Chi tace acconsente…

Turi: “Gli unici meritevoli erano gli amici del preside”

Chi tace acconsente….

 

L’Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici nel leggere con sorpresa le dichiarazioni del Segretario Generale Scuola UIL (https://www.tecnicadellascuola.it/lattacco-della-uil-scuola-gli-unici-meritevoli-gli-amici-del-preside-carta-del-docente-situazioni-truffaldine) vuole intervenire per fare chiarezza su una frase – ove non fosse smentita – che considera demagogica, qualunquista e fuorviante.

Premesso che ANCODIS ritiene necessaria e fondamentale la presenza del Sindacato per il ruolo assolto nella storia di questo paese sia nel settore pubblico che privato, queste dichiarazioni – se non smentite – favoriscono quelle illazioni su alcune componenti di docenti che certamente non fanno bene al sistema scolastico italiano.

ANCODIS le contesta perché le ritiene ingenerose e denigranti verso il lavoro di chi si impegna quotidianamente con fatica e determinazione nella propria Istituzione Scolastica ed, in particolare, verso i Collaboratori dei DS che assolvono con grande spirito di servizio il loro compito senza un riconoscimento né giuridico né contrattuale.

Non possiamo continuare ad andare avanti sulla strada del pregiudizio con affermazioni che ledono la dignità, la fatica ed il lavoro (di docenza, di collaborazione, di coordinamento) dei cosiddetti docenti meritevoli ai sensi dei commi 126, 127 e 128 della Legge 107!

Il merito e la conseguente premialità – lo sanno bene i sindacalisti – si fonda su criteri deliberati dal Comitato di Valutazione ai sensi del comma 129 della 107/2015. Esso è costituito dal DS, tre docenti dell’istituzione scolastica (due eletti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto), due rappresentanti dei genitori (uno per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione), un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori eletti dal consiglio di istituto (per il secondo ciclo di istruzione), un componente esterno individuato dall’ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici.

A questi criteri il DS deve attenersi con un’assunzione di responsabilità etica, morale e professionale!

E’ il caso di ricordare, inoltre, che ai sensi del comma 130, gli uffici scolastici regionali dovranno inviare al MIUR una relazione sui criteri adottati dalle istituzioni scolastiche e, sulla base delle relazioni ricevute, un apposito Comitato tecnico-scientifico – previo confronto con le parti sociali e le rappresentanze professionali – predispone le linee guida per la valutazione del merito dei docenti a livello nazionale in modo da avere un format nazionale sul quale adattare i criteri deliberati in autonomia dai Comitati di valutazione delle I.S..

Ciò detto, dalle parole di Turi sembra emergere una posizione “politica” che guarda ad una scuola del secolo scorso, ancorata a procedure generaliste ed omologanti che rendono tutti indistinti nei ruoli, nelle competenze, nella formazione, nella carriera.

Piuttosto, chiediamo al Sindacato di guardare all’interesse generale del sistema scolastico assumendo iniziative contrattuali moderne, efficaci ed efficienti.

Noi di ANCODIS siamo per la valutazione di sistema. Ma prima occorre procedere al riconoscimento giuridico di quanti concorrono ai risultati – positivi o negativi – in ogni I.S..

In attesa di questa innovazione giuridica e contrattuale, resta in campo una valutazione di merito per TUTTI i docenti che non sono assolutamente gli “amici dei presidi” ma professionisti della scuola (nella didattica, nella innovazione e nella governance).

I Collaboratori dei DS che vivono la scuola in questi tre aspetti non possono accettare in alcun modo l’equazione PREMIATO=AMICO del DS!! Non ci stiamo!

E siamo i primi a dire che non temiamo alcuna forma di valutazione fondata su criteri condivisi (in attesa delle Linee guida del MIUR) e misurabili come avviene nel resto dell’Europa.

Siamo convinti che è una strada che deve continuare fermo restando che laddove si siano verificate storture o abusi non dobbiamo temere di denunciare e correggere.

Per queste ragioni non possiamo tacere e chiediamo alle altre Associazioni di categoria di fare altrettanto.

Almeno che ……. Chi tace acconsente!

 

Rosolino Cicero, Presidente ANCODIS Palermo

Renato Marino, Presidente ANCODIS Siracusa

Silvia Zuffanelli, Presidente ANCODIS Firenze

Cristina Picchi, Presidente ANCODIS Pisa

Mara Degiorgis, Presidente ANCODIS Cuneo

Antonella D’Agostino, Presidente ANCODIS Catania

Carla Federica Spoleti, Presidente ANCODIS Roma

 

Accademie e Conservatori, anche per l’AFAM va a regime il 3+2

Accademie e Conservatori, anche per l’AFAM va a regime il 3+2

Fedeli: “Provvedimento atteso, ora offerta formativa più ricca”

Il 3+2 va a regime anche per Accademie e Conservatori. La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha firmato il decreto che rende finalmente ordinamentali, portandoli fuori dalla fase sperimentale in atto dal 2005, i bienni specializzanti delle istituzioni dell’AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) e che equipara definitivamente i titoli finali con quelli universitari, garantendo un quadro chiaro delle equipollenze.

