Nel nome di Antea

Al MIUR la proiezione in anteprima nazionale del film “Nel nome di Antea”

Fedeli: “Lo porteremo nelle scuole: i giovani devono conoscere la storia di donne e uomini del Ministero che durante la guerra hanno rischiato la vita per la conservazione del nostro patrimonio artistico e culturale”

Come salvaguardare il patrimonio artistico e culturale di un Paese quando ovunque imperversa la devastazione di una guerra? Come evitare che la violenza distrugga opere di inestimabile valore privando le future generazioni di una parte fondamentale della tradizione e dell’identità del proprio Paese? Se oggi possiamo godere dei capolavori di Caravaggio, di Piero della Francesca, di Raffaello è grazie all’impegno caparbio di donne e uomini che durante la Seconda Guerra Mondiale lavoravano all’interno del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, allora denominato Ministero dell’Educazione Nazionale, una struttura che assommava in sé le competenze, poi acquisite dall’attuale Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), relative alle valorizzazione e alla protezione delle opere d’arte, del patrimonio archivistico e bibliotecario italiano. Di queste professioniste e di questi professionisti tratta “Nel nome di Antea. L’arte italiana al tempo della guerra”, film presentato questa mattina in anteprima nazionale al MIUR alla presenza della Ministra Valeria Fedeli, del Direttore dell’Archivio Istituto Luce-Cinecittà, Enrico Bufalini, e del regista Massimo Martella.

“Parliamo di ‘eroi’ rimasti nell’ombra – ha dichiarato la Ministra Valeria Fedeli –, di donne e uomini che nell’Italia sotto le bombe, nonostante la fame, la mancanza di mezzi e il coprifuoco, operarono con grandissima professionalità e con grande coraggio: Pasquale Rotondi, che portò in due rifugi nelle Marche migliaia di opere d’arte; Emilio Lavagnino, Giulio Carlo Argan, Marino Lazzari, funzionari ministeriali che trasferirono una parte del nostro patrimonio artistico all’interno del Vaticano; Palma Bucarelli e Fernanda Wittgens, due giovani studiose che salvarono i capolavori loro affidati. Grazie al loro amore per l’arte, per la cultura e per il loro lavoro, l’Italia è ancora oggi ‘un maledetto museo’ all’aria aperta, così come la definiva il generale Clark. Porteremo il film in tutte le scuole: vogliamo che le nostre e i nostri giovani entrino in contatto con questa pagina meno conosciuta della storia del Ministero e, più in generale, del Paese. E che comprendano il valore di un patrimonio artistico e culturale che non deve mai apparirci scontato. Non si può essere compiutamente e pienamente cittadine e cittadini di questo Paese se non si possiede consapevolezza della sua tradizione e del suo inestimabile patrimonio. Come non può esserci crescita per l’Italia se non sapremo innovare questa tradizione, queste risorse costruite nel tempo e conservate grazie alla determinazione di donne e uomini come quelli che ricordiamo con il film, attraverso gli strumenti che il presente ci mette a disposizione e le prospettive e le idee delle nostre e dei nostri giovani”.

Il film, che prende le mosse dalle vicende di due famosi ritratti – il “Ritratto di giovane donna” (Antea) del Parmigianino e il “Ritratto di Alessandro Manzoni” di Francesco Hayez –, sarà portato nelle scuole italiane per potenziare e consolidare le conoscenze delle studentesse e degli studenti relativamente alla storia e alla tradizione culturale italiana.

