Una scuola che non promuove!

Una scuola che non promuove!

di Maurizio Tiriticco

L’intera pagina 4 de “la Repubblica” di oggi è dedicata alle difficoltà della nostra istruzione obbligatoria, che di fatto non sempre promuove cultura, tanto meno istruzione. In effetti, la nostra scuola non riesce a sanare le “ingiustizie sociali” di sempre! Il titolo è eloquente: “Aperta a tutti, ma amica di pochi” E nel sommario leggiamo: “Chi viene da famiglie benestanti e con molti libri in casa, parte avvantaggiato. E più la formazione si fa alta, più crescono le diseguaglianze”. In effetti, lo stesso articolo avremmo potuto leggerlo su un giornale di 30 o 40 anni fa! Le cose non sono cambiate di molto! E oggi, come ai tempi ormai molto lontani in cui ero studente, abbiamo ancora i licei – i classici soprattutto – per i Pierini – per dirla con Don Milani – i tecnici per i ragazzi “così così” e i professionali per… gli sfigati! E potremmo anche aggiungere la formazione professionale regionale, rifugio degli sfigati al quadrato! Comunque, senza nulla togliere ai tanti ragazzi e ragazze che, usciti dai percorsi professionalizzanti, portano alti nel mondo i nostri marchi! Si pensi, ad esempio, alla moda o alla culinaria!

L’articolo accenna all’ISTRUZIONE, ma che ne è dell’EDUCAZIONE e della FORMAZIONE che, stando alla norma, dovrebbero costituire le tre gambe con cui “dovrebbe lavorare” la nostra scuola? Copio da quell’aureo dpr 275/99, con cui è stata lanciata la scuola dell’autonomia, un’autonomia che, però, il corso degli anni ha via via consumato fino a cancellarla quasi del tutto, almeno nella sostanza!. Art.1, comma. 2: “L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di EDUCAZIONE, FORMAZIONE e ISTRUZIONE mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il SUCCESSO FORMATIVO, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento”.

In effetti, le tre parole chiave non sono sinonimi. L’ISTRUZIONE (di qui la stessa denominazione di Ministero dell’Istruzione) attiene all’area di quelle competenze che potremmo chiamare di base: in breve, come si suol dire, leggere, scrivere e far di conto. La FORMAZIONE attiene alla persona (Luigi non è Maria!). L’EDUCAZIONE attiene alla sfera civica (Luigi e Maria in quanto cittadini liberi in una Repubblica democratica fondata sul lavoro). Possiamo ricordare che con il regime fasciata il nostro ministero venne rinominato dell’”Educazione Nazionale”, in quanto, in un regime dittatoriale, alla scuola spettava anche e soprattutto il compito di educare fascisti convinti. Non a caso il motto vigente era: “Libro e moschetto, fascista perfetto”!

Tornando a noi, sarebbe anche opportuno ricordare che in un Paese avanzato l’obbligo di istruzione (non lo si chiami scolastico! Un soggetto non è obbligato a frequentare la scuola, in quanto esiste anche la cosiddetta “istruzione parentale”; è obbligato ad essere istruito, ed anche formato ed educato) è garanzia di civiltà e di eguaglianza! Nel nostro Paese ha ancora una durata ottonnale. Ed è bene ricordare che, nello scorso mese di agosto, la Ministra Fedeli nel discorso tenuto al Meeting di Rimini si è pronunciata sulla necessità di prolungare l’obbligo di istruzione fino al conseguimento della maggiore età.

A mio avviso, la questione da affrontare, comunque, è un’altra, stante anche il fatto che ormai la stragrande maggioranza dei nostri giovani “va a scuola”; e ci va anche perché “trovare lavoro” non è affatto un’impresa facile!  E allora che senso ha che questi dieci anni di scuola obbligatori, oggi di fatto e domani di diritto, dai sei ai sedici anni di età, vengano frequentati lungo ben tre spezzoni, ciascuno dei quali tende ad ignorare gli altri e a chiudersi in se stesso? La scuola primaria, “quella delle maestre”, di fatto non vuol dimenticare di essere la “scuola elementare” di sempre ed è chiusa nel suo guscio! La scuola media, quella della professoressa con cui Don Milani ce l’aveva tanto, guarda con sufficienza il grado precedente e con preoccupazione quello successivo, dove gli alunni “non sono mai compresi fino in fondo” e spesso vengono sonoramente bocciati! Il biennio si trova sospeso  come una sorta di purgatorio! I professori hanno a che fare con alunni che non si sa bene come siano arrivati fin lì e che, come tanti incavolati Caronte, debbono comunque traghettare su una sponda in cui qualche angelo benevolo prenderà cura di loro!

Dieci anni di scuola, dieci! Però – e ciò è grave – senza alcuna continuità formale… e sostanziale! Uno spezzatino di risorse male impiegate! Tre pezzi di scuola, ciascuno dei quali è più centrato sul suo ombelico che su ciò che precede e ciò che segue! Per tutte queste ragioni, dato che di curricolo si parla ormai da almeno venti anni, poco più poco meno, e con tanti begli aggettivi, continuo, verticale, progressivo… le parole non mancano, perché l’aggettivo dominante deve essere, invece, “spezzatino”! E allora, a quando un curricolo degno di questo nome?

Cara Ministra! Quell’appello di Rimini quando diventerà realtà?

Fedeli: “Bene accordo sulla mobilità”

da La Tecnica della Scuola

Fedeli: “Bene accordo sulla mobilità”

Legge bilancio: le misure per la scuola

da La Tecnica della Scuola

Legge bilancio: le misure per la scuola

Sicurezza informatica: le misure minime da adottare entro il 31 dicembre 2017

da La Tecnica della Scuola

Sicurezza informatica: le misure minime da adottare entro il 31 dicembre 2017

Concorso docenti 2018, inglese B2: fino a 500 euro per la certificazione da sommare ai 24 CFU

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti 2018, inglese B2: fino a 500 euro per la certificazione da sommare ai 24 CFU

Invalsi, procedure di selezione per il conferimento di incarichi di lavoro autonomo

da La Tecnica della Scuola

Invalsi, procedure di selezione per il conferimento di incarichi di lavoro autonomo

Valorizzazione della professionalità docente: arrivano 10 milioni

da La Tecnica della Scuola

Valorizzazione della professionalità docente: arrivano 10 milioni

Diplomati magistrali: un contentino per gli esclusi dalle GAE

da Tuttoscuola

Diplomati magistrali: un contentino per gli esclusi dalle GAE

All’ultimo momento, tra gli emendamenti inseriti nella legge di stabilità 2018 attualmente in via di approvazione definitiva in Parlamento, è stata inserita una disposizione che ha tutto il sapore di un ‘contentino’ per i vecchi diplomati magistrali, esclusi poche ore fa dalle graduatorie ad esaurimento.

