Transizione al digitale: ci sono obblighi per le scuole?

Transizione al digitale: ci sono obblighi per le scuole?

Negli ultimi giorni, si sono diffuse notizie relative all’imminente scadenza del termine per la nomina del responsabile alla transizione digitale, da parte di tutte le Amministrazioni Pubbliche. Tale adempimento, da attuare entro il prossimo 31 dicembre, è ricordato dalla circolare n. 2/2017 dell’Agenzia per l’Italia digitale. La fonte di legge è indicata nell’art. 17 del Codice dell’Amministrazione Digitale.

Ad avviso di ANP, tale disposizione non è applicabile alle istituzioni scolastiche, per i seguenti motivi:

  • il c. 1 dell’art. 17 del CAD prevede che la “transizione alla modalità operativa digitale e i conseguenti processi di riorganizzazione finalizzati alla realizzazione di un’amministrazione digitale e aperta” sia affidata “a un unico ufficio dirigenziale generale”;
  • il c. 1-ter specifica che “il responsabile dell’ufficio di cui al comma 1 è dotato di adeguate competenze tecnologiche, di informatica giuridica e manageriali e risponde, con riferimento ai compiti relativi alla transizione, alla modalità digitale direttamente all’organo di vertice politico”.

Ancora una volta, risulta evidente che si tratta di una norma pensata “a scala” delle Amministrazioni Centrali e non delle istituzioni scolastiche, che non hanno al proprio interno uffici dirigenziali generali e non rispondono all’organo di vertice politico.

Ad ogni buon fine, abbiamo provveduto a formulare uno specifico quesito all’AGID: vi terremo informati degli sviluppi della questione. Nel frattempo, vi invitiamo a non assumere iniziative irreversibili e probabilmente non dovute, che potrebbero determinare – oltre ai carichi di lavoro – aggravi erariali.

LEGGE 107/2015, CON SENTENZA CONSULTA SU CONCORSI CROLLA PRIMO MATTONE

LEGGE 107/2015, CON SENTENZA CONSULTA SU CONCORSI CROLLA PRIMO MATTONE

“Con la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del comma 110 dell’articolo 1 della legge 107/2015, cede un mattone importante della riforma. A questo primo crollo ci auguriamo ne seguano altri, così da demolire i pilastri su cui si fonda la ‘Buona Scuola’, primo fra tutti la chiamata diretta dei docenti”. Così il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, commenta la sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittima l’esclusione dai concorsi dei docenti di ruolo in servizio nelle scuole statali”.

SOSTITUIREMO ALTERNANZA CON “APPRENDIMENTO IN AZIONE”

SCUOLA: SOSTITUIREMO ALTERNANZA CON “APPRENDIMENTO IN AZIONE”
 
M5S presenta risoluzione in Commissione Cultura: Stop sfruttamento e manodopera a basso costo, 
più fondi per formazione di alta qualità fuori dall’aula
 
Roma 6 dicembre 2017: “Abbiamo in mente di invertire il paradigma della formazione professionale, letteralmente vanificato dall’impostazione che questo Governo ha dato all’alternanza scuola lavoro. Il costante ripetersi di esperienze di precariato o lavoro non retribuito relega i giovani ad una frustrazione precoce invece che proiettarli in un’opportunità di crescita personale e lavorativa. A quest’impianto, quando saremo al governo, sostituiremo quello dell’Apprendimento in Azione per tracciare un percorso continuativo, lineare e trasparente di formazione. La formazione non può essere divisa in tappe o in “alternanze”; serve, piuttosto, un percorso integrato disciplinare, di cittadinanza e di competenze spendibili professionalmente. Il World Economic Social Forum ci ha ricordato che il 65% dei bambini che oggi si iscrivono a scuola, al termine del proprio percorso di studi, svolgerà un lavoro che oggi non esiste. Ma al futuro dei nostri ragazzi dobbiamo pensare adesso”.
 
