FAQ Graduatorie Istituto Personale docente ed educativo 2017/2020

D: Tra i dati di recapito occorre indicare anche l’indirizzo PEC?

R: No, l’indicazione dell’indirizzo PEC è facoltativo. Occorre comunque indicare almeno un indirizzo di posta elettronica privato e/o istituzionale.

D: Gli aspiranti che intendono iscriversi in più classi di concorso/posti di insegnamento afferenti a diversi gradi di istruzione, possono presentare domanda ad un’unica istituzione scolastica?

R: Si, possono presentare la domanda a qualsiasi istituzione scolastica di un’unica provincia, non necessariamente di grado superiore, per tutti gli insegnamenti prescelti, con le seguenti eccezioni:
qualora tra gli insegnamenti richiesti vi siano discipline impartite nelle scuole speciali, la domanda dovrà essere indirizzata ad una scuola speciale
qualora tra le graduatorie richieste vi sia quella del personale educativo la domanda dovrà essere indirizzata ad un convitto/educandato
qualora tra le graduatorie richieste vi sia una graduatoria di lingua slovena la domanda dovrà essere indirizzata ad una scuola slovena.

D: Chi deve presentare il modello A1?

R: Il modello A1 deve essere utilizzato ai fini dell’inserimento in II fascia dagli aspiranti abilitati.

D: Per l’inserimento in III fascia, che differenza c’è tra il modello A2 e il Modello A2bis?

R: Il modello A2 deve essere presentato da chi presenta unicamente, per la prima volta, domanda di inserimento in III fascia, oppure da chi, già inserito nelle graduatorie dei passati trienni/bienni, intende, unicamente, aggiornare la propria posizione. Il modello A2 bis deve invece essere compilato da chi si trovi in entrambe le precedenti situazioni, ovvero, debba aggiornare i punteggi e contemporaneamente voglia inserire anche un nuovo insegnamento.

D: In quali istituzioni sono presenti le graduatorie del personale educativo?

R: Le graduatorie del personale educativo sono presenti presso i Convitti e gli Educandati.

D: Dove sono reperibili i codici delle istituzioni scolastiche a cui presentare domanda?

R: Le sedi esprimibili sono visualizzabili nel menù di destra dello spazio informativo dedicato alle graduatorie d’istituto con la voce “Personale docente – sedi esprimibili”.

D: Coloro che aggiornano il punteggio devono comunque ridichiarare il titolo di accesso?

R: Il titolo di accesso non deve essere dichiarato dall’aspirante già incluso nelle graduatorie del precedente triennio, in quanto il punteggio già attribuito verrà riconfermato in automatico dal Sistema Informativo. Potrà invece essere rivalutato o sostituito con altro più favorevole, compilando l’apposita sezione del relativo modello (Sez. C2 del modello A1 e Sez. C3 dei modelli A2 e A2bis).

D: Il punteggio aggiuntivo di cui al punto A4) della Tabella di valutazione dei titoli di II fascia può essere attribuito anche per le classi di concorso di nuova istituzione (A023, A053, A055, A063, A064)?

R: No, in quanto le classi di concorso di nuova istituzione non costituiscono ambito disciplinare con le classi di concorso di vecchio ordinamento la cui abilitazione, in fase transitoria, è considerata requisito di accesso in II fascia per tali nuove discipline.

D: Nella sezione C dei modelli di domanda per la III fascia, si può inserire quale altro titolo l’abilitazione all’esercizio di una professione?

R: No, la relativa Tabella di valutazione non lo prevede.

D: L’attività di docenza presso i corsi di formazione regionali, è oggetto di valutazione?

R: Si, con i vincoli di cui al punto 1bis) delle note al punto D della tabella di valutazione di III fascia.

D: Nei modelli A2 e A2bis, rispetto al triennio precedente, non compaiono più le griglie riepilogative dei servizi. Come va pertanto dichiarato il servizio utilizzabile al 50%?

R: Con l’implementazione delle funzioni SIDI, non è più necessario compilare la griglia riepilogativa, che pertanto è stata espunta dal modello. L’aspirante deve dichiarare solo il servizio utilizzabile al 100% nella graduatoria corrispondente all’insegnamento svolto, mentre il Sistema informativo attribuirà in automatico il punteggio al 50% in tutte le altre graduatorie di III fascia. Tuttavia, il docente che abbia compilato il modello A2bis, in quanto ha sia graduatorie di nuova che di vecchia inclusione, dovrà dichiarare per le classi di concorso di nuova inclusione, anche i servizi già valutati nei trienni/bienni precedenti in altre classi di concorso/tipologie di posto in modo da ottenere la valutazione al 50% dei servizi valutati nel precedente triennio sulle graduatorie di vecchia inclusione.

D: Per le classi di concorso di nuova istituzione nei licei musicali, è sempre valutabile come specifico il servizio prestato dai docenti delle classi di concorso di vecchio ordinamento A031, A032 ed A077?

R: No, è considerato specifico solo nei casi in cui sia stato prestato presso i Licei Musicali per le discipline di cui all’allegato E del D.P.R. 89/2010. Pertanto l’istituzione scolastica che tratta la domanda dovrà verificare dove l’aspirante abbia prestato il servizio.

D: Cosa si intende, con la dicitura “Servizio da rivalutare rispetto al punteggio di … precedentemente attribuito nella classe di concorso di vecchio ordinamento” , presente nelle sezioni D1 e D2 dei modelli di domanda, ed in quale caso deve essere utilizzata?

R: La suddetta dicitura deve essere utilizzata in tutti quei casi previsti dal Decreto, in cui l’aspirante iscritto nelle graduatorie dei trienni/bienni precedenti abbia necessità di adeguare/correggere/sostituire/spostare/rettificare/rivalutare il punteggio precedentemente attribuito, per i casi di cui all’art. 4, comma 13 lettere b), d) ed e). A tal fine l’aspirante, dovrà dichiarare per ciascun anno scolastico che intende rivalutare, il punteggio precedentemente attribuito (anche su altra classe di concorso), affinché l’istituzione scolastica operante possa cancellarlo, per poi inserire il nuovo punteggio spettante.

D: Chi si trova inserito in GAE con riserva per effetto di provvedimenti cautelari, può aggiornare la propria posizione nella II/III fascia dove è inserito a pieno titolo oppure inserirvisi per la prima volta?

R: Si, anche se l’inserimento/aggiornamento in II e/o III fascia non produrrà alcun effetto in I fascia, in conseguenza di quanto disposto dall’art. 1 comma 10 bis della Legge 25 febbraio 2016 n. 21 che ha prorogato la l’aggiornamento delle Graduatorie ad esaurimento e di conseguenza anche quelle di I fascia di istituto all’a.s. 2018/2019 per il triennio successivo.

D: Chi è inserito a pieno titolo in GaE e quindi anche in I fascia, ma possiede anche insegnamenti di II o III fascia, può cambiare provincia di Iscrizione?

R: No, in quanto essendo bloccato, per legge, l’aggiornamento della I fascia, nell’aggiornamento/inserimento della II e/o III fascia, si rimane vincolati alla provincia scelta nel 2014.

D: Cosa succede se la provincia di iscrizione cautelare in GaE è diversa da quella scelta nel 2014 per le graduatorie di istituto?

