Avvio anno scolastico e vaccini

Avvio anno scolastico e vaccini: il 23 agosto il Ministro Bussetti incontra i sindacati scuola

L’incontro è stato convocato per discutere delle problematiche legate all’avvio dell’anno scolastico e per fare chiarezza sull’obbligo vaccinale nelle scuole.

L’Ufficio di Gabinetto del Miur ha convocato i sindacati scuola per giovedì 23 agosto alle ore 12,30. L’incontro è stato fissato a seguito delle ripetute richieste inviate unitariamente al Ministro da FLC CGIL, CISL FSUR E UIL SCUOLA RUA prima della pausa estiva sulle principali emergenze legate all’avvio dell’anno scolastico e da ultimo il 14 agosto scorso per fare chiarezza sugli obblighi vaccinali nella scuola.

Parteciperà all’incontro il Ministro Marco Bussetti.

Graduatorie, concorsi e future mobilitazioni

Graduatorie, concorsi e future mobilitazioni

USB ha deciso di non accogliere l’invito dei Cobas per lo sciopero dell’11 settembre.

Non lo accogliamo perché crediamo che la soluzione al precariato non possa essere il precariato eterno, ma una soluzione strutturata e credibile che parta dall’immissione in ruolo immediata di chi da anni lavora nella scuola, senza altri “stazionamenti” in graduatorie infinite, unita alla trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto, superando quel gioco delle tre carte che il Ministero orchestra da anni per non rivelare i veri fabbisogni della scuola italiana.

Chi ha vissuto sulla propria pelle la storia del precariato scolastico sa benissimo che le GaE sono state un inferno per migliaia di precari, in attesa di un’immissione in ruolo continuamente rimandata per colpa dei tagli, arrivata poi per molti con la devastante legge 107 e il tristemente noto algoritmo che li ha trasformati in docenti di ruolo precari.

L’emendamento di riapertura delle GaE non risponde in alcun modo alle esigenze di garanzia che giustamente richiedono i diplomati magistrali immessi in ruolo e tanto meno a quelle di tutti i precari che hanno più di 36 mesi di servizio, la cui stabilizzazione deve essere immediata, perché si possano garantire le professionalità acquisite sul campo e per consentire una vera continuità didattica.

La stagione dei ricorsi ha generato solo conflitti fallimentari tra lavoratori, permettendo a chi l’ha promossa di raggiungere i propri obiettivi in termini di rappresentatività ed agibilità sindacale, lasciando come eredità l’individualizzazione e la frammentazione dei lavoratori della scuola e una costante guerra tra poveri.

Conosciamo bene la storia del precariato e delle lotte dei precari, che se hanno avuto un merito ai tempi di Berlinguer o in epoca della riforma Gelmini, è stato quello di cercare obiettivi comuni e rivendicare l’immissione in ruolo per tutti i lavoratori della scuola docenti e ATA. Proprio per questo non pensiamo che l’esperienza delle GaE debba essere ripetuta ancora con l’obiettivo di “parcheggiare” i precari in attesa di soluzioni che invece possono e devono essere trovate. L’immissione in ruolo immediata di tutti i precari con 36 mesi di servizio e il rientro dei docenti immobilizzati sono due obiettivi che possono essere raggiunti attraverso una lotta organizzata e collettiva per ottenere:

1) la trasformazione dell’organico di fatto in diritto;

2) il ripristino del tempo prolungato al Nord e la sua effettiva istituzione al Sud Italia;

3) la diminuzione del numero di alunni per classe;

4) la trasformazione dei posti in deroga sul sostegno in organico di diritto; nonché per l’assunzione del personale ATA

5) un contingente adeguato stanziato sui fabbisogni delle scuole e non appiattito sul turn over.

La pedagogia, questa sconosciuta!

La pedagogia, questa sconosciuta!

di Maurizio Tiriticco

Il titolo dell’articolo è edificante: “Le scienze dell’Educazione per l’Europa”. E’ pubblicato alla pagina 32 de “la Repubblica” di oggi. Ed è firmato da autorevoli pedagogisti! Appena l’ho letto, mi sono detto: “Ah! Ma allora esiste una ricerca educativa nel nostro Paese! E riguarda anche l’Europa intera! Ed io che credevo che fosse ormai morta!!!” Ma poi, leggendo l’articolo con estrema attenzione, periodo dopo periodo… mi ha assalito un grande sconforto! Di fatto, nulla di nuovo sotto il sole! Insomma, un vero e proprio piagnisteo! Fior di pedagogisti che si battono il petto e lamentano la non presenza – non voglio dire l’assenza – della ricerca educativa, oggi, almeno nel nostro Paese! Altrove non so, ma sono anni che non ho notizia di un saggio, di un articolo, di un nome! So solo che, anno dopo anno, arrivano le ricerche dell’OCSE sui sistemi educativi dei Paesi più importanti e che l’Italia si aggira sempre un po’ più su o un po’ più giù della media. E Singapore e Giappone sono sempre in testa!

Insomma, se nel nostro Paese girano dei nomi in materia pedagogica, sono quelli di sempre, Laporta, Visalberghi, Don Milani! Per non dire de “La testa ben fatta, riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero”, quell’aureo saggio di Edgar Morin che, alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, non solo ebbe un grande successo, ma offrì anche agli insegnanti preziose indicazioni per un rinnovamento delle loro attività. Ma poi, con il nuovo millennio… più nulla! E la ricerca pedagogica? Boh!!!

Quindi, la chiave di lettura dell’articolo citato non è il modo indicativo, ma il condizionale! In effetti, non si dice che “la scuola italiana fa…”, ma che “la scuola italiana, dovrebbe, potrebbe…”. Riporto questo passaggio, in quanto mi sembra la sottolineatura di uno sconforto nazionale. Comunque, i nostri firmatari pedagogisti – od ex? – affermano che, di fronte alle tante sfide che la società contemporanea propone ed impone, “è dunque il momento di riproporre con forza il ruolo trasformativo dell’atto educativo, affinché riacquisisca l’imprescindibile funzione di volano per la società”. Viene da chiedermi, e da chiedere: ma dove erano in tutti questi anni i firmatari di questo accorato appello? Io ricordo soltanto che, quelle rare volte che alcuni di loro sono andati nelle scuole a confrontarsi con gli insegnanti, non hanno ottenuto lusinghieri successi! Perché, in effetti, un conto è scrivere di pedagogia; ma altro conto è confrontarsi ogni giorno con una classe di alunni! In effetti, se non erro, la ricerca pedagogica, almeno quella italiana, da lunghi anni tace. In realtà, quali indicazioni, quali sussidi hanno offerto alle nostre tante scuole in difficoltà? Difficoltà di ogni tipo: un mondo infantile e giovanile che cambia di giorno in giorno; ma un’organizzazione e un’offerta educativa che sono quelle di sempre! Lo so! Non ci sono più i programmi ministeriali, sostituiti dalle Indicazioni nazionali e dalle Linee guida, ma… i ma sono tanti! In effetti, l’organizzazione della vita scolastica è quella di sempre! Dominano le tre C, che da sempre denuncio, ma che sembrano immodificabili! La Classe, la Cattedra, la Campanella! Un’organizzazione della vita scolastica che è rimasta immodificata fin dai tempi della legge Casati (1859) e della legge Coppino (1877). E mettiamoci pure la riforma Gentile del 1923!