I deputati M5S della commissione Cultura hanno presentato una risoluzione per impegnare il Governo a ridefinire l’alternanza scuola lavoro “Apprendimento in Azione” e sottolineano con Luigi Gallo primo firmatario della risoluzione come: “Il nuovo Apprendimento in Azione è uno dei punti programmatici sull’Istruzione che il MoVimento 5 Stelle realizzerà una volta al governo. Abbiamo denunciato in più di un’occasione quanto fosse sbagliato aumentare le ore obbligatorie di alternanza senza aumentare le risorse disponibili. I percorsi di formazione sono diventati un onere burocratico e organizzativo troppo eccessivo per le scuole mentre le aziende non hanno ancora spazi e personale adatto a garantire una formazione di qualità e in totale sicurezza. L’alternanza, quindi, si è trasformata in una vera e propria legittimazione di forme di manodopera a basso costo e di sfruttamento giovanile. A questa visione distorta e parziale dei percorsi di formazione professionale contrapponiamo quella dell’Apprendimento in Azione, con la previsione di percorsi di orientamento per il personale scolastico e di più fondi per l’uso di spazi all’aperto o al chiuso in cui svolgere attività educative sul territorio, premiare l’innovazione didattica, coinvolgere i pedagogisti e incentivare le imprese ad investire in formazione”.

Invalsi: italiani promossi in lettura, tra i più bravi in Ue

da Il Sole 24 Ore

Invalsi: italiani promossi in lettura, tra i più bravi in Ue

di Alessia Tripodi

Alunni italiani promossi in lettura: con un punteggio medio di 548, gli scolari di quarta elementare superano «significativamente» la media dei Paesi Ocse (541) e dei Paesi europei (544) nelle prove di apprendimento della lettura (Pirls, Progress in International Reading Literacy Study). I più bravi sono gli alunni del Nord e, in generale, le femmine vantano risultati leggermente migliori dei maschi (+7 punti). Meno brillanti, invece, le performance sul fronte della lettura on line, dove gli italiani si piazzano decimi su 14 paesi. Sono i dati dell’indagine Pirls condotta dall’Invalsi su 3.900 bambini, rappresentativi di 520mila studenti di quarta elementare, nell’ambito di una rilevazione internazionale della Iea che mette a confronto 50 Paesi. Rilevazione che, per la prima volta quest’anno, valuta anche la capacità dei ragazzi di leggere testi informativi sul web, misurata con la prova ePirls.

Performance in linea con Ue
Gli alunni del Nord Ovest (con 562 punti ) e Nord Est (557) raggiungono punteggi medi significativamente più alti della media nazionale, mentre al Sud (538) e nel Sud-Isole (525) punteggi significativamente più bassi.
La perfomance dell’Italia, dice Invalsi,è in linea con quella di diversi Paesi Ue – Germania, Svezia, Paesi Bassi, Portogallo, Ungheria, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca- e inferiore alla Federazione Russa (581 punti) e a Hong Kong e Singapore che, insieme a Irlanda, Finlandia, Polonia e Irlanda del Nord, vantaggi un punteggio superiore a 560 punti.

Italiani migliorati di 7 punti dal 2001
Le prestazioni degli studenti italiani sono migliorate dal 2001 al 2016, con un aumento di 7 punti nella scala complessiva di lettura, che – sottolinea Invalsi – è avvenuto contestualmente a un «aumento significativo» della proporzione di studenti immigrati, passati nello stesso periodo di tempo dal 2% al 10%.

Ambiente familiare e scolastico influenzano i risultati
Secondo i dati, chi vive in famiglie in cui ci sono almeno 100 libri (8% bambini in Italia) ottiene risultati migliori (595), rispetto a chi a casa ha meno di 25 volumi (6% con 507 punti). Punteggi più alti anche nelle scuole in cui ci sono più famiglie benestanti, in cui i problemi disciplinari o di sicurezza non sono rilevanti (59% degli istituti) e dove l’ambiente è molto sicuro e tranquillo (20%). Sulla performance incide infine anche la lettura personale al di fuori dell’orario scolastico: il risultato è migliore tra chi legge ogni giorno (41% dei bambini, che ottengono un punteggio medio di 554) rispetto a chi legge una o due volte al mese (16%; 517).