R: Qualora la provincia di inserimento in GAE ottenuta con il provvedimento cautelare sia diversa da quella di inserimento cautelare in I fascia, vale il vincolo di permanenza su quest’ultima provincia. La domanda di aggiornamento/inserimento per la II e/o III fascia va dunque indirizzata alla scuola competente del precedente triennio.

D: Chi è stato inserito in GAE con riserva tramite provvedimento cautelare, ma nel 2014 non si era inserito in alcuna graduatoria d’istituto, può comunque iscriversi nelle graduatorie di II e/o III fascia?

R: Si, potrà iscriversi per la prima volta nella II e/o III fascia di qualsiasi provincia, ma nelle scuole prescelte non figurerà in I fascia, a meno che non fosse già stato inserito nelle graduatorie d’istituto del precedente triennio dall’ufficio provinciale. In quest’ultimo caso, rimarrà vincolato, anche per la II e/o III fascia nella provincia e con le sedi inserite dall’ufficio provinciale.

D: Un insegnante con diploma magistrale ante 2001 che è stato inserito con riserva in I fascia e che deve aggiornare la II fascia, nel frattempo ha conseguito la laurea in Scienze della formazione primaria (per primaria e infanzia). E’ possibile utilizzare come titolo d’accesso per la II fascia la laurea in quanto più conveniente? E’ cioè possibile stare in I fascia col diploma e in II con la laurea?

R: Si. Il Decreto prevede la possibilità di sostituire (per la II e III fascia) il titolo di accesso con altro più favorevole.

D: Ero inserito nel triennio precedente in II fascia per strumento musicale nella scuola media. Nel compilare il modello A1, nella sezione B1 indico N.I. o P.I.?

R: per la ex classe di concorso A077, ora A-56 in conseguenza delle nuove tabelle di II fascia, per la II fascia, si procede come per un nuovo inserimento ( N.I.) dichiarando nuovamente tutti i titoli e servizi ad eslcusione dei titoli artistici già dichiarati precedentemente a cui è possibile fare riferimento indicando la scuola di precedente inclusione ed il punteggio attribuito.

D: Sono abilitato nella ex A031, ex A032 o ex A077 ma non ho mai lavorato nei licei musicali. Posso presentare la domanda per la II fascia per le classi di concorso di nuova istituzione per i licei musicali?

R: Si purché in possesso dei titoli di accesso previsti per le varie classi di concorso nella colonna “note” di cui alla Tabella A allegata al DPR 19/16 come integrata dal DM 259/17. Tuttavia, non avendo servizi nei licei musicali, non sarà possibile far valere alcun servizio specifico sulle classi di concorso di nuova istituzione.
Analogamente, l’iscrizione in III fascia è possibile, per gli aspiranti in possesso dei titoli di accesso di cui al D.P.R. n. 19/2016 anche se non hanno mai insegnato in un liceo musicale.

D: Sono abilitato nella ex A031 e avevo presentato nel 2014 il modello B1 per i licei musicali. Ora intendo presentare la domanda per la II fascia anche per la A055. Compilo il modello A1 e, alla sezione B1, per la ex A 31 dovrò barrare N.I. o P.I.?

R: Alla sezione B1 indicherà: N.I. per la A055 e P.I. per la ex A031 se era già incluso nelle graduatorie di istituto della medesima classe di concorso.

D: Nel triennio precedente ero iscritto in III fascia per la ex classe A077 ed ero anche iscritto nelle graduatorie dei licei Musicali, avendo compilato il modello B1. Adesso intendo aggiornare la ex A077 e iscrivermi nella nuova A055. Quale modello devo compilare?

R: Dovrà essere compilato in modello A2bis, in quanto la ex classe A077 sarà trattata come precedente inclusione (da contrassegnare con P.I.), mentre la A055 sarà trattata come nuova inclusione (da contrassegnare con N.I.)

D: Sono inserito in graduatorie di II e III dal triennio precedente. Poiché non ho punteggio da aggiornare, verrò riconfermato in automatico?

R: No, dovrà comunque essere ripresentata domanda, senza dichiarare alcun nuovo titolo.

D: Ai fini dell’attribuzione in II fascia dei 3 punti previsti dalla Tabella A rettificata, in quale sezione del modello di domanda posso indicare il superamento di tutte le prove di un concorso per titoli ed esami?

R: Nel punto D2 della sezione C5 del modello di domanda A1.

D: Nel precedente triennio ero iscritto nella provincia autonoma di Trento. Adesso voglio trasferire la mia posizione in altra provincia. Come mi devo comportare?

R: Dovrà presentare domanda di nuovo inserimento, dichiarando nuovamente tutti i titoli, in quanto le tabelle di valutazione per la provincia autonoma di Trento sono diverse e quindi non è possibile la trasposizione automatica dei titoli e dei relativi punteggi a suo tempo dichiarati.

D: Per le abilitazioni a cascata conseguite con il TFA, dove indico nel modello A1 la scelta dell’attribuzione dei 6 punti?

R: I 6 punti verranno attribuiti in automatico dal sistema, qualora l’aspirante non barri l’apposita casella relativa ai bonus di 42 e 66 punti. Pertanto dovrà barrare soltanto la casella “N” TFA.

D: Chi ha conseguito il titolo di specializzazione per il sostegno e l’ha notificato usufruendo delle finestre semestrali, ma senza caricare il punteggio, deve nuovamente dichiararlo?

R: SI, al fine dell’attribuzione del punteggio previsto al punto C1 della tabella di valutazione di II fascia e al punto C2 della tabella di valutazione di III fascia. Infatti, ai sensi dell’art. 2 comma 1 ultimo cpv del DM 326/2015, tale punteggio non è stato attribuito. A tal fine dovrà compilare l’apposita sezione del modulo domanda.

D: Attribuzione punteggio per le certificazioni linguistiche: nel decreto si specifica che, in caso si sia in possesso di più certificazione linguistiche per la stessa lingua, viene valutato solo il titolo più alto. Se un aspirante ha già dichiarato una certificazione linguistica nel precedente aggiornamento e nel frattempo ha acquisito una certificazione di livello più alto, cosa deve specificare nei moduli A1 e A2?

R: Dovrà richiedere la rivalutazione del titolo, indicandolo nella apposita sezione del modulo domanda, e allegare apposita dichiarazione in cui viene riportato il punteggio precedentemente attribuito.

D: Relativamente alle certificazioni informatiche, che hanno subito una rivalutazione al ribasso nella nuova tabella titoli, chi ha già dichiarato un titolo informatico nel precedente triennio avrà una decurtazione del punteggio relativo?

R: SI. Il punteggio precedentemente attribuito, visibile al SIDI sullo storico dell’aspirante, verrà decurtato in automatico dalla scuola operante effettuando la rivalutazione dei titoli posseduti, semplicemente accedendo alla funzione di valutazione titoli.
D: I docenti inseriti in GAE con RISERVA, che NON hanno sedi di I fascia, possono presentare il modello di scelta delle sedi per insegnamenti di II e/o III fascia? E in quale provincia?

R: Coloro che sono iscritti in GaE con riserva e non hanno sedi in I fascia delle graduatorie di istituto, potranno scegliere le sedi per la II o III fascia in qualsiasi provincia, anche diversa da quella delle GaE, ma non compariranno in I fascia in nessuna scuola neanche se verrà sciolta la riserva in GaE.