Oggi, con tutti i profondi cambiamenti che sono avvenuti nel sociale, nel mondo giovanile, nel modo dell’informazione, la scuola delle tre C è in buona misura insopportabile, anche da parte degli stessi insegnanti! E poi, come se non bastasse, arrivano le prove Invalsi a fare le pulci a scuole e insegnanti! In tale scenario, si contano sulla punta delle dita i DS che hanno rovesciato questa organizzazione. Quindi, alcune eccezioni ci sono. Vorrei ricordare il “Majorana”, di Brindisi; il “Pacioli” di Crema, il “Fermi” di Mantova, il “Volta” di Perugia, il “Savoia Benincasa” di Ancona, il “Marco Polo” di Bari. Ed è importante che il DS del “Majorana”, Salvatore Giuliano, sia oggi sottosegretario all’Istruzione! Io non sono un tifoso dei pentastellati, ma mi auguro che il nostro Giuliano riesca a proporre alle nostre scuole modelli organizzativi diversi e, in primo luogo, più produttivi Lui che di modelli innovativi ha una lunga esperienza!

Come dice un vecchio adagio, lasciamo lavorare il manovratore! Un augurio e una scommessa! La nostra scuola ha bisogno di rinnovarsi dalle fondamenta! L’anno scolastico che sta per cominciare segnerà l’avvio del cambiamento?

Il carcere delle parole senza vergogna

Il carcere delle parole senza vergogna

di Vincenzo Andraous

 

La società non è qualcosa di astratto, che si riduce al parlato, al raccontato, è piuttosto una comunità fatta di persone, di istituzioni, di regole autorevoli da rispettare. Il carcere è società, non certamente una manciata di feudi out rispetto alle normative statuali, ma soggetti fondanti lo stato di diritto, eppure il carcere è diventato quotidianamente un caso che desta interrogativi, inquietudini, sordamente rispedite al mittente. Dentro le celle ci sono persone che scontano la propria pena, persone che lavorano, altre che svolgono il proprio servizio volontaristico, si tratta in ogni caso di cittadini, siano essi detenuti, o che prestano la loro professionalità, che consegnano il loro tempo alla speranza di tirare fuori insieme il meglio da ogni uomo privato della libertà. Ma ciò può essere raggiunto unicamente operando con lo strumento dell’educare, non con la solita reiterata tergiversazione per impedire la comprensione, la possibilità di una parete di vetro, dove osservare quel che accade, o purtroppo non accade per niente, perché il diritto è sottomesso e violentato dal sovraffollamento, dagli eventi critici, dai problemi endemici all’Amministrazione. Il rispetto per il valore di ogni persona ha urgenza di essere inteso non come qualcosa di imposto, ma come una condizione esistenziale da raggiungere attraverso l’esempio di persone autorevoli, anche là, dove lo spazio ristretto di un cubicolo blindato, non dovrebbe mai annientare la dignità del recluso. Se è vero che le vittime sono quelle che soffrono dimenticate nella propria solitudine, se i parenti delle vittime se la passano peggio dei colpevoli, occorre davvero fermarci a riflettere, pensare quale società desideriamo, di conseguenza quale carcere condividere, e non rimanere indifferenti a un penitenziario ridotto all’ingiustizia di una afflizione fine a se stessa, al punto da sostenere strumentalmente che le misure alternative, la sorveglianza dinamica, sono innovazioni che screditano il buon andamento di una giustizia giusta, invece che progettualità tendenti a migliorare le persone e di conseguenza l’intorno reale. In questa sopravvivenza carceraria, c’è una incultura che alla pena di morte vorrebbe consegnare la patente salvavita, basti pensare ai tanti e troppi suicidi in questa metà di nuovo anno. Forse come nel Fidelio di Beethoven, non è sufficiente “cacciare via velocemente il cattivo suddito “, alle teorie assolute che pretendono di punire perché è stato commesso un reato, e le altre, che puniscono per impedire che nel futuro se ne commettano altri, c’è urgenza di chiederci quale persona entra in un carcere, e quale “cosa” ne esce, quale trattamento ha ricevuto quella persona, se oltre alla doppia punizione impartita, ha avuto possibilità di imparare qualcosa di positivo, o se invece di rieducazione, si tratta di una definitiva devastazione.

Epigenetica e crono biologia

Epigenetica e crono biologia: il rilancio bioquantico del programma Mac Lean

di Paolo Manzelli egocreanet2016@gmail.com

 

La moderna epigenetica pone attenzione alla Cronobiologia dei Ritmi Circadiani e Ultra circadiani della nostra vita ,mettendo in evidenza a importanza delle attivita epigenetiche nel modulare interattivamente i bioritmi (quali: il battito cardiaco, la attivita’ di respirazione, temperatura corporea , pressione del sangue , relazioni sonno/veglia, e per le donne ciclo mestruale ecc) in modo che il loro controllo fisiologico non vada a degenerare ed incorrere in varie sindromi metaboliche,come obesità, diabete e persino favorire la suscettibilità di alcune forme di cancro”.

La spiegazione piu’ recente di come funziona la periodicita’ dei ritmi circadiani ( da Circa-Diem) è affidata ad un complesso sistema di “meccanismi molecolari” controllati dall’ ipotalamo (ipofisi ed epifisi) che inducono la attivazione e disattivazione di una serie i geni, in vero non sempre ben individuati, in modo da favorire una attivita’ sincronica tra i differenti tempi di un articolato sistema di orologi biologici .(1)

(1)- http://www.meteoweb.eu/2017/10/nobel-medicina-importanza-dellorologio-biologico-se-non-funziona-si-rischia-dal-diabete-ai-tumori/978659/#CjO3HOAYRmWUlSSo.99

 

Ad es la vitamina D viene prodotta seguendo bioritmi naturali controllati dalla sia dalla genetica che dalla trasduzione cerebrale dei segnali sensoriali provenienti dall’ ambiente . La Vitamina D è in realta’ un ormone (D2/D3) dove D2 (20%) proviene da alimentazione ed è attivato dal fegato mentre D3 (80%) proviene dalla azione fotochimica (UVA) della luce sulla pelle ed è attivato dal Rene .Pertanto la composizione D2/D3 risulta essere variabile bio-ritmicamente in relazione ad un rappoti tra epigene//gene ad andamento circadiano. Tale continua variabilità nel tempo della attivita’ della vitamina D , fa ritenere che il meccanismo con cui è tradizionalmente descritto il rapporto epi//gene sia semplicemente effettuato da interruttori di tipo ON//OFF che silenziano il DNA con modalita’ non facilmente reversibili, in vero incapaci per rispondere simultaneamente alla costante variabilità dell’ ormone D2/D3, dove le due componenti vengono ad essere dipendenti rispettivamente dalla variazione della informazione alimentare.e luninosa.

