Piu’ di 250.000 alunni con DSA: un decalogo per i loro genitori e insegnanti

Superando.it del 07-09-2018

Piu’ di 250.000 alunni con DSA: un decalogo per i loro genitori e insegnanti

a cura di Alessandra Dinatolo*

Dislessia, disgrafia, discalculia, ovvero difficoltà specifiche nel leggere, scrivere o calcolare. Sono i DSA (disturbi specifici dell’apprendimento), che secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, relativi al 2016-2017, riguardavano più di 250.000 alunni delle scuole italiane. Per promuovere una maggiore conoscenza di questo problema, l’Istituto Serafico di Assisi ha diffuso un decalogo di informazioni e consigli utili, per fornire a genitori e insegnanti gli strumenti necessari per riconoscere i primi segnali e poter quindi intervenire in modo idoneo e tempestivo.

L’inizio del nuovo anno scolastico è, in genere, un momento molto importante per bambini e ragazzi perché rappresenta l’avvio di un percorso costellato da innumerevoli occasioni di socializzazione e di apprendimento, che si traducono nella massima soddisfazione dei bisogni di conoscenza. E tuttavia, se per la maggior parte di loro è un evento desiderato, per tanti altri può risultare invece più impegnativo, diventando fonte di ansia e preoccupazione. Spesso, infatti, bambini e ragazzi incontrano ostacoli e difficoltà piuttosto importanti che rendono l’esperienza scolastica faticosa e frustrante, con notevoli ripercussioni sulla gestione familiare in termini di impegno e molti disagi sul piano emotivo, che incidono negativamente sulla motivazione, sull’autostima, sull’immagine di sé e sul benessere generale, fino a innescare meccanismi di fuga da tutto quello che ha a che fare con la scuola. I sentimenti più comuni sono legati alla paura di non riuscire come i propri compagni e di essere quindi considerati non all’altezza delle aspettative di genitori e insegnanti.
All’origine di questi sentimenti possono essere rintracciate delle difficoltà specifiche dell’apprendimento, definite appunto disturbi specifici di apprendimento (DSA), che riguardano le capacità di leggere, scrivere e calcolare.
Per promuovere una maggiore e corretta conoscenza di questo fenomeno, l’Istituto Serafico di Assisi ha lanciato un decalogo di informazioni e consigli utili, redatto con il supporto degli specialisti del Centro di Ricerca InVita, per fornire a genitori e insegnanti gli strumenti necessari per riconoscere i primi segnali e poter così intervenire in modo idoneo e tempestivo.

Secondo i dati statistici del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, relativi all’anno scolastico 2016-2017, nel nostro Paese tre alunni su cento sono affetti da DSA. Si tratta complessivamente di 254.614 alunni delle scuole italiane di ogni ordine e grado, un numero sempre crescente, tanto che nel corso di un anno la loro presenza si è incrementata passando dal 2,5 al 2,9%, con un picco del 5,4% nella scuola secondaria di primo grado, contro il 4,03% nella secondaria di secondo grado e l’1,95% nella primaria.
Il disturbo mediamente più diffuso è la dislessia (42,5%), a seguire la disortografia (20,8%), la discalculia (19,3%) e la disgrafia (17,4%).
«Una tipica manifestazione dei DSA – sottolinea Gianni Lanfaloni, psicologo clinico dell’Istituto Serafico di Assisi – si ha inoltre quando all’iniziale preoccupazione per l’inizio dell’attività didattica va a sostituirsi gradualmente una profonda tendenza ad evitare l’impegno scolastico, tanto da essere giudicati come svogliati, disinteressati, disattenti e oppositivi. Questo tipo di atteggiamento viene comunemente frainteso e spesso sfocia in una forte conflittualità tra genitori e figli che non facilita la gestione del problema. Abbiamo quindi ritenuto opportuno redigere un decalogo agile che affronti ogni aspetto dei DSA e che aiuti le famiglie, così come il corpo docente, a dare il giusto supporto ai propri figli e alunni, favorendone il successo scolastico e promuovendo lo sviluppo delle loro potenzialità, senza mai farli sentire inadeguati».
Di seguito, quindi, proponiamo le dieci cose che genitori e insegnanti dovrebbero sapere sui DSA.

  1. Cosa sono i DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)?
    Sebbene siano definiti “disturbi”, di fatto non hanno le caratteristiche tipiche di una malattia. Hanno un’origine neurobiologica e dipendono dalle peculiari modalità di funzionamento delle rete neurali coinvolte nei processi delle abilità di lettura, scrittura e calcolo. Non pregiudicano quindi le capacità cognitive e non sono causati né da deficit di intelligenza o sensoriali, né da problemi ambientali o psicologici, ma possono essere considerati come caratteristiche specifiche dell’individuo, così come ad esempio l’orecchio musicale o il senso dell’orientamento.

  2. Quali sono i DSA?
    Sulla base del tipo di difficoltà specifica che comportano, i DSA si dividono in:
    ° dislessia: disturbo specifico della lettura, che si caratterizza per la difficoltà nell’effettuare una lettura accurata e fluente in termini di velocità e correttezza. Tale difficoltà può avere ripercussioni sulla comprensione del testo scritto;
    ° disortografia: disturbo specifico della scrittura, che si manifesta con difficoltà nell’apprendere e automatizzare le regole di conversione fonema-grafema e la corretta forma ortografica delle parole;
    ° disgrafia: disturbo specifico della componente esecutivo-grafica della scrittura, di natura motoria, inerente la difficoltà ad imparare a scrivere in modo fluido, armonico e leggibile a causa di un deficit nei processi di realizzazione grafica;
    ° discalculia: disturbo specifico delle abilità di calcolo, con difficoltà importanti nell’automatizzazione dei processi di calcolo sia mentale che scritto, nell’acquisizione e recupero dei fatti numerici (come le tabelline, gli “amici del dieci” ecc.) e, in generale, nel comprendere e operare con i numeri.

