Nuovi dati statistici sull’autismo

da Superando 07.05.2018

Nuovi dati statistici sull’autismo

di Carlo Hanau*

Nell’ultimo mese sono stati pubblicati gli ultimi dati ISTAT sulla prevalenza dell’autismo negli scolari in Italia nel 2016-2017 e quelli dei CDC di Atlanta (Stati Uniti), riguardanti un’indagine eseguita nel 2014 sulla prevalenza dell’autismo fra i bambini di 8 anni in undici Stati degli USA [CDC sta per Centers for Disease Control and Prevention, ovvero “Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie”, N.d.R.]. In entrambi i casi si registra una crescita della prevalenza, che meriterebbe, come scrivono dai CDC, anche un aumento delle attenzioni e delle risorse dedicate a questo problema.

Per quanto riguarda dunque il Rapporto ISTAT L’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado – Anno Scolastico 2016-2017, si tratta dell’aggiornamento del Rapporto presentato nel dicembre del 2016, riguardante l’anno scolastico precedente (2015-2016).
I casi di autismo vengono definiti come “Disturbi dello sviluppo”, abbreviando la dizione “Disturbi generalizzati dello sviluppo” oppure quella “F 84: Disturbi evolutivi globali dello sviluppo psicologico”, così come ufficialmente definiti dall’ICD 10, la Classificazione internazionale delle malattie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oggi in vigore.
Nel Rapporto dell’ISTAT si scrive quindi: «Il disturbo generalizzato dello sviluppo è caratterizzato da una compromissione grave e generalizzata in diverse aree dello sviluppo: capacità di interazione sociale reciproca, capacità di comunicazione, o presenza di comportamenti, interessi e attività stereotipate. Della categoria fanno parte: disturbo autistico; disturbo di Rett; disturbo disintegrativo della fanciullezza; disturbo di Asperger; disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato (compreso l’autismo atipico)».
Si noti che la rilevazione dell’ISTAT comprende soltanto coloro che in base alla certificazione di cui alla Legge 104/92 ricevono un aiuto e che la maggior parte dei casi di sindrome di Asperger non ricevono alcun aiuto. Inoltre, le due classificazioni ISTAT dei disturbi “dell’attenzione e comportamentali” e “affettivo-relazionali”, che sono molto presenti fra i casi di disabilità, potrebbero attrarre casi per i quali si cerca di evitare di segnare la diagnosi di disturbi dello sviluppo, da identificare con l’autismo.
Tutto questo premesso, nel 2016-2017 questa disabilità riguardava:
23.000 casi, ovvero il 25,6% dei 90.000 alunni con disabilità nelle Scuole Primarie e 15.000 casi, il 21,7% dei 69.000 alunni con disabilità nelle Scuole Secondarie di Primo Grado. In totale 38.000 alunni, con una prevalenza dello 0,84% sul totale, in lieve aumento rispetto all’anno precedente, 2015-2016.
Ci si può pertanto attendere che si arriverà presto all’1% del totale degli alunni, così come individuato in una recente ricerca riguardante i casi di autismo in età tra i 7 e i 9 anni, condotta nella Provincia di Pisa all’interno del progetto europeo ASDEU (Autism Spectrum Disorder in European Union), che si avvale della collaborazione della scuola per non “smarrire” diversi casi altrimenti sfuggenti (di ASDEU si legga ampiamente su queste stesse pagine).

È interessante a questo punto constatare che se la prevalenza media dei Paesi europei si colloca sull’1%, in Islanda essa supera il 2,6% (se ne legga in The research into autism prevalence, in «Link», magazine di Autism Europe, n. 68, 2017, pp. 5-6).
Il dato dell’1% è comunque molto superiore a quello derivato dal Registro del Sistema Informativo della SINPIA-ER (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Emilia Romagna), che per l’anno 2016 riportava una prevalenza pari allo 0,44% nell’età tra i 6 e i 10 anni, quella che comprende cioè l’intervallo tra i 7 e i 9 anni di ASDEU, con il quale è confrontabile.
Il valore assoluto della prevalenza dell’autismo in carico ai servizi della Neuropsichiatria Infantile in Emilia Romagna è raddoppiato dal 2011 al 2017 ed è facile prevedere che aumenterà ancora, dato che nella classe di età inferiore, quella fra i 3 e i 5 anni, la prevalenza al 2016 era dello 0,53% (si confronti a tal proposito la Relazione PRIA-Programma regionale integrato per l’assistenza territoriale alle persone con disturbo dello spettro autistico per l’anno 2016, Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Cura della Persona, Area Salute Mentale, Bologna, 2018).