“Si tratta di una novità attesa – spiega Fedeli – che ci mette in linea con il quadro europeo per la riconoscibilità dei titoli e che consentirà finalmente alle istituzioni AFAM di garantire un’offerta formativa più ricca e flessibile. Dal 2012, infatti, non era possibile fare variazioni: l’offerta formativa, in attesa della messa a regime dei bienni specialistici, era stata congelata. Questo sblocco consentirà a istituzioni che costituiscono un tassello importante e di grande pregio del nostro sistema di istruzione di qualificare ulteriormente l’offerta, garantendo opportunità formative in linea con i tempi alle iscritte e agli iscritti. Sull’AFAM stiamo convintamente portando avanti tutte le azioni necessarie per dare ad un settore che il mondo ci invidia le risorse e gli strumenti di cui ha bisogno per operare ai massimi livelli. Dopo la riforma del 1999 per troppo tempo l’AFAM è rimasta in balia di ritardi e rinvii – prosegue Fedeli -. Negli ultimi mesi abbiamo operato un’accelerazione importante per la valorizzazione di questo settore. Ricordo, ad esempio, le misure contenute nella legge di bilancio per la stabilizzazione del personale precario e per rendere definitivo il processo di statizzazione. Abbiamo poi incrementato le risorse e stiamo procedendo sul piano dell’offerta formativa con due operazioni fondamentali attuate dal Ministero. Abbiamo già proceduto alla modifica o attivazione di corsi dei Conservatori, degli Istituti superiori musicali, degli ISIA, delle Accademie statali e legalmente riconosciute per oltre 3.500 piani di studio triennali: erano quattro anni che queste richieste giacevano inevase. Con il decreto firmato oggi completiamo la messa ad ordinamento di tutti i corsi biennali sperimentali di secondo livello, che era prevista dalla legge finanziaria per il 2013. Si tratta di azioni e investimenti seri, concreti, con cui diamo una risposta alle legittime richieste del settore, rimaste inevase, va ripetuto, per troppo tempo”.

Con il provvedimento firmato dalla Ministra sui corsi biennali di II livello si chiude un percorso che va avanti dai primi anni 2000. Con l’emanazione del Regolamento  (D.P.R.) 212 del 2005, infatti, l’attivazione dei corsi accademici biennali nei Conservatori di Musica, nelle Accademie di Belle Arti, negli ISIA, nell’Accademia nazionale di Arte drammatica e nell’Accademia Nazionale di Danza è stata possibile solo in via sperimentale. Una provvisorietà che si è protratta a lungo, tanto che con la legge 228 del 2012 (Finanziaria 2013) si è intervenuti per accelerare il processo di chiusura della fase sperimentale. Da allora l’offerta è però rimasta ‘congelata’.

Ora si giunge ad un punto fermo. Sarà finalmente possibile attivare corsi biennali ordinamentali, con il via libera anche al rinnovamento dell’offerta formativa. E si potrà anche procedere alla conversione dei titoli già rilasciati, sia a seguito dei percorsi  sperimentali sia a seguito di quelli del vecchio ordinamento, come richiesto anche da studentesse e studenti che, in questo modo, avranno finalmente riconosciuto pieno valore, anche a livello europeo, al titolo di studio faticosamente conseguito.

BioAcoustic-Quantum Biology

BioAcoustic-Quantum Biology: Quantum Hearth Phonon’s Emission.

La Bio-Acustica e la area transdisciplinare della scienza che concerne la produzione biologica di suoni e i loro effetti nei sistemi biologici . Paolo Manzelli egocreanet2016@gmail.com ,

 

ll fisico italiano Carlo Matteucci nel 1842 dimostrò che ogni contrazione del cuore era dovuta ad una attività elettromagnetica. Willem Einthoven (1860–1927) realizzo la misura dell’ elettrocardiografia con un apparecchio che permise una descrizione di diversi tracciati elettrocardiografici, accomunati a diverse malattie cardiovascolari e per questa scoperta fu insignito del Premio Nobel per la Medicina nel 1924. Il Campo Elettrico del Cuore, che viene misurato dall’elettrocardiogramma (EGC) è all’incirca 60 volte più grande in ampiezza di quello generato dalle onde cerebrali, dei due emisferi cerebrali nella testa. La componente Magnetica del cuore, è all’incirca 5000 volte più potente di quella prodotta dal cervello, ed è misurata a distanza da magnetometri estremamente sensibili che catturano le Interferenze Quantiche (SQUID).

Il cuore contiene distribuiti tra le proprie cellule un gran numero di neuroni e moto-neuroni che comunicano con neurotrasmettitori specifici per il controllo de battito cardiaco e per comunicare intimamente con il cervello, sia quello centrale che il secondo cervello-enterico, attraverso specifici ricettori, simili ai ricettori del gusto, che creano un sistema di controllo biologico. Pertanto il campo elettromagnetico del cuore è capace di creare relazioni con tutto il corpo ( si possono infatti controllare manualmente in battiti dal polso o da molte parti del corpo) e sentire le variazioni di esse con l’ ambiente, delle quali il cuore è informato, per adeguare il flusso del sangue alle complesse esigenze di respirazione cellulare dei vari organi. Inoltre nel cuore si trovano numerose “sinapsi elettriche” (gap Junction), che sono bidirezionali nel trasmettere rapidamente lo inter-scambio di impulsi elettrici, ed hanno la funzione di sincronizzare il potente campo elettromagnetico del cuore.