D: I docenti iscritti a pieno titolo in GAE, che non hanno inserito le scuole per la I fascia possono presentare il modello di scelta delle sedi?

R: Si, possono scegliere le sedi per la II e/o III fascia, ma non compariranno in I fascia.

D: I titoli informatici: vanno dichiarati “di nuovo”, o il sistema procede automaticamente a ricomputarli?

R: Vengono ricomputati d’ufficio dalle scuole, in quanto compaiono dettagliatamente nella funzione di valutazione di titoli disponibile sul SIDI.

D: Per l’inserimento in III fascia, quali sono i titoli di studio necessari?

R: Per individuare il titolo di studio necessario all’inserimento in III fascia, occorre consultare sul sito internet del MIUR, nell’apposito spazio informativo, il D.P.R. n. 19/2016 e le Tabelle allegate al D.M. 259/2017.
Il principio generale è che queste normative non hanno carattere retroattivo. Per questa ragione, come precisa l’art. 5 del D.M. n. 259 del 9 maggio 2017, coloro i quali, all’entrata in vigore del D.P.R. n. 19/2016, erano in possesso di titoli di studio validi per l’accesso alle classi di concorso ai sensi del D.M. n. 39/98 e s.m.i. e del D.M. n. 22/2005 e s.m.i. devono far riferimento a quei titoli ivi previsti, e pertanto possono presentare domanda di inserimento nelle graduatorie di istituto per le corrispondenti nuove classi di concorso (come definite nelle tabelle A e B allegate al D.P.R. n. 19/2016) sulla base ed esclusivamente avvalendosi dei titoli posseduti ai sensi dei richiamati D.M. n. 39/98 e s.m.i. e D.M. n. 22/2005 e s.m.i..
Viceversa, gli aspiranti che hanno conseguito il titolo di studio dopo la data di entrata in vigore del D.P.R. n. 19/2016 dovranno possedere i titoli di studio con i relativi requisiti come previsti dalle tabelle A e B del D.P.R. n. 19/2016; all’entrata in vigore del D.M. n. 259/2017, gli aspiranti dovranno possedere i titoli previsti dalle tabelle A e B del DPR 19/2016 come modificate dall’allegato A al D.M. n. 259/2017.
Si precisa che le modifiche contenute nel D.M. 259/2017 non riguardano tutte le classi di concorso, ma appunto solo quelle riportate nel citato allegato A.

D. Ai fini del rispetto dei termini di scadenza per la presentazione delle domande tramite raccomandata A/R fa fede il timbro postale?

R. Si, fa fede il timbro postale.

D: Considerato l’esiguo numero di Licei Musicali e coreutici in ciascuna provincia, è possibile, per i docenti delle discipline musicali e coreutiche di nuova istituzione presentare domanda anche in altre province?

R: No, la domanda di inserimento deve essere presentata in un’unica provincia, come avviene per tutte le altre classi di concorso/posti di insegnamento.

Anffas, Speziale: “Non piu’ accettabili i tagli degli enti pubblici”

Redattore Sociale del 14-06-2017

Anffas, Speziale: “Non piu’ accettabili i tagli degli enti pubblici”

ROMA. Si è chiusa domenica 11 giugno la 59ma assemblea nazionale 2017 di Anffas Onlus – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, svoltasi a Salerno, presso il Grand Hotel Salerno, che ha visto la partecipazione di oltre 350 persone. L’assemblea è stata l’occasione per confrontarsi sullo stato dell’arte della concreta attuazione delle nuove linee associative “Manifesto Anffas di Milano” approvate all’unanimità dall’ Assemblea dello scorso anno, appunto a Milano. Per l’assemblea nazionale Anffas (sul sito a breve tutti gli atti dell’assemblea) la persona con disabilità è “al centro” a partire dal primo impegno assunto da Anffas con il “Manifesto di Milano”: i diritti delle persone con disabilità vanno sempre (tempo), dovunque (luogo) e comunque (contesto) rispettati e garantiti; le persone con disabilità detengono gli stessi diritti umani, civili, sociali ed economici di qualunque altro essere umano; tali diritti sono incomprimibili e immodificabili e per nessun motivo sono ammesse attenuazioni o adattamenti del loro valore e significato, tantomeno in relazione alle condizioni di salute e funzionamento che richiedono maggiori sostegni. Spazio è stato dato agli autorappresentanti della “Piattaforma italiana degli autorappresentanti in movimento Io Cittadino”, piattaforma che aderisce ad Epsa (European Platform of Self-Advocates). Tra gli interventi vi è stato quello del neoeletto portavoce della piattaforma, Enrico Delle Serre, originario proprio di Salerno e afferente all’Anffas Onlus di Salerno, che ha illustrato all’assemblea, meritando una standing ovation, il punto di vista e le iniziative degli autorappresentanti.

L’assemblea è stata aperta dal presidente nazionale di Anffas Onlus, Roberto Speziale a cui sono seguiti i saluti del consigliere nazionale e Coordinatore Regionale Campania Anffas Onlus, Salvatore Parisi. Tra le tante riflessioni spiccano quelle del presidente nazionale sulla spinosa questione della consueta frase pronunciata, sempre più spesso, dagli enti pubblici “vorrei ma non posso” in quanto mancano i fondi: risposta questa non più accettabile, come non sono più accettabili frasi di circostanza e politiche di welfare che a parole esprimono solidarietà e grande riconoscenza e considerazione per quello che fanno le associazioni, tra le quali Anffas, ma, di fatto, si tagliano sempre più spesso fondi, togliendo diritti e servizi conquistati in anni ed anni di dure battaglie e sacrifici. Battaglie realizzate proprio dalle famiglie che si sono dovute organizzare, spesso in assenza di adeguate risposte da parte dello “Stato”.

Un problema, quello della carenza costante di fondi, evidenziato insieme a quello vergognoso dell’istituzionalizzazione delle persone con disabilità ancora presente nel nostro paese anche dal presidente Fish Vincenzo Falabella, ospite dell’assemblea, che ha definito ormai impensabile che gli interventi sulle politiche sociali siano sempre più dettate dal Mef (Ministero dell’Economia e della Finanze) piuttosto che dai Ministeri e dalle aule del parlamento a ciò deputati. Questioni su cui si sono soffermati anche l’assessore comunale alle politiche sociali del comune di Salerno Savastano e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. De Luca si è impegnato ad “operare affinché in regione Campania le cose possano radicalmente cambiare”, non nascondendo le tante criticità presenti. Ha annunciato una radicale riforma dell’attuale sistema dichiarando l’obiettivo di mettere al primo posto gli interessi ed i diritti dei destinatari degli interventi e dei servizi e non “interessi altri” che spesso hanno connotato il sistema della riabilitazione e dei sevizi alla persona.

L’assemblea ha anche rappresentato l’occasione per aggiornare la base associativa sulle tante attività avviate o portate avanti nel corso del 2016. In conclusione, l’impegno a “continuare ad operare per fare in modo che questa sia l’ultima generazione di persone con disabilità ad essere discriminata a causa della propria disabilità”.

Perche il Cielo tra il Sole e la Terra si vede di colore NERO?

