Storia, geografia, BYOD

Storia, geografia, BYOD

di Stefano Stefanel

 

Gian Antonio Stella sul Corriere della sera del 14 dicembre 2016 ha sottolineato la necessità di mettere mano alla conoscenza della storia da parte degli italiani e per raggiungere questo ambizioso obiettivo ha proposto di aumentare le ore di storia nelle scuole italiane. Beppe Severgnini sempre sul Corriere della sera del 16 dicembre 2017 ha precisato che peggio della storia è messa la geografia ed ha invitato la ministra Fedeli a dedicare la sua attenzione alla storia e alla geografia e non all’uso degli smartphone a scuola. Non passa però giorno in cui non si individuino carenza gravi nella preparazione dei nostri studenti e che qualcuno di autorevole inviti il ministero ad aumentare ore di qua o di là: più sport, matematica, inglese, italiano, storia, geografia, e via di seguito. Nessuno ovviamente dice cosa si toglie per far posto a quello che si aggiunge, così si finisce per dare per scontato che lo studente italiano debba stare a scuola cinquanta ore la settimana per undici mesi in modo che tutti i cultori delle varie discipline fondamentali siano accontentati.

Direi che il problema banalmente si può riassumere così: solo un corretto uso degli smartphone a scuola e nella vita può oggi permettere agli studenti e ai cittadini di imparare qualcosa di realmente serio in storia e geografia (e anche negli altri settori, ma qui limitiamo il campo). Le ricette che partono dall’aumento dell’orario non tengono conto del fatto, segnalato più volte da Ocse e Unione Europea, secondo cui la scuola italiana è quella che ha il maggior numero di giorni e il maggior numero di ore d’Europa (se non è prima è seconda, in base a come si conta, ma siamo lì). Detto in soldoni: tanta scuola, modesti risultati. E questo è un problem solving in cui nessuno pare intenzionato ad addentrarsi.

Il problema non è che facciamo poco, ma che facciamo troppo e male. E d’altronde come è possibile che il sistema scolastico italiano sia considerato tra i peggiori del mondo e però tutte le scuole italiane siano buone (trovate – se siete capaci – un genitore o un insegnante o un dirigente che dica che la sua è una scuola pessima)?

Il problema è inverso rispetto a quello segnalato da Stella e Severgnini: non servono più ore, ma servono ore fatte meglio. E serve l’uso corretto dei dispositivi multimediali (smartphone inclusi) perché pensare che i ragazzi di oggi studino e imparino solo sui libri è pura fantascienza. Inoltre servono la geostoria e la geopolitica e dunque non materie rigide con ore aumentate che porterebbero solo a folli orari che si allungano in un tempo pieno insostenibile, ma la capacità e la competenza per uscire dall’enciclopedismo delle classi di concorso ed entrare nel sapere che connette le conoscenze dentro un sistema di rapporti e non di nozioni. Servono competenze per connettere tra loro i saperi, non ulteriori eccessi di disciplinarismo.

Quindi studio della storia, della geografia e del resto con la consapevolezza che il web è un aiuto non un problema. Sennò l’ignoranza aumenter,à perché – come ha ben detto Edgar Morin – solo le teste “ben fatte” riescono a fronteggiare le terribili teste “ben piene”. Piene magari solo di stupidaggini o revisionismi.

Il decalogo ministeriale “Dieci punti per l’uso dei dispositivi multimediali a scuola – BOYD Bring Your On Device” è una buona cosa che permette di ragionare con attenzione sulle opportunità e cominciare ad analizzare seriamente problemi e pericoli. Nel decalogo come nel documento ci possono essere delle cose che non convincono e qualche idea può sembrare eccessiva o obsoleta, ma il documento mostra come la strada intrapresa è senza ritorno. Questa strada non vuole far vendere più dispositivi o cancellare i libri di testo, ma mettere la scuola davanti a cambiamenti che non possono essere valutati con un’alzata di spalle. Nessuna Università, nessun Centro di Ricerca, nessun momento di analisi sulla e della storia o sulla e della geografia prescinde dai dispositivi multimediali e da un’analisi comparata di testi scritti e documenti e dati ricercati sul web. Anche perché nessuno ormai se vuole sapere quando è nato Napoleone lo cerca su un libro se ha uno smartphone a portata di mano e nessuno se vuol conoscere una distanza stradale se la calcola da solo, così come nessuno se vuol sapere chi comanda di Kazakistan o vedere dove sta il Ciad tira fuori giornali o carte geografiche.