Ai diplomati magistrali ante 2001-02, illusi per un facile inserimento in GAE e delusi dalla recente sentenza del Consiglio di Stato, è stata offerta infatti la possibilità di riciclarsi come educatori professionali socio-pedagogici, una qualifica di recente istituzione destinata ad assumere un ruolo importante all’interno del sistema educativo italiano.

I vecchi diplomati magistrali, se vorranno, potranno frequentare, a proprie spese, un corso intensivo di formazione presso le università, acquisendo una qualifica professionale che consentirà loro di partecipare ad appositi concorsi.

Questo il testo dell’emendamento:

“333-septies. In via transitoria, acquisiscono la qualifica di educatore professionale socio-pedagogico, previo superamento di un corso intensivo di formazione per complessivi 60 crediti formativi universitari nelle discipline di cui al comma 333-ter, organizzato dai dipartimenti e dalle facoltà di scienze dell’educazione e della formazione delle università anche tramite attività di formazione a distanza, le cui spese sono poste integralmente a carico dei frequentanti con le modalità stabilite dalle medesime università, da intraprendere entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, coloro che, alla medesima data di entrata in vigore, sono in possesso di uno dei seguenti requisiti:

1. inquadramento nei ruoli delle amministrazioni pubbliche a seguito del superamento di un pubblico concorso relativo al profilo di educatore;
2. svolgimento dell’attività di educatore per non meno di tre anni, anche non continuativi, da dimostrare mediante dichiarazione del datore di lavoro ovvero autocertificazione dell’interessato ai sensi del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445;
3. diploma rilasciato entro l’anno scolastico 2001/2002 da un istituto magistrale o da una scuola magistrale.

Concorso docenti 2018: bando abilitati a gennaio. L’incontro dei sindacati su nuovo percorso di accesso all’insegnamento

da Tuttoscuola

Concorso docenti 2018: bando abilitati a gennaio. L’incontro dei sindacati su nuovo percorso di accesso all’insegnamento

I bandi dei prossimi concorsi non vedranno luce prima del prossimo gennaio 2018, quelli del concorso del FIT ordinario e di quello dedicato a chi ha 3 anni di servizio dovrebbero uscire contemporaneamente. Queste sono solo alcune delle notizie emerse in occasione dell’incontro con i dirigenti Miur dello scorso 19 dicembre richiesto da ADI, Link e FLC CGIL che ha avuto al centro le tematiche legate al nuovo sistema di reclutamento: la fase transitoria, con il concorso per gli abilitati e quello riservato ai docenti con 3 anni di servizio, e il FIT ordinario, con il sistema dei 24 CFU. Di seguito il resoconto pubblicato da Flc Cgil.

24 CFU

Proprio partire dai 24 CFU sono state segnalate numerose incongruenze nell’operato degli Atenei e delle istituzioni AFAM rispetto alle previsioni contenute nel decreto 616/17 e nelle linee guida del MIUR. I dirigenti del Miur hanno confermato l’impegno dell’amministrazione a svolgere un’azione di controllo e diffida verso quei soggetti, telematici e non, che si presentano come accreditati all’organizzazione di precorsi e certificazioni valide, pur non avendone i titoli. Rispetto all’applicazione delle norme nelle Università statali i dirigenti del MIUR hanno sottolineato l’autonomia dei singoli Atenei nella predisposizione dell’offerta didattica, per questo il MIUR prevede di organizzare un nuovo confronto con la Conferenza dei Rettori all’inizio del nuovo anno.

Tempistica dei concorsi

La tempistica dei prossimi concorsi dovrebbe vedere l’uscita del primo bando, quello relativo al concorso riservato al personale abilitato, ai primi di gennaio. I bandi del concorso del FIT ordinario e di quello riservato a chi ha 3 anni si servizio dovrebbero uscire in contemporanea, con un iter più lungo (all’incirca 8-9 mesi a partire da gennaio). Il Ministero ha assicurato che ci sarà il confronto con le parti sociali, e che la tempistica sarà tale da garantire l’accesso al concorso a coloro che in questo anno accademico stanno acquisendo i requisiti per concorrere.
Per quanto riguarda i dottori di ricerca, il MIUR ha ribadito l’orientamento volto alla non equiparazione del dottorato di ricerca alla specializzazione per l’insegnamento, data la natura eterogenea dei due percorsi sul piano formativo e delle competenze acquisite.

Requisiti di accesso al concorso riservato a chi ha 3 anni di servizio

A fronte delle numerose richieste sui requisiti di accesso al concorso riservato a chi ha tre anni di servizio sono state fornite poche indicazioni: confermato il calcolo dei tre anni secondo le previsioni del TU della scuola (180 gg per anno scolastico, o servizio continuativo dal 1 febbraio agli scrutini finali); è stato confermato che in linea di massima il servizio svolto presso le scuole paritarie dovrebbe essere considerato valido.

Posti disponibili

Sui posti messi a bando non sono state fornite indicazioni precise; rimane il riferimento citato nell’audizione di inizio anno scolastico della Ministra Fedeli, che però contiene dati sintetici e non suddivisi per classi di concorso e regioni. Su questo punto è stata quindi ribadita la necessità di dati analitici, che l’amministrazione si è riservata di fornire in un prossimo incontro con le organizzazioni sindacali, probabilmente intorno ai primi di gennaio.

Concorso riservato abilitati

Sul concorso riservato agli abilitati non è emerso – secondo Flc Cgil – un quadro rassicurante rispetto all’obiettivo di garantire le assunzioni dei docenti precari che oggi lavorano nelle varie graduatorie provinciali e d’istituto. Difatti l’apertura del concorso al personale di ruolo (conseguente alla sentenza della Consulta) prefigura una partecipazione dei docenti già assunti a tempo indeterminato che in alcune regioni meridionali potrebbe assumere dimensioni rilevanti.

Condizioni lavorative e retribuzione degli specializzandi FIT

Sul fronte delle condizioni lavorative degli specializzandi FIT è stato posto il tema di una definizione contrattuale delle condizioni retributive e lavorative di questa tipologia di lavoratori in formazione. L’amministrazione ha confermato la propria volontà di percorrere pienamente questa strada, con il coinvolgimento di tutti i sindacati rappresentativi che in questi giorni siedono all’ARAN per il confronto sul Contratto nazionale.

