Più competenze nelle lingue, collaborazione, studenti motivati: il 90% dei prof entusiasta di Erasmus

da Il Sole 24 Ore 

Più competenze nelle lingue, collaborazione, studenti motivati: il 90% dei prof entusiasta di Erasmus

di Alessia Tripodi

Grazie a Erasmus oltre il 90% dei docenti ha acquisito nuove competenze, migliorato le proprie capacità relazionali, con effetti anche sulla crescita personale. Oltre il 90%, poi, dichiara un miglioramento nella conoscenza delle lingue e dei nuovi metodi di insegnamento, fattori che si traducono anche in un migliori risultati scolastici per gli studenti. Gli effetti positivi si estendono anche alla scuola nel suo complesso, che diventa più aperta al territorio e al mondo del lavoro. Sono i dati contenuti in un nuovo studio sull’impatto di Erasmus sulla scuola, realizzato dall’agenzia Erasmus+ Indire con l’istituto Piepoli. L’indagine è stata condotta su 203 docenti delle primarie e secondarie che hanno partecipato una mobilità per formazione in servizio e 201 colleghi senza esperienza di mobilità all’estero.

Esperienze positive
Con Erasmus+ i docenti hanno l’opportunità di trascorrere dei periodi all’estero per frequentare corsi di formazione e aggiornamento, oppure insegnare o fare jobshadowing, cioè osservare il lavoro dei colleghi stranieri nelle scuole partner, cambiare esperienze e buone pratiche didattiche. Secondo i dati, il 97% di chi è partito dichiara che il periodo di mobilità all’estero ha soddisfatto le proprie aspettative: il 96% ha migliorato le competenze linguistiche, il 28% ha appreso metodologie di insegnamento diverse, il 17% ha apprezzato il confronto con docenti stranieri. Risultano migliorate, poi, le soft skills, ovvero le competenze relazionali con le altre persone, mentre dal punto di vista della didattica i docenti imparano a utilizzare approcci meno frontali e più inclusivi e coinvolgenti per gli studenti, con più più tempo dedicato ad attività concrete come, per esempio, i laboratori. Non ultimo, infine, l’aspetto hi-tech: dopo l’esperienza all’estero i prof risultano più abili nell’utilizzo del Web e, in generale, delle teccnologie dell’informazione e della comunicazione.

Impatto anche su studenti e scuola
Se l’insegnante torna più motivato e con nuove (e migliorate) competenze, ci saranno benefici concreti anche per gli studenti. E infatti lo studio registra anche per i ragazzi una crescita delle competenze relazionali, linguistiche e tecnologiche , che si riflette in una aumentata motivazione allo studio e in un miglioramento dei risultati. Un’onda positiva che coinvolge anche la scuola nel suo complesso. Cresce, infatti, la collaborazione tra i docenti, l’istituto si apre al territorio (enti locali, associazioni, università e centri culturali) e al mercato del lavoro, nascono reti di collaborazione internazionale con altri istituti che aumentano l’attrattività della scuola.

Vaccini, entro il 30 aprile 2018, i presidi dovranno trasmettere la documentazione all’Asl

da Il Sole 24 Ore 

Vaccini, entro il 30 aprile 2018, i presidi dovranno trasmettere la documentazione all’Asl

di Franco Portelli

Il Miur ha trasmesso la circolare 467 del 27 febbraio 2018 che contiene le indicazioni operative relative agli adempimenti per i vaccini. Gli adempimenti sono diversi a seconda che si tratti dell’anno scolastico in corso o del prossimo (2018/19). Si tratta di azioni dirette alla prevenzione, al contenimento e alla riduzione dei rischi per la salute pubblica, già previste dal Dl 73 del 7 giugno 2017, convertito con modificazioni dalla legge 119 del 31 luglio 2017.