  3. Come si riconoscono i DSA?
    I DSA possono presentarsi da soli, associati tra loro, oppure con altri tipi di disturbo, come la difficoltà di coordinazione motoria e/o associati a disturbi dell’attenzione o del linguaggio.
    Per quanto riguarda i segnali legati alle abilità di lettura, generalmente un bambino/ragazzo con DSA manifesta delle difficoltà nella conversione grafema/fonema all’inizio della prima elementare, che si trasforma successivamente in una lettura lenta e frammentaria, con molte omissioni, inversioni, sostituzioni di fonema, invenzione di parole, scarsa comprensione del significato delle singole parole e poi dell’intero testo scritto.
    Per le abilità di scrittura, i primi segnali sono dati da una scarsa autonomia nella trascrizione delle parole, con la presenza di molti errori di tipo fonologico, come ad esempio lo scambio di lettere, inversioni, omissioni e, in seguito, lo scarso controllo delle regole ortografiche, la separazione adeguata delle parole, l’uso dell’apostrofo, il controllo delle omofone non omografe, oppure delle regole fonetiche (errori nell’uso delle doppie o degli accenti).
    Per la grafia, invece, i segnali sono dati dalle gravi difficoltà nel passare dallo stampato maiuscolo al corsivo, dall’incapacità a restare nel rigo, dall’imprecisione del tratto, dalla postura scorretta, dall’affaticamento, dalla lentezza, dalla leggibilità o meno.
    Per le abilità aritmetiche, infine, alcuni segnali sono dati dalle difficoltà che si manifestano inizialmente nel conteggio da 1 a 20, seguite da quelle nel conteggio all’indietro, nell’apprendimento mnemonico delle tabelline, nel calcolo a mente entro la prima e la seconda decina, nella comprensione del valore posizionale delle cifre.

  4. Quando è possibile fare una diagnosi e perché è importante richiederla?
    Effettuare una valutazione specialistica permette innanzitutto di capire se effettivamente si tratti di un disturbo specifico dell’apprendimento o di verificare la presenza di eventuali rischi che permettano di sviluppare un DSA. La diagnosi può essere fatta solo alla fine della seconda elementare per la letto-scrittura e alla fine della terza elementare per le abilità aritmetiche. Tuttavia, se si hanno dei sospetti, non è da escludere la possibilità di effettuare una valutazione specialistica prima dei tempi indicati, perché la presenza di una condizione di rischio più o meno grave – soprattutto se vi è un pregresso ritardo/disturbo del linguaggio o se ci sono persone con DSA nel nucleo familiare – richiede un intervento di recupero quanto più precoce possibile, al fine di ridurre le difficoltà contingenti e diminuire la possibilità stessa di sviluppare un DSA.

  5. A chi bisogna rivolgersi per una diagnosi?
    In presenza di segnali, è consigliato consultare una struttura sanitaria specializzata nei disturbi del neurosviluppo e richiedere una valutazione specialistica che verrà fatta mediante specifici test.
    Ci si può rivolgere ai centri per l’età evolutiva dell’ASL o a centri privati accreditati dal Sistema Sanitario Nazionale per questo tipo di attività e abilitati alla diagnosi e alla sua eventuale certificazione.

  6. Quali interventi specialistici sono utili al trattamento dei DSA?
    Dopo avere effettuato una valutazione specialistica e avere validato la diagnosi di un DSA, sarà compito dello specialista individuare il trattamento più efficace per ogni paziente, che dovrà tenere conto di tutte le caratteristiche e manifestazioni del disturbo, oltre che dei punti di forza del bambino/ragazzo. Ogni trattamento dovrà essere personalizzato e dovrà trovare supporto corale nella scuola attraverso la predisposizione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP).

  7. Qual è il ruolo della scuola in caso di diagnosi di un DSA?
    Per garantire in àmbito scolastico il diritto all’istruzione a tutti gli alunni con DSA, favorirne il successo scolastico anche attraverso misure didattiche di supporto e promuovere lo sviluppo delle loro potenzialità, il fenomeno è stato regolamentato dalla Legge 170/10 [“Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”, N.d.R.], che prevede la predisposizione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP).
    Il PDP è un progetto educativo e didattico commisurato alle potenzialità dell’alunno, che ne deve rispettare i tempi di apprendimento e ne deve valutare i progressi rispetto alle abilità di partenza. All’interno di esso devono anche essere definiti tutti i supporti e gli accorgimenti con cui si intende sostenere l’alunno durante il percorso di studio, comprensivo delle misure dispensative e degli strumenti compensativi necessari alla realizzazione del successo scolastico.

  8. Come si riconosce in un alunno un probabile disturbo specifico dell’apprendimento?
    Oltre alle già menzionate attenzioni da rivolgere alle abilità di lettura, di scrittura, di grafia e di calcolo, è opportuno fare riferimento e considerare come ipotetici segnali di allarme anche una generale difficoltà nelle attività che richiedono l’uso di apprendimento mnemonico e problemi nell’imparare i rudimenti delle lingue straniere. Anche in questo caso, eventuali segnali difformi potrebbero essere oggetto da parte dei medici di un’accurata valutazione, volta a chiarire se siano o meno elementi riconducibili a un fenomeno di DSA.