Sul tema della retribuzione il MIUR ha confermato la stima degli importi previsti dai tecnici del Senato di 400 euro mensili per il primo anno, in quanto, contrariamente a quanto da noi auspicato, le risorse contenute nel DLgs 59/17 non vedono nuovi incrementi in legge di bilancio. Importanti segnali di apertura sono stati espressi invece sul fronte della compatibilità tra il percorso del FIT e l’impegno lavorativo, in primis nella scuola.

Rispetto alla richiesta di una rappresentanza degli specializzandi, degli studenti e delle parti sociali in seno alla Conferenza Nazionale per la formazione iniziale e l’accesso alla professione docente è stato espresso dall’amministrazione un orientamento favorevole ad una composizione istituzionale dell’organismo, senza rappresentanti dei sindacati o delle associazioni. Tale linea non è stata condivisa dai rappresentanti delle organizzazioni presenti all’incontro.

«Complessivamente apprezziamo l’impegno del Ministero su temi quali i 24 CFU, la tempistica dei concorsi, la disponibilità al confronto sul contratto degli specializzandi – ha dichiarato il sindacato nel resoconto -, anche se chiediamo un intervento più  tempestivo e incisivo volto alla corretta applicazione del DM 610/17 da parte delle Università e delle istituzioni AFAM. Sul fronte delle risorse per la retribuzione, della diffusione dei dati sullo stato attuale del reclutamento e su una futura risoluzione del problema del precariato della scuola, pur riconoscendo che fattori esterni come la sentenza della Consulta intervengono sulla materia, non possiamo che esprimere la nostra più viva preoccupazione. Dopo centinaia di assemblee che hanno coinvolto studenti, neolaureati, insegnanti precari, prosegue la nostra mobilitazione per ottenere un sistema di accesso l’insegnamento dignitoso e inclusivo per tutte e tutti».

Istruzione professionale, via libera da Stato-Regioni a Regolamento di riordino. Più laboratori e nuovi indirizzi

da Tuttoscuola

Istruzione professionale, via libera da Stato-Regioni a Regolamento di riordino. Più laboratori e nuovi indirizzi

Via libera lo scorso 21 dicembre in Conferenza Stato-Regioni all’intesa al Regolamento attuativo per il riordino dell’Istruzione professionale. Prende corpo, dunque, la riforma disegnata da uno dei decreti legislativi (il numero 61 del 2017) della legge 107 del 2015, la Buona Scuola. Per il Ministero dell’Istruzione era presente il Sottosegretario Vito De Filippo. Ne dà notizia una nota del Miur.

“La revisione dell’Istruzione professionale ha l’obiettivo di dare una chiara identità a questi istituti, innovando e rendendo più flessibile la loro offerta formativa, superando l’attuale sovrapposizione con l’Istruzione tecnica che ha causato, in passato, la perdita di iscrizioni, e mettendo ordine in un ambito frammentato tra competenze statali e regionali – sottolinea la Ministra Valeria Fedeli -. Rilanceremo i laboratori, stanziando anche apposite risorse PON per rinnovarli, e sarà potenziato l’organico del personale docente, con quasi 48 milioni stanziati per l’anno scolastico 2018/2019 e ulteriori finanziamenti a regime. Possiamo davvero scrivere una nuova e importante pagina per queste scuole che possono e devono avere un ruolo centrale nel rilancio economico del Paese e che possono essere davvero laboratori territoriali di innovazione. Nelle prossime settimane, anche in vista delle iscrizioni, accompagneremo scuole e famiglie, informandole sul nuovo sistema e sulle sue opportunità”.

“Il rilancio dei professionali è un tassello decisivo della riforma varata nel 2015. Si tratta di novità attese per dare una risposta qualitativamente alta a chi oggi decide di intraprendere questo percorso di studi. Dopo l’intesa lavoreremo rapidamente per fare in modo che tutto sia pronto per il prossimo anno scolastico: a settembre 2018 è previsto il debutto dei nuovi percorsi”, aggiunge il Sottosegretario Vito De Filippo.

I percorsi saranno di 5 anni: biennio più triennio. Gli indirizzi passeranno da 6 a 11: agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane; pesca commerciale e produzioni ittiche; industria e artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanità e l’assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.

Ogni scuola potrà declinare questi indirizzi in base alle richieste e alle peculiarità del territorio, coerentemente con le priorità indicate dalle Regioni. Il riordino punta ad una sempre maggiore personalizzazione degli apprendimenti in modo tale che le studentesse e gli studenti, attraverso un progetto formativo individuale, possano sviluppare e acquisire competenze che li aiutino nell’accesso del mondo del lavoro. Nel biennio vengono inseriti gli assi culturali, ovvero aggregazioni di insegnamenti omogenei che forniscono competenze chiave di cittadinanza alle giovani e ai giovani.

Le scuole potranno utilizzare le loro quote di autonomia, in relazione all’orario complessivo, per rafforzare i laboratori e qualificare la loro offerta in modo flessibile.

Per una informazione preliminare alle istituzioni scolastiche e alle famiglie in merito alle novità previste, in vista delle imminenti iscrizioni, il Ministero ha predisposto una circolare inviata a tutte le scuole con i punti principali del Regolamento approvato lo scorso 21 dicembre. Il Ministero ha già avviato gli incontri informativi con gli Uffici scolastici regionali (USR) e stanziato oltre 1 milione di euro per l’accompagnamento della riforma: sono previsti, nei prossimi mesi, ulteriori incontri con gli USR e apposite conferenze di servizio con i dirigenti scolastici.

Bullismo a scuola: clima di classe e modelli di comportamento

da Tuttoscuola

Bullismo a scuola: clima di classe e modelli di comportamento

Il bullismo è una forma di comportamento aggressivo con caratteristiche peculiari e distintive: il comportamento aggressivo viene messo in atto volontariamente e consapevolmente, si ripete nel tempo più volte e tra le parti coinvolte (il bullo e la vittima) c’è una differenza di potere, dovuta alla forza fisica, all’età o alla numerosità quando le aggressioni sono di gruppo.