Compiti delle singole istituzioni scolastiche
Le scuole hanno già avviato l’attività di acquisizione della documentazione relativa all’obbligo vaccinale, finalizzata a segnalare alla Asl territoriale di competenza l’eventuale mancata presentazione di questa documentazione. Le famiglie hanno potuto provvedere a questo adempimento anche attraverso la dichiarazione sostituiva. Entro il 10 marzo 2018, le famiglie che hanno presentato la dichiarazione sostitutiva, devono presentare alle scuole la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie (copia del libretto delle vaccinazioni timbrato dal competente servizio della Asl o il relativo certificato). Chi aveva richiesto alla Asl di effettuare le vaccinazioni non ancora somministrate, nel caso in cui ai minori non siano ancora state erogate tutte le vaccinazioni obbligatorie, deve dare prova, con documentazione rilasciata dall’Azienda sanitaria locale, di aver presentato la richiesta di effettuazione delle vaccinazioni e che la somministrazione di queste ultime sia stata fissata successivamente alla predetta data. Nelle regioni e province autonome che hanno scelto di avvalersi della procedura semplificata, le famiglie non dovranno presentare la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie ovvero l’avvenuta prenotazione delle vaccinazioni non ancora effettuate.

Scadenze e adempimenti
I dirigenti scolastici devono aver inviato l’elenco degli iscritti entro il 2 marzo 2018. Le Aziende sanitarie locali, entro il 10 marzo 2018, restituiranno gli stessi elenchi completandoli, ove necessario, con le diciture: «Non in regola con gli obblighi vaccinali», «non ricade nelle condizioni di esonero, omissione o differimento», «non ha presentato formale richiesta di vaccinazione». I dirigenti scolastici, in questi casi, devono invitare le famiglie a depositare, entro dieci giorni dalla ricezione della comunicazione, la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni ovvero l’esonero, l’omissione o il differimento delle stesse o la presentazione della formale richiesta di vaccinazione all’azienda sanitaria locale. Entro il 30 aprile 2018, i dirigenti scolastici trasmetteranno la documentazione ovvero comunicheranno l’eventuale mancato deposito, alla Azienda sanitaria locale.

Adempimenti per il 2018/2019
All’atto del perfezionamento dell’iscrizione del minore i dirigenti scolastici provvederanno a richiedere ai genitori/tutori/affidatari la presentazione della documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie ovvero l’esonero, l’omissione o il differimento delle stesse, o la formale richiesta di vaccinazione all’Azienda sanitaria locale territorialmente competente, che eseguirà le vaccinazioni obbligatorie entro la fine dell’anno scolastico o la conclusione del calendario annuale. La documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni potrà essere sostituita dalla dichiarazione; in tale caso, la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni dovrà essere presentata entro il 10 luglio 2018. Per i casi in cui la procedura di iscrizione avviene d’ufficio la documentazione dovrà essere presentata entro il 10 luglio 2018, senza preventiva presentazione di una dichiarazione. La mancata presentazione della documentazione nei termini indicati, è segnalata, entro i successivi dieci giorni, dai dirigenti scolastici e dai responsabili all’Azienda sanitaria locale. Si tratta di adempimenti importanti perché per i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, incluse quelle private non paritarie, la presentazione della documentazione costituisce requisito di accesso.

Cosa cambia?
Per l’anno scolastico e calendario annuale 2018/2019, i genitori/tutori/affidatari non potranno più avvalersi della possibilità di presentare una dichiarazione sostitutiva dell’avvenuta prenotazione. Il minore avrà accesso ai servizi solo a far data dalla presentazione della documentazione. E’ prevista un’eccezione solo relativamente al caso in cui le regioni e province autonome intendono avvalersi della procedura semplificata.