I livelli di rendimento
La scala di lettura proposta agli studenti è stata suddivisa in quattro livelli di difficoltà delle domande, corrispondenti ad altrettanti livelli di capacità di lettura: livello Avanzato, Alto, Intermedio e Basso. Raggiunge il livello avanzato l’11% degli italiani, valore non lontano dalla percentuale media dei Paesi Ue e Ocse e analoga a quella di Paesi come Germania, Nuova Zelanda e Danimarca.
La quasi totalità degli studenti italiani (98%), spiega poi Invalsi, riesce a rispondere almeno ai quesiti più semplici di Pirls, percentuale in linea con quella dei Paesi in cima alla classifica, non distante dalla media Ue (97%) è leggermente più alta della media Ocse (96%).

Più deboli sul web
Nei test di lettura on line (ePirls), che hanno coinvolto 14 Paesi, l’Italia si piazza al decimoposto con un punteggio di 532, ben superiore a quello di Slovenia, Portogallo, Georgia ed Emirati Arabi Uniti. Ma al di sotto di Singapore (che vanta 588 punti), Norvegia e Irlanda (entrambi 560 punti). A livello internazionale, dice l’indagine, in 11 Paesi su 14 la differenza di rendimento nella lettura on line tra maschi e femmine è «statisticamente significativa» e in favore delle femmine. Mentre in Italia, lo scarto tra femmine e maschi non è significativo. La percentuale di studenti italiani che raggiunge il Livello Avanzato – rispondendo con successo ai quesiti più difficili di ePirls – è del 6%, la metà rispetto alla media degli studenti degli altri Paesi. Mentre, anche in questo caso, alle domande più facili di ePirls riescono a rispondere quasi tutti i ragazzi italiani ( 98%).

Il confronto tra carta e Web
Invalsi ha anche messo a confronto i risultati ottenuti dagli studenti alle prove ePirsl (lettura di testi online) con quelli ottenuti alle prove di lettura “tradizionale” Pirls. I ragazzi di Danimarca, Stati Uniti, Singapore, Emirati Arabi Uniti, Norvegia, Israele e Svezia ottengono risultati migliori nella lettura online-ePirls, mentre quelli di Portogallo, Georgia, Slovenia e Taipei Cinese hanno risultati migliori nelle prove Pirls. Anche gli studenti italiani mostrano migliori performance nelle prove su “carta” (punteggio medio 5496) rispetto a quelle sul web (punteggio medio 532) .

Legalità e merito, parte progetto con le scuole

da Il Sole 24 Ore

Legalità e merito, parte progetto con le scuole

di Claudio Tucci

Diffondere la cultura della legalità tra i banchi di scuola, favorendo lo scambio di principi etici e una condivisione di esperienze tra studenti Luiss e alunni di istituti di primo e secondo grado di tutt’Italia, e valorizzare il merito.

Il progetto
È questo l’obiettivo del progetto messo a punto da Luiss, Anac, Csm e Dna, con il ministero dell’Istruzione, che coinvolgerà oltre 60 studenti universitari “tutor della legalità” in 21 scuole italiane da Nord a Sud. L’iniziativa è stata presentata ieri alla Luiss e prenderà il via a febbraio 2018. Previsti incontri con i protagonisti dell’anticorruzione, attività per favorire l’integrazione sociale e la cittadinanza attiva. «L’alleanza tra scuola, università, magistratura e forze ordine può e deve funzionare di più», ha osservato il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini. Insieme «aiutano a far crescere la consapevolezza che viviamo in un tornante della storia” da cui “o si riparte dalla formazione dei giovani e della crescita della consapevolezza oppure i rischi che corriamo sono molto elevati».

I commenti
«I nostri studenti – ha spiegato Paola Severino, rettore della Luiss – hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa. Avranno occasione di riflettere sui concetti di cittadinanza attiva, giustizia e responsabilità individuale, acquisire consapevolezza su come promuovere cambiamenti sociali attraverso azioni concrete e costruire con gli allieve delle scuole una cultura della legalità, intesa come impegno civile e senso della collettività». Il compito degli studenti Luiss in qualità di tutor sarà quello di organizzare alcuni cicli di incontri e costruire un vero e proprio “laboratorio per la legalità”, presso le sede degli istituti coinvolti, dopo aver scelto autonomamente gli argomenti da affrontare e approfondire. Insomma, «si tratta di una grande opportunità per tutti», ha concluso il dg della Luiss, Giovanni Lo Storto.