Siamo dentro un mondo che cambia con strumenti che stanno rivoluzionando la mappa concettuale del sapere. Ci vogliono competenze migliori per selezionare dati necessari a capire il passato e comprendere il presente. E bisogna dividere la retorica delle invettive di coloro che ritengono che aggiungendo ore alla scuola le conoscenze degli individui migliorino di per sé, dalla seria ricerca pedagogica che inserisce lo studente nel mondo in cui vive qui e oggi.

Tecnologie e valutazione sommativa

Tecnologie e valutazione sommativa: quali scenari nella scuola italiana?

Di quali strumenti tecnologici il docente dispone oggi per procedere alla valutazione sommativa in presenza?

Come individuarli, adattarli alla propria prassi didattica e impiegarli nel pieno rispetto delle criticità connesse all’intero processo valutativo?

Il problema, da insegnante di Matematica di Liceo, mi si è presentato una dozzina di anni fa, allorché nella mia scuola si pensò di somministrare questionari di soddisfazione automatizzati a studenti e famiglie, nell’ambito del progetto Qualità.

Mi sono cimentato con lo sviluppo di uno strumento per gestire Test in presenza nei laboratori dell’istituto: uno strumento di semplice utilizzo, di immediata comprensione nelle sue funzionalità di base, per docenti e studenti, in grado di rispondere ai requisiti di sicurezza imposti dalla ufficialità dei dati acquisiti.

Come prevedibile, la condivisione d’uso con i colleghi ha rapidamente fatto virare il progetto verso i Test disciplinari, coinvolgendo, a cerchi concentrici, la mia materia, quelle “di indirizzo” e, via via, tutte le altre.

eTutor, questo il nome del software, si è imposto alla attenzione di due case editrici, Loescher e De Agostini Scuola, che lo hanno impiegato nello sviluppo di alcuni loro contenuti autoriali e pubblicizzato in molti incontri formativi a supporto delle adozioni.

Dai desiderata di centinaia di colleghi, il progetto si è quindi arricchito ed esteso, assumendo i contorni di una sorta di “media nazionale” delle consuetudini valutative.

Oggi, terminate le collaborazioni con gli editori, eTutor si imbatte nelle stesse problematiche, criticità ed esigenze delle sue origini.

 

Le diverse piattaforme WEB di allenamento messe a disposizione da tutti gli editori scolastici (quantunque performanti), sono progettate per la formazione a distanza e mirate alla adozione dei libri di testo.

L’aspetto valutativo di questi strumenti, quindi, è essenzialmente di tipo formativo e promozionale.

Il docente assegna l’esercitazione con il solo scopo di condurre lo studente ad un auto-apprendimento, più o meno mediato dalla costruzione di un percorso personalizzato, sui contenuti pubblicati dall’editore (di norma accessibili solo in caso di adozione).

Proprio l’aspetto della valutazione sommativa in presenza risulta fortemente trascurato, impattando da una parte con l’obsolescenza delle dotazioni scolastiche, dall’altra con la necessità per il docente di adattare facilmente i Test al proprio linguaggio e ai propri standard didattici.

Le scelte commerciali degli editori, inoltre, spesso non assicurano la continuità di formati e materiali.

Anche il solo cambio di edizione del testo in adozione può comportare, per il docente, la improvvisa inutilizzabilità di contenuti e strumenti fino ad allora impiegati.

Esistono, altresì, software liberi e commerciali per la valutazione in laboratorio.

Per i primi, la complessità di installazione ed uso, rapportata alla carenza di personale tecnico della scuola e alle competenze medie dei docenti, costituisce spesso un freno importante alla loro inclusione nella prassi didattica.

I software liberi, inoltre, posseggono spesso funzionalità (gestione parametri di valutazione, tempi differenziati per gli allievi DSA, ecc..) non conformi alla realtà scolastica italiana, poiché progettati e realizzati in contesti didattici molto differenti (soprattutto USA).