Il bullo e la vittima

Il bullo è colui che attacca, offende, minaccia, domina, opprime, prende a schiaffi o pugni, danneggia cose ai più deboli verso cui non sembra provare alcun sentimento. Individua la vittima tra i compagni più fragili e mette in atto le sue prevaricazioni nei momenti e nei luoghi dove solitamente non può essere scoperto dagli adulti. Può contare a questo fine anche del supporto silente dei suoi amici e degli spettatori. Alla base del suo comportamento aggressivo sembrano esserci fattori individuali e familiari: un temperamento attivo-impulsivo del bambino, caratterizzato da un’aggressività diffusa, diretta anche verso gli adulti; il legame di attaccamento madre-bambino (insicuro-evitante); l’eccessiva permissività e tolleranza verso l’aggressività manifestata verso i coetanei e i fratelli; l’uso eccessivo di punizioni fisiche porta il bambino a utilizzarle come strumento per far rispettare le proprie regole. Le vittime possono essere distinte in due categorie: quelle passive o sottomesse solitamente sono più ansiose e insicure, deboli fisicamente, hanno un’opinione negativa di sé e della propria situazione, non possiedono le abilità per affrontare la situazione ecc, e quelle provocatrici, caratterizzate da una combinazione di modalità di reazione ansiose e aggressive che tendono ad essere inquiete e offensive, a controbattere ecc.

L’intervento in aula: la gestione del gruppo e il clima di classe

Per intervenire in maniera efficace contro il bullismo occorre operare per una effettiva riduzione del bullismo e attuare con costanza interventi di lunga durata, complessi e mirati a tutti i livelli dell’esperienza soggettiva (cognitivo, emotivo, affettivo, socio relazionale ecc.). Inoltre, vista la forte correlazione alla dinamica interna del gruppo, è prioritario agire a livello di classe e di sistema scolastico nel suo complesso per incidere sulle dinamiche interne al gruppo-classe e sulle componenti interpersonali.

Al di là di interventi su larga scala, che coinvolgano magari l’intera comunità scolastica, o, viceversa, di quegli interventi mirati e individualizzati sul bullo, la vittima o gli altri attori coinvolti in fatti già accaduti, è possibile agire sia in termini preventivi che “riparativi” sul clima di classe. Saper ben gestire la classe, favorire un clima positivo, accogliente e sicuro, è infatti uno strumento fortemente educativo anche nei confronti del fenomeno del bullismo. Da un lato fornisce un contenitore dell’esperienza emotiva, dall’altro l’insegnante diviene modello positivo di comportamento, capace di esprimere e far esprimere contenuti personali e riflessioni relazionali importanti.

Prof.ssa Marta Mani
Pedagogista Clinico
Docente della formazione “La Gestione e il Clima di classe” presso ISFAR | Istituto Superiore di Formazione, Aggiornamento e Ricerca

Per informazioni
ISFAR | Istituto Superiore di Formazione, Aggiornamento e Ricerca
Viale Europa 185/B |50126 Firenze
055 6531816    info@isfar-firenze.it
www.isfar-firenze.it

Sentenza GAE diplomati magistrali: tra i perdenti anche scuole e sindacati?

da Tuttoscuola

Sentenza GAE diplomati magistrali: tra i perdenti anche scuole e sindacati?

La sentenza del Consiglio di Stato che mette una pietra tombale sulla rivendicazione di decine di migliaia di vecchi diplomati magistrali sembra destinata a lasciare molte vittime sul campo.

Non ci riferiamo ai tanti che c’hanno provato, attirati forse dalla promessa di successo garantito dal solo possesso del diploma magistrale conseguito a tutto il 2001-02. Si tratta di persone che, in molti casi, stanno svolgendo un altro lavoro o sono semplici casalinghe, senza aver mai messo piede nella scuola, nemmeno come supplenti. Non perdono niente, solo la speranza di avere un posto facile senza faticare.

Chi invece nella scuola ci sta già a tutti gli effetti (a tempo indeterminato o determinato) potrebbe essere colpito quasi mortalmente dalla sentenza. Virtualmente potrebbero infatti essere revocate nomine in ruolo intervenute proprio per effetto dell’inclusione con riserva in GAE derivante dal solo titolo del diploma; analogamente potrebbe avvenire anche per supplenti annuali nominati in forza della loro collocazione in I seconda fascia (riservata proprio agli iscritti in GAE) che dovrebbero retrocedere in II fascia tra gli abilitati.

Oltre a queste persone (quantificabili in alcune migliaia) che potrebbero perdere il posto a favore di altri aventi titolo, ci sono altre due categorie di perdenti: le scuole e alcuni sindacati.

Le scuole, che a gennaio potrebbero trovarsi con nuovi insegnanti chiamati a sostituire gli ex-GAE declassati dalla sentenza, subirebbero effetti di destabilizzazione per l’interruzione di continuità didattica intervenuta quasi a metà dell’anno scolastico.

Anche quei sindacati che, più di altri, ci “hanno messo la faccia” per sostenere la causa perdente dei diplomati GAE avranno certamente un appannamento di immagine di fronte alla categoria proprio in vista del rinnovo delle RSU.

Comunque potranno consolarsi con il cospicuo incasso delle migliaia di cause patrocinate.

Soft skills, cosa sono e come inserirle nella tua programmazione didattica

da Tuttoscuola

Soft skills, cosa sono e come inserirle nella tua programmazione didattica

Precisione, resistenza allo stress, problem solving. Sono solo alcune delle famose soft skills tanto ricercate oggi in ambito lavorativo. Si tratta di competenze trasversali che è necessario avere per affrontare con successo il mondo del lavoro e che, proprio per questo motivo, fanno tanto parlare gli insegnanti impegnati a preparare gli studenti al loro primo e vero sguardo sul lavoro.

Le soft skills di efficacia personale sviluppano doti come la creatività e l’equilibrio, fattori fondamentali in ambito lavorativo e necessarie per la risoluzione di problemi anche in caso di mansioni statiche.

Le competenze in ambito relazionale accrescono la capacità di lavorare in gruppo e di cooperare per il raggiungimento degli obiettivi. Tra queste, l’etica e la tolleranza permettono di gestire lo stress causato da relazioni disfunzionali e di adottare comportamenti adeguati a norme e valori condivisi.
Un altro aspetto determinante è la capacità di prendere decisioni e di negoziare, che migliora grazie allo sviluppo di flessibilità, ascolto empatico e distacco razionale.

Le competenze orientate alla realizzazione di sé, invece, riguardano soprattutto la capacità di valutazione, da cui deriva la selezione, la corretta gestione e la valorizzazione delle informazioni. Secondo AlmaLaurea le soft skills sono 14, nello specifico:

1. Autonomia

Capacità di svolgere i compiti assegnati senza il bisogno di una costante supervisione facendo ricorso alle proprie risorse.

2. Fiducia in sé stessi

È la consapevolezza del proprio valore, delle proprie capacità e delle proprie idee al di là delle opinioni degli altri.

3. Flessibilità/Adattabilità

Sapersi adattare a contesti lavorativi mutevoli, essere aperti alle novità e disponibili a collaborare con persone con punti di vista anche diversi dal proprio.