 

Purtroppo i biologi molecolari persistono nella idea che il DNA debba essere alternativamente silenziato/desilenziato , ed in particolare con l’ avvento della epigenetica preferiscono andare alla ricerca di complesse modulazioni del profilo di attivita’ dell’ epigenoma regolate dalla metilazione con gruppi di -CH3 o di altre molecole di supporto, anziché ritenere che il DNA lavori anche come una Antenna rice-trasmittente di cdi omunicazione energia , con modalita non locali di interazione, che rendono il DNA direttamente capace di correlare simultaneamente la regolazione epi//gene usufruendo della trasduzione dei segnali ambientali recepiti dai sensi e convogliati nel sistema biologico via impulsi neuronali dal cervello.

 

(2).-:http://www.edscuola.it/archivio/lre/dna_come_antenna_biologica.htm  ,

  ed anche:://dabpensiero.wordpress.com/2017/10/15/morfogenesi-e-quantum-dna-laser-antenna/

 

Pertanto nel quadro degli sviluppi della ricerca BIOQUANTICA Egocreanet propone di attuare una profonda revisione delle funzionalita di regolazione crono-biologica tra epigenoma e genoma al fine di comprendere come il cervello nelle sue tre componenti evolutive agisca nella trasduzione dei segnali di cambiamento ambientale, onde ottenere piu elevati stati di coscienza calaci di realizzare una miglior sincronia del profilo epigenetico in relazione alle attivita biologiche circadiane che si concludono nella variazione della espressione genetica generata dal DNA-Antenna.

 

Questa prospettiva di ricerca Epigenetica in relazione alla Cronobiologia fara parte integrante del progetto multi professionale su “Ricerca clinica di Epigenetica” proposto al Cluster-Egocreanet dal dr. Mirco Bindi http://www.mircobindi.com/ .

 

Il focus teorico del Progetto verra basato sugli sviluppi della BIOQUANTICA che vedono una relazione tra il trattamento la informazione ambientale in riferimento alla capacita di trasduzione dei segnali ambientali di varia natura operata dal cervello tramimite la evoluzione di stati non ordinari di coscienza correlabili alle molteplici attivita’ del DNA di comunicazione interattiva tipo locale e non locale.

 

In sintesi l’ obiettivo del progetto sara’ quello di migliorare le interpretazioni che riguardano come venga energeticamente trasdotto (ovvero convertito ) dal cervello il cambiamento della informazione ambientale per poter agire interattivamente nel modulare epigeneticamente la espressione della informazione genetica ,

 

La ipotesi è essenzialmente quella di studiare, per ogni tipologia di azione crono-biologica , come il cervello agisca sulla base dello sviluppo delle differenti potenzialita’ funzionali della struttura tripartita del cervello evolutivamente articolata in tre diversi livelli : A) Primordiale o Rettiliano, associato allo stimolo-risposta proprio del sistema parasimpatico, B) Emozionale correlato alla attivita’ complessa del sistema limbico , e C) della Neocorteccia orientata a creare piu’ elevati stati di coscienza capaci di interagire con le modificazioni conformazionali che determinano la variazione della comunicazione interattiva del DNA-Antenna.

 

In sostanza si tratta di riprendere la interpretazione di Paul Mac Lean sulla interconnessione evolutiva del cervello uno e trino (Triune Brain) tesa inizialmente a superare il dualismo cartesiano ed oggi riletta e reinterpretata al fine di studiare la predisposizione genetica dei differenti strati evolutivi del cervello nel creare stati di coscienza piu’ evoluti in seguito ad un processo di piu completa integrazione della comunicazione biologica tra cervello e mente bioquantica.

 

(3)- http://nescaf.altervista.org/paul-maclean-cervello-uno-trino/ ;

vedi anche: http://www.stateofmind.it/2012/09/cervello-evoluzione/

 

Infine facendo riferimento ai tre diversi livelli e alle loro diverse forme di intelligenza e di memoria e di sensibilita’, potremo organizzare in tre corrispondenti livelli da integrare gerarchicamente, anche le differenti attivita’ di trasduzione cerebrale della informazione ambientale in grado da plasmare fisiologicamente ma anche culturalmente la risposta epigenetica della espressione del DNA –Antenna.

 

Questi tre livelli saranno caratterizzati dai seguenti fattori funzionali :

 

,1)/ stratificazione cerebrale bulbo+cerebro spinale //confronto energetico orto e parasimpatico autonomo //comunicazione neuronale //coscienza livello ordinario di coscienza = percezione inconscia .

 

2)/ implicazione attiva della stratificazione cerebrale relativa al talamo + ipotalamo (sistema limbico ) // dove la comunicazione della informazione epigenetica acquisisce e valorizza elementi di vibrazionale energetica risonante “non locale”, focalizzati nel rapporto tra emozioni ed empatia (neuroni-specchio)// al fine di esplorare l’ apporto epigenetico di un primo livello straordinario di coscienza che tiene conto della comunicazione delle emozioni e di altre sensazioni.

 

3)/ implicazione cosciente degli Emisferi cerebrali superiori //basata sul confronto tra cervello e mente // questo livello conduce all’ approfondimento della comunicazione bioquantica //necessario a elevare livelli di coscienza in evoluzione che implicano una piu’ avanzata capacita epigenetica di azione del pensiero bioquantico sulla salute .

 

Infine comprendendo meglio come il sistema nervoso centrale permetta lo sviluppo di una relazione interattiva tra gene ed epigene, vedremo come anche la Patologia potra’ fare nuovi riferimenti Terapeutici sulla base della maggiore rilievo intenzionalmente attribuito agli stati ‘ evoluti di coscienza, derivanti dalla integrazione delle diverse funzioni mentali bioquantiche che conducono al una piu profonda interazione fisiologica e culturale evolutiva tra l’ uomo e l’ ambiente.

 

(3) – https://dabpensiero.wordpress.com/2018/07/27/corso-di-formazione-e-ricerca-per-laggiornamento-delle-professioni-olistiche-della-salute/ ;vedi anche PROGRAMMA : https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=105652

 

Indirizzare richiesta di maggiori informazioni per coloro che vorranno partecipare a : Paolo MANZELLI egocreanet2016@gmail.com

 

Bussetti: a settembre partiranno i concorsi e metteremo mano anche agli esami di maturità

da Il Sole 24 Ore

Bussetti: a settembre partiranno i concorsi e metteremo mano anche agli esami di maturità 

A settembre partono i concorsi nella scuola. Lo ha annunciato ieri al Meeting di Rimini il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che ha assicurato al più presto risposte sulla obbligatorietà dei vaccini per l’inizio dell’anno scolastico, dopo un suo incontro, nei prossimi giorni, con i sindacati e con il ministro della Sanità Giulia Grillo.