Gli strumenti di valutazione proprietari, più efficienti e dedicati, sono meno diffusi e appannaggio dei laboratori linguistici o aule mobili.

La loro commercializzazione è affidata ai distributori di prodotti hardware e non gode mai di una adeguata assistenza formativa per il docente, in grado di guidarlo in tutte le fasi del processo valutativo (generazione Test, somministrazione, adattamento dei parametri valutativi al contesto, comunicazione esito), affrontandone e dirimendone le criticità.

Si può ragionevolmente affermare (anche se di statistiche ufficiali non ne esistono) che la quasi totalità dei docenti, oggi, non utilizza alcuno strumento tecnologico per la somministrazione dei Test sommativi, costretto ancora alla gestione cartacea, l’unica sicura ed affidabile.

Il sistema eTutor ha l’ambizione di colmare questo vuoto e di condurre i docenti all’uso di un metodo finalmente innovativo e stabile per la valutazione sommativa.

Un’applicazione multipiattaforma efficiente, sicura, di facile utilizzo, completa e flessibile, per agevolare la somministrazione in classe dei Test personali, tanto nei laboratori più obsoleti quanto nelle aule mobili più sofisticate (2.0, 3.0 ecc…), costituisce solo il primo passo dell’esperienza, il cui fine corrisponde a una costituenda comunità di pratica.

Comunità pensata come realtà libera, indipendente da qualsiasi obbligo editorial-adozionale, mirata alla condivisione gratuita dei Test di apprendimento e di uno standard compositivo che garantisca continuità; un ponte tra le tante esperienze sviluppate da insegnanti che, come me, ricorrono regolarmente ai Test strutturati, con metodi tecnologici e non.

Una sfida aperta, dunque, indirizzata a un’esigenza fortemente sentita dal docente di oggi, ma ancora troppo trascurata dagli attori che gravitano nel mondo degli strumenti didattici.

 

Nicolò Blunda

Docente di Matematica all’IIS Aldo Moro di Rivarolo Canavese (TO) e responsabile progetti didattici di EpsilonSoft.

 

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info@epsilonsoft.it

 

Un codice etico per i professori: “Niente sms né chat con gli alunni”

da La Stampa

Un codice etico per i professori: “Niente sms né chat con gli alunni”

La proposta dei presidi dopo gli abusi al liceo Massimo di Roma Vietati anche i social, gli insegnanti rischiano fino al licenziamento
flavia amabile
roma

Le molestie a scuola vanno condannate senza alcun dubbio. Ma che cosa si fa quando i rapporti tra professori e alunni escono fuori dalla sfera scolastica? Come ci si regola? In questi giorni è in corso all’Aran (l’agenzia che rappresenta gli enti pubblici nella contrattazione collettiva) la trattativa per il rinnovo del contratto dei docenti. Una delle ipotesi circolate negli incontri della settimana scorsa riguarda proprio la necessità di dare regole sull’uso delle chat e dei social nei rapporti tra studenti e insegnanti. Secondo l’Aran, devono essere introdotti divieti veri e propri, con pesanti sanzioni disciplinari per chi non li rispetta. Una possibilità che ha scatenato le proteste delle organizzazioni sindacali ma che invece incontra il favore del mondo dei presidi.

Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, ad esempio, chiede l’introduzione di «un codice deontologico» spiegando di non riferirsi a un documento che «deve surrogare le regole nei numerosi codici» ma di pensare a un documento che delinei «i parametri organizzativi della governance» e «le direttrici etico-professionali» che si intende seguire nella scuola unite all’adozione di un «trasparente sistema di valutazione del contesto scolastico». Il dibattito a questo punto è aperto. La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha avvertito che «chi viene giudicato colpevole, dopo il procedimento disciplinare, sarà comunque licenziato». Una norma in questo senso dovrebbe essere inserita nel nuovo contratto per la scuola.