La Lega ora punta alla scuola

da ItaliaOggi

La Lega ora punta alla scuola

Via la chiamata diretta, in pista i concorsi regionali

Alessandra Ricciardi

Il terremoto elettorale potrebbe arrivare anche a viale Trastevere. Forte del risultato di primo partito del centrodestra, il leader della Lega Matteo Salvini ora ragiona da socio di maggioranza dello schieramento che ha chiesto al presidente della repubblica, Sergio Mattarella, l’incarico per la formazione del governo. «Tocca a noi, siamo i primi», ha detto Salvini, «e si ragiona nel perimetro della nostra alleanza», ha sottolineato a ribadire che, almeno per ora, accordi con il Movimento 5 Stelle, primo partito in assoluto, non se ne fanno. Che sia finita con l’epoca dei comprimari Salvini è deciso a farlo pesare soprattutto con Forza Italia sui dossier più importanti, dall’immigrazione alle imprese alla scuola su cui, dicono rumors parlamentari, Salvini sarebbe intenzionato a giocare un ruolo da protagonista.

Il programma di centrodestra, controfirmato da Silvio Berlusconi, Salvini, Giorgia Meloni e Raffaele Fitto, rispettivamente per Fi, Lega, Fdi e Noi con l’Italia, su scuola e università è abbastanza generico per consentire di manovrare gli interventi senza troppi vincoli iniziali. Anche perché, come ha avuto modo di sottolineare in campagna elettorale il segretario dimissionario del Pd, Matteo Renzi, «insistere sulla scuola non conviene».

Il programma di centrodestra parla della necessità di ridare centralità al rapporto studente-insegnante, valorizzare il merito, azzerare progressivamente il precariato, rilanciare l’edilizia scolastica di qualità. E per tutti vale il motto di modificare la Buona scuola, nessuna indicazione, però, su come un eventuale governo intenda perseguire questo obiettivo. Per la Lega («La Buona scuola è una delle prime leggi che cambieremo», ha detto Salvini) significherebbe innanzitutto cancellare il sistema della chiamata diretta, giudicato un insuccesso che complica la vita a scuole e docenti, a favore di un nuovo meccanismo di valutazione e di reclutamento basato sui concorsi regionali, tema su cui i punti di contatto con Fi sono molteplici.

Del resto già le pre-intese firmate dal governo centrale nei giorni scorsi con i governatori di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna attribuiscono maggiori poteri alle regioni nella gestione anche del settore scuola. Poteri che possono riguardare l’organizzazione e non l’indirizzo generale che resta prerogativa statale.

Abbandonati gli intenti secessionisti della prima Lega, i nuovi concorsi consentirebbero di regionalizzare la domanda e l’offerta di posti di lavoro, puntando ad evitare trasferimenti forzosi in altre regioni dei neo assunti: nel 2016 circa 250 mila insegnanti si sono spostati, 2 milioni e mezzo gli studenti coinvolti dal cambio di titolare di cattedra. Il perno del progetto, delineato dal responsabile scuola del partito, Mario Pittoni, è il domicilio professionale, «che si può eleggere nella regione preferita in assoluta libertà e rappresenta una scelta di vita e un primo fattore di equilibrio», ragiona Pittoni, «una volta chiarito che in ambito regionale il confronto è a pari condizioni, il candidato orienterà la scelta della regione dove concorrere, sulla base del proprio grado di preparazione in rapporto alla qualità media degli altri iscritti e dei posti disponibili, innescando un meccanismo virtuoso». Il progetto iniziale prevedeva la residenza sul territorio per la partecipazione al concorso regionale, un requisito gravato da dubbi di legittimità costituzionale tali da farlo cancellare a favore del domicilio professionale di ispirazione europea

Il ragionamento della Lega è che tra l’altro gli stipendi attuali degli insegnanti non consentono più di gestire trasferte di centinaia di chilometri lontano da dove si hanno affetti e interessi. E che le conseguenze della mobilità esasperata sulla qualità didattica sono deleterie. «Attiveremo nei limiti del possibile tutti gli strumenti a disposizione per riavvicinare i docenti al loro territorio», è la promessa di Pittoni, che punta a tenere insieme «continuità didattica e continuità affettiva». Il trattamento stipendiale dei docenti resterebbe uguale in tutte le regioni, fino a quando non si realizzerà un vero federalismo fiscale. Ma questa è un’altra storia.