La potenza del campo elettromagnetico del cuore viene generata .principalmente tramite la polarizzazione e depolarizzazione di tre diversi tipi di fibre elastiche , cosi da generare il movimento cardiaco che agisce come propulsore del sangue. In particolare potenziano il campo elettromagnetico le fibre del miocardio, il tessuto muscolare che costituisce le pareti del cuore, che è composto da proteine giganti connettive che si stratificano in membrane, creando una struttura semi cristallina di ampia capacita di elastica la quale per contrazione si polarizza e successivamente si depolarizza istantaneamente producendo” Bio-Fononi”

Ogni volta che il cuore batte, crea forti onde di pressione ed inoltre produce una molteplicita’ di “fononi” (quanti di energia vibrazionale nella gamma di vibrazioni acustiche udibili o ultrasoniche) che sono caratterizzati da differenti frequenze e tonalita’ diverse, ognuna delle quali è in grado di trasportare un diverso tipo di codificazione della informazione .

 

I FONONI del suono, rispetto ai FOTONI della luce, sono quanti di suono che oscillano a frequenze molto basse e si propagano a grandi distanze diffondendo calore e suono nel quadro descritto dal Toroide Elettromagnetico.

I quanti di suono agiscono quindi come vettori di modulazione armonica – risonante di ” informazioni e di calore” capaci di sincronizzazione dinamica del flusso sanguigno per tutto il corpo come a es. il contribuire dall’ interno per mantenere costante la temperatura del sangue, a 37°C nell’ uomo ed ad altre temperature negli animali a sangue caldo, interagendo con la stabilizzazione dei clustering di acqua del plasma sanguigno a quelle temperature. vitali.

 

Similmente risulta possibile, armonizzare il flusso sanguigno tramite la propagazione di quanti del suono che come tali sono capaci di risuonare nelle cavita’ millimetriche e nanometriche delle arterie ed adeguare le loro proprieta’ di controllo per risonanza con il flusso delle informazioni fononiche incluse nei battiti del cuore.

 

I Bioritmi fononici si formano prevalentemente nelle micro-fibrille elastiche del Miocardio attraverso la loro polarizzazione ( accumulo di CA++) e immediata depolarizzazione che genera ritmicamente i quanti del suono. Questa attivita’ di produzione di quanti del suono è controllata, nel nascituro, unicamente dalla specificita’ della rete di neuroni motori del cuore , ed in seguito anche dalle interazioni risonanti di reciproca informazione neuronale tra cervello e corpo.

Sappiamo pertanto, gia’ dalla concezione classica-deterministica della scienza, che la attivita’ del Cuore è funzione del Campo Elettromagnetico Toroidale, alla quale si accoppia la informazione della rete neuronale alla produzione del movimento ritmico di propulsione del sangue nelle arterie .(1) .

 

Tali cognizioni oggi vanno oggi trattate in termini della moderna “elettrodinamica quantistica” per comprendere come il cuore oltre a comportarsi come una “pompa del sangue” possa essere considerato come una matrice complessa di “trasmissione musicale” dove per tramite le diverse tonalita’ dei battiti cardiaci i suoni udibili e ultra sonori , vengono trasmessi a tutto il “corpo-mente“ in termini di molte e diverse informazioni quantiche che hanno in se un carattere emozionale ed .affettivo di diversa qualita’, (gioia, commozione, serenità, eccitamento, malinconia) e che pertanto nel loro complesso assumono un’importante fonte di conoscenza dei livelli simpatico ed parasimpatico che interagiscono sulla salute psicofisica. La ragione interiore della predilezione dell’ uomo ed anche degli animali e persino delle piante per diversi formati musicali, ha una elevata probabilita’ di sincronizzazione tra la acustica proveniente dall’ambiente ed i livelli energetico risonanti del cuore. (3)

Sulla base di tali interpretazioni bio-quantiche della matrice delle frequenze emesse dal cuore svilupperemo applicazioni innovative di BIO-ACUSTIC HEALING (4) Firenze 02/GENN. 2018 .

 

BIBLIO ON LINE

(1)- http://www.mykonsulting.it/approfondimenti/cuore-elettromagnetico.html

http://www.visionealchemica.com/campo-energetico-del-cuore-toroidale/

(2)- http://www.edscuola.it/archivio/lre/scienza_cervello_musica.pdf

(3)- https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/consapevolezza/dalla-voce-al-canto

http://www.descrittiva.it/calip/dna/SCIENZA-CERVELLO-E-MUSICA-I.pdf

(4) – http://www.inhere.org/Breaking%20the%20Sound%20Barriers%20of%20Disease%202017.pdf

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La BIO-QUANTICA .

http://www.bioquantica.org/ ; Web in Progress . Paolo Manzelli <egocreanet2016@gmail.com>

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La BIO-QUANTICA è la scienza che si occupa di dare risposta alla complessita’ della vita, sapendo che il “riduzionismo meccanico” – sia classico che quanto-meccanico di indagine analitica è stato storicamente incapace di interpretare la auto-organizzazione olistica dei sistemi biologici .