«Certo che ci saranno concorsi nella scuola: saranno utilizzati per il nuovo reclutamento sia per il personale docente che per quello non docente. Abbiamo intenzione di attivarli già da settembre», ha detto Bussetti. Il ministero intende «rivedere tutto un sistema che in questo
momento ha tante posizioni da chiarire. Ci vuole calma, ordine, attenzione e grande riflessione. Noi ce la stiamOo mettendo tutta». In ogni caso, il ministro è fiducioso in un inizio ordinato dell’anno scolastico. «Qualche problema come sempre ci sarà ma noi siamo pronti a intervenire per risolverli», ha rilevato.

Specialmente dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, l’attenzione del governo è dedicata alla sicurezza degli edifici scolastici. «Ancora prima della tragica vicenda di Genova – ha chiarito – avevamo già stanziato 7 miliardi per la messa a norma degli edifici scolastici: li ho trovati e adesso li stiamo utilizzando. Dobbiamo innanzitutto mettere a norma gli edifici scolastici, con il documento valutazione dei rischi e la certificazione degli impianti elettrici e termici in maniera che siano sicuri. Questo deve essere il primo passo. Abbiamo dei dati che sono un pò sconfortanti da questo punto di vista. Abbiamo scovato le risorse e saranno le prime; poi ne verranno altre».

E il governo, che intende introdurre «modifiche senza strappi» alla riforma della Buona scuola varata dal governo Renzi, intende mettere mano anche agli esami di maturità. «Ci
stiamo muovendo e tra breve dovremo intervenire per modificare alcuni aspetti dell’esame di Stato per il 2018-2018».

L’accoglienza della platea del Meeting di Rimini è stata buona. E il ministro ha lanciato rassicurazioni sulle scuole paritarie, unnervo scoperto nel rapporto con Comunione e Liberazione. «Fanno parte del nostro sistema di istruzione. Quelli ad esse destinati non sono proprio finanziamenti ma un sostegno, un aiuto e dovranno andare a chi effettivamente produce un’ottima qualità dal punto di vista dell’offerta formativa», ha ribadito.

Precari della scuola in stato di agitazione

da Il Sole 24 Ore

Precari della scuola in stato di agitazione

Manca meno di un mese alla ripresa della scuola, ma per i 17mila Lsu precari dei cosiddetti Appalti Storici addetti ai servizi di pulizia, ausiliariato e di ripristino del decoro degli istituti scolastici, non è stata ancora trovata una soluzione. Per questo i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione. In una nota congiunta le tre sigle rivendicano l’attuazione dell’accordo quadro governativo sottoscritto il 4 novembre 2016, dove, spiegano veniva contempalto «un impegno specifico ad una soluzione stabile e di prospettiva alle problematiche sociali ed occupazionali dei lavoratori, che dopo vent’anni di continue di continue traversie hanno il diritto a vedersi riconosciuta la possibile stabilità di un posto di lavoro e uno stipendio dignitoso».

Il tema era già stato portato all’attenzione dei ministeri e degli organi competenti lo scorso 22 giugno, quando i sindacati, a pochi giorni dalla chiusura estiva delle scuole, avevano sollecitato un incontro, evidenziano «la necessità di riprendere il confronto ad un tavolo politico in grado di assicurare risposte concrete alle lavoratrici ed ai lavoratori ex Lsu e Appalti Storici per l’immediato ed in prospettiva futura» ritenendo «grave ed inaccettabile l’assenza di risposte e soluzioni positive e la mancata convocazione» del confronto richiesto.

In particolare, come sottolinea il segretario nazionale della Fisascat Fabrizio Ferrari, «l’internalizzazione dei servizi di pulizia nelle scuole annunciata nei mesi scorsi, contempli in modo inequivocabile la continuità occupazionale e di reddito di tutti i 17mila lavoratori impiegati nei servizi in appalto di pulizia, ausiliariato e di ripristino del decoro delle scuole che da oltre 20 anni versano in uno stato di precarietà».

Se i «100 e lode» del Sud bocciano i test Invalsi come metodo per valutare gli studenti

da Il Sole 24 Ore

Se i «100 e lode» del Sud bocciano i test Invalsi come metodo per valutare gli studenti

di Giuliano Laccetti*

Puntuale come tante altre notizie di stagione: “a luglio caldo e afa: pericolo per bambini e anziani”; “traffico da bollino nero per partenze (o rientri, ndr) dalle vacanze”; “pochi acquisti nonostante i saldi. I commercianti: rischiamo la chiusura”; ecc …, ecco, ennesima volta, notizia e annessa polemica critica: troppi voti alti, altissimi (il massimo, 100 e 100 e lode adesso, 60/60, ai miei tempi) agli esami di maturità al Sud, molti meno al Nord.
E difatti “Il Sole 24 Ore” non si lascia sfuggire l’occasione, stavolta con un intervento di Giorgio Allulli , autorevole ricercatore dell’Isfol, esperto di formazione professionale, con particolare attenzione alla valutazione.

Il divario
Scrive Allulli: «… in Puglia il 10,8% dei ragazzi ha preso 100 o 100 e lode agli esami, in Calabria il 10,7%, in Campania l’8,4%, Al contrario in Veneto solo il 6% ha ottenuto questi risultati, in Piemonte il 5,3%, in Lombardia il 4,3%. Complimenti a questi studenti. Peccato che da molti anni a questa parte i risultati delle prove standardizzate nazionali distribuite dall’Invalsi indichino esattamente il contrario. Cioè esiste un forte divario di competenze linguistiche e matematiche, ma a favore degli studenti delle scuole del Nord, e del Nord-est in particolare. Indicazioni che sono puntualmente confermate anche dagli esiti delle prove standardizzate distribuite dalle organizzazioni internazionali come l’Ocse e la Iea».
Non deve neanche dirlo esplicitamente, Allulli, ma secondo lui le prove Invalsi (e Ocse-Pisa) sono veritiere, gli esami di maturità no. Gli studenti del Nord sono sicuramente più bravi di quelli del Sud. Allulli dixit.

L’affidabilità dei voti
Incredibile! (E ha pure dimenticato che le prove Invalsi, se non sbaglio da quest’anno, oltre a italiano e matematica, riguardano anche l’inglese!). Senza neanche un dubbio, un “caveat”, una riflessione, si stabilisce, in sequenza: i test Invasli (e Ocse-Pisa) misurano bene la qualità degli studenti; gli studenti del Sud non possono che essere meno bravi di quelli del Nord; gli insegnanti del Sud premiano incapaci; è una ingiustizia.
Non serve che altri autorevoli accademici, come il professor Gianfranco Viesti, (curatore tra l’altro di un imponente studio sul declino dell’università, e di un più agile saggio sulle politiche “contro” l’istruzione universitaria [1,2]), si chiedano: ma sono di manica larga gli insegnanti al Sud, o, chissà, non sono davvero bravi gli studenti del Sud [3]? Io, in aggiunta, mi chiedo: un voto più “basso” perché dovrebbe essere garanzia di maggiore “severità” e addirittura di maggiore “qualità” complessiva? Nessuno mi ha mai risposto.