  9. Quali sono le attività più funzionali per un alunno con diagnosi DSA?
    Durante le lezioni è sempre opportuno avere degli accorgimenti idonei nei confronti degli alunni con DSA. Per esempio, nel caso di uno studente al quale sia stato diagnosticato un disturbo della lettura, bisognerà farlo sempre sentire a proprio agio, evitando forzature nella lettura, specialmente ad alta voce davanti ai propri compagni.
    Per uno studente al quale sia stato diagnosticato un disturbo di disortografia, una strategia da evitare è quella di fargli ricopiare in forma corretta ciò che ha sbagliato a scrivere. Una valida alternativa è l’utilizzo del PC che, grazie al correttore ortografico, rappresenta uno strumento efficace nella selezione delle singole parole.
    Se invece l’alunno dimostra difficoltà nella memorizzazione delle tabelline, delle regole o delle formule, sarà necessario dispensarlo dallo studio memonico e permettergli di utilizzare tabelle di regole, formulari e mappe concettuali.
    Per quanto riguarda ancora l’apprendimento delle lingue straniere, le maggiori difficoltà si presentano nella scuola secondaria (perché l’approccio ludico di quella primaria è indicato per i bambini con DSA), pertanto si dovrebbe privilegiare la forma orale rispetto a quella scritta.
    In presenza di DSA, sarà inoltre preferibile l’utilizzo del vocabolario informatico per la ricerca di termini durante lo svolgimento dei compiti, perché la fatica generata dall’orientarsi fra le pagine del vocabolario cartaceo lascerà più energia per la curiosità di conoscenza.
    Infine, è raccomandato l’utilizzo degli strumenti compensativi funzionali come i sintetizzatori vocali e i creatori di mappe concettuali che vengono indicati dallo specialista in base alla diagnosi e permettono allo studente di diventare autonomo nello studio.

  10. Come trattare l’argomento con i propri figli o alunni?
    I bambini/ragazzi ai quali viene diagnosticato un DSA avranno bisogno di un aiuto in più per sviluppare un metodo di studio efficace e avranno quindi bisogno del supporto di uno specialista.
    Anche gli insegnanti dovranno adottare delle strategie appropriate e per fronteggiare tutte queste novità, bisognerà spiegare con semplicità ai propri figli o studenti che le difficoltà riscontrate a scuola o nel fare i compiti riguardano solo alcuni àmbiti specifici. Sarà quindi importante mettere in risalto che è comunque possibile trovare un modo alternativo di apprendimento, più adatto alle loro necessità. L’approccio migliore è quello di non allarmarli e spiegare loro che è molto importante conoscere se stessi per comprendere le principali difficoltà che riscontrano nello studio al fine di aiutarli a valorizzare ed esprimere al meglio il loro potenziale.

Ufficio Stampa dell’Istituto Serafico di Assisi.

Tempi rapidi e meno burocrazia: pronto lo sblocco di un miliardo per l’edilizia scolastica

da Il Sole 24 Ore

Tempi rapidi e meno burocrazia: pronto lo sblocco di un miliardo per l’edilizia scolastica

di Eugenio Bruno

Tempi più rapidi per l’assegnazione a Province e comuni delle risorse per la messa in sicurezza delle scuole, con meno decreti da produrre. Pagamenti diretti agli enti beneficiari dei finanziamenti, senza passaggi intermedi. Concentrazione degli stanziamenti destinati all’edilizia sul Fondo per la programmazione triennale degli interventi, con un conseguente ulteriore snellimento delle fasi di assegnazione delle risorse. Fissazione a monte dei criteri per la distribuzione dei fondi del prossimo triennio. Aggiornamento in tempo reale e miglioramento dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica, con l’obiettivo a breve di pubblicazione in chiaro dei dati, per una maggiore trasparenza e velocità nell’individuazione degli interventi prioritari. Sono le novità in materia di edilizia scolastica contenute nell’accordo quadro promosso dal ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, e dalla sua collega degli Affari regionali, Erika Stefani, che è stato siglato ieri in Conferenza Unificata. Modifiche che – parola di Bussetti – consentiranno lo sblocco in tempi brevi del primo miliardo sui 7 a disposizione del Miur.

L’accordo quadro
I pilastri del testo sono quelli anticipati sul Sole 24 Ore di lunedì 3 settembre e su Scuola 24. Innanzitutto il fatto che vengono fissati a monte i criteri di distribuzione dei fondi per l’edilizia scolastica validi per l’intero triennio : 43% sul numero studenti; 42% sugli edifici; 10% per le zone sismiche; 5% sull’affollamento delle strutture. Non andranno cioè contrattati prima di ogni distribuzione. Al tempo stesso vengono tagliati i tempi per le varie fasi e autorizzate le anticipazioni dirette agli enti locali. Che – è una stima del ministero – riceveranno i fondi al massimo in cinque mesi anziché in un anno e mezzo come oggi. Nel frattempo il testo ha imbarcato alcune modifiche a cominciare dalla previsione dell’accordo per la distribuzione del miliardo del Fondo infrastrutture strategiche previsto dalla legge di stabilità 2017 che non ne modificano l’impianto sostanziale.

La soddisfazione del ministro
«L’accordo di oggi è un esempio concreto di come si fa sistema. E voglio ribadire che l’edilizia scolastica è una priorità di questo Governo», è il commento del ministro Bussetti.
Che aggiunge: «Avremo più trasparenza, efficienza e un miglioramento della governance delle risorse. Dopo anni di procedure lunghe e farraginose, abbiamo definito un sistema semplificato che consentirà di ridurre notevolmente i tempi per l’assegnazione delle risorse e, dunque, per rendere le nostre scuole più sicure. Sbloccheremo subito il primo miliardo per l’antisismica. Nelle prossime ore daremo il via libera alla programmazione triennale 2018/2020. Con l’accordo di oggi, abbiamo definito anche, una volta per tutte, i criteri di riparto a livello regionale delle risorse, con un’attenzione particolare alle zone sismiche: saranno utilizzati ogni volta che ci sono fondi da assegnare, senza dover più predisporre decreti diversi per ciascun finanziamento».