Pertanto la “Bio-Quantica” , si propone di re-interpretare e sviluppare ricerca sulla “Energia Vitale” rilanciando come fenomeno emergente un moderno “Bio-vitalismo” , basato sulle evidenze teoriche e sperimentali della bio-vitalizzazione e bio-rigenerazione degli studi sulle “Energie Sottili” (“Es”) ; cioe’ sulla forma di energia ed informazione che la Medicina Cinese , ed il Taoismo , lo Yoga , ad altre antiche culture già conoscevano. con i nomi di “qi” o “prana” o “pneuma”, ecc.. a seconda della cultura e l’ epoca di provenienza.

 

Accettando il postulato fondamentale della scienza che dice :

< la Energia totale e’ costante poiche’ essa non si crea ne si distrugge ma si trasforma>

dobbiamo sommare anche la emergente forma di Energia “Es” ;

quindi la somma totale della Energia condensata come materia (EM) + la Somma della Energia vibrazionale (Ev) ed inoltre + la somma della Energia Sottile (Es) , deve essere = K (costante)

Allora le Variazioni (V) di tale somma per definizione sono uguali a Zero .

Cioe’: V (EM) + V (Ev) + V(Es) = 0 da cui ricavo l’ incognita : <+ V (Es) = – V (EM) – V (Ev)> .

 

Pertanto possiamo definire la equazione precedente come “Principio di Fertilita’ evolutiva” che dice che la evoluzione dei sistemi viventi si ottiene per incremento della incognita (+ Es) a spese della degradazione della Materia (- EM) e/o della diminuzione della Energia vibrazionale (-Ev). .

La evoluzione del sistema da materia inerte ed energia meccanica, da quindi vita alla auto-organizzazione complessa degli esseri biologici, mediante una trasformazione “neg-entropica-circolare” che mediante la Energia Sottile (Es) genera la vita.

 

Questa è in breve la sintesi semplificata che permette di fare riferimento alle “Energie Sottili ” come forma di “Energia vitale” evolutivamente relativa alle trasformazioni di materia (EM) ed Energia (Ev) .

 

Il mettere in evidenza la Energia Sottile (Es) comporta quindi un netto superamento della scienza “meccanica” in quanto questa ha confuso la soggettivita’ della nostra percezione in una falsa unicita e oggettivita’ della realta’ macroscopica, che è culturalmente e storicamente acquisita durante tutta l’ epoca industriale oggi obsoleta.

 

In vero cio’ che percepiamo come forme e colori suoni, emozioni è una costruzione della sinergia tra Mente / Cervello che realizza una visione del mondo come anticipazione delle nostre probabili interazioni nell’ ambiente.

 

Pertanto comprendendo la costruzione cerebrale della percezione, la realtà contemporanea diviene piu’ soggettiva che oggettiva, come è possibile dimostrare facendo riferimento agli stati mentali indotti dalle tecnologie della “realta virtuale” nonche’ della “Intelligenza Artificiale” nella azione di l cambiamento del nostro modo consueto di vedere il mondo. Infatti le alternative percettive ed emozionali vengono a dipendere dai nostri stati di intenzionalita’ e di coscienza i quali attivano la immaginazione la creativita’ con modalita capaci di andare oltre nella scienza a nell’ arte a cio’ che è stato conservativamente percepito come realta’ oggettiva .

 

Purtroppo anche la “meccanica quantistica” ha voluto ricadere nell’ errore riconducendo la interpretazione quantica in modo da passare linearmente dal microcosmo quantico probabilistico al macrocosmo deterministico classico . Per far questo la Meccanica Quantistica è ricorsa allo strattagemma di far arbitrariamente scomparire il dualismo della onda associata al corpuscolo quantico ( si parla infatti di “Crash della Onda“) per limitarsi a calcolare le nuvole di densita’ di probabilita’ di trovare unicamente le particelle .

 

Purtroppo e con questo trucchetto di fatto si elimina la importanza delle onde e con esse del campo elettromagnetico associato alla funzione d’onda quantica come abbiamo messo in evidenza focalizzando come DNA nella Bio-Quantica assuma due funzioni , A) la prima per contatto DNA//RNA che serve a produrre proteine lineari ; B) la seconda elettromagnetica -quantica capace di irradiare a distanza “biofotoni” contenenti caratteri morfogenetici, necessari per dare forma funzionale alle proteine. Pertanto il DNA non e più visto soltanto come contenitore di codici genetici dati ma come un sistema di comunicazione e coordinamento della bio-informazione.

 

In conclusione la “Bio-Quantica” aprira’ la immaginazione verso nuovi livelli di consapevolezza e’ piu’ elevati gradi di conoscenza, sviluppando chiavi alternative di interpretazione ed elaborazione della realta ancora recondita, permettendoci di ampliare le capacita’ .simboliche di rappresentazione del pensiero creativo contemporaneo , finalizzato al miglioramento evolutivo dalla vita dell’ uomo e dell’ ambiente naturale .