Il Sud “sbagliato”
Ovviamente, nell’immaginario collettivo è sempre il Sud quello “sbagliato”, dove gli insegnanti, in preda al familismo amorale, premiano gli studenti “incapaci” con voti alti.
I test Ocse-Pisa e i test Invalsi, dice Allulli, mostrano (a mio avviso “fotografano”, cioè fermano un attimo di una formazione culturale) una realtà diversa, dove sono gli studenti del Nord ad avere punteggi migliori (di gran lunga) di quelli del Sud, in particolare di alcune regioni (come la Sicilia o la Calabria). Di qui, davvero stupefacente, ma, ripeto, abituale e ormai garantita, levata di scudi di soliti moralizzatori sui media, (pseudo)politici e presidenti e assessori regionali (del Nord, Lombardia e Veneto in testa, ma anche di Piemonte ed Emilia Romagna, di tutt’altra parte politica), che chiedono “giustizia” per i “loro” studenti, che verrebbero così danneggiati in concorsi, premi, scelte di università, e altro.
La tesi, riassunta sinteticamente, ormai più e più volte ripetuta, anche da Allulli, è che se gli studenti del Sud hanno voti più alti nella maturità, e quelli del Nord ottengono risultati migliori nelle prove Ocse-Pisa ed Invalsi, le valutazioni degli esami di Stato non sono veritiere poiché poco attendibili al confronto con l’affidabilità di prove standardizzate, uguali in tutta Europa (e in tutta Italia).
In primis, in maniera apparentemente banale, ma sicuramente coraggiosa ed in controtendenza con “l’andazzo governativo”, culturale, dei media e altro, il professor Eugenio Mazzarella scrive [4]: «Il presunto differenziale negativo di preparazione non viene tirato in ballo per sostenere la necessità di politiche scolastiche perequative … che significherebbe … più risorse al Sud, ma per tutelare i poveri maturandi del Nord, danneggiati dai più facilitati colleghi del Sud».

Metodologie diverse
Ancora. A mio modesto avviso si ha una mal riposta, esagerata, fiducia in quegli strumenti di rilevazione acriticamente ritenuti più oggettivi e sicuri rispetto alla maggiore arbitrarietà valutativa delle prove d’esame. Ricorda Viesti, ancora, che le prove Invalsi (e Ocse-Pisa), aggiungo, leggermente diverse, anche per popolazione sottoposta ai test, ma sostanzialmente simili, basandosi entrambe sul metodo di Rasch [5, 6]) e quelle della maturità valutano cose diverse, con metodologie diverse, con criteri di valutazione diversi. Le performances degli studenti del Nord alle prove Invalsi sono migliori di quelle del Sud: ma tali prove coinvolgono gli studenti del secondo anno della scuola media superiore (ben tre anni prima della maturità), si focalizzano essenzialmente su italiano, matematica ed inglese. Tutt’altra cosa, come noto, rispetto all’esame di maturità.
Tale esame si svolge tre anni dopo (gli studenti potranno essere migliorati e “maturati”? O no?), e riguarda oltre alle tre citate, all’incirca, altre dieci materie; ci sono inoltre, appunto, studenti più “maturi”, con tre anni di studio in più. C’è un elaborato scritto, frutto di conoscenza, riflessione, elaborazione dello studente, c’è da valutare un percorso di studi di 5 anni, c’è infine un colloquio faccia a faccia tra studente e commissione, che verte su tanti aspetti, di conoscenze e, appunto, di “maturità”.

E ancora. Secondo Federica Roccisano, ex-assessore della Regione Calabria, è bene ricordare il ruolo degli insegnanti meridionali che operano in contesti in cui la scuola può anche essere più formativa della famiglia e dove per rafforzare la fiducia degli studenti nei confronti dell’istituzione scolastica non è facile puntare su strutture attraenti o su dotazioni sportive ottimali come avviene in molte scuole delle regioni del Nord. E per loro il contrasto alla dispersione scolastica è vitale, come tutte le lotte alle illegalità che si combattono quotidianamente al Sud.

Le reazioni
Invece cosa scriveva, solo pochi anni fa, Anna Maria Ajello, presidente dell’istituto Invalsi? Caldeggiava un “decreto” (addirittura!) sulla valutazione che dovrebbe introdurre la prova Invalsi alla maturità. «Così faremmo piazza pulita di questo problema: una prova unica, da Nord a Sud, svolta e corretta a computer, che darà risultati certificati e uniformi, più obiettivi». Riflettiamo su quello che accade. Su quello che da decenni, governi di ogni colore, stanno portando avanti nel delicatissimo campo dell’istruzione, della università, della ricerca. In sintonia proprio con la Confindustria, e con il presidente della Fondazione Agnelli: Andrea Gavosto non ha dubbi rispetto alla poca affidabilità dell’esame di maturità che non consente la confrontabilità degli esiti a livello nazionale. «Alle commissioni è lasciata eccessiva discrezionalità nella valutazione»; le università si fidano poco di questi giudizi e le aziende non danno più peso al voto di maturità. «Così l’esame serve a poco, in primo luogo agli studenti. L’unica strada per riformarlo è fare come in altri paesi europei, dove esistono prove standardizzate e criteri di correzione e valutazione comuni a livello nazionale». Ci stiamo avviando verso una università, e ora anche una istruzione secondaria, Confindustria-driven?

Prove Invalsi da rivedere
Aggiungo, e bene lo hanno in mente Viesti e Mazzarella, ad esempio, che c’è il rischio (non voglio parlare di disegno preciso, anche se sembra essere proprio così, viste le politiche che si perseguono), di affossamento dell’istruzione pubblica (secondaria e terziaria) al Sud, e finanziamento di poche eccellenze, per la stragrande maggioranza concentrate nel Nord Italia.
Non abbiamo bisogno di poche scuole o atenei di eccellenza, ma di moltissime buone scuole e atenei, in modo che la qualità dell’istruzione sia “diffusa” su tutto il territorio nazionale.
Ma torniamo al merito della discussione. Se – se ne può discutere – l’esame di maturità o come si chiama adesso, andrebbe rivisto, anche le prove Invalsi e Ocse-Pisa meriterebbero una “revisione” e “rivisitazione” (esiste una significativa ed estesa letteratura scientifica che ne mette in forse i fondamenti epistemologici, le metodologie impiegate, l’affidabilità dei risultati [6, 7, 8]). Nel dibattito ha espresso con efficacia questo punto di vista il pedagogista Benedetto Vertecchi, in una intervista a “La Repubblica”, chiarendo come «valutare serve se mi aiuta a capire qualcosa di più: le potenzialità di un ragazzo, come è cambiato per effetto della scuola e dei rapporti sociali. Bisogna migliorare le conoscenze sull’evoluzione del profilo culturale degli allievi. Di questo, invece, non ne abbiamo la minima idea. Per esempio, non sappiamo nulla del bagaglio di competenze verbali dei ragazzi». Aggiungendo, poi, che l’Ocse è una organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e produttivo, non ha quindi fini ed obiettivi didattici, pedagogici, valutativi in questo senso, ma appunto interessi ed obiettivi di “education” centrati sullo sviluppo economico, sul “mercato”.