4. Resistenza allo stress

Capacità di reagire positivamente alla pressione lavorativa mantenendo il controllo, rimanendo focalizzati sulle priorità e di non trasferire su altri le proprie eventuali tensioni.

5. Capacità di pianificare ed organizzare

Capacità di realizzare idee, identificando obiettivi e priorità e, tenendo conto del tempo a disposizione, pianificarne il processo, organizzandone le risorse.

6. Precisione/Attenzione ai dettagli

È l’attitudine ad essere accurati, diligenti ed attenti a ciò che si fa, curandone i particolari ed i dettagli verso il risultato finale.

7. Apprendere in maniera continuativa

È la capacità di riconoscere le proprie lacune ed aree di miglioramento, attivandosi per acquisire e migliorare sempre più le proprie conoscenze e competenze.

8. Conseguire obiettivi

È l’impegno, la capacità, la determinazione che si mette nel conseguire gli obiettivi assegnati e, se possibile, superarli.

9. Gestire le informazioni

Abilità nell’acquisire, organizzare e riformulare efficacemente dati e conoscenze provenienti da fonti diverse, verso un obiettivo definito.

10. Essere intraprendente/Spirito d’iniziativa

Capacità di sviluppare idee e saperle organizzare in progetti per i quali si persegue la realizzazione, correndo anche rischi per riuscirci.

11. Capacità comunicativa

Capacità di trasmettere e condividere in modo chiaro e sintetico idee ed informazioni con tutti i propri interlocutori, di ascoltarli e di confrontarsi con loro efficacemente.

12. Problem Solving

È un approccio al lavoro che, identificandone le priorità e le criticità, permette di individuare le possibili migliori soluzioni ai problemi.

13. Team work

Disponibilità a lavorare e collaborare con gli altri, avendo il desiderio di costruire relazioni positive tese al raggiungimento del compito assegnato.

14. Leadership

L’innata capacità di condurre, motivare e trascinare gli altri verso mete e obiettivi ambiziosi, creando consenso e fiducia.

Diciamolo però francamente: la nostra scuola, con programmi didattici molto ricchi, verifiche continue e interrogazioni frequenti, presenta una una struttura piuttosto rigida e non sviluppa particolarmente le competenze trasversali nei ragazzi, che invece sono fondamentali per affrontare con successo il mondo del lavoro e non solo.

Ecco che in questo senso viene in aiuto TuttoAlternanza.it, il portale nato dalla partnership tra Tuttoscuola e Civicamente e che ha l’obiettivo di accompagnare gli studenti verso il successo formativo, attraverso approfondimenti su tematiche di grande attualità. Cosa sono le soft skills? Come promuoverle nei contesti scolastici e di vita quotidiana? Perché sono tanto importanti nella realtà lavorativa contemporanea? TuttoAlternanza.it permette di rispondere a queste domande grazie a docenti e ricercatori dell’università telematica IUL (Italian University Line) promossa da Indire e Università degli studi di Firenze.

Come inserire le soft skills nella programmazione didattica?

Sappiamo bene che a scuola il tempo non è mai abbastanza, ma la soluzione è semplice: promuovere le soft skills all’interno del monte orario dell’Alternanza Scuola Lavoro. Per farlo con facilità, TuttoAlternanza.it propone fra le sue soluzioni PRONTI AL LAVORO!, ambienti digitali di apprendimento grazie ai quali gli studenti non rischieranno più di arrivare presso la struttura ospitante impreparati, ma formati a un corretto inserimento sul lavoro.

Uno dei percorsi di PRONTI AL LAVORO! riguarda proprio le soft skills. Il corso delinea una panoramica di queste competenze, fornendo alcuni strumenti per identificarle e migliorarle. Le lezioni sono curate da IUL che verifica e valuta il lavoro dei ragazzi. Di seguito l’offerta formativa proposta:

Unità didattica 1: Skills di efficacia personale
Video lezione
– Materiali di supporto

Unità didattica 2: Skills relazionali e di servizio
– Video lezione
– Materiali di supporto

Unità didattica 3: Skills relative a impatto e influenza
– Video lezione
– Materiali di supporto

Unità didattica 4: Skills orientate alla realizzazione
– Video lezione
– Materiali di supporto

Unità didattica 5: Skills cognitive
– Video lezione
– Materiali di supporto

Attività e test finale.

Quali sono i carichi di lavoro per il docente?

Leggerissimi: può avvalersi pienamente della piattaforma nella quale sono già infierite le lezioni e le attività proposte agli studenti. Con un lavoro minimo del docente, agli alunni verrà assicurato un percorso di qualità e certificato dall’Università

Quali soft skills vengono approfondite nel percorso di PRONTI AL LAVORO! ?

Come abbiamo visto precedentemente, in ambito internazionale sono moltissime le soft skills individuate da docenti ed esperti in materia. La lista, in continua evoluzione, presenta competenze trasversali ritenute indispensabili per entrare nel mondo del lavoro. La proposta di TuttoAlternanza.it presenta e approfondisce le seguenti soft skills:

  • Skills di efficacia personale – relative alla capacità degli alunni di autoefficacia ed auto efficienza.
  • Skills relazionali e di servizio– relative alla capacità degli alunni di entrare in empatia reciproca e sviluppare relazioni significative
  • Skills relative a impatto e influenza- che rimandano alla dimensione organizzativa e lo sviluppo di leadership
  • Skills orientate alla realizzazione– relative alla capacità degli alunni di iniziare e portare a termine un lavoro, anche complesso
  • Skills cognitive– relative allo sviluppo di capacità cognitive complesse da parte degli alunni

Ognuna delle competenze è presentata attraverso delle video lezioni, dei materiali di apprendimento e il modulo presente delle attività conclusive per promuovere maggiormente il protagonismo degli alunni.

Legge di Bilancio 2018

Nella seduta del 23 dicembre l’Aula del Senato ha approvato definitivamente, in terza lettura, il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (A.S. n. 2960-B). Con 140 sì e 97 no, l’Aula ha rinnovato la fiducia al Governo, che aveva posto la questione di fiducia sull’approvazione dell’articolo 1 del testo trasmesso dalla Camera.