Concorso al via, giallo numeri

da ItaliaOggi

Concorso al via, giallo numeri

A due settimane dalla chiusura delle candidature, il Miur non sa quanti posti bandire

Carlo Forte

Concorso al buio. A due settimane dalla chiusura dei termini per la presentazione del concorso a cattedra per gli abilitati, che scadranno il 22 marzo prossimo, l’amministrazione scolastica non ha ancora reso noti i posti disponibili nella varie province. E non potrà farlo in tempo utile, perché i posti vacanti da mettere a concorso potranno essere resi noti solo all’esito dei trasferimenti e dei passaggi di cattedra. Al momento gli uffici scolastici non hanno pubblicato nemmeno la situazione delle graduatorie a esaurimento provincia per provincia. E in ogni caso, i posti reali potranno essere individuati solo dopo l’esito delle procedure di immissione in ruolo che riguarderanno gli aventi titolo delle graduatorie a esaurimento e delle graduatorie di merito del concorso ordinario.

Per mitigare almeno in parte questo clima di incertezza, il ministero dell’istruzione, il 14 febbraio scorso, ha emanato una nota (n.8900) con la quale ha invitato gli uffici periferici a fornire un quadro completo della situazione riguardante le diverse graduatorie ancora vigenti in ciascuna regione e provincia. In particolare, il dicastero di viale Trastevere ha invitato i direttori regionali a far pubblicare, nei rispettivi siti istituzionali, le graduatorie esaurite ai fini delle immissioni in ruolo e il numero di coloro che ancora sono in attesa di nomina in quelle non esaurite. Idem per quanto riguarda le graduatorie di merito dei concorsi ordinari. L’amministrazione centrale ha spiegato che in tale numero dovranno essere conteggiati anche coloro che hanno raggiunto il punteggio minimo previsto dal bando (i cosiddetti idonei non vincitori).

I tempi sono strettissimi: le domande di partecipazione alla selezione concorsuale scadranno il 22 marzo 2018 alle ore 23.59. Pertanto i candidati che stanno presentando le domande in questi giorni lo stanno facendo praticamente al buio. Fermo restando, però, che anche dopo la pubblicazione della situazione delle varie graduatorie, non sarà possibile conoscere il numero dei posti che saranno messi a concorso.

I posti destinati a coloro che sosterranno il prossimo concorso per gli abilitati all’insegnamento, infatti, saranno individuati in quelli che rimarranno vacanti, dopo che saranno state effettuate le immissioni in ruolo degli aspiranti utilmente collocati nelle graduatorie a esaurimento e dei vincitori e degli idonei dei concorsi a cattedra ordinari.

La legge prevede, infatti, che il 50% dei posti vacanti e disponibili debba essere destinato agli aspiranti utilmente collocati nelle graduatorie a esaurimento. E il restante 50% sarà destinato, con priorità, alle immissioni in ruolo dei vincitori e degli idonei tratti dalle graduatorie dei concorsi a cattedra. Pertanto, solo posti che rimarranno vuoti dopo queste operazioni saranno utilizzati per le immissioni in ruolo dei vincitori del concorso riservato. Le relative graduatorie assumeranno carattere permanente.

E gli aspiranti saranno gradualmente assorbiti anno per anno. Nel biennio 2018/2019-2019/2020 saranno considerati utili tutti i posti che rimarranno liberi dopo le immissioni in ruolo degli aventi diritto delle graduatorie a esaurimento e dei concorsi ordinari; nel biennio 2020/2021-2021/2022 il contingente sarà individuato nell’ordine dell’80% dei posti residui; nel biennio 2022/2023 e 2023/2024, il contingente scenderà al 60%; nel 2024/2025 e nel 2025/2026, si arriverà al il 40%; per gli anni 2026/2027 e 2027/2028 al 30% e il 20% per i bienni successivi, fino all’integrale scorrimento di ciascuna graduatoria di merito regionale. Dunque, la percentuale diminuirà costantemente.

