Scuola e lavoratori contro i ‘corporativismi’

Uil Scuola e lavoratori contro i ‘corporativismi’

il testo di commento di Pino Turi alle recenti affermazioni di Anp

Turi: “I dirigenti scolastici e i docenti stiano tranquilli, la nostra è un’opera di protezione sociale e sindacale che mette la scuola al centro di tutte le scelte politiche del Paese nella piena consapevolezza della centralità del ruolo. La garanzia che quel presidio prezioso di conoscenza funzioni e funzioni bene è che deve essere nelle mani di tutti e non di pochi e deve essere gestito con regole chiare e trasparenti”. 

 

Sarà, forse, che ci troviamo in clima elettorale (elezioni politiche di marzo, rinnovo delle RSU nelle categorie del pubblico impiego), ma accade che ogni tanto qualcuno degli interlocutori (in questo caso nemmeno di prima grandezza) si deconcentri,  sveli “verità”e scarichi “veleni”. Un film già visto e rivisto. Nulla di nuovo!

In assenza di argomentazioni serie e concrete, si fa leva sul solito rigurgito corporativo che mal si concilia con i  tempi che stiamo vivendo, almeno  per chi come noi, e per la generalità delle persone che hanno   una visione chiara delle cose, molto meno per alcune burocrazie sindacali.

Un’ occasione questa, sia pure di basso profilo, al limite delle fake news che può servire, comunque, per fare chiarezza, non certo per chi si affanna in attacchi fatui che servono solo a screditare la rappresentanza sindacale, ma per ribadire a iscritti e simpatizzanti i nostri convincimenti, anche se la nostra storia personale e quella della Organizzazione che   rappresento, parlano da sole.

Sarebbe necessario un minimo di analisi  per inquadrare il momento politico e sindacale che stiamo vivendo, uno sforzo che dedico alle persone intellettualmente oneste, non certo a chi è dedito a fare dello sfascismo la sua opera giornaliera.

La crisi del mondiale del 2008, le lobby mondiali, il neo liberismo  e il pensiero unico, insomma, una ventata di liberismo spinto sulle fragili democrazie europee, ha indebolito  welfare e diritti, specie dei più deboli, quelli che godevano di una forte protezione sociale. Abbiamo assistito per molto tempo ad una rappresentazione di un modello di società fondata su un’idea di socialdemocrazia che aveva dato a scuola sanità il ruolo che, poi, è stato faticosamente portato avanti da un sistema scolastico ascensore sciale e volano di sviluppo.

Le ultime c.d. riforme si sono tutte concentrate ad azzerare quella scuola democratica di cui, tutti, ci sentiamo orgogliosamente orfani. Esiste ed è in atto il tentativo di ricondurre anche la scuola, sotto il falso mito dell’efficientismo, non a funzione dello Stato derubricandola a  servizio che deve dare conto ai clienti  e non confrontarsi con i cittadini ( a questo filosofia vanno fatti risalire  fatti di cronaca citati dai nostri detrattori).

Si tratta di capire su quale modello di scuola ci si vuole misurare, ma la cosa è troppo difficile da sostenere,  meglio criminalizzare e trovare nemici da additare e chiudersi in un recinto corporativo che porterebbe la scuola all’isolamento sociale, Questo è quello che, poi, è accaduto per avere consentito alla politica di fare ciò che ha fatto.

La realizzazione del teorema passa per l’accentramento dei poteri decisionali nelle  mani di un unico organo (il dirigente) con il contemporaneo svuotamento delle funzioni affidate ad organismi collegiali (collegio dei docenti, consiglio di istituto, assemblea del personale ATA).

La logica dei vari bonus è tutta qui! E’ l’effetto di una scuola meno democratica (decide uno solo) e meno partecipata. L’esperienza di questi anni dice questo e il personale scolastico lo conferma in ogni occasione di incontro in cui abbiamo l’opportunità di confrontarci. Ma il conflitto è di proporzioni ben più ampie.

