Elezione cariche direttive

FISH ha eletto le proprie cariche direttive

 

La scorsa settimana si è svolto il Congresso dei delegati FISH che, oltre a discutere ed approvare la mozione generale e quelle specifiche che orientano l’attività delle Federazione per il prossimo anno, ha provveduto a rinnovare i propri organi istituzionali.

Ha quindi individuato i 15 componenti della Giunta, il Collegio dei Revisori dei Conti e il Comitato dei Garanti.

Oggi la nuova Giunta, convocata per la nomina delle cariche, ha provveduto ad eleggere presidente, vicepresidenti, segretario e tesoriere.

Conserva la presidenza Vincenzo Falabella (FAIP) che verrà affiancato da Roberto Speziale (ANFFAS), vicepresidente vicario, e da Silvia Cutrera (DPI Italia), altra vicepresidente, entrambi riconfermati nelle loro cariche.

Antonio Cotura (FIADDA), precedentemente segretario, diviene il terzo vicepresidente mentre il quarto è Paolo Virgilio Grillo(AIPD).

La tesoreria è affidata all’esperienza e alla competenza di Mario Alberto Battaglia (AISM), già ripetutamente membro di Giunta.

Infine, Daniele Stavolo (FISH Lazio), nuovo ingresso in Giunta, assume la carica di segretario nazionale.

Ricordiamo per completezza gli altri componenti della Giunta: Luisella Paola Bosisio (FISH Lombardia), Annunziata Coppedè (FISH Calabria), Francesco Diomede (AISTOM), Marco Espa (ABC), Alberto Fontana (UILDM), Giampiero Licinio (FISH Friuli Venezia Giulia), Donata Grazia Pagetti (FISH Toscana), Germano Tosi (ENIL Italia).

A tutti l’augurio di un buon lavoro.

Nuovo Governo: primi segnali sulla disabilità

Nuovo Governo: primi segnali sulla disabilità

 

In queste settimane si va consolidando lo scenario istituzionale e politico del nostro Paese e, giorno dopo giorno, si aggiungono elementi che potrebbero impattare sulle future condizioni di vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

I primi segnali si sono rilevati nel cosiddetto “Contratto di Governo del cambiamento” che ha aggregato in senso programmatico i partiti che sostengono il nuovo Esecutivo. Su quel documento, nella parte che riguarda la disabilità, FISH mantiene varie riserve e, soprattutto, attende chiarezza sui vari passaggi che appaiono incerti o ambigui.

Ma nel frattempo attorno al nuovo Esecutivo si colgono dichiarazioni non certo rassicuranti e, per certi versi, di conferma di politiche e tentativi già visti e contrastati in passato.

Un esempio preoccupante arriva da La Repubblica” di oggi che ospita una articolata intervista ad Alberto Brambilla, tecnico (e politico) di punta della Lega e già sottosegretario al Welfare in due Governi Berlusconi e poi Presidente del nucleo di valutazione della spesa previdenziale presso il Ministero del Lavoro (2008-2012). Un nome in pole position per qualche sottosegretariato nel nuovo esecutivo se non addirittura, secondo alcuni, al vertice di INPS.

Brambilla tranquillizza circa la fattibilità della soppressione della Legge Fornero e ridimensiona (di molto rispetto ad altri analisti) le previsioni di spesa: basterebbero, a sua detta, 5 miliardi. Rimane comunque la sfida di dove recuperali e, contestualmente, di come garantire la copertura all’altro punto centrale nel “Contratto di Governo del cambiamento” e cioè il reddito di cittadinanza.

Secondo Brambilla 1,5 miliardi possono essere recuperati con la soppressione dell’Ape Social, cioè quella formula di anticipazione della pensione riservata a pochissime categorie di lavoratori, e in numero già contingentato e con limiti anagrafici, fra i quali quelli che assistono familiari con gravi disabilità o che sono lavoratori con disabilità.

Ma Brambilla propone anche un’altra ricetta (già sentita in passato) che riguarda l’assistenza: “Andrebbe unificato il corpo medico di INPS e INAIL perché vigili su invalidità e inabilità, togliendo il monitoraggio alle Regioni. Risparmiare il 4%, stanando i furbi, su una spesa da 112 miliardi annui non è fantascienza.”

Per inciso i 112 miliardi citati riguardano l’intera spesa pensionistica, mentre il 4% si dovrebbe recuperare solo dalle pensioni di invalidità civile (e sordità e cecità) e anche da quelle di invalidità per lavoro.