Vaccini di nuovo obbligatori, ma rispunta l’autocertificazione

da Il Sole 24 Ore

Vaccini di nuovo obbligatori, ma rispunta l’autocertificazione

Per la frequenza dell’anno scolastico scolastico 2018-19, ormai al via, sarà necessario portare il certificato Asl di avvenuta vaccinazione. Un emendamento della maggioranza al decreto milleproroghe abroga infatti la disposizione, approvata tra le polemiche ad agosto dal Senato, che faceva slittare l’obbligatorietà all’anno scolastico 2019-20.

GUARDA IL VIDEO – Vaccini, prenotazioni e autocertificazioni non bastano

Anche se potrebbe bastare l’autocertificazione: un altro emendamento al milleproroghe presentato stamane alle commissioni Bilancio e Affari costituzionali proroga, appunto, la validità dell’autocertificazione da parte delle famiglie fino al 10 marzo 2019. La possibilità di autocertificare la vaccinazione era già prevista dalla circolare Grillo-Bussetti, ma con l’eventuale approvazione nel milleproroghe acquisterebbe validità di legge. L’emendamento ha scatenato i dissensi tra Lega e M5s, con i “no” di due deputati nel primo voto. Le votazioni riprenderanno alle 14.

Conte: lavoriamo a intervento di sistema
Sui vaccini «stiamo lavoriamo a un intervento di sistema, ma che non vi anticipo» ha detto il premier Giuseppe Conte. Ieri «c’era stato un emendamento» al Dl proroghe «che aveva contribuito a creare incertezza» ha spiegato Conte, «ora dobbiamo risolvere questa incertezza. Abbiamo deciso di intervenire con un nuovo emendamento che assorbe quello precedente e estende il regime transitorio dell’autocertificazione per consentire a tutte le famiglie di far fronte all’anno scolastico».

Le novità
In attesa dell’esito del voto del nuovo emendamento, con la nuova modifica introdotta alla Camera, dunque, al nido e alla materna non si entra se non vaccinati; chi invece frequenta la scuola dell’obbligo (7-16 anni) potrà entrare anche senza certificato Asl, ma dovrà pagare una sanzione da 100 a 500 euro. Per i genitori resta inoltre la possibilità di autocertificare di essere in regola ma chi presenta una dichiarazione falsa rischia la denuncia. I bambini che frequentano le scuole dell’obbligo e non possono essere vaccinati per motivi di salute (che devono essere documentati) vengono invece inseriti in classi nelle quali non sono presenti altri minori non vaccinati.

Ma quali sono i vaccini obbligatori per la scuola? In base alla legge Lorenzin le profilassi obbligatorie sono: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella. Tutte queste vaccinazioni sono, pertanto, obbligatorie e devono essere offerte in maniera attiva e gratuita, secondo le specifiche indicazioni del Calendario vaccinale nazionale.

Le vaccinazioni che sono invece raccomandate e gratuite per i minori di età compresa tra zero e sedici anni, sempre in base alle specifiche indicazioni del Calendario vaccinale nazionale, sono: anti-meningococcica B, anti-meningococcica C, anti-pneumococcica, anti-rotavirus, HPV. Queste vaccinazioni «non sono state incluse tra quelle obbligatorie in ragione del fatto che le malattie che prevengono si verificano con minore frequenza nel nostro Paese o del minore impatto della loro contagiosità nelle collettività chiuse, ad esempio nidi e scuole», è stato precisato.

In molti casi, più vaccini vengono somministrati al bambino contemporaneamente con un’unica iniezione. Le più comuni formulazioni combinate sono: esavalente (difterite-tetano-pertosse-epatite B-poliomielite-Haemophilus influenzae di tipo B); trivalente DTPa (difterite-tetano-pertosse); quadrivalente DTpaIPV (difterite-tetano-pertosse-polio); trivalente MPR (morbillo-parotite-rosolia); quadrivalente MPRV (morbillo-parotite-rosolia-varicella); meningococco quadrivalente (A-C-W-Y).

In caso sia già stata fatta una delle malattie per le quali è prevista la vaccinazione obbligatoria, la nuova legge sui vaccini consente di richiedere vaccini in formulazione monocomponente o combinata, ma priva dell’antigene in questione. Ma non è detto che questi vaccini siano disponibili – al momento, per esempio, non sono autorizzati in Italia vaccini monocomponenti contro difterite, pertosse, morbillo, rosolia e parotite – e che le Regioni li abbiano effettivamente acquistati (in genere costano di più).

Ed ecco, di seguito, il calendario delle vaccinazioni in base all’età del bambino.
Tre mesi
Obbligatorie: prima dose difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae di tipo B (esavalente).
Raccomandate: prima dose meningococco B; prima dose pneumococco.
Quattro mesi
Raccomandate: seconda dose meningococco B.
Cinque mesi
Obbligatorie: seconda dose difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, haemophilus influenzae di tipo B (esavalente).
Raccomandate: seconda dose pneumococco.
Sei mesi
Raccomandate: terza dose meningococco B.
Tra 3 e 7 mesi
Raccomandate: rotavirus (due o tre dosi a seconda del tipo di vaccino).
11 mesi
Obbligatorie: terza dose difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, haemophilus influenzae di tipo B (esavalente).
Raccomandate: terza dose pneumococco.
13 mesi
Raccomandate: quarta dose Meningococco B.
Tra 13 e 15 mesi
Obbligatorie: prima dose morbillo, parotite e rosolia (MPR); prima dose varicella (oppure prima dose tetravalente MPRV).
Raccomandate: prima dose Meningococco C.
Sei anni
Obbligatorie: richiamo difterite, tetano, pertosse, polio (DTP + polio); richiamo morbillo, parotite, rosolia e varicella (MPR o MPRV).
Tra 12 e 18 anni
Obbligatorie: richiamo difterite, tetano, pertosse, polio (DTP + polio).
Raccomandate: HPV (due o tre dosi, sia per le femmine sia per i maschi, in funzione di età e vaccino); richiamo meningococco C, nella forma quadrivalente ACWY.