Per quanto poi riguarda i CDC di Atlanta, nei giorni scorsi, come detto, è stato reso noto il risultato di un’indagine eseguita nel 2014 sulla prevalenza dell’autismo fra i bambini di 8 anni negli Stati Uniti.
Questa indagine viene effettuata dal 2000 ogni due anni sui bambini con autismo di 8 anni, in undici diversi Stati degli USA, avvalendosi della collaborazione della scuola e degli altri servizi di cura.
Qui la prevalenza dell’autismo è passata dallo 0,75% nel 2000 all’1,5% nel 2010, dato confermato nel 2012. Nel 2014, poi, vi è stata una ripresa dell’aumento registrato negli anni precedenti e la prevalenza è aumentata all’1,68%, pari cioè a un bambino ogni 59.
Il risultato del 2014 era molto atteso, perché nel 2013 gli Stati Uniti avevano adottato il DSM5 [“Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, N.d.R.], in sostituzione del DSM IV TR, e quest’ultima rilevazione ha utilizzato in parallelo sia la nuova che la vecchia versione del DSM stesso.
I risultati non sono stati sensibilmente discordanti, smentendo le previsioni di coloro che ipotizzavano un calo dei casi classificati con autismo, ad uso di risparmio delle risorse per le mutue e a danno di qualche persona con disabilità. Il difetto di nascondere l’entità dei problemi per ritardare l’adozione di congrui provvedimenti è tipico piuttosto del nostro Paese, dove si sente spesso ripetere che «gli americani esagerano sempre»… La serietà dei CDC, invece, non può essere messa in discussione e anzi si dovrebbe prendere ad esempio, utilizzandone la stessa metodica di rilevazione, che si fonda su due fasi distinte, in analogia a quella del progetto europeo ASDEU. Nella prima fase, infatti la scuola e tutti gli operatori sociali e sanitari collaborano per attuare una prima selezione, dopo la quale intervengono équipe specializzate, che mantengono l’omogeneità delle procedure di diagnosi.
Il campione, pur essendo molto vasto, non ha la pretesa di essere rappresentativo di tutti gli Stati Uniti. Permangono forti differenze fra un territorio e un altro, giacché intorno al valore medio generale di 1,68%, c’è in un intervallo che varia fra l’1,31% e il 2,93%.
I maschi sono quattro volte più numerosi delle femmine e la prevalenza fra i neri non ispanici è aumentata, elevando la media generale, ma non ha ancora raggiunto quella fra i bianchi non ispanici. In entrambi i due sottogruppi la prevalenza è maggiore che negli ispanici e si pensa che le condizioni culturali abbiano un loro peso.
Il Quoziente d’Intelligenza del campione è inferiore a 70 nel 31% dei casi e supera 85 nel 44%; il restante 25% è nella norma. Questa distribuzione resta ben lontana dalla percentuale di insufficienza mentale riscontrata nel nostro Paese fra i casi di autismo diagnosticato, perché qui “l’autismo dell’intelligente” non viene riconosciuto.

La conclusione della relazione americana dovrebbe valere anche nel nostro Paese, che a differenza degli Stati Uniti investe così poco sul futuro: questi dati, infatti, possono essere usati per la programmazione dei servizi, per guidare la ricerca sui fattori di rischio e sull’efficacia degli interventi, informando le politiche sanitarie e scolastiche, con l’obiettivo di giungere a migliori risultati a vantaggio di tutti.

* Docente di Programmazione dei Servizi Sociali e Sanitari al Master sull’Autismo dell’Università di Modena e Reggio Emilia

ASSEGNAZIONI PROVVISORIE E DOCENTI “ESILIATI”

ASSEGNAZIONI PROVVISORIE E DOCENTI “ESILIATI” DALLA L. 107 non specializzati nel Sostegno

La riapertura della trattativa nazionale sulle Assegnazioni provvisorie, porta nuovamente alla ribalta l’annosa questione dei docenti sparpagliati in maniera casuale lungo tutta la penisola secondo le catastrofiche modalità della legge n. 107/2015.