Ma il primo a esprimere dubbi di fronte a una condanna immediata è il ministro della Giustizia Andrea Orlando. La sua è una «perplessità sotto il profilo costituzionale» sulla possibilità di licenziare i professori accusati di molestie, «almeno in assenza di una condanna di primo grado». Quello delle molestie, ha spiegato, «è un reato particolarmente infamante che se non fosse fondato segnerebbe una persona per tutta la vita. Cautela chiede anche Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl scuola: «Centinaia di migliaia di insegnanti ogni giorno svolgono con competenza, serietà, generosità e passione il proprio lavoro: sono loro per primi a non tollerare comportamenti incompatibili con il compito di istruire ed educare le giovani generazioni. Per atti che comunque rappresentano rare eccezioni non ci può essere tolleranza né indulgenza». Tuttavia, severità e prudenza dovrebbero procedere di pari passo visto che «non sono mancati purtroppo casi di linciaggio mediatico rivelatisi poi privi di alcun fondamento».

In ogni caso, per la sindacalista, affrontare il tema delle sanzioni disciplinari nel contratto «significa definire un quadro di garanzie per tutti». Contrario, invece, a un codice etico si dice Francesco Sinopoli della Flc-Cgil perché «si interviene dall’alto nel punto più delicato della didattica che lega ogni docente ai suoi studenti: il rapporto umano e professionale che richiede la fiducia, la credibilità e la responsabilità. Nessuno può dire come dev’essere, quali limiti debba avere, con quale vocabolario e con quale sintassi si debba parlare. Esiste già un’etica, una deontologia, che derivano dalla prassi quotidiana dell’insegnamento. Poi, se emergono casi estremi, ci pensa il Codice penale. E da questo punto di vista, sostengo da tempo che gli studenti debbano anche imparare il coraggio di denunciare atti contrari al rispetto della loro persona, prima ancora del Codice».

Diplomati magistrale, la ministra Fedeli “non ne vuole parlare”

da La Tecnica della Scuola

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Concorso docenti 2018 abilitati, altra fumata nera. Quando sarà pubblicato il bando?

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti 2018 abilitati, altra fumata nera. Quando sarà pubblicato il bando?

Bonus merito, i sindacati non hanno diritto all’accesso ai dati per singolo dipendente

da La Tecnica della Scuola

Bonus merito, i sindacati non hanno diritto all’accesso ai dati per singolo dipendente

Iscrizioni online 2018 scuole superiori: tempi e modalità, ammissione e tutto quello che c’è da sapere

da Tuttoscuola

Iscrizioni online 2018 scuole superiori: tempi e modalità, ammissione e tutto quello che c’è da sapere

Le iscrizioni alle scuole statali di ogni ordine e grado si effettuano dallo scorso 16 gennaio 2018 fino al prossimo al 6 febbraio 2018.
Anche per gli istituti d’istruzione secondaria di II grado le iscrizioni si effettuano on line, secondo modalità definite dalla circolare ministeriale, per tutte le classi iniziali.

Per gli studenti in fase di preadozione, l’iscrizione non viene effettuata on line ma è effettuata dalla famiglia affidataria direttamente presso l’istituzione scolastica prescelta.

Sono escluse dalla modalità d’iscrizione on line le classi terze dei licei artistici e degli istituti tecnici e professionali, e il percorso di specializzazione per “Enotecnico” degli istituti tecnici del settore tecnologico a indirizzo “Agraria, agroalimentare e agroindustria”, articolazione “Viticoltura ed enologia”.

Oltre alle scuole statali, le iscrizioni alle classi iniziali dei corsi di studio delle istituzioni scolastiche paritarie si possono effettuare on line esclusivamente per le scuole paritarie che aderiscono alla modalità telematica, in quanto la loro partecipazione al sistema “Iscrizioni on line” è facoltativa.

Nella scelta della scuola i genitori possono avvalersi, senza alcun obbligo, del “consiglio orientativo” espresso dal Consiglio di classe per tutti gli studenti della terza classe di scuola secondaria di primo grado e reso noto ai genitori degli studenti al termine del primo quadrimestre e, comunque, in tempo utile per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado.

Per aiutare le famiglie a iscrivere i propri figli alla scuola dell’Infanzia, Primaria, e Secondaria di I e II grado, Tuttoscuola ha elaborato una guida scaricabile gratuitamente in formato pdf dal titolo “Iscrizioni a scuola 2018/19, la guida per le famiglie“.