Ma bisogna anche considerare che le graduatorie a esaurimento sono ormai destinate a cessare gradualmente, a mano a mano che saranno immessi in ruolo tutti gli aspiranti che vi figurano attualmente. Pertanto, la diminuzione della percentuale dei posti utili sarà largamente compensata dall’aumento dei posti a tal fine disponibili. In alcune graduatorie, peraltro, le graduatorie a esaurimento si sono già esaurite. E in altre classi di concorso di recente istituzione non esistono proprio. Si pensi, per esempio, alle classi di concorso delle discipline di indirizzo dei licei musicali.

Il concorso si svolgerà in ciascuna regione e sarà riservato ai docenti in possesso, al 31 maggio 2017, di un titolo abilitante all’insegnamento nella scuola secondaria.

Saranno ammessi con riserva gli aspiranti docenti che abbiano conseguito l’abilitazione all’estero e, avendo presentato tempestivamente la domanda di riconoscimento, siano ancora in attesa dell’esito di tale istanza. Idem per gli aspiranti che abbiano un procedimento pendente davanti al giudice volto ad ottenere il riconoscimento del valore abilitante del titolo di cui risultino in possesso. Per accedere al concorso non è necessario essere in possesso dei 24 crediti formativi universitari nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche previsti, invece, per il concorso dei non abilitati.

Tutto pronto per la mobilità, per i prof si parte il 3 aprile Ecco cosa prevede la prossima ordinanza ministeriale

da ItaliaOggi

Tutto pronto per la mobilità, per i prof si parte il 3 aprile Ecco cosa prevede la prossima ordinanza ministeriale

Marco Nobilio

Tutto pronto per la mobilità. Il ministero dell’istruzione ha convocato per domani i sindacati rappresentativi della scuola (Cgil, Cisl, Uil, Snals-Confsal e Gilda-Unams) per la sottoscrizione definitiva del contratto sulla mobilità a domanda. E dopo la firma l’amministrazione centrale emanerà l’ordinanza applicativa che darà corso alle relative operazioni. Secondo quanto risulta a Italia Oggi le domande di trasferimento e di passaggio dei docenti dovranno essere presentate dal 3 al 26 aprile. Per istanze di mobilità del personale Ata i termini andranno dal 23 aprile al 14 maggio. La tempistica delle operazioni sconta il ritardo tecnico dell’Inps nel mettere a posto le posizioni contributive, dopo il passaggio di competenze dovuta alla soppressione dell’Inpdap. Che sta rallentando le procedure di comunicazione dei nominativi dei docenti e dei non docenti che andranno in pensione dal 1° settembre. I posti lasciati liberi dai pensionati, infatti, assumono rilievo sull’organico di diritto. Vale a dire, sull’organico in riferimento al quale vengono disposti i trasferimenti, i passaggi di cattedra e di ruolo, le immissioni in ruolo e le supplenze annuali fino a 31 agosto.

È prassi consolidata, peraltro, che gli uffici rendano noti i posti vacanti al 1° settembre dell’anno scolastico successivo, per effetto dei pensionamenti, proprio per consentire ai docenti e ai non docenti di orientarsi nella scelta delle preferenze da indicare nelle domande. Operazione particolarmente delicata soprattutto per i docenti, perché, dall’anno scorso, il numero delle preferenze è stato ridotto a 5, mentre prima era di 15 preferenze nelle secondarie e 20 nella scuola dell’infanzia e nella primaria. Va detto subito che il contratto sulla mobilità di quest’anno altro non è se non la proroga di quello dell’anno scorso.

Tra le novità più importanti (novità che riguardano solo l’ordinanza ministeriale di quest’anno) il fatto che l’individuazione dei soprannumerari sui posti di sostegno nella scuola superiore sarà effettuata previa compilazione di una graduatoria unica. I docenti di sostegno delle scuole superiori, dunque, saranno trattati secondo il criterio della fungibilità dell’insegnamento, così come avviene nelle scuole secondarie di I grado.

