Vaccinazioni obbligatorie

Vaccinazioni obbligatorie: non siano un aggravio di responsabilità per dirigenti e di lavoro per le segreterie delle scuole. L’accordo con le Asl può essere la strada da seguire.

Ad ogni estate la sua pena…

L’estate è sempre un periodo di grande affanno per tutte le scuole. Alle incombenze, non solo burocratiche, di chiusura delle operazione di un intero anno si aggiungono quelle di preparazione per l’avvio del successivo. Condizioni che l’ANP denuncia ormai da tanti anni. Per garantire la ripresa regolare dell’anno successivo, dirigenti e segreterie si trovano a stilare graduatorie di supplenti e a effettuare chiamate di docenti annullate poi da operazioni di mobilità successive.

Quest’anno, ad aggravare la situazione, ci sono anche gli adempimenti per le vaccinazioni obbligatorie. Le segreterie scolastiche sono subissate dalle richieste di informazioni da parte delle famiglie, che poi si riversano nelle Asl per ricevere certificati e documentazioni necessarie.

Il sistema – così com’è – rischia di arrivare a settembre al collasso.  Sia nelle scuole sia nei presidi sanitari. L’obbligatorietà vaccinale non può e non deve ricadere su uffici amministrativi che non hanno al loro interno le competenze professionali di verifica su temi prettamente specialistici attinenti le Asl. L’eccessiva burocratizzazione rischia di diventare un boomerang per scuole e famiglie, suscitando malcontento e contestazioni tra chi è chiamato impropriamente a svolgere un ruolo di verifica senza averne le conoscenze tecniche, le scuole, e chi, i genitori, ha un preciso obbligo di legge. E’ necessario trovare una soluzione che snellisca le procedure per agevolare le famiglie, gli operatori sanitari e le segreterie scolastiche. Un esempio potrebbe essere quello raggiunto nella regione Lazio con la stipula di un protocollo tra la Asl di Frosinone e l’USR, finalizzato alla semplificazione delle procedure. L’accordo – c’è da augurarselo – potrà essere esteso a tutte le province del Lazio. Ma, con i necessari adattamenti potrebbe essere adottato anche nel resto d’Italia. La proposta è quella, da parte delle scuole nel rispetto della privacy, di fornire alla Asl di competenza gli elenchi degli iscritti, da parte dell’Asl di valutare la regolarità della situazione vaccinale caso per caso e di inviare i certificati direttamente alla scuola. In questo modo la Asl potrebbe anche attivare le procedure previste per recuperare l’eventuale gap vaccinale degli studenti.

Occorre un protocollo preventivo per tre ordini di motivi:

sollevare le scuole dalla responsabilità di verificare i certificati di vaccinazione, sburocratizzare le procedure lasciando la competenza in ambito sanitario, andare incontro alle esigenze delle famiglie che sono preoccupate anche per il timore di contravvenire alla normativa recente. Una buona pratica in attuazione anche dell’Agenda 2020 e della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni. Si potrebbe creare inoltre un’unica banca dati dei giovani vaccinati fruibile nel sistema scolastico ma anche in eventuali futuri viaggi all’estero.

Dobbiamo pensare, di fronte a nuovi compiti, di utilizzare le tecnologie  come ausilio all’uomo e come strumento per un continuo miglioramento della vita.

S. Agnello Hornby, Il veleno dell’oleandro

“Il veleno dell’oleandro“, un romanzo di Simonetta Agnello Hornby
Universale economica Feltrinelli

di Mario Coviello

Vi ho già parlato di lei con la “Mennulara”, “La zia Marchesa” e “Caffè amaro”. Simonetta Agnello Hornby è un’amica che mi ha deluso solo una volta con “Via XX settembre” che non ho finito. Adoro la sua scrittura, le sue storie appassionate, il suo amore per la Sicilia che sto imparando a conoscere.

In “Il veleno dell’oleandro” fa raccontare a un morto Bede la sua storia d’amore struggente e tragica con Anna, la seconda moglie dell’ambasciatore Tommaso Carpinteri.

“Nuddu ammiscutu cu nenti” così aveva definito la relazione il marito e così i due avevano imparato a ripetere di se stessi, insieme fino alla morte: “Mi sta bene essere il Nenti del tuo Nuddu. Una volta polvere, mi piacerebbe se fossimo trasportati da una spirale di vento a Pedrara: così ammiscati, il Nuddu di te e il Nenti di me cadranno come pioggia sugli oleandri che costeggiano il fiume….”

Ancora una volta una storia di famiglie e con i tre protagonisti i figli di Tommaso Luigi, Giulia, e Mara con i loro figli Thomas e Giulia , con la famiglia di Bede, i Lomondo, padre,madre e i suoi due fratelli Gaetano e Giacomo.

Affascinante Bede, deciso protagonista della storia, ambientata in un luogo fascinoso, misterioso la villa a Pedrara, antica e rimaneggiata da Tommaso con gusto arabo.