Perche il Cielo tra il Sole e la Terra si vede di colore NERO ?

Una plausibile interpretazione di cambiamento concettuale , di Paolo Manzelli .

Il sole si vede giallo splendente la dove si creano le onde-particelle di debole energia luminosa che chiamiamo fotoni . I fotoni si creano per interazione elettromagnetica che si manifesta tra tutte le particelle dotate di carica elettrica diversa da zero che emettono il fotone come mediatore dell’interazione con il campo di energia. Due particelle con la stessa carica elettrica (ad es. due elettroni) si respingono reciprocamente perche’ un fascio di fotoni fa’ da intermediario della attivita’ di interazione.

I fotoni sono privi di massa gravitazionale (quella di attrazione tra due corpi) ma nel mentre accelerano nello spazio nel campo gravitazionale essi assumono un massa cinetica /inerziale .

Il fotone puo’ acquisite massa cinetica fino a quando la massa acquisita nel movimento non raggiunge nel vuoto la velocita max della luce (C.) in quanto a tal punto la massa cinetica è divenuta equivalente alla massa gravitazionale.

La massa cinetica del fotone è della stessa natura della massa gravitazionale ma solo quando raggiunge l’ equivalenza diviene possibile l’ identita’ simultanea tra onde gravitazionali ed onde del campo fotonico.

In teoria, la applicazione di una estensione del “modello standard “ delle relazioni tra campi e particelle al fine di correlare il campo gravitazionale ai fotoni, riteniamo possa rendersi resa possibile nell’ istante in cui le onde del campo fotonico sono divenute del tutto indistinguibili dalle onde gravitazionali, allora si comprende come queste onde addensandosi formino un “muro invalicabile” per i fotoni.

( Ricordo per analogia un simile effetto per i “fononi” = particelle di suono : il Muro del Suono).

Questo muro insuperabile per i fotoni si attua per il fatto che le onde, che precedono ogni particella si compattano nelle vicinanze del raggiungimento della velocita’ C. , determinando la causa per cui i fotoni stessi non possono superare la velocita’ della luce, mentre la trasformazione della massa (E=mC2), da origine alla trasformazione dei fotoni in un campo fotonico.

Ricordando il postulato di base della scienza che assume il fatto che “la energia non si crea ne si distrugge ma si trasforma”, possiamo ancora applicare il modello standard che correla campi e particelle quantiche deboli, descrivendo la transizione da fotoni giunti al max. della velocita della luce in campo fotonico , come generata da un “intrigo- quantistico” (entanglement) (1) .

Questo campo fotonico, per quel che riguarda le frequenze visibili (350-750 nm) (, anziche assumere tutti i colori che vediamo nello spettro dei fotoni, assume alla nostra vista un colore “NERO” come accade quando vengono assorbiti tutti fotoni da un corpo nero.

Quindi nell’ area che va dal sole alla terra ci sono solo pochi fotoni che viaggiano a velocita’ minori di C. il resto della energia fotonica è trasformato in un campo fotonico , quello che successivamente si rompe (dis-entanglement ) per interazione con la materia (aria) illuminando quanti di luce la nostra atmosfera.

 

(1)- Cose che accadono dal il buio e la luce?,
http://www.edscuola.it/archivio/lre/sole.pdf

Paolo Manzelli Egocreanet2016@gmail.com , Firenze

CONTRATTO: “POCHE RISORSE, RECUPERIAMOLE DA SPRECHI LEGGE 107”

CONTRATTO, DI MEGLIO: “POCHE RISORSE, RECUPERIAMOLE DA SPRECHI LEGGE 107”   
“A fronte di un aumento in busta paga che si prospetta irrisorio, appena 48 euro medi netti pro capite dopo 8 anni di mancato rinnovo contrattuale, sarebbe inaccettabile chiedere ai docenti ulteriori aumenti di carichi lavorativi”. È quanto dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, dopo l’incontro avvenuto questa mattina al Miur. 
“La perdita del potere di acquisto ammonta a circa 130 euro netti pro-capite, una cifra molto alta – sottolinea Di Meglio – se si considera che gli stipendi degli insegnanti sono tra i  più bassi del pubblico impiego”. 
“Come condizione minima, chiediamo che la partita del contratto si chiuda senza altri danni, ovvero senza un peggioramento degli istituti contrattuali vigenti e senza modifiche alla struttura della retribuzione. In altri termini, – spiega il coordinatore della Gilda – nessuno tocchi gli scatti di anzianità che rappresentano l’unica possibilità di incremento stipendiale per gli insegnanti. Ricordiamo che abbiamo già perso la progressione di carriera relativa al 2013 e che i neo assunti non godranno dello scatto intermedio”.
“Per rimpinguare i fondi previsti per il rinnovo, durante la trattativa all’Aran chiederemo di destinare al rinnovo del contratto le risorse spesso sprecate della legge 107/2015, come quelle erogate per il bonus del merito”.
“Il contratto – conclude Di meglio – deve servire concretamente a valorizzare la funzione docente e a tutelarla dall’eccesso di burocrazia e dagli impegni impropri che la soffocano, per permettere agli insegnanti di dedicarsi all’attività didattica”

MATURITA’ 2017: I 5 TIPI DI MATURANDO E COME STUDIANO

MATURITA’ 2017: I 5 TIPI DI MATURANDO E COME STUDIANO

Si avvicinano gli esami, si rivelano le personalità dei ragazzi, per ognuno di loro, c’è il consiglio giusto!

 

Milano, 14 giugno 2017ScuolaZoo, la più grande community online di studenti in Italia, ha tracciato i 5 tipi di Maturando che si possono riconoscere: i loro tratti distintivi, come si comportano, come studiano (se studiano), come affrontano quello che sarà un periodo della vita che ricorderanno, nel bene e nel male, per sempre!

 

ScuolaZoo ha trovato per loro anche il metodo migliore per studiare in questi ultimi giorni che li separano dagli inizi degli esami! (A questo link)

 

Con l’avvicinarsi della Maturità l’unica cosa che i ragazzi hanno in mente è il tormentone “Mai ‘na gioia”: migliaia di studenti in balia del tempo che passa troppo velocemente per finire di apprendere l’impossibile da libri troppo voluminosi da affrontare con il caldo di giugno!

C’è l’ossessivo-compulsivo iper organizzato con post-it su quaderni e libri che rimandano a temi per collegamenti, appunti per non perdere la nozione curiosa ma che attira l’attenzione indicata nello specchietto a piè di pagina a fondo del libro e che escogita ogni tipologia di soluzione per non perdersi niente e avere il cervello come un computer che raccoglie e custodisce infiniti dati.

Il menefreghista: sembra non gli importi nulla. Sa già tutto, o non ha ancora realizzato per bene cosa lo aspetta?

Il malato di Gruppi WhatsApp, che non è poi nessun altro se non quello più ansiogeno di tutti, capace di creare ansia anche a chi, per tutto l’anno, non ha fatto altro che prendere 9 o 10 in ogni compito in classe, ad ogni interrogazione.