Scuola, rush finale per il contratto docenti. Aumento da 73 euro al mese, arretrati per 450

da la Repubblica

Scuola, rush finale per il contratto docenti. Aumento da 73 euro al mese, arretrati per 450

Domani nuovo incontro all’Aran. La ministra Fedeli: “Le risorse ci sono, facciamo presto”. Un milione gli interessati. Per i presidi 270 euro in più. Il rischio di un nuovo esodo di insegnanti Nord-Sud

Corrado Zunino

ROMA – Dice la ministra Valeria Fedeli che le risorse per il contratto della scuola ci sono e che il rinnovo si può chiudere in tempi rapidi: “Stiamo accelerando, la Legge di bilancio ha fatto stanziamenti importanti”. Per “tempi rapidi” intende entro il 4 marzo prossimo, giorno delle elezioni politiche. La platea interessata dal rinnovo è pari a un milione di dipendenti della scuola, 53 mila delle università (esclusi i docenti universitari), 24 mila degli Enti di ricerca e 9.500 dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica.

UN AUMENTO SPALMATO IN TRE ANNI
Il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, dubita delle parole della ministra. L’Aran è l’agenzia delle rappresentanze negoziali della pubblica amministrazione, il luogo dove stanno avvenendo le trattative. Nella Legge di bilancio gli “stanziamenti importanti” sono “per ora insufficienti” e sarà necessario recuperare risorse nel bilancio del ministero dell’Istruzione. Gli ormai famosi aumenti da 85 euro lordi previsti per l’intero comprato dei dipendenti di Stato (accordo del 30 novembre 2016), sulla scuola rischiano di essere ulteriormente limati. Il ministero del Tesoro ha previsto una crescita – media, appunto – pari al 3,48 per cento della singola busta paga. Poiché l’istruzione è il comparto più povero della Funzione pubblica, l’aumento per un insegnante che oggi guadagna 1.430 euro netti arriverebbe a soli 73 euro. Questa cifra, tra l’altro, la si raggiungerà solo “a regime”, al terzo anno dopo l’accordo: sono previsti, ad oggi, 12 euro per il primo anno, 15-20 euro per il secondo e altri 40 per il terzo.

ARRETRATI PER 450 EURO
Una questione corposa, e di cui si tratterà nell’incontro previsto per domani, è quella degli arretrati 2016-2018 (il contratto scuola è fermo da otto stagioni). L’una tantum media dell’intera categoria degli statali pesa per 492 euro. Sempre per il principio che chi ha stipendi più alti riceverà arretrati più sostanziosi, la media degli arretrati dei docenti italiani si attesta intorno ai 450 euro. E’ probabile che sia gli aumenti fissi che gli arretrati siano presenti negli stipendi di marzo.

LA BATTAGLIA DEI BONUS
I sindacati, tutti, dalla Cgil alla Cisl alla Gilda, chiedono di trasformare due istituti di merito in soldi fissi in busta paga: sono i 380 milioni di euro che la Legge 107 oggi distribuisce per gli acquisti culturali, la card da 500 euro, e i 200 milioni assegnati ai dirigenti scolastici che a loro volta premiamo i docenti migliori (in realtà, già oggi, spesso nelle scuole si sceglie un’assegnazione democratica, spalmata su tutti gli insegnanti). Rino Di Meglio, segretario Gilda, dice: “Le risorse messe a disposizione sono così basse che la trasformazione dei bonus in stipendio è l’unica strada per dare alle buste paga dei docenti un po’ di spessore”. Aggiunge Francesco Sinopoli, segretario Flc Cgil: “Noi, comunque, vogliamo cambiare la Legge 107”. Il Pd renziano fa resistenza: non intende togliere principi di merito faticosamente introdotti, per la prima volta, in una riforma scolastica. I sindacati, d’altro canto, si stanno muovendo sotto la pressione del movimento “200 euro netti”, che attraverso le armi dei social ha trovato 79 mila sostenitori e chiede di non firmare un contratto “al ribasso”.

LA BUSTA PAGA DEI PRESIDI
Per il rinnovo del contratto passa anche la nuova busta paga dei dirigenti scolastici. Un calcolo più raffinato della Cgil sui 96 milioni lordi messi nella Legge di bilancio rivela che l’aumento dei presidi sarà intorno ai 270 euro netti. Subito gli “85 euro lordi” (che per i dirigenti di scuola salgono a 104-115 euro, 60 netti), quindi 105 euro netti nel 2018 che diventeranno 210 euro netti nel 2020.

PRONTI A UN NUOVO ESODO NORD-SUD
E’ passato in sordina l’accordo, sottoscritto a ridosso di Natale, che rimanda di un altro anno il blocco della mobilità dei docenti e la chiamata diretta. Nel primo caso, si è congelato fino a settembre 2018 l’obbligo di restare almeno tre stagioni nella stessa scuola e nella stessa provincia. Questa scelta potrebbe stimolare, per la prossima estate, un’ondata di richieste di spostamento di docenti dal Nord al Sud del Paese. Per quanto riguarda la “chiamata per competenze” da parte dei dirigenti scolastici, restano in piedi i 18 parametri che limitano l’uso dell’istituto. Nel 2017, non a caso, solo il trenta per cento dei presidi scelse in questo modo i propri docenti.

Caos iscrizioni, tre famiglie su dieci non sanno come utilizzare internet

da Il Messaggero

Caos iscrizioni, tre famiglie su dieci non sanno come utilizzare internet

Tempo di scelte per gli studenti italiani,tra meno di una settimana partono le procedure per le iscrizioni online per le prime classi delle scuole elementari, medie e superiori.