Di Benedetto, “ Bede” il padre diceva “ tu sei speciale..vai d’accordo con vecchi e giovani ricchi e poveri femmine e masculi. E perfino con gli animali.” Bede è bello e sa farsi amare, è curioso e vuole conoscere, studiare, capire. Diventa interprete, traduttore, calligrafo, organizzatore di congressi. Così ce lo descrive Mara quando arriva a Pedrara perché Anna, la zia divenuta madre sta morendo: “ Bede apparve sulla porta..indossava la sua classica mise ammirata da tutta Alessandria d’Egitto: galabeya di cotone bianco a righine grigie e nere..i capelli neri, divisi da una scriminatura centrale e raccolti in un codino, davano risalto agli zigomi alti, alla fronte liscia, con folte sopracciglia ben disegnate e agli enormi occhi a mandorla verde- blu.Androgino, ambiguo, era straordinariamente sensuale. Senza età…”

E con il suo fascino Bede, che è figlio di una sarta e di uno “scarparo” , si fa strada, anche quando sarà costretto a nascondersi, a non vedere più sua madre. Raffinatissimo ed equivoco fauno senza età, si aggira per le stanze della villa acconciato come un principe d’oriente, rilasciando al suo passaggio effluvi di lavanda inglese e disseminando indizi di lontane, perverse passioni, chiave di accesso a quel passato segreto e gonfio di verità nascoste.

La Sicilia de “Il veleno dell’oleandro” è torbida, si arricchisce con il sudore dei neri clandestini e il traffico della droga, governata dalla nuova mafia che non perdona nessuno sgarro. E’ la famiglia di Bede, quella povera che regge il gioco per consentire ai ricchi Carpinteri di non capire, di non vedere da dove proviene il denaro che consente loro di andare avanti.

Con loro le due famiglie con la consapevolezza come scrive Anna a Mara che“ I figli si creano per piacere e con egoismo; si allevano per necessità….La grande beffa della vita è proprio questa: i genitori continuano ad essere il sostegno dei figli, ma alla fine muoiono soli come sono nati.”

La vicenda si svolge da giovedì 19 a venerdì 25 maggio e Bede e Mara si alternano nel racconto dell’agonia di Anna e dell’estremo tentativo di Bede di proteggere la donna che ama e i Carpinteri, perché “ci sono dei misteri antichi e tante domande senza risposta”, e Simonetta Agnello Hornby ci accompagna nella nostra ricerca di risposte fino a quando tutto sarà dolorosamente chiaro e i personaggi, quelli irrisolti come Mara e la sorella Giulia e Lugi sapranno trovare la loro incerta, difficile, tortuosa strada.

Ammaliante, lascivo, ambiguo, “ Il veleno dell’oleandro” è un romanzo bellissimo e inquietante, che conquista lettore gradualmente con la ricchezza del lessico e l’intrico della trama. E’ una storia che sorprende, colpisce i sensi e cattura.

Il calore violento del sole, i profumi del misterioso e venefico giardino di Pedrara, i sapori decisi della cucina mediterranea accompagnano i personaggi nelle loro inquiete giornate. Anche noi siamo lì, con loro, immersi in un universo sensoriale che non ci abbandona fino all’ ultima pagina. E’ un universo a tinte forti, dominato dai bagliori di un passato, i cui sentori maledetti aleggiano ancora sui personaggi. Racconta il tramonto di una famiglia, che nasconde indicibili e remoti segreti, ma anche celati legami con un nefasto e rivoltante presente, fatto di ricatti e indissolubili vincoli con poteri insospettabili.
“Si ama nel presente. Mai per gratitudine di un passato felice, e nemmeno nell’ aspettativa di un bene futuro”.

Pochi i prof di matematica e sostegno

da Corriere della sera

Pochi i prof di matematica e sostegno

Per la Flc Cgil le assunzioni effettive saranno solo 37 mila «per mancanza di aspiranti: resteranno liberi almeno 10.000 posti di sostegno. Un danno per la scuola pubblica e per la continuità didattica».

I l governo ha appena annunciato l’assunzione a tempo indeterminato di 51.773 insegnanti. La metà verrà scelta dalle Graduatorie ad esaurimento (Gae), l’altro 50% arriverà dal concorso 2016 (graduatorie di merito). Andranno a coprire i posti del turn over (circa 21 mila), cioè i normali pensionamenti, ma anche le cattedre scoperte (16 mila posti). Ce ne saranno 15 mila in più: tanti sono i posti dell’organico di fatto (quello effettivo che poi insegna nelle scuole in base alle esigenze di ogni singolo istituto) che sono stati trasformati in organico di diritto. Questo passaggio dovrebbe significare un minore fabbisogno di supplenze e quindi meno docenti a tempo determinato nelle scuole dal primo settembre. Secondo il Miur, entro lunedì si concluderanno le assunzioni. Ed entro la fine del mese ci saranno le assegnazioni provvisorie: i prof, che per motivi sanciti dalla legge hanno chiesto di restare vicino a casa per un anno, conosceranno la loro destinazione. I supplenti annuali lo sapranno invece entro la metà di settembre, cioè per l’inizio delle lezioni. Ma non è detto che tutto riesca a filare come previsto. I sindacati lamentano che molte cattedre rimarranno scoperte per mancanza di prof. Al Nord soprattutto. Ancora troppo pochi i docenti di matematica e quelli di sostegno. Per la Flc Cgil le assunzioni effettive saranno solo 37 mila «per mancanza di aspiranti: resteranno liberi almeno 10.000 posti di sostegno. Un danno per la scuola pubblica e per la continuità didattica». Per Uil Scuola potrebbero addirittura non arrivare a 30 mila.