Oltre all’ansiogeno c’è però anche l’ansioso che teme di ammalarsi e non poter presentarsi il giorno dell’esame, che ha smesso di dormire a gennaio, che mangia compulsivamente, o ha smesso di mangiare e che in ogni caso gira per casa con una borraccia sempre piena di infuso di camomilla, valeriana e fiori di Bach…Calmati…

Il rassegnato non è come il menefreghista, è quello più negativo di tutti: continua a ripetere a sé stesso e agli altri, che tanto, qualsiasi cosa faccia, andrà sicuramente male…

Come dicevamo: calma. C’è una soluzione per tutti! E buoni ultimi giorni prima degli esami!

 

A questo link l’articolo completo con i consigli di studio per ogni tipologia di maturando e le foto (anche in allegato alla mail).

13 giugno 1984. L’uomo e la sua autorevolezza

13 giugno 1984. L’uomo e la sua autorevolezza

di Vincenzo Andraous

 

Stavo chiudendo l’ufficio per fare ritorno a casa, quando l’occhio s’è imbattuto sul calendario appeso alla parete, la data odierna un impatto inaspettato, improvviso, mi ha catapultato nell’era del ferro e del fuoco, epoche cretacee, jurassiche, risvegliandomi ricordi che credevo sepolti ormai perduti nel tempo. Il 13 giugno di tanti anni fa, del 1984, secoli esplosi e implosi letteralmente, scomparsi, una sorta di caduta all’indietro, dove la memoria storica è letteralmente andata in frantumi. Eppure il tempo non dovrebbe consentire sbandate e rinculi, il tempo dovrebbe essere sempre quel grande e indiscusso riferimento perché autorevole, quel dottore efficiente ed efficace, quel pedagogo mai stanco di intuire e creare nuove opportunità, quell’educatore infaticabile di ognuno e di ciascuno.

13 giugno del 1984, disperso nei meandri della mente, dissolto sotto il primo strato di pelle, chi ricorda più l’Uomo che fece un passo in mezzo alla tempesta, non ho detto un passo in avanti, ma in mezzo, là, dove infuriava l’assenza di un perdono.

Chi rammenta più l’Uomo che nel silenzio del fare, creò le condizioni per una mediazione che era già in procinto di divenire riconciliazione.

Quell’uomo altero e severo, con il dono profondo della misericordia e della compassione per quanti furono vittime innocenti, spesso rimasti senza giustizia, per quanti furono utopisti illusi nella teoria e violenti nella pratica, infine per quanti risultarono uomini sconfitti e vinti.

Quell’Uomo eretto e fiero, in mezzo, là, tra quegli uomini allo sbando, quella data, 13 giugno, ha una sua grande importanza, nel conservare il valore della dignità dentro la tragedia di una vera e propria guerra combattuta nelle strade, nelle piazze, nelle città, nei paesi, nelle celle e nei passeggi delle carceri italiane ridotte a terra di nessuno.

Non ho dubbio alcuno del valore di quella sua intercessione in quel remoto 13 giugno 1984, il suo tentativo di indurre combattenti e simpatizzanti alla fine della lotta armata, a ritrovare un equilibrio sufficiente per arginare la disumanità dilagante dell’ideologia, soprattutto per raggiungere una riconciliazione umana, sociale e politica.

Ho avuto forse immeritatamente il grande dono di conoscere il Cardinale Carlo Maria Martini, di ascoltarlo e di abbracciarlo, di comprendere come a volte muoversi verso l’altro non si esaurisce con una preghiera di intenti, ma con una azione di posizione forte e libera.

Contratto dirigenti: avviato il tavolo per le linee guida dell’atto di indirizzo

Contratto dirigenti: avviato il tavolo per le linee guida dell’atto di indirizzo

Si è svolto nella mattinata odierna il previsto incontro al MIUR “per l’avvio del dialogo che traguardi i prossimi rinnovi contrattuali”.

Erano presenti per la parte pubblica la Ministra Valeria Fedeli, il Sottosegretario De Filippo, il Capo di Gabinetto Dott.ssa Bono e i Direttori Generali, per la parte sindacale delegazioni di tutte le Organizzazioni rappresentative del comparto e dell’area.

In apertura la Ministra ha confermato la volontà di accelerare il più possibile l’avvio dei tavoli contrattuali, specificando che è suo intendimento procedere parallelamente sia sul fronte del comparto che su quello di area senza stabilire ordini di priorità. Per questo motivo l’Amministrazione ha proposto alle organizzazioni sindacali una serie di incontri finalizzati a definire e a condividere linee guida per l’imminente atto di indirizzo all’Aran, propedeutico all’avvio dei tavoli negoziali.

Per quanto riguarda i dirigenti scolastici è prevista una fitta serie di incontri nei giorni 21, 28 giugno e 3 luglio. Dopo il 21 giugno e prima della fine del mese è in programma una riunione plenaria per trattare problematiche comuni al comparto e all’area.

Circa la definizione del profilo dirigenziale che alcuni pensano di modificare per via contrattuale, ANP ha sottolineato con decisione che il profilo del dirigente della scuola è quello definito dalle previsioni normative e non si può modificare con norme pattizie.

Quello che invece secondo ANP il contratto deve affrontare è il rapporto sinallagmatico e quindi la questione urgentissima e indifferibile della piena perequazione retributiva, tema sollevato solo da ANP. In particolare va perequata la quota di retribuzione di posizione, che deve valorizzare le funzioni svolte e che è assolutamente inadeguata sia in relazione alle prerogative e alle responsabilità, sia in relazione alla grandezza e alla complessità dell’istituzione scolastica (basti pensare al rapporto dirigente-dipendenti 1/152 nella scuola, 1/36 nelle altre amministrazioni).

ANP ha poi evidenziato con forza che i dirigenti delle scuole devono poter svolgere le proprie funzioni in condizioni di lavoro sostenibili. Le condizioni per poter esercitare a pieno le prerogative sono determinate anche dalla disponibilità di personale quantitativamente adeguato e professionalmente formato sia a livello di ATA sia a livello di staff. L’Amministrazione, inoltre, deve agire sui carichi di lavoro, tematica che sarà sviluppata al tavolo tecnico.

ANP inoltre ha anche richiamato l’attenzione sul fatto che negli ultimi anni sono state attribuite alle scuole competenze nuove e gravose per effetto di norme impegnative sopraggiunte con cadenza quasi annuale e successivamente anche modificate senza parallela revisione delle contropartite retributive.

In conclusione dal contratto Anp rivendica una retribuzione che finalmente riconosca il ruolo e le funzioni dei dirigenti della scuola in modo equo e comunque non inferiore a quello degli altri dirigenti, restituendo loro la dignità della professione.

ANP rappresenterà con forti argomentazioni le ragioni dei dirigenti ai tavoli con il MIUR e terrà informati tutti i colleghi degli esiti.

La protesta ANP continua.

Atto di indirizzo per il contratto dell’istruzione e ricerca e relativa area dirigenziale

Atto di indirizzo per il contratto dell’istruzione e ricerca e relativa area dirigenziale

Esprimiamo apprezzamento per la convocazione dell’incontro odierno al MIUR, che viene dopo lunghi anni senza contratto nella Scuola, Università Ricerca e AFAM.

La situazione dei lavoratori del comparto dell’Istruzione e Ricerca si è notevolmente aggravata in questo lasso di tempo, in ragione del mancato rinnovo contrattuale, anche perché, nel frattempo, sono cambiate le condizioni di lavoro e sono intervenute discipline legislative che hanno decisamente peggiorato la situazione.