Visto che ancora una volta il MIUR ha perso l’occasione per provare a porre rimedio a qualcuno dei danni provocati dalla legge 107/2015 – ad esempio trasformando i posti vacanti e disponibili e i posti in deroga da “organico di fatto” in “organico di diritto” – per le migliaia di colleghe e colleghi allontanati dalla propria città dal “confuso” algoritmo ministeriale, svanita la possibilità di un trasferimento definitivo, non rimane che sperare nelle Assegnazioni provvisorie per ritornare almeno temporaneamente dalle proprie famiglie.

A questo scopo occorrerebbe anche consentire, come accaduto fino a due anni fa, e come reso possibile dal nuovo CCNL Scuola 2016/2018, la possibilità di chiedere l’assegnazione provvisoria sui posti di sostegno anche per i docenti privi del titolo di specializzazione.

Naturalmente, come previsto dalla l. 104/1992, prima di procedere a tale operazione devono essere accantonati tutti i posti da riservare ai docenti precari specializzati presenti nelle GaE e nelle Gd’I (compresi gli attuali specializzandi), garantendone la continuità didattica.

Ma questa è solo una soluzione tampone, di fronte alle resistenze del governo e all’inerzia delle OO.SS. “pronta-firma”, ribadiamo le nostre richieste che consentirebbero di dare stabilità all’organico del personale docente, rispondendo alle richieste delle famiglie, degli studenti, dei colleghi precari e di ruolo:

  1. Trasformazione di tutti i posti vacanti e disponibili e in deroga in “organico di diritto”.

  2. Diminuzione del numero di alunni per classe e diffusione del tempo pieno al Sud.

  3. Ripristino delle compresenze, delle materie e del tempo scuola tagliati dalla “riforma” Gelmini e non reintrodotti dalla legge n. 107/2015.

In attesa dell’aumento slitta la «pagella» per 7 mila presidi

da Il Sole 24 Ore

Se fosse una partita di tennis saremmo ancora al “palleggio” di riscaldamento. Con gli oltre 7mila presidi italiani che, anche quest’anno, saranno sottoposti, con alcune novità e semplificazioni, al procedimento di valutazione. Ma la loro “pagella”, per la seconda volta consecutiva, non peserà – in positivo o in negativo – sulle rispettive buste paga. Vale a dire, la retribuzione di risultato, la voce variabile del salario, circa 1.800-2mila euro annui, continuerà a essere assegnata, a dicembre, sostanzialmente a pioggia, differenziandosi solo in base alla complessità dell’istituto diretto, e non in relazione al giudizio ottenuto.

La situazione politica “incerta” e i risultati, in chiaro-scuro, del primo anno di applicazione della valutazione degli ex “capi d’istituto” hanno spinto il ministero dell’Istruzione ad adottare, anche per il 2018, una linea “soft” per consentire una maggiore “familiarizzazione” con il nuovo strumento anche in attesa del rinnovo del Ccnl – le trattative all’Aran si apriranno il prossimo 15 maggio – che dovrebbe portare a un adeguamento per l’intera categoria di circa 350/380 euro mensili da qui al 2020. In ballo ci sono le risorse stanziate dalla legge di bilancio 2018 per armonizzare progressivamente la retribuzione di posizione di parte fissa a quella prevista per le altre figure dirigenziali della nuova maxi-area «Istruzione e ricerca». Stiamo parlando di 37 milioni di euro per il 2018, di 41 milioni per il 2019 e di 96 milioni per il 2020 che toccherà alla contrattazione collettiva distribuire insieme alla dote prevista a suo tempo dalla Buona scuola: 46 milioni per il 2016 e 14 milioni per il 2017 da corrispondere a titolo di retribuzione di risultato “una tantum”.

Ebbene, in attesa del decollo della trattativa negoziale (e di una sua rapida finalizzazione: gli stipendi dei presidi sono fermi da circa nove anni) sul fronte “merito” si continua a navigare “a vista”. È stata Stefania Giannini a firmare la direttiva che, dopo un’attesa di 15 anni, ha introdotto la valutazione per i dirigenti scolastici, allineando il nostro Paese ai principali competitor internazionali. La procedura, la stessa anche quest’anno, passa per la compilazione da parte del preside del portfolio (per il 2018 c’è tempo fino al 31 luglio), a cui segue l’esame da parte dei nuclei di valutazione (il giudizio finale è assegnato dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale). In base alla “pagella” ottenuta scatta (o sarebbe meglio dire, dovrebbe scattare), in proporzione, la retribuzione di risultato, e in caso di due valutazioni negative si potrà cambiare mansione all’interessato.