Iscrizioni online 2018: cosa bisogna fare per attivarle?

Innanzitutto i genitori devono registrarsi, accedendo al servizio “Iscrizioni on line”, disponibile sul portale del MIUR (www.istruzione.it), utilizzando le credenziali fornite tramite la registrazione.
Coloro che sono in possesso di un’identità digitale (SPID) possono accedere al servizio utilizzando le credenziali del proprio gestore.
Dalle ore 9:00 del 9 gennaio 2018 scorso è possibile avviare la fase della registrazione sul sito web www.iscrizioni.istruzione.it.
L’iscrizione vera e propria viene dopo la registrazione.

All’atto dell’iscrizione, i genitori rendono le informazioni relative allo studente per il quale è richiesta l’iscrizione (codice fiscale, nome e cognome, data di nascita, residenza, etc.) ed esprimono le loro preferenze in merito all’offerta formativa proposta dalla scuola prescelta.
Le segreterie delle scuole offrono un servizio di supporto alle famiglie prive di strumentazione informatica.
I genitori possono presentare una sola domanda di iscrizione, ma possono anche indicare un secondo o terzo istituto a cui indirizzare la domanda nel caso in cui l’istituzione di prima scelta non abbia disponibilità di posti.
Il sistema di iscrizioni on line comunica di aver inoltrato la domanda di iscrizione verso gli istituti scolastici indicati in subordine. L’accoglimento della domanda di iscrizione da parte di una delle istituzioni scolastiche indicate nel modulo on line rende inefficaci le altre opzioni.

Le domande di iscrizione on line possono essere presentate dalle ore 8:00 del 16 gennaio 2018 scorso alle ore 20:00 del 6 febbraio 2018 prossimo.

Il sistema “Iscrizioni on line” avvisa in tempo reale, a mezzo posta elettronica, dell’avvenuta registrazione o delle variazioni di stato della domanda. I genitori possono comunque seguire l’iter della domanda inoltrata attraverso una funzione web.
Attenzione!
Dopo la scadenza del termine finale del 6 febbraio 2018, per eccezionali motivi debitamente documentati, la domanda di iscrizione può essere presentata direttamente alla scuola prescelta, tenendo informato il competente Ufficio scolastico territoriale, che, in ipotesi di motivato diniego da parte della scuola e sentiti i genitori, provvede a indirizzare la richiesta verso altra istituzione scolastica.

Per sapere di più sulla registrazione online clicca qui 

Iscrizioni online 2018: l’ammissione

In caso di eccedenza del numero di domande in base ai posti disponibili, la precedenza di iscrizione tiene conto dei criteri stabiliti da ogni istituto e resi pubblici prima del termine delle iscrizioni con affissione all’albo della scuola, con pubblicazione sul sito web dell’istituzione scolastica e, per le iscrizioni on line, in apposita sezione del modulo di iscrizione opportunamente personalizzato dalla scuola.
Qualora, in base ai criteri di precedenza deliberati dal consiglio di istituto, si verifichi un’eccedenza di domande rispetto ai posti disponibili nella scuola di prima scelta, le domande non accolte vengono indirizzate verso altri istituti. In questo caso, il sistema “Iscrizioni on line” comunica ai genitori, a mezzo posta elettronica, di aver inoltrato la domanda di iscrizione all’istituto indicato in subordine. L’accoglimento della domanda di iscrizione da parte di una delle istituzioni scolastiche indicate nel modulo on line rende inefficaci le altre opzioni.
Il sistema “Iscrizioni on line” comunica, via posta elettronica, l’accettazione definitiva della domanda da parte di una delle scuole indicate.
Non può essere data priorità alle domande di iscrizione in ragione della data di invio delle stesse.
Al fine di garantire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione nel primo biennio della secondaria di II grado, i genitori che intendono avvalersi dell’istruzione parentale presentano comunicazione preventiva direttamente alla scuola del territorio di residenza, dimostrando di possedere le competenze tecniche e i mezzi materiali per provvedere all’istruzione dello studente.
Sulla base di tale dichiarazione, il dirigente dell’istituzione scolastica prende atto che l’assolvimento dell’obbligo di istruzione viene effettuato mediante l’istruzione parentale, comunicando altresì ai genitori che, annualmente, lo studente dovrà sostenere il prescritto esame di idoneità.
Per gli studenti regolarmente iscritti che attualmente frequentano la scuola i genitori non devono ripresentare domanda di iscrizione, in quanto – fatta salva diversa decisione delle famiglie – la loro iscrizione è confermata d’ufficio.