La scuola, l’università, la ricerca e l’Afam hanno un ruolo determinante per la crescita culturale, democratica e economica del Paese che giustifica, in occasione del rinnovo contrattuale, un investimento straordinario di risorse.

È importante che questo percorso si avvii con la convocazione di tavoli di confronto per le singole sezioni e con una tempistica stringente.

L’azione della FLC CGIL sarà volta a evidenziare i tratti peculiari del nostro Comparto, caratterizzato da autonomia, autogoverno, libertà professionale, tutti elementi costitutivi comuni dei diversi settori dell’Istruzione Ricerca.

In questo quadro vanno recuperati al contratto tutti gli elementi sottratti in questi anni dalla legge, agendo i nuovi spazi conquistati dall’Accordo del 30 novembre 2016 fra Governo e Sindacati e ripresi dal Decreto Madia, in materia di rapporto di lavoro, formazione del personale, contrattazione decentrata recupero salariale, valutazione, a partire dalla salvaguardia del peso del bonus di 80 euro che coinvolge oltre 43% dei lavoratori del comparto.

Per quanto riguarda l’Area dirigenziale lavoreremo per l’equiparazione salariale alle altre dirigenze di stato e alla riconduzione della valutazione alla sfera contrattuale.

La FLC CGIL, che da tempo ha presentato le sue piattaforme di Comparto e di area dirigenziale, si attende ora che si proceda spediti affinché il tavolo negoziale sia avviato in tempi rapidi all’ARAN.

Rinnovo dei contratti

Rinnovo dei contratti/La ministra Fedeli incontra i sindacati della scuola

Le valutazioni dello Snals-Confsal

 

Roma, 14 giugno.  Nel corso dell’incontro di questa mattina al MIUR, la ministra Fedeli ha illustrato il percorso che l’Amministrazione intende seguire per giungere, d’intesa con la Funzione Pubblica, alla stesura dell’Atto d’indirizzo da inviare all’Aran per l’apertura del confronto in merito al rinnovo del contratto per il personale di Scuola, Università, Enti di Ricerca e Afam.

 

Questo percorso, ha chiarito la ministra, si concluderà entro la fine di giugno. Esso deve coinvolgere i rappresentanti sindacali delle categorie interessate che potranno dare il loro contributo di idee e proposte, fermo restante che rimane in capo al Miur e alla ministra la responsabilità finale della stesura del documento tecnico e politico che si concretizzerà nell’Atto di indirizzo. Ha anche anticipato che, per la prima volta, all’ARAN, al tavolo negoziale, sarà presente anche il rappresentante del MIUR.

 

Elvira Serafini, segretario generale SNALS-Confsal, ha apprezzato la scelta di metodo della ministra e ha evidenziato i punti che ritiene fondamentali per qualificare l’Atto d’Indirizzo al fine di affrontare le questioni contrattuali in un quadro di rispetto dell’autonomia attribuita alle istituzioni interessate al negoziato dalla Costituzione.

 

“Bene per il metodo scelto dalla ministra – ha dichiarato Elvira Serafini –, per la prima volta si sceglie di ascoltare i rappresentanti del personale per definire l’Atto di indirizzo. Ora si tratta di riempiere il documento di contenuti privilegiando obiettivi concreti e realizzabili che assicurino tutele normative e economiche per tutto il personale di Scuola, Università, Ricerca, Afam e dirigenti scolastici”.

 

“Noi, come SNALS-Confsal – ha concluso Serafini –, daremo il nostro contributo per valorizzare in sede contrattuale le funzioni del personale, anche in un quadro di rafforzamento dei livelli contrattuali di ogni singola istituzione in cui esso opera”.

 

Ministro incontra sindacati su rinnovo contratto

Fedeli incontra sindacati su rinnovo contratto
“Avviato lavoro importante, dobbiamo dare riconoscimento
professionale ed economico a chi opera nei nostri settori”

La Ministra dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli ha incontrato oggi al Miur le Organizzazioni Sindacali in vista del rinnovo del contratto (di comparto e dell’area dirigenziale) del settore ‘Istruzione e Ricerca’, che comprende i dipendenti di Scuola, Università, Alta formazione artistica musicale e coreutica, Enti pubblici di ricerca.

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 7 giugno, delle modifiche al Testo Unico per il pubblico impiego, è stato possibile avviare con le Organizzazioni Sindacali il lavoro preliminare che porterà alla predisposizione, da parte del Miur, delle linee di indirizzo per il rinnovo contrattuale per il periodo 2016-2018. Un lavoro che si inserirà nella cornice dell’accordo per il rinnovo dei contratti pubblici sottoscritto il 30 novembre scorso fra Governo e sindacati.

All’incontro di oggi hanno preso parte i rappresentanti di tutti i settori del comparto Istruzione e Ricerca, che fa parte dei quattro comparti di contrattazione in cui sono aggregati i dipendenti pubblici dopo l’accordo sottoscritto all’Aran (Agenzia Rappresentanza Negoziale Pubbliche Amministrazioni) nel luglio del 2016.

In particolare il comparto e l’area dirigenziale dell’Istruzione e della Ricerca comprendono i dipendenti:

  • della Scuola: dirigenti, docenti, educatori, amministrativi, tecnici ed ausiliari;
  • dell’AFAM: direttori, docenti, coordinatori, assistenti, coadiutori;
  • dell’Università: dirigenti, elevate professionalità e personale amministrativo;
  • degli Enti pubblici di ricerca: dirigenti, personale amministrativo e di ricerca di 21 enti.

“Oggi abbiamo avviato un lavoro importante per la composizione e la condivisione delle linee di indirizzo – sottolinea la Ministra Fedeli -. Partiranno subito tavoli di approfondimento sui singoli settori (scuola, università, ricerca, Afam),  che si concluderanno i primi di luglio”.

“I tempi – prosegue – saranno serrati: sono passati troppi anni dall’ultima stagione contrattuale, non è possibile attendere ancora. Il riconoscimento professionale ed economico di chi sta nella Scuola, nell’Università, nell’Afam, nella Ricerca è centrale. Dobbiamo ribadirlo con forza. Perché è da qui che riparte la possibilità di crescita effettiva e vera del Paese”, conclude la Ministra.

Riconoscere la segregazione, Conferenza di Consenso

Riconoscere la segregazione, Conferenza di Consenso

Importante appuntamento a Roma il 15/16 giugno.

Nel 2017, anche nel nostro Paese, ci sono persone con disabilità che vivono segregate in istituti e strutture. Non è loro riconosciuto il diritto umano di essere inclusi nella società, di scegliere dove, come e con chi vivere, come chiaramente espresso dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Il fenomeno è forse poco noto ma emerge drammaticamente in seguito a fatti di cronaca di violenza e di abusi, conseguenze delle stesse premesse che hanno prodotto segregazione.

Contro la segregazione delle persone con disabilità è necessario un impegno normativo, culturale, politico che necessità di una solida e condivisa premessa etica e scientifica. Una riflessione che consenta di individuare, con opportuna strumentazione oggettiva, quelle strutture che siano da considerare effettivamente segreganti o a rischio di segregazione.