Drew Faust, rettrice della prestigiosa Harvard University, nel 2015, chiedendosi se il modello del mercato sia ormai divenuto il parametro fondamentale dell’istruzione, concludeva dicendo: «L’istruzione … può offrire agli individui e alle società un’ampiezza e profondità di visione che non esiste nella miope contemplazione del presente. Gli esseri umani hanno bisogno di sentimento, comprensione e prospettiva almeno tanto quanto di lavoro. Il problema non è se, di questi tempi, possiamo permetterci di credere in questi obiettivi, ma se possiamo permetterci di non crederci».

“Imitando” un memorabile “speech” di Bob Kennedy, che trattava di Pil[9], W. Ayers scrive [10]: «I test standardizzati non possono misurare l’intraprendenza, la creatività, l’immaginazione, il pensiero concettuale, la curiosità, lo sforzo, l’ironia, il giudizio, l’impegno, le sfumature, la buona volontà, la riflessione etica, o una serie di altre tendenze e attributi preziosi. Ciò che essi misurano e considerano sono abilità isolate, fatti e funzioni specifiche (l’abilità di saper rispondere a quel particolare tipo di test, aggiungo io, ndr), cioè gli aspetti dell’apprendimento meno interessanti e meno significativi».

Per quanto riguarda le prove Invalsi , poi, e le prove standardizzate in genere, e la valutazione esclusivamente “numerica” e “parametrica”, ci sono opinioni secondo le quali «… test … con un peso eccessivo sulla carriera di studenti e insegnanti determinano il rischio di “teaching to the test”, ovvero focalizzare l’attività di insegnamento sul superamento del test (“andare bene” ad un test Invalsi dimostra che l’esaminando … sa fare bene un test Invalsi, niente altro! ndr). Dunque l’utilizzo dei test, pur così diffuso, non è affatto semplice e scontato; tuttavia, tenendo presenti alcune precauzioni, il loro impiego costituisce un potente strumento a disposizione degli insegnanti e degli amministratori scolastici per migliorare la qualità della scuola». Beh, una opinione del genere potrebbe essere parzialmente accolta, proprio perché sottolinea i rischi, suggerisce “caveat”: sapete di chi è questa opinione, apparentemente ponderata , ragionevole, “discutibile”, nel senso che se ne può discutere? di Giorgio Allulli!

Si può essere in parte d’accordo, dicevo: i test Invalsi e Ocse-Pisa non misurano la preparazione degli studenti, le loro competenze, le loro capacità; possono servire, in maniera complessiva, a dare indicazioni nazionali, ad esempio, su “dove”, in quali contesti geografici, sociali, economici, e altro, l’istruzione pubblica deve intervenire per migliorare la qualità appunto della scuola e dell’istruzione. Con programmi ed interventi che costano, per aumentare la qualità, non per “punire” i presunti “meno bravi”!

[1] Viesti G. (a cura di), “Università in declino. Un’indagine sugli Atenei da Nord a Sud”, Donzelli, 2016.
[2] Viesti G. “La laurea negata”, Laterza, 2018.
[3] Viesti G., “Come raccontare i tanti 100 e lode”, Il Mattino, 17 agosto 2016, http://www.pressreader.com/italy/il-mattino-caserta/20160817/282630327054360, 2016.
[4] Mazzarella E., “Perché la protesta dei prof del Sud viene bollata come piagnisteo?”, Corriere del Mezzogiorno, 16 agosto 2016, http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/scuola/16_agosto_16/perche-protesta-prof-sud-viene-bollata-come-piagnisteo-226df916-638d-11e6-addc-c76dce7e53cd.shtml, 2016.
[5] Delfino M.G, E. Rogora, “Il metodo di Rasch per l’analisi dei test a risposta multipla”, http://www1.mat.uniroma1.it/people/rogora/delfino/SeminarioDelfino.pdf, 2010.
[6] Rogora E., “I test Invalsi sono scientificamente solidi?”, www.roars.it/online/il-modello-di-rasch, 2014.
[7] Alexander R., “How accurate is the Pisa test?”, BBC News, www.bbc.com/news/magazine-25299445, 2013.
[8] 7 AA.VV., “OECD and Pisa Tests Are Damaging Education Worldwide”, The Guardian, 6 maggio 2014, www.theguardian.com/education/2014/may/06/oecd-pisa-tests-damaging-educationd-academics, 2014.
[9] Kennedy, R.F., “Discorso all’Università del Kansas”, 18 marzo 1968, http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-03-13/kennedy-misura-tutto-eccetto-110557.shtml?uuid=Aby2VadH , 1968.
[10] Ayers W., “To teach: the journey of a teacher”, Columbia University, NY, Teachers College Press, 1993.

*Ordinario di Informatica all’Università degli studi di Napoli Federico II

 

Abilitazioni tardive, riaperte le Gae E ora al via la scelte delle nuove sedi

da Italiaoggi

Abilitazioni tardive, riaperte le Gae E ora al via la scelte delle nuove sedi

C’è tempo fino al 10 settembre. possibile inserire il sostegno

Carlo Forte

Abilitazioni tardive, modifica dell’elenco delle sedi entro il 10 settembre. Il ministero dell’istruzione ha riaperto i termini per consentire ai docenti che erano già nelle graduatorie di istituto, che hanno chiesto di essere inclusi negli elenchi aggiuntivi alla II fascia perché, nel frattempo, hanno conseguito un’altra abilitazione, di chiedere di modificare l’elenco delle sedi. Le domande dovranno essere compilate e presentate via web, utilizzando il sito di istanze on line entro le ore 14,00 del 10 settembre prossimo. Entro lo stesso termine gli interessati potranno anche chiedere l’inserimento del titolo di specializzazione per il sostegno. Lo ha fatto sapere il dicastero di viale Trastevere con una nota emanata ieri. L’amministrazione ha spiegato che le sedi esprimibili sono quelle relative all’anno 2018/2019. E ha chiarito anche che gli aspiranti non precedentemente iscritti nelle graduatorie di istituto dovranno scegliere tra le istituzioni scolastiche della provincia in cui è ubicata la scuola alla quale è stato inoltrato il modello di domanda A3.