Le stabilizzazioni non fermeranno la “supplentite”

da La Tecnica della Scuola

Le stabilizzazioni non fermeranno la “supplentite”

 

“Le annunciate52.000 mila stabilizzazioni del personale docente per l’anno scolastico 2017/2018si ridurranno purtroppo a circa37.000.
Ci saranno circa15.000 stabilizzazioni in meno rispetto a quelle programmate per mancanza di aspiranti nelle graduatorie ad esaurimento e del concorso 2016. In particolare resteranno liberi almeno 10.000 posti di sostegno.
Un danno per la scuola pubblica e per la continuità didattica”: lo dice il segretario generale della Flc-Cgil.

“La macchina (fallace) delle stabilizzazioni messa a punto dal Miur sconta anche i gravi ritardi e gli errori delle procedure concorsuali. A ciò si aggiunge la carenza di personale negli uffici dell’amministrazione periferica costretto in questi giorni a un vero e proprio tour de force, lesivo della dignità degli stessi lavoratori, nel vano tentativo di rispettare i tempi imposti dal Miur”.
E’ necessario un confronto, scrive il segretario Francesco Sinopoli,  con le parti sociali “per valutare i reali bisogni della scuola pubblica e per programmare un piano di stabilizzazioni coerente con i tempi e i bisogni reali della scuola”.

Competenze digitali: siglato il protocollo d’Intesa MIUR e Google Italy

da La Tecnica della Scuola

Competenze digitali: siglato il protocollo d’Intesa MIUR e Google Italy

 

Con DDG del 31-07-2017, prot. n. 34525  Miur e Italy hanno stipulato un protocollo per la promozione dello sviluppo delle competenze digitali degli studenti e dei docenti, nonché la diffusione della didattica digitale nelle istituzioni scolastiche.

Il MIUR si impegna, tra l’altro, amettere a disposizione sul proprio sito un’area web “Protocolli in Rete”, a favorire la partecipazione delle istituzioni scolastiche dell’intero territorio nazionale, amonitorare gli esiti delle iniziative previste attraverso il Comitato nazionale di monitoraggio.

Google Italy si impegna invece a:

a) mettere a disposizione delle istituzioni scolastiche ed educative statali di ogni ordine e grado, a titolo gratuito, percorsi e materiali innovativi per l’insegnamento del pensiero computazionale e delle competenze digitali, anche attraverso l’adattamento di percorsi e materiali didattici sviluppati dal gruppo Google e già utilizzati fuori dal contesto italiano;

b) offrire, anche con la collaborazione dei propri partner e previa condivisione con il MIUR, incontri informativi per il personale scolastico, da remoto e anche nelle proprie sedi all’estero, concernenti il tema dello sviluppo di competenze digitali trasversali e l’uso di strumenti per la didattica digitale;

c) collaborare allo sviluppo di percorsi di alternanza scuola-lavoro finalizzati all’applicazione pratica delle competenze digitali, anche in sinergia con altri programmi promossi dal gruppo Google in partnership con le istituzioni, in Italia e all’estero.

Il protocollo ha durata triennale.

Scuola infanzia: ultimo anno obbligatorio?

da La Tecnica della Scuola

Scuola infanzia: ultimo anno obbligatorio?

 

L’idea di rendere obbligatorio l’ultimo anno della scuola dell’infanzia torna periodicamente alla ribalta.
Proprio in queste ore se ne parla di nuovo anche perchè la sperimentazione dei licei quadriennali sta riaprendo il tema più generale della riforma ordinamentale del nostro sistema scolastico.
In apparenza l’obbligo dell’ultimo anno di infanzia sembra ragionevole e anche facile da realizzare: già oggi, affermano i sostenitori del progetto, più del 95% dei bambini di 5 anni frequenta la scuola dell’infanzia e quindi l’operazione comporterà pocchissimi fondi aggiuntivi.
In realtà la questione è un po’ più complessa.
Intanto bisogna ricordare che ci sono oggi centinaia di migliaia di bambini che frequentano scuole dell’infanzia non statali. Per la precisione sono più di 150mila nelle scuole dell’infanzia pubbliche (comunali) e 480mila in quelle private (per lo più paritarie); i bambini di 5 anni che non frequentano una statale possono quindi essere stimati in non meno di 150-180mila unità. Un loro eventuale “trasferimento” in scuole statali (parliamo sempre dei bambini di 5 anni) corrisponderebbe a circa 8mila classi in più, senza considerare la necessità di aumentare le dotazioni strutturali (edifici, locali, ecc..).
Ma ci sono anche problemi pratici di non poco conto.