Quando e a quali condizioni un servizio di carattere abitativo, diurno o riabilitativo per le persone con disabilità può essere definito segregante? Quando può esserne richiesta la chiusura o, quanto meno, la cessazione di accreditamento e finanziamento pubblico?”

Una domanda “scomoda”, una sfida definitoria e politica che FISH ha raccolto nella conduzione del progetto “Superare le resistenze, partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri delle persone con disabilità”, puntando alla centrale e preliminare individuazione delle “strutture segreganti”.

Nel corso del progetto è stata effettuata – da un qualificato gruppo di lavoro con la supervisione di un comitato tecnico scientifico – una ricognizione della letteratura e delle esperienze nazionali e internazionali sulla questione ed è stato compiuto un ampio confronto, aperto a tutte le realtà interessate, attraverso la realizzazione di 15 focus group, in 15 diverse regioni italiane.

Si giunge ora ad una Conferenza di Consenso, promossa da FISH con il patrocinio di ANCI, Confcooperative Federsolidarietà e Lega delle Cooperative che propone l’esame e la validazione di un documento finale di proposta e di un poster con definizioni ed evidenze relative al concetto di segregazione.

Un altro passo verso l’obiettivo: giungere ad una condivisione che ponga solide basi al cambiamento inclusivo.

Per affinare e rendere tali documenti, oltre che condivisi, “inattaccabili” sotto il profilo semantico, culturale, scientifico e politico, è previsto il ruolo centrale di una Giuria di tecnici particolarmente preparati che ne effettueranno le valutazioni e le proposte correttive, sentito anche il dibattito alla Conferenza di Consenso che si si augura ampio e propositivo.

La Conferenza di Consenso “Disabilità: riconoscere la segregazione” si terrà il 15 e 16 giugno 2017 a Roma presso lo Spazio Europa in Via Quattro Novembre, 149.

L’incontro è aperto a tutti ma la registrazione è obbligatoria con comunicazione via mail alla segreteria congressuale (presidenza@fishonlus.it) entro il giorno 14 giugno (ore 14).

L’evento sarà sottotitolato.

Nel sito FISH è possibile scaricare il programma completo dell’evento e, successivamente, alcuni materiali propedeutici all’incontro.

Esami di terza media, ecco come si svolgono le prove. Giovedì test Invalsi, per l’ultima volta

da Il Fatto Quotidiano

Esami di terza media, ecco come si svolgono le prove. Giovedì test Invalsi, per l’ultima volta

La prova si svolgerà il 15 giugno e i risultati andranno a sommarsi al voto finale. A partire dal 2018 si svolgerà nei mesi precedenti e sarà comunque necessaria per essere ammessi all’esame

Quali saranno i metodi più utilizzati dai “copioni” alla maturità?

da La Stampa

Quali saranno i metodi più utilizzati dai “copioni” alla maturità?

Nella top 5 dei sistemi tradizionali vincono a mani basse i classici bigliettini
Tre studenti su 5 ammettono di voler copiare al prossimo esame di maturità e già stanno lavorando all’equipaggiamento per dare sbirciatine qui e lì. È quanto rivela un sondaggio realizzato, alla vigilia dell’esame, da Skuola.net su un campione di oltre un migliaio di maturandi.
Ma quali saranno i metodi più utilizzati dai “copioni”? Nella top 5 dei sistemi tradizionali vincono a mani basse i classici bigliettini, da nascondere addosso o nei vestiti: più di 1 su 4 tra chi si sta attrezzando alla copiatura – il 27% – li mette al primo posto tra i metodi provenienti dal passato ma ancora oggi efficaci.

Subito dietro (al 22%) si piazzano gli appunti e le note scritte sui vocabolari, gli unici supporti che possono entrare a scuola senza dare nell’occhio. Al terzo posto un altro metodo che sfrutta la dotazione da esame: scambiarsi i fogli protocollo per passarsi il compito (lo userà il 10%).

Ai piedi del podio ancora un grande classico: mettere gli appunti in bagno, pronti per essere consultati all’occorrenza (8%). Un po’ più alternativa, invece, la tecnica di scriversi sulla pelle le nozioni fondamentali; ma se ottiene un discreto gradimento (7%) vuol dire che qualcuno la usa.

Ma è inevitabile che la tecnologia sia sempre più protagonista. E dunque per copiare in molti scelgono d’innovare. Grande protagonista lo smartphone: il 19% dei maturandi “copioni” lo userà per navigare alla ricerca delle soluzioni, il 15% per riceverle via WhatsApp, mail o sms. Grazie ai cellulari moderni anche gli appunti si digitalizzano, così il 13% li salverà nella memoria del telefono come fossero dei foglietti 2.0.

Il bagno non si abbandona neanche se si ha a disposizione la tecnologia; è infatti il luogo preferito per nascondere lo smartphone d’emergenza (ci proverà, almeno in teoria, l’11%). A chiudere la top 5 della “copiatura tecnologica”, l’uso di una calcolatrice che si connette a Internet, anche se non è ammessa all’esame (una soluzione su misura per gli studenti dello scientifico e degli istituti tecnici, scelta anche questa dall’11% dei maturandi).

Garante Infanzia: approvare presto legge ius soli, no smantellamento Tribunale minori

da Il Sole 24 Ore

Garante Infanzia: approvare presto legge ius soli, no smantellamento Tribunale minori

di Alessia Tripodi

Approvare quanto prima la legge sullo ius soli e rivedere la decisione di abolire il tribunale per i minorenni e la Procura minorile. È l’appello lanciato ieri dal Garante per l’Infanzia, Filomena Albano, durante la presentazione alla Camera della Relazione 2016 sull’Autorità. «Impegno delle istituzioni» per i minori con particolare attenzione per il Mezzogiorno è stato chiesto anche dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, nel suo intervento in occasione della relazione.

I numeri
Secondo i dati Istat citati dalla Garante in Italia nel 2015 1,1 milioni di minori vivevano in condizione di povertà assoluta e a rischio di esclusione sociale. E accanto alle condizioni di povertà materiale, si registrano «segnali allarmanti »anche per i casi di povertà educativa, cioè di mancato accesso all’istruzione. Secondo l’Autorità, poi, sono 25.846 i minori migranti non accompagnati arrivati in Italia nel corso del 2016 dopo viaggi pieni di insidie e di pericoli. «L’assenza di una rete parentale espone questa tipologia di minorenni, oltre al rischio di marginalità sociale, ad un alto rischio di sfruttamento – spiega l’Autorità – e per questo è necessario garantire loro non solo l’accoglienza ma anche una effettiva tutela legale, linguistica e culturale, con una adeguata assistenza psicologica». In questa direzione va la legge n. 47/2017 sui minori stranieri non accompagnati recentemente approvata, ma sulla cui applicazione – dice l’Autorità – c’è ancora da fare.