Obblighi e scadenze: il vademecum per le famiglie

Una autocertificazione in cui si dichiara l’avvenuta vaccinazione dei propri figli. E’ questa la
documentazione che – in base al nuovo emendamento presentato ieri al Milleproroghe – i genitori saranno tenuti a presentare alle scuole, in attesa di fornire la certificazione ufficiale.

I certificati
Per l’anno scolastico che sta per cominciare, 2018-19, è prorogata la validità dell’autocertificazione da parte delle famiglie. E’ quanto prevede il nuovo emendamento dei
relatori sui vaccini al Milleproroghe. L’autocertificazione potrà avere ad oggetto anche la prenotazione della vaccinazione presso il centro di riferimento. Resta tuttavia una situazione di confusione, come ribadiscono i presidi i quali sottolineano di essere da parte loro tenuti a rispettare il decreto Lorenzin: ovvero, se non si è in regola non si entra nei nidi e nelle scuole dell’infanzia. Dunque, rilevano, le autocertificazioni, che «in questo momento non varrebbero, a voler chiudere un occhio devono essere strettamente temporanee e rimpiazzate di corsa con gli originali».

Le scadenze
L’autocertificazione sarà valida fino al 10 marzo 2019. Entro quella data le famiglie dovranno infatti presentare «la documentazione comprovante l’effettuazione delle
vaccinazioni obbligatorie». Dopo il 10 marzo dunque, se sarà ancora in vigore l’attuale legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale per la frequenza scolastica, le famiglie saranno tenute a
presentare le certificazioni ufficiali. La mancata presentazione dei certificati ufficiali, in base alla normativa, comporta il divieto di frequenza di materne e nidi per i bambini (da 0 a 6
anni) non in regola. I ragazzi da 6 a 16 anni possono invece accedere comunque a scuola ma in entrambi i casi, se i genitori rifiutano ripetutamente di far vaccinare i figli incorrono in
sanzioni pecuniarie fino a 500 euro.

I vaccini da fare
In base alla legge Lorenzin sono dieci i vaccini da fare. Si tratta di anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella.

Nas a scuola, 2000 controlli al giorno, 15 le attestazioni false finite nella rete

da Il Sole 24 Ore

Nas a scuola, 2000 controlli al giorno, 15 le attestazioni false finite nella rete 

Più di duemila controlli al giorno in tutta Italia. Carabinieri del Nas al lavoro per verificare se ci sono irregolarità nelle autocertificazioni per le vaccinazioni obbligatorie presentate dai genitori dei bambini che a inizio anno scolastico frequenteranno asili nido e scuole materne.
Mercoledì scorso i militari hanno eseguito 2.800 accertamenti a campione: 15 le autocertificazioni false dopo il riscontro presso le Asl di competenza. Di queste, due le autocertificazioni false al Nord, 5 al Centro e 7 al Sud. I genitori sono stati segnalati
all’autorità giudiziaria per falso in atto pubblico commesso da privato. I controlli sono proseguiti ieri e andranno avanti anche nei prossimi giorni al ritmo di oltre 2.000 mila al
giorno.
Le verifiche sono partite anche in seguito al post di una mamma che nelle scorse settimane ha scritto su Facebook dando indicazioni su come fare per produrre un’autocertificazione
falsa.
Intanto dalle regioni stanno cominciando ad arrivare i primi risultati, tenendo conto però che per avere quelli definitivi bisognerà aspettare qualche giorno poichè le autocertificazioni
vanno incrociate con i dati delle Asl.
In provincia di Firenze i controlli sono stati fatti negli istituti di ogni ordine e grado, dai nidi alla scuole superiori. Per il momento non sarebbero stati eseguiti accertamenti sull’autenticità dei certificati vaccinali rilasciati dalle Asl e presentati alle scuole dalle famiglie per dimostrare l’avvenuta vaccinazione.
In Friuli Venezia Giulia i carabinieri sono stati essenzialmente nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie, delle quattro province, Udine, Trieste, Gorizia e Pordenone. In Molise non sembrano essere emerse irregolarità. Dal canto suo, l’Azienda sanitaria regionale (Asrem) sta dando una mano alle famiglie e già da fine agosto ha pubblicato sul proprio sito web le indicazioni sulle vaccinazioni obbligatorie.
In Emilia-Romagna è stata controllata una decina di istituti in ognuna delle province tra nidi, scuole d’infanzia e primarie. Finora non si hanno notizie di falsi. La Regione Lazio invece ha convocato per lunedì i responsabili dei servizi vaccinali delle Asl per avviare le procedure di controllo. A disposizione delle scuole ci sara “l’Anagrafe unica vaccinale” con tutti i dati degli iscritti. Tutte le regioni dovranno dotarsi di un’Anagrafe vaccinale che poi
invierà i dati all’anagrafe nazionale in corso di istituzione in Conferenza Stato Regioni.

Con 200 giorni di lezione l’anno scolastico italiano è tra i più lunghi in Ue

da Il Sole 24 Ore

Con 200 giorni di lezione l’anno scolastico italiano è tra i più lunghi in Ue

di Alessia Tripodi

In Europa l’anno scolastico dura in media tra i 170 e 190 giorni, ma l’Italia (insieme con la Danimarca) segna il record dei 200 giorni di lezione . Nella maggior parte dei paesi, poi, la prima campanella suona all’inizio di settembre, ma in 10 paesi si torna sui banchi già ad agosto. È la fotografia scattata dal nuovo rapporto di Eurydice, che mette a confronto i calendari scolastici e accademici per il 2018/2019 nei 38 paesi europei che partecipano al programma Erasmus+.