Facciamo un solo esempio: in molti Comuni italiani funzionano ancora le cosiddette “monosezioni” cioè scuole dell’infanzia che accolgono bambini di tutte le età: dai 3 (alle volte anche e e mezzo) ai 5 anni; cosa succederà in queste scuole? i bambini di 5 anni continuerebbe a stare con tutti gli altri ma sarebbero “obbligati” a frequentare?
Nelle scuole con più sezioni si dovrebbero formare sezioni di bambini di 5 anni tenendoli quindi “separati” da tutti gli altri.
Insomma i problemi organizzativi non vanno sottovalutati.
Tralasciamo ovviamente tutte le questioni relative all’aumento dei costi sia diretti (stipendi in più da pagare) sia indiretti (investimenti per l’edilizia, e cosi via).
Il tema è certamente interessante e importante ma forse andrebbe affrontato con qualche dato in più e con una analisi meno sommaria e meno “emotiva”.

Licei brevi? Meglio di no. Possibili ricadute sulla formazione e meno prof che lavorano

da La Tecnica della Scuola

Licei brevi? Meglio di no. Possibili ricadute sulla formazione e meno prof che lavorano

 

Il decreto sui licei brevi a 4 anni ha scatenato un forte dibattito a partire dalla giornata del 7 agosto, presentando un perfetto schieramento di contrari e favoreli.
Abbiamo visto in precedenza, che sindacati come la Flc Cgil nonavrebbero nulla o quasi in contrario: “Solo l’avvio della sperimentazione e la pubblicazione del bando – rende noto il sindacato di Sinopoli – ci permetteranno di valutare quanto il MIUR abbia preso le distanze dalla sperimentazione promossa in passato dalla Ministra Giannini, ma ora è necessario che questi atti vengano preceduti dal necessario confronto con le organizzazioni sindacali dei lavoratori della scuola, di coloro, cioè, che verranno chiamati a progettare e a realizzare una sperimentazione che ambisce a diventare un’esperienza diffusa e un percorso ordinario”.

Invece piuttosto contrario l’Unicobas guidato da Stefano d’Errico:”Con questa operazione si porta a compimento il passaggio dalla scuola dei saperi e della conoscenza alla scuola delle competenze e del minimalismo”.

Anche Gilda degli insegnanti, tramite Rino Di Meglio, esprime molte perplessità, ponendo l’accento sugli aspetti organizzativi, ribadendo il ruolo centrale del collegio dei docenti nella decisione: “poiché spetta ai collegi dei docenti deliberare sulla sperimentazione dei licei brevi, afferma il coordinatore nazionale Gilda, lanciamo un appello ai colleghi affinché valutino attentamente i progetti di adesione al bando del Miur ed esprimano un voto che tenga conto di tutte le criticità e delle ricadute che l’accorciamento del percorso di studi potrebbe avere sulla preparazione degli alunni e sull’organico del corpo docente”.

“Il testo del decreto non è ancora stato pubblicato, prosegue Di Meglio, ma l’impressione è che si tratti di uno specchietto per le allodole: ridurre di un anno l’iter formativo dei ragazzi non significa garantire automaticamente un posto di lavoro appena terminata la scuola superiore. Se l’obiettivo è metterci al passo con gli altri Paesi europei, la strada da seguire non è questa. Occorrerebbe, invece, realizzare diversi corsi di studio e rivedere l’intera organizzazione”.
Il coordinatore della Gilda sottolinea anche che “il liceo breve di quattro anni è stato già sperimentato in questi ultimi anni, ma non sappiamo con quali risultati”.

In conclusione, Di Meglio fa notare anche un altro problema che potrebbe innescarsi: “Tagliando di un anno il percorso di studi, si ridurrebbe anche il corpo docenti. Si tratta di un aspetto che inevitabilmente suscita preoccupazione”.

Quindi, a parte l’apertura della Flc Cgil, pare che il mondo della scuola non abbia accolto questa sperimentazione in modo positivo, anche in base alla lettura di commenti sui nostri canali social, che hanno postato moltissimi lettori.

Sperimentazione del liceo breve: quali i risultati attesi?

da La Tecnica della Scuola

Sperimentazione del liceo breve: quali i risultati attesi?

 

La ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, in continuità della sperimentazione implementata a suo tempo dalla ministra Maria Chiara Carrozza, ha allargato il numero delle scuole interessate. Allora si precisò che si potrà parlare di eventuale allargamento del progetto solo se la preparazione degli studenti dovesse rivelarsi effettivamente equiparata ai “colleghi” che hanno frequentato lo stesso corso nei cinque anni. È accaduto questo? Non è stato precisato bene, anche perché al tempo si disse ciò che anche oggi è stato ripetuto: “Nel corso del quadriennio, un Comitato scientifico nazionale valuterà l’andamento nazionale del Piano di innovazione e predisporrà annualmente una relazione che sarà trasmessa al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Il Comitato sarà nominato dalla Ministra dell’Istruzione e dovrà  individuare le misure di accompagnamento e formazione a sostegno delle scuole coinvolte nella sperimentazione”.