Per quanto riguarda la sostituzione sedi da parte di docenti già iscritti in graduatoria, i docenti che già figurano nelle graduatorie di qualsiasi fascia per insegnamenti diversi da quelli per i quali si chiede l’inserimento in II fascia aggiuntiva, potranno inserire o cambiare una o più istituzioni scolastiche della provincia di iscrizione. Ma solo ai fini dell’inserimento nella II fascia aggiuntiva per la finestra temporale del 1° agosto 2018. Pertanto, le sedi già espresse ad inizio triennio o in occasione delle precedenti finestre temporali, potranno essere cambiate, esclusivamente, con sedi nelle quali sono presenti gli insegnamenti per i quali si chiede l’inserimento nella finestra temporale del 1° agosto 2018.

E non possono essere sostituite le sedi laddove risultino già impartiti gli insegnamenti per i quali si richiede l’inserimento in II fascia aggiuntiva.

L’amministrazione ha precisato, inoltre, che in caso di sostituzione di sedi, l’aspirante potrà figurare nella nuova istituzione scolastica prescelta, solo relativamente agli insegnamenti per i quali avrà chiesto l’inserimento in II fascia aggiuntiva relativa alla finestra temporale del 1 agosto 2018 e per i quali abbia presentato il modello A3. E non anche per gli altri eventuali insegnamenti per i quali era precedentemente iscritto nelle sedi sostituite o per i quali risulta iscritto in altra fascia delle graduatorie di istituto di diverse istituzioni scolastiche.

Il ministero ha ricordato, infine, che la scuola capofila precedentemente scelta potrà essere sostituita tra le preferenze, ma rimarrà comunque, per tutta la durata del triennio, referente della trattazione della posizione dell’aspirante. I docenti che intendano confermare tutte le istituzioni scolastiche espresse negli anni scolastici precedenti non sono tenuti a presentare istanza di scelta delle sedi.

Le graduatorie di istituto sono elenchi di aspiranti docenti che concorrono alle supplenze conferite dai dirigenti scolastici. La competenza dei presidi comprende le supplenze sugli spezzoni fino a 6 ore e sulle cattedre che rimangono libere dopo la fase provinciale delle assunzioni. Vale a dire, all’esito della tornata di assunzioni a tempo determinato che viene gestita direttamente dagli uffici provinciali. La competenza dei dirigenti scolastici comprende anche le supplenze brevi e saltuarie, che vengono disposte per la sostituzione dei docenti assenti, e le cattedre che si rendono disponibili dopo il 31 dicembre di ogni anno. Gli elenchi di istituto sono suddivisi in tre fasce.

La I fascia è costituita da un elenco di aspiranti docenti già inclusi nelle graduatorie a esaurimento, che chiedano di accedere anche alle graduatorie di istituto. L’inclusione avviene a domanda e gli aspiranti vengono inseriti con lo stesso punteggio e nella stessa fascia in cui sono inclusi in graduatoria a esaurimento.

Nella II fascia hanno titolo ad essere inclusi gli aspiranti in possesso dell’abilitazione all’insegnamento. A questo proposito sono ritenute valide le abilitazioni conseguite al seguito dei concorsi a cattedre che si siano tenuti prima del 2012 (dal 2012 in poi il superamento dei concorsi non è dà titolo anche al conseguimento dell’abilitazione). Sono utili all’accesso alle graduatorie di II fascia anche le abilitazioni conseguite a seguito del rilascio dei diplomi delle scuole di specializzazione all’insegnamento secondario, i diplomi Cobaslid, le lauree in scienze della formazione e di diplomi di didattica della musica congiuntamente al possesso di un diploma di scuola media superiore. Sono considerati in possesso di abilitazione all’insegnamento anche i possessori di diplomi magistrali quadriennali conseguiti entro l’anno scolastico 2001/2002 e diplomi rilasciati all’esito dei corsi quinquennali sperimentali iniziati nell’anno scolastico 1997/98.

Nella III fascia possono accedere gli aspiranti sprovvisti di abilitazione, ma in possesso del titolo di studio di accesso all’insegnamento richiesto. Tali titoli sono considerati validi anche ai fini delle nuove classi di concorso anche se conseguiti secondo il vecchio ordinamento e in riferimento alle vecchie classi di concorso di cui al decreto 39/98 e 22/2005.

Stipendio, non sarà più una sorpresa

da ItaliaOggi

Stipendio, non sarà più una sorpresa

Noipia: da settembre cedolino disponibile prima del pagamento

Carlo Forte

Dal mese di settembre i docenti e i non docenti potranno conoscere l’importo netto della propria retribuzione mensile in anticipo rispetto alla pubblicazione del cedolino. Lo ha fatto sapere il ministero dell’economia con una nota pubblicata sul sito NoiPa il 16 agosto scorso. Il nuovo servizio è attualmente in fase di sperimentazione, ed è stato già utilizzato da alcuni utenti che hanno avuto modo di verificarne le funzionalità, anche se in modalità non definitiva, utilizzando «Consultazione ordini di pagamento».

Il dicastero di via XX settembre ha spiegato che la fase in corso dell’attività di realizzazione del nuovo self service rende ora necessaria la sospensione della possibilità di utilizzare tale servizio nella modalità attuale. Pertanto i contenuti finora visualizzabili tramite la funzionalità «Consultazione ordini pagamento», saranno resi temporaneamente inaccessibili per gli amministrati appartenenti a comparti diversi dalla scuola.

Per il personale del comparto scuola rimane invece disponibile il self service «Contratti scuola a tempo determinato» per la verifica dello stato dei contratti relativi a supplenze brevi, indennità di maternità su supplenze, incaricati di religione cattolica e indennità di maternità conseguenti a incarichi di religione.

L’accesso al portale è consentito tramite l’inserimento delle credenziali nella maschera alla quale si accede cliccando il pulsante «entra». Le credenziali sono costituite dal codice fiscale e dalla password in possesso degli utenti. A queste credenziali bisogna aggiungere anche il cosiddetto «captcha»: un codice generato automaticamente dal portale e reso disponibile sulla schermata dove si inseriscono le credenziali.

Il captcha è una misura di sicurezza che serve a verificare che l’accesso sia stato legittimamente richiesto dall’utente e che non si tratti di un computer che proceda a tale operazione in assenza di autorizzazione dell’utente (più precisamente da un bot, che è l’abbreviazione di computer).

Chi ha dimenticato la password può recuperarla cliccando sull’apposito pulsante che reca la dicitura: «Hai dimenticato la password?» seguendo le indicazioni, che comprendono l’inserimento del proprio codice fiscale, di un nuovo captcha e la risposta a una domanda segreta indicata dall’utente all’atto della registrazione sul portale. Dopo di che il sistema invia una nuova password e l’utente può procedere con le operazioni di proprio interesse.

Carta docente 500 euro, somme del 2016/17 non spese non scadono il 31 agosto

da Orizzontescuola

Carta docente 500 euro, somme del 2016/17 non spese non scadono il 31 agosto

di redazione

Ieri l’avviso sul sito Carta docente ha chiarito che le somme non spese entro il 31 agosto verranno attribuiti al residuo dell’anno scolastico 2017/2018. Ancora una volta nessun riferimento alle somme dell’a.s. 2016/17, che si trovano nello “storico portafoglio”.