Mobilità, nessuna rivoluzione in vista

da ItaliaOggi

Mobilità, nessuna rivoluzione in vista

Chiesta ai sindacati la proroga del contratto dello scorso anno

Marco Nobilio

Mobilità: tutto come l’anno scorso. Per ridurre i tempi di attuazione delle procedure di mobilità a domanda (trasferimenti e passaggi di cattedra e di ruolo) l’amministrazione ha chiesto ai sindacati di prorogare la vigenza del contratto dell’anno scorso.

Nessuna modifica, dunque, salvo eventuali chiarimenti sulle questioni più controverse da inserire direttamente nell’ordinanza che vi darà attuazione. Anche in questa materia, dunque, il governo ha intenzione di accelerare i tempi per capitalizzare la velocizzazione delle procedure in termini di consenso elettorale.

Mentre scriviamo, i rappresentanti dei sindacati rappresentativi, Cigl, Cisl, Uil, Snasl e Gilda-Unams sono a viale Trastevere per definire gli ultimi elementi e poi firmare. La Gilda ha già fatto sapere che non firmerà, non avendo sottoscritto nemmeno il contratto dello scorso anno per la netta opposizione al sistema della chiamata diretta.

L’accordo è un compromesso tra la necessità di applicare le disposizioni contenute nella legge 107/2015, sulla scelta dei docenti da parte dei dirigenti, e la possibilità, per i docenti, di mantenere o acquisire la titolarità della sede. Beneficio, quest’ultimo, che consente loro di non essere assoggettati al sistema della chiamata diretta. Che prevede, peraltro, anche la scadenza triennale dei contratti di incarico una volta accettata la proposta del dirigente scolastico all’esito della chiamata diretta.

Fin qui la questione del contemperamento tra legge 107/2015 e contratto. L’accordo dell’anno scorso, in fase di proroga per quest’anno, prevede, anche altre limitazioni rispetto al passato. Come per esempio la cancellazione della fase comunale. Che preclude ai titolari di una scuola del comune di godere di una sorta di precedenza di fatto rispetto a coloro che si muovono da altri comuni della provincia, in riferimento a movimenti all’interno del comune. E riduce a cinque le preferenze esprimibili dagli interessati in ciò limitando fortemente le probabilità di ottenere il trasferimento mantenendo il diritto alla titolarità della sede.

Il contratto prevede anche la cancellazione del diritto, per i docenti delle scuole secondarie, di scegliere la sede scolastica in luogo dell’istituzione scolastica nel suo complesso. L’accordo prevede, inoltre, la possibilità del passaggio di cattedra o di ruolo nei licei musicali per i docenti di musica che vi abbiano già insegnato come supplenti o utilizzati.

La pensione è vicina, ma i contributi sono scomparsi

da ItaliaOggi

La pensione è vicina, ma i contributi sono scomparsi

Tutta colpa di una rielaborazione del sistema legato al passaggio dall’Inpdap all’Inps

La notizia contenuta nel decreto ministeriale n. 919 del 23 novembre 2017 e nella circolare ministeriale di pari data con prot. n. 50436 secondo cui l’accertamento del diritto al trattamento pensionistico sarà effettuato direttamente delle sedi competenti dell’Inps sulla base dei dati presenti sul conto assicurativo entro i termini che saranno comunicati successivamente con nota congiunta Miur/Inps, sta creando scompiglio tra i docenti e il personale educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario che si apprestano a presentare, entro il 20 dicembre, la domanda di cessazione dal servizio e, anche in un secondo momento, quella di accesso al trattamento pensionistico con decorrenza 1° settembre 2018.

A causarlo è soprattutto la constatazione che i dati presenti allo stato nel conto assicurativo dell’Istituto di previdenza quasi sempre non riportano, in particolare, tutti o parte dei periodi di servizio non di ruolo né i relativi contributi previdenziali versati. Una discrepanza questa, tra quanto riportato nel conto assicurativo del singolo dipendente scolastico è quanto risulta dai certificati di servizio rilasciati dall’amministrazione scolastica, che l’Inps attribuisce ad una rielaborazione del sistema resosi necessario a seguito del passaggio dei contributi pensionistici dall’ex Inpdap all’Istituto di previdenza assicurando nel contempo che sarà superata attraverso il confronto con i dati contenuti nel conto assicurativo con quelli a disposizione degli uffici scolastici e territoriali.