La bizzarra unificazione del “corpo medico” di INPS e INAIL, secondo il Brambilla, dovrebbe “stanare i furbi”. Ancora per inciso: le Regioni da un pezzo non hanno più alcuna funzione di monitoraggio su quelle provvidenze. La stessa funzione concessoria delle provvidenze assistenziali è di fatto in capo a INPS da alcuni anni.

Si torna quindi a parlare di “furbi”, a riproporre logiche e ricette tipiche di altre stagioni, incentrate sul pregiudizio e lo stigma, sulla spesa improduttiva di tremontiana memoria.

E ricette fallimentari: INPS e Ministero del Lavoro hanno sancito in modo definitivo che i 450.000 controlli condotti nel triennio 2013-2015 hanno riportato nelle casse dello Stato solamente 13,6 milioni di euro.

Ma Brambilla mette le mani avanti anche sull’altro intento espresso dal citato Contratto e cioè l’aumento delle pensioni di invalidità. Ancora una volta, prevale lo stigma e il condizionale: “Sarebbe altrettanto giusto raddoppiare le pensioni di invalidità. Ma quelle vere.”

Nel complesso, leggendo l’intervista rimane la netta sensazione che la Lega, riprendendo linguaggi e proposte di epoca berlusconiana, stia di fatto dettando la linea al neoministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Luigi Di Maio, e a quello della Famiglia e della Disabilità, Lorenzo Fontana. Da entrambi ci si augura una presa di distanze da questo scenario tutt’altro che positivo.

Il Miur «risparmia» su merito e progetti extra delle scuole

da Il Sole 24 Ore

Il Miur «risparmia» su merito e progetti extra delle scuole

di Claudio Tucci

Non sono trascorsi neanche quattro mesi dalla prima “sforbiciata” al fondo per valorizzare il merito degli insegnanti, operata con il nuovo Ccnl, che già ne è in arrivo un’altra. Stavolta dettata dalla spending review che, quest’anno, impone al ministero dell’Istruzione un taglio complessivo di 100 milioni di euro (sul miliardo annuo a decorrere dal 2018 “richiesto” a tutti i dicasteri dagli ultimi documenti di finanza pubblica).

Ai 70 milioni sottratti a febbraio per garantire (indistintamente) ai docenti italiani i 96 euro di aumenti salariali medi, se ne aggiungeranno, adesso, altri 18, facendo così scendere, solo per il 2018, l’originario fondo di 200 milioni per premiare i professori meritevoli ad appena 112 milioni (dal prossimo anno si dovrebbe risalire a 160 milioni, non conteggiando però eventuali tagli alla spesa – in attesa, ovviamente, che il nuovo esecutivo Lega-M5S prenda una posizione sul tema, la parola «merito» infatti non viene mai menzionata nella paginetta e mezza che il «contratto per il governo» dedica alla scuola).

La razionalizzazione (i “sacrifici” tra i vari ministeri sono stati ripartiti in proporzione alle spese per acquisto di beni e servizi e per investimenti, e in proporzione al 5% della spesa per il personale) è stata messa nero su bianco dal Miur in queste ore, e comprende anche altri capitoli (alcuni di peso), non solo il bonus merito.

La ex legge 440, per l’arricchimento dell’offerta formativa, per esempio, perderà 20 milioni. Ma sul rafforzamento dell’offerta didattica, ricordano da Viale Trastevere, sono state stanziate, in questi anni, risorse ingenti: 840 milioni di fondi Pon con il piano Fedeli da 10 bandi e altri 240 milioni per tenere aperti gli istituti anche di pomeriggio (vale a dire, in orario extra scolastico).

La spending review 2018 toccherà anche le risorse del fondo di funzionamento delle scuole (da cui si pesca per i progetti ministeriali e per quelli aggiuntivi presso gli istituti). Qui si taglieranno 16 milioni (il fondo di funzionamento resta comunque raddoppiato rispetto al passato).

L’elenco di riduzioni, piccole e grandi, al bilancio del Miur comprende anche le risorse per la carta formazione dei docenti: il contenimento sarà di 4 milioni. Si tratta tuttavia, precisano fonti ministeriali, di risparmi derivanti dal calcolo effettivo dei fruitori. La card insomma resterà di 500 euro (l’auspicio, adesso, è che la somma inizi a essere utilizzata per la formazione vera; un tasto su cui spinge pure la nuova maggioranza “giallo-verde” – dai dati al 10 maggio scorso risulta invece che il 67% delle risorse impegnate andrà ad hardware e software, vale a dire tablet e pc).