Prove Invalsi al Pc, ma il computer non sempre c’è

da Il Sole 24 Ore

Prove Invalsi al Pc, ma il computer non sempre c’è

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Che l’Italia occupi i bassifondi delle classifiche europee per servizi digitali è ormai noto. Meno noti sono gli effetti di ritardi del genere nella vita quotidiana. L’ultimo esempio arriva dal mondo della scuole. Dal 4 aprile oltre mezzo milione di studenti di terza media dovrà affrontare le tanto temute prove Invalsi. E, per la prima volta, i test si svolgeranno al computer. Una prassi che nel resto dell’Ue è già realtà da tempo, a partire dal Regno Unito, ma che da noi sta generando più di un problema. A cominciare dalla scarsa dotazione di Pc negli istituti scolastici. A disposizione ce n’è uno ogni 2,5 studenti. Risultato: anziché svolgersi come negli altri anni in un’unica data stavolta la sessione di valutazione sarà spalmata su una ventina di giorni.

Formalmente la scelta di fissare data e ora delle prove Invalsi all’interno del range 4-24 aprile stabilito dall’Istituto nazionale di valutazione è rimessa alle 6.500 scuole interessate. Anche perché il test non fa più parte dell’esame di Stato e rappresenta solo un requisito di ammissione per gli studenti in attesa della licenza media. Sostanzialmente però il gap di infrastrutture tecnologiche ha avuto un ruolo determinante in questa scelta. Lo dicono i numeri: da un lato, i Pc in dotazione agli istituti italiani sono circa 240mila, grazie anche alle “collette” e agli acquisti last minute di dirigenti e docenti, al punto che un’ottantina di plessi ne è ancora sprovvisto; dall’altro lato, gli studenti dell’ultimo anno del primo ciclo che dovranno essere valutati sono 564mila. Con un rapporto alunno/computer di 2,35. Inevitabile quindi la decisione di articolare in più sessioni lo svolgimento delle prove.

Un’altra conferma del legame tra la scarsità infrastrutturale e l’allungamento del calendario arriva dal fatto che in quinta elementare la prova Invalsi si svolgerà in modalità cartacea e in unico giorno per materia: il 3 maggio l’inglese, il 9 dello stesso mese l’italiano e l’11 la matematica. E viste le cifre precedenti sarebbe stato impossibile fare diversamente.

Al netto della volontà di disinnescare gli scioperi che ogni anno vengono proclamati in coincidenza con i test su cui torneremo più avanti, in questa sede va evidenziato un altro ritardo strutturale nel campo dell’istruzione. Nell’Italia che è 25esima su 28 Paesi europei secondo l’indice Desi 2017 sulla digitalizzazione dell’economia e della società la scarsa diffusione della banda larga e ultralarga nelle scuole gioca la sua parte. Specialmente in una verifica “computer based” che prevede la correzione simultanea e online dei quiz al posto della “vecchia” penna degli insegnanti. L’ultimo monitoraggio del Miur su un campione di 3.500 scuole dimostra infatti che il 97% degli edifici scolastici è connesso ad Internet per la didattica, ma solo il 47% è dotato di una connessione adeguata. Stesso discorso per il cablaggio interno: il 48% degli istituti è interamente cablato. Una percentuale che sale al 56% per le aule e al 75 per i laboratori.

Ma le prove Invalsi di quest’anno si caratterizzano anche per un’altra novità assoluta. Vale a dire il debutto di test in lingua inglese: una quarantina di domande in 90 minuti per verificare comprensione della lettura (reading) e dell’ascolto (listening). Gli studenti di terza media (in tutto si coinvolgeranno 27.200 classi – in circa 1.500 aule verranno inviati osservatori esterni) dovranno dimostrare di aver raggiunto almeno un livello A1 o A2 (poco più di “beginner”). Non ci saranno, tuttavia, promossi o bocciati. A giugno ciascun alunno riceverà un attestato di lingua, utile anche per i successivi studi superiori (e in prospettiva, universitari). I risultati che arriveranno da queste prove potrebbero non essere così lusinghieri, specie alle elementari dove si svolgeranno il 3 maggio. Qui i posti dedicati all’insegnamento dell’inglese sono poco più di 5mila. Il grosso dei maestri “d’inglese” sono insegnanti comuni “formati” nella lingua di Shakespeare quando è andato bene con corsi di 500 ore, o quando è andato male, nel gran parte dei casi, con circa 60 ore. Al ministero dell’Istruzione sono consapevoli del problema: nei precedenti concorsi a cattedra era richiesta la conoscenza B2 dell’inglese; adesso si stanno utilizzando anche i bandi Pon per rafforzare le competenze linguistiche dei professori italiani.