Un’assicurazione che tuttavia non sembra essere sufficiente ad evitare che lo scompiglio possa trasformarsi in un vero e proprio panico che si comincia già a manifestare nell’affannosa ricerca della documentazione che attesti tutti i periodi di servizio prestati sia in ruolo che fuori ruolo oltre a quelli per i quali negli anni passati era stata chiesta, eventualmente, la ricongiunzione (per periodi di lavoro prestato nel settore privato), il riscatto( corso di laurea o altri titoli utili a pensione) o il computo appunto dei servizi di pre ruolo o equiparati prestati sia nelle scuole pubbliche che in altre pubbliche amministrazioni.

Al panico si sta sommando anche il timore di non riuscire a salire sull’ultimo treno, datato 2018, che consente di accedere al trattamento pensionistico sia di vecchiaia che anticipato utilizzando i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dal decreto legge 201/2011(la cosiddetta riforma Fornero). Non poter prendere quel treno significherebbe infatti essere costretti a rimanere in servizio per almeno un altro anno scolastico.

Anche per salire sul treno della «opzione donna», istituto che consente l’accesso alla pensione anticipata, è importante che le interessate verifichino se nel conto assicurativo dell’Inps risultino le anzianità contributive richieste (pari o superiori a 35 anni) e possedute entro il 31 dicembre 2015. La certezza del possesso della anzianità contributiva richiesta assume notevole importanza considerato che quel treno è, al momento dato, autorizzato a viaggiare sono fino al 2018.

Concorso Dirigenti scolastici, ulteriori faq su compilazione e presentazione delle istanze

da La Tecnica della Scuola

Concorso Dirigenti scolastici, ulteriori faq su compilazione e presentazione delle istanze

Bando “Attività sportiva CPIA”: scadenza 18 dicembre 2017

da La Tecnica della Scuola

Bando “Attività sportiva CPIA”: scadenza 18 dicembre 2017

100 milioni di euro dall’Unione Europea a sostegno dell’istruzione per tutti

da La Tecnica della Scuola

100 milioni di euro dall’Unione Europea a sostegno dell’istruzione per tutti

Rilevazioni sulle scuole statali e non statali: scadenza 13 gennaio 2018

da La Tecnica della Scuola

Rilevazioni sulle scuole statali e non statali: scadenza 13 gennaio 2018

Concorso DS: già presentate oltre 4mila domande, sempre più probabile la prova di preselezione

da Tuttoscuola

Concorso DS: già presentate oltre 4mila domande, sempre più probabile la prova di preselezione

Ad oggi sono già più di 4 mila le domande presentate on line per partecipare al concorso per l’assunzione di 2.425 dirigenti scolastici per il prossimo triennio.

Considerando che le funzioni sono state aperte soltanto il 29 novembre e che vi sarà tempo fino al 29 dicembre 2017 per inoltrare istanza di partecipazione, è facile prevedere che alla fine il numero dei candidati arriverà a eguagliare o superare le 40.156 domande presentate per l’ultimo concorso DS del 2012.

Una cosa sembra, pertanto, ormai certa: probabilmente si dovrà ricorrere alla prova di preselezione, prevista per marzo-aprile 2018, per graduare 8.700 candidati con miglior punteggio da ammettere alla prova scritta. 8.700 è il numero fissato dal bando per scremare il numero dei candidati da ammettere alla successiva fase selettiva.

I docenti che si sono già iscritti hanno trovato una novità nel modello di domanda on line: devono sottoscrivere, tra l’altro, di essere consapevoli che il concorso è nazionale e che, in caso di vittoria finale, la sede da scegliere in base alla posizione di graduatoria potrà essere in qualsiasi provincia del territorio nazionale.

Probabilmente il Miur vuole cautelarsi contro la sindrome della “deportazione” che per le recenti immissioni in ruolo nel piano di reclutamento dei docenti nella Buona Scuola è stata oggetto di contenzioso e di speculazione politica.

