A lezione di Costituzione

A lezione di Costituzione

Al Castello di Santa Severa rinasce l’Educazione Civica

L’educazione Civica è nata a Catania nello splendido maniero del Castello Ursino che l’architetto Riccardo da Lentini ha costruito per incarico dell’imperatore Federico II, ora rinasce al Castello di Santa Severa, sulla costa tirrenica nei pressi di Roma, sede dell’Ordine del Santo Spirito, visitato da numerosi Papi.

Nel febbraio del 1957 in occasione del 36° convegno dell’UCIIM sul tema: “Educare i giovani alle virtù civiche” sono stati elaborati gli elementi necessari che l’anno successivo 13 giugno 1958 il Ministro dell’Istruzione, on. Aldo Moro, con il DPR 585 ha stabilito che” i programmi d’insegnamento di storia fossero integrati con quelli dell’Educazione civica”, parte integrante del curriculum formativo e disciplina del sistema scolastico italiano.

“La Carta costituzionale trovi senza indugio adeguato posto nel quadro didattico della scuola di ogni ordine e grado al fine di rendere consapevole la giovane generazione delle conquiste morali e sociali che costituiscono ormai sacro retaggio del popolo italiano” Queste parole pronunziate alla Camera l’11 dicembre del 1947, e accompagnate da numerosi applausi di approvazione, ritornano oggi quale forte richiamo al Governo per dare adeguata risposta all’emergenza educativa.

L’Educazione Civica, cenerentola della scuola italiana per tutte le vicende di organico e di riduzione di ore e di cattedre, adesso vuole risorgere e proprio nel Castello di Santa Severa, ha avuto luogo il primo convegno sull’Educazione civica promosso dall’Associazione Professionale dei Docenti di Discipline Giuridiche ed Economiche (APIDGE), sul tema “A lezione di Costituzione”.

In occasione del 70° anniversario della Carta Costituzionale, constatando che il 68% degli studenti non conosce la distinzione di compiti e ruoli tra il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio, non avendo letto e studiato la Costituzione italiana, perché non gli è stata insegnata; considerando che più di 6.000 docenti di Scienze giuridiche ed economiche sui 18.000 presenti nei ruoli dell’Amministrazione non vengono utilizzati in attività di insegnamento, ma utilizzati dalle come organico di potenziamento (per supplenze o per il sostegno, anche senza titolo specifico) ci s’interroga: perché viene sprecata una così ricca risorsa professionale? Perché non ritorna ad essere disciplina obbligatoria l’Educazione Civica e lo studio della Costituzione che accompagna e completa la formazione del cittadino attivo e responsabile nella consapevolezza dei propri diritti e dei doveri in nome del bene comune?

Nel corso della tavola rotonda coordinata del preside Giuseppe Adernò, in rappresentanza de “La Tecnica della Scuola”, con la partecipazione di Marietta Tidei, Consigliere della Regione Lazio; Stefania Nardangeli, assessore al Comune di Santa Marinella; di Paolo Sciascia, della Direzione Generale dello Studente del Miur. Giovanni Cogliandro dell’Università Tor Vergata di Roma ha quindi coordinato un incontro con due Autori di libri indicati come strumenti preziosi per “insegnare” la Costituzione nelle scuole: Raffaele Marzo, autore del volume “La Costituzione come educazione alla legalità” e Grazia Gotti che ha presentato il volume “21 donne all’Assemblea” in cui hanno trovato degna collocazione le parole di saluto  di Rita Mammino, di Apidge Cultura, che ha letto e commentato il messaggio della vicepresidente del Senato, Anna Rossomando.

Ezio Sina, Presidente di Apidge ha ricordato gli sviluppi più attuali di una vicenda che vede impegnata l’Associazione ormai da tre anni e che sta avendo ormai importanti sviluppi in ambito di innovazione legislativa. A tal fine il Presidente ha ricordato che il prossimo 6 ottobre, su iniziativa di Apidge, si troveranno finalmente di fronte tutti i parlamentari promotori di disegni di legge in tema di Educazione Civica nella presente Legislatura per un aperto e costruttivo confronto.

In questi anni l’Educazione Civica, ha indossato il vestito della “trasversalità” nel girotondo delle “educazioni” stradale, ambientale, alla salute, alle pari opportunità, al bullismo, alla legalità, al gender, ma si constata che gli esiti di apprendimento e la modifica dei comportamenti civici, non sono avvenuti, come dimostrano i frequenti atti di violenza, di teppismo, i danni provocati persone e a cose appartenenti alla Comunità, le aggressioni ai docenti anche da parte di genitori. Si registra una sempre crescente emergenza educativa e la mancanza di un insegnamento sistematico e critico delle norme del vivere civile, compreso il buon galateo e le buone maniere.

I giovani crescono senza riferimenti forti di modelli, di principi, di segni e di comportamenti e come ha affermato il presidente dell’Apidge, Ezio Sina, i ragazzi non hanno ricevuto l’adeguata” istruzione” che la Costituzione “garantisce” per tutti.

Oggi l’insegnamento dell’Educazione Civica, anche sotto il nome di Cittadinanza e Costituzione, è subordinato al grado di sensibilità dei singoli docenti o dei dirigenti, alla disponibilità di tempo o al temporaneo svolgimento di un progetto di legalità, in occasione di ricorrenze storiche, di delitti efferati o delle stragi di mafia.

L’ora di Cittadinanza e Costituzione dunque sarà ancora tema del Seminario che si svolgerà il prossimo 6 ottobre presso la Cittadella della musica di Civitavecchia dove Apidge continua a promuovere i festeggiamenti per i Settant’anni della Costituzione nell’ambito delle manifestazioni dell’International Tour Film Festival.

Giuseppe Adernò

Scuola dell’infanzia – vaccinazioni – obblighi dei dirigenti scolastici

Scuola dell’infanzia – vaccinazioni – obblighi dei dirigenti scolastici.

Facciamo il punto sulle norme vigenti e sui comportamenti da mettere in atto dopo l’approvazione definitiva del “milleproroghe”
La norma vigente (D.L. 73/2017, c.d. “legge Lorenzin”) dice:
Art. 1, comma 1:
Al fine di assicurare la tutela della salute pubblica e il mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza epidemiologica in termini di profilassi e di copertura vaccinale, per i minori di eta’ compresa tra zero e sedici anni e per tutti i minori stranieri non accompagnati sono obbligatorie e gratuite le vaccinazioni ….
Art. 3:
1. I dirigenti scolastici delle istituzioni del sistema nazionale di istruzione … sono tenuti, all’atto dell’iscrizione del minore di eta’ compresa tra zero e sedici anni e del minore straniero non accompagnato, a richiedere ai genitori esercenti la responsabilita’ genitoriale , ai tutori o ai soggetti affidatari la presentazione di idonea documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie …. ovvero l’esonero ….. o il differimento delle stesse …. o la presentazione della formale richiesta di vaccinazione all’azienda sanitaria locale territorialmente competente … La presentazione della documentazione di cui al primo periodo deve essere completata entro il termine di scadenza per l’iscrizione. La documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni puo’ essere sostituita dalla dichiarazione resa ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445; in tale caso, la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni deve essere presentata entro il 10 luglio di ogni anno.
3. Per i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie, la presentazione della documentazione di cui al comma 1 costituisce requisito di accesso. Per gli altri gradi di istruzione e per i centri di formazione professionale regionale, la presentazione della documentazione di cui al comma 1 non costituisce requisito di accesso alla scuola o , al centro ovvero agli esami.

Il cosiddetto “decreto milleproroghe” (D.L. n. 91/2018), come definitivamente modificato dalla legge di conversione (legge n. 108/2018) in vigore da oggi 22 settembre, dice:
L’applicazione della disposizione di cui all’articolo 5, comma 1, secondo periodo, del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2017, n. 119, è prorogata all’anno scolastico 2018/2019 e al calendario dei servizi educativi per l’infanzia e dei corsi per i centri di formazione professionale regionale 2018/2019; in caso di presentazione della dichiarazione sostitutiva resa ai sensi del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie deve essere presentata entro il 10 marzo 2019.

L’art. 5, comma 1, del decreto legge “Lorenzin” è una norma transitoria valida per l’a. s. 2017/2018 (lo scorso anno) che permetteva di autocertificare lo stato vaccinale fino al 10 marzo 2018, con l’obbligo di sostituire l’autocertificazione con la documentazione. Il “milleproroghe” semplicemente estende tale facoltà autocertificativa all’a. s. 2018/2019, con obbligo di presentare la documentazione entro il 10 marzo 2019.
PERTANTO, SOTTO IL PROFILO GIURIDICO AMMINISTRATIVO, SE NE DEDUCE CHE PER L”AMMISSIONE ALLA FREQUENZA DELLE SCUOLE DELL’INFANZIA:
1. IL MINORE DEVE ESSERE IN REGOLA CON LE VACCINAZIONI, COME ATTESTATO.DAL SISTEMA “GIAVA” O DALLA DOCUMENTAZIONE VACCINALE PRODOTTA DAI GENITORI;

2. OPPURE I GENITORI PRESENTANO UN’AUTOCERTIFICAZIONE, CHE SARA’ VALIDA FINO AL 10 MARZO 2019, QUANDO DOVRA’ ESSERE NECESSARIAMENTE SOSTITUITA DALLA DOCUMENTAZIONE. L’AUTOCERTIFICAZIONE, COME PREVISTO DALL’ART. 3 DELLA LEGGE, POTRA’ ATTESTARE CHE
a. IL MINORE E’ IN REGOLA
b. IL MINORE E’ ESONERATO DALLE VACCINAZIONI OPPURE QUESTE SONO STATE DIFFERITE AL … PER MOTIVI SANITARI
c. PER IL MINORE È’ STATA PRESENTATA FORMALE RICHIESTA DI VACCINAZIONE
L’AUTOCERTIFICAZIONE DOVRA’ ESSERE VERIFICATA, AI SENSI DELLE NORME VIGENTI.

3. OPPURE, IL MINORE NON POTRA’ ESSETE AMMESSO ALLA FREQUENZA.

Sotto il profilo sostanziale: questo gioco di rinvii e rimandi lascia aperto il problema socio-sanitario: nelle scuole potranno continuare a stare, per buona parte dell’anno scolastico, bambini non vaccinati o v1accinati parzialmente, anche insieme a bambini immunodepressi, con grave rischio per la salute di tutti.

Vaccinarsi è un obbligo sociale, prima di tutto. Per costruire una comunità sociale coesa e solidale.

Per questi motivi ANP Puglia insieme con la Società Italiana di Pediatria, intraprenderà una campagna di i formazione sul territorio della quale comunicheremo fra breve date e modalità di svolgimento.

Roberto Romito presidente regionale Anp Puglia

Pittoni “torna titolarità su scuola” addio ambito, ecco come

da Orizzontescuola

Pittoni “torna titolarità su scuola” addio ambito, ecco come
di redazione

Pubblichiamo il chiarimento del Sen. Pittoni (Lega) dopo la fake news sulle assegnazioni provvisorie, creato da una errata interpretazione di alcuni siti web del DDL sull’abolizione della chiamata diretta.

“Con il ddl “Abolizione della chiamata diretta dei docenti” – afferma il Sen. Pittoni – il comma 73 della legge 107 resta in vigore per quanto attiene al 1° e al 2° periodo.

Il 3° e il 4° periodo (che comunque hanno esplicato i loro effetti per gli anni scolastici 2016/2017, 2017/2018 e, in parte, 2018/2019) non possono essere abrogati, se non a prezzo di vedere annullati i movimenti e le nomine in ruolo degli ultimi tre anni scolastici, con effetti a dir poco catastrofici sull’intero sistema istruzione.

La strada presa dal ddl è invece quella del loro superamento al 100% a decorrere da data certa (31 dicembre 2018) con l’abolizione della titolarità d’ambito e il ripristino della titolarità di istituto.

Quanto alla questione della concreta acquisizione/riacquisizione della titolarità di istituto in luogo di quella su ambito, è evidente che per “ultima sede di servizio” si deve intendere quella “entro l’ambito di titolarità”, non potendosi in alcun caso ipotizzare una titolarità (che per definizione è connessa al concetto di organico di diritto) che vada a cadere su una scuola fuori dall’ambito in cui il docente, in forza della disposizione di legge che si intende abrogare, è divenuto titolare.

Non è pertanto un refuso l’utilizzo della “o” (invece della “e”) perché la prima fattispecie si riferisce a quei casi, non pochi statisticamente, in cui il docente ha prestato servizio in una scuola compresa nell’ambito di titolarità, ma presso la quale non ha stipulato il contratto di incarico previsto dalla legge 107 per tre anni.”

Lo stesso chiarimento era già stato fornito anche dalla nostra redazione

Ripristino titolarità su scuola: ruoli regionali e nuove regole mobilità. Chiarimenti

da Orizzontescuola

Ripristino titolarità su scuola: ruoli regionali e nuove regole mobilità. Chiarimenti
di redazione

Il DDL presentato dal Sen. Pittoni (Lega) per l’abolizione della chiamata diretta e il ripristino per tutti i docenti della titolarità su scuola continua a far discutere.

No titolarità su scuola di assegnazione provvisoria

Ieri siamo intervenuti per smentire alcune fake news fatte circolare in rete sulla possibilità che il DDL aprisse alla possibilità di far acquisire ai docenti in assegnazione provvisoria per l’a.s. 2018/19 la titolarità nell’attuale scuola di servizio. Un’ipotesi che non trovava alcun fondamento nè giuridico né realistico, ma che purtroppo ha scatenato una serie di allarmismi. Lo stesso Senatore ha voluto precisare i termini della questione.

Titolarità su scuola e ruoli regionali

Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola è intervenuta in merito, sottolineando come il provvedimento avrebbe dovuto contenere il ripristino dei ruoli provinciali e non regionali come finora assegnati dalla legge 107/2015.

Su questo punto risponde puntualmente il Sen. Pittoni “Sulla suddivisione del ruolo del personale docente su base territoriale: ogni nuova valutazione è opportuno sia lasciata a un prossimo atto legislativo, in quanto entrano in gioco fattori diversi da quelli inerenti alla titolarità. Il ripristino dei ruoli provinciali (e non più regionali, come previsto dalla legge 107) deve infatti confrontarsi con il diverso valore istituzionale recentemente assunto dalla Provincia come soggetto di diritto pubblico e come ente locale. D’altra parte è anche opportuno considerare che, a normativa vigente, i ruoli del personale della scuola non sono regolati omogeneamente: quelli dei docenti sono su base regionale, quelli degli ATA su base provinciale, quelli degli IRC su base diocesana rapportata all’ambito regionale”

Titolarità su scuola e mobilità a.s. 2019/20

Un’altra perplessità avanzata dalla Gissi riguardava il prossimo contratto mobilità ”

Non convince del tutto la modalità con cui si prevede l’acquisizione della titolarità su scuola, facendo riferimento a quella di attuale servizio e facendo di questo passaggio un oggetto del provvedimento di legge. Noi siamo convinti che affidare la regolazione di questo passaggio alla contrattazione sarebbe più giusto e più opportuno. Sicuramente più rispettoso delle prerogative su una materia come la mobilità del personale, tipicamente sindacale; ma siamo anche convinti che la contrattazione si rivelerebbe molto più efficace nell’affrontare in modo puntuale, trovando soluzioni adeguate, la varietà di situazioni che di fatto si sono determinate in questi anni di applicazione della legge 107.

Si tratta in realtà di un falso problema in quanto è evidente – come ci ha confermato il Sen. Pittoni – che la norma fissa solo il concetto generale e astratto (abrogazione della titolarità d’ambito e della chiamata diretta); la contrattazione con le parti sociali stabilirà autonomamente le modalità per il conseguimento del fine stabilito dalla legge.

Anagrafe studenti 2018/19, aggiornamento dati frequenza alunni

da Orizzontescuola

Anagrafe studenti 2018/19, aggiornamento dati frequenza alunni
di redazione

Il Miur ha inviato un messaggio alle scuole, relativo all’aggiornamento dell’Anagrafe nazionale degli studenti a.s. 2018/19.
L’amministrazione comunica che sono disponibili le funzioni per aggiornare i dati di frequenza degli alunni sul SIDI, a partire dal 20 settembre 2018.

Fiducia nei docenti, due italiani su tre ce l’hanno

da La Tecnica della Scuola

Fiducia nei docenti, due italiani su tre ce l’hanno
Di Alessandro Giuliani

La scuola è nel cuore degli italiani: la fiducia che i nostri cittadini riscuotono verso il sistema d’istruzione, malgrado tutti i problemi che lo caratterizza e le crescenti lamentele, che in alcuni casi sfociano in aggressioni verso il corpo docente e dirigente, rimane alta. Addirittura, rispetto agli ultimi tredici anni è più che raddoppiato: tanto che a credere alla scuola e alla sua efficacia sono due italiani su tre.

Oggi, se si guarda alle altre istituzioni, la scuola si colloca dopo le forze armate che sono al primo posto e prima della Chiesa Cattolica.

Il gradimento, che pone la scuola tra le istituzioni più care agli italiani, è stato quantificato attraverso un’indagine on line, un sondaggio, realizzata da Termometropolitico.

La scarsa considerazione per i partiti

In fondo al gradimento, invece, risultano i partiti, anche se negli ultimi dodici mesi hanno fatto registrato un deciso incremento di fiducia di dieci punti percentuali.

Secondo Pino Turi, leader della Uil Scuola, la fiducia che gli italiani riscuotono verso le forze armate e l’istruzione, fanno riferimento a “due aspetti di una stessa società che da un lato rivendica sicurezza nel presente, ma contemporaneamente crede nel ruolo di mediazione, di coesione, di sviluppo della scuola che proietta la voglia di progresso civile ed economico nel futuro. Abbiamo necessità di far tornare la scuola ad essere un ascensore sociale”.

“No al liberismo applicato alla scuola”

“Gli insegnanti e tutto il personale della scuola – continua il sindacalista – godono di considerazione e rispetto da parte della società, e con questo sondaggio mostrano di avere fiducia nel modello di scuola costituzionale che svolge il delicato compito di educare cittadini liberi, anche in controtendenza con analisi e proposte di uffici studi che vorrebbero interpretare in senso neo liberista quello che, invece, rappresenta la scuola italiana, che vuole essere comunità libera e democratica”.

La politica non sembra però capirlo

“Il momento che stiamo attraversando ha necessità di solide fondamenta su cui far ripartire la crescita: quelle fondamenta sono il sistema nazionale di istruzione che ha bisogno di attenzione ed investimenti e la politica ne dovrà tenere conto”, conclude Turi.

Insomma, la fiducia non appare ripagata nei fatti: l’inversione di tendenza, che vorrebbe vedere attuati investimenti maggiori per l’istruzione rispetto al Pil, viene sempre infatti rimandata a tempi migliori per le casse dello Stato.

Ecco che, allora, più che verso il sistema scolastico, nel suo complesso, la fiducia che due italiani su tre hanno è probabilmente indirizzata verso il corpo docente e il personale Ata a cui vengono affidati i nostri figli.

Legge di bilancio: non si parla di stipendi dei docenti

da La Tecnica della Scuola

Legge di bilancio: non si parla di stipendi dei docenti
Di Reginaldo Palermo

Nel dibattito che si sta avviando sulla legge di bilancio per il 2019, sulle risorse necessarie e sulle principali voci di spesa è del tutto assente, almeno per ora, la questione dei contratti pubblici.

Contratti pubblici dimenticati, per ora

La “dimenticanza” colpisce non poco anche perchè la spesa in gioco non è affatto modesta ma anzi appare significativa tanto quanto altre di cui si sta molto parlando.
Restando fermi al comparto scuola, se si parlasse anche solo di 100 euro lordi per ciascun dipendente il conto ammonterebbe alla non disprezzabile cifra di quasi un miliardo e mezzo di euro.
Ma 100 euro lordi mensili sarebbero solo il punto di partenza, perchè in campagna elettorale il M5S ha parlato di ben altri importi (c’è chi si è spinto fino al raddoppio degli stipendi attuali, ipotesi ovviamente del tutto improponibile in quanto richiederebbe investimenti stratosferici, nell’ordine di 40 miliardi di euro).

Bussetti: i docenti guadagnano poco

Di recente lo stesso ministro Bussetti ha ammesso che gli stipendi attuale dei docenti sono modesti e non corrispondono affatto alla professionalità e all’impegno che vengono oggi richiesti agli insegnanti.
Eppure solo un paio di giorni fa, nel corso di una intervista radiofonica, il Ministro ha tranquillizzato tutti asserendo che nella scuola non ci saranno tagli di spesa: affermazione che sta di fatto a significare che non solo non ci saranno risorse aggiuntive per la scuola ma che ci sarà da gioire se non ci sarà una riduzione di spesa.
D’altra parte è davvero improbabile che la legge di bilancio preveda novità sul trattamento economico del personale della scuola. Gli stessi sindacati del comparto sarebbero quasi certamente contrari ad aumenti riservati alla scuola e non estesi a tutto il pubblico impiego.
E siccome i pubblici dipendenti sono poco meno di 3 milioni è facile capire per quale motivo non sarà facile che la legge di bilancio affronti questo modo. Per garantire a tutto il personale un aumento medio di 1.000 euro annui, che al netto si ridurrebbero a meno di 50 euro mensili, servirebbero all’incirca 3 miliardi di euro.

Rischio calo stipendi da gennaio

Senza poi considerare che, anche solo per mantenere gli attuali livelli stipendiali, nella legge di bilancio andrebbe inserito uno stanziamento di poco meno di un miliardo di euro per l’intero comparto pubblico: i contratti firmati nei mesi scorsi, infatti, prevedono il ben noto “elemento perequativo” per gli stipendi più bassi, elemento che cesserà di essere erogato a partire dal prossimo mese di gennaio.
E quindi senza risorse adeguate a gennaio prossimo una parte considerevole di dipendenti pubblici potrebbero ricevere uno stipendio ridotto: nella scuola il problema riguarderà tutto il personale ausiliario e amministrativo e tutti i docenti con meno di 15 anni di servizio.
Insomma il rischio è che mentre le forze di governo si confrontano (e magari litigano) su flat tax, pensioni e reddito di cittadinanza, gli stipendi dei docenti restino ancora al palo e anzi arretrino un po’.

BANDI DI CONCORSO FULBRIGHT

BANDI DI CONCORSO FULBRIGHT

Anno Accademico 2019-2020

Nell’ottica di contribuire al rafforzamento degli scambi culturali fra l’Italia e gli Stati Uniti, la Commissione per gli Scambi Culturali Fulbright, l’Ente binazionale finanziato congiuntamente dallo U.S. Department of State, Bureau of Educational and Cultural Affairs ed il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione italiano, Direzione Generale per la Promozione e Cooperazione Culturale e Direzione Generale per i Paesi delle Americhe, ha pubblicato i bandi per l’ottenimento di borse di studio destinate ai cittadini italiani e statunitensi per offrire loro opportunità di studio, ricerca e insegnamento presso campus americani e atenei italiani.

Le borse di studio Fulbright vengono offerte per intraprendere programmi di specializzazione post-laurea, soggiorni di ricerca e periodi di insegnamento presso atenei e centri di ricerca in Italia e negli Stati Uniti.


 

Bando di concorso “Borse di studio Fulbright Self-Placed All Disciplines per Master e Ph.D.” presso università negli Stati Uniti. – A.A. 2019-2020

È disponibile sul sito http://www.fulbright.it/self-placed-all-disciplines/ il bando di concorso Fulbright Self-Placed All Disciplines per Master e Ph.D. Il bando mette a concorso 6 borse di studio della durata di 9 mesi (anno accademico) per un importo fino a $ 38,000; ciascuna borsa comprende un contributo aggiuntivo a copertura delle spese di viaggio tra Italia e Stati Uniti; l’assicurazione medica finanziata dallo U.S. Department of State e la sponsorizzazione del visto di ingresso  J-1. Il bando si rivolge a giovani laureati italiani che abbiano richiesto autonomamente l’ammissione alle università statunitensi (Self-Placement) ed ha l’obiettivo di offrire agli stessi l’opportunità di frequentare percorsi di specializzazione post-laurea, Master e Ph.D. (Graduate Studies), presso le università statunitensi. Sono ammessi tutti gli ambiti disciplinari ad eccezione di programmi in Law per i quali esiste un bando Fulbright ad-hoc e programmi di specializzazione clinica (Internship o Residency) nell’ambito della Medicina e Chirurgia, della Odontoiatria, della Medicina Veterinaria, della Psicologia e affini.

Il bando ha scadenza martedì 11 dicembre 2018.

 

Bando di concorso “Fulbright – Research Scholar” A.A. 2019-2020

E’ disponibile sul sito http://www.fulbright.it/fulbright-research-scholar/ il bando di concorso Fulbright – Research Scholar per l’attuazione di soggiorni di ricerca presso università statunitensi che offre l’opportunità di trascorrere un soggiorno di ricerca presso università statunitensi per l’attuazione di progetti di ricerca i cui risultati possano essere di beneficio per la comunità accademica e scientifica internazionale. Il bando mette a concorso fino a otto (8) borse di studio per la durata di minimo quattro (4) – massimo nove (9) mesi per un importo fino a fino a $12,000. Ciascuna borsa di studio un contributo aggiuntivo a copertura delle spese di viaggio tra Italia e Stati Uniti; l’assicurazione medica finanziata dallo U.S. Department of State e la sponsorizzazione del visto di ingresso  J-1. Sono ammessi tutti gli ambiti disciplinari ad eccezione delle specializzazioni cliniche di Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria, Odontoiatria, Scienze Infermieristiche e Psicologia.

Il bando ha scadenza Venerdì, 1/02/2019

 

Bandi di concorso per attività d’Insegnamento nelle categorie “Distinguished lecturer” e “Scholar in residence”

Sono disponibili sul sito http://www.fulbright.it/insegnamento/ i bandi di concorso Fulbright nelle categorie “Distinguished lecturer”, “Scholar in residence” e “Foreign language teaching assistant program”

Distinguished lecturer: Borse di studio Fulbright per incarichi di insegnamento nell’ambito degli Studi Umanistici e delle Scienze Sociali presso università statunitensi (a.a. 2019/20).

Scholar in residence: Insegnamento presso università negli Stati Uniti che richiedano espressamente uno studioso italiano.

Le descrizioni degli incarichi e le relative aree di insegnamento saranno disponibili a partire da ottobre c.a. Le aree di insegnamento presenti sul sito per ogni bando sono quelle dell’a.a. 2018/19.

 

Le scadenze sono riportate nelle singole categorie dei bandi

Settimana Scienza e Notte europea Ricercatori


Fioramonti: “Ricerca e innovazione sono il volano del progresso”

(Mercoledì, 12 settembre 2018) “La ricerca e l’innovazione per me sono al centro di una visione del Paese. Lo dico continuamente, l’idea di cambiamento che cerchiamo di portare avanti con la nostra azione politica si fonda completamente su un’idea di ricerca e innovazione che sia il volano di una nuova economia, di un nuovo progresso. Quindi ci impegneremo in maniera diretta perché questo sia chiaro, anche dal punto di vista dei finanziamenti e degli stanziamenti di risorse”. Così il Sottosegretario Lorenzo Fioramonti, alla conferenza stampa di presentazione della Notte Europea dei Ricercatori del prossimo 28 settembre, svolta oggi al MIUR.

“L’idea della Notte Europea dei Ricercatori mi ha sempre interessato, come ricercatore e come ricercatore che si è formato nel contesto europeo. In questi ultimi mesi ho lavorato giorno e notte per la nuova programmazione di finanziamenti a livello europeo, il programma che si chiamerà Horizon Europe, che segue la programmazione che si conclude con il 2020. E che porterà allo stanziamento di 100 miliardi di euro all’interno della zona europea di ricerca per il finanziamento di ricerca innovativa nelle nostre università e nei nostri centri di ricerca pubblici e privati. Uno sforzo enorme che segnerà il futuro della traiettoria della ricerca e dello sviluppo nel nostro continente. È fondamentale che l’Italia giochi un ruolo di primo piano in questo percorso. È fondamentale anche che chi non fa ricerca sappia cosa significa vivere la ricerca, che impatto ha sulla vita di tutti i giorni, che impatto ha sul miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini. Alcuni di questi progetti sono interessantissimi perché hanno adottato delle metodologie che coinvolgono direttamente i cittadini all’interno del percorso della ricerca. Io credo tantissimo nell’idea del citizen science, nell’idea che, nella complessità del sistema umano che abbiamo costruito, la scienza non possa essere confinata nei laboratori o nelle strutture preposte. Gran parte delle grandi scoperte della Storia sono state fatte da non scienziati, o da scienziati che collaboravano con altri.

Quindi per me la Notte Europea dei Ricercatori è anche un modo per aprirsi alla società in senso più ampio, aprirsi alle imprese, e ritrovare la capacità di fare ricerca in maniera partecipata tra industria ed enti di ricerca ed università e creare dell’Italia un vero ecosistema della ricerca, in cui ogni singola particella di un mosaico ha senso nella sua interezza, non da sola. O l’Italia, con la ricerca e l’innovazione, riparte e diventa uno dei grandi leader mondiali, oppure ha poco senso avere una o due università, uno o due centri di ricerca che vanno molto bene, se il resto del Paese non è in grado di sostenere quello sforzo. La ricerca è sistemica, ovviamente lode a chi riesce a competere in maniera intelligente, ma c’è bisogno di uno sforzo collettivo. Quindi ancora grazie per questa opportunità e, proprio il 28, il giorno della Notte Europea dei Ricercatori, sarò proprio in Europa a contrattare il nuovo Horizon Europe. Sarò quindi in prima linea da questo punto di vista e quest’anno seguirò gli eventi a distanza ma gli altri, nei prossimi mesi, in maniera diretta”.