Tra gli altri tagli indicati dal Miur (e inviati al Mef), il piano nazionale scuola digitale perderà 1 milione; poi ci saranno riduzioni “chirurgiche” a spese di missione, telefonia, consumi ordinari del ministero (luce e acqua).

A perdere fondi, a sorpresa, è pure l’alternanza scuola-lavoro, già finita, da giorni, nel mirino di Lega e M5S. La formazione “on the job”, introdotta obbligatoriamente nelle ultime tre classi delle scuole secondarie superiori dalla legge 107 (almeno 400 ore nei tecnici e professionali, almeno 200 ore nei licei), conta oggi su 100 milioni annui; a cui, a breve, si dovrebbero affiancare altri circa 100 milioni, provenienti dai fondi Ue. Ebbene, al momento, l’alternanza lascerà alla spending review 2,7 milioni. Bisognerà attendere le prossime settimane per capire se scatterà in aggiunta l’eventuale rimodulazione delle ore in base agli indirizzi, annunciata a più riprese dalla compagine “giallo-verde”.

Scuola, subito la grana maestre per Bussetti si rischia di ripartire senza docenti in classe

da Il Messaggero

Scuola, subito la grana maestre per Bussetti si rischia di ripartire senza docenti in classe

Viene dal mondo della scuola, il nuovo ministro all’istruzione Marco Bussetti, e ne conosce bene i problemi. Dovrà quindi capire quanto prima come affrontare i più urgenti. «Devo vedere bene la carte – ha assicurato ieri dopo le celebrazioni della Festa della Repubblica – ci mettiamo subito al lavoro per individuare la strada da seguire».

CORSA CONTRO IL TEMPO

Una strada da percorrere in una corsa contro il tempo per arrivare in tempo, a settembre, con i docenti in classe. Domani sarà negli uffici del ministero dell’istruzione per studiare le carte e partire, innanzitutto, dalla questione delle diplomate magistrali che, da qui al 30 giugno, vedranno concludere il loro rapporto di lavoro con l’insegnamento in cui lavorano da precarie anche da decenni.
La questione è esplosa lo scorso venti dicembre con la sentenza del Consiglio di Stato che non ammette in graduatoria ad esaurimento oltre 45mila maestre con il diploma conseguito prima del 2001-2002 né riconosce l’assunzione di 7500 maestre con lo stesso titolo di studio, un vero e proprio tsunami della scuola che però, fino ad oggi, non ha avuto una soluzione anche per la fase di stallo in cui si è ritrovato il ministero dell’istruzione in attesa di un nuovo ministro e di una nuova linea politica da seguire.

L’ORGANIZZAZIONE

Ma qui la questione è soprattutto organizzativa: a rischio infatti c’è il regolare avvio del prossimo anno scolastico. E il neo ministro Bussetti sa bene come stanno le cose visto che, da dirigente dell’ufficio scolastico regionale della Lombardia, ha avuto fino a due giorni fa le maestre fuori dalla porta in ansia e in cerca di una soluzione. Da dirigente amministrativo, Bussetti dovrà trovare una soluzione da sottoporre al Parlamento quanto prima: l’unica strada percorribile, infatti, è quella legislativa visto che le prossime sentenze del Tar del Lazio non arriveranno prima di metà luglio.

LE NOMINE

A quel punto però sarà troppo tardi per mettere a punto le graduatorie e nominare i docenti della scuola materna e delle scuole elementari per l’anno scolastico 2018-2019. Sia in ruolo sia supplenti. E il tempo stringe visto che lo scorso anno le nomine partirono nei primi giorni di agosto.
Il ministro Bussetti parte proprio da questa urgenza anche perché la Lega su questo caos spinge da mesi, chiedendo attraverso il responsabile scuola Mario Pittoni una soluzione politica per non arrivare a ridosso dell’estate senza la possibilità di stilare una graduatoria. Inizia quindi in salita la nomina di Bussetti con un problema che resta irrisolto da quasi 20 anni, a lui l’onere di risolverlo. A cui faranno seguito altre criticità: i vecchi problemi irrisolti della scuola italiana.

I NODI URGENTI

Si ritrova alle prese con chi vorrebbe che un ministro leghista cancellasse la riforma della Buona Scuola di Renzi e chi invece già chiede assunzioni e sanatorie per i precari. Intanto sulla scrivania di viale Trastevere troverà un dossier,  lasciato per il passaggio di consegne dalla ministra uscente Valeria Fedeli, con le urgenze da risolvere a breve giro. Dopo la questione dei diplomati magistrali, ci sono infatti il rinnovo del contratto per i dirigenti del comparto Istruzione e Ricerca, lo sblocco e il riparto delle risorse del Fondo di funzionamento ordinario delle Università e del Fondo ordinario degli Enti di ricerca, lo stanziamento delle risorse in legge di bilancio per il 2019 necessarie per il prossimo rinnovo contrattuale del periodo 2019-2021 e i problemi legati alla mancata continuità didattica per i docenti di sostegno precari. Contratti e continuità didattica, naturalmente, all’ordine del giorno.