Quando suona la prima campanella
Danimarca e Finlandia sono i paesi dove si torna prima sui banchi, tra il 9 e il 14 agosto. Caso particolare quello della Germania, dove l’anno scolastico inizia ufficialmente il 1° agosto, ma in realtà – spiega Eurydice – nei diversi Lander la campanella suona tra il 6 agosto e l’11 settembre. C’è poi un gruppo di 19 Stati in cui si parte il 3 settembre, mentre l’Italia rientra fra quei paesi dove le lezioni iniziano intorno alla metà di settembre. Gli ultimi a tornare sui libri, alla fine di settembre, sono infine gli studenti di Malta.

Quanto durano le scuole in Europa
La durata dell’anno scolastico varia da un massimo di 200 giorni in Italia e Danimarca a un minimo di 156 in Albania. Nella metà dei paesi si sta tra i banchi per un periodo variabile tra i 170 e 180 giorni, mentre in 17 stati tra i 181 e i 190 giorni. In generale, dice il rapporto, i giorni di lezione sono gli stessi per la scuola primaria e secondaria, ma in certi casi – per esempio in Francia, Grecia e Serbia – alle medie e al liceo l’anno scolastico dura di più.

Vacanze di Natale uguali per tutti
La diversa durata dell’anno scolastico nei paesi Ue dipende ovviamente anche dalle vacanze , che non hanno la stessa durata ovunque. Oltre alle ferie estive, le scuole europee si fermano in autunno, a Natale, per Carnevale e per le vacanze di primavera (Pasqua). Pause organizzate con modalità diverse da paese a paese, fatta eccezione per quella natalizia che, invece, è uguale per tutti.

Save The Children: niente mensa scolastica per il 49% degli alunni

da Il Sole 24 Ore

Save The Children: niente mensa scolastica per il 49% degli alunni

di Al. Tr.

La metà degli alunni (il 49%) delle scuole primarie e secondarie di primo grado non ha accesso alla mensa scolastica. E si allarga il divario Nord-Sud, con 9 regioni (una in più rispetto al 2017) dove non c’è refezione scolastica per più di 1 bambino su 2. È questo il quadro evidenziato dal nuovo rapporto “(Non) Tutti a Mensa 2018”, di Save the Children, pubblicato in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico.

Mensa per contrastare povertà e dispersione
La ricerca, condotta da Save The Children nell’ambito della Campagna “Illuminiamo
il Futuro” per il contrasto della povertà educativa, evidenzia come, ad un anno dall’ultimo monitoraggio, sono ancora «molte le scuole che non assicurano ai bambini e alle loro famiglie di usufruire della mensa scolastica» che rappresenta anche «uno strumento fondamentale per il contrasto della povertà e della dispersione scolastica». Tanto più in Italia, dove «oltre 1 milione e 200 mila bambini e ragazzi, il 12,1% del totale (più di 1 su 10) sono in povertà assoluta e 2 milioni e 156 mila in povertà relativa» e la refezione scolastica dovrebbe aiutare «le tante famiglie in difficoltà, in particolare quel 3,9% dei bambini che ancora oggi non consuma un pasto proteico al giorno».

Si allarga il divario Nord Sud
Secondo il rapporto, rispetto allo scorso anno l’accesso al servizio mensa scende di 1-2 punti percentuali in tutte le regioni e la forbice tra Nord e Sud si distanzia sempre più. Proprio nel Mezzogiorno e nelle isole si registra il numero più alto di alunni senza mensa: Sicilia (81,05%), Molise (80,29%), Puglia (74,11%), Campania (66,64%), Calabria (63,78%), Abruzzo (60,81%) e Sardegna (51,96%).

«Mensa non riconosciuta come servizio essenziale»
Nel rapporto, per il quarto anno consecutivo, l’organizzazione ha analizzato le prassi per le scuole primarie relative alla mensa scolastica in Italia, prendendo in esame 45 comuni capoluogo di provincia con più di 100 mila abitanti e valutando l’accesso, le tariffe, agevolazioni ed esenzioni, il trattamento delle famiglie morose e l’eventuale esclusione dei bambini dal servizio. Scoprendo che la mensa «è ancora considerata un servizio a domanda individuale, legato alle esigenze di bilancio dei singoli comuni, e non è riconosciuta come un servizio pubblico essenziale». E dunque l’offerta non è uniforme sul territorio: a fronte di 13 comuni, che offrono il servizio a più del 95% degli alunni (tra questi Milano, Prato, Bologna, Cagliari, Forlì, Monza e Bolzano alla totalità o quasi degli alunni), altri 15 garantiscono l’accesso a meno del 40% degli alunni iscritti alle primarie. Ma purtroppo, sottolinea Save The Children, ci sono anche quei comuni che offrono il servizio mensa a meno del 10% degli alunni: Siracusa (0,88 %), Palermo (2,60%), Catania (6%) Foggia (8%) e Taranto (11%).

Concorso dirigenti scolastici, prova scritta non prima di metà ottobre

da Orizzontescuola

Concorso dirigenti scolastici, prova scritta non prima di metà ottobre

di redazione

Si sono riuniti oggi al MIUR rappresentanti dell’amministrazione e sindacati per affrontare diverse tematica. Tra queste quella relativa all’avvio della prova scritta del concorso a dirigente scolastico.

Non prima della metà di ottobre

Il Ministero ha comunicato ai sindacati che a breve sarà riunita la commissione tecnico/scientifica e che al momento non ci sono date certe.

Ad ogni modo i candidati saranno avvertiti con almeno 15 giorni di anticipo e presumibilmente la prova non sarà prima della metà di ottobre.

Ricordiamo che la prova scritta giunge dopo la preselezione che ha visto partecipare ben 24.082 candidati effettivi sui 34.580 iscritti: 17.279 donne e 6.803 uomini. Gli ammessi allo scritto sono 8.736: gli 8.700 previsti da bando, più 36 candidati che risultano a pari merito con un  punteggio di 71,7.