Irrigidire i centri della decisione significa incidere, significativamente, sulla libertà di espressione dei singoli lavoratori, categoria, non è superfluo ricordarlo,  fanno parte anche i dirigenti scolastici, sulla loro capacità di sentirsi pienamente integrati nei rispettivi ambiti lavorativi. Se questo è vero per tutti i lavoratori, lo è in modo più specifico per gli insegnanti. La “loro libertà”, diritto sancito dalla Costituzione, ha un valore più intenso rispetto a tutti gli altri: gli insegnanti devono formare i cittadini di un paese, educarli, prepararli a diventare classe dirigente del domani. Le limitazioni inferte a loro si riverberano con un disastroso effetto a catena nel tempo e ricadono su tutti! Dirigenti ed ATA compresi!

Allargando l’orizzonte si rivela la dimensione del progetto per depotenziare la scuola pubblica significa ridurre la possibilità di offrire a tutti, abbienti e meno abbienti, di poter arrivare non solo ai più alti gradi dell’istruzione, ma anche a poter ambire ad un’esistenza sicura per generazioni di cittadini, ad un lavoro dignitoso e soddisfacente, a dargli la possibilità di concorrere a rivestire ruoli importanti nei futuri assetti sociali.

In ulteriore sintesi, fermare la scuola pubblica – ascensore sociale, annacquandone i contenuti significa aprire la porte alla privatizzazione e finanziare le strutture private, dunque, disegnare un nuovo ordine prima sociale, poi, economico.

Dietro alle schermaglie di natura contrattuale, si nascondono i mali più profondi di un Paese che assume direzioni, a nostro giudizio, sbagliate e la sua classe politica ha il grave torto di non spiegarle in modo chiaro e trasparente.

Bene! E’ compito di un sindacato che vuole svolgere un ruolo politico, utilizzare la leva contrattuale per orientare nuove scelte politiche, nel nostro caso, mettendo in evidenza il fallimento degli istituti relativi al c,d, merito (sic!) e al bonus della formazione.

Con le nostre coraggiose prese di posizione abbiamo messo a nudo le reali volontà di quanti, di solito, preferiscono agire nell’ombra, usano scorrettamente gli strumenti comunicativi per affermare e contrabbandare principi che vanno non solo contro gli interessi dei lavoratori della scuola, ma contro quelli dei cittadini, del Paese.

Ci siamo assunti la responsabilità anche di riportare casi, sia pure singoli, di mancanza di deontologia e correttezza, ma proprio perché i pochi possono inquinare il lavoro dei molti.   E’ più facile fare sindacato alzando veli di ipocrisia al limite dell’omertà e “mettere la polvere sotto il tappeto”( del resto quel vigile che timbrava il cartellini in mutande ha determinato ciò che tutti conosciamo), piuttosto che esercitare un pensiero libero e critico.

Non abbiamo dubbi; meglio metterci la faccia e svolgere azione politica e di proposta!

Chi vuole confrontarsi con noi lo faccia nelle sedi opportune, ci troverà sempre disponibili, ci metta, come si dice in gergo, la faccia e non si trinceri dietro gli algidi tweet o ai comunicati affidati ai professionisti della provocazione-comunicazione.

I dirigenti scolastici e i docenti stiano tranquilli, la nostra è un’opera di protezione sociale e sindacale che mette la scuola al centro di tutte le scelte politiche del Paese nella piena consapevolezza della centralità del ruolo. La garanzia che quel presidio prezioso di conoscenza funzioni e funzioni bene è che deve essere nelle mani di tutti e non di pochi e deve essere gestito con regole chiare e trasparenti.

I Dirigenti iscritti alla UIL Scuola, sono doppiamente rappresentati, godono all’interno dell’Organizzazione di ampi spazi di libertà e democrazia che esercitano attraverso un proprio Dipartimento, con propri responsabili nazionali e regionali: le scelte contrattuali e le strategie sindacali, le fanno in ampia libertà e per la tutela degli iscritti, solo condividendo un modello di scuola ben preciso che esprime un’altrettanta forte identità che proviene dalla scuola della costituzione che altri hanno abbandonato e che noi tutti insieme vogliamo fortemente rappresentare.