Tempo di scelte per gli studenti italiani,tra meno di una settimana partono le procedure per le iscrizioni online per le prime classi delle scuole elementari, medie e superiori. E per le famiglie si avvicina un momento molto delicato. Non solo per la scelta della scuola che, inevitabilmente, condizionerà i prossimi anni di vita dei ragazzi ma anche per il caos che, puntualmente, la procedura online provoca tra i genitori. Lo scorso anno, come accade dal 2012 quando il ministero dell’istruzione decise che le iscrizioni potessero essere effettuate solo via internet, una parte considerevole delle famiglie trovò difficoltà nell’inserire la domanda di iscrizione sul portale del ministero. Per l’esattezza si trattò di oltre il 30%: ben 3 famiglie su 10, quindi, si sono rivolte alla scuola di provenienza, in cui il ragazzo frequentava l’ultimo anno di studi, o a quella prescelta per farsi aiutare a compilare la domanda. Un dato che fa riflettere e che si riproporrà anche quest’anno visto che tra queste famiglie c’è una parte che non dispone di un computer in casa o di una connessione e una parte che, pur avendo gli applicativi necessari, non sa come utilizzarli. Le regioni che hanno mostrato maggiore abilità con l’hi tech sono state il Friuli Venezia Giulia con l’87% delle iscrizioni effettuate autonomamente, a cui seguono il Veneto e la Lombardia con 85%. In panne di fronte al pc, invece, sono rimaste le regioni del Sud come Campania, Sicilia e Puglia ferme al 40% di famiglie in grado di procedere con l’iscrizione online. Anche quest’anno quindi le scuole metteranno a disposizione le segreterie per aiutare chi avesse problemi nella compilazione delle domande. Dal 9 gennaio sarà possibile registrarsi al sito del Ministero dell’istruzione per poi procedere, dal 16 gennaio fino al 20 febbraio, all’iscrizione vera e propria. La registrazione, tra i passaggi che maggiormente mandano in crisi gli utenti, può essere evitata qualora si disponesse di un’identità digitale Spid che permette di accedere a tutti i siti della pubblica amministrazione. Scuola compresa. Ma anche per lo Spid non sono mancate le proteste legate alla difficoltà nell’ottenerlo. In realtà è sufficiente muoversi per tempo per avere tutte le credenziali necessarie. Resta l’attesa per sapere quali saranno le scelte dei ragazzi di terza media, per il prossimo anno: nel 2017 il 53,4% si è iscritto in un liceo, in particolare allo scientifico con il 15,2% di preferenze. Gli istituti tecnici hanno ricevuto il 30,4 di iscritti e i professionali solo il 16,2%. Proprio per gli istituti professionali incombe l’incognita della riforma: a settembre partiranno infatti i nuovi indirizzi, creati proprio per attrarre un maggior numero di studenti da immettere nel mondo del lavoro. Gli indirizzi passeranno da 6 a 11 e andranno dall’ agricoltura alla valorizzazione dei prodotti del territorio, dalla pesca all’artigianato per il Made in Italy, passando per spettacolo, ottica e professioni sanitarie.
Lorena Loiacono

Che cosa chiedono i professori

da Il Messaggero

Che cosa chiedono i professori

Una corsa contro il tempo per lasciare la scuola e i suoi docenti senza troppi malumori: è così che il governo si prepara ad arrivare al 4 marzo, chiudendo una legislatura che lascia aperte ancora tante questioni nel mondo della scuola, proprio in quel settore in cui ha puntato tutto o quasi

LA STRATEGIA
ROMA Una corsa contro il tempo per lasciare la scuola e i suoi docenti senza troppi malumori: è così che il governo si prepara ad arrivare al 4 marzo, chiudendo una legislatura che lascia aperte ancora tante questioni nel mondo della scuola, proprio in quel settore in cui ha puntato tutto o quasi. Senza ottenere però i risultati sperati. La corsa ai ripari, prima delle urne, è fondamentale visto che in classe ci sono qualcosa come un milione tra docenti, presidi e personale scolastico. Tutti elettori, in parte delusi dal governo di centro sinistra e in attesa di risposte. Dalla riforma della Buona Scuola infatti, voluta e illustrata direttamente dall’ex premier Matteo Renzi, è stato un crescendo di dissidi e proteste dal precariato ai dirigenti scolastici. La legge 107 infatti, pur volendo rinnovare il sistema scolastico dal di dentro per puntare al futuro tra digitalizzazione e assunzioni straordinarie, ha lasciato scontenta buona parte del personale dai supplenti in attesa di assunzione, alle maestre diplomate assunte e poi bocciate dal Consiglio di Stato, dai presidi in attesa di uno stipendio adeguato ai concorsi che arriveranno nel 2018 e proveranno a snellire le graduatorie dei precari storici. Senza contare la partita del rinnovo del contratto e degli aumenti del personale. Tutti temi caldissimi, motivi di scioperi e manifestazioni che hanno infiammato il 2017 e non accennano a fermarsi. I sindacati infatti restano in attesa di riscontri e promettono di dare battaglia. In un fronte compatto, Fcl Cgil, Cisl Fsur, Uil Scuola e Snals assicurano: «Saremo interlocutori esigenti – come sottolineato dai segretari generali Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi, Giuseppe Turi e Elvira Serafini in un fronte compatto – con le forze politiche impegnate nell’imminente campagna elettorale e più ancora col nuovo Parlamento e il nuovo Governo. Nell’interesse dei lavoratori che rappresentiamo, ma con benefici evidenti anche per l’efficacia del sistema di istruzione e ricerca del Paese».
Lorena Loiacono