Ma bisogna pure capire quale destino avranno i tanti docenti che si troveranno senza cattedra, e per motivi oggettivi, visto che tagliare di un anno significa fare fuori, sulla base del nuovo ordinamento liceale, a firma dell’allora ministra Mariastella Gelmini, qualche migliaio di ore l’anno, considerato che il liceo classico, per esempio, dispone: 1° e 2°anno di 891 ore; il 3° e 4° anno di 1023 ore e il 5° anno di 1023 ore.

Perché in ogni caso, al di là del “taglio” di un anno dei licei, il punto chiave dell’ordinamento rimangono gli alunni e il loro diritto compiuto all’istruzione, mentre si dovrebbe capire bene quali sono state le  parti delle “indicazioni nazionali” che, sempre sulla base dell’ordinamento di Gelmini, subiscono ritardi e contrazioni, ma anche miglioramenti e punti di forza.

Prendiamo atto di questo nuovo impulso dato al cosiddetto liceo breve ma nel frattempo occorrerebbe sapere quali risultati si sono ottenuti là dove la nuova formula ha preso le messe.

In ogni caso, al di là delle parole, delle promesse e del riferimento all’Europa, dove il diploma arriva un anno prima, non si capisce perché le innovazioni (Clil e alternanza per esempio) avrebbero bisogno del liceo breve per essere messe in opera.

Sono infatti in molti a sibilare, come Linkiesta.it,  “che il vero motivo dell’introduzione del liceo breve sia di natura economica.Non è certo che le coperture finanziarie per le assunzioni di nuovi docenti  durino a lungo. È in arrivo per il 2018 una ondata di pensionamenti tra gli insegnanti.E allora meno anni di scuola, meno alunni nelle scuole, meno necessità economiche nel medio periodo. Il sospetto c’è. E l’aria di pacco pure”

Mobilità 2016, algoritmo impazzito colpisce ancora: commissariato il Miur

da La Tecnica della Scuola

Mobilità 2016, algoritmo impazzito colpisce ancora: commissariato il Miur

 

Il boomerang dei trasferimenti del 2016 continua ad affossare le casse del Miur, che dallo scorso anno ad oggi continua a pagare gli errori dell’algoritmo “impazzito”.

Ultime in ordine di tempo, ci sono due ordinanze del Consiglio di Stato, che condannano il Miur a 3mila Euro di spese per il giudizio di esecuzione e impongono l’immediato rispetto degli ordini giudiziali individuando un commissario ad acta in caso il Ministero dell’Istruzione non esegua con rapidità ed efficacia gli ordini del tribunale rivalutando le domande di trasferimento presentate nel 2016 da circa 50 docenti.

Lo fa sapere l’Anief, che quindi mette sotto la lente d’ingrandimento ancora una volta i problemi legati alla mobilità del 2016.

Il Consiglio di Stato ha quindi disposto che il Miur avrà 20 giorni di tempo dalla comunicazione dell’ordinanza per definire le posizioni di ciascun ricorrente e, se del caso, di trasferirli nelle sedi disponibili richieste, secondo quanto deciso dall’ordinanza.

Il Consiglio di Stato quindi ordina, in caso di persistente inadempienza, la nomina di un commissario: “vista la precedente inadempienza dell’Amministrazione, “altresì nominato fin d’ora, in caso di persistente inerzia del MIUR e quale Commissario ad acta, il Capo del Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali dello stesso Ministero, affinché, nell’ulteriore termine di giorni dieci (10 gg.) decorrente da quando è inutilmente trascorso quello dianzi assegnato e per il tramite d’un dirigente da lui prescelto, provveda per l’esecuzione integrale di detta ordinanza”, condannando “le Amministrazioni intimate al pagamento, a favore dei ricorrenti, delle spese del presente giudizio d’esecuzione, che sono nel complesso liquidate in € 1.500, oltre accessori come per legge”

Ma chi paga il commissario? L’Amministrazione stessa: “a carico delle Amministrazioni stesse il compenso del Commissario ad acta, che è nel complesso liquidato in € 1.500,00, oltre accessori di legge se dovuti ed al netto delle spese per l’incarico documentate”.

Soddisfatto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Nella mobilità, così come nel reclutamento, l’unico vero criterio da rispettare è quello del merito, ossia del punteggio calcolato in base ai titoli e ai servizi posseduti dal lavoratore. L’Algoritmo ministeriale ha tutt’altro che rispettato il criterio meritocratico e i trasferimenti sono sembrati più una roulette russa che una vera e propria procedura concorsuale come avrebbero dovuto essere”.

“Non avevamo dubbi che il tribunale ci avrebbe dato ragione e, ora, conclude Pacifico, il Ministero non potrà più indugiare e dovrà rispettare le determinazioni del Consiglio di Stato come avrebbe dovuto fare sin da subito”.

Concorso DS: quel ritardo preoccupante del Regolamento

da Tuttoscuola

Concorso DS: quel ritardo preoccupante del Regolamento 

L’ultimo Consiglio dei Ministri prima della pausa feriale ha dato notizia delle 58 mila e più assunzioni in ruolo nella scuola. È sembrata più una comunicazione dal vago sapore politico più che una decisione vera e propria, visto che le 51.773 nomine di docenti (la parte cospicua di quelle 58 mila assunzioni) non solo erano state annunciate dal ministro Fedeli il 4 luglio scorso, ma sono già state attuate pressoché completamente dalla fine di luglio a tutt’oggi.