Boldrini: serve impegno istituzioni, faro su Sud
«Gli ultimi dati Istat ci confermano una foto preoccupante: in Italia i minori sono i soggetti che hanno pagato il prezzo più alto della crisi e nel Mezzogiorno il rischio di povertà relativa è 4 volte superiore rispetto a quello dei residenti nel nord del Paese». Così ha affermato la presidente Boldrini, sottolineando la «necessità di maggiori investimenti al Sud». «Noi non possiamo permettere – prosegue Boldrini – che il Sud sprofondi, perché altrimenti sprofonda tutta l’Italia. Tutti dobbiamo fare di più e solo con l’impegno delle istituzioni possiamo garantire ai nostri figli e e alle nostre figlie prospettive migliori».
La presidente della Camera ha sottolineato anche anche l’importanza «dell’alfabetizzazione digitale» e ha ricordato gli impegni portati avanti in questa Legislatura, dall’istituzione della commissione Internet all’ok bipartisan alla legge contro il cyberbullismo.

Garante Infanzia: approvare presto ius soli
Approvare quanto prima il disegno di legge sulla cittadinanza, «da tempo sospeso e, così, rimane sospesa la speranza per tante bambine e bambini, ragazze e ragazzi, che crescono in Italia ‘diversi’». Questo l’appello della Garante Albano, che fa notare come «parliamo dei figli dell’immigrazione, bambini e ragazzi nati in Italia o arrivati nel nostro Paese quando erano piccoli, che sono cresciuti qui, parlano in italiano e riconoscono l’Italia come il proprio Paese». E «lo ius soli – aggiunge – rappresenta un passo importante sul piano dell’integrazione delle cosiddette ‘seconde/terze generazioni’ ed è diretta espressione del principio di uguaglianza di bambini e adolescenti sancito dalla Convenzione sui diritti del fanciullo» dice Albano. Perchè «oggi in Italia, ai bambini e ragazzi che crescono, giocano, sognano e studiano insieme, che frequentano gli stessi luoghi, che sono seguiti dagli stessi insegnanti – spiega ancora la Garante – è riconosciuto uno status diverso a seconda delle origini dei genitori, in risposta al principio dello ius sanguinis».

No a smantellamento Tribunale minori
Albano ha detto che «bisogna rivedere la decisione di abolire il tribunale per i minorenni e la Procura minorile» e che «piuttosto che nelle direzione dello smantellamento» di queste due strutture, ha detto Albano, bisogna «andare verso una riforma della giustizia a misura di bambino: una giustizia accessibile, veloce, adeguata, nel rispetto dei diritti».
«Serve una giurisdizione dedicata ai minori – ha insistito – questa è una conquista di civiltà del nostro Paese. Bisogna rimeditare il disegno di legge di riforma del processo civile nella parte che prevede l’abolizione del Tribunale per i minorenni».

Poteri più incisivi per Autorità
Durante la presentazione della relazione, la Garante ha chiesto anche «poteri più definiti e incisivi» per l’Autorità, segnalando che risorse assegnate all’organismo per l’infanzia e l’adolescenza sono «pressoché inesistenti».
«A fronte dell’importanza delle competenze che sono attribuite all’Autorità garante – ha sottolineato Albano – gli strumenti di cui si avvale consistono in atti di soft law, che rivestono un ruolo di moral suasion sulle istituzioni pubbliche». Invece, ha spiegato la Garante, «dovrebbero essere strutturate modalità di consultazione in ordine alla formazione degli atti normativi in materia di infanzia e di adolescenza». Un appello, dunque, a consultare l’Autorità ogni volta che si fanno leggi che riguardano i minori.

Fedeli, mano tesa ai dirigenti

da ItaliaOggi

Fedeli, mano tesa ai dirigenti

Troppe molestie burocratiche, piano per contenerle

Dopo lo stop alla riforma elettorale, e il naufragio dell’ipotesi di voto anticipato in autunno, prende quota il rinnovo del contratto del pubblico impiego e della scuola. A dispetto di risorse scarse che, dopo otto anni di blocco, dovranno essere rimpinguate per dare i famosi 80 euro di aumento medio, c’è tutto il capitolo normativo che potrebbe segnare una effettiva svolta rispetto ad anni di intervento legislativo. Domani la ministra dell’istruzione, Valeria Fedeli, e il sottosegretario, Vito De Filippo, apriranno il primo tavolo in vista dell’avvio ufficiale del negoziato. Avvio che dovrà avvenire presso l’Aran e dopo che l’atto di indirizzo, già predisposto dalla ministra della funzione pubblica, Marianna Madia, sarà stato approvato dal consiglio dei ministri. Intanto la Fedeli si è portata avanti con il lavoro. Anche perché proprio nel comparto della conoscenza, il contratto, che probabilmente richiederà un atto di indirizzo ad hoc, è quello in cui gli spazi per interventi normativi sono più ampi dopo la riforma della Buona scuola. Dai dirigenti ai docenti, dalla chiamata diretta al bonus per il merito, i settori di confronto-scontro sono disparati.Ieri la Fedeli intanto ha teso la mano alla categoria dei presidi che, dopo essere stati annoverati tra i favoriti della riforma di Matteo Renzi, sono saliti sulle barricate per protestare contro carichi di lavoro eccessivi e stipendi bassi.

Nell’incontro l’amministrazione ha presentato un primo elenco di interventi possibili per eliminare le cosiddette molestie burocratiche: procedure inutilmente complicate, produzione e immissione di dati a ripetizione, eccesso di responsabilità. Sarà istituito un tavolo congiunto e saranno inviate delle ispezioni per verificare l’effettiva giornata delle segreterie. Alcuni correttivi saranno possibili proprio grazie al contratto della scuola, altri probabilmente potranno essere fatti per via amministrativa. Altri ancora richiederanno invece misure legislative.

Ecco il cahier de doleances ministeriale: al primo punto il conferimento automatico di delega al preside in rappresentanza dell’amministrazione nelle controversie giudiziarie: la gestione, propone il Miur, dovrebbe essere trasferita a livello di ufficio scolastico regionale. Discorso analogo per la sicurezza lavoro e relativi obblighi, anche formativi, che potrebbe essere ricentralizzata. Culpa in vigilando: si richiede un intervento organico per ridurre il contenzioso scuole-famiglie. Per supportare poi l’attività aministrativo-contabile, a viale Trastevere propongono di predisporre un vademecum on line per svolgere in modo standardizzato la maggior parte delle procedure.

Un lavoro di modernizzazione tutto amministrativo è quello necessario per sincronizzare le varie piattaforme del Miur che oggi non dialogano tra di loro, è l’ammissione di colpa dello stesso ministero, costringendo le segreterie ad inserire più volte gli stessi dati. Analogo discorso per i monitoraggi a cui le scuole sono sottoposte: spesso per scopi diversi, le rilevazioni utilizzano dati identici, la proposta è di giungere finalmente a una piattaforma unica da cui poi i soggetti interessati e autorizzati possano estrapolare le informazioni necessarie.

Nell’opera di semplificazione promessa ai presidi dalla Fedeli ricade anche la partecipazione delle scuole ai bandi di gara europei: l’assenza di pianificazione e di calendarizzazione, è la lamentela colta dai ministeriali, costringe gli istituti a corse affannose e spesso a dover rinunciare a progetti che potrebbero dare una boccata di ossigeno alle magre casse di istituto.

Quella che si delinea è un’autonomia supportata dall’amministrazione e liberata dagli orpelli. Un alleggerimento di decenni di stratificazioni normative e amministrative di cui solo in parte la Buona scuola si era fatta carico. E che ora la Fedeli mette in campo nel nome della normalizzazione, dei rapporti con i sindacati e con le categorie.