La democrazia ha le sue regole e noi non intendiamo sacrificarne nemmeno un grammo sull’altare di un neo efficientismo di maniera  che non giova a nessuno.

LA ‘POLPA’ DEL CONTRATTO (ED I POLLI D’ALLEVAMENTO)

LA ‘POLPA’ DEL CONTRATTO (ED I POLLI D’ALLEVAMENTO)

 

In 12 anni (e non 10) di blocco contrattuale, persino secondo gli esperti CGIL (vd. tabelle), abbiamo perso in media almeno 15.000 euro netti. Ora sappiamo che ‘a recupero’ (a chi andrà bene) ne arriveranno solo 300 (collaboratori, assistenti e docenti Infanzia e Primaria, in media, avranno meno). Sappiamo che gli aumenti del ‘contratto’ saranno persino inferiori a quelli già sottoscritti per parte del pubblico impiego (35 euro medi netti, anziché 45) e che con molta probabilità decorreranno (sempre se andrà ‘bene’) da Aprile (se non da Maggio). Del resto questo è quanto venne sottoscritto nel Novembre 2016 da Cgil, Cisl, Uil & C., a pochi giorni dal voto sul referendum (per l’effetto-annuncio di un rinnovo che stiamo ancora aspettando e che non bastò a Renzi per vincere). A fronte di una vergogna del genere, assistiamo al teatrino delle ‘trattative’ (che in realtà non possono prescindere da quanto già deciso), ai ‘fumogeni’ sulla del tutto presunta ‘contrattabilità del ‘bonus’ (modo per indorarne la pillola), all’assurdo della ‘spalmabilità’ contrattuale dei 500 euro della carta del docente (che, tassati, diventerebbero 300 netti) e ad altre amenità che coinvolgerebbero addirittura il Fondo di Istituto (già più che dimezzato da quando nacque). Alla categoria non resta che l’arma delle elezioni RSU: UNA NOSTRA LISTA IN OGNI SCUOLA CAMBIEREBBE DEL TUTTO I RAPPORTI DI FORZA, FAREBBE CROLLARE LA L. 107/15, RESTITUIREBBE LA TITOLARITÀ DI ISTITUTO, ELIMINEREBBE LA CHIAMATA DIRETTA E L’UMILIAZIONE DEL ‘BONUS’ DISCREZIONALE, RIDURREBBE IL NUMERO DI ALUNNI PER CLASSE, IMPORREBBE NUOVE ASSUNZIONI BASATE SULLE ABILITAZIONI CONSEGUITE E SUGLI ANNI DI PRECARIATO (SENZA GUERRA FRA POVERI), SGANCEREBBE LA SCUOLA DAL MONDO IMPIEGATIZIO E L’AGGANCEREBBE ALL’UNIVERSITÀ: FINALMENTE SI POTREBBE RICOMINCIARE A PRETENDERE RETRIBUZIONI EUROPEE ED UN SISTEMA PENSIONISTICO SANO ED EQUO, INVECE DI CONTINUARE A VEDER MASSACRARE SCUOLA, SANITÀ, WELFARE PER REGALARE SOLDI ALLA CASTA DEI PARTITI, AGLI SPECULATORI, ALLE BANCHE. Ma SE NON viene PRESENTATA materialmente in ogni scuola, non è possibile votarla. I sindacati ‘pronta-firma contano su questo: l’unico modo affinché restino SOLO I SOLITI NOTI, GLI UNICI A POTER FARE NELLE SCUOLE ASSEMBLEE IN ORARIO DI SERVIZIO. Così IL GIOCO si perpetuerebbe all’infinito. Occorre CAPOVOLGERE QUESTO GIOCO, FARE QUEL CHE LORO NON VOGLIONO: care colleghe e cari colleghi, NON POSSONO IMPEDIRVI DI CANDIDARVI E/O PRESENTARE E VOTARE LA LISTA UNICOBAS. Dopo il massacro della dignità dell’istruzione pubblica, NON È ACCETTABILE UN’ALTRA VITTORIA ELETTORALE DI CGIL, CISL, UIL & C. QUESTE ELEZIONI DECIDONO CHI RAPPRESENTERÀ LA SCUOLA PER 3 ANNI ALLA CONTRATTAZIONE NAZIONALE. Se così non sarà, il Paese subirà un altro duro colpo. Quale sarebbe l’immagine della scuola? Quella di insegnanti e personale Ata privi persino del coraggio DI PRESENTARE UNA LISTA NUOVA E DIVERSA NEL LORO POSTO DI LAVORO? NEL MICROCOSMO DELLA singola SCUOLA andranno a VOTARE ‘PIPPO’ CHE, COME il resto del corpo docente, NON HA AVUTO GLI ATTRIBUTI PER TENTARE IL CAMBIAMENTO E CHE, COME ‘PUPPO’ SI E’ CANDIDATO CON UNO DEI SOLITI NOTI? Qualora questo fosse il risultato, magari per quella stessa paura di esporsi che tanto viene criticata nel sistema incivile della mafia, allora la scuola perderebbe infine persino il diritto di lamentarsi, ennesimo territorio senza ratio, fra servi anemici e ‘combattenti’ da tastiera incapaci di rivendicare con dignità il proprio ruolo (un ruolo professionali centrale per il futuro del Paese). Non sarebbe paradossale, del resto, dopo tutte le denunce delle follie della L.107/15, ad onta della generale attesa delle elezioni per cambiare la politica del Paese, se s’affermasse l’incapacità (a questo punto cronica) di cambiare la rappresentanza sindacale proprio nella scuola dove si passa la maggior parte della vita per andare a votare per i sindacati di partito? Siamo ormai al bivio: o la dignità, la passione civile e la liberazione, o lo spettacolo indegno di gente che, dopo aver rivotato sempre allo stesso modo, continueranno a dire che è colpa ‘del sindacato’ (scambiando, come il solito qualunquista politicamente analfabeta, noi per loro e loro per noi).