Tutto già deciso con l’ok del ministero dell’Economia e Finanze, dunque, e con una specie di ratifica del CdM a operazioni pressoché concluse.

Ma, se quell’annuncio aveva soprattutto lo scopo di esternare la particolare attenzione del Governo verso il mondo della scuola, perché non completarlo con la decisione del varo (imminente?) del concorso per dirigenti scolastici?

Rispondendo ad una interrogazione parlamentare, il sottosegretario Toccafondi aveva comunicato che il testo del Regolamento era stato inviato al Consiglio dei Ministri. Perché non parlarne?

Poteva essere quello il momento per farlo, visto che attualmente al Miur sanno certamente quanti saranno i posti da bandire per il triennio, così come si sa con altrettanta certezza se quei posti sono stati autorizzati dal MEF.

Forse si è trattato soltanto di una correttezza formale. Forse.

Ma quel silenzio, accompagnato da un ritardo inspiegabile nel varo del Regolamento per il concorso, non può non preoccupare.

L’integrazione del Regolamento voluta dalla Funzione Pubblica, come è noto, ha drammaticamente prolungato i tempi della sua approvazione, mettendo a rischio la conclusione delle procedure concorsuali in tempo utile per le nomine dei vincitori al 1° settembre 2018.

Di quel Regolamento – da cui verrà tratto il bando – la Fedeli aveva previsto la pubblicazione per metà luglio, ma, nonostante l’ultimo parere richiesto – quello del Consiglio di Stato – sia stato emesso già il 22 giugno scorso, del suo testo definitivo non si hanno precise notizie, se non quelle fornite del sottosegretario Toccafondi che ha fatto riferimento all’attesa dell’ok del Mef e della Funzione Pubblica, dando comunque per certo il bando a settembre.

Ricordiamo, tuttavia, che nell’ultima versione del Regolamento, all’art. 26, si dispone: Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e si applica a decorrere dall’anno scolastico successivo.

La fine di agosto si avvicina velocemente, complice la chiusura di molti uffici pubblici. Se il Regolamento venisse pubblicato dopo il 31, la sua applicazione dovrebbe avvenire non da settembre 2017 ma dall’anno scolastico successivo, il 2018-19. Possibile?

Messaggio INPS 9 agosto 2017, n. 3265

Istituto Nazionale Previdenza Sociale
Direzione Centrale Ammortizzatori Sociali
Direzione Centrale Organizzazione e Sistemi Informativi
Coordinamento Generale Medico Legale

Messaggio INPS 9 agosto 2017, n. 3265

OGGETTO: Decreto legislativo n. 75 del 27 maggio 2017 recante disposizioni in materia di Polo unico per le visite fiscali. Istruzioni amministrative ed operative.

Biblioteche innovative

Biblioteche scolastiche più moderne e con spazi di consultazione e formazione innovativi, aperti al territorio, anche fuori dall’orario scolastico, fruibili dalle studentesse e dagli studenti, dalle famiglie e dalla cittadinanza. Spazi che promuovano la lettura e l’educazione all’informazione, anche attraverso il prestito dei testi in formato digitale. Biblioteche dotate di abbonamenti on line a riviste e quotidiani e in sinergia con altre realtà del territorio di riferimento.

Queste le caratteristiche principali dei primi 500 progetti per biblioteche scolastiche innovative finanziati attraverso il bando dedicato, lanciato dal Miur a maggio del 2016, la cui graduatoria finale è stata pubblicata ieri.

Oltre 3.000 le proposte presentate da parte delle scuole e successivamente valutate da un’apposita commissione.
I primi 500 progetti vengono finanziati subito attraverso i 5 milioni del bando 2016, che rientra fra le iniziative del Miur di promozione della lettura e di innovazione di spazi per la didattica e lo studio all’interno delle scuole.

Sono poi pronti altri 5 milioni (2,5 provenienti dai fondi 2016 della ex legge 440 e altri 2,5 dalle risorse 2017 del Piano Nazionale Scuola Digitale) che consentiranno di finanziare, a settembre, ulteriori 500 progetti scorrendo la graduatoria pubblicata ieri. Per un totale di 1.000 biblioteche innovative.

Guardando ai primi 500 progetti finanziati, la quota più elevata è nel Lazio: 83 in tutto, per un totale di 830.000 euro che arriveranno nelle scuole. Seguono l’Emilia Romagna (71 progetti per un totale di 710.000 euro), la Campania (57 progetti per un totale di 570.000 euro) e la Sicilia (47 progetti per un totale di 470.000 euro). In allegato la tabella completa.