Costo standard, la svolta annunciata

da Tuttoscuola

Costo standard, la svolta annunciata

Lo scorso 25 novembre la ministra Valeria Fedeli, intervenendo al Festival della Dottrina Sociale della Chiesa al Cattolica Center di Verona, si è confrontata con il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nella sessione dedicata alla scuola paritaria, pronunciando le seguenti parole: «Credo sia giunto il momento dopo 17 anni di cominciare a fare sul serio sul pluralismo educativo e sull’offerta formativa per il diritto allo studio, anche per le scuole paritarie cattoliche. Ci tengo ad annunciare di aver firmato la costituzione del Gruppo di lavoro per la definizione del costo standard di sostenibilità per gli studenti, uno dei punti che ritengo fondamentali per iniziare un percorso insieme».

Le parole della ministra sono state apprezzate in particolare da suor Anna Monia Alfieri, presidente della Fidae Lombardia, che non ha esitato a parlare di «passaggio storico» e di «punto di non ritorno» per l’apertura della Ministra alla proposta del ‘costo standard di sostenibilità’, per la cui introduzione Alfieri si è battuta negli ultimi anni conducendo una intensa attività pubblicistica.

A presiedere il Gruppo di lavoro, secondo informazioni valorizzate soprattutto da fonti di stampa cattoliche, sarà l’ex ministro Luigi Berlinguer, autore di quella legge n. 62/2000 che riconoscendo la natura ‘pubblica’ dell’attività svolta dalle scuole non statali paritarie avrebbe a loro avviso posto le premesse anche per il loro finanziamento, essendo la preclusione di cui all’art. 33 comma 2 riservata alle scuole meramente ‘private’.

Il Gruppo di lavoro dovrà affrontare non pochi problemi, a partire da quelli tecnici relativi al calcolo del costo standard, e difficilmente potrà avanzare una proposta concreta in tempi brevi, cioè prima della conclusione della corrente legislatura. In ogni caso dovrà operare cercando di conciliare il principio della libertà di scelta dei genitori con il rispetto di quanto prescritto dall’art. 3 comma 2 della Costituzione che, come Fedeli non si stanca di ripetere, «impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana».

Libertà ed equità, insomma, devono andare di pari passo, e devono valere per tutto il sistema pubblico.

Più libri più liberi

500 editori, 550 appuntamenti, oltre 1000 autori per la 16° edizione della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria

Roma Convention Center – La Nuvola, 6 – 10 dicembre 2017

 

Dal 6 al 10 dicembre si apre la sedicesima edizione della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE). Con un’importante novità: la Fiera abbandona la storica sede del Palazzo dei Congressi per trasferirsi, sempre all’Eur, al Roma Convention Center La Nuvola, il centro congressuale progettato da Massimiliano e Doriana Fuksas e gestito da Roma Convention Group. Portare una fiera del libro all’interno del contesto architettonico più all’avanguardia d’Europa rappresenta una nuova frontiera per le manifestazioni editoriali: una sfida fortemente voluta dagli editori italiani e dalla loro associazione di categoria, da EUR spa e dalle amministrazioni del territorio. Più libri più liberi consentirà per la prima volta a chiunque, ma prima di tutto ai romani di entrare, dopo oltre un decennio di attese, in questa fantastica struttura.

 

Più libri più liberi è l’evento editoriale più importante della Capitale dedicato esclusivamente all’editoria indipendente. Quest’anno oltre 500 editori, provenienti da tutta Italia, presentano al pubblico le novità e il proprio catalogo. Cinque giorni e più di 550 appuntamenti in cui incontrare gli autori, assistere a reading, performance musicali e incontrare gli operatori professionali.

La legalità è l’argomento centrale di questa edizione di Più libri più liberi.

 

Primo appuntamento ad inaugurare questo tema sarà il 6 dicembre alle 12.45, nella sala La Nuvola, la diretta Rai della trasmissione Speciale Quante Storie condotta da Corrado Augias durante la quale interverrà il Presidente del Senato Pietro Grasso. Lo stesso Grasso sarà anche protagonista dell’incontroPolitica e antimafia, con il giornalista Lirio Abbate.