Tornando al calendario “flessibile” per le prove 2018 da cui siamo partiti – che va letto in abbinata alla riduzione delle incombenze burocratiche per i docenti – e ripensando ai “boicottaggi” del recente passato, c’è da auspicare in un suo effetto-disincentivo sull’eventuale sciopero che potrebbe essere indetto in concomitanza con i test. Per di più in una fase di instabilità politica in cui non manca la tentazione manifestata da diversi partiti di sopprimere l’Invalsi. Anche perché le prove standardizzate si fanno in tutto il mondo. Più che buttare il bimbo con l’acqua sporca, quindi, andrebbe rafforzato lo strumento, mettendo l’Istituto e le scuole nelle condizioni di svolgere al meglio i test. E prenderli per quello che sono: l’unico “termometro” oggettivo per misurare le conoscenze dei ragazzi e, di conseguenza, la qualità della scuola italiana.

A lezione di spazio: 16 scuole premiate da Miur e Asi per ricerca in orbita

da Il Sole 24 Ore

A lezione di spazio: 16 scuole premiate da Miur e Asi per ricerca in orbita

Gli studenti di 16 classi di scuole superiori italiane da oggi hanno una concreta possibilità di vedere i loro progetti di ricerca salire a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss). I loro lavori – come per esempio quelli sulla dieta mediterranea, sui benefici dello yoga nello spazio o sull’uso di smartphone a bordo della Iss – sono stati premiati ieri al museo Maxxi di Roma dalla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli come vincitori del concorso nazionale “Scuola: spazio al tuo futuro. La Iss: Innovatio, Scientia, Sapientia”, promosso dal Miur e dal ministero della Difesa, con la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e ell’Aeronautica Militare.

«Ricerca nello spazio importante per sostenibilità»
Obiettivo dell’iniziativa, fa sapere il Miur, è contribuire alla formazione delle giovani generazioni nell’ambito delle discipline scientifiche ed ingegneristiche e avvicinare la scuola al mondo della ricerca spaziale e aerospaziale. «Questa iniziativa – ha detto Fedeli – spinge ragazzi e ragazze ad affrontare temi sconosciuti. Sono molto colpita dai lavori che premiamo oggi, invito gli studenti e soprattutto le ragazze a impegnarsi nella ricerca sullo spazio, un settore – ha concluso – che ha un ritorno di benessere sulla Terra, per esempio in termini di sostenibilità ambientale».
Per i promotori del concorso «l’obiettivo è contribuire alla formazione delle giovani generazioni nell’ambito delle discipline scientifiche e ingegneristiche, e avvicinare la scuola al mondo della ricerca spaziale». I progetti saranno valutati dall’Asi per essere eventualmente sviluppati in una futura missione a bordo della Iss.

Ricostruzione di carriera sarà affidata al MEF, pensionamenti all’INPS. Sgravio segreterie e Uffici Scolastici

da Orizzontescuola

Ricostruzione di carriera sarà affidata al MEF, pensionamenti all’INPS. Sgravio segreterie e Uffici Scolastici

di redazione

Queste due delle novità presentate dal Miur ai sindacati durante una recente riunione avente per oggetto la semplificazione amministrativa.

Avevamo già riferito che, grazie all’imminente concorso per 253 funzionari e 5 Dirigenti Amministrativi la gestione del contenzioso sarà di competenza degli Uffici Scolastici regionali. Concorso Miur, 258 posti per funzionari e dirigenti. Come presentare domanda. Bando in GU il 27 marzo

Altre novità saranno l’affidamento della gestione delle domande di ricostruzione carriera al MEF e delle domande dei pensionamenti direttamente dall’INPS.