Cosa prevede la prova scritta

Prevede:

  • cinque domande a risposta aperta su: normativa del settore istruzione, organizzazione del lavoro e gestione del personale, programmazione,
  • gestione e valutazione presso le scuole, ambienti di apprendimento, diritto civile e amministrativo, contabilità di Stato, sistemi educativi europei.
    due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2) su: organizzazione degli ambienti di apprendimento, sistemi educativi europei.

Prova orale

Le candidate e i candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all’orale che mira ad accertare la preparazione professionale delle e degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Saranno testate anche le conoscenze informatiche e di lingua straniera. Entrambe le fasi sono uniche a livello nazionale.

Corso di formazione

Le candidate e i candidati che supereranno le prove scritta e orale saranno ammessi, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo, finalizzato all’arricchimento delle competenze professionali delle candidate e dei candidati.

Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza. Al termine le candidate e i candidati dovranno affrontare una valutazione scritta e un colloquio orale. Saranno dichiarati vincitori del corso-concorso le candidate e i candidati che saranno collocati in posizione utile in graduatoria generale di merito.

Concorso DS e graduatorie ’18 in discussione al MIUR

da Orizzontescuola

Concorso DS e graduatorie ’18 in discussione al MIUR

di redazione

Nell’incontro tra il MIUR e i sindacati svoltosi oggi si è parlato anche del concorso 2018, dei licei musicali e coreutici, delle scuole italiane all’estero. Lo riporta la UIL.

Concorso 2018 e graduatorie non ancora pubblicate: l’argomento verrà affrontato nell’incontro già programmato per giovedì 13 settembre.

Licei musicali e coreutici: in merito all’esecuzione della sentenza del Consiglio di stato n. 03409/2018 relativa al ripristino della seconda ora del primo strumento nel primo biennio, la questione sarà affrontata nei prossimi incontri.

Scuole italiane all’estero: i sindacati hanno chiesto di avviare un tavolo di discussione specifico riguardo alla mobilità professionale per le scuole italiane all’estero. Inoltre, il confronto con il MIUR e il MAECI dovrà individuare le soluzioni idonee a superare le problematiche di applicazione delle attuali norme contrattuali al personale in servizio all’estero.

Stabilizzazione co.co.co.
A margine dell’incontro l’amministrazione ha informato i sindacati che è in via di predisposizione un modello di contratto al SIDI per gli ex co.co.co. che hanno superato la selezione per l’immissione in ruolo; prossimamente verranno impartite le istruzioni per la rettifica/sostituzione dei contratti eventualmente già stipulati col vecchio modello, non idoneo per tale personale.
Le decorrenze dei contratti saranno rispettate.
Tutte le tematiche relative a questo personale verranno approfondite in un incontro specifico programmato per la prossima settimana.

Edilizia, Miur: semplificata procedura assegnazione risorse. Accordo Stato-Regioni

da Orizzontescuola

Edilizia, Miur: semplificata procedura assegnazione risorse. Accordo Stato-Regioni

di redazione

Comunicato Miur – Tempi più rapidi per l’assegnazione agli Enti locali delle risorse per la messa in sicurezza delle scuole, con meno decreti e atti ministeriali da produrre.

Pagamenti diretti agli Enti beneficiari dei finanziamenti, senza passaggi intermedi. Concentrazione degli stanziamenti destinati all’edilizia sul Fondo per la programmazione triennale degli interventi, con un conseguente ulteriore snellimento delle fasi di assegnazione delle risorse. Aggiornamento in tempo reale e miglioramento dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica, con l’obiettivo a breve di pubblicazione in chiaro dei dati, per una maggiore trasparenza e velocità nell’individuazione degli interventi prioritari. Previsione di risorse per la progettazione a sostegno degli Enti locali.

Sono le novità in materia di sicurezza ed edilizia delle scuole contenute nell’Accordo promosso dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, in collaborazione con la responsabile per gli Affari Regionali, Erika Stefani, siglato oggi in Conferenza Unificata.

“Si tratta di una svolta, di un traguardo importante – sottolinea il Ministro – frutto di una collaborazione fra più Istituzioni che mette al centro la sicurezza dei nostri ragazzi. Dobbiamo essere molto soddisfatti dell’Accordo raggiunto. Ringrazio il Ministro Stefani, i rappresentanti di Regioni ed Enti locali per il lavoro svolto in queste settimane in collaborazione con il MIUR. L’accordo di oggi è un esempio concreto di come si fa sistema. E voglio ribadire che l’edilizia scolastica è una priorità di questo Governo”.

Con l’Accordo siglato oggi “Avremo più trasparenza, efficienza e un miglioramento della governance delle risorse. Dopo anni di procedure lunghe e farraginose, abbiamo definito un sistema semplificato che consentirà di ridurre notevolmente i tempi per l’assegnazione delle risorse e, dunque, per rendere le nostre scuole più sicure. Sbloccheremo subito il primo miliardo per l’antisismica. Nelle prossime ore daremo il via libera alla programmazione triennale 2018/2020. Con l’accordo di oggi, abbiamo definito anche, una volta per tutte, i criteri di riparto a livello regionale delle risorse, con un’attenzione particolare alle zone sismiche: saranno utilizzati ogni volta che ci sono fondi da assegnare, senza dover più predisporre decreti diversi per ciascun finanziamento – prosegue il Ministro -. Stiamo davvero cambiando il sistema: non vogliamo mai più risorse che restano ferme per troppo tempo, lasciando gli Enti locali in attesa e nell’impossibilità di mettere in sicurezza le nostre scuole”.

L’Accordo prevede anche il rilancio dell’Osservatorio nazionale per l’edilizia scolastica del MIUR prevedendo il monitoraggio e il coordinamento degli impegni previsti dall’accordo.