LE PAROLE

Intanto ieri durante le celebrazioni della Festa della Repubblica il neo ministro, silenzioso con tutti ma non con gli studenti al suo fianco, durante la consegna del Tricolore al Presidente Mattarella ha ricordato ai ragazzi l’importanza di quel gesto che avrebbero ricordato per sempre.
Lorena Loiacono

Insegnanti inidonei più soggetti a stati di ansia e depressione

da Orizzontescuola

Insegnanti inidonei più soggetti a stati di ansia e depressione

di redazione

Il docente inidoneo può sviluppare ansia e depressione, diventando anche un soggetto maggiormente a rischio tumore. La causa sarebbe legata allo stress da attività.

E’ quanto si legge sul Gazzettino di Treviso. A lanciare il monito è il medico Vittorio Lodolo D’Oria che da venti anni segue le patologie professionali dei docenti.

Secondo quanto scritto sul quotidiano, i soggetti maggiormente a rischio depressione e ansia (80%) sono quelli inidonei. Costoro sarebbero anche più inclini all’insorgere dei tumori.

Il medico sostiene che il ministero dell’Economia avrebbe i dati relativi all’inidoneità all’insegnamento. A differenza di quanto avviene in altri paesi europei, non sarebbero diffusi per timore – è la tesi ipotizzata dal medico – che possa essere accertato che le malattie professionali in ambito scolastico siano di tipo psichiatrico, costringendo ad avviare un sistema di prevenzione.

Finora le malattie professionali finora riconosciute per l’insegnamento sono solo la raucedine, la laringite e la disfonia. Sempre secondo i dati, soltanto un 10% delle diagnosi psichiatriche nei docenti può essere messo in relazione con la genetica.

Passaggi ruolo/cattedra, come si acquisiranno i titoli. Si attende decreto Miur

da Orizzontescuola

Passaggi ruolo/cattedra, come si acquisiranno i titoli. Si attende decreto Miur

di redazione

Nella giornata del 1° giugno, abbiamo pubblicato in anteprima la bozza di regolamento dei due concorsi previsti dal decreto legislativo n. 59/2017: quello pubblico (ossia il concorso per laureati in possesso dei 24 CFU) e quello riservato (ossia il concorso riservato a coloro i quali sono in possesso di 3 anni di insegnamento negli ultimi otto).

Passaggi di ruolo/cattedra

L’articolo 1, comma 3, della bozza di regolamento prevede l’emanazione di un successivo decreto, per disciplinare le attività formative rivolte ai docenti di ruolo che vogliano svolgere insegnamenti anche in classi disciplinari affini o modificare la propria classe disciplinare di titolarità’ o la tipologia di posto, incluso il passaggio da posto comune a posto di sostegno e viceversa, secondo quanto previsto dall’articolo 4/3 del decreto legislativo n. 59/2017.

Il provvedimento, considerato che non sono più previsti, allo stato dell’arte, corsi abilitanti o di specializzazione, è quanto mai necessario, per consentire ai docenti di ruolo interessati l’acquisizione dei titoli necessari a poter richiedere il passaggio di ruolo/cattedra o il cambio della tipologia di posto.

Pensioni, con quota 100 fino a tre anni in meno di lavoro per docenti ed ATA

da Orizzontescuola

Pensioni, con quota 100 fino a tre anni in meno di lavoro per docenti ed ATA

di redazione

La riforma sulle pensioni avanzata da Lega e Movimento 5 Stelle sta infuocando gli animi del dibattito politico, tra chi sostiene che la riforma sia impraticabile e chi che sia inevitabile.

Quota 100

La riforma proposta da Lega e Movimento 5 Stelle punta ad istituire una quota 100 che permetterebbe di andare in pensione con una somma tra contributi e anni di lavoro pari a 100, con ameno 35 anni di contributi.

Quanto ci costerebbe?

Molte le voci che si sono alzate contro la proposta giallo-verde. Tra queste quella di Cottarelli, mister spendingreview, che così ha commentato: – ‘Io ho piu’ volte detto che secondo me non possiamo avere una riforma che ci fa spendere di piu’ in termini di pensioni. Credo che quello sia un problema’. ‘Si possono fare aggiustamenti alla legislazione – ha aggiunto – anche per categorie che sono particolarmente a disagio. Ma spendiamo purtroppo gia’ troppo’.