«In questi mesi – evidenzia Damiano Previtali, a capo della direzione Valutazione del Miur – abbiamo svolto un lavoro di ascolto per migliorare la procedura valutativa in cui il ministero crede molto. Quest’anno ci sono due importanti novità: una procedura essenziale e un maggior protagonismo da parte del dirigente scolastico. Infatti, il portfolio è diventato ancora più leggero, per esempio abbiamo ridotto da 18 a 3 i documenti da indicare da parte del dirigente, vale a dire l’atto di indirizzo per l’elaborazione del piano triennale dell’offerta formativa, il regolamento che accompagna il programma annuale, il contratto di istituto, ovvero gli aspetti specifici dell’azione dirigenziale. I nuclei di valutazione poi dovranno avere un’interlocuzione diretta con i dirigenti scolastici, andando nelle loro scuole o incontrandoli presso le strutture territoriali. Insomma c’è più spazio per il confronto diretto».

Si tratta di aperture «piuttosto timide – replica Licia Cianfriglia, responsabile relazioni istituzionali dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi -. Noi crediamo da sempre nella valutazione, ma la vogliamo vera. E slegarla ancora una volta dalla retribuzione di risultato è un grave errore. Così lo strumento diventa un ennesimo adempimento burocratico fine a sé stesso. Per questo motivo, e in attesa di avere risposte alla nostra protesta per le condizioni assurde in cui siamo costretti ad assumere responsabilità senza strumenti e riconoscimenti adeguati, continueremo nella mobilitazione e non compileremo il portfolio».

Iscrizione CPIA a.s. 2018/19, domande entro il 31 maggio e non oltre il 15 ottobre

da Orizzontescuola

Iscrizione CPIA a.s. 2018/19, domande entro il 31 maggio e non oltre il 15 ottobre. Percorsi, requisiti. modelli istanze

di redazione

Pubblicata la nota sulle iscrizioni ai percorsi per l’istruzione degli adulti a.s. 2018/2019, prevista dalla precedente nota sulle iscrizioni n. 14659 del 13 novembre 2017.

I Percorsi

I Centri territoriali per l’educazione degli adulti e i corsi serali per il conseguimento di diplomi di istruzione secondaria di secondo grado, com’è noto, sono stati riordinati nei seguenti percorsi:

  • percorsi di istruzione di primo livello;
  • percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana;
  • percorsi di secondo livello.

Requisiti di iscrizione

Si possono iscrivere ai percorsi di primo livello:

  • gli adulti, anche con cittadinanza non italiana, sprovvisti delle competenze di base connesse all’obbligo di istruzione, di cui al DM n.139/2007, o che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione;
  • coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno di età e che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione;
  • coloro che hanno compiuto il quindicesimo anno di età, solo in seguito ad accordi specifici tra regioni e uffici scolastici regionali; nei limiti dell’organico assegnato e in presenza di particolari e motivate esigenze.

Possono iscriversi ai percorsi di secondo livello:

  • gli adulti, anche con cittadinanza non italiana, che sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione;
  • coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno di età e che, già in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione, dimostrano di non poter frequentare il corso diurno.

Si possono iscrivere ai percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana:

  • gli adulti con cittadinanza non italiana in età lavorativa, anche in possesso di titoli di studio conseguiti nei Paesi di origine.

Modalità di iscrizione

Iscrizione ai percorsi di istruzione di primo livello e ai percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana:

  • la domanda va presentata , dagli adulti interessati, direttamente alle sedi dell’unità amministrativa dei CPIA, anche per il tramite delle “sedi associate”.

Iscrizione ai  percorsi di istruzione di secondo livello:

  • la domanda va presentata direttamente alle sedi dell’unità didattica dei CPIA (punti di erogazione di secondo livello), vale a dire alle istituzioni scolastiche presso le quali sono incardinati i percorsi di secondo livello, le quali provvedono tempestivamente a trasmetterle in copia alla sede centrale del CPIA.

Termini di iscrizione

Le domande di iscrizione vanno presentate, di norma, entro il 31 maggio 2018 e comunque non oltre il 15 ottobre 2018.