Stipendi da dirigenti per i presidi

Parola d’ordine: piena perequazione retributiva con i dirigenti della pubblica amministrazione. Un traguardo ancora lontano per i presidi che, in quanto dirigenti scolastici, aspettano da anni uno stipendio adeguato alle loro mansioni. Con responsabilità sempre maggiori nella gestione delle scuole. L’armonizzazione promessa dalla ministra Valeria Fedeli, con una media di 400 euro in più al mese, è un passo avanti ma non lascia ancora soddisfatti. L’Associazione nazionale dei presidi lo scorso 25 maggio è scesa in piazza portando a Roma 3 mila dirigenti da tutta Italia e ha ottenuto un primo risultato ma la protesta va avanti. Anche in vista delle reggenze destinate a crescere anche il prossimo ano nonostante il concorso sia stato già bandito per 2425 posti: difficilmente infatti i vincitori, su un totale di 35.044 domande inoltrate, saranno a guida delle scuole per settembre 2018. Nel frattempo ci saranno nuovi pensionamenti che andranno ad aggravare la situazione delle reggenze. Oggi sono oltre 1700 infatti le scuole date in reggenza, affidate quindi alla guida di un preside che di fatto è di ruolo in un’altra scuola. Dirigenti a metà, dunque, sia per gli stipendi sia per le scuole tra cui devono dividersi.

Ripensare il diploma in quattro anni

Il diploma in 4 anni ora è possibile, parte la sperimentazione in 100 istituti ma i sindacati avvertono: «così si tagliano gli organici». Entra nel vivo la sperimentazioni dei corsi quadriennali nelle scuole superiori per arrivare a un diploma che sia in tutto e per tutto uguale a quello tradizionale: dal 2018-2019 partiranno 100 nuove sezioni a cui sarà possibile iscriversi nei prossimi giorni. Il ministero dell’istruzione, vagliando le domande ricevute dalle singole scuole e considerando le loro potenzialità in base alla qualità dei percorsi e all’innovazione didattica, ha scelto 44 scuole al Nord, 23 al Centro e 33 al Sud. Si tratta di 75 indirizzi liceali e 25 tecnici, sono 73 le scuole statali e 27 le paritarie. Per ora sono 100 ma il ministero chiederà l’autorizzazione al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione anche per le 92 rimaste fuori. Un’iniziativa che non piace ai sindacati che temono le ripercussioni sugli organici: «l’operazione – spiega Marcello pacifico, segretario dell’Anief – potrebbe sottintendere l’obiettivo di tagliare un anno di corso di studio e cancellare, una volta a regime, circa 30mila cattedre e anche delle unità di personale Ata».

Ripensare il diploma in quattro anni

Il diploma in 4 anni ora è possibile, parte la sperimentazione in 100 istituti ma i sindacati avvertono: «così si tagliano gli organici». Entra nel vivo la sperimentazioni dei corsi quadriennali nelle scuole superiori per arrivare a un diploma che sia in tutto e per tutto uguale a quello tradizionale: dal 2018-2019 partiranno 100 nuove sezioni a cui sarà possibile iscriversi nei prossimi giorni. Il ministero dell’istruzione, vagliando le domande ricevute dalle singole scuole e considerando le loro potenzialità in base alla qualità dei percorsi e all’innovazione didattica, ha scelto 44 scuole al Nord, 23 al Centro e 33 al Sud. Si tratta di 75 indirizzi liceali e 25 tecnici, sono 73 le scuole statali e 27 le paritarie. Per ora sono 100 ma il ministero chiederà l’autorizzazione al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione anche per le 92 rimaste fuori. Un’iniziativa che non piace ai sindacati che temono le ripercussioni sugli organici: «l’operazione – spiega Marcello pacifico, segretario dell’Anief – potrebbe sottintendere l’obiettivo di tagliare un anno di corso di studio e cancellare, una volta a regime, circa 30mila cattedre e anche delle unità di personale Ata».

L’assunzione dei docenti precari

Per ridurre le fila dei precari della scuola, la ministra Valeria Fedeli ha annunciato per il 2018 tre concorsi per i docenti della scuola superiore: il primo, di cui si aspetta il bando a giorni, sarà riservato ai precari già abilitati. Le graduatorie di merito che si formeranno saranno regionali e compilate in base ai punteggi di una prova orale, per un massimo di 40 punti, e in base ai titoli e al servizio pregresso per un massimo di 60 punti. Per i non abilitati con tre anni di servizio è previsto invece un secondo concorso, per il quale verrà firmato il decreto a fine febbraio, a cui poi seguirà il concorso ordinario per laureati con i 24 crediti formativi universitari previsti. I vincitori del terzo concorso saranno immessi direttamente in percorsi triennali di formazione, i cosiddetti FIT, per cui è prevista una prova finale di valutazione. Superata quella si accede all’immissione in ruolo. «D’ora in poi – ha spiegato la Fedeli – i concorsi avranno cadenza biennale. Le nuove regole garantiranno un’ancor maggiore qualificazione professionale delle docenti e dei docenti. E consentiranno alle e ai giovani che vogliono insegnare di non dover affrontare percorsi dal futuro incerto».