 

Molti gli autori italiani e internazionali e i giornalisti che verrano a dibattere e presentare i loro libri dalla filosofa Ágnes Heller a Fernando Aramburu, l’autore rivelazione con il romanzo Patria. Fra gli incontri da non perdere quelli con Asli Erdogan, la scrittrice dissidente turca e con Sergio Maldonado, fratello del militante argentino ucciso, che offriranno al pubblico di Più libri Più liberi una testimonianza inedita. Margo Jefferson, Paul Beatty, Luis Sepulveda, Marc Augé, Alan Pauls ed altri. Tra gli italianiGiancarlo De Cataldo, Andrea Camilleri, Edoardo Albinati, Massimo Recalcati, Massimo Carlotto, Walter Siti, Antonio Manzini, Marco Malvaldi, Alessandro Barricco, Roberto Saviano.

 

Terrorismo, Trump, Europa, frontiere, migrazioni, corruzione e i nuovi nazionalismi questi ed altri i temi che verrano discussi a Più libri Più liberi, ma anche la politica con Romano Prodi, Marco Minniti e Valeria Fedeli, mentre di Unioni civili ci parlerà Monica Cirinnà. Si parlerà inoltre di Mafia con Attilio Bolzoni, della Russia con Ezio Mauro e di corruzione delle squadre sportive con Enrico Mentana, di legalità nello sport con Franco Gabrielli e Giovanni Malagò.

Tanta la creatività romana raccontata e rappresentata quest’anno all’EUR: dal dialogo tra Gigi Proietti e Walter Veltroni, ad Ascanio Celestini, da Laura Larcan a Zerocalcare.

Per la prima volta sarà allestito lo spazio The Photo Book Cloud, affidato dalla Fiera alla cura di Arianna Rinaldo e Chiara Capodici, e prodotta da Cortona On The Move e Leporello Books et al., che accoglierà due mostre fotografiche: Zurumbático del fotografo venezuelano Luis Cobelo, e Dear Japanese di Miyuki Okuyama. Attesissimo l’incontro con Letizia Battaglia.

Si consolida una delle sezioni più longeve della Fiera: quella per i ragazzi, realizzata in collaborazione con l’Istituzione Biblioteche di Roma, che quest’anno raddoppia gli spazi con un percorso tra le migliori novità dei libri illustrati e della narrativa per i più piccoli. Molti gli autori presenti: Licia Troisi, Luisa Mattia, Luigi Ballerini, Giorgio Biferali, Fabian Negrin, Chiara Lico, Luigi Politano, Laura Guglielmo, Susanna Rumiz, Luca Novelli, Janna Carioli, Teresa Porcella, Nadia Terranova, Ermanno Detti, Federico Appel.

 

A Più libri più liberi trova ampio spazio il programma professionale, che quest’anno ruota attorno ai temi chiave dell’innovazione e dell’internazionalizzazione. Quindici appuntamenti, che funzionano come una vera e propria occasione formativa per gli editori e gli addetti ai lavori, che saranno aperti da alcune indagini inedite, realizzate da Nielsen, Istat e da Pepe Research, per conoscere e approfondire ogni aspetto del mondo del libro e della lettura a livello italiano e internazionale. In occasione della manifestazione saranno presentati anche i primi dati dell’indagine aggiornata sull’Osservatorio import-export dei diritti, a cura di AIE e ICE – Agenzia.

Più libri più liberi è sostenuta dal Centro per il libro e la lettura, dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dalla Regione Lazio, da Roma Capitale e da ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. È realizzata in collaborazione con Istituzione Biblioteche di Roma, Fondazione Terzo Pilastro-Italia e Mediterraneo, ATAC Azienda per i trasporti capitolina, SIAE, EUR spa, Roma Convention Group e si avvale della Main Media Partnership di RAI e della media partnership con SKY.

Più libri più liberi partecipa ad ALDUS, la rete europea delle fiere del libro cofinanziata dall’Unione Europea nell’ambito del programma Europa Creativa.

Sul web la Fiera è presente con il sito www.plpl.it

Nota 6 dicembre 2017, AOODGOSV 16412

Dipartimento per il Sistema educativo di Istruzione e Formazione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio I

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione autonoma della Valle d’Aosta – Aosta
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Trento
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di Bolzano
Ai Dirigenti scolastici degli Istituti Tecnici e degli Istituti Professionali

Nota 6 dicembre 2017, AOODGOSV 16412

OGGETTO: Gara Nazionale per gli alunni degli istituti professionali e per gli alunni degli istituti tecnici che frequentano il IV anno di corso nel corrente anno scolastico 2017/2018.