E possibile, comunque, accogliere domande presentate oltre i succitati termini. Spetta al collegio docenti definire i criteri generali e e i casi che legittimano la deroga.

nota Miur, Allegato A (domanda iscrizione percorsi I livello), Allegato B (domanda iscrizione percorsi II livello), Allegato C (domanda iscrizione percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana)

Dirigenti scolastici, slide sul procedimento di valutazione a.s. 2017/18

da Orizzontescuola

Dirigenti scolastici, slide sul procedimento di valutazione a.s. 2017/18

di redazione

Nei giorni scorsi, abbiamo riferito sulla “nota esplicativa 3” relativa alla valutazione dei dirigenti scolastici.

Valutazione dirigenti scolastici: time line, interlocuzione con il NEV, legame con la retribuzione. Compilazione Portfolio sino al 31 luglio

Gli UU.SS.RR. stanno svolgendo delle apposite conferenze di servizio, al fine di illustrare la nota succitata e l’intero procedimento di valutazione per il corrente anno scolastico.

Pubblichiamo le slide rese note dall’USR Lazio sul procedimento di valutazione e sul feedback professionale.

Calendario scolastico 2018/19, in Sicilia 200 giorni di lezione escluse le gite. La protesta dei dirigenti

da Orizzontescuola

Calendario scolastico 2018/19, in Sicilia 200 giorni di lezione escluse le gite. La protesta dei dirigenti

di redazione

Nella giornata di ieri, abbiamo riferito sull’abolizione della vacanza del 15 maggio in Sicilia per festa dell’Autonomia e nello svolgimento di apposite attività per la giornata.

Sicilia: festa autonomia sarà cancellata, ma si insegnerà cultura siciliana. Stanziati 14 milioni di euro

Nel decreto, firmato dall’Assessore La Galla, leggiamo su blogsicilia.it, vi sono altre novità in merito al calendario scolastico siciliano per il prossimo anno scolastico, che elenchiamo di seguito:

  • abolizione vacanza del 15 maggio;
  • tetto minimo di 200 giorni di lezione da raggiungere escludendo i viaggi di istruzione;
  • dopo le festività natalizie, si rientrerà a scuola  il giorno dopo l’Epifania, quindi il 7 e non più l’8.

L’inizio delle lezioni è previsto per il 12 settembre.

Nel complesso, come leggiamo su Republbica.it, i giorni previsti sono 211: 200 devono essere di lezioni; gli altri 11 per pause e gite.

La notizia non è stata accolta bene dai dirigenti dell’Isola che lamentano una sorta di “ingerenza” della Regione, in quanto i bisogni della scuola li conosce la scuola non la Regione.

Così ad esempio la Preside del Liceo Cannizzaro di Palermo:

Pensavo – confessa la preside dello scientifico Cannizzaro di Palermo – si trattasse di fake news. Invece ora scopro che è vero. E’ come tornare al 1800. I bisogni della scuola li conosce la scuola non la Regione, che avrebbe la competenza per fare una legge sul diritto allo studio invece. Quelle che facciamo fuori dalle classi sono a tutti gli effetti attività didattiche. Perché l’assessore non si consiglia con i presidi prima di innovare?”.

Qui il calendario scolastico delle Regioni che hanno già deliberato

Esami di Stato II grado, alternanza scuola-lavoro: come si valuta e come incide sul credito scolastico

da Orizzontescuola

Furbetti della104: truffano lo Stato e danneggiano altri lavoratori

da La Tecnica della Scuola

Furbetti della104: truffano lo Stato e danneggiano altri lavoratori

Sentenza, nulli gli incarichi di dirigente tecnico con funzioni ispettive

da La Tecnica della Scuola

Sentenza, nulli gli incarichi di dirigente tecnico con funzioni ispettive

L’alternanza scuola-lavoro influisce sugli scrutini. Miur: nessun dietro front, nessuna deroga

da La Tecnica della Scuola

L’alternanza scuola-lavoro influisce sugli scrutini. Miur: nessun dietro front, nessuna deroga

Comitato valutazione non è organo perfetto

da La Tecnica della Scuola

Comitato valutazione non è organo perfetto

Giovani, politica e senso delle istituzioni nel pensiero di Aldo Moro

Giovani, politica e senso delle istituzioni nel pensiero di Aldo Moro”: è il titolo dell’evento in programma il 7 maggio, dalle ore 11.00, al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per ricordare lo statista, che fu anche Ministro della Pubblica Istruzione (maggio 1957 – luglio 1958), a 40 anni dalla sua scomparsa.