Cosa faranno gli istituti con i fondi ricevuti? I progetti finanziati riscrivono l’identità della biblioteca scolastica, che si fa vero e proprio bibliopoint a disposizione non solo di studentesse e studenti, ma della cittadinanza, diventando centro digitalizzato di documentazione e informazione culturale e linguistica nel territorio, aperto anche alla realizzazione di eventi. Fra le 500 iniziative selezionate ci sono la scuola che catalogherà il proprio patrimonio librario e lo affiancherà a quello della biblioteca comunale, l’istituto che potenzierà il prestito tradizionale (cartaceo) e offrirà anche quello digitale, la biblioteca scolastica a due passi dal mare che si aprirà ai frequentatori della spiaggia. E poi ci sono le reti: biblioteche di più plessi scolastici che si uniranno per garantire il servizio di consultazione e prestito all’intera cittadinanza, per tutti i giorni della settimana, con aperture a turnazione.

“Siamo soddisfatti dell’ampia partecipazione delle scuole a questo bando. Proprio l’elevato numero di progetti presentati ha richiesto una lunga e attenta valutazione per la creazione della graduatoria – ha commentato la Ministra Valeria Fedeli -. Ora le prime 500 biblioteche innovative potranno essere finanziate e realizzate e presto altri 500 progetti riceveranno le risorse necessarie. Sono progetti rivolti non solo alle studentesse e agli studenti, ma alle famiglie e all’intera popolazione dei territori. Il finanziamento e la realizzazione delle biblioteche innovative sono un ulteriore passo lungo il percorso intrapreso dalla Buona Scuola per rendere la scuola sempre più innovativa, aperta oltre le ore della didattica curricolare, fruibile da tutte e tutti, attenta a fornire spunti di approfondimento e formazione continua anche agli adulti”.

Decreto del Presidente della Repubblica 9 agosto 2017

Decreto del Presidente della Repubblica 9 agosto 2017

Autorizzazione al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ad assumere a tempo indeterminato, per l’anno scolastico 2017-2018, sui posti effettivamente vacanti e disponibili, n. 259 dirigenti scolastici. (17A07185)