Date prove Invalsi 2018: il calendario

da Tuttoscuola

Date prove Invalsi 2018: il calendario

Avviate le procedure per la realizzazione delle prove Invalsi 2018. Per la scuola primaria lo svolgimento delle prove Invalsi 2018, che verranno somministrate con i tradizionali fascicoli cartacei, si articolerà secondo il seguente calendario:

3 maggio 2018: prova d’Inglese (V primaria);
9 maggio 2018: prova di Italiano (II e V primaria) e prova preliminare di lettura (quest’anno, la prova di lettura è svolta solo dalle classi campione della II primaria);
11 maggio 2018: prova di Matematica (II e V primaria).

Le prove Invalsi 2018 CBT (terza media e le seconde classi delle scuole superiori) si svolgono al computer, interamente on line e in più sessioni organizzate autonomamente dalle scuole, a eccezione delle classi campione in cui le prove Invalsi 2018 sono somministrate, sempre CBT, in una data precisa indicata dall’Invalsi, nei primi giorni dell’arco temporale previsto.

Per la scuola secondaria le prove Invalsi 2018 computer based (CBT) si svolgeranno secondo il seguente calendario:

• le classi III della scuola secondaria di primo grado sostengono le prove di Italiano, Matematica e Inglese in un arco di giorni, indicati dall’Invalsi, tra il 04 aprile 2018 e il 21 aprile 2018;
• le classi II della scuola secondaria di secondo grado sostengono le prove di Italiano e Matematica, comprensive anche del questionario studente, in un arco di giorni, indicati da INVALSI, tra il 07 maggio 2018 e il 19 maggio 2018.

Entro il 31 gennaio 2018 l’Invalsi rende disponibile sul proprio sito esempi di prove per la classe V primaria (prova d’Inglese) e di prove CBT per la classe III della scuola secondaria di primo grado (Italiano, Matematica e Inglese) e per la classe II della scuola secondaria di secondo grado (Italiano, Matematica).

Poiché una buona riuscita dell’operazione è legata anche ad aspetti di tipo organizzativo, l’Invalsi predisporrà e renderà disponibile sul sito dell’Istituto il protocollo di somministrazione, i cui tratti essenziali sono sintetizzati nell’Allegato tecnico. Come negli anni passati, un’attenzione particolare va dedicata al rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali.

Entro il 30 novembre 2017 l’Invalsi invia:

• alle scuole secondarie di primo grado (classi III) una nota specifica relativamente al trattamento dei dati connessi allo svolgimento della prova Invalsi, che costituisce requisito di ammissione all’esame di Stato e una nota tecnica legata agli aspetti informatici e organizzativi per lo svolgimento delle prove Invalsi 2018;
• alle scuole secondarie di secondo grado (classi II) una nota tecnica legata agli aspetti informatici e organizzativi per lo svolgimento delle prove Invalsi 2018. Come di consueto per dar corso alle procedure connesse con le prove è necessario iscriversi, a partire dalle ore 15.00 del 10 ottobre 2017 ed entro le ore 16.30 del 31 ottobre 2017, seguendo le indicazioni fornite sul sito dell’INVALSI.