Intervengono la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, Giorgio Balzoni, autore del libro “Aldo Moro. Il professore”, Giuseppe Fioroni, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro nella XVII legislatura, Ezio Mauro, autore del documentario “Il Condannato. Cronaca di un sequestro”. Modera gli interventi il giornalista Giovanni Bianconi. Al termine dell’evento la Ministra intitolerà ad Aldo Moro una delle Sale del MIUR.


Nota 3 maggio 2018, AOODGOSV 7655
Aldo Moro: il valore della scuola e della cultura in una società libera e democratica

Inclusione sociale e lotta al disagio – 2a edizione Proroga presentazione proposte formative al 25 maggio 2018

Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. Fondo Sociale Europeo Asse I Avviso AOODGEFID\4395 del 09/03/2018 progetti di inclusione sociale e lotta al disagio nonché per garantire l’apertura delle scuole oltre l’orario scolastico soprattutto nella aree a rischio e in quelle periferiche “Scuola al Centro” e AOODGEFID/4396 del 09/03/2018 progetti per la realizzazione di progetti di potenziamento delle competenze di base in chiave innovativa, a supporto dell’offerta formativa.
Proroga presentazione proposte formative.

Prot. 10843 del 07 maggio 2018

Biennale Nazionale dei Licei Artistici Italiani

Presso la Sala della Comunicazione del MIUR, il 7 maggio 2018, si svolge la cerimonia di premiazione delle opere vincitrici della seconda Biennale Nazionale dei Licei Artistici Italiani, alla presenza della Ministra Valeria Fedeli.


Scuola, premiate le opere vincitrici della seconda biennale dei Licei artistici

(Lunedì, 07 maggio 2018) “Avevamo promesso di portare avanti l’esperienza della Biennale e siamo felici oltre che orgogliosi di averlo fatto. Con convinzione e nella certezza che sempre di più la produzione del lavoro che si fa nelle nostre scuole debba trovare spazio in contesti dove tutti i cittadini possano vederla, apprezzarla, scoprendo anche la maturità e l’alto livello degli elaborati delle nostre studentesse e dei studenti”. Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, in occasione della premiazione delle opere vincitrici della seconda Biennale dei Licei artistici.
“La prima edizione della Biennale, il cui tema era il ‘Gioco’,ha avuto ampio successo. Anche quest’anno la partecipazione è stata straordinaria. Segno della vivacità intellettuale e artistica delle nostre scuole. La Biennale è l’evidente espressione che il nostro patrimonio culturale e artistico costituisce il motore di crescita del nostro paese. Il nostro compito, come Ministero, è stato e continua ad essere quello di fornire, alle studentesse e agli studenti, strumenti, conoscenze e capacità critiche per potersi misurare con la bellezza e il valore del patrimonio culturale, fondamenti dei principi di cittadinanza attiva. Complimenti alle ragazze ai ragazzi e ai loro docenti che con grande sapienza hanno saputo guidarli fino a questo risultato”, ha concluso.

Duecento le opere in concorso per la Biennale, curata da Mariagrazia Dardanelli, presidente di ReNaLiArt (Rete Nazionale dei Licei Artistici) e dirigente scolastica presso il Liceo Artistico “Enzo Rossi”. Tre i premi assegnati dalla Giuria.

Primo classificato il Liceo Artistico Statale (IIS) “G. Carducci” di Volterra con l’opera dal titolo Garbuglio NOF4, sezione Arti figurative plastico scultoree. Secondo classificato il Liceo Artistico Statale “Giovanni Sello” di Udine con l’opera “MeravigliosaMente”, sezione Audiovisivo e Multimediale. Terzo classificato il Liceo Artistico Statale “Enzo Rossi” di Roma con l’opera “Memorie del viaggio”, sezione Arti figurative Scultura.

Sono state inoltre riconosciute dalla Giuria quindici menzioni speciali e otto premi sostenitori. La Giuria che ha giudicato le opere in concorso era composta da personalità di alto valore scientifico e culturale e presieduta da Claudio Strinati, storico dell’arte.


Al via la seconda edizione della Biennale Nazionale dei Licei Artistici Italiani, che sarà inaugurata il prossimo 28 aprile a Roma. Il viaggio sarà il tema dell’edizione di quest’anno, che sarà presentata ufficialmente il 26 aprile, alle 10.30, nella Sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (in allegato il programma della conferenza stampa).

