La buona maestra

La buona maestra…

di Maurizio Tiriticco

…anche se non ha la penna rossa! E, fortunatamente ce ne sono tante nelle nostre scuole! Quelle cattive ce ne sono, ma, fortunatamente, sono poche! Copio dalla stampa: “Tre maestre della Scuola Statale dell’Infanzia ‘Trilussa’ di via Turati a Pomezia sono state arrestate con l’accusa di aver sottoposto alcuni bambini, di età compresa tra i 3 ed i 5 anni, a reiterati atti di violenza fisica, morale e psicologica, umiliandoli, con vessazioni e insulti di vario genere, di fronte all’intera classe. Tali condotte hanno inevitabilmente ingenerato negli alunni non direttamente coinvolti nei maltrattamenti, stati di ansia, di rabbia e di paura”. Basta! Non dobbiamo più leggere articoli di questo tipo! Ma allora, che cosa deve fare la buona maestra?

Può fare mille cose per coinvolgere i bambini, incuriosirli, stimolarli, divertirli, anche e soprattutto! Anche perché scolè in greco e schòla in latino hanno un preciso significato: tempo libero, divertimento: il di-vertere dalle occupazioni quotidiane. Quindi è il tempo da dedicare all’otium per i latini, il contrario del negotium, cioè il “darsi da fare”, il lavorare! E poi il travailler dei francesi, o il trabaco degli spagnoli sono ancora più precisi, in fatto di etimologia. Il travaglio nella Roma antica era uno strumento di tortura: due pali conficcati nel terreno ed uno sulla sommità, su cui si legava il povero disgraziato e lì lo si lasciava esposto all’insulto e al dileggio del popolo! Insomma, comunque la si metta, il lavoro nella nostra tradizione è sempre segno di impegno, dedizione, ma anche e purtroppo, per molti, di sfruttamento e di sofferenza!

Ma il “lavoro” della “brava maestra” con i suoi piccoli alunni è in primo luogo sollecitazione di curiosità e di interessi! Perché la curiosità, il conoscere, il comunicare, il fare, il “divertirsi”, cioè “divertere” dalla semplice quotidianità del sopravvivere (la soddisfazione dei bisogni primari) sono esigenze primarie dei nostri piccoli alunni! Già, propriamente alunni, soggetti che devono essere alimentati! E la loro sete di apprendere è alta!

Un tempo – forse secoli fa – i genitori e soprattutto gli anziani del gruppo e/o della famiglia erano soliti raccontare fiabe, da cui i bambini traevano insegnamenti per l’età adulta. Anche se oggi tutto è cambiato, il linguaggio fiabesco continua ad avere un’importanza fondamentale per la crescita/sviluppo del bambino, seppur trascurata; nonché per il progressivo incremento dello stesso pensiero/linguaggio del bambino! Da sempre gli attanti (genitori, nonni, gli anziani del microgruppo familiare) sollecitavano con le fiabe sia lo sviluppo del pensiero/parola sia i valori del gruppo. La morfologia della fiaba di Vladimir Propp è più che eloquente in materia: si vedano le sue tipologie dei personaggi e le relative funzioni narrative.

La fiaba, di fatto, interviene proprio a modellare atteggiamenti e comportamenti che poi possono diventare una sorta di “linee guida” per la vita adulta. E ciò si verifica proprio in quella fase dello sviluppo/crescita in cui, in forza dell’egocentrismo, il bambino non fa differenza tra il reale e il virtuale, tra il vero e il falso: tutto ciò che gli viene detto è accettato e costituisce un grosso imprinting per la costruzione del primo Sé. Oggi, purtroppo – mah? – tutto è profondamente cambiato: al microgruppo contadino si sono sostituite le metropoli e la fiaba ha visto perdere la propria valenza. Però, ciò non significa che i genitori, o chi per loro, non debbano adottare un linguaggio comunque appropriato per il bambino che cresce.

E nell’età dell’egocentrismo, quanto ancora la differenza che corre tra vero e falso, giusto e ingiusto, tra tutti gli estremi di cui solo in un’età successiva si acquisisce consapevolezza, la fiaba e la favola non solo aiutano all’interiorizzazione dei primi valori (il buono e il cattivo, ad esempio), ma anche delle prime strutture complete e articolate del linguaggio. E ciò molto prima di quanto avverrà poi a scuola con l’apprendimento consapevole delle regole grammaticali nonché di quei principi costituzionali che regolano i nostri rapporti sociali.