In altre parole, anziché essere suddivisi nelle consuete quattro aree a seconda dei gruppi di classi di concorso di provenienza (AD01, AD02, AD03 E AD04) e in quattro graduatorie di istituto diverse suddivise per aree (una graduatoria per AD01, una per AD02, una per AD03 e una per AD04) le istituzioni scolastiche compileranno un’unica graduatoria di istituto dei docenti di sostegno nella quale gli interessati entreranno a pettine con il loro punteggio a prescindere dall’area di appartenenza.

E i posti di sostegno dell’organico di diritto della scuola di servizio saranno trattati come se appartenessero ad un’unica area, esattamente come già avviene nelle scuole secondarie di I grado, con graduatoria unica (non divisa per aree). A ciò va aggiunto, però, un elemento di incertezza per i docenti, previsto nell’ipotesi di contratto di lavoro siglata il 9 febbraio scorso per dare attuazione alle nuove disposizioni contenute nella legge 107/2015. Che complica la scelta delle sedi da indicare nella domanda. Dal prossimo anno, infatti, gli insegnanti che otterranno il trasferimento o il passaggio nella sede richiesta, acquisendone la titolarità, non potranno presentare domanda di trasferimento o passaggio per i tre anni successivi.

La preclusione non vale per i titolari su ambito che abbiano ottenuto un incarico triennale su sede, che potranno continuare a partecipare, anno per anno, alla mobilità a domanda ai fini dell’attribuzione di una sede di titolarità. Ma quando la otterranno, dovranno rimanere in tale sede per tre anni prima di riacquisire il diritto a partecipare alla mobilità a domanda (trasferimenti e passaggi). E quest’anno è anche l’ultimo in cui la contrattazione integrativa sulla mobilità avverrà con cadenza annuale.

Il nuovo contratto prevede che la contrattazione integrativa sulla mobilità si svolgerà con cadenza triennale (e non più annualmente come è accaduto fino ad oggi). E in tale sede saranno pattuite le procedure e i criteri generali per la mobilità professionale e territoriale, fatte salve le disposizioni di legge.

Il blocco triennale del diritto di partecipare alla mobilità a domanda (relativamente ai trasferimenti e ai passaggi) una volta ottenuta una sede di titolarità, è stato motivata dalle parti facendo riferimento al principio della continuità didattica, intesa come «continuità di offerta formativa, secondo una linea e un programma costante (Tribunale di Trieste, ordinanza 22.12.2007)». Principio che, secondo la giurisprudenza di merito, non può essere inteso come un diritto assoluto del docente a non essere rimosso dalla propria cattedra, bensì come una regola da osservarsi, da parte dell’amministrazione scolastica, soprattutto nell’interesse degli alunni (Tribunale di Bologna sentenza 10/12/2013 n.947).

Concorsi 24 mesi ATA: i bandi degli Uffici scolastici regionali

da La Tecnica della Scuola

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Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio del Miur e direttiva sullo smart working

da La Tecnica della Scuola

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Concorso docenti abilitati, specializzandi su sostegno possono presentare domanda con riserva

da La Tecnica della Scuola

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Modello D3 ATA, scelta delle sedi: come registrarsi su Istanze Online

da La Tecnica della Scuola

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Mobilità, in arrivo la firma del contratto. Ecco le date per presentare domanda di trasferimento

da La Tecnica della Scuola

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Comunicato Presidente ANAC 7 marzo 2018

Autorità Nazionale Anticorruzione

Comunicato Presidente ANAC 7 marzo 2018

Determinazione dell’8 marzo 2017 n. 241 “Linee guida recanti indicazioni sull’attuazionedell’art. 14 del d. lgs. 33/2013 «Obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichipolitici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali» come modificato dall’art. 13 del d.lgs. 97/2016” – sospensione dell’efficacia limitatamente alle indicazioni sulla pubblicazione dei dati di cui all’art. 14, co. 1-ter, ultimo periodo del d.lgs. 33/2013.