Contratto, si accelera, ma c’è il nodo dei bonus inseriti in busta paga

da Il Messaggero

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Partita la trattativa ma su 85 euro e fondi della Legge 107 nessuna certezza

Sul tavolo del rinnovo del contratto della scuola arrivano i primi nodi da sciogliere. Durante l’incontro di ieri all’Aran, l’agenzia che rappresenta il governo nella trattativa, uno dei tempi centrali che sarebbe emerso è quello delle risorse. Il presidente Sergio Gasparrini avrebbe sì espresso la volontà di rispettare in pieno l’accordo che prevede aumenti medi di 85 euro lordi mensili, ma avrebbe anche sottolineato come le risorse stanziate con la legge di Stabilità potrebbero risultare insufficienti. Anche se sempre ieri, il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, ha voluto ribadire che le «risorse ci sono» e il contratto sarà firmato in «tempi rapidi». Dal canto loro tutti i sindacati, Cgil, Cisl, Uil oltre a Snals-Confsal, hanno chiesto di utilizzare le risorse della legge 107, la «Buona scuola», per colmare le distanze e, comunque, di riportare quei soldi all’interno del contratto. Si tratta di 380 milioni di euro circa per la card dei professori, che permette di acquistare libri, cinema, concerti, ma anche strumenti hi-tech come gli I-Pad, per fini di aggiornamento professionale, e di altri 200 milioni assegnati ai presidi per premiare gli insegnanti più bravi. Soldi che permetterebbero di far salire gli aumenti del comparto un po’ più su anche della stessa soglia promessa degli 85 euro, fino anche a 130-140 euro lordi. Su questo punto, tuttavia, l’Aran non si è potuto sbilanciare. L’uso di quei soldi non è previsto, per il momento, dall’atto di indirizzo firmato dal ministro della Funzione pubblica Marianna Madia. C’è anche un’altra considerazione, più politica. Mettere mano a quei due fondi significherebbe di fatto smontare un pezzo importante di una delle principali riforme del governo Renzi, e non è detto che tutti all’interno del governo e del Pd siano d’accordo.

LE IPOTESI

Qualche risposta in più si dovrebbe avere comunque già domani mattina, quando sindacati e Aran si rivedranno per discutere proprio dei due temi centrali: le risorse e le relazioni sindacali. Segno comunque, che il governo vuole fare in fretta e chiudere la trattativa in tempo per far scattare gli aumenti da marzo, come per i ministeriali. Le sigle hanno ottenuto di aprire dei tavoli separati per ogni settore: scuola, personale Afam, Università e ricerca. Sempre sul fronte degli aumenti, una delle ipotesi sarebbe quella di replicare lo schema utilizzato per l’aumento dei ministeriali. Dunque un aumento calcolato come percentuale dello stipendio a cui aggiungere, per il solo 2018, una voce «una tantum» per permettere a chi è sotto gli 85 euro di raggiungere la cifra tonda e garantire coloro che a causa degli aumenti rischiano di perdere il bonus Renzi da 80 euro. Anche il meccanismo che ha permesso ai ministeriali di far lievitare gli aumenti, ossia lo slittamento dello scatto alla busta paga di marzo, potrebbe essere replicato. Ogni mese in meno di aumento nella scuola, permetterebbe di far crescere di circa 7 euro la dote pro-capite dello scatto. Dopo l’incontro di ieri non si sono fatte attendere le reazioni dei sindacati. «Dopo la nostra ferma presa di posizione si è riaperta la trattativa per il rinnovo del contratto nel Comparto Istruzione e Ricerca», ha detto Francesco Sinopoli della Flc Cgil. «Le questioni cruciali», ha aggiunto, «sono il superamento della Legge 107 e della Legge 150, la contrattualizzazione di tutte le risorse (bonus, card docenti, premi per meriti scientifici da finalizzare essenzialmente all’incremento dei salari tabellari), governo condiviso dell’organizzazione del lavoro a partire dagli orari».
«La Cisl Scuola», ha sottolineato Lena Gissi della Cisl, «ha ribadito la necessità di affrontare le modifiche contrattuali a partire dai quattro settori (Scuola, ricerca, Università e Afam) che compongono il nuovo comparto, rispettando la specificità di ciascuno. È indispensabile programmare un calendario fitto e di merito. Più di un milione di persone aspetta da troppo tempo!». «Il riavvio della trattativa all’Aran, e la firma del contratto degli statali, fanno ben sperare di poter chiudere rapidamente», ha commentato Pino Turi della Uil. «Abbiamo chiesto», ha aggiunto, «un calendario serrato di incontri». Elvira Serafini, segretario generale Snals-Confsal, ha chiesto di «rivedere diversi aspetti della legge 107 sulla buona scuola, pur consapevole della difficoltà di smontare le norme tramite il contratto».
Andrea Bassi

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