Insomma, con i bambini si deve parlare, e molto, stimolando la loro maturazione che non è solo linguistica, perché il linguaggio è anche portatore di significati profondi e di valori. E la favola costituisce un alimento prezioso e produttivo! Il bambino/alunno si diverte, si sintonizza con l’attante maestra e acquisisce i valori fondanti della vita quotidiana, del bambino e dell’adulto. Acquisisce le differenze che corrono tra il bello e il brutto, tra il buono e il cattivo, tra il giusto e l’ingiusto.

E una maestra che non sa queste cose, che non sa raccontare fiabe e favole, non può riuscire a “tenere” il gruppo o la classe di alunni! E a “guidarlo”! Infatti, solo quando e se il gruppo è consolidato, nasce nel bambino il desiderio e le necessità di quel leggere, scrivere e far di conto (nonché “far di canto”, come sostiene Luigi Berlinguer), che è la via maestra per crescere, comprendere, acquisire quei valori e quelle competenze tipiche del nostro civile e democratico convivere.

PROVE INVALSI COMPUTER BASED

PROVE INVALSI COMPUTER BASED, MA NELLE SCUOLE MANCANO I PC   
“Da quest’anno le prove Invalsi devono essere computer based ma le scuole sono carenti di mezzi informatici e i dirigenti scolastici ‘invitano’ i docenti a portare i pc personali per metterli a disposizione degli alunni. Come per il famigerato registro elettronico, anche in questo caso assistiamo al paradosso di un sistema scolastico che aspira alla digitalizzazione ma non viene dotato degli strumenti indispensabili per realizzarla. Le solite nozze con i fichi secchi”. È quanto dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, alla luce delle segnalazioni che stanno giungendo in questi giorni  al sindacato da molti istituti scolastici. 
Esemplare la situazione di una scuola media di Oristano dove per quattro classi terze che dovranno sostenere le prove Invalsi sono disponibili soltanto 13 computer. “Ciò significa che bisognerà organizzare lo svolgimento dei test su turni di almeno 6 giorni, con il conseguente disagio che ne deriverà per studenti e insegnanti il cui orario di servizio subirà inevitabili modifiche: nella vigilanza durante le prove, infatti, – spiega Di Meglio – non possono essere impiegati docenti che insegnano nelle classi esaminate né della materia oggetto di valutazione”. Il Miur, che è a conoscenza del problema, ha concesso una settimana in più per lo svolgimento dei test Invalsi, ma il dirigente scolastico ha chiesto agli insegnanti di mettere a disposizione i propri computer. 
“Ancora una volta – commenta il coordinatore nazionale della Gilda – docenti e studenti pagano lo scotto dell’inadeguatezza di un’Amministrazione che è smart soltanto a parole ma non nei fatti”.

Maestre man…destre…

Maestre man…destre…

di Maurizio Tiriticco

…o maestre maldestre o maestre manesche, insomma… titolo effettivo: “Quando le maestre picchiano… e perché”! Ormai sembra diventato uno sport nazionale! Un giorno sì e un giorno no, o un poco di più, appaiono in TV quelle terribili immagini! Maestre di scuola materna che strattonano, sculacciano, schiaffeggiano bambini inermi, rei chissà mai di quali “peccati disciplinari”! Per di più in un asilo, oggi scuola materna! E il cambio di denominazione effettuato ormai tanti anni fa non fu casuale! L’asilo è un asilo o meglio – copio dal vocabolario – un “luogo destinato a ospitare chi è bisognoso di assistenza materiale e morale”. Poi, grazie a “Rousseau, il padre della pedagogia moderna, abbiamo imparato che “il bambino non è un piccolo uomo, un adulto in miniatura, ma un essere altro e diverso, dotato di un suo specifico modo di entrare in rapporto con il mondo”.

Insomma, di anni ne sono passati, e i diritti dei bambini sono ormai garantiti – o dovrebbero essere – a livello internazionale! La Dichiarazione dei diritti del fanciullo è stata redatta nel 1924 dalla Società delle Nazioni e ripresa successivamente dalla Dichiarazione dell’ONU nel 1959. Ma questa garanzia, universalmente sottoscritta, sarà valida per tutti i Paesi del mondo? Ho i miei dubbi! In effetti, mi risulta che l’uso della bacchetta – e non solo – è in auge nelle scuole coraniche di molti Paesi islamici.