 

Stefano d’Errico

(Segretario Nazionale dell’Unicobas)

‘Carina’ e ‘attraente’ per fare gli stage? Fedeli durissima: è inaccettabile, stiamo verificando

da La Tecnica della Scuola

‘Carina’ e ‘attraente’ per fare gli stage? Fedeli durissima: è inaccettabile, stiamo verificando

Concorso docenti 2018 abilitati, ancora niente bando. A rischio la tempistica degli altri concorsi?

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti 2018 abilitati, ancora niente bando. A rischio la tempistica degli altri concorsi?

Dirigenti scolastici e docenti delegittimati da Uil Scuola, accusa l’ANP

da La Tecnica della Scuola

Dirigenti scolastici e docenti delegittimati da Uil Scuola, accusa l’ANP

Sciopero scrutini intermedi, non ci saranno i laureati in scienze della formazione primaria nuovo ordinamento

da La Tecnica della Scuola

Sciopero scrutini intermedi, non ci saranno i laureati in scienze della formazione primaria nuovo ordinamento

Torna anche quest’anno la “Notte Nazionale del Liceo Classico”

da La Tecnica della Scuola

Torna anche quest’anno la “Notte Nazionale del Liceo Classico”

Prove Invalsi, modulo per la designazione dell’incaricato del trattamento dei dati personali

da La Tecnica della Scuola

Prove Invalsi, modulo per la designazione dell’incaricato del trattamento dei dati personali

Bonus merito: sarà contrattato anche a scuola

da La Tecnica della Scuola

Bonus merito: sarà contrattato anche a scuola