Rassicurazioni del Miur

Già il mese scorso il Miur aveva rassicurato circa il destino delle somme residue dell’a.s. 2016/17, dopo un articolo di Repubblica dai toni allarmistici in cui si diceva che i sindacati mettevano in dubbio l’erogazione delle somme per l’a.s. 2018/19 e dunque consigliavano di spendere tutto. Un consiglio che ha indotto il Miur a intervenire sulla problematica, anche relativamente alle somme del 2016/17.

Servizio sospeso dal 1° settembre per accredito somme 2018/19

Sul sito http//cartadeldocente.istruzione.it è apparso il messaggio secondo il quale a partire dal 1 settembre p.v. l’applicazione cartadeldocente sarà momentaneamente sospesa per la gestione del cambio dell’anno scolastico.

E ancora gli importi dei buoni prenotati e non spesi verranno annullati d’ufficio ed attribuiti al residuo dell’anno scolastico 2017/2018.

Le somme non spese dell’a.s. 2016/17

Il messaggio presente sul sito Carta docente non fa riferimento alle somme non spese dell’a.s. 2016/17. Un nostro lettore ci ha però segnalato la risposta ricevuta dal Service Desk in cui si afferma

I bonus relativi all’anno 2016/17 non ancora spesi e presenti nello storico portafoglio, non hanno data di scadenza

Una precisazione. Se il buono relativo all’a.s. 2016/17 è stato convertito sulle piattaforme online (ad es. Amazon) e quindi risulta già speso sulla piattaforma Carta del docente, va speso entro il 31 agosto In caso contrario deve essere annullato prima di questa data ultima.

Carta docente 500 euro, dal 1° settembre sospesa. Somme residue non si perdono

La risposta del Desk Service

 

Contributi pensioni, entro quale data è possibile regolarizzare versamenti mancanti

da Orizzontescuola

Contributi pensioni, entro quale data è possibile regolarizzare versamenti mancanti

di redazione

L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale è intervenuto per fornire un chiarimento in merito alla prescrizione dei contributi pensionistici dovuti alle Gestioni pubbliche, confluite nell’INPS.

Termini prescrizione

Ricordiamo che l’articolo 3, commi 9 e 10, della legge 8 agosto 1995, n.335 ha previsto la riduzione del termine di prescrizione  dei contributi pensionistici dovuti alle Gestioni pubbliche da 10 a 5 anni.

Nella circolare INPS n. 169 del 15 novembre 2017, che ha prorogato i termini di prescrizione dei contributi al 31/12/2018, inizialmente fissati al 31 dicembre 2017, sono anche fornite istruzioni in merito alla verifica del proprio “estratto conto INPS/INPDAP”, per controllare se sia aggiornato con tutti i contributi previdenziali versati.

Chiarimenti

L’Inps chiarisce che la posizione assicurativa potrà essere sistemata anche dopo il 1° gennaio 2019.

Ciò che cambia, a partire dalla succitata data, è che l’Amministrazione – datrice di lavoro:

  • non avrà più la possibilità di regolarizzare i versamenti mancanti, cosa possibile sino al 31 dicembre 2018;
  • dovrà  sostenere l’onere del trattamento di quiescenza, riferito a periodi di servizio per i quali è intervenuta la prescrizione.

I dipendenti, pertanto, potranno chiedere la variazione della propria posizione assicurativa anche dopo il 31 dicembre 2018.

Come anticipato dalla nostra redazione, la prescrizione dei contributi non influirà sulla pensione, considerato che, per i  contributi prescritti, provvederà l’amministrazione.

Verifica e variazione posizione assicurativa

Per verificare la propria posizione assicurativa, si deve visionare il proprio estratto conto contributivo.

A fine suddetto, si deve accedere all’area riservata (MyINPS) con le proprie credenziali (codice fiscale, PIN o SPID), Area prestazioni e servizi/Fascicolo previdenziale del cittadino/Posizione assicurativa/Estratto conto.

In caso di contributi mancanti, si deve segnalare, con domanda on-line RVPA (richiesta variazione posizione assicurativa), eventuale contribuzione mancante o anomalie nella propria posizione previdenziale.

Per l’istanza RVPA non è fissato alcune termine perentorio.

Estratto Conto Contributivo

L’Estratto conto , come leggiamo sul sito dell’Inps, riporta i dati anagrafici del lavoratore e, riassunti in una tabella, i versamenti previdenziali suddivisi in:

  • periodo di riferimento;
  • tipologia di contributi (da lavoro dipendente, artigiano, commerciate, servizio militare ecc.);
  • contributi utili espressi in giorni, settimane o mesi, sia per il calcolo della pensione che per il raggiungimento del diritto;
  • retribuzione o reddito;
  • riferimenti del datore di lavoro;
  • eventuali note riportate alla fine dell’Estratto.

Eccezione

La data del 1° gennaio 2019, come data ultima per la verifica e la segnalazione di eventuali contributi mancanti, interessa invece gli insegnanti delle scuole primarie paritarie (pubbliche e private), gli insegnanti degli asili eretti in enti morali e delle scuole dell’infanzia comunali. Leggi tutto

Comunicato stampa del 14 agosto 2018

Stipendio, da settembre su NoiPA una piccola “rivoluzione”

da Orizzontescuola

Stipendio, da settembre su NoiPA una piccola “rivoluzione”

di redazione

Comunicato NoiPA – NoiPA sta lavorando su un nuovo servizio che permetta di visualizzare l’importo netto dei propri stipendi.

21Questo servizio consentirà a tutti gli amministrati di verificare anche l’importo netto relativo all’ultima rata elaborata, in anticipo rispetto alla pubblicazione del cedolino.

Il servizio, che sarà rilasciato nel corso del mese di settembre, e che  è attualmente in fase di sperimentazione, è stato già utilizzato da alcuni utenti che hanno avuto modo di verificarne le funzionalità, anche se in modalità non definitiva, utilizzando “Consultazione ordini di pagamento”.

La fase in corso dell’attività di realizzazione del nuovo self service, rende ora necessaria la sospensione della possibilità di utilizzare tale servizio nella modalità attuale; pertanto i contenuti finora visualizzabili tramite la funzionalità “Consultazione ordini pagamento”, saranno resi temporaneamente inaccessibili per gli amministrati appartenenti a comparti diversi dalla scuola.

Per il personale del comparto scuola rimane invece disponibile il self service “Contratti scuola a tempo determinato” per la verifica dello stato dei contratti relativi a supplenze brevi, Indennità di maternità su supplenze, incaricati di religione cattolica e indennità di maternità conseguenti a incarichi di religione.

Giovedì 23 incontro al Miur con i sindacati su obblighi vaccinali

da La Tecnica della Scuola

Giovedì 23 incontro al Miur con i sindacati su obblighi vaccinali

Così funzionerà il sistema di reclutamento per infanzia e primaria

da La Tecnica della Scuola

Così funzionerà il sistema di reclutamento per infanzia e primaria