Ricordiamo che il D. Lgs. 62/2017, seguito dai due Decreti Ministeriali attuativi – i DD.MM. n. 741 e n. 742  introduce novità rilevanti sulle prove Invalsi che possono essere riassunte come segue:

1. V primaria: prova d’Inglese.
La prova riguarda le competenze ricettive (comprensione della lettura e dell’ascolto) riferita al livello A1 del QCER (Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue) in coerenza con le Indicazioni nazionali;

2. III secondaria di primo grado: prove somministrate tramite computer (CBT – computer based testing) di Italiano, Matematica e Inglese

Più in dettaglio le principali novità delle prove Invalsi 2018 per la III secondaria di primo grado sono le seguenti:
a. lo svolgimento delle prove avviene nel mese di aprile in un arco temporale indicato dall’Invalsi entro il 28 febbraio 2018. All’interno di questo arco temporale la scuola può organizzare la somministrazione a propria discrezione, a eccezione delle classi campione (comunicate dall’Invalsi entro il 28 febbraio 2018) in cui le prove si svolgono secondo un calendario prefissato;

b. le prove si svolgono interamente on line e la piattaforma di somministrazione opera sui principali sistemi operativi;

c. la prova d’Inglese riguarda le competenze ricettive (comprensione della lettura e dell’ascolto) ed è sviluppata in coerenza con le Indicazioni nazional.

3. le prove Invalsi e lo svolgimento delle azioni a esse connesse costituiscono attività ordinaria d’istituto

Inoltre, anche le prove Invalsi 2018 (Italiano e Matematica) per la II classe della scuola secondaria di secondo grado sono somministrate on line tramite computer.

Per ogni scuola è stata fornita una misura del cosiddetto “effetto scuola” (o valore aggiunto) che consente di osservare i risultati conseguiti dagli allievi nelle prove Invalsi 2017 corrette per tener conto di fattori che non dipendono dall’azione didattica della scuola come il livello socio-economico delle famiglie e la preparazione che gli alunni avevano prima di entrare a scuola, o in un determinato ordine o grado di scuola. Infine, entro i primi mesi del 2018 per le classi V primaria, III secondaria di primo grado saranno forniti i risultati delle prove Invalsi 2017 in termini di descrizione dei livelli di competenza degli allievi per ciascuno dei 5 livelli di esito da quest’anno, individuati dall’Invalsi.

Queste novità contribuiscono, complessivamente, a evidenziare ancora di più la funzione di servizio alle scuole che l’Istituto mira a perseguire, oltre che fornire dati attendibili sul sistema scolastico in relazione alle prove.

Viaggio della Memoria

Viaggio della Memoria, dal 21 al 23 gennaio oltre 100 studentesse e studenti ad Auschwitz per commemorare le vittime della Shoah. Ad accompagnarli la Ministra Fedeli, la Presidente dell’UCEI Di Segni e il Vice Presidente del CSM Legnini

Si rinnova anche quest’anno l’ormai tradizionale Viaggio della Memoria che porterà ad Auschwitz, da domenica 21 gennaio, fino a martedì 23, oltre 100 studentesse e studenti delle scuole secondarie di II grado. Un’occasione che vuole permettere alle ragazze e ai ragazzi di fare un’esperienza didattica significativa: conoscere i luoghi che hanno segnato la storia e ascoltare la testimonianza delle sorelle Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute alla Shoah. Il viaggio è organizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con la collaborazione dell’UCEI, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Ad accompagnare le alunne e gli alunni sarà la Ministra Valeria Fedeli, insieme a Noemi Di Segni, Presidente dell’UCEI, a Giovanni Legnini, Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, e al prof. Marcello Pezzetti, Direttore del Museo della Shoah di Roma. Le studentesse e gli studenti provengono da istituti di varie parti d’Italia e sono stati selezionati per i progetti realizzati a scuola sul tema della Shoah. Nella tre giorni di viaggio, avranno tra l’altro l’opportunità di visitare il campo di Auschwitz-Birkenau, il ghetto istituito dai nazisti nel 1941 nel quartiere Podgorze, i resti del Krematorium II e del campo femminile di Birkenau, l’antico quartiere di Kazimierz e la Sinagoga Tempel, dove sarà rinnovato il Protocollo d’Intesa MIUR-UCEI per promuovere percorsi didattici sulla memoria della Shoah.

Il MIUR quest’anno ha predisposto un Piano di attività che è stato lanciato nei giorni scorsi dalla Ministra Fedeli, in vista del Giorno della Memoria, che si celebrerà il 27 gennaio prossimo e che attraverserà tutto il 2018 con un’attenzione particolare alla ricorrenza degli 80 anni dall’emanazione delle leggi razziali.