Manovra, Fedeli: “Fatte scelte strategiche per Scuola, Università, Ricerca, AFAM: il futuro di tutto il Paese”. Da ricercatori a fondo per valorizzare insegnanti, ecco i principali contenuti del provvedimento

(Venerdì, 22 dicembre 2017) “La legge di bilancio per il 2018 contiene molte norme qualificanti per i nostri settori. La manovra mette al centro la crescita, l’inclusione sociale, il lavoro, con molte misure rivolte alle giovani e ai giovani. Il provvedimento partiva con contenuti importanti, che sono stati ulteriormente migliorati attraverso il lavoro parlamentare”. Lo sottolinea la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, dopo l’approvazione alla Camera del provvedimento.
La Ministra sottolinea l’importanza di “una manovra con il segno ‘più’ per l’intera filiera del sapere”. E spiega: “La nostra è stata una scelta strategica: destinare quante più risorse possibili alla formazione, alla ricerca, all’innovazione. Perché questo è il migliore investimento per il futuro non soltanto delle nuove generazioni, ma dell’intero Paese. Le misure approvate mettono al centro la qualità del sistema di formazione e consentono all’Italia di dotarsi degli strumenti necessari per far fronte alle sfide poste dal mondo globalizzato e da un’innovazione tecnologica che procede a ritmi mai registrati nella storia”.
La Ministra Fedeli insiste sull’importanza delle misure approvate, da quelle finalizzate all’assunzione di giovani ricercatrici e ricercatori, al rinnovo dei contratti, passando per il contrasto del precariato, la riforma del settore spaziale e la statizzazione delle Istituzioni AFAM.
“Con questa legge di bilancio – chiude Fedeli – il governo dimostra concretamente di credere nel valore non solo economico, ma anche sociale del lavoro, di puntare a uno sviluppo sostenibile e a una crescita inclusiva, di voler operare per realizzare veramente una società e un’economia della conoscenza”.
Di seguito, le principali misure previste per Scuola, Università, Ricerca, Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica.

Scuola

  • Istituzione di ulteriori posti di insegnamento nell’organico di diritto delle scuole, finanziata con 150 milioni a decorrere dall’anno scolastico 2018/2019.
  • Istituzione di un fondo, con lo stanziamento di 10 milioni nel 2018, 20 nel 2019 e 30 a decorrere dal 2020, che si aggiungono alle risorse disponibili per il rinnovo contrattuale del personale docente delle scuole. Il fondo servirà per valorizzare, attraverso la contrattazione collettiva nazionale, le docenti e i docenti che si impegneranno particolarmente nella formazione, nella ricerca, nella sperimentazione didattica o che raggiungeranno particolari risultati nella diffusione nelle scuole di modelli di didattica per lo sviluppo delle competenze.
  • Proroga della validità delle graduatorie del concorso per docenti bandito nel 2016.
  • Introduzione di norme con specifiche sulla qualifica di educatore socio-pedagogico e pedagogista.
  • Valorizzazione dei titoli abilitanti in occasione degli aggiornamenti delle Graduatorie di istituto, con particolare attenzione a quelli conseguiti in ambito universitario.
  • Armonizzazione della retribuzione delle e dei dirigenti scolastici con gli altri dirigenti della PA, grazie ad uno stanziamento di 96 milioni di euro a regime.
  • Destinazione del 5% dei posti dell’organico per il potenziamento dell’offerta formativa per promuovere le discipline motorie presso le scuole primarie.
  • Conferma, anche per il 2018, dello stanziamento di 75 milioni di euro per l’assistenza alle alunne e agli alunni con disabilità.
  • Assunzione in ruolo del personale che, dall’entrata in vigore della legge n. 124 del 1999, lavora presso le scuole con contratti di co.co.co.
  • Reintroduzione della possibilità di conferire supplenze brevi al personale ATA.
  • Emanazione, entro il 2018, dopo oltre 15 anni di attesa, del concorso per DSGA (Direttori generali dei Servizi Generali e Amministrativi).
  • Stanziamento di 10 milioni nel 2018, 20 milioni nel 2019 e 35 milioni a partire dal 2020 per gli Istituti tecnici superiori (ITS).
  • Costruzione di scuole innovative nelle Aree interne del Paese.
  • Piano di reclutamento straordinario del personale del MIUR per ridurre il carico amministrativo sulle scuole e aumentare il supporto alle istituzioni scolastiche stesse.

Università e Ricerca

  • Assunzione di 1.600 ricercatrici e ricercatori presso le Università e gli Enti di ricerca.
  • Accelerazione della progressione di carriera per le e i docenti universitari, che godranno di avanzamenti stipendiali ogni due anni anziché ogni tre.
  • Previsione di 50 milioni di euro per l’anno 2018 e 40 milioni di euro per l’anno 2019, per attribuire alle e ai docenti universitari in servizio alla data di entrata in vigore della legge di bilancio 2018, e che lo erano alla data del 1° gennaio 2011 o che hanno preso servizio tra il 1° gennaio 2011 e il 31 dicembre 2015, un importo una tantum per compensare i mancati scatti stipendiali degli ultimi anni.
  • Diritto all’astensione per maternità anche per le ricercatrici a tempo determinato.
  • Avvio del processo di assunzioni per il superamento del precariato negli Enti di ricerca, con uno stanziamento di 13 milioni di euro per l’anno 2018 e 57 milioni di euro a decorrere dal 2019.
  • Proroga per i contratti a tempo determinato presso gli Enti di ricerca, in attesa dei concorsi riservati.
  • Riformato il settore spaziale italiano: la direzione e il coordinamento delle politiche spaziali e aerospaziali vengono attribuiti alla Presidenza del Consiglio. Viene poi istituito un Comitato interministeriale che avrà il compito di definire gli indirizzi del governo in materia.
  • Finanziamento di 12 milioni a sostegno della ricerca in Antartide. Grazie a questi fondi, l’Istituto di oceanografia e di geofisica sperimentale (OGS) potrà acquistare una nave come infrastruttura di supporto alla base antartica.
  • Stanziamento di 5 milioni a regime, dal 2018, per l’INGV, l’Istituto di geofisica e vulcanologia.
  • Incremento del Fondo per il diritto allo studio universitario (FIS) che passa dai 216,8 milioni del 2017 ai 236,8 del 2018.
  • Incremento di 20 milionidel Fondo per le borse di dottorato.
  • Detrazione dei canoni per gli alloggi universitari.
  • Incremento dei fondi da destinare alle Università per favorire l’attività sportiva delle studentesse e degli studenti universitari (1 milione di euro in più all’anno nel 2018, nel 2019 e nel 2020).
  • Finanziamento di 200.000 euro all’anno per i lettorati di lingua italiana nelle università estere a decorrere dal 2018.