In questo modo le segreterie scolastiche potranno essere sgravate da alcune incombenze burocratiche che, a causa del blocco delle supplenze in questi anni, sono diventate ingestibili.

Basti pensare alle domande di ricostruzione carriera. Ampiamente superata la data del 28 febbraio, indicata dalla Legge La Buona Scuola come limite per la comunicazione dell’esito della domanda, sembra che le scuole siano riuscite ad evadere ancora solo il 10% delle domande presentate entro il 31 dicembre. Di conseguenza ancora numeroso il personale che attendere di conoscere il corretto inquadramento stipendiale per capire quando spetta il passaggio al gradone successivo. Ricostruzione di carriera entro il 28 febbraio, emesso soltanto il 10% dei decreti. Le conseguenze

E anche per i pensionamenti si naviga a vista. I numeri ci sono Posti liberi dopo pensionamenti 7mila posti ATA e 25.000 docenti. Vediamo dove ma sono ancora poche le province che hanno concluso i controlli Pensioni 2018. I dati dei pensionandi da settembre degli Uffici Scolastici Provinciali pubblicati finora

Numeri e posti necessari per la costituzione degli organici per l’a.s. 2018/19 e per la presentazione delle domande di mobilità, che prenderanno il via il 3 aprile.

Domanda di part-time. Scade oggi il termine per la presentazione delle domande

da Orizzontescuola

Domanda di part-time. Scade oggi il termine per la presentazione delle domande

di redazione

Scade oggi la domanda per la richiesta di part time.

Facsimile di domanda

Possono essere interessati (se assunti con contratto a tempo indeterminato)

  • docenti (anche neo – immessi in ruolo) di ogni ordine e grado;
  • personale delle istituzioni educative e dei conservatori ed accademie
  • personale A.T.A. delle scuole di ogni ordine e grado, con esclusione dei Direttori dei Servizi generali ed amministrativi
  • personale che sarà collocato in quiescenza dal 1° settembre e che chiederà il mantenimento in servizio con rapporto di lavoro a tempo parziale ( subordinato alla verifica delle condizioni di esubero, dopo le operazioni di mobilità).

Si tratta di una scadenza annuale, fissata dalla circolare del O.M. n. 55 del 13/02/1998. Vale la data di assunzione a protocollo della scuola.
La domanda deve essere presentata, per il tramite del Dirigente scolastico della scuola di servizio, all’Ambito Territoriale competente. Alcuni USR e Ambiti territoriali stanno provvedendo in questi giorni alla pubblicazione delle relative domande.

Il part time dura due anni scolastici. Il contratto di variazione del rapporto di lavoro avrà decorrenza dal 1° settembre.

Al termine dei due anni non è necessaria alcuna richiesta di proroga se si decide di proseguire il rapporto di lavoro part time (a meno che nel contratto stipulato non sia stata indicata una precisa scadenza). Invece il ritorno al tempo pieno deve essere esplicitamente richiesto.

Part time: domande entro il 15 marzo. Modello di domanda, requisiti e modalità

Elezioni RSU, Cisl Scuola apre la campagna: la firma del contratto priorità assoluta

da La Tecnica della Scuola

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Assenza per malattia: certificato medico per permanenza prolungata al Pronto Soccorso

da La Tecnica della Scuola

Assenza per malattia: certificato medico per permanenza prolungata al Pronto Soccorso

Nota 15 marzo 2018, AOODGPER 14192

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per il personale scolastico

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
Ai Rettori degli Atenei per il tramite del Dipartimento per la formazione superiore e ricerca
Ai Direttori delle Istituzioni di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica
Al Consiglio Universitario Nazionale
Al Consiglio Nazionale dell’ Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica
Al CINECA

Nota 15 marzo 2018, AOODGPER 14192

Oggetto: Concorso docenti di cui all’art.17 comma 2 lett. b del decreto legislativo 13 aprile 2017, n.59. Commissioni di valutazione. Apertura funzioni per la presentazione delle candidature.