Per non dire poi di quanto abbiamo imparato da Maria Montessori, da Piaget, da Vygotskij, da Bruner! Insomma oggi sappiamo che il bambino non è un “piccolo uomo” che deve crescere, con le buone o con le cattive! E più spesso con le cattive, almeno nei tempi antichi. Orazio ci ricorda che il suo maestro, Orbilio, il “plagosus Orbilius”, gli dettava le opere di Livio a suon di frustate! La “plaga”, appunto! Mah! Forse non sarà stato sempre così! Io non vedo un Aristotele sculacciare quel piccolo Alessandro che, forse, anche grazie a lui, divenne Magnus e costruì uno degli imperi più vasti che il mondo abbia mai conosciuto. Comunque non sono passati molti anni da quando anche da noi, qui, nelle nostre scuole i maestri erano dotati di bacchetta con la quale usavano “correggere” gli errori degli alunni picchiando loro il palmo delle mani! E a volte anche il dorso e altre parti del corpo! Il Libro Cuore ne è testimone! Anche se la maestrina dalla penna rossa sembrava aprire tempi diversi per quanto riguarda l’insegnamento nelle nostre scuole elementari di allora!

Di anni ne sono passati, appunto! Ed oggi l’asilo non è più l’ambiente in cui “si ospitano” i bambini dai tre ai sei anni di età, ma è una vera e propria scuola, la scuola per l’infanzia, appunto! Una scuola che ha le sue regole e, soprattutto, le sue fonti culturali e pedagogiche! Alludo a quegli “Orientamenti dell’attività educativa nelle scuole materne statali”, emanati con il DM del 3 giugno 1991! Con il corso degli anni ne sono state prodotte nuove edizioni – oggi contenute nelle “Indicazioni nazionali” – ma, a mio avviso, quel documento rimane ancora una pietra miliare per quanto riguarda criteri e modi con cui si debba intendere e praticare l’educazione dei bambini in età prescolare. E non è un caso che le nostre scuole per l’infanzia – non materne, perché non si sostituiscono all’educazione impartita dalla famiglia, ma costituiscono un valore aggiunto – sono sempre oggetto di visita da parte di esperti stranieri.

Ciò che di negativo accade in alcune di queste scuole mi sembra non solo intollerabile, ma addirittura assurdo! Mi chiedo: ma queste maestre che tipo di preparazione hanno se non sono in grado di interessare, coinvolgere i bambini a loro affidati? Ma qui si apre una altro discorso, la “pars costruens”, per dirlo alla latina! E ciò sarà oggetto di un successivo intervento.

Programma eTwinning, Italia secondo Paese per numero di gemellaggi

da Il Sole 24 Ore

Programma eTwinning, Italia secondo Paese per numero di gemellaggi 

Sono oltre 60 mila i docenti italiani iscritti a eTwinning, la più grande comunità europea di gemellaggi tra scuole che dal 2005 mette in contatto insegnanti e classi per proporre metodologie didattiche innovative attraverso le tecnologie. La partecipazione in Italia, che supera il 10% del totale in Europa, ha registrato un incremento costante negli ultimi anni sia dei docenti registrati sia dei nuovi progetti attivati.

I dati del 2017
In base ai dati diffusi dall’Unità nazionale eTwinning Indire, nel 2017 si rileva un boom di adesioni con oltre 12.500 nuovi insegnanti italiani iscritti. Tra i 36 Paesi partecipanti al Programma, l’Italia è al secondo posto per numero di docenti registrati alla piattaforma, dopo la Turchia e prima di Spagna, Francia e Polonia. Il nostro Paese presenta ritmi di crescita tra i più elevati d’Europa: le scuole italiane sono fra le più attive e numerose in termini di partecipazione, risultati e riconoscimenti.

A livello regionale, la partecipazione degli insegnanti eTwinning raggiunge picchi di attività nelle regioni più popolose: Sicilia, in primis, seguita da Campania e Lombardia.
Nel 2017, i progetti avviati sono 3.749. Di questi, in 2.238 casi un insegnante italiano è stato tra i membri promotori dell’iniziativa. La distribuzione dei progetti a livello territoriale vede una forte prevalenza del Sud (46%), a cui fanno seguito il Nord (34%) e il Centro (20%). Il primato tra le Regioni spetta alla Puglia, con oltre 3.000 gemellaggi.

Complessivamente sono circa 20.000 i gemellaggi attivati in Italia. Le scuole registrate sono 11.000 (numero che comprende i plessi distaccati e le sedi amministrative), con una media di 3 insegnanti iscritti alla piattaforma per ciascun istituto scolastico.
In linea con la tendenza mostrata negli scorsi anni, la Francia si conferma il Paese preferito dagli eTwinner italiani per l’attivazione di progetti di collaborazione (oltre 300 nel 2017). Seguono Turchia, Spagna e Polonia.

L’opzione
Dal 2015, è possibile anche avviare gemellaggi tra scuole dello stesso Paese, così come si possono coinvolgere partner dei Paesi eTwinning Plus: Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldavia, Tunisia, Ucraina, e da quest’anno anche la Giordania.
«L’Italia – dichiara Flaminio Galli, direttore dell’Unità italiana eTwinning – si distingue sia per i numeri della partecipazione al Programma sia sul piano della qualità delle attività proposte. Nell’edizione 2018 dei Premi europei eTwinning, il maggiore riconoscimento della community, sono stati premiati 8 docenti italiani, un dato che evidenzia le eccellenze della didattica e valorizza il lavoro svolto in tante scuole italiane».

Per informazioni: etwinning.indire.it/

Obbligo vaccini, i bambini «under 6» non in regola da ieri fuori da nidi e materne. Ma la partenza è soft

da Il Sole 24 Ore

Obbligo vaccini, i bambini «under 6» non in regola da ieri fuori da nidi e materne. Ma la partenza è soft

di Barbara Gobbi

In teoria, i piccoli iscritti a nidi e materne non in regola con la legge sull’obbligo vaccinale a scuola, da ieri restano fuori, fatta salva l’iscrizione che consente la riammissione, non appena la loro posizione si regolarizzerà. Lo ha confermato la circolare Miur-Salute del 27 febbraio scorso, su cui è intervenuto a chiarire la validità della deadline Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di Sanità. In pratica, però, è lo stesso meccanismo previsto dalla circolare, in attuazione della semplificazione introdotta già da quest’anno scolastico nel Dl Fiscale collegato alla legge di Bilancio, ad allentare il calendario dell’attuazione.
La semplificazione delle procedure è spinta al massimo e i tempi a disposizione, necessari a verificare eventuali possibili recuperi, fanno supporre che per questo anno scolastico poche famiglie, quelle decisamente “no vax”, subiranno le conseguenze più pesanti della legge.

Procedure semplificate
Intanto, nelle Regioni con anagrafe vaccinale informatizzata che abbiano deciso già da quest’anno di aderire alla procedura semplificata che consente lo scambio di dati tra Asl e istituti scolastici, i genitori non devono fare nulla: saranno le scuole a inviare entro il 20 marzo, agli irregolari, una comunicazione scritta. Al momento hanno aderito al “fast track” Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Trento, Bolzano, Liguria, Valle d’Aosta e Sicilia. Entro dieci giorni dalla ricezione, i genitori di queste regioni sono chiamati a presentare la documentazione che attesti la vaccinazione, l’eventuale esonero o anche la prenotazione dell’appuntamento presso il centro vaccinale. Ed entro il 20 aprile 2018, i dirigenti scolastici trasmetteranno alla Asl la documentazione delle famiglie: da lì scatteranno eventuali procedure di richiamo e di recupero. In diverse realtà, come la Liguria o l’Emilia Romagna, intanto, le famiglie sono state agevolate dall’appuntamento fissato già mesi fa, in concomitanza con la lettera in cui la Asl segnalava un rischio-inadempienza.

L’iter “classico”
Vale sempre l’iter “classico”, previsto dalla legge nelle Regioni che non abbiano ancora attivato l’anagrafe vaccinale informatizzata o che, pur avendola, abbiano deciso di non applicare la procedura semplificata: la presentazione entro il 10 marzo della documentazione che provi anche soltanto la prenotazione presso l’Asl in questo caso spetta alle famiglie e costituisce requisito per poter continuare a frequentare fino alla fine dell’anno scolastico i servizi educativi per l’infanzia, incluse le scuole private non paritarie.
Regioni unite alla meta ma in ordine sparso. I dati definitivi sull’aumento delle coperture vaccinali, il ministero della Salute li sta ancora elaborando. Ma le informazioni spot che arrivano dalle regioni sono già un segnale. «Il risultato dell’applicazione della nuova legge è positivo, perché è aumentata la copertura vaccinale. E speriamo che in questi giorni ci sia un ulteriore incremento», spiega il coordinatore degli assessori, Antonio Saitta.

