherà ancora anni a chiudere le proprie vecchie graduatorie con i supplenti ancora in coda ben oltre il 2022 per un posto di ruolo.

Internet, Fedeli: niente cellulare in classe, stiamo spingendo sul Wi-Fi a scuola

da La Tecnica della Scuola

Internet, Fedeli: niente cellulare in classe, stiamo spingendo sul Wi-Fi a scuola

Si parla tanto di computer ed internet e piano digitale, ma perché le le scuole italiane non sono dotate di Wi-Fi? Perché spesso lo sovvenzionano le famiglie?

La domanda è stata rivolta alla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, nel corso della trasmissione “Un Giorno da Pecora”, andata in onda il 16 marzo.

“Stiamo spingendo su questo, e sulla capacità di utilizzare il digitale. Abbiamo già iniziato, il governo Renzi ha fatto 1,5 miliardi di investimenti su questo”, ha risposto la responsabile del Miur.

Intanto, però cresce il numero di studenti che la connessione al web se la “procurano” da soli, attraverso il proprio telefono cellulare o smartphone.

Fedeli lascia aperto uno spiraglio, ma davvero piccolo. Sul cellulare a scuola “non ho ancora deciso, anche perché non è un tema che si pone, perché c’è l’autonomia scolastica. Penso però che si debba sempre più utilizzare gli strumenti che ci sono in classe, ma per apprendere, non per semplificare le conoscenze”.

Gli si fa notare che alcune scuole fanno lasciare agli studenti i cellulari in una scatola all’ingresso: Fedeli dice che fanno bene, perché i docenti “si vede che valutano che con i cellulari c’è troppa distrazione”.

E durante i compiti in classe si dovrebbero tenere? “Quello non va bene. I ragazzi devono imparare sempre di più a leggere, fare i riassunti ed esprimersi. Durante i compiti in classe non bisognerebbe tenerli”.

Sciopero 17 marzo: tappa importante per l’unità del sindacalismo di base

da La Tecnica della Scuola

Sciopero 17 marzo: tappa importante per l’unità del sindacalismo di base

Nelle intenzioni dei sindacati di base lo sciopero in programma per il prossimo 17 marzo dovrà servire per mettere il Governo alle strette e per tentare di ottenere il blocco dei decreti applicativi della legge 107.

Nella giornata del 17 marzo il sindacalismo di base scende in sciopero, nel non facile tentativo di convincere il Governo a sospendere l’approvazione definitiva degli 8 decreti applicativi della legge 107.
Lo sciopero si accompagna a manifestazioni in diverse città italiane: la più consistente è prevista a Roma, ma altre sono in programma a Torino, Bologna, Napoli, Bari, Cagliari, Palermo, Catania, Venezia e Firenze.
Al di là del risultato della protesta, di cui si potrà parlare fra 24 ore, il dato più importante dello sciopero è che dopo diverso tempo quasi tutte le sigle del sindacalismo di base si trovano insieme.

“Certamente si tratta di un dato importante
– dichiara Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas –  In altri Paesi sono più avanti perchè hanno capito che non si può pensare a grandi trasformazioni sociali senza grandi alleanze. In Italia siamo indietro perchè per troppo tempo siamo stati ancorati all’idea gramsciana dell’egemonia, e cioè si fanno alleanze ma l’egemonia spetta ad unico soggetto politico”.
“Ma – aggiunge Bernocchi – a quanto pare l’aria sta cambiando anche qui e si incomincia a comprendere che si possono fare alleanze pur mantenendo la propria diversità”
Si tratta di capire se l’alleanza del 17 marzo potrà proseguire…
“Ci proveremo – conclude Bernocchi – ma non sarà facile; fra qualche mese si riaprirà la campagna per il rinnovo delle RSU e le regole esistenti non facilitano le alleanze, anzi le rendono pressochè impossibili in quanto non consentono di formare ‘cartelli’ o forme federate. Ognuno deve correre da solo; i sindacati di base, peraltro, possono candidarsi di fatto solo nelle scuole dove già ci sono RSU visto il divieto di fare assemblee sindacali in quelle scuole.  Noi invece chiediamo che si possa votare con due schede: una per la rappresentanza a livello di istituto e una per il livello nazionale. Se così fosse i rapporti di forza fra i sindacali di base e i 5 sindacati che siedono al tavolo delle trattative sarebbero ben diversi”.

Nel merito dei motivi dello sciopero Stefano d’Errico spiega: “Il modo in cui oggi si misura la rappresentatività delle diverse sigle sindacali e le norme che regolamentano lo svolgimento delle assemblee sindacali stanno appunto dentro la piattaforma della protesta che però è incentrata sulla questione delle deleghe che il Parlamento sta approvando.
Sappiamo che le Commissioni di Camera e Senato hanno proposto diversi emendamenti, alcuni anche interessanti, ma non possiamo tacere né sul massacro dei precari di terza fascia né su un impianto complessivo delle 8 deleghe che per noi resta irricevibile e non è affatto quello di cui oggi la scuola ha bisogno. Senza poi dimenticare che sul mondo della scuola pesa come un macigno un contratto fermo da quasi 10 anni”

Lo sciopero è proclamato non solo da Cobas e Unicobas, ma anche da Usb, Anief, Federata e altri sindacati e potrebbe registrare una adesione maggiore di quella che si è avuta l’8 marzo in occasione dello sciopero proclamato dalla Flc-Cgil che non era andato molto al di là del 2,5%.

Tutto sulle commissioni agli esami di Stato 2017

da La Tecnica della Scuola

Tutto sulle commissioni agli esami di Stato 2017

Il 9 marzo il Miur ha pubblicato la circolare n. 2 riguardante la formazione delle commissioni agli Esami di Stato 2017.

La circolare contiene tutte le indicazioni necessarie per presentare domanda come candidato esterno o presidente, oltre che le istruzioni operative per le scuole per gestire le diverse fasi.

In questi giorni stiamo approfondendo alcuni aspetti della circolare; per cui proponiamo di seguito gli articoli finora pubblicati: