Università: finanziamento statale 2018

Università: pubblicato il finanziamento statale 2018

Con i decreti ministeriali del nuovo costo standard (DM 585/2018) e dell’FFO 2018 (DM 587/2018) sono stati definiti i criteri di riparto e le assegnazioni 2018 alle Università Statali.

DM 585/2018 – Costo standard per studente in corso 2018-2020

DM 587/2018 – Criteri di riparto FFO Universita’ Statali 2018

Incontro con il Presidente Conte

FISH e FAND incontrano il Presidente Conte

FISH e FAND, le due Federazioni maggiormente rappresentative delle organizzazioni delle persone con disabilità, hanno incontrato oggi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, presente anche Vincenzo Zoccano, sottosegretario del Ministero per la famiglia e le disabilità. Intento dell’incontro: fare il punto dei temi più urgenti sulle politiche per la disabilità.

Abbiamo innanzitutto evidenziato al Presidente che esiste già un dettagliato Programma di azione sulla disabilità, approvato con DPR nell’ottobre dello scorso anno. – riporta Vincenzo Falabella, presidente FISH – Esso costituisce il risultato di una elaborazione comune di organizzazioni delle persone con disabilità, Ministeri, Regioni, Istituzioni pubbliche che si sono confrontate con impegno per due anni, all’interno dell’Osservatorio Nazionale sulla Disabilità, con l’obiettivo di attuare anche in Italia la Convenzione ONU.”

In effetti il Programma reca indicazioni operative (linee di azione e azioni specifiche) su moltissimi ambiti che interessano direttamente o indirettamente la qualità della vita delle persone con disabilità: dalla revisione dei criteri per il riconoscimento della stessa, alla vita indipendente, alla salute, al lavoro, allo studio e alla mobilità e altri aspetti.

Abbiamo chiesto al Presidente di riprendere quel Programma e che il Governo assuma un ruolo centrale per la sua reale attuazione, rilanciando al contempo i lavori e la collaborazione dell’Osservatorio. L’Osservatorio va sicuramente riattivato quanto prima, tanto più vista la vocazione del nuovo Ministero per la famiglia e le disabilità. Il ruolo di raccordo fra i Ministeri e le Istituzioni che esso ricerca può essere ben supportato dall’Osservatorio.”

Oltre al Programma, le Federazioni hanno richiamato anche alcuni altri focus che oggi appaiono urgenti e centrali. Quello dell’inclusione lavorativa: mancano all’appello alcuni provvedimenti (linee guida e banca dati) e un ruolo maggiormente efficace dei nuovi servizi per l’impiego. Correlato alla inoccupazione c’è l’aspetto grave della povertà e dell’impoverimento di cui la disabilità è uno dei primi determinanti.

Nell’imminenza dell’elaborazione della legge di bilancio, abbiamo sollecitato un adeguato finanziamento del Fondo per il ‘dopo di noi’, del Fondo per la non autosufficienza, di quello per le politiche sociali. Abbiamo ribadito però la necessità di adeguato monitoraggio e verifica sull’impiego reale ed efficace di questi Fondi. In particolare sulla non autosufficienza sarebbe più che opportuno delineare un Piano e livelli essenziali in modo da evitare disparità territoriali quanto mai evidenti.”

Vi sono anche ambiti che necessitano di una specifica azione normativa di sistema: è il tema dei progetti di vita indipendente, che dovrebbero uscire dallo sperimentalismo, e dei caregiver familiari su cui le Federazioni chiedono una norma che non sia al ribasso (solo indicazioni di principio) ma che garantisca tutele e diritti certi.

Abbiamo anche ribadito la nostra contrarietà sullo stato di applicazione dei LEA. – sottolinea Falabella – A quasi due anni di distanza molte parti dei LEA risultano ancora disattese o solo parzialmente attuate. In particolare i ritardi più significativi riguardano proprio le prestazioni protesiche, cioè quegli ausili che riguardano sia la quotidianità di molte persone che la loro autonomia personale. Occorre intervenire, anche economicamente, e rimuovere queste lacune.”

Ed infine il tema dell’inclusione scolastica: si è attirata l’attenzione su alcune questioni strategiche complessive e che sono spesso connesse alle risorse o alla loro congrua allocazione.

La riforma delle Province conserva ancora alcune ombre nella distribuzione di alcune competenze; si pensi al trasporto scolastico e agli assistenti educativi e alla comunicazione. Queste incertezze sono state affrontate e risolte temporaneamente con finanziamenti statali spesso frutto di emendamenti sul filo di lana di leggi di bilancio o di altri provvedimenti. La questione va affrontata in modo determinato una volta per tutte.”

Un incontro, quindi, molto denso di elementi, meritevoli di approfondimenti possibili solo se vi saranno realmente gli spazi e le occasioni.

Da parte del Presidente abbiamo raccolto una attenzione verso le istanze presentate e l’intento di affrontarle progressivamente anche nel quadro del programma del Governo nella sua interezza e dei singoli Ministeri per le loro relative competenze, in particolare con il Ministero per la famiglia e le disabilità.”

ALLE PROVE DEI CONCORSI RISERVATI ANCHE GLI ABILITATI ALL’ESTERO

IL TAR LAZIO AMMETTE PER LA PRIMA VOLTA ALLE PROVE DEI CONCORSI RISERVATI DI CUI AL DDG N.85/2018 ANCHE GLI ABILITATI ALL’ESTERO E SI ADEGUA ALL’ORIENTAMENTO DELLA VI SEZ. DEL CONSIGLIO DI STATO

Avv.Maurizio Danza

Di grande rilevanza l’ordinanza n.5388 della III sezione Bis del TAR Lazio-Roma pubblicata oggi 14 settembre 2018, con cui ha accolto il ricorso degli abilitati all’estero patrocinato dall’Avv. Maurizio Danza del Foro di Roma, con cui era stata richiesta l’ammissione alle prove concorsuali indette con il DDG n.85/2018. La pronuncia appare di particolare interesse poichè riconosce il diritto degli abilitati all’estero ancorchè non inseriti nelle GAE o nella seconda fascia di istituto al 31 maggio 2017, ed in attesa di decreto di riconoscimento del MIUR, a partecipare alle prove concorsuali. In particolare il Collegio per la prima volta si è adeguato all’orientamento della sesta sezione del Consiglio di Stato che, con ordinanza n. 5134/2018 ha già sollevato questione di legittimità costituzionale in tema alle modalità di svolgimento del concorso di cui all’articolo 17 del decreto legislativo 13 aprile 2017 n. 59; secondo la Sezione infatti, la questione di legittimità costituzionale della norma, applicabile in tale diverso procedimento, rileva anche nel presente giudizio divenendo dunque applicabili i principi espressi dall’ordinanza dell’Adunanza plenaria 15 ottobre 2014 n. 28 in ordine alla cosiddetta “sospensione impropria”. Il Collegio della terza bis, ha accolto l’istanza cautelare ai fini dell’ammissione con riserva dei ricorrenti alla procedura concorsuale , rinviando altresì la cognizione cautelare ad una camera di consiglio successiva all’eventuale riassunzione del giudizio, ed ha ritenuto “ nelle more” necessario tutelare la posizione delle parti ricorrenti mediante la concessione di una misura cautelare interinale, fino alla camera di consiglio successiva alla pronuncia della Corte costituzionale e, sospendere il giudizio sino alla pronuncia della Corte costituzionale.

Concorsi per tutti i laureati ma solo se ci sono i posti

da la Repubblica

Concorsi per tutti i laureati ma solo se ci sono i posti

Il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca Marco Bussetti ieri alle 18 ha partecipato al consueto videoforum con “Repubblica Tv” sull’avvio dell’anno scolastico. Ha risposto a tredici domande scelte tra le centinaia inviate dai lettori anunciando «una bomba» sull’arruolamento dei docenti: «I laureati — ha detto — devono accedere subito ai concorsi ed entrare in cattedra». E ha rivelato: «Sto lavorando a un progetto per semplificare la Babele di formazioni, brevetti, specializzazioni oggi presenti».

Ecco un ampio riassunto delle domande.

Sono assistente amministrativo da vent’anni e mai ho visto la scuola nel caos e nell’anarchia come adesso. I volti dei docenti sono scuri, presi da un’infinita burocrazia. Noi lavoratori di segreteria siamo all’osso, gravati da una mole di lavoro sproporzionata alle nostre capacità. Romano Lucii «È vero, c’è un’emergenza. La parte amministrativa è l’asse portante della nostra scuola. Il mio impegno è quello di ripotenziare gli uffici centrali e periferici. Ne ho già parlato con la ministra della Funzione pubblica, Giulia Bongiorno. I docenti sono scuri perché hanno bisogno di nuovi stimoli, passione. Ci stiamo adoperando con le organizzazioni sindacali».

Hanno bisogno di certezze.

Scrive Augusto Vico: «Oggi, 12 settembre, comincia la scuola e io non so ancora se lavorerò sulle Dolomiti o a Milano».

«Gli uffici stanno chiudendo queste operazioni, non mancherà molto per dare al docente una risposta».

Perché i precari non possono usufruire del bonus docente, riservato solo ai colleghi di ruolo? Non ne hanno forse il diritto?Federica Romeo «Ne hanno diritto, vedremo di farlo. Grazie a questa segnalazione ci attiveremo».

Da almeno trent’anni tutti ripetono che gli stipendi degli insegnanti italiani sono umilianti, ingiusti, vergognosi, immorali.

Anche lei lo ripeterà per poi non fare nulla?

Sergio, insegnante da Ravenna

«Non voglio parlare di cifre, ma il ruolo del docente si misura anche attraverso una contribuzione giusta. Ho ereditato una situazione economica per cui bisognerà verificare con il Mef le possibilità di un incremento stipendiale. Certo, non possiamo togliere quello che è stato dato, 80 euro. Dobbiamo mantenere».

Può bastare mantenere lo stipendio vigente? Lega e Cinque Stelle hanno promesso molto in campagna elettorale.

«C’è una grande sensibilità del governo su questo tema».

Sono un docente delle superiori. Ogni anno mi trovo in classe alunni che hanno recuperato due, tre, quattro anni in scuole private nelle quali non hanno mai studiato, con le promozioni garantite dal pagamento delle rette. Altri prendono il diploma con esami farsa in istituti (soprattutto in Campania e nel Lazio) dove vengono inviati dalle scuole private locali. Il suo ministero interverrà su questa piaga?

Massimo Cogotti

«Questa denuncia va circostanziata. Conosco il fenomeno, da ispettore l’ho verificata. E così la concessione delle idoneità per gli esami. In molte zone d’Italia, però, i diplomifici hanno avuto un calo enorme» .

Lei intende mantenere un regime fiscale d’aiuto rispetto alle scuole paritarie?

«I fondi statali per le scuole paritarie dovranno essere dati in modo inversamente proporzionale alla retta. Chi mantiene le rette basse avrà più finanziamenti».

Chi le scrive è un vincitore del concorso primaria 2016 Sicilia che, nonostante abbiamo superato la prova in 708, non ha ancora il posto come tutti i suoi colleghi precari. Santino Formoso «Vado a verificare subito, questa è un’anomalia».

Quando ci saranno i bandi di sostegno?

«Presto, entro quest’anno, con la Legge di Stabilità. E sono tanti posti, diecimila su due tornate».

«Ho due lauree, Scienze dell’educazione e Scienze della formazione primaria, specializzazione su sostegno e sto conseguendo un master di didattica: perché invece di me volete assumere con un concorso non selettivo solo chi ha il diploma magistrale e due anni di servizio? Samantha Donati «Sui diplomati magistrali mettiamoci d’accordo. La pratica giaceva dal 20 dicembre 2017. Per superare il problema usciremo con due operazioni di reclutamento: questo concorso riservato per diplomati e subito l’ordinario, parallelamente, per superare queste situazioni. Non è normale insegnare, se va bene, a 32-33 anni.

Ho un progetto, a cui lavoro con il mio staff legale da agosto, che prevede che un laureato acceda a un concorso e lo provi. Se non riesce, ne proverà uno successivo.

Vinci il concorso e diventi insegnante, punto. Non servono brevetti, titoli, percorsi per dire “posso ambire al posto”. Se uno è laureato in Lettere non deve fare altri perfezionamenti. Potremmo trasformare il tirocinio Fit post-concorso in qualcos’altro. Non cancellarlo: chi lo ha fatto non capirebbe. Magari può diventare un titolo in più per lo stesso concorso.

Le prove devono essere più snelle, agevole e chiare. Dovremo dire quanti posti ci sono nella regione sulla singola materia. Concorsi nazionali ogni due anni? No, quando serve. Magari un anno e mezzo, magari tre. Concorsi quando servono. Il concorso per non abilitati congelato? Il tirocinio universitario Tfa cancellato?

Vogliamo semplificare le procedure per consentire a giovani professori bravi e impegnati di essere indipendenti subito dopo la laurea.

Troveremo le formula migliore per evitare concorsi straordinari, c’è il rischio che la Consulta ci indica che sono incostituzionali».

L’Alternanza scuola lavoro?

«Non abbasserò il numero di ore massimo, 400 ai ntecnici, 200 ai licei. Voglio abbassare il minimo. In certe zone d’Italia sono troppe».

Era informata della nomina della Iena Dino Giarrusso come controllore dei concorsi universitari?

«Ero informato ed è stata una nomina fiduciaria del sottosegretario Lorenzo Fioramonti, prevista dai regolamenti. Certo, il ministero non ha bisogno di sceriffi sui concorsi falsi, per questo basta la magistratura».

Presidi, il 18 ottobre la prova scritta 150 minuti per diventare dirigente

da Corriere della sera

Presidi, il 18 ottobre la prova scritta 150 minuti per diventare dirigente

Ne passeranno uno su tre: i candidati sono ridotti a poco più di ottomila dopo la prova preselettiva. Sette domande, cinque a risposta aperta e due in lingua, punteggio minimo 70 punti

Due ore e mezza per rispondere a sette domande: cinque a riposta aperta e due in lingua straniera. La prova si svolgerà giovedì 18 ottobre, a diffondere la data è il sito Orizzonte Scuola. Così gli 8.736 aspiranti presidi che hanno superato già la prova preselettiva cercheranno di ottenere uno dei 2.425 posti a disposizione dal prossimo anno scolastico lla guida di un istituto scolastico. Alla fine ne passerà uno su tre, ma prima i candidati dovranno superare anche una prova orale. Secondo quanto promesso dal ministro Bussetti sarà invece cancellato il periodo di quattro mesi di corso e tirocinio che i neopresidi avrebbero dovuto svolgere prima di poter entrare in ruolo: faranno questo periodo di formazione dopo aver cominciato il loro lavoro. Intanto in questo anno scolastico che parte in questi giorni, una scuola su quattro è ancor senza preside.

Il punteggio

Il punteggio massimo conseguibile allo scritto è di 100 punti, derivanti dalla somma dei punteggi ottenuti in ciascuno dei sette quesiti (5 a risposta aperta più 2 a risposta chiusa). A ciascuno dei cinque quesiti a riposta aperta è attribuito un punteggio massimo di 16 punti. A ciascuno dei quesiti in lingua straniera è attribuito un punteggio massimo di 10 punti (2 per ciascuna risposta chiusa corretta). Il punteggio totale della prova è quindi uguale a: (16×5)+(10×2)= 80+20=100. Il punteggio minimo per superare la prova è 70 punt

Aumento stipendio dirigenti scolastici, risorse sufficienti per il 2018 ma non per il 2019

da Orizzontescuola

Aumento stipendio dirigenti scolastici, risorse sufficienti per il 2018 ma non per il 2019

di redazione

Si è svolto all’Aran l’incontro per il rinnovo contrattuale dei dirigenti scolastici. Al centro dell’incontro il tema delle risorse per gli incrementi stipendiali e l’equiparazione della retribuzione di posizione parte fissa a quella dei dirigenti del comparto “Istruzione e Ricerca”.

Differenza retribuzione parte fissa

La retribuzione di posizione di parte fissa dello stipendio dei dirigenti scolastici, come ricorda anche la Flc Cgil, è attualmente pari a 3.556,68 € lordi annui, mentre quella degli altri dirigenti del Comparto è pari a 12.155,61€ lordi annui.

Nodo risorse

Il problema principale riguarda le risorse stanziate nell’ultima legge di Bilancio che, se sono sufficienti, per il 2018, ai fini della suddetta equiparazione, non bastano per il 2019. Così scrive al riguardo la Flc Cgil:

Il nodo tecnico, sul quale il tavolo si era già confrontato a luglio, è sempre quello della difficoltà di incardinare nel periodo di validità del contratto le risorse della finanziaria 2018 per il triennio 2018-2020, dal momento che quelle previste per il 2019 non sono sufficienti a garantire il mantenimento dell’equiparazione possibile per il 2018. 

La soluzione potrebbe consistere nel possibile utilizzo, per la retribuzione di posizione di parte fissa, di altre risorse presenti nel FUN ma attualmente destinate alla parte variabile.

L’Aran approfondirà la questione con il Ministero.

Le parti si incontreranno il prossimo 26 settembre.

La povertà

La povertà

di Vincenzo Andraous

Qualcuno ebbe a dire: “Morire non è poi la cosa peggiore che possa capitare ad un uomo, guarda lì, sono morto da tre giorni e finalmente ho trovato la pace. Dicevi sempre che la mia vita era appesa ad un filo, beh! Adesso anche la tua è appesa ad un filo”.

Invece, nuovamente, e ancora, le parole assumono connotati serafici, sberleffi alla realtà che ci circonda, alla sostanza delle cose, il contatto è perduto, assente, come la sofferenza che sale dal basso e si propaga all’intorno senza neppure più la volontà di un perdono.

E’ povertà che trasale: mancanza di beni essenziali per la vita, cibo, medicine e casa.

E’ povertà che sta alimentandosi delle sottrazioni, le divisioni, le moltiplicazioni che comportano perdite e mancanze.

E’ povertà di là, di qua, da me e da te, ovunque c’è bisogno e dovunque ci sono montagne di parole nuove, dove ognuno ha fatto bene i propri compiti, ma ciascuno non ha ricevuto sollievo da alcuna giustizia, soltanto nuove e consunte parole.

Eppure sono in molti a voler tagliare quel filo che lega le parole, quel laccio che ammanetta la libertà di ogni uomo libero privandolo di scelta e azione, di dignità.

E’ incredibile come la politica sia arrogante e manipolatrice al punto da rendere gli incapaci dei formidabili utopisti ed i capaci ridotti a condottieri di battaglie perdute in partenza.

La povertà avanza e ingannevole l’eco ci ricorda le solite parole usate con tono di sfida, mettono in fila per tre, ben allineate, le compagini pronte allo scopo.

La neve è il sole si cambiano d’abito, ma ritornano sempre come ogni stagione a declinare inviti e sortite del cuore, il freddo e il gelo invece custodiscono le rese e le sconfitte, le trattengono fino al nuovo abbraccio mortale che verrà.

La povertà è come un colpo sparato ravvicinato allo stomaco, non c’è immediatezza con la morte, con la fine dei giorni, c’è efferatezza nell’agonia della sofferenza, del dolore, dell’angolo buio dove non è dato vedere.

La povertà non è una pagina bianca ingiallita, una fotografia impolverata, un passo dopo l’altro che sta dritto, i voti, i referendum, le elezioni, gli slogans, le cartellonistiche mediatiche, i messaggi istantanei, servono a poco se chi guida non guarda mai indietro.

La povertà è ciò che il potere che non fa servizio rapina al più debole, ruba a chi spesso non ha più voce neppure per chiedere pietà.

Comunque va tutto va bene, tutto procede al meglio, tutto è in linea con quanto promesso, attuato, irreggimentato, anche la povertà che non retrocede è soltanto uno spiacevole effimero evento critico.

Bussetti: sì allo smartphone per uso didattico, no alle chat

da Orizzontescuola

Bussetti: sì allo smartphone per uso didattico, no alle chat

di redazione

Il Ministro Bussetti si è espresso sulla decisione della Francia di vietare i cellulari a scuola.

Il Ministro, come riferisce l’Ansa, afferma di non essere d’accordo con la legge francese e ribadisce che, se utilizzate per la didattica, le nuove tecnologie possono fare il loro ingresso in aula.

Ogni scuola adotta un regolamento che regola l’uso di questi strumenti- spiega – l’importante è che se ne faccia un buon uso”.

Parere negativo, invece, per le chat su WhatsApp  dichiarandosi, al riguardo, “refrattario”.

Governo ottiene fiducia sul Milleproroghe: GaE chiuse, vaccini e requisiti Maturità

da Orizzontescuola

Governo ottiene fiducia sul Milleproroghe: GaE chiuse, vaccini e requisiti Maturità

di redazione

Il Governo ha ottenuto la fiducia della Camera dei Deputati sul decreto legge Milleproroghe con 329 voti favorevoli, 220 contrari e 4 astenuti. Considerate le modifiche apportate, il testo ritornerà al Senato per l’approvazione definitiva.

Il succitato decreto presenta delle misure che interessano la scuola. Vediamo quali.

Stop apertura Graduatorie esaurimento

Un emendamento presentato dai relatori blocca gli effetti del comma 3-quinqies dell’articolo 6 del decreto milleproroghe approvato dal Senato che modificava l’articolo 14 del decreto legge 2016/11. La modifica apportata dal Senato, infatti, permetteva l’ingresso di quanti erano in possesso di abilitazione nelle graduatorie provinciali, inclusi i Diplomati magistrale e gli ITP.

Con le modifiche proposte alla Camera, tale possibilità sarà preclusa e le GaE torneranno ad essere ad esaurimento, senza alcuna possibilità di inserimento di nuovi abilitati.

Vaccini

Con un emendamento presentato in extremis, la maggioranza estende anche all’a.s. 2018/2019 le disposizioni transitorie previste dall’articolo 5, comma 1, del decreto legge 73/17 (convertito con modifiche in legge 119/17), consentendo di fatto anche per il corrente anno scolastico la possibilità di sostituire la documentazione attestante l’avvenuta vaccinazione con un’autocertificazione dell’avvenuta vaccinazione da sostituire entro il 10 marzo 2019 con la documentazione originale.

Invalsi

Con il Decreto Milleproroghe verranno bloccate, per quest’anno, le prove Invalsi per l’accesso all’esame di maturità, come da articoli 13, comma 2, e 14, comma 3, del decreto legislativo 62/17.

Carta docente

Sarà consentita la possibilità di estendere al 31 dicembre 2018 le eventuali disponibilità relative all’a.s. 2016/2017 rimaste nella carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione (Carta del docente).

Scuole all’estero

Per le scuole all’estero sono stati soppressi i commi 3 bis, 3 ter e 3 quater introdotti all’articolo 6 del testo Milleproroghe approvato al Senato. La norma consentiva una proroga (a domanda) fino a 6 anni dei mandati di quattro anni, la riduzione da 6 a 3 anni del periodo di interruzione fra due periodi di servizio all’estero e la riduzione da 6 a 3 anni del periodo da assicurare all’estero per ottenere la destinazione.

Alternanza scuola-lavoro

L’alternanza scuola lavoro, com’è noto, è uno dei requisiti d’ammissione all’esame di Maturità, sulla base delle novità introdotte dal D.lgs. 62/2017.

La misura, tuttavia, come riferito ieri dall’ANP, sarà prorogata, per cui per l’esame di Stato a.s. 2018/19 non costituirà uno dei requisiti per essere ammessi alla Maturità.

Pensioni quota 100: tante richieste, pochi soldi

da Orizzontescuola

Pensioni quota 100: tante richieste, pochi soldi

di Elisabetta Tonni

Sulle pensioni quota 100 si sta tornando al punto di partenza. Come nel gioco dell’oca si è di nuovo alla casella via: bisogna cercare di far quadrare i conti sul Bilancio dello Stato con quelli che andranno fatti con i cittadini se non saranno mantenuti i punti nel contratto di Governo.

La guerra sui costi della riforma delle pensioni, in tutte  varie ipotesi avanzate, per raggiungere la quota 100 sta portando a una frizione nei palazzi del Governo. Non si tratta più di ricostruzioni giornalistiche, ma di frasi pronunciate davanti alle telecamere direttamente dai Ministri.

Tante richieste, soldi pochi

Infatti, al di là delle varie formule pensionistiche (ora si parla di 62 anni con 38 di contributi oppure di un men o probabile 64 con 36 di contributi), a ingarbugliare la situazione economica è il pressing per le altre due innovazioni economiche su cui si vuole dare un segnale immediato: reddito di cittadinanza e flat tax.

Nessuno intende fare un passo indietro sulla gradualità da seguire nell’introduzione delle misure e il tempo stringe: il 27 settembre andrà presentato il Documento programmatico di economia e finanza in versione aggiornata e lì finirà il balletto delle cifre.

Le tensioni pubbliche si registrano fra i quattro ministri coinvolti direttamente: Tria (Economia) che, come ha rilanciato il Corriere.it, ha minacciato di fare un passo indietro se fosse lui il problema; il ministro del Lavoro, Di Maio,  che ospite a Carta Bianca (Rai Tre) aveva dichiarato che se non si fossero trovate le coperture per il reddito di cittadinanza (10 miliardi di euro) ci sarebbero stati seri problemi per il Governo; il ministro dell’Interno, Salvini, niente affatto disponibile a cedere sulla controriforma Fornero; il presidente del Consiglio dei ministri, Conte, per il ruolo che ricopre, come si legge anche su Libero.

Chi paga per le pensioni?

Intanto alcuni giornali continuano a esercitarsi sugli effetti che potrebbero essere prodotti dalla formula “pensioni quota 100”. Secondo il sito L’Inkiesta, a pagare saranno soprattutto gli under 50. A sostegno di questa tesi richiama studi di società indipendenti e rapporti ufficiali della Ragioneria dello Stato. Altri siti si concentrano sui vari riscatti, dalla laurea al servizio militare. Come la si mette, le pensioni a quota 100 costano tanto e non è ancora certo quanti lavoratori accontenteranno veramente.

Nel frattempo si può fare una riflessione banale: i giovani tendono ad entrare nel mercato del lavoro sempre più tardi; il calo demografico è in netto ribasso da vari decenni; chi si ritrova ad aspirare alla pensione è la fascia di lavoratori nati negli anni del baby-boom (fine anni Cinquanta) e le aspettative di vita si allungano sempre di più.  Si capisce come, già con queste condizioni, senza aggiungere il reddito di cittadinanza e la flat tax, la coperta delle risorse economiche sia sufficientemente corta.

Immissioni in ruolo, sono meno della metà. Solo una su tre nella secondaria

da La Tecnica della Scuola

Immissioni in ruolo, sono meno della metà. Solo una su tre nella secondaria

Organizzazione delle prove INVALSI: materiali utili

da La Tecnica della Scuola

Organizzazione delle prove INVALSI: materiali utili

Per insegnare non servirà più l’abilitazione?

da Tuttoscuola

Per insegnare non servirà più l’abilitazione?

Addio all’abilitazione per l’insegnamento? Secondo il ministro dell’istruzione non sarà più necessaria. Dalle dichiarazioni a “Repubblica” di Marco Bussetti, sembrerebbe che per il futuro potrebbe bastare la semplice laurea. “Ho un progetto, a cui lavoro con il mio staff legale da agosto, che prevede che un laureato acceda a un concorso e lo provi. Se non riesce, ne proverà uno successivo. Non servono brevetti, titoli, percorsi per dire ‘posso ambire al posto’. Se uno è laureato in Lettere, non deve fare altri perfezionamenti”.

In talune professioni che richiedono, oltre alla laurea, particolari specializzazioni viene richiesta l’abilitazione per l’esercizio dell’attività.

È il caso, ad esempio, dei medici, dei farmacisti, dei notai, degli ingegneri, degli architetti, dei geometri, degli psicologi, etc.

Oltre alla laurea, chi intende esercitare la professione deve essere in possesso anche dell’abilitazione all’esercizio della professione, abilitazione che, di norma, si consegue con un esame di Stato.

L’abilitazione è anche richiesta, da sempre, per chi intende insegnare.

Oltre alla laurea, il docente per insegnare deve, quindi, essere in possesso della abilitazione richiesta. Facevano eccezione, fino al 2001-02 i maestri che, unitamente al diploma, conseguivano contestualmente l’abilitazione. Anche i laureati in scienze della formazione primaria conseguono l’abilitazione con la laurea.

Per tutti gli altri laureati che intendono insegnare nella scuola secondaria (di I o di II grado) occorre conseguire anche l’abilitazione con i TFA (Tirocinio Formativo Attivo) frequentando appositi corsi presso le università. Ad oggi non vengono richiesti particolari test attitudinali sulla competenza relazionale, nonostante se ne senta sempre di più l’esigenza. In questa direzione di “professionisti dell’educazione”, preparati a 360 gradi ad una professione sempre più complessa proprio sotto l’aspetto relazionale – dove le “generazioni del libro” debbono insegnare alle “generazioni dello smartphone” – stanno andando i paesi più avanzati.

Di questo non si parla in Italia, ma per decenni è sempre stata prevista l’abilitazione.

Ora potrebbe cambiare tutto.

Vaccini, Invalsi e Alternanza Scuola Lavoro: è giallo Milleproroghe

da Tuttoscuola

Vaccini, Invalsi e Alternanza Scuola Lavoro: è giallo Milleproroghe

Sembra ci sia un giallo sul testo del decreto ‘Milleproroghe’ su cui la Camera oggi, 13 settembre, è chiamata a votare la fiducia chiesta dal Governo.

All’ordine del giorno dei lavori di Montecitorio si legge testualmente: “Oggi in Aula il voto sulla questione di fiducia posta, ieri, dal Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, a nome del Governo, sull’approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell’articolo unico del disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (C. 1117-A), nel testo della Commissione”.

La dizione ‘senza emendamenti ed articoli aggiuntivi’ lascerebbe intendere che il testo su cui i deputati sono chiamati a votare è quello uscito dal Senato, ma ci sono anche le ultime parole (nel testo della Commissione) che riportano al punto di partenza.

Cadrebbero gli emendamenti sui vaccini, Invalsi e alternanza scuola lavoro?

C’è anche un altro giallo nel giallo. Il voto di fiducia viene deliberato dal Consiglio dei Ministri che, nell’occasione, aveva assunto la decisione (forse in via cautelare) al momento del varo del decreto legge, cioè il 25 luglio scorso.

A quale testo si riferiva quella decisione? Al testo del DL originario pubblicato in Gazzetta Ufficiale e poi trasmesso alle Camere?

Se sì, la fiducia riguarderebbe il decreto originario, senza le modifiche emendative successivamente approvate da Senato e Camera.

In questo caso cadrebbe anche l’emendamento di riapertura delle GAE varato in Senato.

Da seguire con la suspence di un giallo vero e proprio.

Diario 14 settembre 2018

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

DIARIO

Diario della prova scritta del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali.

(GU – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» n.73 del 14-09-2018)

Ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall’art. 8, comma 10, del D.D.G. n. 1259 del 23 novembre 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» n. 90 del 24 novembre 2017, si comunica che la prova scritta del corso-concorso nazionale per titoli ed esami finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali si svolgerà in data 18 ottobre 2018, alle ore 10,00.
Si comunica, inoltre, che l’elenco delle sedi della prova scritta, con la loro esatta ubicazione, con l’indicazione della destinazione dei candidati distribuiti, analogamente alla prova preselettiva, nella regione di residenza in ordine alfabetico, e le ulteriori istruzioni operative, sara’ comunicato entro il 3 ottobre 2018 tramite avviso pubblicato sul sito internet del Ministero www.miur.gov.it I candidati residenti all’estero, o ivi stabilmente domiciliati, sosterranno la prova nella regione Lazio; i candidati residenti nelle province di Trento e Bolzano sosterranno la prova nella regione Veneto.
I candidati si dovranno presentare nelle rispettive sedi d’esame muniti di un documento di riconoscimento in corso di validità, del codice fiscale e, per i soli candidati esonerati dalla prova preselettiva ai sensi dell’articolo 20, comma 2-bis, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, della ricevuta di versamento attestante il pagamento del diritto di segreteria pari ad € 10,00.
La prova avra’ la durata di 150 minuti.
Ogni ulteriore informazione e documentazione relativa alla procedura concorsuale è disponibile nell’apposito spazio «Il corso-concorso dirigenti scolastici» sull’home page del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (www.miur.gov.it).
La presente pubblicazione ha valore di notifica a tutti gli effetti.