AFAM

  • Statizzazione di tutti gli Istituti musicali pareggiati e delle cinque Accademie storiche non statali di belle arti.
  • Previsione per le assunzioni AFAM di stanziamenti che a regime raggiungono la somma di 18,5 milioni all’anno.
  • Sblocco del turnover: dall’anno accademico 2018/2019 i risparmi conseguiti grazie ai pensionamenti potranno essere tutti reinvestiti in assunzioni.
  • Prevista la trasformazione della graduatoria della legge 128 del 2013, utilizzabile sino ad ora solo per contratti a tempo determinato, in graduatoria nazionale ad esaurimento utile anche per il reclutamento a tempo indeterminato.
  • In coerenza con quanto previsto dell’articolo 20 del decreto legislativo n. 75 del 25 maggio 2017 (decreto Madia), sarà possibile stabilizzare il personale docente con tre anni di servizio, negli ultimi otto anni accademici.

Il 22 dicembre la Camera, dopo aver approvato la Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (C. 4768/II), ha approvato il disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (Approvato dal Senato) (C. 4768-A/R). Il provvedimento passa all’esame dell’altro ramo del Parlamento.

Il 21 dicembre l’Aula della Camera, con 296 voti favorevoli e 160 contrari, ha votato la questione di fiducia posta dal Governo sull’approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell’articolo 1 del disegno di legge: S. 2960 – Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (Approvato dal Senato). (C. 4768-A/R). Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020. (C. 4768/I), nel testo predisposto dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall’Assemblea.

Il 5, 6 e 7 dicembre la 7a Commissione della Camera esamina nelle parti di sua competenza il disegno di legge di bilancio.

Il 30 novembre l’Aula del Senato ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando con 149 voti favorevoli e 93 contrari l’emendamento 1.700, interamente sostituivo degli articoli della prima sezione del ddl n. 2960, Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020. L’emendamento governativo recepisce le modifiche approvate dalla Commissione Bilancio, con alcune correzioni e integrazioni di carattere tecnico e istituzionale. La seduta si è conclusa con il voto della Nota di variazione e la votazione finale del ddl di bilancio (136 sì e 30 no), che dopo il via libera di Palazzo Madama passa alla Camera in seconda lettura.

Il 7 ed 8 novembre la 7a Commissione del Senato esamina nelle parti di sua competenza il disegno di legge di bilancio.

Il 31 ottobre, alle 17, inizia la sessione di bilancio, con le comunicazioni del Presidente all’Aula del Senato sul contenuto del disegno di legge di bilancio.
Le Commissioni dovranno trasmettere i propri rapporti sul ddl di bilancio alla 5a Commissione entro l’8 novembre.
La Commissione Bilancio riferirà all’Assemblea nel pomeriggio di martedì 21 novembre.
Per l’esame del provvedimento, sono previste sedute uniche senza orario di chiusura fino a sabato 25, se necessario.


Il Consiglio dei ministri, nel corso della riunione del 16 ottobre,  ha approvato il disegno di legge relativo al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e al bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020.


LEGGE DI BILANCIO 2018

Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (disegno di legge)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, ha approvato il disegno di legge relativo al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e al bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020.

In considerazione del miglioramento del quadro economico, ottenuto grazie alle riforme avviate dal 2014 e portate a compimento nell’arco della legislatura e all’impegno di famiglie e imprese, e del contesto internazionale favorevole, il Governo ha approvato una manovra indirizzata da un lato al rispetto degli impegni di bilancio presi con la Commissione europea – la correzione del disavanzo strutturale dello 0,3% e il calo del deficit in rapporto al Pil all’1,6% – e dall’altro al rafforzamento di una crescita sostenibile e inclusiva, con la mobilitazione di risorse per il 2018 per circa 20,4 miliardi di euro.

Le coperture, in termini di efficientamento di spesa e maggiori entrate derivanti in gran parte dal contrasto  all’evasione, ammontano a circa 9,5 miliardi, mentre 10,9 miliardi rappresentano l’effetto netto espansivo della manovra, che interesserà in particolare le aree meno avanzate del Paese.

Tra le voci principali della manovra, si conferma la sterilizzazione totale delle clausole di salvaguardia per un totale di 15,7 miliardi. Si eviterà quindi per il 2018 l’aumento delle aliquote Iva e delle accise. Gli altri interventi prevedono per il prossimo anno 300 milioni di investimenti pubblici aggiuntivi, che diventano 1,3 miliardi nel 2019 e 1,9 miliardi nel 2020. Per le politiche a favore dei giovani (essenzialmente la riduzione del cuneo fiscale per le nuove assunzioni con i contratti a tutele crescenti) sono previsti circa 300 milioni che salgono a 800 milioni nel 2019 e 1,2 miliardi nel 2020. Un’attenzione particolare è riservata alle misure di lotta alla povertà, con il reddito di inclusione che viene potenziato di complessivi 300 milioni per il 2018, cifra che si aggiunge agli 1,7 miliardi già previsti a legislazione vigente.

Si potenzia, infine, il contrasto all’evasione fiscale, con l’implementazione di misure già sperimentate, come la fatturazione elettronica e lo split payment (la cui estensione è prevista del decreto fiscale già approvato dal Consiglio dei ministri).

Di seguito alcune tra le misure presenti nella manovra.