Dalla parte di tutte e di tutti


Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio del MIUR
e direttiva sullo smart working

Come garantire ulteriormente le pari opportunità all’interno del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca? Mettendo in campo modalità lavorative rispettose dei diritti di tutto il personale e promuovendo l’utilizzo di un linguaggio amministrativo che tenga conto della parità di genere e una comunicazione, sia interna che esterna, sempre più chiara e diretta. Saranno questi i temi al centro di “Dalla parte di tutte e di tutti”, evento che si terrà  mercoledì 7 marzo 2018, a partire dalle 11.30, nella Sala della Comunicazione del MIUR (viale Trastevere 76/A). Prenderanno parte all’iniziativa la Ministra Valeria Fedeli, il Direttore generale dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi, Cecilia Robustelli, docente di Linguistica Italiana all’Università di Modena e Reggio Emilia, Sabrina Bono, Capo di Gabinetto del MIUR, Marco Mancini, Capo Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca, Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali. Modererà l’incontro Anna Scalfati, giornalista e coordinatrice dell’Associazione Giulia Lazio.

Durante la mattinata verranno presentate le Linee Guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo del MIUR, elaborate da un apposito Gruppo composto anche da esperti istituito dalla Ministra Valeria Fedeli e coordinato dalla professoressa Cecilia Robustelli, e verrà illustrato il progetto sperimentale di smart working che il MIUR sta avviando per rendere il lavoro amministrativo più flessibile nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Infine, verranno forniti aggiornamenti su progetti importanti, in termini di uguaglianza e pari opportunità, per il personale, quali quello per l’asilo nido, lanciato lo scorso 8 marzo in occasione della Giornata Internazionale della Donna.



#8marzo, presentate le Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo e la direttiva sul lavoro agile

A settembre l’apertura dell’asilo nido al MIUR

Al via il bando per le scuole “STEM: femminile plurale”

(Mercoledì, 7 marzo 2018) Linee guida per promuovere l’uso corretto del genere nel linguaggio amministrativo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e favorire, così, una cultura del rispetto e delle pari opportunità. Una direttiva per avviare all’interno del MIUR la sperimentazione di un percorso di smart working, il cosiddetto lavoro agile, per consentire la conciliazione dei tempi fra vita privata e vita professionale delle dipendenti e dei dipendenti. Un asilo nido interno per le figlie e i figli delle lavoratrici e dei lavoratori del Ministero, pronto entro settembre, come sostegno concreto alla genitorialità. Sono queste le novità presentate questa mattina dalla Ministra Valeria Fedeli nel corso dell’evento “Dalla parte di tutte e di tutti”, organizzato anche in vista della ricorrenza dell’8 marzo. Obiettivo: garantire sempre di più pari opportunità e rispetto dei diritti di ogni donna e di ogni uomo, nonché il benessere lavorativo delle e dei dipendenti. Il MIUR, come ha ricordato la Capo di Gabinetto del MIUR, Sabrina Bono, è il primo Ministero ad adottare Linee guida sull’uso del genere nel linguaggio amministrativo. Dopo la Presidenza del Consiglio dei Ministri e dopo il Ministero dell’Economia, è la terza amministrazione centrale ad adottare una direttiva sul lavoro agile del personale.

In occasione della ricorrenza dell’8 marzo sarà anche inviata alle scuole una circolare per rinnovare l’appuntamento con il mese delle STEM, sostenuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per incoraggiare le scuole di ogni ordine e grado alla promozione delle discipline STEM (acronimo di Science, Technology, Engineering, and Mathematics) anche fra le ragazze e a diffondere la passione per le materie scientifiche e tecnologiche. La circolare annuncerà anche il bando di concorso dal titolo “STEM: femminile plurale”, che intende favorire una riflessione sulla presenza delle donne nelle discipline STEM e contribuire a superare pregiudizi e stereotipi di genere riguardanti le materie scientifiche. Tutte le informazioni saranno disponibili da domani sul sito www.noisiamopari.it.