Viaggio della Memoria, rinnovata
intesa MIUR-Unione delle Comunità Ebraiche

Circolare congiunta con il Consiglio Superiore della Magistratura per l’inaugurazione dell’anno giudiziario

Fedeli: “Bisogna imparare a riconoscere il male per debellarlo”

Rinnovata l’intesa fra Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) per la memoria e la didattica della Shoah nelle scuole italiane. La firma è stata apposta il 21 gennaio, a Cracovia, nella sinagoga di Tempel, dalla Ministra Valeria Fedeli e dalla Presidente dell’UCEI Noemi Di Segni. “Si tratta di un’intesa che rinnoviamo con convinzione – ha spiegato Fedeli – e che quest’anno metterà a disposizione delle scuole seminari, materiali, iniziative e anche un portale dedicato alla pubblicazione di buone pratiche e supporti didattici per l’educazione su questi temi. Il MIUR invierà poi alle scuole un documento molto importante: apposite Linee guida per la didattica della Shoah, pensate per supportare le e i docenti nella trasmissione di una memoria che va esercitata attivamente, in maniera costante e responsabile, per far sì che nel presente non si ripropongano più attentati ai diritti e alla dignità della persona umana”.

Sempre il 21 gennaio è stata firmata anche la circolare congiunta fra il MIUR e il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), rappresentato dal Vice Presidente Giovanni Legnini, per la “Promozione delle attività di sensibilizzazione e formazione nelle scuole sui temi di studio e ricerca della Shoah” in collaborazione con i magistrati italiani. “La collaborazione tra diversi soggetti educativi e istituzionali è di significativa importanza per trasmettere alle giovani generazioni l’importanza della Memoria della Shoah e per dare un segnale forte riguardo alla necessità sempre attuale di contrastare ogni genere di discriminazione fondata sull’etnia e sulla religione”, spiega la circolare che è la prima di questo tipo mai siglata tra MIUR e CSM. “Sostenere la scuola nella formazione di cittadine e cittadini attivi e partecipi, consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri, diffondere i valori della Costituzione, sono gli obiettivi e i temi che si ritiene prioritario proporre per l’anno scolastico 2017/2018”. MIUR e CSM annunciano poi alle scuole che nell’apertura del prossimo Anno giudiziario presso le Corti d’Appello saranno coinvolte le scuole, le studentesse e gli studenti “proprio nel momento solenne di resoconto e presentazione del lavoro delle Corti e degli Uffici del Distretto ai magistrati, agli avvocati, alle altre istituzioni ed ai cittadini”.

Le due firme sono state apposte nel corso dell’annuale Viaggio della Memoria organizzato dal MIUR con oltre cento studentesse e studenti provenienti da tutta Italia. Fra questi, le ragazze e i ragazzi di Norcia, la cui scuola è stata danneggiata dal terremoto, una piccola delegazione della scuola secondaria di I grado di Sant’Anna di Stazzema, che sorge nel luogo che fu teatro della strage, e le studentesse e gli studenti delle scuole premiate per progetti legati alla memoria della Shoah in arrivo da Novara, Bologna, Roma, Vibo Valentia e Maratea. La sopravvissuta Andra Bucci ha messo a disposizione la sua testimonianza. Presenti anche rappresentanti di Rom, Sinti e Camminanti.

“Ogni anno il Miur organizza questo Viaggio per non dimenticare, un momento di incontro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi con la storia, sui luoghi dove la storia si è verificata – ha detto la Ministra Fedeli -. Quest’anno avremo un  programma di iniziative per tutto l’anno perché non è solo per un giorno che dobbiamo ricordare”. Un programma rafforzato anche in occasione di due importanti ricorrenze: i 70 anni della nostra Costituzione e gli 80 anni dall’emanazione delle leggi razziali.

“L’Olocausto – ha ricordato la Ministra alle ragazze e ai ragazzi che partecipano al viaggio – non è il risultato di una follia, dell’irrazionalità di singoli individui. Quella terribile fabbrica della morte si alimentava delle volontà e delle azioni di donne e uomini comuni che supportavano l’ideologia nazista. Donne e uomini comuni come potremmo essere noi qui oggi adesso. Non siamo immuni dal male e dobbiamo saperlo”.