(GU Serie Generale n.250 del 25-10-2017)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto l’art. 39, commi 3 e 3-bis, della legge 27 dicembre 1997, n.
449, recante misure per la stabilizzazione della finanza pubblica,
che disciplina le procedure di autorizzazione ad assumere per le
amministrazioni dello Stato;
Visto il decreto legislativo del 30 marzo 2001, n. 165, recante
norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche;
Visto il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con
modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, concernente
disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria e in
particolare l’art. 19, e successive modificazioni ed integrazioni,
che reca disposizioni in materia di razionalizzazione della spesa
relativa all’organizzazione scolastica;
Visto il decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con
modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, concernente misure
urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per
l’efficienza degli uffici giudiziari e, in particolare, l’art. 3,
comma 1, che nell’ambito della disciplina delle facolta’ di
assunzione da parte di alcune amministrazioni, ribadisce
l’applicazione della normativa di settore per il comparto scuola;
Visto il decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con
modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, recante misure
urgenti in materia di istruzione, universita’ e ricerca;
Visto il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive
modificazioni ed integrazioni, recante approvazione del testo unico
delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione,
relative alle scuole di ogni ordine e grado;
Vista la legge 3 maggio 1999, n. 124, recante disposizioni urgenti
in materia di personale scolastico;
Vista la legge 13 luglio 2015, n. 107, recante la riforma del
sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino
delle disposizioni legislative vigenti;
Visto l’art. 17, comma 1-bis, del decreto-legge n. 104 del 2013,
come modificato dall’art. 1, comma 2-bis, del decreto-legge 7 aprile
2014, n. 58, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 giugno
2014, n. 87, che prevede la trasformazione in graduatorie ad
esaurimento delle graduatorie regionali del concorso a dirigente
scolastico, indetto con decreto del direttore generale del Ministero
dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca del 13 luglio 2011,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – 4ª serie speciale – n. 56 del
15 luglio 2011, per la copertura di n. 2.386 posti complessivi;
Visto l’art. 1, comma 87, della legge 13 luglio 2015, n. 107, che
prevede l’adozione di un decreto del Ministro dell’istruzione,
dell’universita’ e della ricerca per definire le modalita’ di
svolgimento di un corso intensivo di formazione e della relativa
prova scritta finale, volto all’immissione dei soggetti di cui al
successivo comma 88 dello stesso articolo nei ruoli dei dirigenti
scolastici nonche’ per le finalita’ di cui al successivo comma 90;
Visto il decreto del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e
della ricerca del 20 luglio 2015 n. 499 adottato ai sensi dell’art.
1, commi 87 e 90, della legge 13 luglio 2015, n. 107;
Visto l’art. 1, comma 92, della legge n. 107 del 2015, che prevede
che: «per garantire la tempestiva copertura dei posti vacanti di
dirigente scolastico, a conclusione delle operazioni di mobilita’ e
previo parere dell’ufficio scolastico regionale di destinazione,
fermo restando l’accantonamento dei posti destinati ai soggetti di
cui al comma 88, i posti autorizzati per l’assunzione di dirigenti
scolastici sono conferiti nel limite massimo del 20% ai soggetti
idonei inclusi nelle graduatorie regionali del concorso per il
reclutamento di dirigenti scolastici bandito con decreto direttoriale
del Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca 13
luglio 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – 4ª serie speciale
– n. 56 del 15 luglio 2011. Il Ministro dell’istruzione,
dell’universita’ e della ricerca, con proprio decreto, predispone le
necessarie misure applicative»;
Visto il decreto del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e
della ricerca del 27 agosto 2015, n. 635, che disciplina le procedure
per la copertura dei posti vacanti di dirigente scolastico ai sensi
dell’art. 1, comma 92, della legge 13 luglio 2015, n. 107;
Vista la legge 28 dicembre 2015, n. 208, recante disposizioni per
la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge
di stabilita’ 2016), ed in particolare l’art. 1, comma 257, che
prevede, al fine di assicurare continuita’ alle attivita’ previste
negli accordi sottoscritti con scuole o universita’ dei Paesi
stranieri, il personale della scuola impegnato in innovativi e
riconosciuti progetti didattici internazionali svolti in lingua
straniera, al raggiungimento dei requisiti per la quiescenza, puo’
chiedere di essere autorizzato al trattenimento in servizio
retribuito per non piu’ di due anni;
Vista la nota del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e
della ricerca del 7 luglio 2017, n. 20519, recante richiesta di
autorizzazione, per l’anno scolastico 2017/2018, a fronte di un
numero di posti di dirigente scolastico vacanti al 1° settembre 2017
pari a n. 1.268 unita’, e un numero di cessazioni con decorrenza 1°
settembre 2017 pari a n. 467 unita’, alle nomine in ruolo di n. 259
dirigenti scolastici, di cui n. 58 unita’ per immissione in ruolo dei
soggetti inclusi nelle graduatorie del concorso di cui al D.D.G. 13
luglio 2011 delle Regioni Abruzzo e Campania, n. 1 unita’ per
riammissione in servizio, n. 36 unita’ per trattenimento in servizio
ai sensi dell’art. 1, comma 257, della legge n. 208 del 2015, n. 9
unita’ per compensare gli effetti di esecuzione di provvedimenti
giurisdizionali e n. 155 unita’ ai sensi dell’art. 1, comma 92, della
legge n. 107 del 2015;
Vista la nota del Gabinetto del Ministero dell’economia e delle
finanze del 1° agosto 2017, n. 15539/2017, che trasmette la nota del
Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del 28 luglio
2017, n. 156952, con la quale si comunica di non avere osservazioni
da formulare in merito alle autorizzazioni ad assumere, in favore del
Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, n. 259
unita’ di dirigenti scolastici;
Ritenuto di accordare al Ministero dell’istruzione,
dell’universita’ e della ricerca l’autorizzazione ad assumere a tempo
indeterminato n. 259 dirigenti scolastici, di cui n. 58 unita’ per
immissione in ruolo dei soggetti inclusi nelle graduatorie del
concorso di cui al D.D.G. 13 luglio 2011 delle Regioni Abruzzo e
Campania, n. 1 unita’ per riammissione in servizio, n. 36 unita’ per
trattenimento in servizio ai sensi dell’art. 1, comma 257, della
legge n. 208 del 2015, n. 9 unita’ a compensazione degli effetti di
esecuzione di provvedimenti giurisdizionali e n. 155 unita’ ai sensi
dell’art. 1, comma 92, della legge n. 107 del 2015;
Vista la legge 12 gennaio 1991, n. 13, recante determinazione degli
atti amministrativi da adottarsi nella forma del decreto del
Presidente della Repubblica, e in particolare l’art. 1, comma 1,
lettera ii), che contempla tutti gli atti per i quali e’ intervenuta
la deliberazione del Consiglio dei ministri;
Sulla proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica
amministrazione e del Ministro dell’economia e delle finanze;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella
riunione del 7 agosto 2017;

Decreta:

Art. 1

Il Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca e’
autorizzato, per l’anno scolastico 2017/2018, ad assumere a tempo
indeterminato un numero di unita’ pari a n. 259 dirigenti scolastici.

Art. 2

Il Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca
trasmette, entro il 31 dicembre 2017, per le necessarie verifiche,
alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la
funzione pubblica e al Ministero dell’economia e delle finanze –
Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, i dati
concernenti il personale assunto ai sensi dell’art. 1 del presente
decreto.
Il presente decreto, previa registrazione da parte della Corte dei
conti, sara’ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana.
Dato a Roma, addi’ 9 agosto 2017

MATTARELLA

Gentiloni Silveri, Presidente del
Consiglio dei ministri

Madia, Ministro per la semplificazione
e la pubblica amministrazione

Padoan, Ministro dell’economia e delle
finanze

Registrato alla Corte dei conti il 29 settembre 2017
Ufficio controllo atti P.C.M. Ministeri giustizia e affari esteri,
reg.ne prev. n. 2003

Messaggio INPS 9 agosto 2017, n. 3265

Direzione Centrale Ammortizzatori Sociali
Direzione Centrale Organizzazione e Sistemi Informativi
Coordinamento Generale Medico Legale

Messaggio INPS 9 agosto 2017, n. 3265

OGGETTO: Decreto legislativo n. 75 del 27 maggio 2017 recante disposizioni in materia di Polo unico per le visite fiscali. Istruzioni amministrative ed operative.