“La scuola – chiude il Ministro – è per i nostri ragazzi una seconda casa. Devono potersi sentire protetti al suo interno. Prendiamo anche un impegno: continueremo a cercare risorse da investire sull’edilizia scolastica, già a partire dalla prossima legge di bilancio. Mantenendo il nostro metodo di lavoro che si basa su una stretta e costante collaborazione con tutti gli attori in campo”.

Roma, 6 settembre 2018

Contratto 2016/18, firma anche lo Snals

da Orizzontescuola

Contratto 2016/18, firma anche lo Snals

di redazione

Comunicato Snals – Il Consiglio nazionale dello Snals, nel corso di un ampio dibattito che ha visto la presenza anche di tutti i responsabili territoriali provinciali e regionali

– pur  confermando  la posizione fortemente critica sul testo del contratto che ritiene lesivo di diritti, carente nella parte normativa e insoddisfacente nella parte economica;

– denunciando  le opinabili interpretazioni normative che hanno determinato la pesante compressione delle prerogative sindacali attraverso l’esclusione dai tavoli relativi a tematiche complesse e delicate, tra le quali sanzioni disciplinari, mobilità, ordinamenti professionali e tutte le materie di contrattazioni integrativa, confronto ed informativa, impedendo, di fatto, allo Snals l’esercizio della rappresentatività;

– ritenendo indispensabile e doveroso assicurare la tutela dei propri  iscritti, delle RSU,  e dei lavoratori tutti in un momento particolarmente difficile delle relazioni sindacali;

ha deliberato la sottoscrizione del contratto con firma di adesione critica accompagnata da una dura nota a verbale.

La sottoscrizione è stata condivisa dalla Confederazione generale Confsal.

Il Segretario Generale

Elvira Serafini

Vaccini obbligatori, blitz dei Nas nelle scuole: trovate autocertificazioni false

da La Tecnica della Scuola

Vaccini obbligatori, blitz dei Nas nelle scuole: trovate autocertificazioni false

Bussetti: “Svolta sull’edilizia scolastica. Sblocchiamo subito oltre 1 miliardo”

da La Tecnica della Scuola

Bussetti: “Svolta sull’edilizia scolastica. Sblocchiamo subito oltre 1 miliardo”

Calendario scolastico in Europa: quanti giorni di lezione? Quanto durano le vacanze?

da La Tecnica della Scuola

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Prove Invalsi, non saranno ancora requisito di ammissione agli esami di Stato

da La Tecnica della Scuola

Prove Invalsi, non saranno ancora requisito di ammissione agli esami di Stato

Vaccini, è ancora caos: nuovo emendamento proroga autocertificazione

da Tuttoscuola

Vaccini, è ancora caos: nuovo emendamento proroga autocertificazione

Resta l’obbligo dei 10 vaccini per frequentare nidi e scuole dell’Infanzia. Ma resta pure valida l’autocertificazione. A poco più di 24 ore dalla notizia dell’emendamento presentato alla Camera dal Movimento 5 Stelle che ha l’obiettivo di eliminare quello che introduce il rinvio del divieto di iscrizione a scuola per non vaccinati, arriva un nuovo emendamento dei relatori di maggioranza sui vaccini al decreto milleproroghe, presentato nelle Commissioni Bilancio e affari costituzionali, che proroga per l’anno scolastico che sta per cominciare, 2018-19, la validità dell’autocertificazione.

Erano stati, come detto, sempre esponenti del M5S a presentare ieri l’emendamento che confermava l’obbligo di vaccinazione per quest’anno e quindi superava di fatto la circolare dei ministeri della Salute e dell’Istruzione. Come mai questo repentino cambiamento di 180 gradi? Verrebbe da pensare – ma forse si fa peccato… – che possano aver influito i titoli di alcuni giornali di oggi, come Repubblica, che strillava in prima pagina: “Cento giorni di soli annunci. Dietrofront anche sui vaccini”. Effetti dell’era dei social e del consenso “virtuale” e “di pancia” da mantenere a tutti i costi? Nel frattempo nelle scuole e tra le famiglie interessate è il caos.

Secondo quanto riportato da Ansa.it, il nuovo emendamento prevede la validità dell’autocertificazione da parte delle famiglie fino al 10 marzo 2019. Entro quella data le famiglie dovranno presentare “la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie”.

I presidi non hanno accolto bene la notizia. “Questa è una fase in cui serve certezza del diritto, sgomberare il campo dalla confusione. Questo emendamento non sembra andare in tale direzione, continuando ad aumentare il caos che già regna nelle scuole. Riteniamo poi che il termine del 10 marzo per mettersi in regola con le certificazioni vaccinali sia eccessivo”, afferma il presidente dell’ANP, Antonello Giannelli interpellato dalla stessa Ansa.  “La maggior parte del genitori ha, infatti, già vaccinato i propri figli e consegnato tutti i documenti. Perché arrivare al 10 marzo? Dicembre sarebbe più che sufficiente – ha detto ancora Giannelli all’Agenzia -. Inoltre tenendo conto che i termini per le iscrizioni all’anno scolastico 2019-20 sono fissati a gennaio 2019, con obbligo di consegnare la certificazione vaccinale per l’anno in questione entro il 10 luglio, la regolarizzazione del 2018-2019 andrebbe ad accavallarsi con la procedura di iscrizione dell’anno successivo”.

Intanto ieri, 5 settembre, i carabinieri del Nas hanno effettuato controlli a campione nelle scuole materne e negli asili nido di tutta Italia per controllare le autocertificazioni. I controlli sono stati 2.800, 15 le autocertificazioni risultate false dopo il riscontro presso le Asl di competenza. I genitori sono stati segnalati all’autorità giudiziaria per falso in atto pubblico commesso da privato. Gli accertamenti continuano al ritmo di oltre 2.000 mila al giorno.