La Biennale è un incubatore di creatività e di innovazione, uno spazio di interazione e partecipazione per aiutare le giovani e i giovani a capire la società e la cultura contemporanee e per valorizzare le eccellenze dei Licei artistici. Un vero festival, dove l’arte rappresenta il mezzo per vivere e diffondere la cultura, con la forza della bellezza e della conoscenza.

La manifestazione, promossa dalla Rete Nazionale dei Licei Artistici (ReNaLiArt) e finanziata dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione del MIUR, si svolgerà a Roma fino al 4 giugno 2018 e ospiterà in concorso le opere delle studentesse e degli studenti dei Licei artistici italiani. Anche la seconda edizione della Biennale, così come la prima, il cui tema era “Il gioco”, prevede la partecipazione fuori concorso di scuole d’arte estere, invitate dal Comitato Tecnico Scientifico, provenienti da: Francia (Parigi), Spagna (Barcellona), Regno Unito (Essex), Germania (Berlino), Corea del Sud (Seul), Cina (Pechino), Israele (Haifa), Marocco (Casablanca). Saranno coinvolte le relative Ambasciate e verranno organizzati eventi a tema.

Dopo la conferenza stampa di presentazione del 26 aprile, la cerimonia di apertura al pubblico avverrà il prossimo 28 aprile, alle ore 10.30, presso lo spazio WEGIL – ex GIL di Roma. La cerimonia di premiazione si svolgerà invece il 7 maggio alle ore 15.30, presso la sede del MIUR, alla presenza della Ministra Valeria Fedeli.

Le opere della seconda Biennale Nazionale dei Licei Artistici Italiani sono state valutate da personalità di alto valore artistico e culturale. Presidente della giuria è Claudio Strinati, storico dell’arte. Da quest’anno, infine, la Biennale accoglierà iniziative rivolte al sociale, sui temi della disabilità, della migrazione e della detenzione. Per l’intera durata della manifestazione e grazie alla partnership con l’associazione no profit Abili Oltre, verranno organizzate attività a favore dell’inclusione.

Settimana nazionale della musica a scuola

Come previsto dalla Nota 3 aprile 2018, AOODPIT 733, dal 7 al 12 maggio 2018 si svolge la settimana nazionale della musica a scuola.

Negli stessi giorni è promossa a Taranto e Provincia l’organizzazione della XXIX Rassegna Nazionale delle scuole a indirizzo musicale.


Scuola, dal 7 al 12 maggio la Settimana nazionale della musica

Anche quest’anno ritorna l’appuntamento con la settimana di concerti, improvvisazioni musicali e incontri nelle scuole. L’iniziativa è promossa dal Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della Musica del Miur con l’obiettivo di favorire la pratica musicale tra le alunne e gli alunni

Si terrà dal 7 al 12 maggio prossimi la Settimana nazionale della musica a scuola. Anche quest’anno ritorna l’ormai tradizionale appuntamento promosso dal Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della Musica per tutti gli studenti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, presieduto dal Prof. Luigi Berlinguer. Gli istituti scolastici di tutta Italia potranno aprire le loro porte per una settimana di concerti, esibizioni, improvvisazioni musicali, incontri con esperti con l’obiettivo di sostenere la pratica musicale per la sua valenza formativa ed educativa.

Nel corso di questa settimana le scuole avranno l’occasione di testimoniare l’importanza delle attività musicali che hanno realizzato durante l’intero anno scolastico e che, dunque, non si risolvono nell’occasione straordinaria dell’esibizione programmata per la “Settimana della musica”, ma trovano in questo appuntamento il punto di approdo di ordinari percorsi di apprendimento. L’edizione 2018 della Musica a scuola è dedicata alla memoria di Josè Antonio Abreu che dedicò la sua vita alla lotta per l’inclusione e la promozione sociale e per la diffusione dell’apprendimento della musica per tutti, attraverso la creazione del “Sistema Nacional de Orquestas y Coros Juveniles e Infantiles”, in Venezuela.

I suoi ideali vivranno sempre nelle mani e nelle voci dei bambini e dei giovani delle orchestre infantili e giovanili di tutto il mondo. Nell’ambito della Settimana della musica a scuola anche per questa edizione si terrà un incontro tra i docenti delle scuole ad indirizzo musicale. Un momento di confronto – che si terrà quest’anno a Taranto e provincia – per fare il punto sull’insegnamento di questa disciplina tra i banchi.