Tre anni in meno di lavoro per docenti ed ATA

Come abbiamo più avolte avuto modo di dire, i docenti coinvolti in una possibile quota 100 potrebbero essere circa 100mila, mentre gli ATA 47mila.

Si tratta di numeri importanti, dato che, ricordiamo, il turn-over si aggira generalmente intorno ai 25mila pensionamenti per docenti e meno della metà per gli ATA.

Una riforma del genere potrebbe portare docenti ed ATA potenzialmente coinvolti a lavorare fino a tre anni di meno, rispetto alle attuali regole.

Un “turn-over” potenziato che viene visto di buon occhio anche dai docenti precari che attendono i posti liberarsi per stabilizzare la propria situazione lavorativa.

Cifre diffuse da Italia Oggi

Quota 100, varrà solo per chi ha almeno 64 anni di età?

da La Tecnica della Scuola

Quota 100, varrà solo per chi ha almeno 64 anni di età?

Appello delle scuole cattoliche a Conte

da La Tecnica della Scuola

Appello delle scuole cattoliche a Conte

Prescrizioni contributi Inps, occhio al proprio estratto conto. Le info utili

da La Tecnica della Scuola

Prescrizioni contributi Inps, occhio al proprio estratto conto. Le info utili

Scandalo diplomi falsi per le graduatorie Ata

da La Tecnica della Scuola

Scandalo diplomi falsi per le graduatorie Ata

#FuturaBrindisi, “Sail to the Future”

Dal 4 al 6 giugno la tappa pugliese del tour del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) nei territori

Il Piano Nazionale Scuola Digitale fa tappa in Puglia. Dopo le iniziative di Catania, Caltanissetta e Pescara, #Futura, l’evento lanciato dal MIUR lo scorso gennaio a Bologna, arriva a Brindisi: da oggi fino al 6 giugno, Palazzo Granafei Nervegna sarà il centro attorno al quale si svilupperanno momenti formativi, confronti, laboratori, gare di robotica, hackathon, simulazioni di lavori negoziali e concorsi per studentesse e studenti sull’innovazione didattica e digitale nella scuola italiana.

Sail to the Future” è il titolo della tre giorni pugliese. Fitto il programma delle iniziative: le docenti e i docenti potranno scegliere tra molteplici workshop tematici, mentre per le giovani e i giovani delle scuole del territorio saranno due le principali occasioni di confronto e dibattito: Civic Hack Brindisi, una maratona progettuale civica durante la quale studentesse e studenti saranno chiamati a dare il proprio contributo di idee per la crescita e lo sviluppo sostenibile della propria città, e Model UNEP, una simulazione dei lavori negoziali del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), un’organizzazione internazionale che opera dal 1972 contro i cambiamenti climatici a favore della tutela dell’ambiente e dell’uso sostenibile delle risorse naturali. Ottanta studentesse e studenti, provenienti dalle scuole della Regione Puglia, con l’aiuto di mentori, esperti e ricercatori, lavoreranno insieme con l’obiettivo di immaginare nuovi modelli e soluzioni innovative per contribuire al raggiungimento dell’Obiettivo 14 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: “Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”.

Molti, inoltre, i seminari,  le conferenze e i convegni aperti a docenti, studentesse, studenti e cittadini, dedicati al coding, alla presenza delle donne nelle discipline STEM, all’intelligenza artificiale, ai ‘Millennials d’Italia’, alle nuove frontiere delle tecnologie nella didattica, all’utilizzo dell’innovazione tecnologica nel rispetto e a tutela dell’ambiente.

Il 6 giugno Brindisi passerà simbolicamente il testimone alla città di Rieti, prossima tappa di #Futura dal 7 al 9 giugno. “Sail to the Future” è, infatti, una delle 24 iniziative promosse dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel 2018, per la diffusione sul territorio delle azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale.

Tutti gli eventi si potranno seguire e raccontare sui social con l’hashtag #Futura e con l’hashtag ‘coordinato’ al singolo evento con l’aggiunta del nome della città (#FuturaBrindisi).

Il programma dettagliato di #FuturaBrindisi è consultabile al link: http://www.miur.gov.it/documents/20182/0/futura-brindisi-2018_programma.pdf/6c17f97a-0b14-4746-943c-0890d23f4604?pk_vid=476563b661bb80011528098670481870

Qui il video di presentazione: https://youtu.be/_MXc3pYvyzs