La stima: 30mila bambini non in regola
La Società italiana di igiene ha stimato a spanne una cifra di 30mila bambini non in regola, ma intanto l’adesione per legge sta dando i suoi frutti. In Toscana, dove nel 2016 la copertura per la polio era del 94,37% e per il morbillo dell’89,38%, si è arrivati rispettivamente al 95,78% e al 93,5%, mentre rispetto ai dati del 31 dicembre 2017, quando i recuperati erano 30.586, negli ultimi due mesi si è avuto un recupero di circa 8mila bambini, di cui 2.400 nella fascia 0-6 anni. In Umbria la copertura per esavalente e trivalente è sopra la soglia di sicurezza del 95% indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità; a Roma e nel Lazio la copertura dei vaccini obbligatori arriverebbe ben al 97 per cento, mentre in Basilicata sarebbe del 98 per cento. In Puglia, il 93-95% dei 200mila bambini tra zero e sei anni ha ricevuto il vaccino esavalente, mente il 90-92% ha fatto anche l’anti-morbillo. In Emilia Romagna, per i bimbi di un anno, le vaccinazioni obbligatorie superano il 97 per cento: merito anche della scelta della regione di “giocare d’anticipo”, approvando una legge sull’obbligo vaccinale per l’ammissione a nidi e materne, prima di quella nazionale.

La legge nata quasi un anno fa tra le polemiche
E se questi sono i primi, evidenti effetti di una legge nata quasi un anno fa (con decreto legge) tra le polemiche e tutt’ora contestata da chi ritiene che la vaccinazione non vada imposta ma incentivata con il potenziamento della cultura vaccinale, l’educazione delle famiglie e l’adeguamento dei servizi, in generale sembra che le Regioni siano giunte a una svolta, in tema di prevenzione. Lo dice un’indagine della Società italiana di pediatria sull’attuazione del nuovo Piano vaccinale varato nel 2017: tutte le Regioni hanno recepito le nuove vaccinazioni anti-meningococco B e anti-varicella per i nuovi nati e il vaccino anti-meningococco tetravalente per gli adolescenti. Unica eccezione, l’anti-papillomavirus (Hpv) per i maschi adolescenti di 11 anni, non ancora partito in Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte.

Prove Invalsi terza media: disponibile il protocollo di somministrazione

da La Tecnica della Scuola

Prove Invalsi terza media: disponibile il protocollo di somministrazione

Laboratori licei musicali, coreutici e sportivi: pubblicate le graduatorie – A seguito riapertura termini nota 35629/2017

Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020.
Asse II Infrastrutture per l’istruzione – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) – Obiettivo specifico – 10.8 – “Diffusione della società della conoscenza nel mondo della scuola e della formazione e adozione di approcci didattici innovativi” – Azione 10.8.1 Interventi infrastrutturali per l’innovazione tecnologica, laboratori di settore e per l’apprendimento delle competenze chiave.
Avviso pubblico per la dotazione di attrezzature per impianti sportivi nei licei scientifici a indirizzo sportivo e per la realizzazione di laboratori musicali e coreutici nei relativi licei – Prot.
n. AOODGEFID/1479 del 10.02.2017.
Riapertura dei termini per la presentazione delle candidature per le Istituzioni scolastiche con attivazione nuovi indirizzi sportivo/musicale/coreutico a.s. 2017/2018 – Prot. n. 35629 del
12.09.2017.
Approvazione e pubblicazione graduatorie regionali delle proposte progettuali degli Istituti scolastici.

Prot. 4413 del 13 marzo 2018

Nota 13 marzo 2018, AOODGOSV 4244

Minisiero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
D.G. per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del S.N.I.

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
Loro sedi
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana della provincia di Bolzano
Bolzano
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione della provincia di Trento
Trento
Al Direttore dell’IPRASE TRENTINO
Rovereto
All’Intendente Scolasticoper la scuola italiana in lingua tedesca
Bolzano
All’ Intendente Scolastico per la scuola italiana in lingua ladina
Bolzano
Al sovrintendente agli Studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
Aosta
Ai Dirigenti degli Istituti di secondo grado Statali e Paritari
Loro Sedi
Alla Prof.ssa Serena Bonito
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
DGSP Uff. V
SEDE
E p.c.
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
SEDE

Nota 13 marzo 2018, AOODGOSV 4244

Oggetto: Promozione di un percorso di Educazione all’imprenditorità nelle scuole secondarie di secondo grado Statali e Paritarie in Italia e all’estero.