“Lo scorso 8 marzo, proprio qui al Ministero, – ha affermato la Ministra Fedeli – abbiamo dichiarato chiaramente che l’asse fondamentale della nostra azione politica nell’ambito dell’istruzione, dell’università e della ricerca sarebbe stata l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, con particolare riferimento agli obiettivi quarto e quinto che riguardano l’istruzione di qualità e la costruzione di una società di pari opportunità. Tutto ciò che è stato presentato oggi al MIUR risponde a quella precisa dichiarazione di intenti. Crediamo, come Ministero che guida e orienta la filiera del sapere, di avere la responsabilità di promuovere una cultura del rispetto, che superi gli stereotipi e riconosca il valore della diversità. Non solo all’esterno ma anche all’interno dell’amministrazione. Le Linee guida presentate oggi, così come la direttiva sullo smart working e la realizzazione dell’asilo nido, atteso da tempo e finalmente progettato, sono atti concreti di promozione di pari opportunità e di uguaglianza. In linea con quanto stabilito anche dall’articolo 3 della nostra Costituzione e in attuazione della Convenzione di Istanbul. Vogliamo per l’Italia una società di donne e uomini, che stanno insieme senza prevaricazioni o discriminazioni, condividendo responsabilità e valori. Una società che stia veramente dalla parte di tutte e di tutti”.

A illustrare le Linee Guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo del MIUR sono stati la professoressa Cecilia Robustelli, docente di Linguistica italiana all’Università di Modena e Reggio Emilia e coordinatrice del Gruppo di lavoro che negli scorsi mesi ha portato avanti uno studio approfondito sull’uso del genere nel linguaggio amministrativo, e il professor Marco Mancini, Capo Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca del MIUR. Il documento che è stato presentato oggi mira a fornire indicazioni su come dare conto del maschile e del femminile nei testi del MIUR, puntando a promuovere un uso non sessista e non discriminatorio dell’italiano. E a farlo senza forzature, ma semplicemente utilizzando il genere grammaticale secondo le regole normali della nostra lingua. L’uso corretto del genere, è stato spiegato oggi nel corso dell’evento al Ministero, consente infatti di diffondere sempre più una cultura del rispetto, che rifiuta stereotipi e guarda alla diversità come fonte di arricchimento. Obiettivi perseguiti anche dalla direttiva sullo smart working, emanata in attuazione della legge 124 del 2015 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, illustrata questa mattina da Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali. A esserne interessati, in una prima fase, saranno le dipendenti e i dipendenti della Direzione generale per le risorse umane e finanziarie e della Direzione generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica. La direttiva individua l’ambito di applicazione, i requisiti e le tipologie di attività che potranno essere effettuate in modalità agile, i criteri di priorità nell’accesso e la procedura di individuazione del personale interessato. Offrire e strutturare modalità lavorative flessibili negli spazi, nei tempi, negli strumenti, garantendo comunque standard qualitativi alti e risultati efficienti, è funzionale alla costruzione di condizioni di pari opportunità e di non discriminazione.

Infine, nel corso dell’evento, la Ministra Valeria Fedeli e il Direttore generale dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi hanno illustrato il progetto dell’asilo nido interno al MIUR, lanciato lo scorso anno in occasione della Giornata Internazionale della Donna e che sarà pronto entro il prossimo settembre.

“Le attività di riqualificazione e manutenzione dei beni pubblici che l’Agenzia del Demanio ha avviato – ha dichiarato Reggi – sono tutte destinate ad ottimizzare gli spazi utilizzati dalle amministrazioni pubbliche, a renderli efficienti a livello energetico, e soprattutto a far star bene e rendere sicuri i lavoratori nei luoghi dove operano e passano la maggior parte della loro giornata. Quindi oggi ci fa particolarmente piacere essere qui a presentare l’accordo sottoscritto pochi giorni fa con il quale l’Agenzia del Demanio si impegna a realizzare tutti i lavori necessari a far nascere l’Asilo nido interno al MIUR. Il benessere organizzativo risulta infatti il valore aggiunto che crea le condizioni per lavorare meglio e, in questo contesto, riqualificare i luoghi che ospiteranno i più piccoli è la massima espressione di questo nuovo ordine di priorità”.