  • Stop aumento Iva  e accise – Vengono completamente neutralizzate le clausole di salvaguardia, quindi nel 2018 non ci saranno aumenti delle aliquote dell’Iva e delle accise.
  • Blocco tributi e addizionali locali – Si proroga per il 2018 lo stop all’aumento delle aliquote dei tributi e delle addizionali regionali e degli enti locali.
  • Competitività – Sono confermate molte misure di contenimento della pressione fiscale e sviluppo, già contenute nella precedente legge di bilancio, quali le agevolazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia ed energetica, il superammortamento e l’iperammortamento.
  • Sostegno investimenti Pmi (Nuova Sabatini) – Per assicurare continuità operativa e qualificare maggiormente gli investimenti in chiave “Industria 4.0.” è prorogata la misura di promozione delle piccole e medie imprese nota come “Nuova Sabatini”.
  • Incentivo strutturale per l’occupazione giovanile stabile – A decorrere dal primo gennaio 2018 i datori di lavoro del settore privato che assumono giovani con contratti a tutele crescenti beneficeranno di uno sconto triennale sui contributi previdenziali pari al 50% (esclusi i lavoratori domestici). L’esonero spetta anche per le assunzioni avvenute nei mesi di novembre e dicembre 2017, ferma restando la decorrenza dal primo gennaio 2018.  Lo sconto contributivo si applica anche nei casi di prosecuzione di un contratto di apprendistato in contratto a tempo indeterminato, qualunque sia l’età anagrafica al momento della prosecuzione e quando un datore di lavoro assume, entro sei mesi dal conseguimento del titolo di studio, studenti che abbiano svolto percorsi di alternanza scuola-lavoro o di apprendistato per il conseguimento del titolo di studio.
  • Rinnovo contratti pubblico impiego – Sono stanziate le risorse per avviare il rinnovo, dopo molti anni, dei contratti del pubblico impiego.
  • Ape sociale donna – La misura, introdotta in via sperimentale con la legge di bilancio per il 2017, per le donne, in determinate condizioni, con almeno 63 anni di età e che non siano titolari di pensione diretta, permette di accompagnare con una indennità fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia. Con la nuova norma introdotta dal disegno di legge di bilancio per il 2018 si prevede di ampliare per il prossimo anno la platea dei beneficiari riducendo i requisiti contributivi alle donne con figli. La riduzione è pari a 6 mesi per ogni figlio fino ad un massimo di 2 anni.
  • Ape a tempo determinato – Si amplia per il 2018 la platea dei beneficiari, estendendo l’indennità anche in caso di scadenza di un contratto a tempo determinato, a condizione che il lavoratore, nei 3 anni precedenti la cessazione del rapporto, abbia avuto periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi.
  • Rita – E’ stabilizzata e semplificata la “Rendita integrativa temporanea anticipata”.
  • Bonus cultura per i diciottenni – Viene confermata la misura introdotta nel 2016. I giovani che compiono 18 anni nel 2018, attraverso apposita piattaforma online, hanno a disposizione 500 euro spendibili per l’acquisto di biglietti del teatro o del cinema, l’acquisto di libri e musica registrata, per l’ingresso ai musei.
  • Pacchetto Miur – Per l’università, vi sono misure che consentono di bandire nuovi posti per ricercatori universitari e a favore dei professori in servizio sono sbloccati gli scatti stipendiali che continuano ad essere corrisposti sulla base della previa verifica della produttività scientifica; invece, sul versante della scuola, la legge di bilancio inizia ad affrontare il tema dell’avvicinamento del trattamento retributivo dei dirigenti scolastici a quello degli altri dirigenti statali.
  • Risorse per Province e Città metropolitane – Viene riconosciuto un contributo alle Province e alle Città metropolitane delle Regioni a statuto ordinario per l’esercizio delle funzioni fondamentali in materia di scuole e strade.
  • Investimenti enti locali – Per sostenere gli investimenti degli enti locali sono previsti spazi finanziari, per gli anni 2018-2023, che consentono l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione Si riconoscono, inoltre, ai comuni contributi, per il triennio 2018-2020, per rilanciare gli investimenti in opere pubbliche.
  • Rimborsi ai comuni per minor gettito – Sono assegnate risorse per l’anno 2018 in favore dei comuni penalizzati dalla sostituzione dell’IMU sull’abitazione principale con la TASI su tutti gli immobili.
  • Risorse in favore delle regioni – Sono stanziate per l’anno 2018  risorse in favore delle regioni per la riduzione del debito e per la riduzione della manovra a loro carico. Inoltre, sono previste anticipazioni di liquidità per la copertura del disavanzo sanitario 2016 della Regione Sardegna.
  • Banda larga – Per accelerare la politica di implementazione del 5G, si prevede di mettere a gara lo spettro delle frequenze nelle bande pioniere previste dall’Action Plan della Commissione Europea e si dispone la liberazione della banda 700 MHz.
  • Misure per il Mezzogiorno – Viene rifinanziata per il biennio 2018-2019 la misura che prevede l’ampliamento del credito di imposta per acquisto di bene strumentali nuovi destinati a strutture produttive del Sud. Vengono prorogate le agevolazioni per le assunzioni a tempo indeterminato nel Mezzogiorno, agevolazioni complementari a quelle già previste dalla normativa nazionale. Tra gli altri interventi figurano l’incremento delle risorse del Fondo sviluppo e coesione rifinanziando la programmazione 2014-2020 e l’istituzione del Fondo imprese Sud volto alla crescita dimensionale delle piccole e medie imprese.
  • Sport – Per la prima volta, si prevede un ‘pacchetto’ di misure dedicate esclusivamente allo sport, tra le quali l’istituzione di un fondo ad hoc destinato a tutelare la maternità delle atlete e misure di incentivazione di natura fiscale.

Legge di Bilancio, Fedeli: “Assunzione 1500 ricercatori e rinnovo contratti, al centro crescita, innovazione ed equità sociale”

“Risorse per formazione, ricerca e innovazione: è questo il miglior investimento per il futuro non soltanto delle nuove generazioni, ma dell’intero Paese”. Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli al termine del Consiglio dei Ministri che ha approvato la Legge di Bilancio. “Al centro sono state poste crescita, inclusione sociale e lavoro, con misure rivolte prevalentemente ai giovani. Va in questa direzione l’assunzione di oltre 1500 ricercatori tra le Università e gli Enti di ricerca presenti su tutto il territorio nazionale”. Nella Legge di Bilancio sono state inserite altre misure rivolte al mondo della scuola, dell’università e della ricerca: “Abbiamo confermato l’impegno relativo agli scatti di anzianità dei docenti universitari. E confermato anche l’impegno di armonizzare le retribuzioni dei dirigenti scolastici con le altre figure della dirigenza pubblica”. Sottolinea la Ministra Fedeli: “Si tratta di segnali concreti, che confermano l’attenzione posta dal Ministero che ho l’onore di guidare e dal Governo nel suo complesso al mondo della scuola, dell’università, della ricerca e al tema dell’innovazione, tutti intesi come straordinari volani per una crescita equa e sostenibile”.

Altro aspetto fondamentale di questa Legge di Bilancio, continua la Ministra Fedeli, “è il rinnovo del contratto per il Pubblico impiego dopo quasi dieci, lunghi anni. Un altro segnale concreto, tangibile, dell’impegno profuso dal Governo sul fronte di un lavoro che non è soltanto finalizzato alla crescita e alla stabilizzazione finanziaria del Paese – obiettivo già di per sé ragguardevole – ma che viene riconosciuto in tutto il suo valore sociale, oltre che economico”.

Assunzione dei ricercatori, rinnovo dei contratti, armonizzazione degli stipendi dei dirigenti scolastici, scatti di anzianità dei docenti universitari e, ultimo ma non per ultimo, il fatto che non siano state inserite nuove tasse e non sia stata aumentata l’Iva sono, per la Ministra Fedeli, tutti fattori che segnano una definitiva svolta rispetto al passato: “Dopo tanti anni siamo tornati a investire sulle nuove generazioni, sulla formazione, sulla ricerca, sull’innovazione. Un segnale concreto per l’oggi, un contributo importante per il domani del nostro Paese”.